Literatura académica sobre el tema "Pedagogia Ludica"

La presente tesi mira ad offrire una prospettiva esplorativa rispetto a forme, organizzazioni e contenuti di apprendimento originali e caratterizzanti l'attuale "ecologia dei media", proponendo una mappatura etnografica e qualitativa delle dinamiche partecipative inerenti la discussione, la modificazione, la progettazione e la creazione di giochi (digitali o "analogici") all'interno di comunità e contesti sia "virtuali" che "reali", dentro e fuori dalle istituzioni educative formali. Queste comunità e questi contesti saranno visti come "playgrounds", spazi di produzione orizzontali, eterarchici e reticolari in cui viene ad oggi costruita dal basso l'alfabetizzazione sistemica, costruttivista, cooperativa e transdisciplinare necessaria per essere attivi "costruttori di mondi" nell'era dell'informazione. La prima parte delle trattazione sarà intesa a contestualizzare storicamente e transdisciplinarmente lo studio del gioco e del giocare, sia attraverso una retrospettiva bibliografica intesa ad evidenziare il rapporto contrastato tra atteggiamenti giocosi e "serietà" dei contesti di apprendimento formale, che con un esplorazione della rilevanza delle dinamiche ludiche nei processi psichici, sociali, culturali ed evolutivi, concludendo con la proposta del "game design" come possibile metafora unificante, atta ad esplorare proficuamente la varietà delle scienze del vivente. La seconda parte approfondirà lo stretto legame tra l'attuale configurazione "partecipativa" delle culture mediali e le scelte metodologiche operate durante il mio lavoro di ricerca, evidenziando la rilevanza politica della rivoluzione digitale nel perturbare gli assetti istituzionali attraverso la sua influenza sulla strutturazione dei sistemi di apprendimento formale ed informale, nonché le conseguente di questo spostamento di paradigma sulle fondamenta epistemologiche della ricerca in ambito sociale. La terza parte offrira quindi, attraverso una serie di casi e "schizzi etnografici, un sintetico spaccato delle realtà plurali del "Do It Together" ludico, evidenziando in esse l'uso e la co-costruzione di metafore e modelli complessi (sul piano sia logico-formale che estetico). Verranno inoltre illustrate difficoltà, criticità e momenti di "insight" incontrati nel corso del lavoro sul campo svolto nelle comunità di creatori di giochi, in contesti sia formali che informali, online e offline. L'intero percorso sarà volto a proporre un nuovo possibile ruolo per le professioni educative: quello del meta-designer, co-costruttore di spazi interattivi aperti e animatore di comunità ludiche/educanti/ricercanti le cui attività, definite attraverso modalità non-programmatiche e co-progettate, possano muoversi attraverso ed al di là della media education, intesa come meta-disciplina volta alla costruzione di un modello inclusivo, distribuito e democratico dell'apprendere.<br>The present dissertation is aimed at offering an explorative perspective toward original forms, organizations and contents of learning which characterize the present "media ecology", proposing an ethnographic and qualitative mapping of participatory dynamics as pertaining the discussion, modification, design, and creation of games (be them digital or "analog") within a plurality of communities and contexts, be them "virtual" or "real", within and without formal learning institutions. These communities and contexts will be thematized as "playgrounds", spaces of production and interaction characterized by horizontality, heterarchy and reticularity, spaces where a systems-oriented, constructivist, cooperative and transdisciplinary literacy is being built from the grassroots, a literacy necessary to be an active and participative "world maker" in the present Information Age. Part I of this tractation will be aimed at contextualizing the study of play and games from an historical and transdisciplinary standpoint, both through a literature review aimed at highlighing the contested relationship between playfulness and the serious character of formal learning contexts, and through an exploration of play's relevance in psychological, social, cultural and evolutive processes, concluding with the proposal of "game design" as a possible, unifying metaphor for the diversity of the sciences of living systems. Part II will explore the close links between the present participatory patterns within media cultures and the methodological choices I operated during my fieldwork, highlighting the political relevance of the "Information Revolution" in disrupting institutional infrastructures through its influence on the patterning of learning systems both formal and informal, evidencing the consequences of this paradigm shift on the epistemological fundations of research in human sciences. Part III will then offer, through a series of Cases and "ethnographic sketches", a synthetic panorama of the plural realities of ludic "Do It Together", evidencing within them the use and co-construction of complex models and metaphors (both on a formal and on an aesthetical level). In discussing the fieldwork within communities of game creators (be them formal or informal, online or offline), ample space will be given to difficulties, criticalities and insights, so as to further highlight the methodological quandaries of working in these specificcontexts. The whole of this work will, in conclusion, be aimed at proposing a new, possible role for learning professionals: that of the meta-designer, co-constructor of interactive open spaces and catalyst of ludic/learning/researching communities, where the activities, defined through non-programmatic and co-designed patterns of participation, will move through and beyond media education, meant as a meta-discipline aimed at the construction of an inclusive, distributed and democratic paradigm of learning.

