Literatura académica sobre el tema "Personaggio letterario"

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Artículos de revistas sobre el tema "Personaggio letterario"

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Criveller, Claudia. "Andrej Sinjavskij, il ‘nobile brigante’". Mnemosyne, n.º 5 (15 de octubre de 2018): 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.14243.

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Resumen
Nella seconda parte del XX secolo in Unione Sovietica accanto alla letteratura ufficiale del canone realista socialista si diffuse ampiamente la letteratura clandestina del samizdat, nel cui contesto la letteratura autobiografica e memorialistica occupa un posto centrale. Un primo filone tenta di ristabilire la verità dei fatti storici, un secondo utilizza invece gli strumenti della letterarietà, fondendo elemento reale e invenzione, al fine di cercare una verità individuale e al tempo stesso universale più elevata. Il presente lavoro indaga il caso di Andrej D. Sinjavskij (1925-1997), vittima della repressione sovietica. Nelle sue opere autobiografiche Buona notte ! e Una voce dal coro egli utilizza diversi procedimenti autofinzionali (creazione di un personaggio alter-ego come il santo folle della tradizione, l’archetipo letterario dell’uomo superfluo, il personaggio delle fiabe russe del sempliciotto, nonché l’uso del paratesto e di elementi strutturali diversi). Il saggio indaga l’uso dello pseudonimo di Abram Terz, personaggio tratto dal folclore ebraico di Odessa.
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Valerio, Camillo y Anna Guerrera. "Pozzoromolo e la scrittura ipnotica. Intervista a Luigi Romolo Carrino". IPNOSI, n.º 2 (febrero de 2011): 65–73. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2010-002008.

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Resumen
Un viaggio doloroso nella psiche umana, raccontato con uno stile che abilmente mescola la poesia metaforica e la descrizione esplicita di una realtŕ angosciosa. Una sorta di ossimoro letterario (ossimoro che ritroviamo incarnato anche nel personaggio principale del libro) tramite il quale Luigi Romolo Carrino tratta i temi delle malattia mentale, dell'ambiguitŕ sessuale e del vissuto all'interno di un Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Un'intervista all'autore, che mette in luce gli aspetti piů psicologici ed ipnotici che danno corpo al romanzo e lo rendono cosě interessante per noi addetti ai lavori.
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Golinelli, Paola. "The Kid di Charlie Chaplin: storia di un capolavoro. Dal trauma alla creatività". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 2 (noviembre de 2022): 126–33. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002007.

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Resumen
Sfogliando l'autobiografia di Chaplin e il lungo e sofferto racconto dei traumi che hanno costellato la sua infanzia, l'autrice cerca nelle esperienze miserevoli vissute nell'ambiente del vaudeville, le radici del suo bisogno di fantasticare e creare nuove rappresentazioni che gli permettano di elaborare i lutti patiti. Il suo appare, data l'ampiezza del-la sua produzione artistica, un "ostinato" bisogno di sopravvivere psichicamente. I genitori lavoravano insieme in teatro ed egli aveva frequentato il palcoscenico fin da bambino insieme al fratello; per lui il mondo della rappresentazione era indissolubilmente legato all'esperienza vivificante della coppia genitoriale unita nella comune passione, che la madre terrà viva con i suoi racconti fantastici, e che rimarrà impressa nella memoria del bambino Chaplin, anche dopo la perdita del padre per alcolismo e abbandono e della madre per i suoi ricoveri ospedalieri. Da questo nucleo di memorie vitali nascerà l'indimenticabile personaggio di Charlot, che assume in sé e sintetizza la miseria delle origini e la straordinaria energia per continuare a narra-re e così ricostruire la famiglia perduta e ritrovata, in particolare, per ricomporre la coppia padre e figlio, alla quale è dedicato in buona par-te "Il monello". Il suo amore per Dickens, in particolare per Oliver Twist, gli offrono il background letterario per costruire il suo personaggio più famoso ed amato, Charlot appunto.
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Aguiar, Leonardo Ferreira y Maria Cecilia Casini. "Dove avrebbe messo Dante Ser Ciappelletto?" Revista de Italianística, n.º 43 (31 de diciembre de 2021): 65–79. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i43p65-79.

