Literatura académica sobre el tema "Pedagogia dei movimenti sociali"

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Artículos de revistas sobre el tema "Pedagogia dei movimenti sociali"

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Graziella Arazzi. "Scuola e territori: trame di coevoluzione per reinventare il mondo". IUL Research 3, n.º 5 (19 de junio de 2022): 230–39. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.281.

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Resumen
Scuola e territori: scuola estesa, scuola diffusa, risorsa formativa per tutto il territorio? Oppure: territorio che propone alla scuola piste di inclusione e di coesione sociale? Oltre il dualismo formazione/mondo esterno, una proposta innovativa, che illustra la reciproca pervasività tra scuola e territorio, proviene dall’attuale modello epistemologico dei territoires apprenants. Utilizzando la lezione di Deleuze e Guattari, pedagogisti e sociologi definiscono i territoires apprenants come movimenti globali di uomini/concetti/forme sociali (tra cui la scuola) che si innescano in un determinato contesto geografico. In tale scenario, caratterizzato dall’attitudine ad abbandonare costantemente stabilità e abitudini, l’istituzione scolastica diviene motore per collegare fattori differenti, ospitare differenze, sostenendo trame di connessione e di coerenza mai definitive e proprio per questo dense di creatività pedagogica ed etica.
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Montero, Maritza. "Psicologia della liberazione: idee di base e sviluppo". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (julio de 2012): 11–25. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-001002.

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Resumen
Il presente contributo intende tracciare un quadro sintetico ed esaustivo della psicologia della liberazione. Una prima parte del testo descrive il contesto culturale entro cui nasce e si sviluppa tale orientamento sottolineando i punti di convergenza e le influenze che arrivano dalle scienze sociali in generale e da quelle latinoamericane in particolare. La descrizione dei movimenti di trasformazione della disciplina psicologica negli anni '70 introduce ai principali cambiamenti proposti dalla psicologia della liberazione di cui vengono descritti i costrutti chiave e i principi fondamentali. La figura di Martín-Baró č sicuramente al centro della trattazione anche se a quella si affiancano i contributi che altre discipline (pedagogia, sociologia e filosofia in primis) e altri autori (Freire e Fals Borda principalmente, ma anche la stessa Montero) hanno dato allo sviluppo della psicologia della liberazione. Questa ultima viene presentata come un orientamento trasversale, che fa uso di una metodologia complessa e che puň rappresentare un modo di intendere il lavoro psicologico in tutte le aree e in contesti anche molto diversi da quello latinoamericano.
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Kriesi, Hanspeter. "SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 1 (abril de 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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Resumen
IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Porta, Donatella della y Hanspeter Kriesi. "MOVIMENTI SOCIALI E GLOBALIZZAZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, n.º 3 (diciembre de 1998): 451–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026241.

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Resumen
IntroduzioneNel corso dell'ultimo decennio, gli studiosi dei movimenti sociali negli Stati Uniti ed in Europa hanno prestato sempre più attenzione al contesto politico nel quale essi si mobilitano. In questo processo, la ricerca non solo ha fatto sempre più riferimento alla scienza politica per completare le sue concezioni originali (principalmente fornite dalla sociologia, dalla storia e dalla economia), ma è divenuta anche più comparata, focalizzandosi sull'impatto dei contesti politici nazionali, regionali e locali sulla mobilitazione e sulle sue conseguenze in vari paesi. Con la comparazione cross-nazionale, l'attenzione si è diretta agli effetti del cambiamento nel contesto internazionale sui sistemi sociali e sulla politica a livello nazionale. In altre parole, la ricerca sui movimenti sociali è divenuta lentamente consapevole che la divisione tra la politica comparata e le relazioni internazionali è sempre più anacronistica. Anche nello studio dei movimenti sociali, la sfida «è combinare i risultati di ambedue le prospettive senza perdere di vista i loro singoli contributi» (Garrett e Lange 1995, 654). É quello che cercheremo di fare nel corso di questo articolo, concentrandoci sull'impatto delle crescenti interazioni tra contesti politici nazionali ed internazionali e movimenti sociali in un mondo sempre più globale.
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Bosi, Lorenzo. "Movimenti e cambiamento sociale. L'interrelazione delle conseguenze". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 42 (enero de 2012): 69–80. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042006.

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Resumen
Nell'ultima decade la letteratura sugli effetti dei movimenti sociali ha conosciuto una notevole espansione. Questo sviluppo ha generato una domanda di miglioramento dei nostri approcci alla materia sia a livello teorico sia metodologico. Nonostante tutto questo, nel cercare di misurare l'impatto dei movimenti sociali, legando questi agli obiettivi che alcune componenti di un movimento dichiarano di avere, la ricerca scientifica sulla materia ha prodotto scarsi risultati. L'articolo suggerisce che per conoscere come i movimenti sociali producono cambiamento sociale bisogna guardare all'interrelazione delle conseguenze e non limitarsi a studiare le conseguenze nel breve periodo ma estendere le analisi al lungo periodo. L'articolo vuole provocare una discussione sulla materia e identificare una nuova opportunitÀ d'investigazione empirica.
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Paccagnella, Luciano. "Il potere dei codici: crittografia, cypherpunk e movimenti sociali". Quaderni di Sociologia, n.º 23 (1 de agosto de 2000): 48–63. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1361.

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D'Ambrosi, Lucia y Laura Massoli. "Attivismo giovanile e media sociali: tra consumi civici e sviluppo di capitale sociale". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 43 (septiembre de 2012): 105–19. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043007.

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Resumen
L'articolo esamina le istanze motivazionali dei giovani che aderiscono ai movimenti partecipativi in Rete, in relazione alla capacitŕ di produrre capitale sociale. L'analisi, condotta attraverso la survey online, pone in rilievo interessanti linee interpretative circa la capacitŕ dei giovani di connettere il vissuto online con quello reale e di creare legami sociali di tipo bridging. Nello specifico, le autrici evidenziano tre profili di giovani attivi: i "connessi ludici", gli "impegnati sul territorio", gli "acculturati virtuali" la cui vocazione emozionale connessa alla partecipazione presenta molteplici riferimenti valoriali. L'adesione ai movimenti si gioca su un ampio set di motivazioni lungo una linea di polarizzazione che vede contrapposto il bisogno di un riconoscimento sociale all'identificazione con una propria filosofia di vita.
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della Portae, Donatella y Dieter Rucht. "MOVIMENTI SOCIALI E SISTEMA POLITICO: UN CONFRONTO FRA ITALIA E GERMANIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, n.º 3 (diciembre de 1992): 501–37. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001889x.

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Resumen
IntroduzioneLa letteratura sulle forme di protesta si è arricchita, di recente, di numerosi contributi che hanno, tra l'altro, affrontato il tema dei rapporti tra sistema politico e movimenti sociali. Ispirati da Eisinger, che aveva dimostrato una relazione curvilinea tra l'incidenza della protesta nelle città americane e l'accesso dei movimenti collettivi nelle arene politiche locali (Eisinger 1973, 28), modelli sempre piò complessi sono stati elaborati per spiegare un numero crescente di variabili. Molte ricerche hanno utilizzato il concetto distruttura delle opportunità politiche, riferendosi ad un complesso e variegato insieme di variabili (Tarrow 1983; Tarrow 1989a; Brand 1985; Kitschelt 1986; Kriesi 1989 e 1991). L'uso di questo concetto in una comparazionecross nationalpresenta, a nostro avviso, tre problemi. In primo luogo, il limitato numero di casi analizzati non permette generalizzazioni accurate. In secondo luogo, il controllo logico delle relazioni ipotizzate raramente è stato facilitato attraverso l'indicazione di variabili intervenienti tra variabili indipendenti e variabili dipendenti molto «distanti» fra loro. In terzo luogo, le analisi proposte sono state, prevalentemente, analisi statiche: riferendo le caratteristiche di un movimento a condizioni strutturali piò o meno inerti, queste analisi non sono state, cioè, in grado di spiegare i mutamenti congiunturali. In questa introduzione, proporremo alcune soluzioni a questi tre problemi, illustrando il modello esplicativo utilizzato nella nostra ricerca.
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Pioppi, Daniela. "Neo-patrimonialismo, politica identitaria e opposizione nel mondo arabo: il caso dei Fratelli Musulmani inEgitto". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (abril de 2010): 53–78. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001002.

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Le principali forze di opposizione ai regimi neo-autoritari al potere nel mondo arabo sono oggi senza eccezioni i partiti o movimenti islamisti, mentre altre forme di appartenenza clanica, tribale, etnica o confessionale hanno ripreso centralitŕ politica nel contesto della crisi dello Stato sociale e nazionale che si era invece consolidato nel periodo post-indipendenza. Questo saggio propone di studiare le modalitŕ della mobilitazione e partecipazione politica nel mondo arabo in relazione al neo- patrimonialismo e clientelismo che sempre piů caratterizzano il rapporto Statosocietŕ in questi paesi. Attraverso il caso dei movimenti islamisti e, in particolare, dei Fratelli Musulmani in Egitto, il saggio illustra come lo studio dell'interazione fra i diversi attori sociali e politici e le reti neo-patrimoniali che provengono dal regime puň aiutarci a comprendere meglio la razionalitŕ di alcune scelte di mobilitazione su base identitaria (tribale, etnica o confessionale); il grado di integrazione dei diversi attori politici all'opposizione con le strutture di potere nei rispettivi paesi e quindi la loro natura sistemica o anti-sistemica; e, piů in generale, le probabilitŕ che emergano strutture di potere parallele o alternative a quelle vigenti.
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M. Daher, Liana y Davide Nicolosi. "Mediazioni di cittadinanza: l'attivismo prosociale a favore dei migranti". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (marzo de 2022): 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001007.

