Literatura académica sobre el tema "Piante forestali"

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Artículos de revistas sobre el tema "Piante forestali"

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Zappalà, Lucia. "L'impatto di insetti esotici invasivi negli agro-ecosistemi". Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, n.º 382/SFE (22 de diciembre de 2019): DECA29—DECA36. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.83.

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Resumen
Le introduzioni accidentali di insetti esotici nei sistemi agricoli e forestali, nonché sulle piante ornamentali anche in ambito urbano, sono aumentate in maniera rilevante in tutto il mondo negli ultimi tre decenni, spesso con gravi conseguenze economiche e ambientali nelle aree recentemente invase. Verranno qui presentati alcuni aspetti di fitofagi di recente o recentissima introduzione in Sicilia. In particolare, saranno prese in esame le strategie di controllo sostenibile di Drosophila suzukii (Moscerino dei piccoli frutti), specie polifaga che attacca frutti a buccia sottile, e l’ancora più polifaga Halyomorpha halys (Cimice asiatica).
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Gonthier, P., G. Lione y EC Borgogno Mondino. "Tree health monitoring: perspectives from the visible and near infrared remote sensing". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 9, n.º 2 (7 de mayo de 2012): 89–102. http://dx.doi.org/10.3832/efor0691-009.

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Cristoferi, Davide. "Medioevo verde". a. LXII, n. 1, giugno 2022, n.º 154 (1 de julio de 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2327.

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Resumen
L’articolo recensisce e discute le ragioni, i contenuti e le prospettive storiografiche di tre volumi recentemente pubblicati su piante, boschi e paesaggi agrari e forestali della Penisola italiana nel basso Medioevo e nella prima età moderna. Con approcci diversi, i tre volumi propongono con consapevolezza il problema del rapporto fra l’uomo e l’ambiente, fra economia ed ecologia, fra risorse e produzione come chiave interpretativa unitaria della storia delle campagne italiane e delle società che le abitarono.The article analyses the motivations, the contents and the historiographical perspectives of three recently published volumes about trees, woods and rural landscape in the late medieval and early modern Italy. Each volume intentionally places at the centre of its analysis the relation between man and environment, economy and ecology, resources and production: throughout different approach this relation is suggested as the key factor to re-interpret the rural history of preindustrial Italy.
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Agnoloni, S., M. Bianchi, E. Bianchetto, P. Cantiani, I. De Meo, C. Dibari y F. Ferretti. "Forest planning at territory level: a methodological proposal". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 6, n.º 1 (19 de mayo de 2009): 140–47. http://dx.doi.org/10.3832/efor0582-006.

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Vazzano, E., G. Quilghini, D. Travaglini y S. Nocentini. "Changes in forest cover in the Foresta della Lama (Casentino Forests National Park) from Karl Siemon’s and Anton Seeland’s 1837 forest management plan". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 8, n.º 1 (23 de mayo de 2011): 78–87. http://dx.doi.org/10.3832/efor0655-008.

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Argenti, G., E. Bianchetto, F. Ferretti y N. Staglianò. "Proposal of a simplified method for pastures assessment in forest planning". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 3, n.º 2 (13 de junio de 2006): 275–80. http://dx.doi.org/10.3832/efor0367-0030275.

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Fior, C. y G. Notarangelo. "Proposals for increasing internet access to forest management plans". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 4, n.º 2 (19 de junio de 2007): 170–76. http://dx.doi.org/10.3832/efor0458-0040170.

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Borghetti, M. "After the windstorm, man’s plans and forest recovery". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 16, n.º 1 (28 de febrero de 2019): 1–2. http://dx.doi.org/10.3832/efor0071-016.

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Favero, M., N. Andrighetto y D. Pettenella. "The Japanese programme to relaunch the forestry sector: matching pragmatism with sustainable development". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 9, n.º 5 (4 de octubre de 2012): 236–44. http://dx.doi.org/10.3832/efor0702-009.

