Literatura académica sobre el tema "PITTURA VENEZIANA"

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Artículos de revistas sobre el tema "PITTURA VENEZIANA"

1

Ventura, Rejane Maria Bernal. "Lodovico Dolce e uma crítica às Vite de Giorgio Vasari". História da Historiografia: International Journal of Theory and History of Historiography 5, n.º 9 (23 de junio de 2012): 72–87. http://dx.doi.org/10.15848/hh.v0i9.379.

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Resumen
Este artigo contempla alguns aspectos que ligam o Dialogo della pittura intitolato l´Aretino (1557), do Homem de Letras veneziano Lodovico Dolce, à obra do historiador Florentino, Giorgio Vasari, Le vitede´più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue, insino a´tempi nostri (1550). Procura-se demonstrar ao longo do texto que Dolce apoiou-se em conceitos teóricos expostos nas Vite, revertendo-os em seus próprios argumentos com o propósito de exaltar a pintura veneziana enquanto patrimônio cultural do Cinquecento, equiparando-a à arte da Tosco-romana, bem como buscou salientar a relevância da pintura de Ticiano, ausente da primeira edição da obra.
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D'Arcais, Francesca. "Tradizione e innovazione nella pittura veneziana del Trecento: Paolo e attorno a Paolo". Hortus Artium Medievalium 2 (enero de 1996): 19–26. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.2.305080.

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3

KALPAKCIAN, Vardui. "Ludwig Passini (1832, Vienna-1903, Venezia): un pittore austriaco, ritrattista della vita veneziana. Mit sechs Abbildungen". RÖMISCHE HISTORISCHE MITTEILUNGEN 1, n.º 46. BAND (2005): 335. http://dx.doi.org/10.1553/rhm46s335.

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4

McKetta, Dorothy Jean. "Ralph W. Curtis, un pittore americano a Venezia". Italian Americana XXXVIII, n.º 1 (1 de febrero de 2020): 95–96. http://dx.doi.org/10.5406/2327753x.38.1.32.

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5

Turchi, Roberta. "Illustrazioni per La Trilogia della villeggiatura". Quaderni d'italianistica 36, n.º 1 (27 de enero de 2016): 173–92. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i1.26278.

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Resumen
Nel Settecento, Venezia continuò a ricoprire un posto di assoluto rilievo anche nella tradizione del libro illustrato. Con le vignette delle edizioni Pasquali e Zatta, Pietro Antonio Novelli fu uno dei primi acuti interpreti del teatro di Carlo Goldoni. Soprattutto con le illustrazioni della Zatta il pittore ci ha tramandato immagini legate all’evento teatrale. Nel contributo si prendono in esame quelle relative alla Trilogia della villeggiatura, cui guardò anche Giorgio Strehler per le regie del capolavoro goldoniano.
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6

Romanelli, Claudia. "Quel che resta di pulp in Stabat Mater di Tiziano Scarpa". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, n.º 3 (18 de junio de 2018): 763–87. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818781796.

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Resumen
Nel 2008 Tiziano Scarpa pubblica Stabat Mater con il quale vincerà prima il Premio Mondello e poi lo Strega. La critica ha definito questo romanzo sorprendente, visto che non ha molto a che vedere con l'interesse di Scarpa per la narrativa cannibale, dando ragione a chi di recente ha notato l’affermarsi di una nuova letteratura dell’impegno in Italia. Tuttavia, un’attenta analisi del romanzo mette in luce una serie di tecniche predilette dai cannibali che rendono l’opera meno convenzionale di quanto si possa credere. Stabat Mater, diario spietato di un’adolescente abbandonata dalla madre nella Venezia del 1700, rappresenta personaggi alienati, scene di sangue e secrezione corporea, ricorre alla frammentarietà ed alla ripetizione lessicale, alla sperimentazione linguistica tesa alla produzione di un linguaggio orale e performativo, trovando ispirazione in vari generi e mezzi espressivi, quali il romanzo, il diario, la pittura, la musica e la poesia sacra. Con quest’opera Scarpa continua a voler suscitare nei lettori una reazione alla parola scritta, dimostrando di non mancare né d’immaginazione a livello espressivo, né d’essere indifferente al tema dell’ engagement, come gli è stato spesso rimproverato. Stabat Mater si misura con questioni che coinvolgono i rapporti tra arte, vita e cultura anche grazie a quel che di pulp in esso rimane.
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Tesis sobre el tema "PITTURA VENEZIANA"