2009 - 2010<br>Il presente lavoro di tesi si configura come un resoconto dell’attività scientifica svolta nel triennio dedicato alla formazione in "Metodologia della ricerca educativa"; un'attività che si è caratterizzata per un costante interesse e uno specifico impegno euristico sulla “dimensione educativo-formativa” delle attività motorie e ludico-sportive nel periodo dell’infanzia e della preadolescenza. È stato predisposto uno studio sul tema della trasferibilità dei saperi in rapporto alle esperienze motorie e ludico-sportive, offrendo uno spazio di indagine complesso che mette in relazione i campi dei meccanismi di accesso ai saperi e costruzione della conoscenza e quelli delle esperienze corporee all’interno della pratica motoria e ludico-sportiva nella scuola primaria. L'attività di ricerca svolta si fonda sull’ipotesi che il corpo ed il movimento nelle sue diverse forme motorie e ludico-sportive nella scuola primaria possano svolgere una originale funzione nell’individuazione di accessi alternativi alla conoscenza. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di verificare, preliminarmente attraverso una fase teorico-argomentativa e successivamente utilizzando un protocollo di ricerca-azione, la funzione “facilitatrice” di metodologie didattiche centrate sull’esperienza motoria per l’accesso alla conoscenza nel segmento della scuola primaria. L’attività di ricerca si è sviluppata sia sul piano teorico-argomentativo che sperimentale, fondandosi sullo studio dell’insegnamento delle attività di movimento ed evidenziando le complessità e le specificità richieste dai contesti educativi, compreso lo studio della dimensione formativa, integrativa ed inclusiva della didattica del movimento. La ricerca si è sviluppata in tre fasi: Nel corso della prima fase è stata sviluppata una ricerca di base finalizzata alla definizione di una cornice teorica che potesse circoscrivere il versante educativo delle attività motorie, tracciando un itinerario di ricerca che, partendo da una riflessione interdisciplinare sul piano epistemologico, potesse offrire una prospettiva dell’insegnamento delle attività motorie e ludico-sportive, riconoscendone la originale funzionalità metodologica ed il possibile impiego come “motore alternativo” della prassi didattica nel periodo dell’età evolutiva. Questa prospettiva ha reso indispensabile esaminare, anche attraverso forme di analisi storico-descrittiva e teorico-comparativa, la funzione educativo-formativa delle attività motorio-sportive e le potenzialità didattiche del corpo e del movimento per favorire l’accesso alla conoscenza. La seconda fase di lavoro invece è stata impegnata nell’identificazione delle caratteristiche e degli strumenti per la realizzazione di percorsi di ricerca in ambito scolastico centrati sul versante motorio e ludico-sportivo e nella definizione di protocolli specifici per l’attuazione di percorsi di ricerca da realizzarsi presso le Istituzioni scolastiche centrati sul versante motorio e ludico-sportivo. L’attività di studio svolta ha analizzato le caratteristiche ed i vincoli richiesti per investigare scientificamente sulla didattica delle attività educativo-motorie attraverso i modelli e le tradizioni euristiche tipici della ricerca educativa. In linea con questa esigenza scientifica sono state esaminate le metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa sul movimento applicabili ai contesti educativo-formativi. La terza fase di lavoro è stato impegnata nell’analisi dei risultati relativi alle esperienze di ricerca svolte secondo il modello della ricerca azione presso