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Bianchi, M., G. Bovio, A. Camia, P. Cantiani, P. Corona, F. Ferretti, A. Francesetti, A. Lamonaca y L. Portoghesi. "“ProgettoBosco”: a decision-support system as educational tool at the University level". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 3, n.º 1 (17 de marzo de 2006): 91–97. http://dx.doi.org/10.3832/efor0341-0030091.

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Tesis sobre el tema "Piante forestali"

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Da, Canal Marco. "Analisi della dinamica passata ed attuale del fiume Piave nel Vallone Bellunese finalizzata ad una gestione integrata del suo corridoio fluviale". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422741.

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Resumen
Obbiettivo della presente ricerca è definire i tempi e l’entità dei cambiamenti morfologici avvenuti nel fiume Piave e sviluppare strategie e strumenti di gestione innovativi capaci di assicurare il raggiungimento e il mantenimento degli standard di qualità imposti dalla legislazione europea (Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE). Il fiume Piave nasce nelle Alpi Orientali italiane (superficie bacino idrografico 3899 km2) ed il suo canale principale dalle sorgenti (poste a circa 2000 metri al confine italo-austriaco) alla foce (mar Adriatico a nord-est di Venezia) è lungo 220 km e attraversa le province di Belluno, Treviso e Venezia. Il tratto analizzato è situato nella parte centrale del bacino montano ed ha una lunghezza di 13,5 km. In questo tratto il Fiume Piave è caratterizzato da una tipologia morfologica predominante pseudomeandriforme (wandering) presentando comunque alcune zone in cui l’andamento è a canali intrecciati (braided). L’attività di ricerca è stata divisa in due fasi principali, nella prima fase si è cercato di definire una base. conoscitiva dell’evoluzione del corridoio fluviale, sia storica che recente, attraverso l’analisi dei principali processi fluviomorfologici, mentre nella seconda fase si è cercato di sviluppare una serie di mappe e strumenti utili per la gestione della fascia di pertinenza fluviale in situazioni sia ordinarie che di emergenza. Nella prima fase sono state analizzate sei serie di foto aeree (1960, 1970, 1991, 2000 , 2003 e 2006) per la comprensione e l’analisi dell’evoluzione planimetrica del corridoio fluviale. Attraverso l’utilizzo di un software GIS (ESRI ArcGIS 9.1) l’analisi delle foto aeree ha portato all’identificazione delle seguenti classi d’uso del suolo: alveo attivo, aree urbane e industriali, cave ed impianti di vagliatura, coltivi, isole con vegetazione arborea, isole con vegetazione pioniera, vegetazione perifluviale arborea, vegetazione perifluviale arbustiva e vegetazione perifluviale erbacea. Le foto aeree del 2006, prodotte da un volo appositamente commissionato nel luglio 2006 dal Dipartimento TESAF, grazie al loro elevato grado di dettaglio sono state inoltre utilizzate per la definizione delle seguenti forme fluviali all’interno dell’alveo attivo: canale principale, canale secondario, canale di morta, barra bassa laterale, barra bassa longitudinale, barra alta laterale, barra alta longitudinale, isola con vegetazione pioniera e isola con vegetazione arborea. Si è poi passati allo sviluppo della seconda fase attraverso la definizione di una cartografia di sintesi in grado di definire la fascia di mobilità funzionale ed analizzare la dinamica evolutiva delle superfici boscate con particolare riferimento alla loro interazione con fenomeni di piena e conseguenti processi erosivi. In questa fase ci si è concentrati in particolare sullo studio dei processi fluviali e delle conseguenze morfologiche sviluppatesi a seguito di due eventi di piena avvenuti negli anni 1966 (Tempo di ritorno > 200 anni) e 2002 (Tempo di ritorno = 12 anni). La scelta di questi due eventi di piena è stata fatta inquanto si è voluto valutare l’evoluzione morfologica del corridoio fluviale sia a seguito del verificarsi di eventi “estremi” (1966) sia a seguito del verificarsi di eventi più frequenti ma sempre di una certa magnitudo (2002) . Scopo di questa parte dello studio è stato inoltre l’analisi delle criticità all’interno delle pertinenze