Literatura académica sobre el tema "Pazienti oncologici"

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Artículos de revistas sobre el tema "Pazienti oncologici"

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Barni, Sandro. "Principali farmaci antitumorali: quali e perché interessano il cardiologo". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 3 (30 de noviembre de 2020): 170–73. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-4.

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La cardiotossicità da farmaci antitumorali è diventata un importante problema clinico per i cardiologi e per gli oncologi. La disfunzione ventricolare sinistra e lo scompenso sono i quadri più rilevanti ed i meglio conosciuti, ma non bisogna dimenticare altre forme di tossicità come l’ipertensione, il tromboembolismo, le pericarditi, le aritmie e l’ischemia mio-cardica. Il loro trattamento non è sempre identico a quello usato nei pazienti non oncologici poiché la patogenesi ed il quadro clinico sono diversi, ma soprattutto perché la gravità del tumore e la prospettiva di vita richiedono di non so-spendere il trattamento antiblastico. Da qui nasce la necessità di una stretta collaborazione tra cardiologo e oncologo per preservare la qualità di vita del paziente, bilanciando il rischio di cardiotossicità e il beneficio della terapia oncologica.
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Doimo, Sara y Daniela Pavan. "Minimal data set ecocardiografico nella valutazione del paziente oncologico". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 3 (30 de noviembre de 2020): 183–86. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-7.

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I moderni trattamenti oncologici hanno aumentato notevolmente la sopravvivenza dei pazienti con neoplasia. Tutta-via, i farmaci chemioterapici e la terapia radiante possono indurre cardiotossicità, ovvero disfunzione ventricolare e scompenso cardiaco, la quale concorre ad essere una delle maggiori cause di morbidità e mortalità in questa tipologia di pazienti. L’ecocardiografia è la metodica di prima scelta nella valutazione anatomica e funzionale delle strutture cardiache nel paziente oncologico. Permette di identificare precocemente eventuali segni di compromissione della funzionalità cardiaca mediante immagini 2D e strumenti di analisi avanzata quali il 3D e lo studio degli indici di de-formazione miocardica. Fornisce informazioni preziose in merito alla funzione diastolica, agli apparati valvolari e del pericardio oltre a identificare possibili masse cardiache o pseudo masse. Il riscontro dei segni cardiotossicità permette di intervenire nella rimodulazione del trattamento chemioterapico riconsiderando la tipologia di farmaco utilizzata e la distribuzione delle dosi da somministrare, nonché l’introduzione della terapia cardioprotettiva.
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Leopizzi, Tiziana y Agnese Maria Fioretti. "I DOACs alla conquista della trombosi cancro-correlata: una sfida vinta. Review della letteratura". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 2 (14 de octubre de 2021): 107–17. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-3.

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Resumen
l tromboembolismo venoso rappresenta una causa di elevata mortalità e morbilità nei pazienti oncologici; gli anticoagulanti iniettivi ed il warfarin presentano alcuni limiti, difficilmente superabili nella pratica clinica. I recenti trial sugli anticoagulanti orali diretti, in prevenzione primaria, secondaria e nel trattamento del tromboembolismo venoso nel paziente con cancro attivo hanno dimostrato che i DOACs sono una scelta terapeutica non solo sicura ed efficace, ma anche maneggevole. In un ambito clinico “challenging” a causa di concomitanti terapie antitumorali, cateteri venosi centrali, trombocitopenia, disfunzione epatica e renale, fragilità tissutale e frequenti procedure invasive che complessivamente concorrono a rendere i pazienti particolarmente suscettibili al tromboembolismo venoso, i DOACs aprono un nuovo scenario terapeutico molto promettente.
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Asteggiano, Riccardo. "Aritmie cardiache e cancro". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 2 (31 de julio de 2022): 60–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-8.

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La reale incidenza delle aritmie e della morte improvvisa è di difficile valutazione per la peculiare condizione dei pazienti oncologici, a causa di sintomi e segni concomitanti e confondenti. Tuttavia ogni tipo di aritmia può presentarsi in questi soggetti, sia spontaneamente che a causa di condizioni favorenti, che per effetto tossico del trattamento del cancro. È comunque essenziale, perché spesso modificabile e riducibile, valutare il rischio aritmico nei pazienti con cancro. Modesti interventi, come la correzione di una dis-ionia o evitare il concomitante trattamento con farmaci con potenziale effetto prolungante il QTc, possono evitare aritmie pericolose e letali. Ciò è di particolare importanza oggi, essendo di molto migliorata con le nuove terapie sia la qualità della vita che la sopravvivenza dei pazienti oncologici.
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Vegni, Elena, Noemi Tomasoni, Ivan Fossati, Giovanni Felisati, Paolo Foa y Agidio Aldo Moja. "Interventi di supporto per pazienti oncologici: un'esperienza di psicodramma classico". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (septiembre de 2010): 117–28. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001007.

