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1

Fuccia, Laura de. "Collezionisti francesi di pittura veneziana nel Seicento". Paris, EPHE, 2007. http://www.theses.fr/2007EPHE4151.

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2

D'Anza, Daniele. "Joseph Heintz il Giovane pittore nella Venezia del Seicento". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2716.

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Resumen
2006/2007
Questa tesi di dottorato presenta il catalogo ragionato dell’opera pittorica di Joseph Heintz il Giovane, artista tedesco attivo a Venezia per più di un cinquantennio, dal 1625 al 1678, anno della morte. Il lavoro rispetta l’impostazione tipica di questo metodo conoscitivo aprendosi pertanto con la biografia dell’artista accompagnata dal saggio critico, che introduce il catalogo ragionato delle opere; chiude in clausola la bibliografia. Da questa prima e inedita catalogazione sono emersi diversi aspetti della sua attività, finora poco noti o addirittura sconosciuti. Partendo dall’analisi delle opere a lui precedentemente riferite, si è cercato di differenziare quelle autografe, da quelle di bottega e da quelle estranee al suo pennello. La versatilità di questo artista, che lo spingeva a passare con disinvoltura da un genere all’altro cambiando stile all‘occorrenza, non ha certo agevolato tale compito. Fra le lagune egli si sposò due volte ed ebbe almeno quattro figli, inserendosi pienamente in quel circuito di committenze pubbliche e private che regolavano la vita artistica locale. Il suo contemporaneo Marco Boschini nel 1674 segnalava ventitre dipinti di carattere religioso sparsi nelle chiese veneziane, il suo nome affiora, altresì, con frequenza dall’elenco degli inventari delle collezioni private coeve. Il merito maggiore di Heintz fu quello d’aver affrontato per primo a Venezia il tema della veduta. Se in precedenza qualche artista aveva trasposto su grandi teleri certe significative cerimonie veneziane, fu Heintz il primo a commercializzarle impiegando supporti, le cui dimensioni ridotte rispondevano meglio alle esigenze di una committenza privata. Il successo riscosso da queste opere lo “obbligò” ad avvalersi dell’ausilio di alcuni collaboratori. Due di questi furono sicuramente i figli Daniel e Regina, successivamente pittori in proprio a Venezia; un altro quel Francesco Trevisani che nel 1678, anno di morte di Heintz, si trasferì a Roma per diventare uno dei massimi esponenti del rococò locale. La presenza di collaboratori attivi all’interno della sua bottega giustifica quindi la quantità di dipinti che ancora oggi vengono indebitamente registrati come autografi e che invece debbono esser distinti, in alcuni casi, come opere di bottega e in altri espunti senza indugio dal catalogo. Lo studio attento e una conoscenza precisa del suo ductus pittorico hanno permesso all’autore di sottrargli molti dipinti che ripetevano, senza nerbo e con una condotta evidentemente diversa, quelle tematiche da lui sviluppate e diffuse. Il presente catalogo offre infine una ricostruzione della vicenda biografica dell’artista dedotta, in parte, dallo studio di alcuni interessanti documenti d’archivio, finora inediti.
XX Ciclo
1975
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3

Ventura, Rejane Maria Bernal. "O Dialogo di Pittura de Paolo Pino, o Dialogo della Pittura, intiolato L\'Aretino de Lodovico Dolce e a reflexão sobre a arte em Veneza no século XVI". Universidade de São Paulo, 2009. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8133/tde-02022010-165821/.