fluviali, individuando i sottotratti e learee maggiormente soggette a subire forti modificazioni durante gli eventi di piena. La definizione di queste aree si è basata oltre che sull’analisi della dinamica storica anche sulle possibili alterazioni antropiche sviluppatesi a seguito della costruzione di opere protettive. Successivamente partendo dal concetto di Fascia di Mobilità Funzionale si è provveduto alla definizione di una nuova metodologia per la definizione di Fasce di Gestione Fluviale in grado di meglio adattarsi a sistemi fluviali con una dinamica morfologica profondamente influenzata da interventi antropici. La necessità di sviluppo di questa nuova metodologia è nata dal fatto che l’entità delle modifiche morfologiche del sistema fluviale Piave è tale che applicare il concetto di “Fascia di divagazione storica” (la fascia del corridoio fluviale interessata dalla dinamica fluviale nel corso degli ultimi duecento anni) avrebbe portato a far coincidere questa fascia con l’intero corridoio fluviale compreso all’interno dei terrazzi di origine glaciale. Questo risultato avrebbe avuto una scarsa utilità ai fini sia gestionali che di predisposizione di progetti di riqualificazione fluviale. Lo sviluppo di questa nuova metodologia ha portato ha definire una serie di fasce chiamate “Fasce di Gestione Fluviale” che possono essere la base per la definizione di strategie gestionali della vegetazione che puntino a creare corridoi con grado di intervento antropico differenziato a seconda della vicinanza o meno all’alveo attivo. Le “Fasce di Gestione Fluviale” ottenute dal punto di vista teorico nella realtà si possono tradurre in fasce di territorio all’interno delle quali il fiume è lasciato libero di assecondare le proprie tendenze evolutive ed in particolare la tendenza alla migrazione laterale senza intervenire con opere idrauliche di difesa dalle erosioni di sponda. Si è cercato infine di definire una serie di linee guida per lo sviluppo di piani di gestione fluviale in grado da un lato di produrre risultati duraturi nel tempo e dall’altro di coniugare le esigenze di sicurezza idraulica del territorio con la tutela e la protezione degli ecosistemi fluviali così come imposto dalla normativa europea sulle acque 2000/60/CE. L’analisi ha messo in luce le modificazioni sostanziali che sono avvenuto nell’intervallo di tempo analizzato. I risultati indicano una forte tendenza alla riduzione dell’alveo attivo a cui si accompagnano temporanee fasi di espansione conseguenti ad eventi di piena con tempi di ritorno superiori a 10-15 anni. Tuttavia queste fasi di espansione non sono riuscite ad invertire il trend di riduzione dell’alveo attivo verificatosi nel periodo analizzato. La configurazione morfologica è passata da tipologie predominanti a canali intrecciati (braided), ancora dominanti negli anni sessanta, a tipologie pseudomeandriformi (wandering) divenute dominanti a partire dagli anni novanta. La fase di espansione dell’alveo attivo degli ultimi dieci anni sta portando ad un ritorno alla morfologia a canali intrecciati (braided) alla quale è associata una conseguente erosione delle superfici vegetate che nel tempo si sono sviluppate ai margini dell’alveo attivo. Questa nuova fase di espansione sta facendo assumere alla vegetazione e al legname in alveo nel tratto di studio un’importanza geomorfologica ed idraulica sempre maggiore Ladinamica delle isole fluviali è risultata fortemente correlata al verificarsi di eventi di piena aventi tempi di ritorno superiori a 10-15 anni, gli unici in grado di determinare una sostanziale riduzione delle superfici occupate dalle isole.
The present research aims to define the timing and the extent of the morphological changes occurred in a large gravel bed river, the Piave River in the “Vallone Bellunese” (Eastern Italian Alps) that was heavily impacted by human activities (training structures, hydropower schemes, and gravel mining) and to develop innovative strategies and tools for river management. The Piave River basin (drainage area 3899 km2) lies in the eastern Italian Alps, and the main channel flows south for 220 km from its headwaters (at ~2000 m asl near the Italy–Austria border) to the outlet in the Adriatic Sea NE of Venice. The study rich is 13,5 km long and