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Resumen
Il lavoro intende descrivere le caratteristiche e gli effetti di un percorso di supporto per pazienti oncologici con il metodo dello psicodramma classico con particolare riferimento: 1) alle modificazioni nelle rappresentazioni interne dei pazienti rispetto alle relazioni significative attraverso il Test dell'Atomo Sociale Proiettivo di Moreno; 2) alla soddisfazione dei pazienti rispetto al percorso effettuato, attraverso un'intervista semi-strutturata. Sono stati arruolati 8 soggetti nell'esperienza pilota. Al termine del percorso, vi č una modificazione nelle rappresentazioni interne dei pazienti, in riferimento alle relazioni sociali significative con un aumento generale nel numero e della qualitŕ di relazioni significative. Nelle interviste, i soggetti riportano un'impressione generale positiva sottolineando lo psicodramma in se stesso come punto di forza.
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Gavazzi, L., L. Calcagno, A. Casarico y P. Pasquini. "Gestione Computerizzata Dei Pazienti Oncologici in Urologia". Urologia Journal 56, n.º 2 (abril de 1989): 234–37. http://dx.doi.org/10.1177/039156038905600220.

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Lombardo, Luigi y Roberta Rossi. "Sessualitŕ e malattia neoplastica: criteri e strumenti per una consulenza sessuologica in oncologia". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 1 (julio de 2010): 69–90. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2010-001004.

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Resumen
La sessualitŕ č un aspetto essenziale dell'identitŕ personale ed un importante elemento che contribuisce a determinare la qualitŕ della vita in molti pazienti affetti da malattia oncologica e nei loro partner. Tutti i tumori ed i trattamenti ad essi correlati possono avere delle ripercussioni sulla sessualitŕ e possono provocare effetti sulle diverse fasi della risposta sessuale. Questi possono essere provocati da una compromissione delle funzioni fisiche, da un'alterazione dell'immagine corporea o da distress psicologici che spesso accompagnano la diagnosi ed il trattamento. Molti pazienti con una malattia oncologica possono apprezzare l'opportunitŕ di discutere con gli operatori di loro fiducia aspetti che riguardano la sessualitŕ e l'intimitŕ e conoscere quali sono le ricadute che i trattamenti oncologici possono avere sulla sessualitŕ. Ma i professionisti della salute hanno spesso difficoltŕ nell'accettare che pazienti affetti da una malattia oncologica possano continuare ad essere "sessuati", cosě la sessualitŕ e l'intimitŕ dei pazienti vengono ampiamente medicalizzate. I modelli PLISSIT, ALARM e BETTER offrono utili strumenti per valutare gli aspetti relativi alla sessualitŕ e forniscono la possibilitŕ di un intervento di counselling graduale che permette a medici ed infermieri di occuparsi degli aspetti della sessualitŕ in base al proprio livello di competenza e di attitudine.
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Sabatti, Efrem. "Bioenergetica e Psiconcologia: un'integrazione possibile (?)". GROUNDING, n.º 2 (diciembre de 2011): 101–8. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002008.

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Bibini, Michela, Giovanni Fattore, Francesco Longo y Francesca Meda. "La Casa della Comunità come piattaforma erogativa decentrata dell'ospedale Hub Il caso servizi oncologici della Casa della Salute di Bettola (A". MECOSAN, n.º 121 (septiembre de 2022): 91–131. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa14323.