istituzioni scolastiche convenzionate con il Dipartimento. I risultati hanno evidenziato che alcuni obiettivi educativi, tradizionalmente oggetto del dibattito pedagogico sulle pratiche di insegnamento più efficaci, sono conseguibili anche attraverso metodologie didattiche alternative da integrare alla comunicazione diretta da parte dell’insegnante e all’uso dei libri di testo. La produttività sul piano dell’apprendimento delle metodologie didattiche proposte è stata misurata sulla base della capacità del laboratorio basato sulla significatività dell’esperienza corporea di facilitare l’organizzazione di un sistema di relazioni che ha messo in comunicazione lo stile cognitivo di ogni singolo alunno, la struttura delle conoscenze da acquisire e l’insieme delle operazioni intellettuali e motorie necessarie all’incorporazione del contenuto dell’apprendimento nella struttura conoscitiva di ogni singolo alunno. Si è trattato, nello specifico, di impiegare le potenzialità corporee e motorie dei soggetti destinatari dell’azione formativa come strategie cognitive e relazionali attraverso una valutazione degli effetti prodotti sulla memoria e sul benessere psico-fisico individuale attraverso un’esperienza di apprendimento che ha coinvolto ciascun alunno naturalmente già dotato di un proprio bagaglio di conoscenze, di un proprio stile cognitivo e soprattutto di modalità singolari di risoluzione di situazioni problematiche. La consapevolezza della non generalizzabilità dei risultati emersi ha indotto però a trarre la conclusione che non esiste un metodo didattico ottimale e definitivo che possa dare risultati positivi e costanti in differenti contesti di apprendimento, con qualsiasi alunno o insegnante, ma che è consigliabile considerare alternative metodologiche nella progettazione degli interventi formativi che tengano conto delle potenzialità del corpo e del movimento nell’accesso alla conoscenza. La necessità di considerare i diversi stili cognitivi e di apprendimento nella popolazione scolastica impone di variare non solo i materiali ma anche i metodi didattici in modo da allargare lo spettro delle possibilità di accesso alle conoscenze soprattutto in presenza di alunni diversamente abili. La ricerca infatti rinunciando a qualsiasi posizione deterministica e non proponendosi come indagine finalizzata all’identificazione di rapporti causali tra metodi didattici e obiettivi educativi è stata condotta nella consapevolezza che “così come una serie di obiettivi potrebbero essere raggiunti attraverso diversi contenuti, parimenti diversi metodi potrebbero essere utili al raggiungimento dei medesimi obiettivi.”1 Ciò permette di allargare il ventaglio delle possibilità di scelta da parte dei docenti e di adottare con variabilità e flessibilità alternative metodologiche che si può ritenere, con un buon grado di certezza, che possono costituire strumenti didattici efficaci nella progettazione degli itinerari formativi per ciascun allievo. La sperimentazione condotta, dunque, ha fornito il proprio piccolissimo contributo alla ricerca didattica orientata all’individuazione di possibili strategie per rendere più efficace l’insegnamento in risposta ai problemi e alle domande emergenti da chi è costantemente impegnato nell’azione educativa senza la pretesa di indicare metodologie universali e pertanto uniche, ma suggerendo attraverso le evidenze empiriche e la significatività dei risultati, supportati da una specifica teoria di riferimento, itinerari formativi collegati agli obiettivi da raggiungere e ai contenuti da proporre. [a cura dell'autore]<br>IX n.s.