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Le recenti iniziative di rivendicazione politica dei migranti evidenziano episodi di cittadinanza dal basso, all'interno dei quali è possibile osservare la presenza di movimenti collettivi o reti associative, quali, per esempio, Project20k e No Borders; ciò sembra rilevare una sovrapposizione tra aspetti volontaristici e aspetti relativi specificamente all'attivismo politico, prefigurando casi di cittadinanza mediata (Ambrosini, 2020a; Bartolotta, 2015). È possibile studiare questi casi attraverso il modello di attivismo prosociale, inteso come quella pluralità di forme attraverso le quali i cittadini si uniscono al fine di sostenere categorie sociali vulnerabili (Moro, 2010). Il presente lavoro mira ad analizzare tali processi di azione collettiva attraverso studi di caso di alcune reti di attivismo in difesa dei diritti dei migranti presenti in Sicilia, all'interno delle quali sono state condotte delle brevi campagne di interviste non strutturate rivolte ai membri del direttivo.
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Tesis sobre el tema "Pedagogia dei movimenti sociali"

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Santambrogio, Elisa <1987&gt. "Giovani, movimenti sociali e nuovi media. La scossa creativa nel Giappone post-Fukushima". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2426.

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Il terremoto che ha colpito il Giappone nord-orientale l’11 marzo 2011, ha provocato un forte senso di desolazione che ha pervaso gli animi di chi l’ha vissuto in prima persona, palesando la fragilità di un futuro già precario di per sé. Nello specifico, si vuole indagare sulla situazione dei giovani, i quali hanno per lungo tempo rappresentato una categoria considerata politicamente apatica e ampiamente stereotipata dai media, ritrovandosi a dover vivere nell’incertezza data dalla costante precarietà lavorativa, nella frustrazione di non riuscire ad avere una propria indipendenza e nella preoccupazione legata alle attuali condizioni sociali ed ambientali, che caratterizzano il presente e il futuro di questa generazione “digitale”. Attraverso i dati raccolti in tre mesi di ricerca sul campo a Tōkyō (febbraio-aprile 2012), si proverà a comprendere come essi siano riusciti a sfruttare le potenzialità dei social media al fine d’intensificare le connessioni con gli altri individui, in una fitta rete di scambio emozionale come può essere quella di Internet, con i suoi blog e i social network, dalla quale si è creata una “società civile 2.0”. La creatività ricopre un ruolo centrale in questa ricerca: attraverso alcuni case study (esempi di una comunicazione alternativa attraverso l’uso dei social media, fenomeno dei MADmovies usati come strumento critico, forme di “protesta creativa” e utilizzo dell’ironia durante le manifestazioni) si proporranno numerosi esempi di metodi di comunicazione su vari livelli, adottati indistintamente dai singoli individui e dai giovani gruppi di protesta che, partendo dalla diffusione tramite i social media, hanno trovato forza e vigore anche nella realtà metropolitana delle strade, promuovendo l’intento primario di risvegliare una coscienza critica e una nuova “politica del quotidiano” nella Tōkyō contemporanea.
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Valenti, Chiara <1992&gt. "Sicurezza alimentare: la percezione del rischio e la nascita dei movimenti sociali nel Giappone post-Fukushima". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10056.

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L’elaborato mira ad analizzare in che modo la popolazione giapponese percepì e reagì al rischio di contaminazione dei generi alimentari da parte di sostanze radioattive in seguito all’incidente che si verificò alla centrale nucleare di Fukushima l’undici marzo duemilaundici. Successivamente al devastante tsunami che colpì le coste del Tōhoku, i reattori della suddetta centrale subirono gravosi danni che portarono alla dispersione di materiale radioattivo nell’ ambiente circostante, questa situazione generò uno stato di allarmismo che fece nascere una profonda ansia e incertezza sugli effetti delle radiazioni sulla salute. La ricerca sarà composta da tre parti: una relativa al ruolo che ebbero i mass media nella costruzione della percezione del rischio con un focus sui mezzi di comunicazione locali; successivamente verrà analizzato in che modo il governo fu in grado di comunicare i rischi legati alla presenza di sostanze radioattive nei generi alimentari; infine verranno studiati alcuni movimenti e associazioni che sorsero con l’obiettivo primario di salvaguardare la sicurezza alimentare in modo alternativo alle direttive del governo.
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Segna, Federica <1984&gt. "Il Movimento marocchino del 20 Febbraio: esempio di transnazionalismo dei movimenti sociali. I casi studio dei coordinamenti francesi di Montpellier, Parigi e Lille". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4589.

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La caduta di Ben ‘Ali in Tunisia e in seguito di Mubarak in Egitto, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, ha dato nuovo impulso all’attivismo e ai movimenti sociali marocchini. Le specificità del regno maghrebino impedirebbero una messa in discussione dello status quo? Esiste un’eccezione marocchina secondo la quale il paese sarebbe al riparo dalla “primavera araba”? Cercando una risposta fattuale a questi quesiti, il movimento di protesta nato in rete si è concretizzato il giorno 20 febbraio 2011 con manifestazioni in più di cinquanta città marocchine e, in contemporanea, sono stati organizzati degli eventi di sostegno in alcune città all’estero, soprattutto dove la rete diasporica marocchina è particolarmente attiva. Da questa prima manifestazione è nato il movimento eponimo Movimento del 20 Febbraio (M20F). Il M20F, fin dall’inizio, ha preso forma in uno spazio virtuale, con una vocazione transnazionale rilevabile fin dalle prime azioni, come dimostrerebbe la piattaforma informativa Mamfakinch, concepita in tre lingue (arabo, francese e inglese) gestita da bloggers basati in Marocco come all’estero e le manifestazioni del 20 febbraio 2011 organizzate anche in alcune città europee. Quello che si vuole mettere in risalto in questo lavoro è che il transnazionalismo come caratteristica precipua nel M20F è dato non solo dall’uso crescente e dalla disposizione sempre maggiore di una connessione internet, delle TIC, del Web 2.0 ed in generale dalla globalizzazione, ma dai legami intrattenuti dai migranti marocchini in diaspora e dal loro vissuto. Per poter verificare tali ipotesi, ad una ricerca di tipo bibliografico è stata affiancata un lavoro sul campo di tipo etnografico, sia in Marocco (interviste qualitative) che in Francia (interviste qualitative e osservazione partecipante). Alcune della caratteristiche dell’attivismo transnazionale sono state effettivamente riscontrate nel M20F: il vissuto migratorio dei soggetti intervistati è situato a cavallo di diverse culture politiche (francese e marocchina); l’impegno militante in differenti organizzazioni nazionali e internazionali farebbe risaltare il transnazionalismo dei soggetti impegnati e, infine, la riflessione, l’interpretazione e la ricomposizione delle rivendicazioni iniziali adattate al contesto locale, nello specifico delle città dei casi studio dimostrerebbero tale caratteristica. Durante la ricerca, è stato rilevato che il M20F come movimento transnazionale ha favorito, in Francia, il ricambio generazionale all’interno delle strutture militanti marocchine presenti oltralpe, prima fra tutte l’AMDH (Association Marocaine des Droits Humains), sostituendosi al sindacato studentesco di stampo marxista-lenininista, UNEM (Union Nationale des Étudiants du Maroc), che negli anni ’70-’80 svolgeva tale ruolo formatore. Il lavoro di ricerca condotto durante questa tesi di laurea si inserisce nel contesto più ampio degli studi sui movimenti sociali e delle migrazioni. Ci si è avvalsi dei concetti di “socialità militante” per analizzare le motivazioni dell’impegno in favore del M20F favorite dalle dinamiche di socializzazione messe in atto dai giovani migranti marocchini venuti in Francia per ragioni di studio e impegnati per la causa del M20F dalla propria città di residenza francese e dai “vecchi” militanti di formazione marxista-leninista stabilitisi nelle tre città del caso studio durante gli anni ’70-’80. Allo stesso modo il concetto di “spazio dei movimenti sociali” di L. Mathieu si è rivelato utile per comprendere le interazioni tra i movimenti sociali e gli altri campi dell’universo sociale, nello specifico del M20F con i partiti e le organizzazioni francesi. Infine lo studio di M. Tozy sulla natura e la struttura del potere marocchino (makhzen) è stato centrale poter meglio comprendere le motivazioni della dinamica contestataria in atto da tempo in Marocco in cui s’inserisce il M20F.
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Pupi, Anna <1992&gt. "I limiti e le opportunità della democrazia taiwanese: la gioventù dei movimenti sociali Proposta di traduzione e commento traduttologico di un articolo di sociologia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9912.

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La tesi propone la traduzione in italiano dell’articolo cinese “Cresciuti in una notte” (yi ye zhang da 一夜長大) dell’attivista sociale e giornalista Liu Meiyu, pubblicato sul periodico Pensiero (sixiang 思想) nel 2014. La traduzione è corredata dal relativo commento traduttologico che spiega la strategia adottata e le modalità di superamento dei problemi linguistici e lessicali riscontrati. L’articolo studia la formazione di una nuova categoria di attivisti, gli “attivisti neofiti”, che riunisce cittadini taiwanesi provenienti da realtà sociali eterogenee. Analizzando il background ideologico dei partecipanti all’attivismo sociale degli ultimi trent’anni, si evince il progressivo coinvolgimento di fasce di popolazione un tempo estranee a questa forma di protesta. Secondo l’autrice l’esposizione all’ideologia democratica, la globalizzazione e la giovane età della popolazione hanno concorso alla formazione di una comunità di attivisti sempre più aperta e diversificata. Questo fenomeno da un lato incrementa il numero di partecipanti alle proteste, ma dall’altro ostacola la formulazione di istanze precise e condivise da tutti. L’articolo analizza in particolare le dinamiche del movimento dei Girasoli, svoltosi nelmarzo del 2014 a Taipei. In questa occasione, per la prima volta nella storia di Taiwan, molti gruppi di attivisti si sono coalizzati per protestare contro obiettivi comuni quali la riforma economica e altre questioni di ordine civile.L’autrice conclude il suo articolo avanzando l’ipotesi che, migliorando la comunicazione tra i gruppi di protesta, si possano aumentare l’efficacia e il potenziale educativo dell’attivismo civile.
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Carrozza, Stefania. "La funzione della performance analysis nella didattica del movimento". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/307.