1

Fuccia, Laura de. "Collezionisti francesi di pittura veneziana nel Seicento". Paris, EPHE, 2007. http://www.theses.fr/2007EPHE4151.

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2

D'Anza, Daniele. "Joseph Heintz il Giovane pittore nella Venezia del Seicento". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2716.

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2006/2007
Questa tesi di dottorato presenta il catalogo ragionato dell’opera pittorica di Joseph Heintz il Giovane, artista tedesco attivo a Venezia per più di un cinquantennio, dal 1625 al 1678, anno della morte. Il lavoro rispetta l’impostazione tipica di questo metodo conoscitivo aprendosi pertanto con la biografia dell’artista accompagnata dal saggio critico, che introduce il catalogo ragionato delle opere; chiude in clausola la bibliografia. Da questa prima e inedita catalogazione sono emersi diversi aspetti della sua attività, finora poco noti o addirittura sconosciuti. Partendo dall’analisi delle opere a lui precedentemente riferite, si è cercato di differenziare quelle autografe, da quelle di bottega e da quelle estranee al suo pennello. La versatilità di questo artista, che lo spingeva a passare con disinvoltura da un genere all’altro cambiando stile all‘occorrenza, non ha certo agevolato tale compito. Fra le lagune egli si sposò due volte ed ebbe almeno quattro figli, inserendosi pienamente in quel circuito di committenze pubbliche e private che regolavano la vita artistica locale. Il suo contemporaneo Marco Boschini nel 1674 segnalava ventitre dipinti di carattere religioso sparsi nelle chiese veneziane, il suo nome affiora, altresì, con frequenza dall’elenco degli inventari delle collezioni private coeve. Il merito maggiore di Heintz fu quello d’aver affrontato per primo a Venezia il tema della veduta. Se in precedenza qualche artista aveva trasposto su grandi teleri certe significative cerimonie veneziane, fu Heintz il primo a commercializzarle impiegando supporti, le cui dimensioni ridotte rispondevano meglio alle esigenze di una committenza privata. Il successo riscosso da queste opere lo “obbligò” ad avvalersi dell’ausilio di alcuni collaboratori. Due di questi furono sicuramente i figli Daniel e Regina, successivamente pittori in proprio a Venezia; un altro quel Francesco Trevisani che nel 1678, anno di morte di Heintz, si trasferì a Roma per diventare uno dei massimi esponenti del rococò locale. La presenza di collaboratori attivi all’interno della sua bottega giustifica quindi la quantità di dipinti che ancora oggi vengono indebitamente registrati come autografi e che invece debbono esser distinti, in alcuni casi, come opere di bottega e in altri espunti senza indugio dal catalogo. Lo studio attento e una conoscenza precisa del suo ductus pittorico hanno permesso all’autore di sottrargli molti dipinti che ripetevano, senza nerbo e con una condotta evidentemente diversa, quelle tematiche da lui sviluppate e diffuse. Il presente catalogo offre infine una ricostruzione della vicenda biografica dell’artista dedotta, in parte, dallo studio di alcuni interessanti documenti d’archivio, finora inediti.
XX Ciclo
1975
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3

Ventura, Rejane Maria Bernal. "O Dialogo di Pittura de Paolo Pino, o Dialogo della Pittura, intiolato L\'Aretino de Lodovico Dolce e a reflexão sobre a arte em Veneza no século XVI". Universidade de São Paulo, 2009. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8133/tde-02022010-165821/.