La ricerca mostra come la pratica delle regole contribuisca alla maturazione infantile, riconoscendo nell'ambito ludico-motorio una felice opportunità educativa. Il concetto di regola è stato affrontato nel suo orizzonte morale, anche attraverso l'accostamento ai più importati pensatori del mondo antico e moderno. Si è inoltre analizzato il modo in cui il riconoscimento della regola si sviluppa nel bambino durante la scuola primaria e come il gioco e lo sport possano contribuire alla crescita della persona. L’esperienza del laboratorio ludico-sportivo in contesti di vulnerabilità ( riferita al Progetto “L’Università Cattolica per i minori dell’Abruzzo” ) ha testimoniato come attraverso percorsi educativi mirati si possa contribuire alla maturazione del concetto di regola nel bambino.<br>The research shows how practice of rules contributes to child growth, admitting the sphere of game and movement as a lucky educational opportunity. The concept of rule has been faced in its moral aspect, also approaching the most important thinkers of ancient and modern world.Besides, the way the recognition of rule develops in the child during primary school has been analysed, and how game and sport can contribute to the growth of the person.The experience of “game and sport laboratory in vulnerable contexts” (regarding the project “Catholic University for children of Abruzzo”) has given evidence of how it is possible to contribute to the growth of the concept of rule in children through specific educational programme.

La ricerca mostra come la pratica delle regole contribuisca alla maturazione infantile, riconoscendo nell'ambito ludico-motorio una felice opportunità educativa. Il concetto di regola è stato affrontato nel suo orizzonte morale, anche attraverso l'accostamento ai più importati pensatori del mondo antico e moderno. Si è inoltre analizzato il modo in cui il riconoscimento della regola si sviluppa nel bambino durante la scuola primaria e come il gioco e lo sport possano contribuire alla crescita della persona. L’esperienza del laboratorio ludico-sportivo in contesti di vulnerabilità ( riferita al Progetto “L’Università Cattolica per i minori dell’Abruzzo” ) ha testimoniato come attraverso percorsi educativi mirati si possa contribuire alla maturazione del concetto di regola nel bambino.<br>The research shows how practice of rules contributes to child growth, admitting the sphere of game and movement as a lucky educational opportunity. The concept of rule has been faced in its moral aspect, also approaching the most important thinkers of ancient and modern world.Besides, the way the recognition of rule develops in the child during primary school has been analysed, and how game and sport can contribute to the growth of the person.The experience of “game and sport laboratory in vulnerable contexts” (regarding the project “Catholic University for children of Abruzzo”) has given evidence of how it is possible to contribute to the growth of the concept of rule in children through specific educational programme.

Submitted by Elisa Gallo (liugallo@hotmail.com) on 2015-09-03T22:03:16Z No. of bitstreams: 1 ELISA GALLO -DISSERTAÇÃO_Final-corrigida pós-defesa.pdf: 1655721 bytes, checksum: a3ed897f4799910645f8c1309d54ea4d (MD5)<br>Approved for entry into archive by Maria Auxiliadora da Silva Lopes (silopes@ufba.br) on 2015-09-14T16:02:13Z (GMT) No. of bitstreams: 1 ELISA GALLO -DISSERTAÇÃO_Final-corrigida pós-defesa.pdf: 1655721 bytes, checksum: a3ed897f4799910645f8c1309d54ea4d (MD5)<br>Made available in DSpace on 2015-09-14T16:02:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 ELISA GALLO -DISSERTAÇÃO_Final-corrigida pós-defesa.pdf: 1655721 bytes, checksum: a3ed897f4799910645f8c1309d54ea4d (MD5)<br>Capes<br>O tema desta dissertação situa-se no campo da Docência Universitária, investigando a construção da profissionalidade docente de licenciandos(as) em Biologia, Física e Química da Universidade Federal da Bahia. Tivemos como objetivo geral compreender o papel de professores dos Institutos específicos na construção da profissionalidade docente dos(as) licenciandos(as) em Biologia, Física e Química, através de suas mediações, seus saberes pedagógicos e lúdico-sensíveis. Para tanto, investigamos suas mediações com o foco na atuação