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2010 - 2011
Questo lavoro di ricerca ha voluto studiare alcuni aspetti rilevanti del processo di analisi del movimento attraverso l'utilizzo di metodi scientifici che prendono in considerazione lo studio dei movimenti liberi, concentrandosi sui fattori che determinano la precisione del movimento, la scelta del movimento o schemi di azione. Sulla stessa linea, si e’ voluto studiare il movimento in un contesto ancora più globale in un ambiente predefinito, definendone l’analisi comportamentale, centrato sull'aspetto didattico e sul concetto del processo di miglioramento prestazionale. L’obiettivo principale e’ stato quello di capire le variabili che determinano l’efficacia delle prestazioni motorie e di evidenziare quelle più significative che agiscono sull’apprendimento dei comportamenti del movimento stesso, di capire anche in che modo tali informazioni possono essere utilizzate e in che misura possono aiutare a potenziare e migliorare l’aspetto motorio e dell’apprendimento. L'approccio adottato in questo studio di ricerca è stato quello di concentrarsi sulle mutevoli interazioni tra l’ambiente e il movimento, infatti esistono vari tipi di movimenti che includono diverse abilità e dove il risultato della prestazione è dovuto da fattori diversificati come ad esempio nel gioco degli scacchi dove l’abilità è di tipo intellettuale o in una maratona o nel sollevamento dei pesi dove i fattori sono più in relazione all’allenamento cardiovascolare e alla forza. Tutto questo ci mette difronte ad una scelta sul tipo di elementi da analizzare e al tipo di fattori da prendere in considerazione. L’analisi del movimento e quindi della performance, può essere applicata in diversi ambiti scientifici, educativi, clinici, di intrattenimento, consentendo la misurazione e la descrizione di differenti aspetti di un atto locomotorio, finalizzando i suoi obiettivi al miglioramento della prestazione motoria, all’approfondimento delle conoscenze fisiologiche, alla valutazione del recupero post-infortunio, all’apprendimento, al miglioramento tecnologico delle attrezzature presenti in ambiente sportivo e formativo. [a cura dell'autore]
X n.s.
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LURASCHI, SILVIA. "Per/mettere le storie in movimento. Il posizionamento dinamico del ricercatore e la riflessività embodied in pedagogia". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/158203.

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Resumen
La tesi sostiene il posizionamento dinamico del ricercatore come via per riflettere sulla natura incorporata dei processi conoscitivi. Il corpo è visto come centro attraverso cui il ricercatore dà forma al proprio sentire e sapere; conoscere attraverso i sensi porta a un posizionamento estetico che ridefinisce sia la riflessività, sia l’incontro con i soggetti e contesti della ricerca. Il metodo scelto è autoetnografico, centrato sul racconto in prima persona dell’esperienza estetica del ricercare, incorporata e generata dall’azione e dal movimento del ricercatore, che permette un superamento di saperi e metodi tradizionali, centrati sulla scientificità oggettivante e sul pensiero astratto, attraverso pratiche che valorizzano identità e integrità. Il primo capitolo definisce la Embodied Cognition, paradigma emergente, come cornice epistemologica del lavoro, agganciandola a un’esperienza estetica vissuta, e integrando tra loro testi narrativi e argomenti teorici che fanno riferimento a un ventaglio di discipline e autori. Nel secondo capitolo viene proposta una teoria embodied ed enacted della riflessività pedagogica; nello specifico, sono ricostruite e ridisegnate cinque vie alla riflessività emergenti dalla letteratura, ed è esplicitato il posizionamento riflessivo e meta-riflessivo, etico e auto-etico, della ricercatrice. L’esperienza estetica raccontata all’inizio del capitolo porta a proporre la metafora della deriva come immagine capace di restituire la complessità e l’incertezza delle inter-relazioni corporee tra ricercatore, partecipanti e contesto nel processo di ricerca. L’immagine della deriva diventa la traccia, nel capitolo successivo, per costruire una metodologia innovativa, attraverso il primo studio di caso della tesi, che mostra la trasformazione della domanda di ricerca, inizialmente tesa a comprendere l’esperienza del dis/orientamento, nell’incontro emozionante della ricercatrice con un testo, scritto da una donna adulta rientrata in formazione. L’analisi di questo testo diventerà l’occasione per costruire un metodo originale, estetico, incorporato, che compone creativamente il modello metodologico della cooperative inquiry con l’inter-vista auto/biografica e la postura di “curiosità” di matrice sistemica. L’ultimo capitolo restituisce la ricerca sul campo, un’indagine collaborativa con 4 gruppi di donne e operatici di due comunità mamma-bambino, dagli esiti imprevedibili. Anche qui, come nel precedente studio di caso, l’iniziale domanda di ricerca, finalizzata a comprendere il presunto dis/orientamento esistenziale delle donne, si trasforma nell’inter-azione: la negoziazione del codice etico e l’attivazione di esperienze di consapevolezza corporea porteranno infatti le donne, co-ricercatrici attive e riflessive, a scegliere autonomamente di modificare in modo non anticipabile i tempi e gli esiti della ricerca. L’imprevisto chiede alla ricercatrice di riposizionarsi, porta la sua attenzione sulla dimensione corporea dell’incontro, la invita ad agire la riflessività come presenza, per produrre infine un ripensamento critico dell’intero processo di ricerca.
The thesis proposes the dynamic positioning of the researcher as a way to reflect on the embodied nature of cognition. The body is seen as a center for the researcher to give a shape to her own knowing and feeling. Knowing through sense brings to an aesthetic positioning, redefining both reflexivity and encounter, in searching with subjects and in contexts. The chosen method is autoethnographic, centered on first person narration of searching as an embodied experience generated by action and movement. This goes beyond traditional knowledge and methods, centered on objectivation and abstraction, to pratice identity and integrity. The first chapter takes Embodied Cognition, an emerging paradigm, as the epistemological framework of the study, starting from an aesthetic lived experience and integrating narrative parts and theoretical arguments, that refer to several disciplines and authors. In the second chapter, an embodied and enacted theory of pedagogical reflexivity is proposed, namely five ways to reflexivity, emerging from literature, are reviewed and redefined; moreover, the reflexive and meta-reflexive, ethical and self-ethical positioning of the researcher is exposed. The aesthetic experience that opens the second chapter gives birth to the metaphor of drift, a powerful image used to grasp complexity and uncertainty of bodily inter-relations between researchers, participants and context, as they happen in the process of searching. The drift becomes a track, then, in the following chapter, to build an innovative methodology, through the first case study, where a transformation of the initial research question aimed at understanding the experience of dis/orientation is documented through the soulful encounter of the researcher with a text written by an adult woman who re-entered education. The analysis of this text will be the occasion to build an original, aesthetical, embodied method, creatively composing the methodological model of cooperative inquiry with auto/biographic inter-view and “curiosity” as a systemic posture. The last chapter presents field research, a collaborative inquiry involving 4 groups of women and professionals in two residential mother-and-child care centers, and whose outcomes were unforeseeable. Here again, as with the previous case study, the earlier research question, aiming at understanding presumed existential dis/orientation of these women, was transformed during inter-action: the negotiation of the ethical code and activation of embodied self-awareness brought these women, as active and reflexive co-researchers, to choose autonomously to modify in un-anticipated ways the research timing and results. The unexpected pushed the researcher to re-position herself, brought her attention to the bodily dimension of the encounter, invited her to act reflexivity-as-presence, and produced a critical re-thinking of the whole research process.
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mazzon, r. m. "Una radio di relazioni. Il caso di Radio Cooperativa di Padova". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421709.

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Resumen
The research has as object relations that are established between non-mainstream media, their audience and their network of supporters. The moment with the advent of Web 2.0 interactivity between media and users is radically changing the social action and interesting to identify the processes that create a community around an average. To do this, the emphasis has been on the experience of a Venetian Local Radio, Radio Cooperativa of Padua, a radio based on pure voluntary, not income derived from advertising and is maintained by voluntary contributions from listeners and supporters. As stated mission, the issuer has the "give voice to the voiceless" and deals mainly with issues related to civil rights, environmental protection and peace. The choice of a radio depends on whether the media has long been the way for greater interaction with the audience than other media by using the phone
La ricerca ha come oggetto le relazioni che si instaurano tra media non mainstream, il loro pubblico e la loro rete di sostenitori. Nel momento in cui con l’avvento del web 2.0 l’interattività tra media e utenti sta radicalmente mutando l’agire sociale e interessante individuare i processi che creano una comunità attorno a un media. Per fare questo l'attenzione si è rivolta sull'esperienza di una Radio locale veneta, Radio Cooperativa di Padova, una radio basata sul volontariato puro, che non ricava introiti da inserzioni pubblicitarie e viene mantenuta con i contributi volontari di ascoltatori e sostenitori. Come mission dichiarata, l'emittente ha il “dare voce a chi non ha voce” e si occupa, principalmente, di temi legati ai diritti civili, alla salvaguardia dell'ambiente e alla pace. La scelta di una radio dipende dal fatto che questo media ha da tempo reso possibile una maggiore interazione con gli ascoltatori rispetto ad altri media grazie all'utilizzo del telefono
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Zanon, Ombretta. "Le rappresentazioni degli operatori dei servizi per la tutela nei confronti delle famiglie negligenti e formazione riflessiva". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424199.