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Resumen
Esta pesquisa tem por objetivo investigar alguns aspectos que permitam sistematizar uma teoria da arte na Veneza do século XVI, a partir de dois tratados artísticos: o Dialogo di Pittura, de Paolo Pino (1548) e o Dialogo della Pittura intitolato LAretino, de Lodovico Dolce (1557). Para isto, enfoca cinco problemas: o conceito de mimesis; a estrutura dos tratados em sua relação com a Arte Retórica; Pino e Dolce como representantes da doutrina do ut pictura poesis; o ideal de beleza e a disputa pela primazia da cor sobre o desenho.
This research deals with some aspects that enable to systematize an artistic theory in Venice from sixteenth century, from two artistic treatises: Paolo Pinos Dialogo di Pittura (1548) and Lodovico Dolces Dialogo della Pittura intitolato LAretino (1557). In order to get over this objective we will discuss five problems: mimesis notion; the treatises structure in your relation with Rhetoric; Pino and Dolce as ut pictura poesis doctrine members; the ideal of beauty and the debate for the primacy of colour over design.
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4

Dolfin, Marco <1991&gt. "Francesco Maggiotto (1738 - 1805), pittore veneziano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14690.

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5

Pagotto, Fiorella <1967&gt. "Bernardino Prudenti un pittore veneziano del Seicento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2757.

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6

Delorenzi, Paolo <1982&gt. "Alessandro Longhi, pittore e incisore del Settecento veneziano". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1106.

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Resumen
Alessandro Longhi (1733-1813) è il maggiore esponente della ritrattistica veneziana del secondo Settecento, al servizio della nobiltà, della classe dei cittadini originari e della borghesia emergente. La tesi ne analizza la produzione pittorica e incisoria, fornendo anche un catalogo delle sue opere.
Alessandro Longhi (1733-1813) is the most important venetian portraitist of the second half of the eighteenth century: he worked for the members of the patrician society, the class of "cittadini originari" (original citizens) and the emerging middle class. Thi dissertation is a monographic study about the artist, who was a famous painter and also an etcher. The PhD thesys contains the complete catalogue of his works.
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7

Pistellato, Paolo <1961&gt. "Venezia nella pittura simbolista di area veneta fra '800 e '900". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1991. http://hdl.handle.net/10579/15569.

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8

Spinazzi, Marta <1989&gt. "La raffigurazione dei luoghi naturali e dei paesaggi, reali e non reali, nella pittura del Rinascimento veneziano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6496.

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Resumen
La storia del paesaggio pittorico e delle sue manifestazioni è molto vario ed è chiaro che ha preso determinate forme grazie a condizioni relative ai diversi contesti cittadini, regionali e statali, come ad esempio la cultura, la morfologia del territorio, la politica, la società e la stessa pittura. Nel caso specifico del Rinascimento, periodo storico e culturale che vede la nascita del vero e proprio concetto di paesaggio pittorico, si assiste a un’incredibile varietà di scelte iconografiche e non solo. In contesto italiano, questa varietà di proposte dipende senza dubbio dalla particolare condizione politica e geografica della penisola, che da metà Quattrocento a fine Cinquecento, presenta una moltitudine di realtà, anche molto diverse tra loro. Cosa succede a Venezia? Unico è lo sviluppo pittorico del paesaggio nelle opere del Rinascimento veneziano, specialmente nelle pitture che propongono luoghi leggendari, non reali o più semplicemente inventati. Che si tratti di paesaggi pittorici di opere devozionali, mitologiche, storiche o allegoriche spesso si osserva un luogo naturale costruito secondo precise scelte e simbologie in funzione di un ruolo preciso. Questa tesi si propone di fare un’analisi del contesto veneziano tra metà XV e fine XVI secolo, individuando cosa ha favorito la formazione dell’immaginario collettivo della società veneziana e cosa ha guidato la mano dei pittori veneziani autori di raffigurazioni naturali e luoghi non reali lungo questo secolo e mezzo. The history of pictorial landscape and its manifestations is very manifold and it has taken specific form because these landscape are interrelate with conditions of different urban context and context of regions and states, for example the culture, the topography of the area, the diplomacy, the society and the paint itself. In the specific case of Renaissance (a historical and cultural period that see the origin of the out-and-out conception of pictorial landscape), there is an incredible variety of iconographic and other choices. In Italian context, this variety of proposals depends, doubtless, by particular political and geographical situation of peninsula, that since mid-fifteenth century to the end of the sixteenth century, presents a multitude of reality besides very different among them. What happens in Venice? The pictorial development of landscape is unique in the art of venetian Renaissance, especially in the pictures that propose legendary, not real or simply invented places. Whether it's pictorial landscapes of devotion, mythology, historical or allegorical works, very often we can see a natural places that are built according to specific choices and symbologies, all in function of a precise role. This thesis aims to do an analysis of the venetian contexts between mid-fifteenth century and the end of the sixteenth century, for to identify the elements that has led the making of the collecting imagination and what led the venetian artist’s hand, who have created representations of natural and not real places during this century and a half.
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9

