Tesis sobre el tema "Pathway molecolare"
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Vergani, E. "BRAF AND MAPK PATHWAY MOLECULES FOR TARGETED THERAPY OF MALIGNANT MELANOMA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/173422.
Texto completoAlari, V. "CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE E FUNZIONALE DEL GENE CHRFAM7A, FORMA DUPLICATA DELLA SUBUNITÀ ALPHA7 DEL RECETTORE NICOTINICO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/215883.
Texto completoRestelli, M. "ANALYSIS OF THE UPSTREAM SIGNALLING PATHWAY CONTROLLING DELTANP63ALPHA PROTEIN STABILITY AND FUNCTION". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/238008.
Texto completoDonnianni, R. A. "Elevated levels of the polo kinase Cdc5 overridethe Mec1/ATR checkpoint in budding yeast by acting at different steps of the signaling pathway". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/158403.
Texto completoRubin, Beatrice. "Aspetti di genetica molecolare e possibili implicazioni terapeutiche nei tumori corticosurrenalici". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423043.
Texto completoPresupposti dello studio. I più comuni tumori corticali della ghiandola surrenalica (ACT) sono tumori benigni definiti adenomi corticosurrenalici (ACA) con una incidenza stimata di circa 7,3%. I tumori maligni, i carcinomi corticosurrenalici (ACC), sono invece rare neoplasie endocrine, con prognosi infausta ed incidenza di circa 1-2 casi per milione. I trattamenti per l’ACC sono inefficaci nella maggior parte dei casi ed attualmente si basano sull’uso di mitotane (o,p’DDD) con o senza i tradizionali agenti chemioterapici. Poiché le prognosi di ACA o di ACC sono estremamente differenti è importante differenziare queste due tipologie di tumore. Numerosi tumori attraverso il processo di angiogenesi stimolano la crescita dei vasi ematici dell’ospite. Recentemente è stata osservata una over-espressione del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) negli ACC ed i recettori di VEGF (VEGFR-1 e VEGFR-2) trovati anch’essi sulle cellule tumorali, suggeriscono un possibile effetto autocrino di VEGF per la crescita cellulare. Il farmaco sorafenib, un inibitore multichinasico, inibisce la fosforilazione di VEGFR-2 ed induce in vivo l’arresto della crescita di alcuni tumori. Il farmaco everolimus, analogo della rapamicina, inibisce mTOR coinvolto nella sopravvivenza cellulare e situato valle di VEGFR-2; è inoltre in grado bloccare la produzione di fattori pro-angiogenici in molti tumori neuroendocrini. Ad oggi, le alterazioni genetiche note che colpiscono gli ACT sono limitate ed inoltre nella tumorigenesi corticosurrenalica sono coinvolte una grande varietà di vie del segnale, in particolar modo la via del segnale di Ras/Raf/MEK/ERK e la via di Wnt/β-catenina risultano spesso alterate. Un’alterazione frequentemente riscontrata negli ACT è l’attivazione costitutiva della β-catenina, una molecola multifunzionale coinvolta anche nei processi di adesione cellulare assieme alle caderine (E-caderina ed N-caderina). Le caderine sembrano essere coinvolte nello sviluppo di molti carcinomi, ma le informazioni riguardanti la loro espressione negli ACT è molto limitata. Scopo. L’obbiettivo dello studio è stato quello di: a) valutare l’espressione di VEGF, VEGFR-1 e VEGFR-2 nei tessuti surrenalici normali e/o tumorali; b) esaminare l’effetto dei due farmaci, sorafenib ed everolimus, in vitro sulla vitalità cellulare, sull’apoptosi e su alcune pathways cellulari in linee stabilizzate (H295R, SW13), in colture primarie di ACT ed in vivo in modelli murini xenotrapiantati; c) analizzare la presenza di alterazioni geniche nei componenti chiave della via del segnale di Ras/Raf/MEK/ERK (studiando i geni BRAF, H-RAS, K-RAS, N-RAS) e nella via del segnale di Wnt/β-catenina (valutando i geni CTNNB1 e AXIN-2) ed indagare l’espressione della β-catenina in relazione alle molecole di adesione cellulare E-caderina ed N-caderina. Materiali e Metodi. Sono stati raccolti 24 carcinomi corticosurrenalici (adrenocortical carcinoma, ACC), 37 adenomi secernenti aldosterone (aldosterone producing adenoma, APA), 28 adenomi secernenti cortisolo (cortisol producing adenoma, CPA), 6 adenomi non secernenti (non-secreting adenoma, NSA) e 8 campioni di surrene normale (normal adrenal, NA). L’espressione genica di VEGF e dei suoi recettori (VEGFR-1 e VEGFR-2) è stata