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Resumen
Esta pesquisa tem por objetivo investigar alguns aspectos que permitam sistematizar uma teoria da arte na Veneza do século XVI, a partir de dois tratados artísticos: o Dialogo di Pittura, de Paolo Pino (1548) e o Dialogo della Pittura intitolato LAretino, de Lodovico Dolce (1557). Para isto, enfoca cinco problemas: o conceito de mimesis; a estrutura dos tratados em sua relação com a Arte Retórica; Pino e Dolce como representantes da doutrina do ut pictura poesis; o ideal de beleza e a disputa pela primazia da cor sobre o desenho.
This research deals with some aspects that enable to systematize an artistic theory in Venice from sixteenth century, from two artistic treatises: Paolo Pinos Dialogo di Pittura (1548) and Lodovico Dolces Dialogo della Pittura intitolato LAretino (1557). In order to get over this objective we will discuss five problems: mimesis notion; the treatises structure in your relation with Rhetoric; Pino and Dolce as ut pictura poesis doctrine members; the ideal of beauty and the debate for the primacy of colour over design.
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4

Dolfin, Marco <1991&gt. "Francesco Maggiotto (1738 - 1805), pittore veneziano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14690.

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5

Pagotto, Fiorella <1967&gt. "Bernardino Prudenti un pittore veneziano del Seicento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2757.

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6

Delorenzi, Paolo <1982&gt. "Alessandro Longhi, pittore e incisore del Settecento veneziano". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1106.

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Alessandro Longhi (1733-1813) è il maggiore esponente della ritrattistica veneziana del secondo Settecento, al servizio della nobiltà, della classe dei cittadini originari e della borghesia emergente. La tesi ne analizza la produzione pittorica e incisoria, fornendo anche un catalogo delle sue opere.
Alessandro Longhi (1733-1813) is the most important venetian portraitist of the second half of the eighteenth century: he worked for the members of the patrician society, the class of "cittadini originari" (original citizens) and the emerging middle class. Thi dissertation is a monographic study about the artist, who was a famous painter and also an etcher. The PhD thesys contains the complete catalogue of his works.
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7

Pistellato, Paolo <1961&gt. "Venezia nella pittura simbolista di area veneta fra '800 e '900". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1991. http://hdl.handle.net/10579/15569.

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8

Spinazzi, Marta <1989&gt. "La raffigurazione dei luoghi naturali e dei paesaggi, reali e non reali, nella pittura del Rinascimento veneziano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6496.

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La storia del paesaggio pittorico e delle sue manifestazioni è molto vario ed è chiaro che ha preso determinate forme grazie a condizioni relative ai diversi contesti cittadini, regionali e statali, come ad esempio la cultura, la morfologia del territorio, la politica, la società e la stessa pittura. Nel caso specifico del Rinascimento, periodo storico e culturale che vede la nascita del vero e proprio concetto di paesaggio pittorico, si assiste a un’incredibile varietà di scelte iconografiche e non solo. In contesto italiano, questa varietà di proposte dipende senza dubbio dalla particolare condizione politica e geografica della penisola, che da metà Quattrocento a fine Cinquecento, presenta una moltitudine di realtà, anche molto diverse tra loro. Cosa succede a Venezia? Unico è lo sviluppo pittorico del paesaggio nelle opere del Rinascimento veneziano, specialmente nelle pitture che propongono luoghi leggendari, non reali o più semplicemente inventati. Che si tratti di paesaggi pittorici di opere devozionali, mitologiche, storiche o allegoriche spesso si osserva un luogo naturale costruito secondo precise scelte e simbologie in funzione di un ruolo preciso. Questa tesi si propone di fare un’analisi del contesto veneziano tra metà XV e fine XVI secolo, individuando cosa ha favorito la formazione dell’immaginario collettivo della società veneziana e cosa ha guidato la mano dei pittori veneziani autori di raffigurazioni naturali e luoghi non reali lungo questo secolo e mezzo. The history of pictorial landscape and its manifestations is very manifold and it has taken specific form because these landscape are interrelate with conditions of different urban context and context of regions and states, for example the culture, the topography of the area, the diplomacy, the society and the paint itself. In the specific case of Renaissance (a historical and cultural period that see the origin of the out-and-out conception of pictorial landscape), there is an incredible variety of iconographic and other choices. In Italian context, this variety of proposals depends, doubtless, by particular political and geographical situation of peninsula, that since mid-fifteenth century to the end of the sixteenth century, presents a multitude of reality besides very different among them. What happens in Venice? The pictorial development of landscape is unique in the art of venetian Renaissance, especially in the pictures that propose legendary, not real or simply invented places. Whether it's pictorial landscapes of devotion, mythology, historical or allegorical works, very often we can see a natural places that are built according to specific choices and symbologies, all in function of a precise role. This thesis aims to do an analysis of the venetian contexts between mid-fifteenth century and the end of the sixteenth century, for to identify the elements that has led the making of the collecting imagination and what led the venetian artist’s hand, who have created representations of natural and not real places during this century and a half.
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9