destas sobre a construção da profissionalidade docente desses licenciandos, como seus saberes pedagógicos aparecem em suas práticas e discursos, qual o conceito de ludicidade para esses docentes, como saberes lúdico-sensíveis aparecem em suas práticas pedagógicas e discursos. Apresentamos o quadro da formação dos professores do Ensino Superior no Brasil, e mais especialmente dos professores de Ciências Naturais. Tratamos dos saberes pedagógicos e das relações com esses saberes dentre os professores universitários. Seguimos conceituando os saberes lúdico-sensíveis e destacando sua importância na Educação e na formação de professores. Trata-se de uma pesquisa qualitativa com alguns dados quantitativos. Trabalhamos com questionários, observações de aulas e entrevistas, e todo o material foi interpretado a partir da análise temática. A licenciatura em Química apresentou impacto mais consistente na construção da profissionalidade docente, com maior preocupação com a formação para a docência e menor peso da Pedagogia Tradicional, transmissiva. Os professores do curso de Biologia participam dessa construção mesclando aspectos da Pedagogia Tradicional e de linhas pedagógicas mais atuais e construtivistas. Já no curso de Física, os docentes ainda apresentam uma forte marca da linha tradicional em suas práticas, e sinalizaram que os professores das disciplinas pedagógicas são os responsáveis por ensinar a ensinar. Todos valorizam a ludicidade e os saberes lúdico-sensíveis, mas poucos professores conseguem desenvolvê-los com consistência. Diante de tanto, vemos um grave problema na ausência de formação pedagógica específica para docentes do Ensino Superior, e de correlações substanciais entre os conhecimentos e saberes específicos das Ciências Naturais e os das Ciências Educacionais, conduzindo a inconsistência nas relações estabelecidas com os saberes específicos exigidos pela atividade docente.<br>Abstract The subject in this dissertation lies on University Teaching, investigating the construction of the teaching professionalism of Biology, Physics and Chemistry graduates at Federal University of Bahia (UFBA). As a general objective we had to understand the role of the teachers from the specific Institutes on the construction of the teaching professionalism from the graduates in Biology, Physics and Chemistry by their mediation, pedagogic and ludic-sensitive knowledge. Therefore, we investigated their mediation focusing on how those mediations act over the teaching professionalism of these graduates, how their pedagogic knowledge emerge in their practise and speech, what is the concept of ludic for these teachers, how the ludic-sensitive knowledge emerge in their practise and speech. We presented the situation of the formation of university teachers in Brazil, especially the Natural Science Teachers. We treated about the pedagogic knowledge and about how university teachers deal with this knowledge. After that we conceptualized the ludic-sensitive knowledge and highlighted its importance in Education and in the formation of university teacher. This is a qualitative research using some quantitative data. We worked with questionnaires, observation of classes and interviews and the material was interpreted from the thematic analysis. The teaching graduation in Chemistry presented a more consistent impact in the construction of a teaching professionalism, focusing more on teaching formation and less on the Traditional Pedagogy. The Biology teachers participate on this construction using both aspects from the Traditional Pedagogy and more actual and constructivist orientation. On the other hand, the Physics teachers still present a strong traditional orientation in their practise and signalized that the teachers responsible for pedagogic subjects are also responsible for teaching how to teach. All teachers gave importance to ludic and to ludic-sensitive knowledge, but only a few teachers can develop this knowledge consistently. Taken that picture, we identify the lack of specific pedagogic formation to university teachers and the lack of substantial correlation between the Natural Science and Educational Science knowledge as a critical problem, conducting to inconsistent relations with the specific knowledge of teaching activity.