valutata in 63 ACT tramite real-time PCR. Nelle linee cellulari (SW13 e H295R) e nelle colture primarie corticosurrenaliche, attraverso il test MTT è stata osservata la vitalità cellulare incubando con sorafenib ed everolimus in un range di concentrazioni da 10 μM a 0,1 nM. In microscopia a fluorescenza (TUNEL) e dall’analisi citofluorimetrica (Anessina V) è stato valutato il grado di apoptosi indotto dai farmaci e tramite western blotting è stato analizzato il loro possibile coinvolgimento nelle vie di PI(3)K/Akt/mTOR e di Ras/Raf/MEK/ERK. Gli effetti dei farmaci, da soli o in combinazione, sono stati testati poi in vivo in modelli murini di ACC xenotrapiantati con cellule H295R ed SW13. Attraverso l’analisi di high resolution melting (HRM) abbiamo ricercato in 95 ACT la presenza di mutazioni attivanti nei geni BRAF (esoni 11 e 15), H-RAS (esoni 2 e 3), N-RAS (esoni 2 e 3), K-RAS (esoni 2 e 3), CTNNB1 (esone 3), AXIN2 (esone 7). I campioni aventi curve di melting dubbie o alterate sono stati sottoposti tutti al sequenziamento. Infine, è stata valutata in 68 ACT l’espressione genica di β-catenina, N-caderina ed E-caderina attraverso le tecniche di real-time PCR e di immunoistochimica (IHC). Risultati. Sia i tessuti corticosurrenalici normali che tumorali esprimono VEGF, VEGFR-1, VEGFR-2. Rispetto ai surreni normali, una significativa over-espressione di VEGF è stata osservata in circa il 65% (12/18) (P = 0.049) degli ACC analizzati ed in circa il 61% (20/33) (P = 0.025) degli APA. Nella valutazione della vitalità cellulare le cellule SW13 ed H295R rispondono in modo dose-dipendente ai farmaci sorafenib ed everolimus mentre in fluorescenza ed in citofluorimetria è stato osservato un effetto apoptotico. Mediante western, sorafenib induce una completa diminuzione della fosforilazione di Akt, ERK1/2 e P70S6K mentre everolimus, abolisce totalmente la fosforilazione di p-P70S6K. Delle 8 colture primarie sottoposte ai farmaci, 3 carcinomi e 3 adenomi rispondono in modo significativo sia al trattamento con sorafenib che all’everolimus, mentre 2 casi di ACC sono resistenti ad entrambi i farmaci. In vivo è stata osservata una significativa riduzione della massa tumorale ed un aumento della sopravvivenza mediana soprattutto nei topi sottoposti al trattamento farmacologico combinato. Attraverso le indagini in HRM sono state riscontate alcune alterazioni nei componenti della via del segnale di Ras/Raf/MEK/ERK: 2 ACC con mutazioni nel gene BRAF e 1 APA, 1 CPA e 2 ACC con mutazioni nel gene H-RAS. Per quanto riguarda l’indagine genetica della via del segnale di Wnt/β-catenina sono state osservate 18 alterazioni nel gene CTNNB1 (5 APA, 6 CPA, 2 NSA, 5 ACC) ed una sola mutazione nel gene AXIN2 nelle cellule H295R. In RT-PCR l’espressione di β-catenina è over-espressa in circa 50% degli ACC (12/24) ed in circa il 51% degli ACA (24/47) mentre in IHC circa il 47% degli ACC (7/15) ed il 33% degli ACA (11/33) presenta un notevole accumulo citoplasmatico e/o nucleare di β-catenina. In tutti gli ACT non è stata rilevata l’espressione di E-caderina, mentre per quanto riguarda N-caderina, in RT-PCR circa il 75% degli ACC (18/24) ed il 60% degli ACA (28/47) possiedono una down-regolazione. Risultati simili sono stati ottenuti in IHC in cui il 100% degli ACC (15/15) e il 55% degli ACA (18/33) presentano una down-regolazione di N-caderina. Conclusioni. I nostri dati sottolineano l’importanza del sistema angiogenico nei tumori corticosurrenalici. I nuovi inibitori tirosin-chinasici e di mTOR attualmente usati in alcuni tumori come strategie anti-VEGF potrebbero rappresentare un nuovo strumento terapeutico per i tumori della ghiandola surrenale. L’identificazione quindi di nuovi target molecolari anti-angiogenetici e di target nella via del segnale di Wnt/β-catenina ha contribuito ad una migliore comprensione ed a un approfondimento della tumorigenesi corticosurrenalica generando le basi per lo sviluppo di nuovi farmaci mirati (target therapy).
Aladowicz, E. "RALP, A NOVEL PROGNOSTIC MOLECULAR MARKER IN MELANOMA, IS INVOLVED IN THE NOTCH PATHWAY". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/155518.
Texto completoOBERGASTEIGER, JULIA. "The small GTPase RIT2 rescues LRRK2-dependent autophagy-lysosome pathway impairment to reduce alpha-synuclein accumulation and neurotoxicity". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2478813.