Ceccato, Barbara. "L'€™apporto della pittura tedesca alla Rinascenza veneta 1490-1510. Il ruolo delle stampe". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424279.

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Resumen
This research project aims to gain an in-depth analysis of the influence of German painting to Venetian Renaissance in the delicate moment of transition between the fifteenth and sixteenth century. Particular attention has been given to some instances that are believed to have played a significant role in relation to the tight artistic dialogue between North and South: the centuries-old relationship between Venice and Germany, the role of the "Natione Alemanna"€ gathered around the Fondaco and church of St. Bartholomew, the early collections of prints and the two stays of Albrecht Dürer in the lagoon. The thesis therefore intends to return the different ways through which the most original and innovative achievements of modern painting dialogued with German art and the work of Dürer in particular. Specific investigation into the art of Giorgione, young Titian and Lorenzo Lotto has been undertaken with particular attention to the representation of landscape, portrait and to color, in order to analyze their response to the German painting'€™s influence.
Il lavoro consiste in un'€™analisi interdisciplinare e in un originale riepilogo critico sul fenomeno dell'apporto dell'€™arte tedesca alla Rinascenza veneta nel delicato momento di trapasso di secolo tra Quattro e Cinquecento. Particolare attenzione é stata data ad alcune istanze che si ritiene possano aver svolto un ruolo significativo in relazione al serrato dialogo artistico tra Nord e Sud: i plurisecolari rapporti tra Venezia e la Germania, il ruolo della "€œNazione Alemannaâ€" raccolta attorno al Fondaco e alla chiesa di san Bartolomeo, il precoce collezionismo di stampe e i due soggiorni di Albrecht Dürer in laguna. La tesi intende dunque restituire i diversi modi attraverso i quali i conseguimenti più originali e innovativi del dipingere moderno hanno dialogato con l'€™arte tedesca e con l'€™opera di Dürer in particolare, ponendo l'€™accento in prevalenza sulle stampe e individuando in paesaggio, ritratto e colore le tre aree capaci di offrire in maniera più significante la risposta del coté veneziano alle sollecitazioni nordiche.
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10

Fornasiero, Alice <1989&gt. "Influenze venete nella pittura boema. Dipinti di Jacopo Tintoretto nel castello di Praga, artisti boemi a Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3109.