Submitted by FERNANDA APARECIDA DE SOUZA CORRÊA COSTA null (nanda_life@yahoo.com.br) on 2016-01-22T15:35:57Z No. of bitstreams: 1 DISSERTAÇÃO FERNANDA APARECIDA DE SOUZA CORRÊA COSTA_VERSÃO FINAL.pdf: 2079465 bytes, checksum: bf9b52d7bdec2bdaf9ec2c25b34e5508 (MD5)<br>Approved for entry into archive by Ana Paula Grisoto (grisotoana@reitoria.unesp.br) on 2016-01-25T15:22:56Z (GMT) No. of bitstreams: 1 costa_fasc_me_bauru.pdf: 2079465 bytes, checksum: bf9b52d7bdec2bdaf9ec2c25b34e5508 (MD5)<br>Made available in DSpace on 2016-01-25T15:22:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 costa_fasc_me_bauru.pdf: 2079465 bytes, checksum: bf9b52d7bdec2bdaf9ec2c25b34e5508 (MD5) Previous issue date: 2015-12-14<br>A inclusão escolar, proposta na qual todos os alunos são aceitos e reconhecidos, independentemente de suas características individuais, coloca às escolas na atualidade, um desafio em desenvolver práticas pedagógicas que favoreçam a aprendizagem de todos. Além desse pressuposto, na educação infantil, o lúdico também deve permear a organização do ensino. Assim, compete ao professor promover atividades lúdicas, intervindo no espaço, nos materiais disponíveis, no tempo do brincar e realizando mediações durante as atividades lúdicas, contemplando o aprendizado de todos. Nesse sentido, o presente estudo teve como objetivo investigar a prática pedagógica dos professores, conhecendo as possibilidades e os desafios diante da inclusão escolar, bem como destacar recursos e estratégias por meio de atividades lúdicas que favoreçam o processo de inclusão de criança com Transtorno do Espectro Autista no contexto da educação infantil. A pesquisa tem enfoque misto (quanti-qualitativa) constituindo-se em um estudo de caso, sendo sujeitos, oitenta e nove professores da educação infantil da rede municipal de ensino de uma cidade do interior paulista, que revelaram que as brincadeiras que envolvem o faz-de-conta e os jogos de armar, além de atividades que abarcam a área do movimento são as atividades lúdicas mais frequentes na educação infantil. O procedimento de coleta de dados foi um questionário com os professores da rede municipal e a observação participante do cotidiano escolar de uma das turmas. Os resultados apontam que um dos principais desafios na inclusão escolar é a dificuldade dos professores na adequação destas e de outras atividades frente às limitações da criança, necessitando do apoio de outra pessoa para auxiliar o processo, bem como a dificuldade no planejamento de atividades de interesse da criança. Após mapeamento com os professores envolvidos, observou-se, em uma unidade escolar de educação infantil, durante as atividades lúdicas, a prática pedagógica de uma professora da classe comum, uma professora especializada, uma cuidadora e vinte e cinco crianças do jardim I com faixa etária média de quatro anos, dentre os quais, há uma criança com diagnóstico de Transtorno do Espectro Autista. Revela-se que a criança com Transtorno do Espectro Autista participa das atividades lúdicas, porém ainda com dificuldades em relação às adequações curriculares, recursos humanos e materiais, fragilidade no tempo para planejamento da professora da sala comum juntamente com a professora especializada, evidenciando que a formação inicial e continuada dos professores é primordial e contribui nos processos de inclusão escolar, inferindo-se que a escola para todos ainda está em construção quanto à implantação, organização e execução das práticas pedagógicas inclusivas. Como produto deste estudo, foi produzido um E-book com possibilidades de atividades, recursos e adequações de práticas pedagógicas inclusivas durante as atividades lúdicas na educação infantil, como ponto de partida para a inclusão da criança com TEA.<br>The schooling inclusion, proposal according to which all students are accepted and recognized, regardless of their individual characteristics, presents modern-day schools a challenge consisting of developing pedagogical practices that favor the learning of all children involved. In addition of this premise, in preschool level, the ludic aspects should also be present in the teaching’s organization. Therefore, it is the teacher’s duty to promote ludic activities, intervening in the space, available materials, playing times and doing mediations during the ludic practices, overseeing the learning of all children involved. In this manner, the present study had the goal of investigating the teachers’ pedagogical practices, acknowledging the possibilities and the challenges of before the schooling inclusion, as well as pointing out resources and strategies by the means of ludic activities that favor the process of inclusion of children with Autism Spectrum Disorder in the context of preschool. The research has a mixed focus (quantitative-qualitative), consisting itself in a case study, in which the subjects are preschool eighty-nine teachers in a city school located in the São Paulo countryside, who have revealed that the games that involve fantasizing, assembling, as well as activities related to the movement area are the ludic activities more frequently practiced in preschool. The procedure of data collecting was in form of a questionnaire with said teachers and the participating observation of the one of the classes’ daily school activities. The results say that one of the main challenges in schooling inclusion is the difficulties teachers have with adjusting these and other activities according to the children’s’ necessities, requiring the help of someone else to help with the procedure, as well as the difficulties of planning the activities within the children’s interest. After mapping with the involved teachers was done, it was observed that, in one of the preschool units, during the ludic activities, the pedagogical practice of a regular class teacher, a special children’s teacher and caretaker of twenty-five children pertaining to the grade “Jardim 1”, with the average age of four years old, between which there is one child diagnosed with Autism Spectrum Disorder. It is revealed that said child partakes in the ludic activities, but still with difficulties in regards to curriculum adaptations, human resources and materials, fragility in what concerns the time needed for planning by the two teachers involved, making it clear that the initial and continued formation of the teachers is primordial and contributes to the processes of schooling inclusion, inferring that the “schooling for everyone” project is still under construction in what concerns the implementation, organization and execution of the inclusive pedagogical practices. As a product of this study, an E-book containing possible activities, resources and adjustments of inclusive pedagogical practices during the ludic activities of preschool was produced, as a starting point for the inclusion of children with ASD.