Texto completoParkinson’s disease (PD) is the most common neurodegenerative movement disorder and affects about 2-3% of the population over the age of 65. The etiology of PD is still undefined and familial cases provided hints for mechanisms involved in the disease. In particular, alpha-synuclein (aSyn) and leucine-rich repeat kinase 2 (LRRK2) gene alterations lead to autosomal dominant PD with many commonalities to the idiopathic disorder. aSyn containing inclusions, termed Lewy bodies, are one of the neuropathological hallmarks of PD, but the mechanisms involved in formation, maintenance and degradation of these inclusions are still under intense investigation. Several cellular processes are hypothesized to mediate these mechanisms, with a prominent attention directed towards autophagy. Additionally, several PD risk genes have a role in lysosomal biology and autophagy itself. Recombinant neuroblastoma cell lines overexpressing WT and G2019S LRRK2 display defects at different stages of the autophagy-lysosome pathway (ALP), specifically accumulation of autophagosomes and abnormalities in lysosomal morphology and number. Interestingly, G2019S LRRK2 cells display inclusions staining positive for pS129-aSyn. Pharmacological inhibition of LRRK2 kinase activity in G2019S LRRK2 cells reverts ALP defects and most importantly reduces the number of pS129-aSyn inclusions. RIT2, coding for the protein Rin, is a novel PD gene risk factor and has been scarcely investigated. It is a small GTPase mediating neurite outgrowth through p38 and ERK1/2 MAPK signaling pathways. Moreover, Rin is enriched in rodent substantia nigra pars compacta neurons and is reduced in human PD brains. However, the relevance of Rin-dependent signaling pathways and/or its interactions with PD-causing proteins is currently lacking. We observed that RIT2 mRNA levels are reduced in WT and G2019S LRRK2 cells and also RIT2 promoter activity is reduced in these cell lines. Acute overexpression of RIT2 phenocopies the effects of LRRK2 kinase inhibitor treatment, specifically on the number of autphagosomes, morphology and number of lysosomes and their proteolytic function. Moreover, RIT2 overexpression strongly reduces the burden of pS129-aSyn inclusions. Interestingly, acute RIT2 overexpression reduces phosphorylation levels of S1292, but not S935 LRRK2, an aspect distinct from pharmacological LRRK2 kinase inhibition. Furthermore, total LRRK2 levels are not decreased with RIT2 overexpression, unlike after LRRK2 kinase inhibitor treatment. Viral overexpression of RIT2 in an in vivo aSyn mouse model ameliorates motor deficits and reduces dopaminergic neuron loss, induced by viral overexpression of aSyn. Viral aSyn overexpression induces an increase in pS1292 LRRK2 levels, indicating an enhanced activity of endogenous LRRK2. The co-expression of aSyn with RIT2 prevents the increase of LRRK2 kinase activity, indicating that RIT2 is acting on LRRK2. This data suggest that aSyn, LRRK2 and RIT2 might share common cellular mechanisms, in particular autophagy, and ultimately impact the degradation of aSyn. The modulation of RIT2 expression might constitute a new strategy to combat aSyn pathology, applicable to both familial and idiopathic PD and, possibly, other synucleinopathies.
Squellerio, I. "The L-arginine/nitric oxide metabolic pathway in coronary artery disease : role of cardiovascular risk factors". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/59853.
Texto completoCastaldo, A. M. "JNK SIGNALLING PATHWAY AND ITS IMPLICATION IN RTT SYNDROME: STUDY ON SYNAPTIC PLASTICITY AND MORPHOLOGICAL PROFILE IN HUMAN AND IN MOUSE MODEL". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/491878.
Texto completoZanconato, Francesca. "Dissecting TAZ biology: mechanisms and regulations". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426291.
Texto completoIl tema centrale di questa tesi è TAZ, un co-attivatore trascrizionale che – insieme al suo omologo YAP – funge da trasduttore della Hippo pathway nei mammiferi. Dal primo anno di dottorato, ho partecipato allo studio della funzione e la regolazione di TAZ nelle cellule staminali del tumore al seno. I risultati ottenuti dimostrano che TAZ è un determinante molecolare della capacità di auto- rinnovamento (self-renewal) e delle proprietà tumorigeniche di cellule di tumore mammario. La maggioranza dei tumori di alto grado istologico (che contengono un numero elevato di cellule staminali tumorali) esprimono livelli di TAZ più alti rispetto al tessuto sano della ghiandola mammaria e ai tumori di basso grado istologico. Gli esperimenti descritti nella prima parte di questa tesi dimostrano che TAZ è stabilizzato – a livello di proteina – in cellule epiteliali che hanno subito una trasformazione mesenchimale, o hanno perso la polarità apico-basale tipica delle cellule epiteliali. Infatti, in cellule epiteliali polarizzate Scribble, un determinante basolaterale, attiva le chinasi della Hippo pathway ed inibisce TAZ; in cellule depolarizzate (come molte cellule nei carcinomi maligni) questo meccanismo è inattivo e TAZ si accumula. Come la stabilizzazione di TAZ modifichi le cellule per trasformarle in cellule staminali tumorali è oggetto di studi attualmente in corso. Parte di questi risultati è stata pubblicata in (Cordenonsi et al., 2011). Durante l’ultimo anno, ho collaborato ad un secondo progetto, dedicato alla regolazione di TAZ da parte di Wnt/β-catenina (Azzolin et al., 2012). I segnali Wnt attivano TAZ insieme a β-catenina. Ciò è dovuto al fatto che, in assenza di Wnt, β- catenina fosforilata porta TAZ al proteasoma; la stimolazione con Wnt determina quindi la stabilizzazione parallela di β-catenina e TAZ. Gli esperimenti qui presentati dimostrano che β-catenina inibisce l’attività biologica di TAZ in assenza di Wnt, e che la stabilizzazione di TAZ ha un ruolo funzionale nelle risposte biologiche (sia fisiologiche che patologiche) ai segnali Wnt.