Ceccato, Barbara. "L'€™apporto della pittura tedesca alla Rinascenza veneta 1490-1510. Il ruolo delle stampe". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424279.

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This research project aims to gain an in-depth analysis of the influence of German painting to Venetian Renaissance in the delicate moment of transition between the fifteenth and sixteenth century. Particular attention has been given to some instances that are believed to have played a significant role in relation to the tight artistic dialogue between North and South: the centuries-old relationship between Venice and Germany, the role of the "Natione Alemanna"€ gathered around the Fondaco and church of St. Bartholomew, the early collections of prints and the two stays of Albrecht Dürer in the lagoon. The thesis therefore intends to return the different ways through which the most original and innovative achievements of modern painting dialogued with German art and the work of Dürer in particular. Specific investigation into the art of Giorgione, young Titian and Lorenzo Lotto has been undertaken with particular attention to the representation of landscape, portrait and to color, in order to analyze their response to the German painting'€™s influence.
Il lavoro consiste in un'€™analisi interdisciplinare e in un originale riepilogo critico sul fenomeno dell'apporto dell'€™arte tedesca alla Rinascenza veneta nel delicato momento di trapasso di secolo tra Quattro e Cinquecento. Particolare attenzione é stata data ad alcune istanze che si ritiene possano aver svolto un ruolo significativo in relazione al serrato dialogo artistico tra Nord e Sud: i plurisecolari rapporti tra Venezia e la Germania, il ruolo della "€œNazione Alemannaâ€" raccolta attorno al Fondaco e alla chiesa di san Bartolomeo, il precoce collezionismo di stampe e i due soggiorni di Albrecht Dürer in laguna. La tesi intende dunque restituire i diversi modi attraverso i quali i conseguimenti più originali e innovativi del dipingere moderno hanno dialogato con l'€™arte tedesca e con l'€™opera di Dürer in particolare, ponendo l'€™accento in prevalenza sulle stampe e individuando in paesaggio, ritratto e colore le tre aree capaci di offrire in maniera più significante la risposta del coté veneziano alle sollecitazioni nordiche.
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10

Fornasiero, Alice <1989&gt. "Influenze venete nella pittura boema. Dipinti di Jacopo Tintoretto nel castello di Praga, artisti boemi a Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3109.

