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Latouche, Serge. "Decrescita, pieno impiego e uscita dalla società lavorista". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (abril de 2009): 133–43. http://dx.doi.org/10.3280/pri2009-001015.

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Reina, Placido. "Impiego di agenti biologici e mezzi biotecnici nella lotta contro gli insetti dannosi". Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, n.º 382/SFE (22 de diciembre de 2019): DECA17—DECA21. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.81.

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Resumen
Nel corso degli ultimi decenni, la difesa dai parassiti animali si è progressivamente orientata verso tecniche di difesa integrata, limitando l’uso del controllo chimico a vantaggio di tecniche di lotta alternative preferendo, laddove possibile, l’impiego di agenti e mezzi biologici. Alla luce delle acquisizioni scientifiche in campo nutrizionistico e soprattutto a seguito di una maggiore consapevolezza sociale, il mercato si sta sempre più orientando verso produzioni ortofrutticole con ridotta presenza di residui chimici. Ciò ha pertanto promosso la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti fitosanitari ecaci ma con un profilo eco-tossicologico più favorevole. Largo impiego trovano formulati insetticidi basati su estratti vegetali e formulati microbiologici. Anche i feromoni sessuali si impiegano ampiamente sia in pieno campo che in coltura protetta (confusione e disorientamento sessuale), così come le tecniche di “attract & kill” che sfruttano l’azione attrattiva di esche alimentari; inoltre, si registra anche l'uso di antagonisti naturali (artropodi e nematodi). Si riportano alcuni esempi di applicazioni in Sicilia di tecniche ecosostenibili di difesa su vite e su colture ortive protette.
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3

Palumbo, Antonella y Attilio Trezzini. "Pierangelo Garegnani: le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 4 (diciembre de 2011): 143–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004005.

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Pierangelo Garegnani: le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica Nonostante il suo fondamentale contributo alla critica della nozione neoclassica di capitale, il cuore della ricerca di Pierangelo Garegnani č nell'individuazione di una impostazione teorica alternativa a quella dominante. Nel solco di Sraffa, essa consiste nella riproposizione della teoria classica del valore e della distribuzione e nella costruzione di un approccio classico-keynesiano alla determinazione dell'output. In esso i prezzi non sono indicatori di scarsitŕ, la mancanza di una tendenza spontanea al pieno impiego cancella l'ottimalitŕ delle economie di mercato, la distribuzione del reddito č il risultato di forze sociali e non naturali. Ne consideriamo le implicazioni di politica economica.
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Alujević, Marijana y Mira Braović Plavša. "L’uso dei proverbi nell’insegnamento della lingua italiana". Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, n.º 13 (2020): 185–200. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.1.

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I proverbi con la loro forma particolare, fissa e concisa, ritmicamente organizzata e stimolante adempiono un ruolo di trasferimento d’esperienze, sapere popolare e cognizioni essenziali per la sopravvivenza. Vengono considerati validi strumenti per raggiungere diversi obiettivi educativi e per chiarire il rapporto tra cultura e lingua. La complessità nel collocare e nell’analizzare la struttura dei proverbi spesso scoraggia i docenti ostacolando l᾽impiego didattico di questa inesauribile fonte di diverse sfaccettature didattiche. In questo contributo vengono proposti svariati usi dei proverbi nell’apprendimento dell’italiano come lingua straniera. Un᾽unità didattica, anche nelle sue fasi principali, offre molteplici possibilità di applicazione dei proverbi in tutti gli ambiti dell’insegnamento di base: lessicale, grammaticale, morfosintattico e fonologico. Contemporaneamente apre orizzonti di valore civico culturale. La padronanza dei proverbi in una lingua straniera è un indicatore valido e rilevante della competenza interculturale che fa parte integrante della competenza comunicativa. I proverbi sono nello stesso tempo un incentivo per gli insegnanti a inoltrarsi in significati linguistici non sempre espliciti, difficili da interpretare e dominare a pieno.
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Grassi, Aldrigo y Maria Cristina Falzoni. "Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n.º 2 (agosto de 1996): 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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Nisticň, Fausto. "I contratti di lavoro a termine: profili sostanziali". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 6 (marzo de 2011): 85–100. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-006006.

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1. La definizione attuale del contratto a tempo determinato / 2. Le sentenze della Corte di giustizia / 3. Nullitŕ del termine e conseguenze nel rapporto di impiego privato / 4. Nullitŕ del termine e conseguenze nel rapporto di impiego pubblico / 5. La nuova disciplina: art. 32 legge n. 183/2010. Generalitŕ / 6. Le nuove conseguenze sul piano risarcitorio / 7. I rimedi.
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Bartolozzi, Luca y Saverio Rocchi. "In memoria di Piero Abbazzi". Memorie della Società Entomologica Italiana 98, n.º 1 (7 de mayo de 2021): 93–96. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2021.93.