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Resumen
Il soggetto della presente tesi magistrale è stato concepito durante il mio soggiorno a Praga, dove sono rimasta particolarmente colpita dai dipinti veneti presenti nella galleria del castello di Praga. Ho voluto concentrare la mia ricerca in particolare sui dipinti di Jacopo Tintoretto che sono passati nelle collezioni del castello di Praga: da quelli direttamente commissionati all’artista da Rodolfo II, a quelli che vi sono arrivati successivamente con l’acquisto della collezione dei duca di Buckingham da parte dell’arciduca d’Austria Leopoldo Guglielmo dopo il 1649. Il risultato è un nucleo totale di circa tredici dipinti eseguiti da Jacopo Tintoretto di cui oggi soltanto tre sono rimasti nel castello: la Flagellazione di Cristo, l’Adorazione dei pastori e il Cristo e l’Adultera. Basandomi principalmente sulla Guida del Castello di Praga di J. Neumann, ho cercato di ricostruire il percorso dei singoli dipinti definendo il periodo in cui sarebbero rimasti nel castello di Praga e quindi avrebbero potuto essere visti da altri artisti come Karel Škreta e Petr Brandl. Nei capitoli successivi spazio è dedicato ai rapporti intercorsi tra Rodolfo II e i pittori veneti, nonché a ribadire l’assoluto apprezzamento della pittura veneta da parte dell’imperatore, in particolare facendo riferimento alle sue commissioni a Paolo Veronese e probabilmente a Jacopo Tintoretto e alla cospicua presenza di pittori veneti nelle sue collezioni. Nei capitoli successivi si è approfondita l’influenza della pittura veneziana su artisti del Barocco boemo, in particolare di Karel Škreta. Già noto era il viaggio dell’artista in Italia, di conseguenza ho rivolto la mia attenzione sul suo soggiorno a Venezia e sui suoi rapporti con i dipinti veneziani presenti nella galleria del castello di Praga dove pare avesse accesso e dove si sarebbe personalmente occupato del restauro di un dipinto di Jacopo Tintoretto. Anche Petr Brandl è stato oggetto della mia indagine. Nonostante sia ormai certo che Brandl non uscì mai dai confini della Boemia, sono percettibili nella sua pittura elementi di influenza italiana. In particolare ho cercato di rintracciare i mezzi attraverso i quali Brandl avrebbe potuto venire a contatto con l’arte italiana, nello specifico veneziana. Sicuramente una spiegazione è da ritrovarsi nel suo primo insegnante, Christian Schröder che in Italia aveva soggiornato quattro anni, viaggiando a Roma e a Venezia. Schröder aveva libero accesso alla galleria del castello di Praga in qualità di guardiano e lì aveva copiato una serie di 43 dipinti commissionati da Gundakar Dietrichstein per il castello di Libochovice circa negli stessi anni in cui Brandl era suo allievo. Quindi anche Brandl avrebbe potuto avere accesso alla galleria e copiare i grandi maestri. Ancora da indagare è il ruolo che Brandl avrebbe avuto nella realizzazione della serie di copie per Libochovice tra le quali la maggior parte erano dipinti di artisti veneti come Veronese, Tintoretto, Bassano. Nell’ultima parte della tesi spazio è dedicato alla figura di Christian Schröder e alla sua attività di copista in particolare per il castello di Lobochovice, ipotizzando un suo ruolo più importante nella formazione del giovane Brandl. Un capitolo che apre interessanti prospettive anche per quanto riguarda i dipinti originali che furono copiati. Confrontando l’originale nel castello di Praga con la copia di Schröder, ho già avuto modo di scoprire che la Flagellazione di Cristo di Jacopo Tintoretto è in realtà un frammento, probabilmente tagliato nel corso del XVIII secolo. Una ricerca più approfondita rivelerebbe certamente interessanti particolari, qui in appendice ci si è limitati a darne alcuni assaggi.
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Libros sobre el tema "PITTURA VENEZIANA"

1

Tito, Ettore. Archivi della pittura veneziana. Venezia: Electa, 1998.

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2

Ruggeri, Adriana Augusti. Il paesaggio nella pittura veneziana. Trieste: Editoriale Generali, 1999.

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3

La natura morta nella pittura veneziana. Trieste: Editoriale Generali, 2000.

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4

I quattro secoli della pittura veneziana. Venezia: Marsilio, 2003.

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5

Carneo, Antonio. Antonio Carneo: Nella pittura veneziana del Seicento. [Milan]: Electa, 1995.