is located between Soverzene and Belluno in the intermediate course of river within the mountain district. The morphology of the river in the study reach is dominated by braided and wandering channel patterns, but narrower reaches display an alternate bars channel pattern. To achieve the aims of the research the analysis was divided into two phases, in the first phase we collected data about recent and historical morphological evolution (historical maps, aerial photos, topographic surveys and historical photos) and produced thematic maps, in the second phase we produced maps and guidelines useful for river and fluvial corridor management. In the first phase planform changes of river features and bed planform were analyzed on six aerial photos (1960, 1970, 1991, 2000, 2003 and 2006). Aerial photos of 2006, produced by flight specially commissioned by TESAF department, were rectified and coregistered to a common mapping base at 1:5000 by GIS software (Esri ArcGIS 9.1). Significant planform features were digitized on rectified photos in order to derive planform characteristics for each image. Aerial photos of six years analized allowed the identification of these classes: unvegetated active channel, islands with arboreal vegetation, islands with shrubby vegetation, arboreal marginal vegetation, shrubby marginal vegetation, and herbaceous marginal vegetation. Furthermore, three additional classes related to human use of the river corridor were adopted: urban areas, cultivated areas, and gravel mines. The aerial photos of 2006 were also used to distinguish morphological units of the active channel: main channel, secondary channel, lateral low bar, longitudinal low bar, lateral high bar, longitudinal high bar, backwater channel, islands with arboreal vegetation and islands with shrubby vegetation, The objectives of this first phase are to quantify morphological changes in bed planform, to quantify the variation of vegetation cover, with particular emphasis on islands dynamics and to identify the driving factors of channel evolution and vegetation cover changes and thus to envisage the most likely future trends. In the second phase of analysis we produced maps and guidelines useful for river and fluvial corridor management. We analyzed the changes in bed planform due to the occurance of two flood events in 1966 and 2002. The flood event occurred in 1966, with an estimated peak discharge of ~ 3300 m3/s-1 and a RI = ~200 years, is the largest flood event of the twentieth century. The flood event occurred in 2002 with a RI = ~12 years is a more frequent flood event but that had a relevant impact on river morphology. Then we produced a series of maps, starting from the concepts of river corridor and streamway, wich aim to describe and quantify natural processes occurring within the fluvial corridor, such as bank erosion and wood input. The analysis of the historical maps and aerial photographs shows that substantial changes took place in the Piave River within the investigated time interval. The results indicates a marked tendency to the reduction in the active channel, but associated to the main flood events (RI > about 10-15 yr) an increase in the active corridor extensions is apparent. As to the morphological pattern of the entire study reach, this shifted from braided (still dominant until the 1960s) to single thread/wandering in the 1990s. The expansion phase of the last decade is associated with a general recovery of at least a wandering style, with occasional braiding morphology. Reduction of active channel has led a subsequent expansion of the portion of river corridor covered by vegetation. Similarly, the increase in active channel area that took place between 1991 and 2003 occurred mostly at the expense of vegetated areas located at the channel margins. The island dynamics were found to be strictly associated to the occurrence of major floods (RI >10–15 years), which are the only ones able to determine substantial island erosion.
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Picco, Lorenzo. "Long period morphological dynamics in regulated braided gravel-bed rivers: comparison between Piave River (Italy) and Waitaki River (New Zealand)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426981.