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Il presente testo propone un po' audacemente una lettura di una possibile assoluzione, in termini danteschi, di un famoso personaggio 'cattivo' del Decameron, opera di Giovanni Boccaccio, ovvero, Ser Ciappelletto da Prato, protagonista della prima Novella della Prima Giornata. A partire dai propri testi e dalla struttura morale conferita da Dante Alighieri al suo universo oltremondano descritto nella Divina Commedia, abbiamo usato l'immaginazione per attribuire un luogo possibile al malvagio Ciappelletto. Secondo la nostra interpretazione, esisterebbero per questo due possibilità: la Giudecca, il luogo più buio dell'Inferno; o l'antipurgatorio, luogo di espiazione dei peccati da parte di chi attende ancora una possibilità di salvezza, insieme a Belacqua nel Canto IV della cantica del Purgatorio. Nonostante si tratti di una speculazione, il testo è stato sviluppato alla luce delle ultime teorie critiche sui due grandi autori italiani, in modo da porsi come un contributo al dibattito letterario in corso per il settecentenario delle commemorazioni dantesche del 2021.
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Sabbatino, Pasquale. "I "Peli" della Gatta Cenerentola di De Simone e del Cunto de li cunti di Basile. Una parodia dell'illustre don Benedetto Croce". Quaderni d'italianistica 29, n.º 2 (1 de junio de 2008): 73–92. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v29i2.8457.

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Nel corso del presente intervento si pone l'attenzione sul profondo e prolifico legame letterario che intercorre tra il drammaturgo novecentesco Roberto De Simone e lo scrittore seicentesco Giovanbattista Basile. In questo senso si evidenziano tre tappe salienti. De Simone debuttò nel 1976 al Festival dei due Mondi di Spoleto con un'opera intitolata La gatta cenerentola chiaramente inspirata alla favola di Basile, nel 1989 pubblicò la traduzione dall'antico napoletano in dialetto moderno della raccolta Il Pentamerone ovvero Lo cunto de li cunti trattenimento de piccerille (Napoli, ed. Il Mattino), mentre del 2002 è la doppia riscrittura, in dialetto e in italiano, del Cunto de li cunti di Basile (Torino, Einaudi). L'analisi, in particolar modo, di quest'ultima opera permette, inoltre, di sottolineare il forte intento parodico di De Simone nei confronti di Benedetto Croce. Nell'anno del cinquantesimo anniversario della morte del filosofo abruzzese, De Simone decide di inserire nella propria riscrittura del Cunto di Basile il personaggio Croce, condannandolo irriverentemente a "un peteggiare involontario, ereditato dall'aerofagia patita prima di morire".
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Coen, Carlo. "“Chist’ è ‘o paese d’ ‘o sole”. La rappresentazione di Napoli in Rossellini e Martone". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, n.º 2 (26 de febrero de 2018): 566–81. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757192.

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La rappresentazione di Napoli nel cinema ha utilizzato spesso numerosi luoghi comuni. Tuttavia, piuttosto che facile stereotipo, è talvolta divenuta un complesso sistema di simboli, di carattere storico e filosofico. È il caso del rosselliniano Viaggio in Italia (1953), nel quale vengono contrapposte la civiltà della “toga” e quella del “vestito cucito”. Napoli diviene un personaggio che interagisce con Alex e Katherine Joyce, venuti dal Nord a confrontarsi con le profondità della civiltà mediterranea. Napoli è anche il luogo delle scene finali de Il giovane favoloso di Mario Martone, nelle quali Leopardi si confronta con la città e ciò che essa simboleggia. Napoli occupa una posizione centrale, come luogo al contempo reale e letterario-narrativo, in tutte le opere di Martone e ha contribuito ad ampliare le prospettive del regista proprio per la sua natura di città-simbolo. L’aspetto sonoro gioca un ruolo decisivo: vengono esaminati i testi di alcune canzoni della tradizione e l’uso il dialetto napoletano per ribadire ciò che Napoli ha significato per gli autori presi in considerazione. L’analisi di alcuni passaggi dei testi de L’amore molesto esplora in profondità la “napoletanità” dei due autori, intesa come rapporto con i luoghi della città.
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Moslemani, Fadil. "“Come un pesce entro due acque”. Alcune annotazioni sull’intima duplicità del fanciullo penniano". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, n.º 1 (1 de febrero de 2018): 181–92. http://dx.doi.org/10.1177/0014585817746642.