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The “neglecting family” representation of professionals of child care and protection services and their reflexive training The research is part of the second edition of P.I.P.P.I. (Intervention Program for Prevention of Institutionalization), a research-training-intervention funded from 2010 by the Italian Ministry of Labour and Social Affairs in partnership with the Lab of Research and Intervention in Family Education (LabRIEF) of the Department of Philosophy, Sociology, Pedagogy and Applied Psychology (FISPPA) of the University of Padua. The 4th implementation is currently in progress (2015/2016) involving 1000 families and 3000 professional across the entire national territory. Inspired by practices for child care and protection already validated and recognized in the international context, the program P.I.P.P.I. aims at testing and disseminating innovative measures to support neglecting families with children 0 to 11 years old. The primary goal is to reduce the risks of placing children out of home (family preservation) or, if the placement is necessary, to "place with appropriateness" and to reduce the time of separation through accurate and timely care plan and evaluation by the services (family reunification). The P.I.P.P.I. method includes forms of intensive family support (home intensive care) and leverages on the integration between the different services, with the direct participation of children and parents in all the step of the care process: assessment, planning, intervention, and evaluation (Barudy, Dantagnan, 2007 Chamberland, Léveillé; Trocmé, 2007; Lacharité, Éthier, Nolin, 2006; Milani et al., 2015; Serbati, Milani, 2013). Within the focus on “processes” as one the main dimensions of the program implementation, this doctoral research explores the area of training processes and specifically the lifelong and interprofessional reflective training (Kolb, 2002; Fabbri, 2007; Knowles, 1990; Mezirow, 1991; Mortari, 2003, 2010; Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1991, 1995, Reggio, 2010; Schön, 1983, 1987) run with professionals in regular meetings (called "tutoring") where professionals monitor the work with families. According to the role played by the "perspectives of meaning" in driving attitude and behavior (Bateson, 1972; Kelly, 1963; Kuhn, 1962) and in particular to the construct of social representations expressed through verbal language (Abric, 1994; Moscovici, 1961; Jodelet, 1989). The research aimed at answering the question whether the systematic and reflective training in P.I.P.P.I. fosters the change in the representations about families of professionals. Using a quali-quantitative methodology, representations of professionals were collected through the quantitative and qualitative tools and in particular, among the latter, discursive protocols collected during the meetings of tutoring were analyzed in order to identify, within the evolution of the semantic structure, the transformation in the representations. At the end of the experimental process, the research has used «the collected material to develop it in scientific knowledge» (Cadei, 2008, p. 48), reconnecting the data collected with the theoretical framework, with particular reference to the efficacy evaluation of the methods in training of professionals and to the integraton in social work and health field of the pedagogical paradigm of "theory in action" (Orlando Cian, 1997) that fosters and generates knowledge of the practice and for the practice.
La ricerca si inserisce all’interno della seconda edizione di un percorso di ricerca–intervento-formazione denominato P.I.P.P.I. (Programma di intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione). Il programma, promosso a partire dal 2011 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in partenariato con il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare (LabRIEF) del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova, sta attuando nel biennio 2015/2016 la quarta implementazione, con il coinvolgimento di circa 1000 famiglie e 3000 operatori dei servizi per la tutela nell’intero territorio nazionale. Ispirandosi a pratiche per la protezione dell’infanzia già validate nel contesto internazionale, il programma P.I.P.P.I. si pone la finalità di sperimentare e diffondere delle azioni innovative per il sostegno delle famiglie negligenti con figli in età da 0 a 11 anni. L’obiettivo primario è di ridurre i rischi di allontanamento dei bambini dall’ambiente familiare (family preservation) o, nel caso il collocamento del bambino fuori della famiglia si renda necessario, di “allontanare con appropriatezza” e di ridurre i tempi della separazione attraverso una valutazione e una progettazione accurate e tempestive da parte dei servizi (family re-unification). Il metodo proposto dal programma comprende forme di sostegno alle famiglie negligenti di tipo intensivo nel tempo (home intensive care) e in forma integrata tra i diversi servizi per la tutela, con la partecipazione diretta dei bambini e dei genitori alla valutazione e alla progettazione (Barudy, Dantagnan, 2007; Chamberland, Léveillé; Trocmé, 2007; Lacharité, Éthier, Nolin, 2006; Milani et al., 2015; Serbati, Milani, 2013). All’interno del modello logico di implementazione del programma, la presente ricerca dottorale ha esplorato l’area dei processi di formazione e nello specifico l’attività di formazione riflessiva (Kolb, 2002; Fabbri, 2007; Knowles, 1990; Mezirow, 1991; Mortari, 2003, 2010; Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1991, 1995; Reggio, 2010; Schön, 1983, 1987), continua e interprofessionale realizzata con gli operatori in incontri periodici (denominati “tutoraggi”) per il monitoraggio del lavoro con le famiglie. A partire dalla premessa del ruolo esercitato dalle “prospettive di significato” nel guidare gli atteggiamenti e i comportamenti (Bateson, 1972; Kelly, 1963; Khun, 1962) e in particolare dal costrutto di rappresentazioni sociali (Abric, 1994, 1996, 2003; Moscovici, 1961; Jodelet, 1993) espresse attraverso il linguaggio verbale, la ricerca si è orientata a rispondere alla domanda relativa al grado di cambiamento delle rappresentazioni dei professionisti nei confronti delle famiglie, che una formazione sistematica e riflessiva, secondo la metodologia attuata nei tutoraggi con le équipe multidisciplinari, è in grado di apportare. Nella metodologia della ricerca le rappresentazioni dei professionisti sono state rilevate attraverso degli strumenti quantitativi e qualitativi e, tra i secondi, sono stati analizzati i protocolli discorsivi raccolti nel corso degli incontri di tutoraggio, per individuare attraverso l’evoluzione della struttura semantica del testo le eventuali trasformazioni delle rappresentazioni stesse. Al termine del percorso sperimentale, la ricerca ha impiegato «il materiale raccolto per svilupparlo in conoscenza scientifica» (Cadei, 2008, p. 48), connettendo ricorsivamente i dati raccolti con la cornice teorica, con particolare riferimento alla valutazione di efficacia dei metodi nella formazione dei professionisti dei servizi per la tutela e al trasferimento nell’ambito del lavoro sociale e sanitario del paradigma pedagogico dell’azione intesa come “teoria in atto” (Orlando Cian, 1997) e generatrice a sua volta di sapere della pratica e per la pratica.
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Rodríguez, Triviño Oscar Hernán [UNESP]. "Educación del campo y educación popular en américa latina, derecho nuestro, deber del estado". Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2016. http://hdl.handle.net/11449/148968.

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
A finalidade desta investigação se centra em estudar com um enfoque multidisciplinar, partindo da área das ciências sociais, as problemáticas e os debates epistemológicos relacionados à Educação Popular e Educação do Campo na América latina. Procurando obter um diagnóstico das relações que existem atualmente entre a educação formal, os movimentos sociais e a educação popular e do campo, em alguns países da América Latina, como Colômbia, Equador, Peru, Bolívia, Argentina e Brasil. Com enfoque particular em estudos de casos nas experiências protagonizadas pelas escolas populares e outras experiências de construção educativa desenvolvidas por organizações sociais. Comparando práticas pedagógicas, formas de organização, e seus cruzamentos com a cultura das comunidades educativas. Os atuais processos de educação popular na América Latina vêm gerando propostas a respeito de um tipo de educação que nos permita construir-nos enquanto sujeitos e atores com certas capacidades fundamentais.
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Lastrico, V. "PROCESSI DECISIONALI E MOVIMENTI DI PROTESTA TRA SCIENZA E POLITICA. UNA COMPARAZIONE TRA ITALIA E FRANCIA SUL CASO ALTA VELOCITÀ". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/174183.