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Piero Abbazzi nasce a Firenze il 21 febbraio1928. Effettua studi classici preso l’Istituto degli Scolopie si laurea in Farmacia presso l’Università degliStudi di Firenze il 21 novembre 1957. Trova presto impiegonella propaganda medica per l’industria farmaceuticaRichter, impiego che manterrà fino alpensionamento. Il 2 agosto 1959 convola a nozze conMaria Scarselli e la coppia avrà tre figli: Alessandra,Giovanni e Laura. Piero Abbazzi si spegne a 92 anni l’8marzo 2020 in ospedale a Firenze, dove era stato ricoveratoper l’aggravarsi delle sue precarie condizioni disalute, circondato dall’affetto della sua famiglia[...]
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Benasso, Sebastiano, Mauro Palumbo y Stefano Poli. "Gli indicatori tra costruzione teorica e spendibilitŕ empirica: un caso di studio". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 49 (mayo de 2012): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049002.

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Il paper rende conto di un lavoro affidato al Dipartimento di Scienze Antropologiche dalla Regione Liguria, finalizzato alla definizione di un set di indicatori da utilizzare per la ripartizione del Fondo Sociale Regionale, che alimenta una parte consistente delle politiche sociali liguri, governate dal Piano Sociale Regionale e dai Piani di Zona. L'intervento dei ricercatori si colloca dunque all'interno di indicazioni normative e programmatorie abbastanza stringenti, anche se, come si vedrŕ, nel corso del lavoro si sono sviluppate interessante retroazioni tra esiti del lavoro tecnico scientifico e ripensamento da parte del decisore dei criteri adottati (o della loro traduzione pratica), alla luce dei risultati ottenuti operativizzando dei criteri predefiniti. Si tratta di casi posti anche di recente sotto osservazione dalla letteratura italiana sugli indicatori (Parra Saiani, 2009; Bezzi, Cannavň e Palumbo, a cura di, 2010), che peraltro sono stati sempre caratterizzati da una feconda commistione tra impiego descrittivo-interpretativo e funzione pratica. In casi come questo č abituale per il sociologo l'applicazione dell'approccio lazarsfeldiano (Lazarsfeld, 1965), quindi l'individuazione delle dimensioni principali di un concetto e la successiva costruzione di variabili (indicatori) che permettano di rilevare tali dimensioni. Il lavoro presentato ha mantenuto un certo grado di continuitŕ con il paradigma lazarsfeldiano, pur aprendo ad una serie di riflessioni critiche al riguardo. Emerge in particolare la continua retroazione tra indicatori, dimensioni e concetti indicati, che nel caso del loro impiego valutativo produce anche una maggiore consapevolezza delle implicazioni pratiche delle scelte adottate, sia sul piano metodologico che su quello politico. In questo modo si ottiene un risultato che produce innovazioni ed empowerment sia sulle modalitŕ classiche di lavoro del ricercatore sociale, sia sui processi decisionali interessati.
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Bagchi, Arkya, Akash Chowdhary, Abhishek Takki y Raminder Kaur. "Simulation and Optimization of Ultrasonic Transducer". International Journal of Electrical and Electronics Research 10, n.º 3 (30 de septiembre de 2022): 423–28. http://dx.doi.org/10.37391/ijeer.100303.

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Resumen
The ultrasonic transducers have numerous applications in industries, including medical probes for performing ultrasound scans. One of the significant drawbacks of the ultrasonic transducer is the wastage of a large portion of energy, due to high acoustic impedance, while transmitting ultrasonic waves to the target object. The present study is aimed to investigate the material design of the piezo-composite transducer and improve its performance. Different piezo-composite transducers were simulated in the COMSOL environment by varying input parameters, and three key performance indicators (KPI) were calculated. Many constraint-based multivariable optimization algorithms have been used to maximize the KPIs. A set of parameters, such as Sensitivity and Fractional Bandwidth, have been found to increase the performance of piezo-composite transducer model and its overall efficiency. This study is intended to impinge unidirectional property to the transducer which is found to be beneficial in more accurate medical as well as structural reports and cost savings.
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Arora, Abhishek y Janardan Kesari. "Design and Development of a Solar Electric Delivery Pod". International Journal of Electrical and Electronics Research 10, n.º 3 (30 de septiembre de 2022): 429–37. http://dx.doi.org/10.37391/ijeer.100304.

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The ultrasonic transducers have numerous applications in industries, including medical probes for performing ultrasound scans. One of the significant drawbacks of the ultrasonic transducer is the wastage of a large portion of energy, due to high acoustic impedance, while transmitting ultrasonic waves to the target object. The present study is aimed to investigate the material design of the piezo-composite transducer and improve its performance. Different piezo-composite transducers were simulated in the COMSOL environment by varying input parameters, and three key performance indicators (KPI) were calculated. Many constraint-based multivariable optimization algorithms have been used to maximize the KPIs. A set of parameters, such as Sensitivity and Fractional Bandwidth, have been found to increase the performance of piezo-composite transducer model and its overall efficiency. This study is intended to impinge unidirectional property to the transducer which is found to be beneficial in more accurate medical as well as structural reports and cost savings.
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Leonardi, M., E. Biasizzo, R. Daidone, G. Fabris, A. Lavaroni y T. Penco. "Il mezzo di contrasto in tomografia computerizzata cerebrale scelta delle dosi una nuova proposta". Rivista di Neuroradiologia 1, n.º 2 (agosto de 1988): 181–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100209.