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La poesia di Sandro Penna costituisce un caso letterario sui generis nel Novecento poetico italiano. Fedele a un monotematismo incentrato sulla figura del personaggio-mito del fanciullino, il poeta perugino, a partire dalla sua prima raccolta ( Poesie, 1939), perviene efficacemente a “riesumare”, rielaborandola attraverso la propria soggettività di uomo-poeta, l’immagine multiforme del fanciullo di pascoliana memoria. Prendendo in esame la vasta produzione lirica di Penna, il saggio che qui proponiamo intende porre in evidenza alcuni dei punti salienti della poetica penniana del fanciullo in rapporto all’“archetipo” elaborato da Giovanni Pascoli e, più in generale, rispetto alla tradizione critica e poetica del Novecento. Dai contorni talvolta arcani, la figura del fanciullo, in Penna, si contraddistingue sovente per la sua duplicità, in quanto opera sia da vero e proprio oggetto dei desideri del poeta, sia da intima “presenza interiore” (di pascoliana memoria) volta a conferire allo scrittore un’aura di apparente ingenuità e bambinesca innocenza. Nella convinzione che la duplice natura del fanciullino costituisce uno dei maggiori elementi di interesse riscontrabili nella lirica considerata, il presente contributo, attraverso un tentativo di analisi di tale doppiezza, si prefigge pertanto di scrutare la “poetica del fanciullo” allo scopo di meglio contestualizzarla all’interno dell’intero corpus poetico penniano.
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Di Pasquale, Fabrizio. "Approcci interdisciplinari: letteratura e cartografia. Tra immagini e parole". e-Scripta Romanica 4 (27 de diciembre de 2017): 43–53. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.04.04.

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Nell’ultimo ventennio, un numero importante di lavori sono stati consacrati allo studio della rappresentazione dello spazio nei testi letterari. Tale interesse sembra inscriversi sia nell’evoluzione dei generi, caratterizzati da una spazializzazione crescente delle forme narrative, sia nello sviluppo di pratiche artistiche legate alla creazione di carte letterarie. In seguito all’affermarsi dello spatial turn negli studi letterari e culturali, parte della critica ha focalizzato la sua attenzione sulla relazione che intercorre tra spazio immaginario, spazio referenziale e pratica cartografica. Quest’ultimo aspetto costituisce uno dei temi più interessanti della metodologia geocritica. Il presente articolo mira a studiare questa “convergenza” tra la letteratura e la cartografia, con l’intento di esaminare la testualità delle carte letterarie e, in particolare, la loro dimensione retorica. Le carte letterarie sono in grado di rappresentare i luoghi in cui si svolge l’azione di un romanzo, o di più romanzi, permettendo allo scrittore di costruire un mondo immaginario che i lettori esplorano assieme ai personaggi.
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Jarosz, Anna. "(In)traducibilità di testi letterari. I nomi dei personaggi nel dramma "Obywatel męczennik" di Tomasz Kaczmarek nella traduzione italiana". Translatorica & Translata 2 (30 de diciembre de 2021): 9–28. http://dx.doi.org/10.18778/2544-9796.02.01.