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La ricerca intende indagare come la strutturazione delle arene decisionali, e nello specifico l’apertura a soggetti portatori di saperi non specialistici, possa influire sulla definizione del problema di policy, nel caso politiche tecno-scientifiche altamente conflittuali come quelle ambientali. A questo scopo si mettono a comparazione due casi relativi ai fenomeni che si rivelano spesso come i più complessi anche fra i conflitti ambientali, vale a dire quelli di pianificazione e localizzazione di grandi infrastrutture particolarmente impattanti sul territorio quali le tratte ferroviarie ad alta velocità. La scelta è ricaduta sui due casi nazionali, italiano e francese, della progettata linea transfrontaliera Torino-Lione, per gli spunti che essi offrono in termini di rapporto fra saperi, repertori d’azione collettiva, struttura delle arene decisionali, e nel tentativo di fornire una prospettiva il più possibile originale e completa su un fenomeno sempre più studiato da diverse angolature, ma su cui non esistono risultati univoci. Molte ricerche tentano infatti di dare una risposta al differente grado di conflittualità riscontrabile sul medesimo progetto dai due lati del confine. In gran parte nel fare ciò adottano spiegazioni di tipo prettamente istituzionale e statico, ponendo di volta in volta in rilievo la maggiore partecipazione concessa ai destinatari o al contrario il maggior decisionismo rintracciabile in Francia, così come la maggiore o minore fiducia verso le istituzioni e la scienza. Obiettivo della tesi è invece di indagare il ruolo che la strutturazione e il funzionamento delle arene decisionali può avere nel determinare la reazione locale, ma attraverso la mediazione operata dalla cognizione sociale. Il che significa indagare non solo se le modalità decisionali possono avere un ruolo nello spiegazione della protesta (o se al contrario quest’ultima sia da addebitare unicamente alla scelta di policy, al di là del modo attraverso cui si è giunti alla scelta), ma anche in che modo ciò avvenga. Vale a dire perché, all’interno dei due casi con processo decisionale omogeneo, alcuni attori decidano di ricorrere a repertori d’azione di tipo conflittuale ed altri no. Si tenta di capire come la strutturazione delle arene (il loro grado di inclusività, l’apertura a forme di conoscenza differenti da quelle tecnico-scientifiche ufficiali, la legittimazione delle istanze locali) si ripercuota sulla definizione del problema, e come questa, a sua volta, da un lato retroagisca sul processo decisionale stesso, costringendo ad un re-framing i policy-makers, e dall’altra funga da stimolo per l’azione collettiva e la scelta delle strategie d’azione (adesione, scientificizzazione, protesta). A tal scopo si analizzano, attraverso le tecniche qualitative e quantitative della political claim analysis, della frame analysis e della protest event analysis, i discorsi prodotti dagli attori coinvolti nella vicenda nei due casi d’indagine.
Aim of this work is to investigate how the structure of decision-making arenas, and specifically the opening to subjects with no specialized knowledge, can influence policy problem definition, in the case of highly contested policies involving techno-scientific and environmental issues. In order to do so a comparative analysis is carried out, comparing two cases related to the phenomena that often represent the most complex environmental conflicts, namely those of planning and location of major infrastructure particularly impacting for local life quality, such as high-speed railway lines. The choice fell on the two national cases, Italian and French, of the proposed cross-border line Turin-Lyon, for the cues they offer in terms of relation among different kinds of knowledge, collective action repertoires, structure of decision-making arenas, and in an attempt to provide an as original and complete as possible perspective of a phenomenon widely studied from different viewpoints, but on which no unequivocal result is reached. In fact, many researches are trying to explain the different degrees of conflict found on the same project from both sides of the border. In order to reach this goal they usually adopt strictly institutional and static explanations, underlining from time to time different supposed characteristics of French policy-making (the increased participation granted to the recipients, or on the opposite the greater role of imposition), as well as the greater or lesser confidence towards institutions and science. Aim of the thesis is rather to investigate the role the structuring and functioning of decision-making arenas may have in determining local reaction, but through the mediation made by social cognition. That means not only to investigate whether the method of decision may have a role in the explanation of the protest (or if on the contrary protest is to be charged only to the policy choice, beyond the way by which the choice is reached), but also how this happens. That is why, within the two cases with homogeneous decision-making process, some actors decide to use conflictual action repertoires, and others do not. The attempt is to understand how the structuring of the arenas (their inclusiveness degree, openness to forms of knowledge different from the techno-scientific official ones, legitimacy of local instances) influences the problem definition, and how this, in turn, retroacts on the decision-making itself (forcing policy-makers to a reframing) and acts as a stimulus for collective action and choice of action strategies (adhesion, technical reframing or protest). For this purpose the discourses produced by involved actors in the two cases are investigated through qualitative and quantitative techniques of political claims analysis, frame analysis and protest event analysis.
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Libros sobre el tema "Pedagogia dei movimenti sociali"

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Guerra globale: Globalizzazione e militarizzazione del mondo : le alternative dei movimenti sociali. Milano: Punto rosso, 2002.

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Caldeira, Isabel, Maria José Canelo y Gonçalo Cholant. Reinventar o social: movimentos e narrativas de resistência nas Américas. Imprensa da Universidade de Coimbra, 2021. http://dx.doi.org/10.14195/978-989-26-2126-5.

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A partir de uma perspectiva de Estudos Inter-Americanos, os estudos de caso que compõem esta coleção debruçam-se sobre a definição do social, suas configurações tradicionais e reconfigurações mais recentes no contexto alargado das Américas, e sobre as crises e lutas sociais do passado e do presente, juntamente com as diferentes respostas, movimentos, narrativas e discursos de resistência que têm gerado. Através da exploração de novos territórios, este volume pretende contribuir para a criação de uma nova gramática e pedagogia do social, a partir de perspectivas epistemológicas e práticas sobre as Américas. É ainda de relevar o caráter interdisciplinar desta publicação, na qual se cruzam a história, a sociologia, a crítica literária, cinematográfica e musical.
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Bonuccelli Heringer Lisboa, Sofia. Cotas Étnicos-Raciais na Unicamp: Narrativas em Disputa. Lutz Editora, 2021. http://dx.doi.org/10.47658/20210200.

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O presente livro origina-se no Trabalho de Conclusão de Curso em Pedagogia da autora, que teve por objetivo construir uma narrativa sobre a conquista das cotas étnico-raciais nos cursos de graduação da Unicamp sob a ótica dos sujeitos políticos e dos movimentos sociais que vivenciaram esse processo. Para tanto, foram coletados, organizados, analisados e expostos materiais de diferentes grupos estudantis, de docentes, da Reitoria e da Comissão Permanente para o Vestibular da Unicamp. A pesquisa revelou que, entre os anos de 2016 e 2017, a Unicamp foi palco de uma série de conflitos e disputas entre diferentes grupos sociais. Além disso, a mobilização estudantil expôs a desigualdade presente nas relações étnico-raciais dentro da universidade, onde houve ao menos cinco casos de racismo somente nesse período. Por fim, ficou evidente que a luta por cotas faz parte de uma luta mais ampla, a de um projeto de sociedade sem desigualdades, opressões e exploração.
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Diálogos entre políticas públicas e direito: participação e efetividade na sociedade contemporânea. Editora Amplla, 2020. http://dx.doi.org/10.51859/amplla.dpp146.1120-0.