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L'introduzione dei mezzi di contrasto non-jonici ha presentato da un lato maggiori possibilità di impiego sia per la maggiore tollerabilità che per la differente azione farmacologica e dall'altro nuovi problemi legati ai costi elevati. Il mezzo di contrasto non-jonico che non altera la barriera emato-encefalica e permane più lungamente nei vasi determina un più marcato e più prolungato effetto contrastografico vascolare. Gli autori presentano un confronto fra TC cerebrali effettuate con diversi mezzi di contrasto iniettati per via endovenosa in diverse dosi. Le differenze di accentuazione di contrasto (enhancement) sono valutate in percentuale con densitometro ottico, fra esami effettuati prima e dopo iniezione endovenosa del contrasto. Viene proposto l'impiego del contrasto non-jonico in dose ridotta rispetto a quella tradizionalmente impiegata. I risultati sono soddisfacenti sia sul piano iconografico, che della pratica clinica, che economico.
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Caputo, N., C. Chiurulla y E. Signorini. "Studio TC delle biforcazioni carotidee". Rivista di Neuroradiologia 2, n.º 2 (junio de 1989): 105–12. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200202.

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Per verificare le possibilità diagnostiche della TC nella definizione della patologia dei vasi del collo e per mettere a punto un protocollo di studio di agevole impiego clinico in grado di fornire risultati costanti e diagnosticamente validi sono stati valutati 132 pazienti affetti da disturbi cerebrovascolari, candidati all'intervento di tromboendoarteriectomia. Lo studio della regione cervicale è stato effettuato utilizzando un pacchetto di scansioni rapide a strato sottile eseguite durante infusione e.v. di mezzo di contrasto (circa 100 ml) a goccia ravvicinata. Nel presente contributo viene descritta la metodica di studio utilizzata ed analizzati e commentati i risultati ottenuti. Viene sottolineata l'importanza della TC nel dimostrare direttamente sul piano assiale le placche ateromasiche, la loro composizione e morfologia. Viene anche sottolineata l'accuratezza della TC nell'individuare le ulcerazioni nelle placche e nel valutare il grado di stenosi vascolare. Infine vengono commentate le caratteristiche tecniche della metodica proposta sottolineandone la maneggevolezza nella pratica clinica.
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Barbara, Sibilio Parri. "Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (enero de 2012): 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Milione, Ciro y Santo Napoli. "L’anima lavoristica della costituzione della repubblica italiana". Boletín Mexicano de Derecho Comparado 1, n.º 158 (24 de marzo de 2021): 825. http://dx.doi.org/10.22201/iij.24484873e.2020.158.15637.

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La Costituzione italiana rappresenta un unicum dal punto di vista degli or-dinamenti passati e vigenti, giacché è la sola a porre a suo fondamento il concetto di “lavo-ro”. Tale nozione, nell’ottica della Carta, assurge a diritto, dovere e principio di natura cos-tituzionale. Va sottolineato che la relazione di impiego che soggiace a questa stessa nozione è quella che le norme civilistiche definiscono come subordinata. L’intenzione del Costituente era quella di conciliare la subordinazione del lavoratore con la libertà del cittadino. Per questo, la Costituzione introduce dei “contrappesi” volti a tutelare quegli individui che, sprovvisti di mezzi di produzione, per vivere dignitosamente sono vincolati al potere diretti-vo di un datore di lavoro. Sebbene molte disposizioni costituzionali non siano state piena-mente attuate, la Costituzione ha comunque assolto la funzione di migliorare le condizioni dei lavoratori italiani. La globalizzazione e le cicliche recessioni del mercato internazionale hanno messo in crisi l’anima lavoristica della Costituzione, esigendo il sacrificio di numerose garanzie. Nonostante oggi si registrino alcune timide migliorie dei livelli occupazionali, è dif-ficile sperare in una restaurazione completa di quelle stesse tutele di cui hanno goduto gene-razioni passate di lavoratori italiani.
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Raffini, Luca. "Quando la Generazione Erasmus incontra la Generazione Precaria. La mobilità transnazionale dei giovani italiani e spagnoli". OBETS. Revista de Ciencias Sociales 9, n.º 1 (15 de junio de 2014): 139. http://dx.doi.org/10.14198/obets2014.9.1.05.