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Resumen
Gli aspetti principali che riguardano la traduzione e che infatti sono i concetti chiave nella discussione sull’attivita di tradurre come l’equivalenza e l’intraducibilita vengono presentati nell’articolo, che cerca di spiegare e chiarire gli studi sulla traduzione e il loro sviluppo riguardando particolarmente la traduzione letteraria. Tradurre i testi letterari significa approfondire, comprendere ed esplorare il mondo unico ed eccezionale dell’autore, cioe entrare in questo mondo e poi creare un duplicato in un’altra lingua che potrebbe evocare simili reazioni, emozioni e riflessioni.
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Finozzi, Anna. "Riscrivere la storia coloniale tramite l’uso dell’oralità: Il caso di Adua (2015)". Memoria y Narración. Revista de estudios sobre el pasado conflictivo de sociedades y culturas contemporáneas, n.º 2 (5 de marzo de 2021): 131–45. http://dx.doi.org/10.5617/myn.8669.

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L’articolo si propone di analizzare l’uso dell’oralità nel romanzo Adua (2015) di Igiaba Scego. Tradizionalmente, il testo letterario postcoloniale è stato considerato come una ‘traduzione’ da una lingua orale Africana ad una scritta Europea. Lo scopo dell’articolo è spostare l’attenzione dall’oralità come segno di alterità all’oralità come modalità di trasmissione; questo slittamento critico è necessario per una rivalutazione della letteratura postcoloniale italiana, di cui spesso si considera più la portata documentaristica di quella letteraria. Attraverso i Memory Studies, e in particolare concetti quali la postmemory di Marianne Hirsch, la countermemory di Yael Zerubavel e la travelling memory di Astrid Erll, l’analisi mostra come Adua sia modellata dalla comunicazione orale della memoria attraverso i dialoghi dei personaggi e da altre immagini connesse all’atto di ascoltare e tramandare. Infine, la dicotomia oralità-africanità viene respinta in favore di quella oralità-trasmissione.
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Tesis sobre el tema "Personaggio letterario"

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LEPORI, EMANUELA CAROLINA. "Penelope riscritta : Analisi comparata ed interpretazione critica di un tema letterario". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1288.

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In questa tesi si analizza il tema di Penelope dal punto di vista della letteratura comparata, alla luce di una selezione di critica recente e con l'intento di redigere una breve serie di saggi critici che siano redatti in varia estensione ed esibiscano tagli differenti. Indagato è quindi, a partire dal testo omerico e poi ovidiano dell'antico personaggio mitologico femminile, un ventaglio di opere poetiche e narrative che ne ripropongono la figura, ricreandone altresì i motivi, all'interno della letteratura occidentale del XX e XXI secolo, in particolare di quella inglese.
In this dissertation I analyze the theme of Penelope from the point of view of comparative literature, in the light of a selection of recent criticism, and with the aim of writing a short series of critical essays that are shaped in various sizes and show a different composition. Starting from Homer's and then Ovid's text of this ancient female mythological character, I thus investigate a choice of poetic and narrative works which renew her figure, by also recreating her motives, within the domain of Western literature of the twentieth and twenty-first century – particularly English literature.
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LEPORI, EMANUELA CAROLINA. "Penelope riscritta : Analisi comparata ed interpretazione critica di un tema letterario". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1288.

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In questa tesi si analizza il tema di Penelope dal punto di vista della letteratura comparata, alla luce di una selezione di critica recente e con l'intento di redigere una breve serie di saggi critici che siano redatti in varia estensione ed esibiscano tagli differenti. Indagato è quindi, a partire dal testo omerico e poi ovidiano dell'antico personaggio mitologico femminile, un ventaglio di opere poetiche e narrative che ne ripropongono la figura, ricreandone altresì i motivi, all'interno della letteratura occidentale del XX e XXI secolo, in particolare di quella inglese.
In this dissertation I analyze the theme of Penelope from the point of view of comparative literature, in the light of a selection of recent criticism, and with the aim of writing a short series of critical essays that are shaped in various sizes and show a different composition. Starting from Homer's and then Ovid's text of this ancient female mythological character, I thus investigate a choice of poetic and narrative works which renew her figure, by also recreating her motives, within the domain of Western literature of the twentieth and twenty-first century – particularly English literature.
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Di, Gregorio Giuseppina. "Following Neo-Victorian paths - Il personaggio tra realtà storica e trasposizione letteraria". Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1213.