Benvenuto, Giuseppe. "A bioinformatic approach to define transcriptome alterations in platinum resistance ovarian cancers". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3424723.
Texto completoRenzi, T. A. "ROLE OF MICRORNA IN THE REGULATION OF TLR SIGNALING PATHWAY". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/254528.
Texto completoTagliani, Elisa. "Selection of an antibody library identifies a pathway to induce immunity by targeting CD36 on steady state CD8α+ dendritic cells". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2007. http://hdl.handle.net/11384/85961.
Texto completoPlatonova, N. "NOTCH COOPERATES WITH PATHWAYS INVOLVED IN TUMOR PROGRESSION". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217535.
Texto completoAzzolin, Luca. "Role of TAZ in cancer stem cells and Wnt signaling". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422986.
Texto completoIl co-attivatore trascrizionale TAZ, conosciuto per essere un trasduttore della via del segnale Hippo con il suo paralogo YAP, è recentemente emerso come importante fattore in processi quali la crescita degli organi e la tumorigenesi. In questo lavoro ci siamo focalizzati su due aspetti della biologia di TAZ: il primo riguarda il ruolo di TAZ come determinante molecolare delle cellule staminali del tumore al seno; il secondo, la caratterizzazione di TAZ come mediatore a valle della via del segnale Wnt. Usando un approccio bioinformatico, abbiamo scoperto che i tumori alla mammella più maligni e arricchiti in cellule staminali tumorali mostrano una più elevata attività di TAZ quando comparati ai tumori più differenziati e non meta-statici (Parte 1): questo correla inoltre con una prognosi più sfavorevole. I livelli proteici e l’attività di TAZ sono elevati nelle putative cellule staminali tumorali e aumentano durante la progressione dei tumori verso la malignità, sia in vitro che nei tumori primari. In più, TAZ è richiesto per sostenere il rinnovamento e la ca-pacità di formare tumori in vivo da parte delle cellule tumorali mammarie. Queste proprietà rendono TAZ un determinante di parecchie caratteristiche di cellule staminali tumorali mammarie e una molecola interessante dal punto di vista terapeutico. Abbiamo inoltre studiato i regolatori a monte di TAZ e abbiamo scoperto che, indipendentemente dalla via del segnale Hippo, TAZ è regolato dalla via del segnale Wnt (Parte 2), che ne promuove anche l’attivazione. Questo meccanismo chiarisce una delle modalità attraverso cui le cellule rispondono alle citochine del-la famiglia Wnt. Dal punto di vista meccanicistico, in assenza del segnale Wnt, i componente del complesso di distruzione di β-catenina - APC, Axin and GSK3 – sono richiesti per mantenere bassi i livelli di TAZ: questo è dovuto al fatto che β-catenina fosforilata fa da ponte tra TAZ e il suo complesso di ubiquitina ligasi. In seguito al segnale Wnt, β-catenina non è più fosforilata nel complesso di distruzi-one e ciò impedisce la degradazione di TAZ: di conseguenza vi è un contemporaneo accumulo sia di TAZ che di β-catenina.
BROGGI, SERENA. "Studies on active RAS proteins localization and evidences for nuclear active RAS2 involvement in invasive growth in saccharomyces cerevisiae". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41878.
Texto completoContato, Anna. "Cardiomyocytes generation by programming human pluripotent stem cell fate in microfluidics: from Wnt pathway modulators to synthetic modified mRNA". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3425256.
Texto completoLe malattie cardiovascolari rappresentano ad oggi una delle principali cause di morbidità e mortalità nel mondo, tra le quali la patologia ischemica è responsable del maggior numero di decessi negli ultimi 10 anni. L’elevato impatto determinato da tali patologie, sia acute che croniche, e gli elevati costi per i sistemi sanitari, richiedono lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. La questione principale riguardante gli attuali approcci terapeutici, sia farmacologici sia interventistici, è rappresentata dalla loro incapacità di compensare l’elevata ed irreversibile perdita di cardiomiociti funzionali. A causa della limitata capacità rigenerativa dei cardiomiociti post-natali e della difficoltà di reperire ed isolare tessuto cardiaco bioptico, scarse sono le fonti di tali cellule disponibili per uno studio dedicato. Tra l’altro, anche se i modelli animali ancora oggi rappresentano sicuramente lo stumento migliore per studiare e comprendere in vivo i meccanismi alla base dello sviluppo di specifiche patologie umane, nel constesto di un organismo complesso, essi non sono completamente predittivi e rappresentativi della condizione umana analizzata; da un punto di vista economico, il mantenimento di tali animali e le relative sperimentazioni, richiedono molto tempo e costi elevati. In questo scenario, le cellule staminali umane pluripotenti (hPSCs), comprese le cellule staminali embrionali (hESCs) e le cellule staminali pluripotenti indotte (hiPSCs), rivestono un ruolo importante