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Resumen
Il soggetto della presente tesi magistrale è stato concepito durante il mio soggiorno a Praga, dove sono rimasta particolarmente colpita dai dipinti veneti presenti nella galleria del castello di Praga. Ho voluto concentrare la mia ricerca in particolare sui dipinti di Jacopo Tintoretto che sono passati nelle collezioni del castello di Praga: da quelli direttamente commissionati all’artista da Rodolfo II, a quelli che vi sono arrivati successivamente con l’acquisto della collezione dei duca di Buckingham da parte dell’arciduca d’Austria Leopoldo Guglielmo dopo il 1649. Il risultato è un nucleo totale di circa tredici dipinti eseguiti da Jacopo Tintoretto di cui oggi soltanto tre sono rimasti nel castello: la Flagellazione di Cristo, l’Adorazione dei pastori e il Cristo e l’Adultera. Basandomi principalmente sulla Guida del Castello di Praga di J. Neumann, ho cercato di ricostruire il percorso dei singoli dipinti definendo il periodo in cui sarebbero rimasti nel castello di Praga e quindi avrebbero potuto essere visti da altri artisti come Karel Škreta e Petr Brandl. Nei capitoli successivi spazio è dedicato ai rapporti intercorsi tra Rodolfo II e i pittori veneti, nonché a ribadire l’assoluto apprezzamento della pittura veneta da parte dell’imperatore, in particolare facendo riferimento alle sue commissioni a Paolo Veronese e probabilmente a Jacopo Tintoretto e alla cospicua presenza di pittori veneti nelle sue collezioni. Nei capitoli successivi si è approfondita l’influenza della pittura veneziana su artisti del Barocco boemo, in particolare di Karel Škreta. Già noto era il viaggio dell’artista in Italia, di conseguenza ho rivolto la mia attenzione sul suo soggiorno a Venezia e sui suoi rapporti con i dipinti veneziani presenti nella galleria del castello di Praga dove pare avesse accesso e dove si sarebbe personalmente occupato del restauro di un dipinto di Jacopo Tintoretto. Anche Petr Brandl è stato oggetto della mia indagine. Nonostante sia ormai certo che Brandl non uscì mai dai confini della Boemia, sono percettibili nella sua pittura elementi di influenza italiana. In particolare ho cercato di rintracciare i mezzi attraverso i quali Brandl avrebbe potuto venire a contatto con l’arte italiana, nello specifico veneziana. Sicuramente una spiegazione è da ritrovarsi nel suo primo insegnante, Christian Schröder che in Italia aveva soggiornato quattro anni, viaggiando a Roma e a Venezia. Schröder aveva libero accesso alla galleria del castello di Praga in qualità di guardiano e lì aveva copiato una serie di 43 dipinti commissionati da Gundakar Dietrichstein per il castello di Libochovice circa negli stessi anni in cui Brandl era suo allievo. Quindi anche Brandl avrebbe potuto avere accesso alla galleria e copiare i grandi maestri. Ancora da indagare è il ruolo che Brandl avrebbe avuto nella realizzazione della serie di copie per Libochovice tra le quali la maggior parte erano dipinti di artisti veneti come Veronese, Tintoretto, Bassano. Nell’ultima parte della tesi spazio è dedicato alla figura di Christian Schröder e alla sua attività di copista in particolare per il castello di Lobochovice, ipotizzando un suo ruolo più importante nella formazione del giovane Brandl. Un capitolo che apre interessanti prospettive anche per quanto riguarda i dipinti originali che furono copiati. Confrontando l’originale nel castello di Praga con la copia di Schröder, ho già avuto modo di scoprire che la Flagellazione di Cristo di Jacopo Tintoretto è in realtà un frammento, probabilmente tagliato nel corso del XVIII secolo. Una ricerca più approfondita rivelerebbe certamente interessanti particolari, qui in appendice ci si è limitati a darne alcuni assaggi.
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Bottacin, Francesca. "Tiberio Tinelli pittore e cavaliere: vita e opere di un artista veneziano del Seicento". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1999. http://hdl.handle.net/10579/537.

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Bellin, Maria-Antonella <1959&gt. "I De Blaas: una dinastia di pittori tra Vienna a Venezia". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8281.

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l'obiettivo della ricerca è stato duplice.Da un lato la ricostruzione delle personalità artistiche del capostipite della dinastia dei De Blaas, Carl, e dei suoi figli Eugenio e Giulio, dall’altro una scrupolosa ricognizione delle loro opere presenti in Italia e all’estero, in modo da definire in modo concreto l’entità, la cronologia e la tipologia della produzione artistica dei componenti di questa famiglia.
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Quarta, Alessandro <1995&gt. "Modelli di ranking per artisti a confronto e applicazione a pittori veneziani del secondo Novecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16172.