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Esta obra se debruça sobre diálogos entre políticas públicas e direito, trazendo artigos científicos de diversos autores brasileiros acerca da participação e da sua efetividade na sociedade contemporânea. O livro apresenta um olhar interdisciplinar, sendo composto por capítulos escritos por pesquisadores não só da área jurídica, como também de Psicologia, Biologia, Odontologia e Pedagogia. A divisão dos capítulos parte de temas mais relacionados à participação política por diferentes vias, passando pelas demandas por efetivação dos direitos humanos, sem retrocesso social. Em seguida, transita por violações específicas no âmbito dos direitos a educação, igualdade racial e de gênero, moradia, dignidade física, psíquica e sexual, segurança pública e saúde. O primeiro capítulo discute em que medida foi eficaz a participação popular na tramitação da reforma política na Câmara dos Deputados do Brasil. Descreve as vias de participação popular nesse âmbito e discute seus efeitos na tramitação da referida reforma, a partir dos procedimentos metodológicos de revisão bibliográfica, análise de documentos, estudo de caso e process tracing com elite interviewing, em abordagem qualitativa. Os resultados indicam que, embora tenha havido aumento da participação popular institucional no período sob enfoque, o parlamento aplicou não decisões em relação à reforma política intencionada pelas entidades da sociedade civil que organizaram as provocações ao Poder Legislativo. Em seguida, o segundo capítulo tem como principal objetivo a análise acerca do Portal e-Democracia e o seu papel para uma maior democracia participativa de, principalmente, inclusão das minorias sociais. Estuda a relação entre a democracia brasileira e a participação popular, investiga o porquê do Portal e-Democracia ser tão necessário para a defesa dos direitos das minorias sociais, bem como explica a importância da participação popular legislativa das minorias sociais. Esta pesquisa parte de fontes bibliográficas primárias e secundárias, com revisão bibliográfica e análise do próprio portal em estudo. O estudo conclui que é essencial a criação de políticas públicas para a participação política das minorias sociais, sendo uma delas o mencionado portal eletrônico, porém esta medida isolada não resolve a presente questão, sendo necessárias políticas públicas de fácil acesso a todos e todas. O terceiro capítulo aborda as relações que conectam o princípio da vedação ao retrocesso social com as manifestações que apoiam o movimento de retorno da ditadura militar no Brasil no século XXI. Para tanto, no primeiro momento, os autores elucidam os conceitos de vedação ao retrocesso social, bem como o significado do chamado efeito cliquet, o qual corrobora com os ditames fixados do respectivo princípio, haja vista que, no alpinismo, significa que quando atingida uma determinada altura, não se pode mais voltar. Contextualizam, ademais, as heranças e as consequências da ditadura militar no Brasil, além de analisarem as manifestações que têm ocorrido na atualidade em prol de um retrocesso ao período ditatorial. O trabalho comprova que a volta da ditadura militar seria uma afronta ao princípio da vedação ao retrocesso social, uma vez que extinguiria e revogaria direitos fundamentais já consolidados no ordenamento jurídico brasileiro e regressaria a um período autoritário, que não se coaduna com o Estado Democrático de Direito. Conectando-se à discussão acerca de retrocessos e inefetividade de direitos, o quarto capítulo mergulha no debate democrático acerca da expansão da educação superior brasileira e das políticas de acesso que promoveram um significativo acréscimo de ingressantes nos cursos de graduação no Brasil. O trabalho atende a pesquisa bibliográfica e fundamenta-se na revisão de literatura com o suporte teórico de autores e legislações da área afim, refletindo sobre o processo de evolução e inclusão mediante a implementação de programas e ações afirmativas para a educação superior que corroboraram para dirimir o caráter elitista impregnado no perfil deste nível de ensino. Embora distante de reparar as injustiças sociais no Brasil, tais políticas geraram um número maior de ingressantes das camadas menos favorecidas da sociedade e, com isso, a representatividade dos grupos denominados de minorias aumentou, ainda que de modo tímido, mas refletindo na redução do déficit de acesso ao ensino superior. Ainda sobre desigualdades na educação no país, no quinto capítulo as autoras investigam como a discussão sobre o mito da democracia racial no Brasil impulsionou práticas racistas ao longo do tempo e como, a partir de um viés multiculturalista, se assentam as políticas afirmativas, com destaque para a política de cotas para ingresso de negros e pardos nas Universidades, implementadas a partir de 2012. Apontam, para tanto, que a construção deste mito não se coaduna com questões mais modernas e de relevo econômico e social que pautaram a promoção de políticas afirmativas no Brasil. Nesta senda, as políticas sociais afirmativas de cotas são medidas tomadas pelo Estado, de cunho temporário ou especial, com o objetivo de assegurar igualdade de oportunidades e que foram negadas historicamente para a população afro. Para embasar este artigo, foi utilizada a metodologia de revisão bibliográfica e a análise documental das políticas afirmativas de cotas. O capítulo seguinte aventa que as relações sociais são produtos da vida em sociedade e caracterizam-se, essencialmente, pela interação que há entre seus componentes considerando territórios, culturas, identidade e ideias. Contudo, é da natureza dessa dinâmica social que alguns grupos sociais se sobressaiam sobre os demais e imponham seus interesses pessoais acima dos interesses públicos, prejudicando, assim, a concretização de interesses gerais. Dessa maneira, com o intuito de explicar como essas relações de poder e de domínio influenciam na concretização de políticas públicas, o trabalho se propôs a analisar qual o protagonismo que os agentes sociais têm nessa fase. Como exemplo prático dessa discussão acadêmica, analisa-se como a elite governante brasileira busca conciliar seus interesses com a efetivação de políticas públicas habitacionais. Em outro aspecto de violação de direitos através de deficiências de políticas públicas, o sétimo capítulo analisa a evolução da taxa de homicídios no Brasil, verificando grande heterogeneidade entre os estados. Isso constitui uma deficiência estrutural grave, que compromete as bases do desenvolvimento no país. Assim, o propõe-se o entendimento da correlação das taxas de homicídios no Brasil em um período de 10 anos, verificando que os estados do Rio Grande do Norte, Goiás, Maranhão e Piauí se correlacionaram positivamente, apresentando um aumento na taxa de homicídios, enquanto Espírito Santo e Paraíba obtiveram redução. Diante dos resultados, destaca-se a atenção às políticas de segurança pública e conclui-se que é possível identificar padrões estruturais das distintas dinâmicas de homicídios contribuindo para e informações relevantes que possam subsidiar a implantação e efetividade das políticas públicas no país. Na seara das violências, o oitavo capítulo destaca aquelas cometidas contra mulheres no ambiente doméstico no bairro de Narandiba, em Salvador-BA. O artigo tem como objetivo geral analisar a possibilidade ou não de ampliação no atendimento às mulheres que sofrem violência doméstica através da unidade do Centro Judiciário de Solução Consensual de Conflitos (CEJUSC), órgão vinculado ao Tribunal de Justiça da Bahia, localizado no bairro de Narandiba, em Salvador. Como primeiro objetivo específico, examina se o acolhimento dessas vítimas estaria em conformidade com o regulamento e a missão que fundamenta o trabalho do CEJUSC. Como segundo objetivo específico, reflete sobre a demanda de mulheres, vítimas de agressão doméstica, que passam pela unidade de Narandiba em busca de um apoio ou uma orientação jurídica. Em termos metodológicos, o artigo é qualitativo e analisa o tema proposto utilizando a revisão bibliográfica, a análise de documentos e a observação da autora durante o período de janeiro a outubro de 2019. As violências domésticas atingem, não raro, a dignidade sexual de crianças e adolescentes. Assim, a conexão para o nono capítulo apresenta as etapas da perícia psicológica nos casos de suspeita de abuso sexual, tendo como enfoque os instrumentos e testes psicológicos mais utilizados nestas avaliações. Os objetivos específicos englobam conceituar avaliação psicológica e abuso sexual, bem como trazer técnicas da Psicologia que melhor respaldem o psicólogo nesse processo de avaliação. O método deste estudo foi realizado por meio de pesquisa bibliográfica. A avaliação psicológica pericial difere de outros tipos de avaliação psicológica em função de sua meta final onde atua subsidiando decisões legais quando estas dependem de um entendimento de funcionamento psicológico do(s) envolvidos(s) nos casos de suspeita de abuso sexual de crianças e adolescentes. Abuso sexual é qualquer contato ou interação entre uma criança ou adolescente e alguém em estágio psicossexual mais avançado do desenvolvimento, na qual a criança ou adolescente estiver sendo usado para estimulação sexual do perpetrador. As avaliações psicológicas têm sido requisitadas em todas as fases de encaminhamento dos casos, da notificação ao processo judicial. Desde a fase inicial ou investigativa, a criança pode passar por inúmeras intervenções (entrevistas, aplicação de testes psicológicos, etc), inclusive de psicólogos que não atuam diretamente com a justiça, mas que acabam colaborando no processo quanto à veracidade da situação de abuso. Não obstante possam ser vítimas de diversas violações de direitos, por vezes crianças e adolescentes entram em conflito com a lei. Nesse contexto, o décimo capítulo investiga a contribuição da aplicabilidade da entrevista terapêutica no processo de avaliação psicológica de adolescentes em conflito com a lei, descrevendo as características de adolescentes, explicando a função da Psicologia e elucidando entrevista terapêutica como ferramenta diferencial na avaliação psicológica desses adolescentes. Como metodologia foi realizada uma revisão bibliográfica, com base em livros e artigos científicos, com tratamento particular de publicações da área de Psicologia e da legislação específica sobre os direitos do adolescente. Como resultados, os adolescentes em conflitos com a lei apresentam características que se fundamentam em aspectos históricos, sociais e culturais e a entrevista terapêutica mostrou-se como importante na contribuição da avaliação psicológica desses adolescentes, uma vez que se dispõe como uma técnica de analise aberta, capaz de se ajustar a diferentes situações clínicas, com possibilidades de descobrir as subjetividades, conhecer comportamentos, indicar encaminhamentos ou fazer intervenções. Diante de uma realidade vivencial complexa e aprisionadora, a avalição psicológica é uma prática relacional, que visa com alteridade contribuir para incluir socialmente os adolescentes. É certo que a mudança comportamental dos adolescentes infratores requer apoio familiar e um trabalho multidisciplinar, que não comporta apenas o papel do Psicólogo, mas, o envolvimento do Estado e da sociedade como um todo em ações conjuntas, para efetivamente produzir transformações. Conclui-se que o estudo produziu uma discussão importante, por dispor conhecimentos para área da Psicologia, profissionais que atuam e para a sociedade, que podem melhor conhecer os espaços de intervenção, meios de atuação e a importância da psicologia neste contexto. Nessa linha de discussão que abarca questões relacionadas à saúde, o capítulo seguinte analisa a judicialização do direito à saúde. Esse direito, conforme o artigo 196 da Constituição Federal, pertence a todos e é dever do Estado fornecê-lo por meio de políticas públicas. Entretanto, a possibilidade de exercício por todos do referido direito fica limitada aos recursos disponíveis e por ações judiciais no âmbito do Sistema Único de Saúde (SUS). O objetivo geral, portanto, é analisar se a judicialização da saúde é a solução mais adequada para se obter uma vaga de leito de UTI no SUS. Assim, o trabalho descreve como o SUS regula a distribuição de leitos e reflete sobre o fenômeno da judicialização e o seu potencial ou não de efetivar esse direito com isonomia. Para a sustentação metodológica, o estudo utilizou de uma pesquisa qualitativa, com método fundamentado em análise de documentos e revisão bibliográfica a respeito do tema. Os resultados mostram que, embora o SUS estabeleça a quantidade de leitos de UTIs, alguns hospitais carecem de mais ofertas de leitos. Desta forma, é relevante ter um políticas públicas que efetivem o direito à saúde, em cumprimento às previsões legais. Nesse contexto de inefetividade do direito à saúde, o capítulo seguinte descreve o perfil das demandas judiciais referentes a medicamentos no município de Cuiabá – Mato Grosso, realizado na Defensoria Pública, em 2013, utilizando indicadores de Pepe. Foram analisadas 135 ações judiciais relativas às solicitações de medicamentos e 166 medicamentos requeridos nas mesmas. Em quatro dimensões (sócio demográficas do autor da ação judicial; processuais das ações judiciais; médico sanitárias das ações judiciais; político-administrativas das ações judiciais). As informações obtidas e delineadas no capítulo expõem o cenário da saúde frente a judicialização de medicamentos e as características dos indivíduos que abriram demandas contra o Estado ou o Município. Em preocupação com a saúde e a segurança alimentar dos brasileiros, o décimo terceiro capítulo discute o cabimento de arguição de descumprimento de preceito fundamental (ADPF) contra a nova política brasileira de agrotóxicos. A evolução clássica da política brasileira de agrotóxicos foi marcada pela ótica da proteção. Todavia, novos desafios, hoje, contrariam a política até então vigente e faz surgir um movimento, cada vez mais forte, pela flexibilização de normas. Nesse cenário, percebe-se o surgimento de uma nova política sobre tema, mas desta vez, tendo o agronegócio como protagonista. Desse modo, os efeitos desta nova política já são tangíveis, o que nos leva a discutir a constitucionalidade de tais ações. Posto isso, este trabalho tem como objetivo promover um debate acerca da existência de uma nova política brasileira sobre agrotóxicos em suas principais questões. Para realizar este trabalho, foram utilizados os tipos de pesquisa bibliográfica e documental, através da abordagem qualitativa. Conclui-se que a nova política de agrotóxicos é inconstitucional e, por consequência, atacável por meio da ADPF. Avançando na busca de efetivação de direitos humanos através de políticas públicas, o último capítulo investiga a necessidade de ressignificação das bases da teoria da execução para efetivar ações civis públicas em que se discutem tais políticas. Para tanto, utiliza-se de procedimento monográfico e bibliográfico. O estudo expõe as razões que levaram à judicialização da política, bem como traça diretrizes gerais sobre o atual panorama da execução. Aborda, ainda, a crise de efetividade da execução, que insiste em se valer de multas pelo descumprimento – que vêm sendo inefetivas para o cumprimento. Após essa discussão, o trabalho traz instrumentos jurídicos hábeis a colaborar com a concretização dos direitos. Espera-se que esta seleção de artigos científicos contribua, como obra coletiva, para avanços no conhecimento sobre políticas públicas como efetivadoras de direitos humanos, bem como sobre as múltiplas formas de participação popular na luta por tais direitos na sociedade contemporânea.
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Capítulos de libros sobre el tema "Pedagogia dei movimenti sociali"

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Del Vivo, Caterina. "Gli archivi dei movimenti e di altri soggetti sociali: alcuni esempi in Toscana". En Tramandare la memoria sociale del Novecento, 87–95. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-289-8.09.