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Resumen
Aim of this research has been to make an analysis of long and medium term morphological dynamics that may affect the regulated gravel-bed braided rivers as the Piave river (Italy) and the Waitaki river (New Zealand). The Piave river (drainage area around 4000km2), is one of the largest rivers in the north-east of Italy, the study reach is, mainly, 37 km long, and represent the intermediate course of the river within the mountain district. In addiction were been study different sub-reaches until a minimum of around 1,5 km long. The Waitaki river (drainage area around 11000 km2), is a large gravel-bed river draining the eastern slope of Southern Alps, South Island, New Zealand, has been analyzed along a 13 km long subreach. The flow regime and the sediment supply of these rivers have been considerably altered by hydroelectric dams, flow diversions and, along the Piave river, gravel mining. In addiction, river dynamics have been affected by the construction of stream-bank protection structures. To document these changes, an historical analysis was performed using aerial photographs, cross section survey data and a LiDAR dataset. Morphological features that were examine included planform configuration, active corridor extension, channel width, channel top depth, flow area, number of channels and bed elevation. Vegetation features that were examine included, instead, areal island cover extension and different vegetation class extension. The results indicate as remarkable changes occurred during the study period. In both river there was a marked tendency to the diminution in the number of channels and in the active corridor extension, just subsequently to the main flood events is possible see an increase in the active corridor extensions. Along the Piave river was possible see a marked tendency to narrowing and channel incision during the last 80 years. The island, along both rivers, tend to encroachment and maturation for many years, occupying the active corridor. The island extension could decrease just after considerably flood events (RI > 10 years) or thanks to many close flood events. Regarding islands, has been possible see their tendency to joining with perifluvial vegetation, in consequence of long no-flood periods.
Obbiettivo della presente ricerca è quello di eseguire un’analisi di lungo e medio periodo sulla dinamica della morfologia fluviale riguardante fiumi a canali intrecciati a fondo ghiaioso, sottoposti a regolazione dei regimi idrici, come il fiume Piave (Italia) e il fiume Waitaki (Nuova Zelanda). Il fiume Piave (area del bacino di circa 4000 km2), è uno dei principali fiumi del nord-est d’Italia; il tratto analizzato ha una lunghezza di circa 37 km e si trova nella parte centrale del bacino montano. Inoltre, sono stati studiati diversi sottotratti fino ad un minimo di 1.5 km di lunghezza. Il fiume Waitaki (area del bacino di circa 11000 km2) è il più importante fiume delle Nuova Zelanda per valori di portata, scorre dal versante est delle Alpi del Sud dell’isola del Sud della Nuova Zelanda; il tratto analizzato ha una lunghezza di circa 13 km. Il regime delle portate e l’apporto di sedimenti di questi due fiumi sono stati considerevolmente alterati dalla presenza di dighe per la produzione di energia idroelettrica e dalla presenza di opere trasversali e di difesa spondale. Per studiare le variazioni che si sono succedute nel tempo si è eseguita una ricostruzione storica con l’ausilio di fotografie aeree, dati storici di rilievi topografici e un set di dati LiDAR. Le caratteristiche che si sono analizzate sono l’estensione dell’alveo attivo, la larghezza massima dei canali, la profondità massima dei canali, l’area bagnata dei canali, il numero di canali e le caratteristiche altimetriche del letto del fiume. Si sono, anche, condotte analisi sulla variazione e la dinamica della vegetazione presente in alveo, attraverso la misurazione dell’area delle isole fluviali e l’estensione delle diverse tipologie di vegetazione presente nell’area perifluviale. I risultati ottenuti indicano come nel corso degli anni considerati vi siano stati delle variazioni considerevoli. In entrambi i fiumi c’è stata una marcata tendenza alla diminuzione dei numeri di canali e dell’estensione de corridoio attivo, solamente a seguito di eventi di piene rilevanti è stato possibile osservare un aumento dell’estensione del corridoio attivo. Lungo il corso del fiume Piave è stato possibile osservare una marcata tendenza all’incisione del canale durante gli ultimi 80 anni. Le isole fluviali tendono a maturare e stabilizzarsi per molti anni, occupando così il corridoio attivo. L’estensione delle isole diminuisce solamente a seguito di eventi di piena con tempi di ritorno marcati (> 10 anni), oppure a seguito di eventi che si succedono frequentemente, anche se di intensità minore. Infine si è potuto notare una tendenza delle isole fluviali a fondersi con la vegetazione perifluviale circostante, limitando ancor più l’estensione del corridoio attivo.
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Tonon, Alessia. "Assessment of large wood budget in two different rivers located in Alpine and Andean environment". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422757.

