Literatura académica sobre el tema "Pianificazione della successione"

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Artículos de revistas sobre el tema "Pianificazione della successione"

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Martinico, Franco. "Il Nucleo di industrializzazione di Ragusa nel quadro della pianificazione territoriale siciliana". STORIA URBANA, n.º 130 (octubre de 2011): 79–103. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130004.

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Resumen
Le vicende dello sviluppo industriale in Sicilia, nel corso del secondo dopoguerra, sono accompagnate dalla redazione di numerosi piani e programmi di sviluppo, nel contesto del tutto peculiare dato dalla approvazione dello statuto speciale regionale (1946). Nella prima parte del saggio si analizza il ruolo attribuito al territorio ragusano in alcuni di tali piani e programmi di sviluppo, nel periodo compreso tra la fine degli anni '40 e la metŕ degli anni '70. Si pone in evidenza, in particolare, come le ipotesi di assetto della struttura economica regionale progressivamente spostino l'accento sullo sviluppo industriale delle aree costiere sud-orientali e sul potenziamento delle aree urbane maggiori. Le potenzialitŕ dello sviluppo industriale nella provincia di Ragusa, al contrario, appaiono sempre meno strategiche, nonostante la presenza di giacimenti petroliferi, il cui sfruttamento era cominciato dopo il 1953. A Ragusa si istituiscono dapprima una Zona industriale regionale e in seguito, ai sensi della legge 634/57, un Nucleo di industrializzazione. Il Piano per il Nucleo d'industrializzazione, redatto nel 1967, conferma l'avvenuta marginalizzazione di Ragusa rispetto ai piů intensi processi di sviluppo industriale concentrati nelle vicine aree siracusana e catanese; allo stesso tempo, perň, esso restituisce alcuni elementi che segnalano l'avvio di processi di sviluppo economico differenti, legati soprattutto alle risorse dell'agricoltura. La lettura proposta evidenzia questi aspetti in considerazione delle successive vicende, che vedono questo territorio superare la fase di crisi legata al lento ma progressivo declino dell'industria petrolifera, per orientarsi verso la filiera produttiva agroindustriale.
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2

Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Resumen
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Tesis sobre el tema "Pianificazione della successione"

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MUNARI, GIACOMO. "Pianificazione successoria:tradizione e attualità". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1058036.

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Resumen
In today's society there is often a need to divest oneself of assets and dispose of one's wealth in advance of one's departure in an attempt to satisfy the interests of one's loved ones and to avoid the onset of future disputes between the beneficiaries of bequests mortis causa. The purpose of this work is to provide an overall view of some of the tools that private individuals can use and to offer, in the concluding part, food for thought "de iure condendo", with the hope of regulatory changes that can modernize the Italian law of succession, in harmony with the emerging needs of society.
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Tilola, Diego. "Tutela dei legittimari e passaggio generazionale di beni produttivi a confronto: le soluzioni del diritto privato europeo in prospettiva storico-comparatistica". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11562/1050923.

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Resumen
Muovendo dalla prospettiva del diritto privato europeo, la tesi propone un’indagine storico-comparatistica dei processi evolutivi e dei fenomeni di circolazione dei modelli giuridici ricorrenti in materia di libertà testamentaria, di tutela dei più stretti congiunti del de cuius nella successione necessaria e di efficiente organizzazione del passaggio generazionale dei beni produttivi. La ricerca intende verificare come gli interessi sottesi ai vari strumenti giuridici rilevanti siano stati valorizzati e bilanciati nei differenti contesti storici e territoriali, procedendo ad esaminare il ruolo dei diversi formanti giuridici, nonché ad individuare i fattori economici, sociali, religiosi e culturali e gli episodi di legal transplant che hanno influenzato l’evoluzione della materia negli ordinamenti considerati, identificando infine le attuali tendenze riformistiche e le possibilità di convergenza delle esperienze nazionali. La tesi procede quindi ad un’analisi comparatistica diacronica e sincronica tra Italia, Francia, Germania ed Inghilterra, relativamente alla disciplina delle tutele dei legittimari e dei principali istituti di pianificazione della successione nei beni produttivi, e segnatamente nell’impresa individuale, tra patti successori, istituti di successione anticipata e trusts. L’indagine viene completata dall’esame delle normative sovranazionali di diritto internazionale privato uniforme esistenti in materia, del relativo impatto sulle pratiche successorie transnazionali e, in definitiva, del ruolo da esse esercitato sulla trasformazione dei diritti sostanziali nazionali.
Starting from the perspective of European Private Law, the thesis provides a historical-comparative survey of the evolution and circulation of legal models concerning testamentary freedom, the protection of the deceased's closest family members by forced heirship, and the efficient organisation of the generational transfer of productive assets. The research aims to ascertain how the interests underlying the relevant legal instruments have been valued and balanced in the different historical and territorial contexts, examining the role of the various legal formants, as well as reviewing the economic, social, religious and cultural factors and the episodes of legal transplant that have influenced the evolution of the subject in the systems considered, and finally identifying the current reformist trends, which may pave the way towards the convergence of national experiences. The thesis thus presents a diachronic and synchronic comparative analysis between Italy, France, Germany, and England, in relation to the regulation of the forced heirship and the main estate planning institutions with regard to productive assets (with a focus on individual enterprises), including agreements on succession, anticipatory succession, and trusts. The survey is completed by examining the existing supranational rules of uniform private international law, their impact on transnational succession practices, and their ultimate role in transforming national substantive law.
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MARCHINI, ALESSANDRO. "La riducibilità del trust inter vivos con effetti post mortem". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1087447.

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Resumen
L’analisi muove dalla constatazione diffusa della inefficienza dei tradizionali sistemi di trasmissione generazionale della ricchezza e ricorda come da più parti si proponga, in via alternativa alla scelta testamentaria, di valorizzare la figura del trust, ora anche alla luce della Legge 22 giugno 2016, n. 112, recante “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” (c.d. Legge sul “Dopo di noi”). In tale contesto, l'attenzione è concentrata sul trust istituito inter vivos, ma con effetti post mortem. Dapprima vengono saggiati i possibili “punti di collisione” dell’istituto con i principi del diritto successorio, mentre a seguito l’indagine è concentrata sulla tutela dei legittimari a fronte di simili ipotesi di trust. Il risultato finale cui si perviene attesta che una equilibrata ricostruzione del sistema non può prescindere da una articolazione delle fattispecie di trust e da una coerente sistemazione delle diverse tutele apprestate per i legittimari nelle distinte ipotesi lesive.
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Libros sobre el tema "Pianificazione della successione"

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Calò, Emanuele. La pianificazione delle vicende personali e patrimoniali: Dall'amministrazione di sostegno al testamento biologico, rapporti patrimoniali fra coniugi e successioni nel diritto internazionale privato. [Milano]: IPSOA, 2004.

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