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6

Roberto, Longhi. Viatico per cinque secoli di pittura veneziana. Firenze: Sansoni, 1985.

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7

Centro culturale Candiani (Mestre, Italy), ed. Dalle maschere alle macchine: Pittura veneziana 1869-1914. Venezia: Marsilio, 2002.

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8

Museo nazionale di Villa Pisani (Stra, Italy), ed. Paesaggi d'acqua: Luci e riflessi nella pittura veneziana dell'Ottocento. Torino: U. Allemandi, 2011.

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9

Reale, Isabella y Myriam Zerbi. Paesaggi d'acqua: Luci e riflessi nella pittura veneziana dell'Ottocento. Torino: U. Allemandi, 2011.

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10

Heimbürger, Minna. Dürer e Venezia: Influssi di Albrecht Dürer sulla pittura veneziana del primo Cinquecento. Roma: U. Bozzi, 1999.

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Capítulos de libros sobre el tema "PITTURA VENEZIANA"

1

Stringa, Nico. "A partire dal 1868: nota sulla nuova pittura a Venezia". En Venezia 1868: l’anno di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-294-9/010.

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Even 19th century had its ’68, particularly in Venice, where, without sensational episodes but with as much relevance, as regards the artistic situation, as what happened a century later, a series of events, if seen even if only in their apparently casual consequential and then overlapping, attests to a total value objectively unusual and rich in subsequent implications, ordered in the direction of a general renewal. Two years after the plebiscite that sanctioned the entry of Venice and Veneto into the Kingdom of Italy, many signs provide the clarification of an overall picture of great momentum due in large part to the contribution of a new generation of Venetians. The establishment of the Royal Higher School of Commerce at Ca’ Foscari, a prelude to the establishment of one of the major university centres of research and higher education, contributed to the rebirth and revival of Venice and its image, in stark contrast with the myth, never extinguished, of a city ‘inevitably’ linked to its never-ending end, to its endless twilight.
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2

Martini, Elisa. "‘Dopo’ l’immagine. Aspetti della pittura di ricordi a Roma nel Seicento". En Quaderni di Venezia Arti. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-588-9/013.

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This paper deepens the pictorial genre of souvenirs during the 17th century. Through an account of the state of the art and some significant examples, the research aims at analysing a type of painting that has not been extensively investigated yet by scholars so far. After focusing on general issues concerning vocabulary, formal characteristics, and functions of souvenirs paintings – to clarify the difference between this type of artwork and oil sketches – the attention is turned to artists such as Andrea Sacchi, Pietro da Cortona, Carlo Maratti, Luca Giordano, and Filippo Lauri. Those painters were all authors of small-sized replicas reproducing entirely or a detail of a large-scale work, painted by the artist for himself or for some collector. This practice played a major role especially in Filippo Lauri’s career, so much so that his work provides a unique opportunity to pinpoint the history of this type of artwork. His souvenirs enjoyed a large appreciation, telling of the cultural dynamics of late-baroque Rome, relating to its burgeoning art market, and representing an early example of the culture of collecting, which eventually developed through the Grand Tour.
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3

Rampazzo, Elisa. "I pittori veneti alle ‘Biennali di Pallucchini’ (1948-1956)". En Storie della Biennale di Venezia. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-366-3/007.

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Venice Biennale was created to magnify this wonderful city also through the encreasing of arts, so a participation of painters born or living in the Veneto region – who originally ‘invented’, with politicians and intellectuals, the Biennale – at the beginning was always considerable. This essay focuses on the analysis of their presence at the Biennale between 1948 and 1956, when Rodolfo Pallucchini was General Secretary of the institution. It is examined through a statistical method that allows a more complete view of this mapping. Another topic is the reception on the press, that highlights the diatribe between artists and critics.
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4

Sapienza, Valentina. "Capitolo 4. La pittura invisibile: le storie della passione Di Cristo della chiesa Di San Zulian". En La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 117–41. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37677.

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