El proyecto de tesis presentado consiste en el diseño de un colegio público situado en el distrito limeño de San Juan de Miraflores, en el cual se busca estudiar el espacio pedagógico e identificar de qué manera las cualidades arquitectónicas y composiciones espaciales influencian en el aprendizaje del alumno. Asimismo, se busca analizar cómo el enfatizar el ámbito deportivo de un colegio puede beneficiar distintos aspectos del mismo y de qué modo se puede integrar el proyecto a la comunidad. En este sentido, se toma como referencia otros proyectos en los que, el emplear, por ejemplo, los métodos Montessori o Reggio Emilia, implica una configuración espacial particular y una relación con el entorno natural diseñada para el alumno. Para ello, se busca desplegar un ámbito lúdico-experimental en ambientes educativos constituidos en espacios “experimentales”, cuya versatilidad espacial, proximidad a la naturaleza y, por tanto, interacción con el exterior, faciliten que el alumno experimente y aprenda más independiente y creativamente. Por otro lado, para imponer espacios deportivos que beneficien directamente al colegio, el ámbito deportivo pretende manifestarse en una arquitectura representativa e infraestructura de dicha índole, las cuales, además de posibilitar la realización de distintos deportes y actividades, establezcan espacios donde se generen actividades pedagógicas. Por último, para lograr integrar el proyecto a la comunidad, se busca extender, selectivamente, el uso de espacios comunes o deportivos hacia los usuarios ajenos al proyecto sin perjudicar su funcionamiento.<br>The presented thesis project consists in the design of a public school located in the district of San Juan de Miraflores, in Lima, which seeks to study the pedagogical space and identify how architectural qualities and spatial compositions can influence in the learning of the student. Furthermore, the aim is to analyze in which way emphasizing sports environment of a school can benefit different aspects of it and how the project can be integrated into the community. In this sense, other projects are taken as reference in which, the engaging of, for example, the Montessori or Reggio Emilia methods, implie a particular spatial configuration and interconnection with the natural environment designed for the student. In order to achieve this, the intend is to deploy ludic-experimental aspects in educational environments composed in "experimental" spaces, in which the spatial versatility, the proximity to nature and, therefore, the interaction with the outside, encourages the student to experiment and learn more independently and creatively. On the other hand, as a means to impose sports facilities that directly benefit the school, the sport component aims to manifest itself as a representative architecture and infrastructure of this kind, which, in addition to enable the realization of different sports and activities, it establishes spaces where pedagogical activities are developed. Finally, in order to integrate the project into the community, it is sought to broaden, selectively, the use of common and/or sport areas towards potential users outside the project without altering its operation.<br>Tesis

Il lavoro, sviluppando una riflessione a partire dal rapporto esistente tra pedagogia e processi di trasformazione in atto a livello globale e locale, cerca di leggere le problematiche educative di un paese in progressiva e veloce trasformazione, utilizzando differenti apporti disciplinari, tra cui l'antropologia, la sociologia, la psicologia. Nella prima parte l'autrice fornisce un ampio quadro teorico e metodologico con riferimento alla teoria della costruzione dei saperi sviluppata all'interno della Pedagogia Ludica. Nella seconda parte viene descritta la sperimentazione sul campo sviluppatasi all'interno di un progetto di sviluppo locale nel Municipio di Guanabacoa (La Habana-Cuba). L'autrice dunque presenta la sperimentazione di un progetto di sviluppo umano e problemi specifici di apprendimento utile per la costruzione di un modello di integrazione tra la cultura e l'educazione, educazione formale e non formale in contesti di marginalità socio-educativa.