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Uno dei più importanti risultati del processo di integrazione europea è la costruzione di uno spazio transnazionale in cui i cittadini europei possono muoversi liberamente. La mobilità favorisce dinamiche di europeizzazione dal basso –o di europeizzazione orizzontale–, e lo sviluppo di pratiche cross-nazionali e amplia le risorse individuali e relazionali a disposizione dei giovani per progettare i propri percorsi professionali e di vita. La Generazione Erasmus definisce giovani socializzati a un humus culturale transnazionale e fortemente identificati con l’Europa. Nell’attuale contesto di crisi economica, a sperimentare la mobilità sono sempre più i giovani altamente qualificati dei paesi dell’Europa del sud, quale strategia individuale cui ricorrere per trovare risposta ai problemi connessi alla precarietà, alla disoccupazione, alla sotto-qualificazione degli impieghi. Il risultato è che la mobilità può assumere il volto di un obbligo, più che di una scelta e, più che dinamiche di europeizzazione orizzontale, può favorire una “fuga dei cervelli” dai paesi del sud ai paesi del centro e del nord Europa. L’articolo, focalizzandosi sui giovani italiani e spagnoli, si chiede cosa succede quando la Generazione Erasmus incontra la Generazione Precaria, analizzando cause ed effetti della mobilità, sul piano micro e macro sociale e sul piano politico.
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Ammannati, F., D. Petacchi, G. P. Giordano, L. Bordi, P. Marini, A. E. Scotto Di Luzio, C. Pandolfo et al. "Calcolo trigonometrico delle coordinate stereotassiche TC nel morbo di Parkinson". Rivista di Neuroradiologia 11, n.º 1 (febrero de 1998): 43–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100105.

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Nella Neurochirurgia stereotassica, ed in quella «funzionale» in particolare, è basilare la massima accuratezza nel calcolo delle coordinate che identificano la posizione della struttura-bersaglio prescelta: la precisione necessaria è dell'ordine di 1 mm. Viene presentato un originale metodo matematico di calcolo delle coordinate di un target (T) posto ad una distanza nota da un sistema di riferimento. Quest'ultimo è costituito dal piano sagittale passante per la linea bicommissurale (CA-CP) ed il recesso infundibolare (I) del 3° ventricolo e risulta determinato in modo univoco da tre punti (CA, CP, I) le cui coordinate cartesiane sono ricavate direttamente su sezioni assiali TC. L'accuratezza di questo metodo, intrinsecamente valido, è stata valutata preliminarmente su fantoccio. Si tratta di una semplice e rigorosa procedura matematica che può essere adottata in Neurochirurgia funzionale, per il reperaggio di bersagli «invisibili» in interventi di tipo lesivo o di stimolazione su strutture cerebrali profonde. Gli autori hanno impiegato questo metodo di calcolo nel trattamento del morbo di Parkinson con stimolazione cerebrale profonda in cinque pazienti.
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Pasetti, Carlo y Giovanna Zanini. "La presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica: questioni etiche nelle varie fasi della malattia". Medicina e Morale 53, n.º 5 (31 de octubre de 2004): 939–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.626.

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Molti sono stati i cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni nella prassi clinica e nella presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica, nonostante la perdurante assenza di terapie farmacologiche efficaci. Tali cambiamenti possono essere così riassunti: a) sul piano clinico: l’istituzione di unità interdisciplinari di trattamento alla SLA; la possibilità di impiego di nuove procedure terapeutiche in grado non di modificare la prognosi della malattia ma di prolungarne la sopravvivenza; una sempre maggiore attenzione per la riabilitazione e le malattie croniche progressive; b) sul piano etico: il progressivo affermarsi del principio di autonomia; l’evoluzione di nuovi modelli di relazione medico-paziente. Questi fattori hanno comportato per gli operatori coinvolti nella presa in carico la irrinunciabile necessità di confrontarsi con nuove questioni etiche, solo pochi anni or sono ritenute del tutto impensabili: 1. la comunicazione della diagnosi e della prognosi; 2. i processi decisionali nelle fasi più avanzate della malattia; 3. l’accompagnamento alla morte e al morente. Vengono discusse in dettaglio le singoli questioni etiche, arrivando alle seguenti considerazioni conclusive: 1. in tutti i punti nodali della presa in carico del paziente con SLA una corretta informazione e una buona capacità di comunicazione dei terapeuti sono considerati elementi chiave per una gestione clinica che eviti nel paziente rischi di comportamenti autolesivi o di fughe nella medicina alternativa e nel medico rischi di disimpegno terapeutico, angoscia decisionale, burn out; 2. è indispensabile fare evolvere nuovi modelli di relazione medico-paziente, diversi da quelli di tipo paternalistico ma anche da quelli di tipo contrattualistico o utilitaristico, ritenuti più adeguati in questo contesto, come il modello dell’alleanza terapeutica; 3. il rispetto del principio di autonomia e degli strumenti che ne derivano (consenso informato e direttive anticipate in particolare) vengono ritenuti certo un punto forte, ma non l’unico télos etico dell’azione, che deve comunque sempre tendere ad ispirarsi anche, e soprattutto, al principio di beneficenza; 4. un accompagnamento farmaco-protetto alla morte e al morente, calato in un’attenta presenza e in un elevato livello relazionale, secondo un’etica delle virtù che valorizzi le buone intenzioni, può configurarsi come una terza via tra i due opposti errori etici costituiti dall’eutanasia e dall’accanimento terapeutico, terza via che consente di superare annose diatribe tra differenti orientamenti e appare più in linea con paradigmi universalmente accettati e accettabili.
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Mancini, Elena y Roberta Martina Zagarella. "Il concetto di “diagnosi fuzzy”: una applicazione alla malattia di Anderson-Fabry* / The concept of “fuzzy diagnosis”: an application to the Anderson-Fabry disease". Medicina e Morale 67, n.º 5 (11 de diciembre de 2018): 507–24. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.554.