nella ricerca cardiovascolare perché possono essere espanse in coltura indefinitamente, senza perdere la loro staminalità, e differenziare nelle cellule che componogono i tre foglietti germinativi, come ad esempio i cardiomiociti. Un’importante svolta nella ricerca scientifica è avvenuta nel 2007, con la scoperta delle hiPSCs da parte del Premio Nobel Shinya Yamanaka. Ciò ha rappresentato il punto di partenza per derivare hiPSCs paziente-specifiche attraverso il reprogramming di cellule somatiche ottenute con procedure mini- o non-invasive (derivate da biopsie cutanee, sangue, urina…), utili per generare tessuti per una riparazione autologa, evitando i problemi etici e politici relativi alla derivazione delle hESCs. Notevoli studi sono stati condotti dai ricercatori nel tentativo di sviluppare strategie che efficientemente ed in maniera robusta guidino il differenziamento cardiaco delle hPSCs, basate sulla perturbazione stadio-specifica di differenti vie di segnalazione, mediante l’uso di fattori di crescita e piccole molecole, che ricapitolano i punti essenziali dello sviluppo cardiaco osservato in vivo. Tuttavia, questi metodi sono accompagnati da alcune limitazioni, quali: elevata variabilità intra ed inter-sperimentale, presenza di xeno-contaminanti, componenti indefinite nei medium di coltura e differenze nei livelli di espressione di citochine endogene. Altre strategie si basano invece sulla conversione diretta di cellule somatiche, specialmente fibroblasti, attraverso l’overespressione di una combinazione di fattori di trascrizione cardiaci mediante vettori integrativi e non-integrativi; tuttavia, anche tali approcci sono caratterizzati da basse efficienze nella generazione di cardiomiociti, associate al rischio di integrazioni genomiche e mutagenesi inserzionale nel caso dei vettori integrativi, o alla necessità di effettuare diversi step di purificazione quando si ultilizzano sistemi non-integrativi. Pertanto, a causa delle difficoltà dei sistemi convenzionali di coltura nel dirigere specificamente ed in maniera robusta il differenziamento cardiaco delle hPSCs, assieme alla scarsa capacità di riprodurre in vitro l’ambiente in cui le cellule risiedono in vivo, i cardiomiociti prodotti attualmente sono immaturi e più simili allo stadio fetale di sviluppo. Nel 2010 Warren L. ed il suo gruppo di ricerca ha sperimentato per la prima volta una tecnologia innovativa di tipo non-integrativo basata su trasfezioni ripetute con lipidi cationici di RNA messaggeri modificati sinteticamente (mmRNA) per evitare la risposta immunitaria innata da parte delle cellule; egli ha dimostrato la possibilità sia di riprogrammare cellule somatiche allo stato pluripotente, sia di programmare il differenziamento miogenico di hiPSCs. Pertanto, lo scopo di questa tesi di dottorato è quello di sviluppare un metodo robusto ed efficiente per il differenziamento cardiaco di hPSCs combinando gli mmRNA con la tecnologia microfluidica. Ripetute trasfezioni di mmRNA codificanti per 6 fattori di trascrizione coinvolti nello sviluppo e nel funzionamento cardiaco, vengono impiegate per forzare l’espressione proteica endogena delle cellule e per guidare il differenziamento verso la maturazione funzionale dei cardiomiociti. L’integrazione del differenziamento cardiaco in una piattaforma microfluidica ad hoc, prodotta nel laboratorio BioERA, consente un controllo più preciso delle condizioni di coltura garantendo un’elevata efficienza di trasfezione degli mmRNA grazie all’elevato rapporto superficie/volume e permette la riproduzione in vitro di nicchie fisiologiche. Infatti, la miniaturizzazione consente di mimare al meglio le dinamiche cellulari che avvengono in vivo nel microambiente solubile. Le tecnologia microfluidica offre la possibilità di effettuare esperimenti combinati, multiparametrici e paralleli in una sola volta e con elevato rendimento a costi ridotti, non realizzabili nei macroscopici e costosi sistemi di coltura convenzionali. Il Capitolo 1 inizia con la definizione di medicina rigenerativa e introduce la complessità dello sviluppo cardiaco ed il network di fattori di trascrizione che cooperano durante questo processo. Viene poi descritto lo stato dell’arte relativo alle strategie per l’ottenimento di cardiomiociti da hPSCs e al transdifferenziamento cardiaco di cellule somatiche, insieme alle relative limitazioni e alle problematiche attuali da risolvere. Infine viene presentato lo scopo generale di questa tesi di dottorato. Il Capitolo 2 si focalizzerà sulle hPSCs (sia hES sia hiPS) impiegate durante questo progetto, descrivendo le caratterisatiche principali di tali cellule. Verrà inoltre presentato un protocollo di differenziamento cardiaco di hPSCs in monostrato che attualmente è considerato il gold standard per ottenere velocemente un’elevata resa di cardiomiociti contrattili in supporti di coltura convenzionali. Tale protocollo si basa sulla modulazione del pathway canonico di Wnt attraverso l’applicazione di due piccole molecole. Inoltre, una linea di hES, doppio reporter per 2 