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Resumen
Nel contesto attuale degli urgenti e importanti investimenti per lo sviluppo dell'assistenza di comunità, così come previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza italiano, il presente articolo si prefigge un duplice obiettivo: (a) descrivere un modello di decentramento erogativo di servizi specialistici di norma gestiti presso ospedali hub, capace di valorizzare le Case della Comunità come una rete di setting erogativi di prossimità, e (b) analizzare le determinanti di contesto e i driver manageriali azionabili per disegnare, implementare e consolidare un'innovazione di servizio di tipo transformational change. Per rispondere alle domande di ricerca, l'articolo presenta il caso di un'innovazione trasformativa in una Casa della Salute in un'area montana dell'Azienda Sanitaria piacentina. Descrive come, a seguito di un graduale processo di decentramento sui servizi oncologici, la Casa della Salute di Bettola, comune di 2.600 abitanti, eroghi settimanalmente cure oncologiche decise dal Dipartimento di Oncologica dell'Ospedale AUSL di Piacenza ma erogate localmente da due professionisti oncologici (un medico e un infermiere). Il successo di questo caso si basa sulla convergenza della gestione e della leadership clinica, sul gradualismo dell'intero decentramento dei servizi oncologi, sulla motivazione di professionisti e pazienti e su un'attenta attenzione alle problematiche logistiche. Questo caso può servire come prototipo per le repliche in altri contesti e per l'introduzione di innovazioni simili in altre aree terapeutiche.
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Lavalle, Tiziana, Assunta De Luca, Francesco Ripa di Meana, Gennaro Ciliberto, Aldo Morrone y Branka Vujovic. "Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) ed emergenza sanitaria da Coronavirus: l'esperienza maturata durante la fase di lockdown e la fase 2 Covid-19". MECOSAN, n.º 115 (enero de 2021): 49–77. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115004.

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Resumen
All'inizio del periodo pandemico, si e verificata una forte polarizzazione delle risorse sanitarie e dei professionisti verso la prevenzione della rapida diffusione del SARS-CoV-2, riducendo l'attenzione alle malattie croniche e alla cura oncologica, compromettendo cosi la continuita terapeutica e gli esiti dei trattamenti. In questo scenario avvincente e travolgente, gli IFO sono rimasti ancorati alla propria missione di fornire cure specialistiche ai pazienti oncologici, dermatologici e con malattie rare. Qui, si presenta una sintesi delle decisioni strategiche assunte e dei piani sviluppati per ridurre la diffusione del virus, mentre ci si sforzava di avvicinare l'ospedale ai pazienti. Si spera che questa esperienza possa servire da risorsa per informare i modelli di assistenza in caso di futuri focolai epidemiologici.
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Tesis sobre el tema "Pazienti oncologici"

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Biguzzi, Stefano. "Valutazione delle funzionalità cardiache in pazienti oncologici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3535/.

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Visintainer, Laura. "Analisi della cardiotossicità in pazienti oncologici mediante ecografia volumetrica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9498/.

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Resumen
La tesi affronta la tematica dei problemi cardiaci riscontrati in alcuni pazienti, a seguito del trattamento sanitario con procedure chemioterapiche. In particolar modo si concentra sugli effetti collaterali derivanti dalle cure somministrate ad individui affetti da tumori mammari, che, a causa di questa condizione, subiscono terapie mirate a livello del torace. La cardiotossicità che si presenta nei casi precedentemente indicati è di tipo acuto, o cronico. Il lavoro si prefigge lo scopo di analizzare una metodologia che identifichi e riscontri in tempo il manifestarsi della cardiotossicità, basandosi su alcuni sintomi e segnali, per evitare il manifestarsi del tipo cronico. Per raggiungere questo obiettivo si è studiato l'utilizzo di apparecchiature per l’ecocardiografia, che sono poco invasive e presentano una quantità di effetti collaterali estremamente ridotta. L’elaborato è suddiviso in quattro capitoli: 1. Il primo capitolo è dedicato al "Cuore". Nei diversi sottocapitoli ci si concentra sulla parte anatomica e sulla fisiologia dello stesso. Il sottocapitolo più importante è quello sulla "Cardiotossicità", tema centrale del lavoro, in cui sono spiegati i meccanismi con cui si manifesta, quali farmaci la causano e per quali motivi. 2. Il secondo capitolo si occupa dell’apparecchiatura usata durante lo studio del cuore, cioè l'ecografo. Dopo una breve introduzione sulle proprietà fisiche degli ultrasuoni, ci si concentra sulla struttura dell’apparecchiatura. In particolare ci si focalizza sugli strumenti per ecografie cardiache volumetriche. 3. Il terzo capitolo è dedicato al software TOMTEC. Si descrive in quali modalità si utilizza, in che maniera, e quali parametri identifica per l'eventuale riscontro di episodi di cardiotossicità. In uno dei sottocapitoli è descritto nel dettaglio il database creato dall’autrice per la raccolta dei dati relativi ai pazienti trattati. 4. L'ultimo capitolo è dedicato alla conclusioni, in cui si sottolinea l'importanza della ricerca di meccanismi per prevenire l'insorgere di malattie cardiache in pazienti già sottoposti a pesanti cicli di terapia.
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Baldi, Andrea. "Valutazione della cardiotossicità in pazienti oncologici mediante tecniche ecocardiografiche". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11144/.