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Resumen
In forested river basins, Large Wood (LW) is a key component responsible for the geomorphological and ecological aspect of fluvial systems but, at the same time, is a source of hazard for sensitive places. Given its dual role, the analysis and quantification of LW in rivers, as well as understanding its mobilization and deposition, are crucial steps in order to ensure an appropriate management of riverine areas. This study attempts to increase knowledge in the main LW-related processes, such as the lateral recruitment from bank erosion, fluvial transport and the presence of buried LW, assessing the LW budget in two rivers. The study was conducted in two different fluvial environments. A 3.7 km-long reach was selected along the middle course of the Italian Piave River, a human impacted gravel-bed river typified by wandering and island-braided morphologies. In addition, three 80 m-long reaches were selected along the lower course of the Chilean Blanco River, a natural river with a morphology that drastically changed because of a recent volcanic eruption. The three considered items of the budget were analyzed by field activities conducted during the three years of the PhD. The lateral recruitment of LW was analyzed only in the Piave River for an over-bankfull flood (RI~7yr) by measuring, positioning and tagging all standing trees (D≥ 0.1m) within a 20 m buffer wide along the floodplain banks and island perimeters. A similar methodology was used to investigate, in both rivers, the fluvial transport of LW by considering all woody elements (D≥0.1m and L≥1m) within the active channel. In this way, during post-event surveys it was possible to identify the input (deposition) and output (mobilization) elements. Because the sediments from the volcanic eruption caused the burial of several standing trees and LW, the presence of buried LW was explored only in the Blanco River by Ground Penetrating Radar (GPR) testing. In the Piave River, the LW budget was assessed for very low floods (RI<1yr), whereas in the Blanco River ordinary (RI~1yr) and not-ordinary floods (RI 10-25yr) were considered. The results highlighted that, in the Piave River, the recruitment from bank erosion is a common process for the supply of LW. Volumes of recruited LW were found to vary according to the extension of the eroded surface, type of eroded morphological unit and riparian vegetation characteristics. Larger volumes (25.1 m3∙km-1) are recruited from both the floodplain and fluvial islands during not-ordinary floods (RI~7yr), whereas for ordinary events (RI<1yr) small amounts of LW (0.21 m3∙km-1) are recruited just from the floodplain. Furthermore, flood magnitude was found to be an important factor controlling the temporal fluctuations of LW storage, resulting in decreases and increases of LW abundance during ordinary and not-ordinary events, respectively. The increase in wetted area results in a greater inundation of fluvial bars that allows, at the same time, the mobilization and deposition of LW. In addition to the role of flood magnitude, the local-scale morphology of the river appeared to be another factor influencing the changes in LW abundance, with greater variations in multi-thread than single-thread channels, where the larger and faster increase in the inundated area increases the amount of in-transport LW. In particular, the budget for the Piave River featured negligible variations in LW storage (-9.7%) and a very low mobility rate (1.43%) reflecting the low magnitude of occurred events. By contrast, a higher dynamicity of LW was found in the Blanco River also during ordinary events, with mobility rates ranging from 41 to 94% and LW storage increasing up to 179%, because of the considerable input volumes (highest input of 285.35 m3∙ha-1). The complexity of LW dynamics in the Blanco River is also due to the presence of buried LW (1.65 m3∙ha-1) that can be easily exhumed and, thus, increase the amount of in-transport LW. This volume was obtained as a first approach with the GPR that proved to be a valid and non-destructive method to bridge this gap. The results obtained in this study can be considered useful advances in understanding the three main LW-related processes (recruitment, mobilization, deposition), knowledge of which is essential in order to ensure the positive contributions of wood to river ecosystems, and minimize potential hazards adopting correct management plans.