fattori di trascrizione cardiaci, verrà descritta ed impiegata in tutti gli esperimenti come strumento per monitorare l’andamento del differenziamento cardiaco delle hPSC. I risultati ottenuti in colture standard verranno mostrati. Il Capitolo 3 esaminerà lo stato dell’arte della tecnologia microfluidica nelle applicazioni di medicina rigenerativa, sottolineando i vantaggi derivanti dalla combinazione della microtecnologia con la biologia cellulare. Verrà successivamente descritta la fabbricazione della piattaforma microfluidica utilizzata, con la successiva ottimizzazione della coltura, espansione e differenziamento cardiaco gold standard delle hPSCs conseguenti alla conversione dalla macro- alla microscala. Il Capitolo 4 introdurrà la nuova strategia degli mmRNA per la riprogrammazione e la programmazione cellulare: anche in tal caso verrà discusso lo stato dell’arte. In seguito, verranno presentate le strategie sperimentali sviluppate per programmare il differenziamento cardiaco delle hPSCs verso un fenotipo più maturo dei cardiomiociti, insieme ai risultati ottenuti con le relative caratterizzazioni strutturali, funzionali e molecolari. In questo lavoro, per la prima volta, è stato possibile ottenere cardiomiociti da hPSCs attraverso ripetute trasfezioni di mmRNA per 6 fattori di trascrizione cardiaci in microfluidica, con efficienze superiori rispetto ai metodi presenti attualmente in letteratura, svolti in sistemi convenzionali. Il Capitolo 5 infine presenterà la discussione e le conclusioni generali, assieme alle prospettive future riguardanti l’uso degli mmRNA combinati con la microfluidica per ottenere diversi fenotipi di cardiomiociti, variando la combinazione di fattori di trascrizione veicolati. In conclusione, gli esperimenti sviluppati in questo progetto di dottorato forniscono un proof-of-principle della possibilità di programmare con gli mmRNA il destino delle hPSCs verso il differenziamento e la maturazione di cardiomiociti funzionali in microfluidica; inoltre, essendo gli mmRNA una strategia non-integrativa , i cardiomiociti ottenuti in questo modo possono essere impiegati nel prossimo futuro per applicazioni cliniche di ricostruzione tissutale autologa e per screening farmacologici personalizzati.
PRIAMI, CHIARA. "THE ROLE OF THE P53/P66SHC PATHWAY IN DEVELOPMENT AND AGING: DANIO RERIO (ZEBRAFISH) AND NOTHOBRANCHIUS AS MODEL ORGANISMS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/531702.
Texto completoLongatti, A. "ARHGAP22 DISRUPTION AFFECTS RAC1 SIGNALING PATHWAY AND RESULTS IN ALTERED FORMATION AND FUNCTION OF GLUTAMATERGIC SYNAPSES IN MOUSE HIPPOCAMPUS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/545287.
Texto completoSALVADORI, GIULIA. "DIFFERENTIAL EFFECTS OF FASTING AND PHARMACOLOGICAL INTERVENTIONS ON CANCER AND CANCER STEM CELLS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/820695.
Texto completoComin, Alessandra. "Ruolo delle proteine del tegumento nelle interazioni tra il virus dell’Herpes simplex di tipo1 e il pathway dei Multivesicular bodies". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426017.
Texto completoMolti virus dotati di envelope completano il proprio ciclo replicativo formando delle vescicole che gemmano attraverso membrane cellulari di varia natura, ma la scissione del virione da tali membrane non è un passaggio semplice o spontaneo. Per quel che riguarda diversi virus a RNA, tra cui retrovirus, rabdovirus, filovirus, arenavirus e, presumibilmente, orto- e paramixovirus, tale problema è stato risolto mediante il reclutamento di fattori normalmente utilizzati dalla cellula durante la formazione di vescicole interne a specifici organelli membranosi derivati dagli endosomi: i multivesicular bodies (MVB). In effetti, la gemmazione dei virus a RNA dotati di envelope e la formazione delle vescicole interne ai MVB sono processi analoghi: in entrambi i casi si verifica una curvatura della membrana in allontanamento dal citoplasma. Affinché un’infezione possa considerarsi produttiva, quindi, è necessario che tutti i componenti utili alla formazione della particella siano convogliati a livello della membrana in cui si verificherà l’evento di gemmazione. A questo scopo, i virus a RNA hanno evoluto due possibili strategie: la presenza di particolari sequenze note come Late domain (L-domain) all’interno delle proprie proteine strutturali e/o la loro ubiquitinazione; in entrambi i casi le proteine coinvolte vengono reclutate nel pathway dei MVB. Molto meno è noto, invece, per quel che riguarda gli herpesvirus e, più in generale, i virus a DNA dotati di envelope. Infatti, se da un lato le fasi iniziali dell’infezione erpetica sono piuttosto conosciute, dall’altro rimangono aperte alcune controversie riguardanti il sito cellulare di assemblaggio e acquisizione del pericapside nonché la natura delle membrane implicate nella gemmazione della particella virale dalla cellula infetta. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di contribuire al chiarimento dei meccanismi molecolari dell’assemblaggio e della gemmazione degli herpesvirus, prendendo come modello il virus dell’herpes simplex di tipo 1 (HSV-1). In particolar modo, due lavori pubblicati nell’ultimo periodo hanno evidenziato un possibile ruolo dei MVB nel ciclo replicativo di HSV-1 sottolineando l’importanza di una corretta biogenesi di tali organelli per garantire la gemmazione virale e il corretto trafficking intracellulare di una proteina virale essenziale, quale la glicoproteina B. Sulla base di tali riscontri si è deciso di valutare se le membrane dei MVB costituissero il sito di reclutamento di altre importanti proteine strutturali, quali quelle del tegumento, cosìda poter identificare tali organelli come il sito di acquisizione del pericapside e di assemblaggio definitivo della particella virale. Nel presente lavoro ci siamo focalizzati soprattutto su quattro proteine del tegumento di HSV-1: VP1/2, VP13/14, VP16 e VP22. In particolar modo, abbiamo dimostrato che VP1/2 e VP16 presentano al proprio interno sequenze riconducibili a L-domain noti e che sia VP1/2 che VP16 localizzano a livello delle membrane dei MVB. Il reclutamento di VP1/2 a livello di tali organelli può essere attribuito, almeno in parte, all’interazione tra il dominio PSAP in essa contenuto e la proteina Tsg101, suo partner cellulare, con cui abbiamo dimostrato l’associazione. Viceversa, le cause della localizzazione di VP16 non sono altrettanto chiare. Infatti, abbiamo dimostrato che VP16 non presenta alcuna interazione diretta tra il dominio PPLY in essa presente e i corrispondenti partner cellulari, i membri della famiglia delle ubiquitino-ligasi Nedd4. Inoltre, in base ai nostri dati, la medesima proteina non risulta nemmeno ubiquitinata, modifica post-traduzionale che ne garantirebbe il direzionamento ai MVB. Nell’ipotesi che il suo reclutamento ai MVB sia di tipo indiretto e dovuto all’azione di altre proteine virali, abbiamo quindi verificato alcune tra le interazioni riportate in letteratura per quel che riguarda VP16 e le altre proteine del tegumento, in particolare VP13/14 e VP22. Dai nostri esperimenti è emerso che VP16 interagisce direttamente con VP22, in assenza di altri fattori virali, ma non con VP13/14. Tuttavia, nemmeno il legame con VP22 è risultato tale da giustificare la localizzazione intracellulare di VP16, che quindi potrebbe richiedere fattori virali e/o cellulari diversi da quelli analizzati. Infine, mediante studi più approfonditi su VP22 e VP13/14, abbiamo dimostrato che entrambi tali proteine risultano ubiquitinate e che, nel caso specifico di VP13/14, tale ubiquitinazione è del tipo generalmente responsabile del direzionamento di una proteina al pathway dei MVB. In conclusione, i nostri dati dimostrano che almeno quattro proteine del tegumento sono effettivamente reclutate ai MVB o possiedono le caratteristiche necessarie ad una simile localizzazione, quali la presenza di L-domain o la coniugazione all’ubiquitina. E’ quindi possibile supporre che tali organelli, oltre a rappresentare una potenziale via d’uscita dalla cellula infettata, possano fornire anche la “piattaforma” cellulare adatta al completamento dell’assemblaggio del tegumento e all’acquisizione del pericapside da parte della particella virale.
Porro, B. "EVALUATION OF L-ARGININE/NITRIC OXIDE METABOLIC PATHWAY IN ERYTHROCYTES IN RELATION WITH OXIDATIVE STRESS: FOCUS ON DIFFERENT CARDIOVASCULAR DISEASES". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/247161.
Texto completoGaratti, A. "SIALIDASE NEU3 EXPRESSION IN A HUMAN MODEL OF CARDIAC ISCHEMIA AND ITS INTERPLAY WITH THE HYPOXIA-INDUCIBLE FACTOR (HIF-1) SIGNALING PATHWAY". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/338131.
Texto completoBianchini, Elisa. "V247M alpha-sarcoglycan mutant: uncovering the ERAD pathway of a type I membrane protein". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422933.
Texto completoLe proteine non correttamente ripiegate e/o mutate sono riconosciute dal sistema di controllo qualità del reticolo endoplasmatico (ER) (ER-QC) ed eliminate attraverso una specifica via, chiamata degradazione associata al reticolo (ERAD). La selezione avviene attraverso l’identificazione dei difetti strutturali da parte di specifiche proteine coinvolte nel controllo qualità del reticolo. La degradazione conseguente può essere suddivisa in tre vie: ERAD-L per proteine con difetti luminali, ERAD-M per difetti nella porzione di membrana ed ERAD-C in caso di difetti citosolici. Le E3 ubiquitin-ligasi risiedenti nel reticolo sono elementi chiave di ERAD e ciascuna sembra agire prevalentemente in una particolare via piuttosto che in un’altra, assicurando quindi lo specifico riconoscimento e smaltimento di proteine aventi difetti particolari, anche se non è ancora chiaro nei dettagli come ciò avvenga. Nel muscolo, mutazioni a carico di proteine associate in un complesso tetramerico alla distrofina, chiamate sarcoglicani (alpha-beta-gamma-delta), causano nell’uomo distrofie muscolari chiamate distrofie dei cingoli. E’ stato precedentemente dimostrato che il mutante di