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Resumen
L'elaborato si inserisce in un progetto sviluppato presso l'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) di Meldola che riguarda la valutazione di parametri cardiologici che possano risultare indici predittivi di uno scompenso cardiaco in pazienti affetti da linfoma. Tutti i soggetti considerati nel progetto sono stati sottoposti a trattamenti chemioterapici facenti uso di antracicline e la cui funzionalità cardiaca è stata controllata periodicamente tramite ecografia bidimensionale e volumetrica, utilizzando il sistema VividE9 della GE Healthcare. L'obiettivo dell'analisi è quello di ricercare se oltre alla frazione di eiezione esistono parametri più predittivi di una eventuale cardiotossicità come gli strain, calcolati attraverso l'ausilio della tecnica ecografica.
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BELLO, STEFANIA CONCETTA. "Direttive Anticipate di Trattamento nei pazienti oncologici: una prospettiva internazionale". Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/338924.

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Resumen
Abstract La presente tesi vuole fornire spunti di riflessione su tematiche etiche e bioetiche la cui rilevanza è attuale e indiscussa, quello delle Direttive Anticipate di Trattamento, con particolare riferimento nei pazienti oncologici, e delle tematiche bioetiche ad esse connesse. Essa nasce da una ricerca effettuata nella banche dati mediche, giuridiche e bioetiche, con un approccio multidisciplinare e internazionale. Tale ricerca delinea un quadro della situazione attuale dal punto giuridico-normativo e bioeticistico, sulla base delle più aggiornate fonti bio-giuridiche, in primis nel nostro Paese e successivamente una veduta ed un confronto europeo, un confronto oltreoceano con l’analisi della situazione Statunitense e parallelamente un confronto con il resto del mondo. Il lavoro parte da un inquadramento delle stesse Direttive Anticipate nel contesto etico e bioetico, poiché un approccio medico-legale alle dinamiche delle Direttive Anticipate di Trattamento nei pazienti oncologici non può prescindere da una visuale “bioetica” della relazione medico-paziente e da un raccordo con i diritti inviolabili dell’uomo sanciti dalla nostra Costituzione. Si procederà poi ad un esame dei fondamenti legislativi che sono alla base delle stesse Direttive Anticipate e della rinuncia ad un trattamento medico, partendo dalla tutela della dignità umana sancita nella Convenzione di Oviedo, e proseguendo poi con i principi sanciti dal Comitato Nazionale per la Bioetica nel 2003 e proclamati dal nostro stesso Codice di Deontologia Medica, ultimo aggiornamento del 2014.
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TOGNI, SERENA. "Le lesioni cutanee maligne nei pazienti oncologici: studio osservazionale prospettico". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233153.