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Per garantire un’elevata affidabilità diagnostica, la classificazione tradizionale delle malattie si basa su due criteri fondamentali: la presenza di caratteristiche peculiari che identificano una malattia distinguendola dalle altre e l’individuazione delle cause o della correlazione multifattoriale. Questa concezione si basa su regole che rimandano ai principi della logica classica, la quale, tuttavia, non può considerarsi uno strumento adeguato in medicina. Essa potrebbe rivelarsi uno strumento utile di fronte a quelle manifestazioni della malattia “prototipiche”, ma non per molte patologie che si presentano come fenomeni complessi e incoerenti, ovvero caratterizzati, sul piano eziologico, da un insieme interrelato di possibili cause e fattori scatenanti e, sul piano clinico, da una elevata variabilità individuale. La diagnosi di tali malattie richiede una logica tramite la quale sia possibile categorizzare il mondo degli oggetti reali. L’articolo prende in esame la logica fuzzy come strumento per il ragionamento diagnostico, e in particolar modo i concetti di “fuzzy set” e “diagnosi fuzzy”, anche al fine di verificarne il possibile impiego nella diagnosi di una patologia rara ad eziologia complessa: la malattia di Anderson-Fabry. L’analisi svolta porta a soffermarsi sulla finalità pratica (e non conoscitiva) della diagnosi, che le conferisce una valenza etica. Muovendo da questa prospettiva, l’articolo propone, nell’ultima parte, alcuni criteri etici di orientamento nel complesso bilanciamento che il clinico effettua tra il rischio inerente alla formulazione di una ipotesi diagnostica di “tipo fuzzy” e i benefici per il paziente di una diagnosi precoce, soprattutto in considerazione della disponibilità di trattamenti farmacologici innovativi. ---------- To ensure high diagnostic reliability, the traditional classification of the diseases is based on two fundamental criteria: the presence of peculiar characteristics that identify a disease distinguishing it from the others; and the detection of causes or multifactorial correlation. This idea is based on rules that refer to the principles of classical logic, which however cannot be considered an appropriate tool in medicine. It may prove to be a useful tool in case of “prototypical” manifestations of a disease, but not for a lot of pathologies that appear as complex and inconsistent cases, or characterized (on the etiological plane) by an interrelation between possible causes and trigger factors, and (on the clinical plane) by an high individual variability. The diagnosis of such diseases requires a logic through which it is possible to categorize the world of real objects. The article examines the fuzzy logic as a tool for the diagnostic reasoning, and particularly the “fuzzy set” and “fuzzy diagnosis” concepts, in order to verify its possible use in the diagnosis of a rare disease with complex etiology: the Anderson-Fabry disease. Our analysis underlines the practical (and not theoretical) purpose of the diagnosis, which gives it an ethical value. From this point of view, the article suggests, in the last part, some ethical criteria in the balance carried out by the clinician between the risk concerning the formulation of a “fuzzy” diagnostic hypothesis and the advantages of an early diagnosis for the patients, especially considering the availability of innovative pharmacological treatments.
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Giacomini, P. G., S. Rubino, S. Mocella, M. Pascali y S. Di Girolamo. "Approach to the correction of drooping tip: common problems and solutions". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 4 (agosto de 2017): 295–302. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-911.

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La punta cadente è una fastidiosa deformità estetica e funzionale del naso. L’aspetto della punta è influenzato da aspetti sia statici che dinamici. Per questo motivo, appare logico tenere in considerazione questi fattori nel pianificare la correzione chirurgica di questa deformità. Molti studi hanno affrontato questo argomento, ma il trattamento resta controverso. Per rendere efficace la chirurgia della punta appare indispensabile identificare le caratteristiche anatomiche fondamentali della punta stessa. Diversi angoli e misure possono essere calcolati per definire la posizione della punta tra cui: l’angolo nasolabiale, l’asse della narice, l’angolo di rotazione della punta in rapporto al piano di Francoforte, l’angolo columellare-facciale. L’obiettivo di questo studio è focalizzare l’attenzione sulla nostra esperienza personale sulle alterazioni anatomiche del naso che meritano una correzione e sulle procedure chirurgiche necessarie per ottenere risultati soddisfacenti nel trattamento della punta cadente. Nel presente studio sono stati presi in considerazione la proiezione e la rotazione della punta pre e post-operatorie. La correzione della punta cadente è stata ottenuta mediante settorinoplastica aperta o chiusa a seconda dei casi. La tecnica prevalentemente usata per riposizionare la punta è risultata essere il raddrizzamento del setto (41/41 casi) e la tecnica Tongue-in-groove (36/41 casi) (87,6%). Lo strut columellare è stato impiegato in 8/41 pazienti (19,51%). Resezioni cefaliche delle cartilagini alari sono state applicate in 29/41 pazienti (70,73%). Suture per ri-orientare le cartilagini alari sono state impiegate in 18/41 casi (43,9%). Il Lateral crural overlay è stato necessario in 2/41 casi (4,8%). Il presente articolo rivaluta le principali varianti anatomiche del naso che meritano correzione e le tecniche chirurgiche utilizzabili per semplificare il processo decisionale preoperatorio.
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Di Raimondo, F., G. A. Palumbo, P. Fiumara, G. Amato, D. Buglio y R. Giustolisi. "Emangioma, plasmocitoma e mieloma multiplo del rachide". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 4 (agosto de 2002): 445–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500414.