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DOS SANTOS DA ROCHA, GEOVANE, FABRICIO DUIM RUFATO y ELISABETH ROSSETTO. "A EDUCAÇÃO COMO INSTRUMENTO DE TRANSFORMAÇÃO SOCIAL". En Escola em tempos de conexões - Volume 01. Editora Realize, 2022. http://dx.doi.org/10.46943/vii.conedu.2021.01.013.

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Resumen
COM BASE NA PSICOLOGIA HISTÓRICO-CULTURAL E NA PEDAGOGIA HISTÓRICO-CRÍTICA, PODE-SE DIZER QUE O MEIO EM QUE O SER HUMANO ESTÁ INSERIDO DESPONTA COMO FONTE FAVORÁVEL PARA SEU PROCESSO DE DESENVOLVIMENTO E DE SUAS CARACTERÍSTICAS ESPECIFICAMENTE HUMANAS. CONSIDERANDO ESSE CONTEXTO, O PRESENTE ESTUDO TEVE COMO OBJETIVO REALIZAR UMA REVISÃO TEÓRICO/BIBLIOGRÁFICA PARA REFLETIR A RESPEITO DA EDUCAÇÃO COMO UM INSTRUMENTO DE TRANSFORMAÇÃO SOCIAL. UTILIZOU-SE, PARA ISSO, DE PRODUÇÕES JÁ EXISTENTES ACERCA DO ASSUNTO, TAIS COMO: LIVROS, TESES, DISSERTAÇÕES E ARTIGOS. A PARTIR DISSO, FOI POSSÍVEL PERCEBER QUE A ESCOLA DESEMPENHA UM PAPEL MAIOR DO QUE O DE TRABALHAR COM PROCESSOS DE ENSINO E APRENDIZAGEM. ELA TAMBÉM ASSUME UM PAPEL DE TRANSFORMADORA SOCIAL AO POSSIBILITAR O MOVIMENTO DIALÉTICO ENTRE O SUJEITO HUMANO E OS VÁRIOS ELEMENTOS QUE COMPÕEM A EDUCAÇÃO ESCOLAR. ASSIM, CONSIDERA-SE ESSENCIAL QUE O TRABALHO PEDAGÓGICO DESENVOLVIDO NAS ESCOLAS ESTEJA ESTREITAMENTE RELACIONADO À REALIDADE E À NECESSIDADE DOS ESTUDANTES, À VISTA DE PROMOVER SERES HUMANIZADOS E ATIVOS. LOGO, O INTUITO DA EDUCAÇÃO ESCOLAR DEVE SEGUIR NA DIREÇÃO DA EMANCIPAÇÃO DOS SUJEITOS, PROMOVENDO ESPAÇOS DE REFLEXÃO E PENSAMENTO CRÍTICO SOBRE A LÓGICA QUE DEMARCA A ORGANIZAÇÃO SOCIAL DO SISTEMA CAPITALISTA. ISSO NÃO SE CONFIGURA UM PROCESSO DE SIMPLES EFETIVAÇÃO, CONTUDO, PRÁTICAS PEDAGÓGICAS QUE BUSCAM OLHAR O ALUNO INSERIDO NUM CONTEXTO DEVEM TRABALHAR COM A TOTALIDADE E A COMPLEXIDADE DO SUJEITO E DE SEU CONTEXTO. COM ISSO, CONTRIBUI COM UMA EDUCAÇÃO QUE TRANSFORME O SUJEITO, PAUTADA EM CONDIÇÕES DE VALORIZAÇÃO HUMANA, AUTONOMIA E DE IGUALDADE DE DIREITOS.
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Actas de conferencias sobre el tema "Pedagogia dei movimenti sociali"

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Campos, Raphael Leite y Dante Augusto Couto Barone. "Luta de Classes: jogo sério educativo". En Anais Estendidos do Simpósio Brasileiro de Games e Entretenimento Digital. Sociedade Brasileira de Computação, 2021. http://dx.doi.org/10.5753/sbgames_estendido.2021.19683.

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Resumen
Os conflitos de classe têm provocado os trabalhadores de jogos digitais a se sindicalizarem, ou a se organizarem em movimentos sociais, como o Game Workers Unite, que possui associação inclusive no Brasil. Visando formar a força de trabalho consciente da luta de classes na indústria brasileira de jogos digitais, adota-se a pedagogia histórico-crítica como base para elaboração do jogo sério educativo Luta de Classes. O método pedagógico é composto pelos momentos de problematização da prática social, instrumentalização, catarse e retorno à prática social. O objetivo é provocar o movimento no processo de consciência de estudantes de atividade acadêmica de programação do segundo semestre do curso tecnólogo de jogos digitais de universidade comunitária. Tal jogo está em fase de teste de aceitação e será aplicado como experimento de projeto de pesquisa de doutorado de informática na educação.
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Costa, Morgana Pereira da, William Pollnow y Cheron Zanini Moretti. "O FORTALECIMENTO DA EDUCAÇÃO AMBIENTAL CRÍTICA E DA EDUCAÇÃO DO CAMPO ARTICULADAS À PEDAGOGIA DA ALTERNÂNCIA". En I Congresso Nacional On-line de Conservação e Educação Ambiental. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/1756.

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Resumen
Introdução: A Educação Ambiental e a Educação do Campo, que completaram 20 anos, em um momento delicado e cheio de incertezas para os movimentos sociais, são lutas essenciais para o tempo presente. Objetivos: Partiu-se do princípio de que, o modo como vivemos, não atende aos anseios da população e que é preciso criar novos caminhos societais e fortalecer as alternativas educacionais comprometidas com o bem comum. O objetivo deste trabalho é o de problematizar como a Educação Ambiental Crítica e a Educação do Campo promovem a reflexão crítica sobre a preservação do meio ambiente, reconhecendo a atuação do ser humano como parte desse meio, ou seja, como parte de processos emancipatórios. Material e método: Utilizou-se o método hipotético-dedutivo para verificar que a Educação do Campo tem se mostrado uma importante estratégia para transformar o espaço rural brasileiro, buscando modificar as relações históricas, socioculturais e socioambientais a partir da realidade dos/das educandos/as. Da mesma maneira, através da perspectiva da teoria da ação dialógica, a Educação Ambiental Crítica vem a possibilitar tais modificações através da vinculação entre leituras de mundo e processos ecopedagógicos. Resultados: A Educação do Campo e a Educação Ambiental Crítica, articuladas através da Pedagogia da Alternância, possibilitam que os sujeitos envolvidos reflitam sobre as questões ambientais, que se preocupem com a realidade e com problemas ambientais do presente e do futuro, tornando-se uma prática social educativa. Conclusão: É possível destacar que, coletivamente, podemos fazer com que as questões ambientais sejam vistas como práticas sociais, e não uma mera questão comportamental. E que, a partir de ações emancipatórias da Educação Ambiental Crítica, atreladas à Educação do Campo - através da luta social e nas formas de enfrentamento e resistência, emerge à Pedagogia da Alternância, também fruto do movimento de jovens na busca da aproximação da vida cotidiana com a educação. Ambas, a Educação Ambiental Crítica e a Educação do Campo, que se constroem na coletividade, na humanização das relações sociais e ambientais, devem ser potencializadas na construção dialógica do conhecimento social e ambiental.
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Aparecido Ninditi, Angelo. "VACINAÇÃO UMA SOLUÇÃO CIENTÍFICA VESUS FAKE NEWS NO BRASIL: UMA REVISÃO INTEGRATIVA". En III Congresso Brasileiro Online de Pedagogia. Congresse.me, 2022. http://dx.doi.org/10.54265/fszt6016.

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Embora ainda sejam amplamente utilizados para o armazenamento de imunobiológicos, os refrigeradores de uso doméstico não são mais recomendados para esse fim, pois não atendem aos critérios de segurança e qualidade quanto à manutenção da temperatura. As vacinas permitem a prevenção, o controle, a eliminação e a erradicação das doenças imunopreveniveis, assim como a reducao da morbimortalidade por certos agravos, sendo a sua utilização bastante custo-efetiva. Embora ainda sejam amplamente utilizados para o armazenamento de imunobiologicos, os refrigeradores de uso domestico não sao mais recomendados para este fim, pois não atendem aos critérios de segurança e qualidade no que se refere a manutenção da temperatura. Embora ainda sejam amplamente utilizados para o armazenamento de imunobiológicos, os refrigeradores de uso doméstico não são mais recomendados para esse fim, pois não atendem aos critérios de segurança e qualidade quanto à manutenção da temperatura. O presente artigo trata-se de uma revisão integrativa baseada na pesquisa bibliográfica formulada através de artigos publicados sobre o conhecimento e atuação dos profissionais da área de concentração “saúde” sobre o assunto “Vacinação no Brasil”. As estratégias para reverter a redução da cobertura vacinal devem considerar os diversos fatores que contribuem para essa situação. A comunicação social, principal estratégia do Movimento Vacina Brasil até o momento, é essencial para ampliar o acesso a informações baseadas em evidências, principalmente sobre os benefícios da vacinação. PALAVRAS-CHAVE: enfermagem, vacinação, fake news, medo, movimento antivacina
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Begnami, João. "Formação por alternância na licenciatura em Educação do Campo da UFMG". En Simpósio Internacional Trabalho, Relações de Trabalho, Educação e Identidade. Appos, 2020. http://dx.doi.org/10.47930/1980-685x.2020.0601.