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Resumen
Introduzione: Le lesioni cutanee maligne (MWs) sono prodotte dall’infiltrazione di cellule tumorali e rappresentano l’espressione visibile di processi patologici neoplastici in stadio avanzato, sia che si tratti di tumore primitivo, metastasi o recidiva. Il fallimento delle terapie standard finalizzate al trattamento del tumore primitivo determina una rapida crescita delle MWs, causando irritazione, necrosi, essudato, odore, dolore e sanguinamento, con deterioramento della qualità di vita dei pazienti affetti. Le evidenze emerse dalla letteratura sono risultate insufficienti e controverse in merito alla stima della frequenza e del decorso clinico del fenomeno, ed alla sua valutazione, gestione e trattamento. Sono stati sviluppati diversi strumenti di raccolta dati per aumentare l’accuratezza e la riproducibilità della valutazione delle MWs ed ottimizzarne il trattamento palliativo, che ad oggi non risulta definito. L’elettro-chemioterapia (ECT) è un nuovo trattamento indicato in casi di limitata di invasione dei tessuti profondi (<3 cm), aspettativa di vita >3 mesi, Karnofsky Performance Status Scale (KPS) ≥50% in assenza di altre complicanze. Esso consiste nella somministrazione combinata di un chemioterapico con la procedura di elettro-porazione (applicazione chirurgica di elettrodi alla lesione con trasferimento di energia elettrica e permeabilizzazione della membrane cellulari che agevola ingresso ed azione del farmaco). L’obiettivo primario di questo studio è la quantificazione della frequenza delle MWs in un campione di pazienti oncologici al 4 stadio di malattia (Overall Stage Grouping) reclutati presso la Fondazione I.R.C.C.S Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. L’obiettivo secondario è la definizione del decorso clinico e dell’andamento sintomatologico locale in pazienti con lesione cutanea maligna osservati longitudinalmente presso lo stesso centro, anche in relazione al trattamento con ECT. Materiali e metodi: Studio prospettico osservazionale sviluppato in 18 mesi (tra il 15/06/2012 ed il 31/12/2013) in due fasi: un prima fase trasversale per la valutazione della prevalenza e del decorso clinico ed una seconda fase longitudinale per la valutazione dell’incidenza e del decorso sintomatologico locale. Raccolta di dati clinici ed anagrafici presso i reparti di degenza ed ambulatori di pazienti con MWs e malattia oncologica al 4 stadio senza MWs. Per i casi con MWs sono stati registrati: età, BMI, KPS, data della diagnosi di tumore primitivo e sua diagnosi istologica, data della diagnosi di MWs, date delle osservazioni cliniche, sedi topografiche delle lesioni, stadio Malignant Cutaneous Wounds staging system (CMW), data dell’exitus (se avvenuto). Per i casi con malattia oncologica al 4 stadio sono stati registrati: età, BMI, KPS, data della diagnosi di tumore primitivo e sua diagnosi istologica, data dell’exitus (se avvenuto). Tutti i pazienti dello studio (con MWs o con 4 stadio senza MWs) sono stati osservati nel loro decorso clinico con una raccolta prospettica dei dati ottenuti dalle cartelle dei medici oncologi che li avevano in cura. Nel sottogruppo di pazienti con MWs e valutazione infermieristica, è stata individuata una coorte sottoposta longitudinalmente a valutazioni della sintomatologia locale. Sono state effettuate almeno due osservazioni successive di cui la prima al reclutamento utilizzando strumento di valutazione TELER® System (tradotto e validato in lingua italiana) per analisi di irritazione, necrosi, essudato, odore, dolore e sanguinamento. Ad ogni indicatore è stato attribuito un valore da 0 a 5 (5=assenza della condizione; 0=massima gravità della condizione) per ciascun paziente, in ciascuna visita. Infine è stata raccolta l’immagine fotografica della lesione ed effettuata la misurazione dei diametri della lesione per il calcolo dell’area. I dati raccolti sono stati utilizzati per le valutazioni epidemiologiche di frequenza del fenomeno MWs e per la descrizione del decorso clinico (sopravvivenza). E’ stato effettuato anche un confronto tra le valutazioni infermieristiche ottenute nella fase longitudinale, in due osservazioni successive, ed in relazione ad eventuale trattamento ECT. Analisi statistica :Il test di Shapiro-Wilk ha dimostrato che non tutti i gruppi di studio presentavano una distribuzione normale pertanto è stato scelto un approccio statistico non parametrico. Le valutazioni relative alla quantificazione del fenomeno morboso MWs sono state: calcolo di prevalenza ed incidenza. E’ stata effettuata una analisi della sopravvivenza mediante il modello di Kaplan-Mayer. Le valutazioni relative alle caratteristiche del campione ed al decorso clinico nella coorte longitudinale sono state ottenute mediante confronti di mediane (test di Mann-Whitney per variabili continue e test del χ2 per variabili categoriche). Sono stati ottenuti i valori delta (delta = misura visita 2 - misura visita 1) per area, irritazione, necrosi, essudato, odore, dolore e sanguinamento e si è proceduto al confronto di mediane come esposto sopra. Infine è stata effettuata un’analisi di correlazione tra le variabili analizzate. Risultati: In questo studio sono stati reclutati 5885 pazienti, di cui 333 con MWs (50 inclusi nella coorte longitudinale) e 5552 con malattia neoplastica al 4 stadio. Nei malati con MWs il tumore primitivo è stato: melanoma (40.7%), carcinoma mammario (25.4%), altri tumori (33.9%). La sopravvivenza mediana dell’intero gruppo di studio è stata di 8.6 (IQR: 2.3-13.5) mesi dalla diagnosi di MWs e 30.4 (IQR: 16.7-62.2) mesi dalla diagnosi di neoplasia primitiva ed in entrambi i casi è stata significativamente minore nel gruppo non eleggibile ad ECT in confronto a quello eleggibile ad ECT (6.2 mesi vs 23.1 mesi; p=0.036; p=0.012). Le lesioni cutanee maligne hanno presentato una prevalenza del 3.3% [118/(118+3440); IQR:3.1-3.5] ed una incidenza del 1.2% [70/(70+5552); IQR: 1.0-1.4]. Lo stadio CMW delle lesioni non è stato diverso nel gruppo trattato e non trattato (p=0.102). L’analisi al tempo 1 ed al tempo 2 ha rivelato una significativa riduzione dell’area delle lesioni ed un significativo miglioramento di tutti i reperti sintomatologici e degli indicatori analizzati mediante TELER® System dalla prima alla seconda osservazione (p=0.048; p=0.002; p<0.001; p=0.041; p=0.039; p=0.018; p<0.001; p=0.006). L’analisi dei sottogruppi con e senza ECT ha rivelato tra il tempo 1 ed il tempo 2 una significativa riduzione dell’area ed un significativo miglioramento di irritazione, necrosi, essudato, trattamento del dolore e sanguinamento nel gruppo ECT, mentre tale miglioramento è avvenuto solo per necrosi, impatto dell’odore e trattamento del dolore nel gruppo non sottoposto ad ECT. La riduzione dell’area delle lesioni è stata significativa dal tempo 1 al tempo 2 (p<0.001) ed il trattamento del dolore è stato ottimale nel gruppo di studio con un miglioramento significativo delle mediane dell’indicatore dal tempo 1 al tempo 2 (p<0.001). I decessi sono stati più frequenti nel gruppo non trattato con ECT (p<0.001). Sono state evidenziate solo deboli correlazioni, ad eccezione delle seguenti tra valori delta: essudato-necrosi (r=0.549), impatto odore-necrosi (r=0.604); tempo tra diagnosi di tumore primitivo e diagnosi di MWs e tempo tra la diagnosi di tumore primitivo ed exitus (r=0.957). Conclusioni Questo studio effettuato su un ampio campione di malati oncologici in stadio avanzato ha descritto in modo rigoroso la prevalenza del fenomeno MWs (3.3%) e per la prima volta ne ha riportato l’incidenza (1.2%) e la sopravvivenza mediana (8.6 mesi) con potenzialità per utilizzo clinico-prognostico. Il TELER® è risultato uno strumento adeguato e soddisfacente per la valutazione della sintomatologia locale di questi pazienti ed ha facilitato la quantificazione e l’analisi di fenomeni clinici qualitativi altrimenti difficilmente valutabili nel loro decorso. Questo studio ha anche dimostrato che l’andamento clinico delle MWs ha presentato una sintomatologia loco-regionale in miglioramento dalla prima alla seconda osservazione in tutto il gruppo di studio, pur in presenza di malattia sistemica in progressione. Ciò prospetta la possibilità di ottenere il controllo sintomatologico di queste lesioni almeno nella realtà limitata di un gruppo di pazienti ben assistiti afferenti ad un centro di riferimento nazionale per le cure oncologiche. Infine questo studio ha evidenziato la correttezza dell’indicazione ad ECT, confermando che la malattia ha un decorso più grave dal punto di vista loco-regionale nei casi con interessamento di organi e strutture profonde e nei casi non eleggibili ad ECT. Infine, la possibilità di effettuare ECT, nei casi eleggibili a prognosi migliore, determina un ulteriore miglioramento del decorso clinico.
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Lorenzini, Cinzia. "Tecniche diagnostiche per valutare l'effetto cardiotossico delle terapie in pazienti oncologici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5176/.