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Resumen
Lo scopo di questo studio è descrivere il ruolo dei personaggi storici nei romanzi postmoderni, con particolare attenzione al nuovo genere del romanzo neo-vittoriano. Attraverso un'approfondita analisi di "The Prestige" di Christopher Priest e di "Dan Leno and the Limehouse Golem" di Peter Ackroyd, è possibile affermare che i personaggi storici non hanno più una funzione di mero supporto, come descritto da Gyorgy Lukacs. Sia Priest sia Ackroyd 'parlano con le voci' di famosi personaggi storici, come veri ventriloqui, creando così un sincretismo tra tensioni passate e presenti, al fine di ri-scrivere un'identità postmoderna.
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Tramontina, Salar Jessica <1986&gt. "Il personaggio maschile nei romanzi di Giorgio Falco. Aspetti di critica sociale e continuità letteraria". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14910.

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Lo scopo della ricerca è quello di evidenziare le caratteristiche del personaggio maschile nelle opere di Giorgio Falco, con un'attenzione specifica al loro inserimento nel contesto socio-economico e nel panorama letterario, come esponente di realismo e come erede dei tipi tradizionali sveviani e volponiani.
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Storelli, Ilaria <1993&gt. "La donna e l'amore secondo Zhang Ailing - Analisi letteraria dei personaggi femminili nelle sue opere autobiografiche". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13813.

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Questo elaborato ha come tema centrale l’idea di donna e amore secondo la scrittrice cinese Zhang Ailing che emerge dalle sue opere autobiografiche, ovvero i due romanzi in inglese The Fall of the Pagoda, The Book of Change e il romanzo in cinese Xiao Tuanyuan. Nel primo capitolo viene presentato il contesto storico al fine di collocare in un’epoca precisa gli scritti e la vita di Zhang Ailing; verrà poi brevemente delineato il contesto letterario per contestualizzare la produzione della scrittrice e infine sarà descritta la vita stessa di Zhang Ailing, fondamentale da conoscere poiché sono prese in analisi le sue opere autobiografiche. Il secondo capitolo consiste nell’analisi letteraria dei personaggi femminili più determinanti delle tre opere e di due personaggi maschili; in questo modo verranno messe le basi per trattare i temi centrali nell’ultimo capitolo. Infine, nel terzo capitolo, sulla base dell’analisi dei personaggi femminili e di ciò che ne è emerso, si procederà con la presentazione dei temi “donna”, “maternità”, “amore” e “matrimonio”, facendo in questo modo emergere la visione originale e controcorrente di Zhang Ailing riguardo a questi temi e ricercandone le cause.
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Spadaro, Carmen. "Andromaca. Indagine filologica, storica e culturale di un mito letterario". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/77282.