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Nel mieloma multiplo (MM) le lesioni osteolitiche interessano prevalentemente lo scheletro assiale e la colonna vertebrale è la sede più frequente. Tipicamente la lesione erode l'osso spugnoso lasciando relativamente intatta la corticale. Alle immagini RM sono stati descritti tre pattern che in ordine decrescente sono: focale, diffuso e variegato. La patogenesi delle lesioni osteolitiche è legata ad una azione locale delle plasmacellule e delle cellule midollari non neoplastiche, le quali producono una vasta gamma di citochine che in ultima analisi stimolano gli osteoclasti. Recenti ricerche hanno dimostrato che il rapporto RANKL/OPG è critico per l'attivazione osteoclastica mentre un altro importante fattore osteoclastogenico, il MIP-1α, sembra agire attraverso una via differente. La modalità migliore per valutare le lesioni osteolitiche rimane la semplice radiografia, anche se la RM ha mostrato una maggiore sensibilità e viene usualmente impiegata nei pazienti asintomatici per predire la possibilità di fratture o di progressione di malattia. Sul piano terapeutico, la chirurgia classica non riveste un ruolo importante, mentre la nuova metodica della vertebroplastica si sta facendo strada in tutte le istituzioni. La radioterapia è confinata ad alcuni casi particolari. Il presidio medico più impiegato è costituito dai bisfosfonati, sopratutto quelli di ultima generazione che hanno dato un contributo significativo alla terapia di supporto ed hanno sicuramente migliorato la qualità di vita di questi pazienti. Esistono inoltre rari tumori costituiti da vasi sanguigni aberranti che vanno sotto il nome di emangiomi o emangioteliomi. Sono per la maggior parte benigni, ma se ne conoscono anche di diversi gradi di malignità con tendenza a recidivare. Spesso sono asintomatici e costituiscono un reperto occasionale. Presentano un aspetto radiologico abbastanza tipico. Sono sensibili alla radioterapia e possono anch'essi giovarsi della vertebroplastica.
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Bottazzi, Marialuisa. "Alienazioni a titolo gratuito in documenti dei secoli XI-XII". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 595–643. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16899.

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Solo un numero esiguo di chartae rogate sin dall’alto medioevo si può dire abbia avuto una vita parallela alla consueta e preminente destinazione giuridica o amministrativa notarile grazie alla scelta d’incidere su pietra, il più delle volte da parte dei legatari, anche una sola parte del contenuto testuale pergamenaceo al fine di notificare, di pubblicizzare e di perpetuare, generalmente pro redemptione animae, la memoria di quanto veniva disposto da agiati benefattori a favore, in un primo tempo delle istituzioni monastiche ed ecclesiastiche e più tardi anche gli enti assistenziali, sia religiosi sia laici. La maggior parte di queste non numerose iscrizioni, che classifichiamo come chartae lapidariae, per lo stretto rapporto con le chartae notarili da cui derivano, sono state per la maggior parte prodotte in Italia sin dalla fine del secolo X per essere esposte con una certa frequenza nei luoghi sacri o molto attigui degli stessi. Nella maggior parte dei casi si parla di iscrizioni contenenti atti testamentari o di donazione inter vivos o mortis causa; meno frequentemente il loro tenore dispositivo e probatorio riconduce a bolle papali, decreti o a diplomi regi o imperiali. In ogni caso, siamo sempre di fronte a documenti incisi indiscutibili secondo qualsiasi piano giuridico ma che, per la consuetudinaria perdita del documento notarile da cui derivano e per la facile mancanza anche di uno degli elementi essenziali della charta, per esempio, della datatio, probabilmente per la funzione generalmente assunta, sin dall’impiego romano, di “regesto” dell’atto originale, per la mancanza, si diceva di alcuni elementi essenziale del documento notarile difficilmente possono essere considerati “documenti in senso proprio”, ma solo dei “monumenti” epigrafici a sé stanti, quindi particolarmente interessanti da analizzare solo per il loro “peso” storico. Malgrado ciò, per tutti gli elementi fin qui considerati e riassumibili nella difficoltà di dimostrare l’attendibilità dei contenuti incisi su pietra data l’impossibilità di ricostruire l’intimo impiego epigrafico/documentario intrinseco delle carte lapidarie con il loro originale notarile perduto, qualche importante attenzione verso questo tipo di documentazione è comunque giunta nel secolo scorso grazie ai lavori di Pietro Sella, di Cinzio Violante e di Ottavio Banti. Ciò nonostante, ancora oggi, le chartae lapidariae risultano poco considerate sebbene dinanzi a una rarefazione documentaria, per esempio nel caso di Milano, risultino efficaci per definire il ruolo dei laici sia entro lo spazio ecclesiale sia nella società; sia nello studio degli enti assistenziali, sia religiosi sia laici, come dei ceti dominanti dell’Italia e in special modo di Milano, del secolo XI. Se, dunque sull’interesse storico, seppur analitico dei contenuti della chartae lapidariae, sembra aver spesso prevalso il “peso” diplomatistico, che pone dei limiti all’attendibilità giuridica delle carte lapidarie,con questo lavoro si vuol richiamare l’attenzione su tre casi importanti e eccezionali prodotti nell’ultimo ventennio del secolo XI a Viterbo, a Milano e a Collescipoli.
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Magnaldi, S. y M. Ukmar. "La tomografia computerizzata nella diagnostica delle metastasi spinali". Rivista di Neuroradiologia 8, n.º 2 (abril de 1995): 167–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800206.