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D'Amico, Ester. "Utilizzo della stimolazione elettrica per la terapia antalgica nei pazienti oncologici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7070/.

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Nicolini, Ester. "Valutazione della cardiotossicità in pazienti oncologici mediante tecniche di diagnostica per immagine". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5104/.

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Resumen
Scopo della tesi è delineare un possibile approccio alla valutazione della cardiotossicità nei pazienti sottoposti a cure chemioterapiche a base di Antracicline, Taxani e Trastuzumab. Si valuta l'importanza e idoneità dell'ecografia volumetrica nella determinazione della funzionalità cardiaca in ambito oncologico e la fragilità della frazione di eiezione nel diagnosticare efficacemente la cardiotossicità indotta dai farmaci anti-tumorali, fornendo, come alternativa, il monitoraggio di strain longitudinale e biomarcatori come la Troponina I.
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Roganti, Daniele <1980&gt. "Il monitoraggio della qualità di vita e dei bisogni di pazienti oncologici e caregiver: il caso ANT". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6379/1/Roganti_-_Il_monitoraggio_della_qualit%C3%A0_di_vita_e_dei_bisogni_di_pazienti_oncologici_e_caregiver%3A_il_caso_ANT.pdf.

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Resumen
La Fondazione ANT rappresenta una delle più ampie esperienze al mondo di assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai malati di tumore, tramite équipe di specialisti costituite da medici, psicologi e infermieri. La patologia oncologica ha un enorme impatto sul benessere dei pazienti. Un modo per raggruppare i diversi sintomi di disagio psicologico è utilizzare il concetto di distress, che sarebbe importante monitorare in modo semplice e veloce. Primo studio: 66 pazienti oncologici (40% uomini; età media 54 anni) in cure palliative domiciliari. Il 79% dei pazienti ha mostrato livelli clinicamente significativi di distress. Il 55% dei partecipanti allo studio ha riportato alti livelli di ansia, e l'81% dei pazienti ha riportato alti livelli di depressione. Dall'analisi delle curve ROC il singolo item del Distress Thermometer, con un cut-off maggiore o uguale a 4, è stato in grado di rilevare il 97% dei soggetti con punteggi clinici di ansia e depressione, quindi può essere utilizzato anche come uno strumento di screening precoce rapido ed affidabile per i disturbi dell'umore. I familiari sono la prima risorsa dei malati di tumore, e l'identificazione dei loro bisogni è utile per individuare chi ha maggiore necessità di aiuto ed in quali aree. Secondo studio: 115 caregiver di pazienti oncologici (37% uomini; età media 52 anni). Di seguito i bisogni più frequenti. Salute psicofisica: “preoccupazioni circa il/la paziente” (72%), ansia (53%) e rabbia (52%). Informazioni: “come prendersi cura del paziente” (64%), “terapie alternative e/o complementari” (64%) e “come gestire lo stress” (57%). Servizi e strutture sanitarie: “un operatore di riferimento”, (65%), “cure infermieristiche a domicilio” (62%), “indicazioni su servizi ospedalieri” (57%), ed “assistenza per caregiver, ad esempio consulenza psicologica” (55%). Il monitoraggio dei bisogni consentirebbe un'ottimizzazione dell'assistenza, prevenendo situazioni che potrebbero compromettere il benessere della famiglia e la qualità dell'assistenza fornita al paziente.
ANT Foundation provides free medical and psychological home care for cancer patients, with team of phisicians, psychologists and nurses. Cancer has a huge impact on patients' wellbeing. Emotional distress is a concept used to group and describe different symptoms of psychological disorders, but it is important to assess it in a quick and simple way. First study: 66 cancer patients (40% men; mean age 54 years) in palliative home care. 79% of patients showed high levels of distress. 55% reported high anxiety scores, and 81% showed high levels of depression. ROC curves analysis showed that the Distress Thermometer single item, with a cut-off of 4, was capable of detecting 97% of subjects with clinical levels of anxiety and depression, and therefore it can be used as a early screening instrument, both quick and reliable, for mood disorders. Caregivers are the first resource of cancer patients, and it is important to detect and assess their needs in order to know who needs more help and in which specific areas. Second study: 115 caregiver of cancer patients (37% men; mean age 52 years). Most frequent needs are presented as following. Psychological and physical health: “worries about patient” (72%), anxiety (53%) and anger (52%). Informations: “how to take care of the patient” (64%), “alternative or complementary therapies” (64%) and “how to manage stress” (57%). Services and hospital facilities: “a designated staff member”, (65%), “nurse service at home” (62%), “indications on hospital services” (57%), and “specific help for caregivers, i.e. psychological counselling” (55%). The monitoring of needs could optimize home care, avoiding the risk of psychological, practical and physical problems and helping supporting patients' and families' wellbeing and quality of life.
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Roganti, Daniele <1980&gt. "Il monitoraggio della qualità di vita e dei bisogni di pazienti oncologici e caregiver: il caso ANT". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6379/.