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La tesi analizza i principali modelli di ranking per artisti. Dopo un attenta analisi di quelli che sono stati gli esempi reperiti in letteratura, si è proceduto all'analisi dell'ambiente artistico veneziano del secondo Novecento, con l'intento di individuare una selezione di artisti da sottoporre ad un calcolo per la costruzione di un nuovo modello. Il calcolo si basa sull'elaborazione di un'equazione, derivante da un'attenta analisi dei modelli esistenti. Il primo capitolo riporta la descrizione dei modelli di ranking trovati in letteratura. Il secondo ed il terzo capitolo si occuopano di descrivere la situazione artistica veneziana del secondo '900 e successivamente viene fatta una selezione di artisti a cui applicare il calcolo. Il quarto capitolo descrive la metodologia con cui i dati sono stati raccolti e con cui l'equazione di calcolo utilizzata è stata scritta. Il quinto capitolo ed ultimo capitolo riporta i risultati dell'analisi condotta.
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Collavin, Alice. "Johann Carl Loth (1632-1698) : le rotte della geografia artistica di un pittore veneziano fra l'Italia e l'Europa germanofona". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/85785.

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Resumen
[estratto dall'intoduzione] In un percorso che si snoda parallelamente alla biografia dell’artista viene restituita la mappatura della geografia artistica di Loth, attraverso la ricostruzione della trama dei rapporti che accompagnarono le principali commissioni soddisfatte dall’artista e che connotarono i contesti di ricezione figurativa, collezionistica e storiografica delle sue opere. Sono state tracciate, pertanto, le interconnessioni fra le scelte linguistiche o stilistiche e di genere adottate da Loth nel corso della sua carriera e i diversi contesti culturali di ricezione delle medesime (Venezia e l’entroterra veneto, l’Impero austriaco, i territori germanici e Firenze). La risistemazione e la rivalutazione delle conoscenze oggettive della vicende dell’artista e delle sue opere, debitrici del minuzioso lavoro di catalogazione condotto da Ewald, nonché delle sue scoperte documentarie – le più rilevanti ancora sull’artista –, e che sono state puntigliosamente collazionate con i più recenti aggiornamenti (Fusari 2017), è stata condotta parallelamente a una disamina attenta delle principali fonti storiografiche e critiche tradizionali (Boschini e Sandrart, in primis), della letteratura periegetica, della corrispondenza fra mecenati, artisti e collezionisti, degli inventari delle raccolte o dei cataloghi a stampa e delle descrizioni letterarie. Si è provveduto, inoltre, a revisionare il materiale archivistico e documentario già pubblicato, accanto allo spoglio di ulteriori e inesplorati fondi. Una fase importante della ricerca è stata quindi dedicata ai sopralluoghi condotti presso svariate istituzioni museali o ecclesiastiche, utili sia per verificare l’attuale reperibilità del materiale menzionato nelle fonti, sia per approfondire gli aspetti della provenienza, della musealizzazione e della storia conservativa dei dipinti di Loth. [...]
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Baldin, Elena <1989&gt. "L’attività espositiva e gestionale di Palazzo Roverella a Rovigo: una stagione di mostre dalle “Meraviglie della pittura tra Venezia e Ferrara” al “Demone della modernità”". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6138.

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Resumen
La tesi analizza l’attività espositiva e gestionale di Palazzo Roverella a Rovigo a partire dal 2006, anno in cui è stata realizzata la prima mostra, al 2014. Le esposizioni sono diventate negli anni un significativo strumento strategico per la riscoperta della città di Rovigo nel contesto artistico e culturale sia regionale che nazionale. La tesi è divisa in tre parti: una prima sezione mira ad analizzare il contesto culturale della città di Rovigo, una seconda analizza nello specifico la gestione del Palazzo e le sue esposizioni e una terza che mette a confronto il suo operato con quello competitors geograficamente vicini quali Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Palazzo Zabarella a Padova e Ca’ dei Carraresi a Treviso.
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Sokolova, Iana. "Pittura veneta a San Pietroburgo sotto i regni di Elisabetta e Caterina II (1741-1796)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3423318.