In bacini fluviali boschivi, il materiale legnoso è considerato un elemento chiave responsabile dell’aspetto geomorfologico ed ecologico dei sistemi fluviali ma, allo stesso tempo, anche un elemento di pericolo per alcune strutture sensibili. A causa di questo duplice ruolo, l’analisi e la quantificazione del legname nei corsi d’acqua, così come la comprensione dei processi di mobilizzazione e deposizione, sono step cruciali per assicurare una corretta gestione delle zone fluviali. Questo studio valuta il bilancio del materiale legnoso in due corsi d’acqua, al fine di incrementare le conoscenze riguardanti i principali processi in cui il legname è coinvolto, come il reclutamento laterale dovuto ad erosione spondale, il trasporto fluviale e la presenza di legname sepolto. Lo studio è stato condotto in due diversi ambienti fluviali. Un tratto fluviale di 3.7 km è stato selezionato lungo il corso mediano del fiume Piave (Italia), un fiume antropizzato a fondo ghiaioso con morfologie principali wandering e a canali intrecciati con presenza di isole fluviali. Inoltre, tre tratti fluviali con lunghezza di 80 m sono stati selezionati lungo il corso finale del fiume Blanco (Cile), un fiume naturale che ha subìto un drastico cambiamento nella morfologia a causa di una recente eruzione vulcanica. Le tre componenti del budget che sono state considerate, sono state analizzate attraverso attività di campo condotte durante i tre anni di dottorato. Il reclutamento laterale è stato analizzato solamente nel fiume Piave a seguito di una piena superiore alla bankfull (TR~7anni) misurando, geo riferendo ed identificando tutti gli alberi (D≥ 0.1m) posizionati all’interno di un buffer di 20 m di larghezza lungo le sponde della floodplain e lungo il perimetro delle isole. Una metodologia simile è stata applicata per analizzare, in entrambi i fiumi, il trasporto fluviale del legname considerando tutti gli elementi legnosi (D≥0.1m e L≥1m) presenti all’interno dell’alveo. In questo modo, durante i rilievi post-evento è stato possibile identificare gli elementi di input (deposizione) e quelli di output (mobilizzazione). Dal momento che i sedimenti vulcanici causarono la sepoltura di numerosi alberi e materiale legnoso, la presenza di legname sepolto è stata analizzata solamente nel fiume Blanco, testando l’efficacia di un georadar. Il bilancio del legname è stato analizzato, nel caso del fiume Piave, per piene ordinarie (TR<1anno), mentre per il fiume Blanco sono state considerate sia piene ordinarie (TR~1anno) che non ordinarie (TR 10-25anni). I risultati hanno evidenziato come, nel fiume Piave, il reclutamento per erosione spondale sia un processo importante per la fornitura del legname in alveo. I volumi di legname reclutato variano a seconda dell’estensione delle superfici erose, della tipologia di unità morfologica erosa e a seconda delle caratteristiche della vegetazione ripariale. Durante piene non ordinarie (TR~7anni) sono stati reclutati volumi maggiori (25.1 m3∙km-1) per erosione della floodplain e delle isole fluviali, mentre durante piene ordinarie (TR<1anno) il reclutamento di legname (0.21 m3∙km-1) è avvenuto solo per erosione della floodplain. Inoltre, la magnitudo degli eventi di piena è risultata essere un fattore importante per il controllo delle fluttuazioni temporali dello storage di legname causando una riduzione ed un aumento della quantità di legname in alveo a seguito, rispettivamente, di piene ordinarie e non ordinarie. Per piene non ordinarie, l’aumento dell’area bagnata determina una maggiore inondazione delle barre fluviali e questo permette, allo stesso tempo, la mobilizzazione e deposizione del legname. Oltre alla magnitudo delle piene, un altro fattore responsabile delle variazioni del legname in alveo è riconducibile alla diversa morfologia locale dei tratti analizzati. Maggiori variazioni sono state riscontrate in corrispondenza di morfologie a canali multipli, dove, rispetto alle morfologie a canali singoli, il rapido e maggiore aumento dell’area bagnata aumenta la quantità di legname potenzialmente trasportabile. In particolare, il budget del legname nel fiume Piave si caratterizza per variazioni quasi trascurabili (-9.7%) ed un tasso di mobilità molto basso (1.43%) che rispecchiano la bassa magnitudo degli eventi verificatisi. Diversamente, il fiume Blanco presenta una maggiore dinamicità del legname anche durante eventi di piena ordinari, con tassi di mobilità variabili tra 41 e 94% ed un aumento nello storage di legname fino al 179% dovuto ai notevoli volumi di input (volumi massimi 285.35 m3∙ha-1). La complessità delle dinamiche del legname del fiume Blanco è avvalorata anche dalla presenza di legname sepolto (1.65 m3∙ha-1) che può essere facilmente riesumato ed aumentare la quantità di legname in transito. Tale analisi ha permesso di dimostrare l’utilità del georadar come un metodo valido e non distruttivo che potrebbe essere utilizzato per colmare questa lacuna inerente il legname sepolto. I risultati ottenuti in questo studio possono essere considerati come dei progressi utili per la comprensione dei tre principali processi legati al legname (reclutamento, mobilizzazione, deposizione) le cui conoscenze sono essenziali al fine di mantenere i benefici del legname per il sistema fluviale e minimizzare i potenziali rischi attraverso l’adozione di corretti piani di gestione.
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4