Relatório de estágio de mestrado em Educação Pré-Escolar e Ensino do 1.º Ciclo do Ensino Básico<br>Cada vez mais os contextos escolares são heterogéneos e diversificados dentro de cada sala, apelando a uma pedagogia diferenciada e inclusiva, sendo totalmente necessário que as práticas dos docentes em sala de aula se modifiquem. Tal alteração poderá ser conduzida a partir da inserção da diferenciação pedagógica, que deixa de generalizar toda a turma e passa a ter em conta as necessidades individuais de cada criança. No âmbito de um estágio curricular do Mestrado em Educação Pré-Escolar e Ensino do 1.º Ciclo do Ensino Básico, foi elaborada uma investigação com base na metodologia de investigação-ação, na tentativa de compreender os efeitos de uma prática pedagógica diferenciada, com o recurso aos aspetos lúdicos. Esta investigação divide-se essencialmente em duas naturezas, uma qualitativa, que se desenvolveu ao longo de 15 semanas com a implementação de atividades diferenciadas, inclusivas e lúdicas, complementada com o uso de instrumentos diferenciados, numa sala de 2.º ano do 1.º Ciclo do Ensino Básico, com um total de 24 crianças e também quantitativa, a partir da implementação de um questionário sociométrico inicial e final. A investigação pretende assim destacar a importância do contexto educativo, das intervenções desenvolvidas e da investigação, na procura de mudanças na prática educativa e no realce do papel das atividades didáticas, permitindo a construção de instrumentos diferenciados e atividades lúdicas que promovam a inclusão de crianças com características heterogenias, sem omitir o que as torna diferentes. Pretende-se refletir e apresentar, a partir desta prática, uma postura do professor mais investigativa, reflexiva, participativa, ativa e crítica, como componentes essências à formação do mesmo. De uma modo geral e partindo de toda a prática desenvolvida, concluo, a partir dos resultados visíveis na sala de aula, que a aplicação de uma metodologia que considera a criança um ser participativo e que atende às suas características, concebe efeitos positivos face ao seu desenvolvimento social, pessoal e psicológico.<br>The school context is increasingly more diverse in each classroom, requiring an inclusive and differentiated pedagogy. It is totally necessary for teachers to adapt their practices in the classroom. Such change may be carried out from the introduction of pedagogical differentiation, which stop generalizing the student needs and take into account the individual needs of each child. As part of my Master Degree training in Early Years and Primary Education, a research was developed based on the action-research methodology, in attempt to understand the effects of a differentiated pedagogical practice using aspects learning through play. This research is divided in two main approaches: qualitative, which was developed throughout fifteen weeks with the implementation of inclusive, differentiated and ludic activities, complemented using differentiated instruments in a Year 2 classroom in a Primary School, with twenty-four children. The second approach was quantitative, implementing the same sociometric questionnaire at the beginning and at the end of the study. The research aims to highlight the importance of educational context, seeking for changes in educational practice and putting emphasis on the didactic activities role, allowing for construction of differentiated instruments and aspects of learning that promote the inclusion of diverse children, without neglecting what makes them different. Based on this research, a teacher´s position should be more investigative, reflective, participative, active and critical. These should be essential components to the teacher´s training. Generally speaking and based on the whole practice developed, I conclude, from the visible findings in the classroom that applying a methodology that involves a participatory child and meets their characteristics, allows for positive effects in relation to their social, personal and psychological development.