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Andromache. Philological, historical and cultural survey of a literary myth. The survey is based on a game of mirrors, that examines a series of similarities and/ or oppositions between Andromache and female characters (Elena, Briseis, Hecuba, Teti, Hermione, Penelope) and male ( Hector, Achilles, Priam, Aeneas, Agamemnon, Ulysses, Helenus). It has investigated the topos of motherhood, proceeding with a comparison between he eroine and the other mothers of Euripides’ tragedies (Teti, Medea, Alcestis, Hecuba, Megara, Etra, Creusa, Jocasta, Clytemnestra, Agave). Studying the situation of women in ancient Greece, it was possible to draw a profile that you set up as an ideal wife Andromache, comparing, by affinity or contrast, other famous wife (Clytemnestra, Medea, Teti, Elena). The psicological examination was based mainly on some keywords, which are spies for the caracterization of the character. The work focoused on themes (war, sacrifice, maenadism, water and rock, love and death, ) relating to the character of Andromache, of some reference zoomorphic (heifer, bee, mare) in connection with the bride of Hector and the elements that involve references to the warlike character of heroine. Sometimes, for the purpose of clarity, it has been provided a brief classification of works and authors in their literary, social and cultural context. Building on the influential works of literary critics who have offered valuable contributions to the understanding of literary myths, the work goes on a journey in time and space, to retrace the history of this heroine, and to try to lighten, from the philological, historical and cultural standpoint, the most remote and unknown aspects, analyzing even the less known variants of the myth and offering a portrait in the round of the character. The survey is based on documents of the classical authors ( Homer, Sappho, Euripides, Ennius, Virgil, Ovid, Propertius, Seneca), in which the figure of Andromache has a considerable significance (a total of four chapters). The attention, in the appendix, is placed on the sporadic survivals of the myth of this heroine in the Second Sophistic (Quintus Smyrnaeus, Ditti Cretan, Dares Phrygius) and modernity (Racine, Baudelaire, De Sanctis, Saponaro).
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REQUILIANI, VALERIA. "Libertà d'avventura e verosimiglianza dei caratteri nel romanzo del Seicento: il caso del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/928.

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Resumen
La tesi mira a esaminare la genesi del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini nel contesto del ricco e dinamico contesto sociale e culturale della Genova della prima metà del XVII secolo. Le pagine prefattorie premesse alle varie edizioni dell’opera rappresentano un contributo importante per la definizione di un genere la cui diffusione non fu accompagnata, in Italia, da uno studio teorico e sistemico. Dopo una ricognizione delle fonti sulla biografia e la produzione letteraria dell’autore, nel primo capitolo viene proposta una sintesi dettagliata della trama del romanzo che illumina gli elementi fondamentali del testo e del genere. Nel secondo, si prosegue con l’analisi della struttura narrativa dell’opera, soffermando l’attenzione sulle tecniche di costruzione dell’intreccio. Quindi, si procede all’individuazione nel romanzo greco d’epoca ellenistica e nella tradizione comica i modelli letterari che influenzarono in modo più significativo la fantasia del Marini nella composizione del Calloandro. Nel quarto capitolo è affrontato il sistema dei personaggi, in cui, tra le molte figure generiche e inconsistenti, si distinguono alcuni personaggi complessi e imprevedibili: questi fanno del Calloandro un esperimento maturo del genere in cui il realismo psicologico di matrice ligure si combina con il gusto per l’avventura proprio dei romanzi di produzione veneta.
This thesis examines the origin of Giovan Ambrogio Marini’s Calloandro in Genoa’s rich and dynamic social and cultural context of the first half of the XVII century. Introductory pages to the novel’s various editions represent an important contribution about the novel’s developement in Italy, where the success of the genre wasn’t followed by a theoric and systemic study. After a research on the sources concerning the author’s biography and literary production, the first chapter presents a detailed synthesis of the novel’s plot which fixes some fundamental elements of this kind of work. The second chapter is about the novel’s narrative structure focusing on the techniques of the plot’s building. Then the third chapter describes literary models which influenced Marini’s work, in particular the Greek novels of Hellenism and the comic tradition. The fourth chapter analyses the characters' system: there are some subtle and unforeseeable characters, among many generic and insubstantial figures, that make Calloandro a unpredictable novel in which the psychological realism, typical of Ligurian novels, is combined with the taste of adventure, typical of the Venetian novels.
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REQUILIANI, VALERIA. "Libertà d'avventura e verosimiglianza dei caratteri nel romanzo del Seicento: il caso del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/928.