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Nella diagnosi delle metastasi spinali la TC presenta alcuni punti deboli, che emergono soprattutto nel caso di un suo impiego scorretto. L' avvocato del diavolo deve individuare le indicazioni più corrette della TC e descriverne i limiti. I protocolli diagnostici si differenziano a seconda che il paziente abbia o meno una neoplasia primitiva nota. La ricerca di metastasi ossee in un paziente con neoplasia primitiva nota inizia con la scintigrafia ossea. Se essa risulta negativa, non occorrono altre indagini, soprattutto se alla negatività scintigrafica si associa quella di altri esami di laboratorio. Se la scintigrafia è positiva, si possono eseguire dei radiogrammi mirati ed eventualmente una tomografia convenzionale nelle aree sospette. Se il risultato di queste indagini è positivo, il paziente viene avviato all'oncologo; solo talora può essere utile una TC per una migliore definizione morfologico-volumetrica delle lesioni. Se l'esame radiologico convenzionale è negativo, si preferisce la RM, più panoramica e sensibile. Nel paziente senza una neoplasia primitiva nota ma con sintomi riferiti al rachide, dopo un esame clinico, vengono in genere eseguiti dei radiogrammi convenzionali. Se essi risultano negativi, il paziente può essere sottoposto ad una visita specialistica, ad esempio neurologica o ortopedica; se anche queste indagini risultassero negative, può essere avviata una terapia medica e ulteriori indagini possono essere programmate solo se la sintomatologia non regredisce. Se l'esame neurologico è positivo, si possono eseguire una TC, se la sede della lesione è clinicamente precisabile, o una RM, se il livello della lesione non è clinicamente precisabile. Se nel radiogramma convenzionale si evidenziano dei reperti patologici, il protocollo si differenzia a seconda del loro numero: nel caso di lesioni multiple con l'aspetto delle metastasi, il paziente può essere avviato all'oncologo senza altre indagini di imaging a livello rachideo. Solo in casi selezionati può essere utile il ricorso ad una RM, per visualizzare compressioni o infiltrazioni del midollo o della cauda. Se il radiogramma convenzionale evidenzia una lesione isolata, l'indagine più utile è la scintigrafia ossea. Dai risultati di quest'ultima indagine dipendono le decisioni successive, tra le quali la TC dovrebbe essere eseguita solo come guida per un'eventuale biopsia. Solo raramente dunque la TC è indicata in prima battuta nello studio delle metastasi vertebrali, ponendosi piuttosto a cavallo tra le indagini di primo livello, con scopi diagnostici, e quelle di secondo livello, con finalità terapeutiche. La TC ha anche alcuni limiti. A causa delle acquisizioni sul piano assiale e della qualità non sempre soddisfacente delle ricostruzioni elettroniche su piani diversi, situazioni parafisiologiche possono essere scambiate con metastasi litiche. La scarsa panoramicità della TC può causare il mancato riconoscimento di lesioni a distanza da quella/e responsabile/i della sintomatologia. La sensibilità della TC, sebbene superiore a quella del radiogramma convenzionale, è inferiore a quelle della scintigrafia ossea e della RM soprattutto per quelle con estensione all'interno dello speco vertebrale. La specificità della TC è sovrapponibile a quella delle altre indagini finora considerate: la diagnosi di metastasi spinali è favorita da un'anamnesi positiva del paziente e dalla molteplicità delle lesioni. Le lesioni vertebrali con l'aspetto TC delle metastasi possono porre problemi diagnostici differenziali con numerose altre condizioni patologiche, come i tumori ossei primitivi, le localizzazioni scheletriche di malattie ematologiche, i processi flogistici ossei, gli esiti di traumi, i crolli vertebrali su base osteopenica, le malformazioni congenite, la malattia di Paget e le malattie metaboliche. Gli aspetti che più spesso si associano a processi patologici non metastatici sono l'unicità delle lesioni, la sede cervicale, la localizzazione all'arco vertebrale, il coinvolgimento congiunto di piatti vertebrali contigui e l'interessamento del disco intervertebrale.
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Nouh, M., O. Aldraihem y A. Baz. "Onset of Oscillations in Traveling Wave Thermo-Acoustic-Piezo-Electric Harvesters Using Circuit Analogy and SPICE Modeling". Journal of Dynamic Systems, Measurement, and Control 136, n.º 6 (8 de agosto de 2014). http://dx.doi.org/10.1115/1.4028050.