UCCELLO, ANDREA. "Botryosphaeriaceae in piante forestali: analisi di un problema emergente". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/545754.

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Libros sobre el tema "Piante forestali"

1

Ragazzi, Alessandro. Ruggini di piante arboree forestali ed ornamentali. Bologna: Pàtron, 2007.

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2

Italy. Direzione generale per la produzione agricola. Divisione IV, Ricerca e sperimentazione., ed. Progetto finalizzato di ricerca: Lotta biologica ed integrata per la difesa delle colture agrarie e delle piante forestali. [Rome]: Ministero dell'agricoltura e delle foreste, Direzione generale della produzione agricola, Divisione IV, Ricerca e sperimentazione, 1988.

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Hal, Brio Brio. Animali Della Foresta - Libro Da Colorare per Adulti: Animali Libro Da Colorare, Relativo Alla Fauna Selvatica e Alla Foresta, Uccelli, Piante e Animali Selvatici per Alleviare lo Stress e Rilassarsi !! Independently Published, 2021.

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Actas de conferencias sobre el tema "Piante forestali"

1

Montecchio, L., E. Motta y S. Mutto Accordi. "Le ectomicorrize come indicatori di salute delle piante forestali". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.090.

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2

Raimondo, F. M., R. Schicchi y G. Domina. "Piante indigene e loro impiego nel recupero della biodiversità dei sistemi forestali siciliani". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.034.

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3

Leonetti, R. y G. Oliva. "Il Piano Forestale della regione Calabria". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.150.

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4

Grohmann, Francesco, M. Frattegiani, G. Iorio y P. Savini. "La selvicoltura nel Piano Forestale Regionale dell'Umbria". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.149.

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