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Resumen
La tesi mira a esaminare la genesi del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini nel contesto del ricco e dinamico contesto sociale e culturale della Genova della prima metà del XVII secolo. Le pagine prefattorie premesse alle varie edizioni dell’opera rappresentano un contributo importante per la definizione di un genere la cui diffusione non fu accompagnata, in Italia, da uno studio teorico e sistemico. Dopo una ricognizione delle fonti sulla biografia e la produzione letteraria dell’autore, nel primo capitolo viene proposta una sintesi dettagliata della trama del romanzo che illumina gli elementi fondamentali del testo e del genere. Nel secondo, si prosegue con l’analisi della struttura narrativa dell’opera, soffermando l’attenzione sulle tecniche di costruzione dell’intreccio. Quindi, si procede all’individuazione nel romanzo greco d’epoca ellenistica e nella tradizione comica i modelli letterari che influenzarono in modo più significativo la fantasia del Marini nella composizione del Calloandro. Nel quarto capitolo è affrontato il sistema dei personaggi, in cui, tra le molte figure generiche e inconsistenti, si distinguono alcuni personaggi complessi e imprevedibili: questi fanno del Calloandro un esperimento maturo del genere in cui il realismo psicologico di matrice ligure si combina con il gusto per l’avventura proprio dei romanzi di produzione veneta.
This thesis examines the origin of Giovan Ambrogio Marini’s Calloandro in Genoa’s rich and dynamic social and cultural context of the first half of the XVII century. Introductory pages to the novel’s various editions represent an important contribution about the novel’s developement in Italy, where the success of the genre wasn’t followed by a theoric and systemic study. After a research on the sources concerning the author’s biography and literary production, the first chapter presents a detailed synthesis of the novel’s plot which fixes some fundamental elements of this kind of work. The second chapter is about the novel’s narrative structure focusing on the techniques of the plot’s building. Then the third chapter describes literary models which influenced Marini’s work, in particular the Greek novels of Hellenism and the comic tradition. The fourth chapter analyses the characters' system: there are some subtle and unforeseeable characters, among many generic and insubstantial figures, that make Calloandro a unpredictable novel in which the psychological realism, typical of Ligurian novels, is combined with the taste of adventure, typical of the Venetian novels.
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Buzzola, Anna Lisa. "Personaggi letterari che tacciono: motivazioni ed efficacia di un espediente narrativo". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11562/913782.

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Resumen
Si tratta di uno studio sui personaggi letterari che tacciono, rintracciati nella letteratura moderna e contemporanea occidentale. I testi selezionati sono 61 (comprendendo romanzi, racconti, novelle e fiabe), di 43 autori diversi, di 18 paesi soprattutto europei, ma anche statunitensi e sudamericani, con qualche esempio proveniente da altre nazioni quali Turchia, Sudafrica, Giappone. Distinguendosi dai molti saggi che trattano del tema del silenzio oppure delle omissioni narrative operate dagli autori, questa ricerca si concentra totalmente sul tacere del personaggio e lo analizza dal punto di vista narrativo, psicologico e relazionale. Gli strumenti teorici utilizzati sono stati quindi quelli della narratologia e della critica letteraria, compresa l’analisi stilistica. Per comprendere meglio i singoli personaggi, trattati quasi come persone vere, ci si è rivolti anche a studi di psicologia e sulla pragmatica della comunicazione. L’obiettivo era mettere a confronto diversi modi di tacere, classificati in base alle loro motivazioni, distinguendo soprattutto i piani della finzione (cioè gli effetti che il tacere produce nelle storie narrate) e della realtà (cioè le finalità che l’autore si prefigge nei confronti dei lettori nel rappresentare un personaggio che tace). Tenendo presenti questi due aspetti si è tentata anche una valutazione dell’efficacia del tacere, strumento tanto suggestivo quanto pericolosamente ambiguo, dal punto di vista narrativo e in relazione alla comunicazione di messaggi extranarrativi dell’autore al lettore.
This is a study of literary silent characters, in modern and contemporary Western literature. The selected texts are 61 (including novels, short stories and tales), by 43 different authors, from 18 countries mainly in Europe, but also in the US and South America, with some examples from other nations such as Turkey, South Africa, Japan. Standing out from the many essays dealing with the theme of silence or narrative omissions made by the authors, this research focuses totally on silent characters, analyzed in terms of narrative, psychological and relational. The theoretical tools used were therefore those of narratology and literary criticism, including stylistic analysis. To better understand the individual characters, treated almost like real people, we turned also to psychological studies and to the pragmatics of communication. The objective was to compare different ways to keep quiet, classified according to their motivations, distinguishing especially the plans of fiction (that is, the effects that silence produces within the stories) and reality (ie the author’s aims towards readers in portraying a silent character). Keeping in mind these two aspects, the study has also attempted an evaluation of the effectiveness of silence, instrument so suggestive as dangerously ambiguous, from the narrative point of view and in relation to the communication of author’s messages for the reader.
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GORLA, Sandra. "Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Resumen
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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Libros sobre el tema "Personaggio letterario"