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Este artigo apresenta os resultados da pesquisa sobre a Formação por Alternância do Curso de Licenciatura em Educação do Campo (LECAMPO) da Universidade Federal de Minas Gerais. A pesquisa tinha por objetivo analisar práticas e compreensões sobre a Alternância. Em termos teóricos, a pesquisa teve como referência o Materialismo Histórico e Dialético, conhecimento baseado na concepção da práxis como princípio educativo tensionador da realidade, comprometido com a emancipação humana. A metodologia focou-se na abordagem qualitativa, na realização de grupos focais com estudantes e entrevista narrativa com professores, pesquisa documental e observação através da imersão no curso. Os resultados demonstram que o LECAMPO não utiliza, propriamente, a Pedagogia da Alternância, tal qual é concebida e praticada pelos Centros Educativos Familiares de Formação por Alternância (CEFFAs), mas de princípios de Alternância. Alguns deles coincidem com os da Pedagogia da Alternância, outros emergem nas práticas pedagógicas do curso estudado, conforme destacamos: tempos-espaços escola-comunidade, relação prática-teoria-prática, mediações didáticopedagógicas específicas, organicidade e o protagonismo dos sujeitos, parceria com os Movimentos Sociais, trabalho pedagógico em equipe e projeto de campo e sociedade. Por fim, sugere a referência à Alternância nos contextos de formação e educação fora dos CEFFAs como “Formação por Alternância”, uma vez que a Pedagogia da Alternância se revela como um constructo apropriado e protagonizado pelo movimento CEFFA.
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CRUZ, MÔNICA APARECIDA DE OLIVEIRA y LÚCIA HELENA BORGES DE OLIVEIRA. "ESPERANÇAR: MOVIMENTO QUE IMPULSIONA O DESPERTAR PARA UMA NOVA VIDA". En 26º CIAED Congresso Internacional ABED de Educação a Distância. Associação Brasileira de Educação a Distância - ABED, 2020. http://dx.doi.org/10.17143/ciaed.xxviciaed.2020.62287.

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Resumen
O PROJETO ESPERANÇAR SURGIU PARA ATENDER ÀS DEMANDAS OBSERVADAS EM MUITOS ALUNOS DA EDUCAÇÃO BÁSICA E DO ENSINO SUPERIOR, RELATIVAS ÀS CARÊNCIAS SOCIOAFETIVAS QUE O ISOLAMENTO SOCIAL, EM VIRTUDE DA PANDEMIA DO COVID-19, INTENSIFICOU. O PROJETO É UMA REALIZAÇÃO DO CURSO DE PEDAGOGIA EAD E TEM COMO OBJETIVO CONTRIBUIR PARA A FORMAÇÃO PESSOAL E INTERPESSOAL DOS PARTICIPANTES, PROVOCANDO REFLEXÕES QUE PERMITIRÃO AMPLIAR O AUTOCONHECIMENTO E DESENVOLVER MELHOR AS RELAÇÕES COM O PRÓXIMO, FORTALECENDO O EMOCIONAL E A AUTOESTIMA DOS ENVOLVIDOS. COMO A PRETENSÃO É COLABORAR PARA O BEM-ESTAR DA SOCIEDADE, A PARTICIPAÇÃO É ABERTA AO PÚBLICO EM GERAL E NÃO SOMENTE A ALUNOS, É TOTALMENTE GRATUITO E ONLINE. O APORTE TEÓRICO SE FUNDAMENTA NO MESTRE PAULO FREIRE, QUE INSPIROU O NOME DO PROJETO, E EM CONTRIBUIÇÕES DE OUTROS AUTORES, COMO ECKART TOLLE, ROBERT HAPPÉ, PAULO VIEIRA, CORTELLA E GARY CHAPMAN. AO TODO SERÃO DEZ ENCONTROS QUINZENAIS, DE CURTA DURAÇÃO, APENAS PARA PROVOCAR INQUIETAÇÕES QUE POSSAM REPERCUTIR EM MUDANÇAS DE PENSAMENTOS E HÁBITOS QUE SÓ RESULTARÃO EM BENEFÍCIOS PARA A VIDA DE TODOS.
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CRUZ, MÔNICA APARECIDA DE OLIVEIRA y LÚCIA HELENA BORGES DE OLIVEIRA. "ESPERANÇAR: MOVIMENTO QUE IMPULSIONA O DESPERTAR PARA UMA NOVA VIDA". En 26º CIAED Congresso Internacional ABED de Educação a Distância. Associação Brasileira de Educação a Distância - ABED, 2020. http://dx.doi.org/10.17143/ciaed.xxviciaed.2020.62287.

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O PROJETO ESPERANÇAR SURGIU PARA ATENDER ÀS DEMANDAS OBSERVADAS EM MUITOS ALUNOS DA EDUCAÇÃO BÁSICA E DO ENSINO SUPERIOR, RELATIVAS ÀS CARÊNCIAS SOCIOAFETIVAS QUE O ISOLAMENTO SOCIAL, EM VIRTUDE DA PANDEMIA DO COVID-19, INTENSIFICOU. O PROJETO É UMA REALIZAÇÃO DO CURSO DE PEDAGOGIA EAD E TEM COMO OBJETIVO CONTRIBUIR PARA A FORMAÇÃO PESSOAL E INTERPESSOAL DOS PARTICIPANTES, PROVOCANDO REFLEXÕES QUE PERMITIRÃO AMPLIAR O AUTOCONHECIMENTO E DESENVOLVER MELHOR AS RELAÇÕES COM O PRÓXIMO, FORTALECENDO O EMOCIONAL E A AUTOESTIMA DOS ENVOLVIDOS. COMO A PRETENSÃO É COLABORAR PARA O BEM-ESTAR DA SOCIEDADE, A PARTICIPAÇÃO É ABERTA AO PÚBLICO EM GERAL E NÃO SOMENTE A ALUNOS, É TOTALMENTE GRATUITO E ONLINE. O APORTE TEÓRICO SE FUNDAMENTA NO MESTRE PAULO FREIRE, QUE INSPIROU O NOME DO PROJETO, E EM CONTRIBUIÇÕES DE OUTROS AUTORES, COMO ECKART TOLLE, ROBERT HAPPÉ, PAULO VIEIRA, CORTELLA E GARY CHAPMAN. AO TODO SERÃO DEZ ENCONTROS QUINZENAIS, DE CURTA DURAÇÃO, APENAS PARA PROVOCAR INQUIETAÇÕES QUE POSSAM REPERCUTIR EM MUDANÇAS DE PENSAMENTOS E HÁBITOS QUE SÓ RESULTARÃO EM BENEFÍCIOS PARA A VIDA DE TODOS.
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Araújo, Josefa De Arruda. "UM OLHAR LÚDICO NA EDUCAÇÃO INCLUSIVA". En I Congresso Brasileiro On-line de Ensino, Pesquisa e Extensão. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2022. http://dx.doi.org/10.51189/ensipex/108.

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Resumen
Introdução: Quando se fala em inclusão escolar, se abre um mundo de desafios e possibilidades. A inclusão de alunos portadores de deficiência intelectual ou motora vem acontecendo de maneira gradativa dentro das escolas públicas e privadas, percebemos que a inclusão está acontecendo e isto nos remete a entender que toda inovação nesta modalidade é pertinente e positiva. Objetivo: compreender a transcendência do lúdico no processo de aprendizagem e inclusão de aprendiz que apresenta necessidades especiais dentro do âmbito educacional. Metodologia: O presente trabalho vem por meio de revisão literária e pesquisa de campo no ano de 2019. O desábito metodológico enóforo se constituiu por meio de revisão literária do tema aventado, que se dividiu em quatro capítulos: o primeiro aponta a fundamentação dos temos da lúdico, como facilitador da aprendizagem, já no segundo foi entendido a história do movimento de inclusão escolar, o terceiro se fala sobre educação especial e legislação, no último capítulo foi apresentado teoricamente quais as contribuições e os desafios do pedagogo no momento de empregar os recursos lúdicos no processo de aprendizagem que promove a inclusão. Resultados: centrada na ludicidade no espaço educativo, mostrando uma convivência respeitosa com as diferenças e que cada momento se torna único neste processo objetivo e singular, vale ressaltar que a inclusão educacional veem evoluindo positivamente, e este trabalho enaltece o profissional da educação que se inventa a cada dia, buscando inovar, desta forma entra o lúdico como ferramenta indispensável para que a aprendizagem aconteça e que as funções executivas sejam desenvolvida por meio de estímulos lúdicos. Todos os resultados têm sido explanados e desenvolvidos de forma prazerosa por parte dos professores e aprendentes e isto nos remete a dizer que estamos trilhando caminhos que nos levam a igualdade social e escolar. Conclusão: O lúdico pode trazer contribuições positivas neste meio da aprendizagem, como proposta de mudanças de paradigmas de maneira que proporcione a inclusão, tendo oportunidade de descobrir, e de saber se as atividades lúdicas serão pertinentes para o aprendente inserido neste processo inclusivo com crianças atípicas.
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