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La Fondazione ANT rappresenta una delle più ampie esperienze al mondo di assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai malati di tumore, tramite équipe di specialisti costituite da medici, psicologi e infermieri. La patologia oncologica ha un enorme impatto sul benessere dei pazienti. Un modo per raggruppare i diversi sintomi di disagio psicologico è utilizzare il concetto di distress, che sarebbe importante monitorare in modo semplice e veloce. Primo studio: 66 pazienti oncologici (40% uomini; età media 54 anni) in cure palliative domiciliari. Il 79% dei pazienti ha mostrato livelli clinicamente significativi di distress. Il 55% dei partecipanti allo studio ha riportato alti livelli di ansia, e l'81% dei pazienti ha riportato alti livelli di depressione. Dall'analisi delle curve ROC il singolo item del Distress Thermometer, con un cut-off maggiore o uguale a 4, è stato in grado di rilevare il 97% dei soggetti con punteggi clinici di ansia e depressione, quindi può essere utilizzato anche come uno strumento di screening precoce rapido ed affidabile per i disturbi dell'umore. I familiari sono la prima risorsa dei malati di tumore, e l'identificazione dei loro bisogni è utile per individuare chi ha maggiore necessità di aiuto ed in quali aree. Secondo studio: 115 caregiver di pazienti oncologici (37% uomini; età media 52 anni). Di seguito i bisogni più frequenti. Salute psicofisica: “preoccupazioni circa il/la paziente” (72%), ansia (53%) e rabbia (52%). Informazioni: “come prendersi cura del paziente” (64%), “terapie alternative e/o complementari” (64%) e “come gestire lo stress” (57%). Servizi e strutture sanitarie: “un operatore di riferimento”, (65%), “cure infermieristiche a domicilio” (62%), “indicazioni su servizi ospedalieri” (57%), ed “assistenza per caregiver, ad esempio consulenza psicologica” (55%). Il monitoraggio dei bisogni consentirebbe un'ottimizzazione dell'assistenza, prevenendo situazioni che potrebbero compromettere il benessere della famiglia e la qualità dell'assistenza fornita al paziente.
ANT Foundation provides free medical and psychological home care for cancer patients, with team of phisicians, psychologists and nurses. Cancer has a huge impact on patients' wellbeing. Emotional distress is a concept used to group and describe different symptoms of psychological disorders, but it is important to assess it in a quick and simple way. First study: 66 cancer patients (40% men; mean age 54 years) in palliative home care. 79% of patients showed high levels of distress. 55% reported high anxiety scores, and 81% showed high levels of depression. ROC curves analysis showed that the Distress Thermometer single item, with a cut-off of 4, was capable of detecting 97% of subjects with clinical levels of anxiety and depression, and therefore it can be used as a early screening instrument, both quick and reliable, for mood disorders. Caregivers are the first resource of cancer patients, and it is important to detect and assess their needs in order to know who needs more help and in which specific areas. Second study: 115 caregiver of cancer patients (37% men; mean age 52 years). Most frequent needs are presented as following. Psychological and physical health: “worries about patient” (72%), anxiety (53%) and anger (52%). Informations: “how to take care of the patient” (64%), “alternative or complementary therapies” (64%) and “how to manage stress” (57%). Services and hospital facilities: “a designated staff member”, (65%), “nurse service at home” (62%), “indications on hospital services” (57%), and “specific help for caregivers, i.e. psychological counselling” (55%). The monitoring of needs could optimize home care, avoiding the risk of psychological, practical and physical problems and helping supporting patients' and families' wellbeing and quality of life.
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Libros sobre el tema "Pazienti oncologici"

1

Aitini, Enrico. Intermezzi di nuvole: Emozioni di oncologia negli scritti di medici e pazienti. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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2

Pomar, Gaia y Giovanni Tommasini. Nursing Narrativo: Nuovo Approccio Al Paziente Oncologico. una Testimonianza. Independently Published, 2019.

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