1

Burani, Federico. Sir James Brooke: Personaggio storico e letterario nelle opere di Salgari e Conrad. Cagli (Pesaro): E. Paleani, 2003.

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2

1908-, Agostini Víctor y Unione tipografico-editrice torinese, eds. Dizionario dei personaggi letterari. Torino: UTET, 2003.

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3

La riflessione letteraria: Scrittrici, scrittori, personaggi. Caltanissetta: S. Sciascia, 2012.

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4

Giuffrè, Maria Teresa. La riflessione letteraria: Scrittrici, scrittori, personaggi. Caltanissetta: S. Sciascia, 2012.

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5

Lezioni svizzere: Opere, autori, personaggi letterari. Milano: BookTime, 2008.

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6

Morazzoni, Marta. Lezioni svizzere: Opere, autori, personaggi letterari. Milano: BookTime, 2008.

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7

Logos in fabula: Un'indagine filosofica sui personaggi letterari. Milano: Mimesis, 2009.

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8

Francesco, Fiorentino, Carcereri Luciano y Ascarelli Roberta, eds. Il personaggio romanzesco: Teoria e storia di una categoria letteraria. Roma: Bulzoni, 1998.

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9

T, Crivelli, Bosco Alessandro y Santi Mara, eds. Selvagge e angeliche: Personaggi femminili della tradizione letteraria italiana. Leonfronte (Enna): Insula, 2007.

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10

Rossi, Giuseppina. Salotti letterari in Toscana: I tempi, l'ambiente, i personaggi. Firenze: Le Lettere, 1992.

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Capítulos de libros sobre el tema "Personaggio letterario"

1

Paratore, Carlotta. "3 • Strategie del comico di parola e dell’uso ludico della lingua". En Tradurre l’umorismo, tradurre Jardiel Poncela Con traduzione integrale di Los ladrones somos gente honrada. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-679-4/003.

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Tra le strategie che Jardiel utilizza nel processo di creazione del suo teatro comico, sia a livello letterario, come un esercizio di stile, sia a livello scenico-descrittivo, si annovera la presenza della soggettività autoriale nelle didascalie. Secondo Abuín González (1994, 200), ciò rivelerebbe una incapacità «de contenerse», un «narcisimo literario» che spinge l’autore a fare uso delle «acotaciones como vehículo de expresión propia, como una ilustración más de su elevado arte humorístico y verbal». Questa tendenza si manifesta anche in Los ladrones somos gente honrada come ulteriore espressione della comicità e dell’ironia e sembra collegarsi, in particolare, alle caratteristiche di certi personaggi che si distinguono per le loro funzioni comiche.
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2

VINCHESI, MARIA ASSUNTA. "Un letterato patrono di letterati. Riflessioni in margine a una recente edizione dei frammenti di Mecenate e delle testimonianze latine sul personaggio storico". En AGOGHE'. PISA UNIVERSITY PRESS, 2016. http://dx.doi.org/10.12871/978886741654716.

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