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Equations governing different physical fields such as mechanical, acoustical, and electrical are inherently similar. This enables mechanical, thermal, and acoustical networks to be fully described with analogous electric networks. For thermo-acoustic-piezo-electric (TAP) harvesters, such a modeling approach allows the whole system to be characterized in the electrical domain and facilitates the understanding of the underlying physics. In this paper, a traveling wave thermo-acoustic-piezoelectric (TWTAP) energy harvester is considered which converts thermal energy, such as solar or waste heat energy, directly into electrical energy without the need for any moving components. The input thermal energy generates a steep temperature gradient along a porous regenerator. At a critical threshold of the temperature gradient, self-sustained acoustic waves are developed inside an acoustic resonator. The associated pressure fluctuations impinge on a piezo-electric diaphragm, placed at the end of the resonator, to generate electricity. The acoustic pressure oscillations are amplified by a specially designed acoustic feedback loop that introduces appropriate phasing to make the pulsations take the form of traveling waves. The behavior of this TWTAP is modeled using electrical circuit analogy. The developed model combines the descriptions of the acoustic resonator, feedback loop, and the regenerator with the characteristics of the piezo-electric diaphragm. With the help of a simulation program with integrated circuit emphasis (SPICE) code, the developed electric circuit is used to analyze the system’s stability with regard to the input heat and hence predict the necessary temperature ratio required to establish the onset of self-sustained oscillations inside the harvester’s resonator. The predictions are compared with published results obtained using root locus and numerical methods and validated against experiments. This approach provides a very practical approach to the design of TAP energy harvesters both in the time and frequency domain. Such capabilities do not exist presently in the well-known design tool design environment for low-amplitude thermo-acoustic energy conversion (DeltaEC) developed at Los Almos National Laboratory which is limited to steady-state analysis. This is in contrast to the present approach which can be applicable to both steady as well as transient analysis.
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Pensieri, C., F. Cavicchi y M. Pennacchini. "La Quinta Disciplina e le 7 incapacità di apprendere nel management sanitario". Medicina e Morale 65, n.º 5 (23 de noviembre de 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.455.

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Molte grandi aziende consolidate, per stare al passo con i cambiamenti dell’ambiente esterno, cercano di continuo dei modi per incoraggiare il cambiamento e l’innovazione. Oggi il problema è comprendere in che modo le organizzazioni sanitarie siano in grado di apprendere, cioè di cambiare sé stesse. Educare alla riflessività e al pensiero riflessivo di matrice deweyana si rivela molto utile poiché dal punto di vista pratico, gli effetti e gli impieghi della riflessività vanno rintracciati sia a livello individuale sia a livello sistemico, ossia delle organizzazioni, poiché favoriscono l’apprendimento, il cambiamento, l’innovazione e la creatività. La Quinta Disciplina aiuta l’essere umano a comprendere meglio cosa lo ostacola nell’apprendere qualcosa di nuovo e a transagire efficacemente in un ambiente che cambia al pari di lui stesso. Nell’ambito delle scienze economiche e di management la “Quinta Disciplina” rappresenta uno degli studi più avanzati della Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (MIT). In questo articolo si analizzano le “7 incapacità di apprendere” tipiche di ogni azienda e organizzazione. La conoscenza delle aree tematiche della Quinta Disciplina è importante per i professionisti sanitari responsabili di altre persone/servizi, poiché i leader stanno sempre più assumendo piena consapevolezza dell’importanza di sostenere e promuovere contesti organizzativi/lavorativi favorevoli e stimolanti, come parte integrante e necessaria della mission aziendale e come obiettivo fondamentale per poter concretizzare azioni di miglioramento.Lots of established companies, in order to keep up with the external environment’s changes, are continuously seeking new ways to encourage change and innovation. Today the problem is to understand how much healthcare organizations (HCO) are able to learn and to change themselves. The reflexivity and reflective thinking of Dewey’s education is very useful because, the effects and right uses of reflexivity are tracked at both individual and systemic level, which may be HCO, fostering learning, change, innovation and creativity. The Fifth Discipline helps the human being to better understand what hinders him to learn something new and to transact effectively in a changing environment like himself. In economic and management sciences, the Fifth Discipline is one of the most advanced studies of the Sloan School of Management of the Massachusetts Institute of Technology (MIT). In this article we analyze the “7 inabilities to learn” typical of every business organization. The knowledge of this thematic areas is important for health professionals responsible for other people or services. As leaders are increasingly assuming full awareness of the importance of supporting and promoting organizational favorable and challenging contexts, the integral and necessary company’s mission and fundamental objective are important to promote concrete actions for improvement.
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