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Resumen
Il presente lavoro pone la lente d’ingrandimento sui rapporti artistici e culturali intercorsi tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Russo nel XVIII secolo, dando rilievo alla presenza della pittura veneta a San Pietroburgo. Il consolidamento dei legami con Venezia, avviato nell’epoca di Pietro il Grande, aveva permesso alla pittura veneta di ‘espandersi’ fino alle sponde della città sul fiume Neva. Negli anni venti del Settecento il primo pittore veneto ad arrivare in Russia è Bartolomeo Tarsia, mentre bisogna aspettare il regno di Elisabetta Petrovna, figlia dello zar Pietro, per vedere all’opera contemporaneamente un gran numero di artisti veneti: Giuseppe Valeriani, Antonio Peresinotti, Pietro e Francesco Gradizzi, Francesco Fontebasso, Pietro Rotari, Andrea Urbani e Carlo Zucchi. In primo luogo, sono state indagate le condizioni di vita e di lavoro dei pittori veneti a San Pietroburgo con un’attenzione particolare agli ingaggi, ai privilegi e ai rapporti relazionali. Successivamente si sono prese in esame da una parte l’attività decorativa all’interno delle fastose residenze imperiali, come i Palazzi d’Inverno, i Palazzi d’Estate, il palazzo di Caterina a Tsarskoe Selo e quello di Peterhof, dall’altra l’insegnamento nelle più grandi istituzioni di formazione artistica della Russia dell’epoca. Sono stati poi delineati i profili biografici di Diego Bodissoni, Giuseppe Dall’Oglio e Pano Maruzzi, attivi come intermediari e commercianti d’arte, i quali hanno il merito di aver favorito l’approdo di dipinti della scuola veneta a San Pietroburgo.
The present work places the magnifying glass on the artistic and cultural relations between the Republic of Venice and the Russian Empire in the eighteenth century, highlighting the presence of Venetian painting in St. Petersburg. The consolidation of ties with Venice, initiated in the era of Peter the Great, had allowed Venetian painting to 'expand' to the banks of the city on the Neva river. In the 1720s the first Venetian painter to arrive in Russia was Bartolomeo Tarsia, while it was necessary to wait for the reign of Elisabetta Petrovna, daughter of Tsar Pietro, to see a large number of Venetian artists at work at the same time: Giuseppe Valeriani, Antonio Peresinotti, Pietro and Francesco Gradizzi, Francesco Fontebasso, Pietro Rotari, Andrea Urbani and Carlo Zucchi. First of all, the living and working conditions of Venetian painters in St. Petersburg were investigated, with particular attention paid to engagements, privileges and interpersonal relations. Subsequently, the decorative activity within the sumptuous imperial residences, such as the Winter Palaces, the Summer Palaces, the Catherine Palace in Tsarskoe Selo and the Peterhof Palace, were examined on one hand, while on the other hand, the teaching in the largest institutions of artistic education in Russia at the time. The biographical profiles of Diego Bodissoni, Giuseppe Dall'Oglio and Pano Maruzzi were also outlined, active as intermediaries and art dealers, who have the merit of having favoured the arrival of paintings of the Venetian school in St. Petersburg.
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COSTANZO, Cristina. "L’Europeismo di Ettore De Maria Bergler. Ettore De Maria Bergler maestro delle Arti Decorative in Sicilia e ‘grande pittore dell’Italia meridionale’ all’Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91225.

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ANSELMI, VALENTINO. "Jacobello del Fiore o della pittura a Venezia tra il neogiottismo di fine Trecento e la 'rivoluzione' gentiliana". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1001575.

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DAL, POZZOLO Enrico. "Giovanni Bonconsiglio". Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/11562/371407.

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