alpha-sarcoglicano V247M, una proteina di tipo I con un difetto luminale, viene ubiquitinato e degradato dal proteasoma, tappa finale di ERAD. Scopo di questo studio è indagare i componenti del sistema degradativo atti a riconoscere questa proteina come mutante e le E3 ligasi coinvolte nella sua ubiquitinazione, processo fondamentale per l’indirizzamento al proteasoma. Il fine ultimo è chiaramente quello di individuare possibili bersagli farmacologici per lo sviluppo di una possibile terapia, non presente attualmente. Numerose patologie dovute a problemi di ripiegamento/mutazioni di proteine stanno emergendo, e con esse anche possibili trattamenti farmacologici che agiscono sui pathways di ER-QC ed ERAD. Nel reticolo le proteine malripiegate e/o mutate sono ritenute in soluzione da chaperoni e lectine, che giocano un ruolo indispensabile in ER-QC e nel delivery dei substrati ai complessi formati dalle E3 ligasi. Tra questi ho dimostrato che GRP94 è coinvolta nel riconoscimento di V247M alpha-SG, mentre BiP e OS9 non sembrano implicati, anche se ulteriori studi a questo riguardo risultano necessari. In letteratura i substrati modello di proteine di tipo I con difetti luminali vengono degradati grazie all’azione di due E3 ligasi, chiamate gp78 e HRD1. Attraverso l’uso di E3 ligasi mutate nel sito catalitico e di RNAi ho dimostrato che V247M alpha-SG è degradato grazie all’azione di HRD1 ma non di gp78. Mediante saggi di immunoprecipitazione, ho anche dimostrato che HRD1 interagisce strettamente con il sarcoglicano mutato così come UBC6e, l’ubiquitin-coniugasi partner di HRD1, e SEL1L, il recettore associato alla ligasi. Un’altra ligasi, RFP2, si è dimostrata in grado sia di interagire con il sarcoglicano mutato, sia di bloccarne la degradazione se deleta del sito catalitico coinvolto nell’ubiquitinazione. Per permettere a molte delle proteine di membrana di essere estratte dal reticolo e dirette al citosol, dove risiede il proteasoma, la AAA-ATPasi p97 sembra avere un ruolo fondamentale, grazie alla forza motrice fornita dall’idrolisi dell’ATP e il supporto dato da Derlina-1. Ho dimostrato, grazie all’uso di un dominante negativo, che l’azione di p97 è necessaria per la retrotraslocazione di V247M alpha-SG e, grazie ad esperimenti di co-immunoprecipitazione, che il mutante interagisce strettamente sia con p97, sia con Derlina-1. Questi risultati descrivono per la prima volta il pathway degradativo di alpha-sarcoglicano V247M, che, in qualità di proteina di membrana di tipo I con difetti nella porzione luminale, segue la via classica ERAD-L guidata dall’E3 ubiquitin-ligasi HRD1. Nel processo di riconoscimento e indirizzamento al proteasoma questo mutante è inoltre assistito dalla E3 ubiquitin-ligasi RFP2. In un progetto in collaborazione con la Dr. R. Sacchetto (Dip. Scienze Sperimentali Veterinarie), mi sono occupata di un’altra proteina, SERCA1a. La proteina mutata è causa nell’uomo della miopatia di Brody e recentemente un fenotipo muscolare simile, chiamato Pseudomiotonia, è stato riscontrato anche in alcune vacche Italiane di razza Chianina che presentano la mutazione R164H a carico di SERCA1a. Sia nell’uomo che negli animali, la riduzione della attività della calcio ATPasi SERCA1a è correlata alla ridotta quantità di proteina presente nel muscolo. L’espressione eterotopica di SERCA1a mi ha permesso di dimostrare che la proteina è degradata attraverso il proteasoma: l’inibizione dell’attività degradativa porta, infatti, a un aumento della quantità di proteina. Oltre ciò, studi funzionali mi hanno permesso di dimostrare che la proteina così recuperata è anche enzimaticamente attiva, indice del fatto che un suo recupero farmacologico potrebbe risultare efficace non solo nei casi di Pseudomiotonia ma anche in quelli di miopatia di Brody.
Kobia, F. M. "TARGETING NOTCH TRAFFICKING IN HUMAN CANCER CELLS: A. PHARMACOLOGIC INHIBITION OF THE VACUOLAR H+ ATPASE REDUCES PHYSIOLOGIC AND ONCOGENIC NOTCH SIGNALING. B. HIGH CONTENT SCREEN FOR NOVEL MODULATORS OF THE NOTCH PATHWAY". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/365255.
Texto completoFelician, Giulia. "Regulation of Notch signaling in the heart by epigenetic modifications". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2015. http://hdl.handle.net/11384/85955.
Texto completoSpadoni, I. "IDENTIFICATION AND CHARACTERIZATION OF THE 'GUT VASCULAR BARRIER'". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/234155.
Texto completoRossi, A. "ROLE OF THE POLYCOMB GROUP PROTEINS IN THE ADULT INTESTINAL STEM CELLS HOMEOSTASIS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/260390.
Texto completoBarbieri, E. "CONTACT SITES BETWEEN THE ENDOPLASMIC RETICULUM AND THE PLASMA MEMBRANE CONTROL EGFR ENDOCYTOSIS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/471217.
Texto completoCROCI, OTTAVIO. "GENOMIC LANDSCAPE AND TRANSCRIPTIONAL REGULATION BY YAP AND MYC IN THE LIVER". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/556194.
Texto completoGalli, F. "IDENTIFICATION OF THREE NOVEL REGULATORY PATHWAYS INVOLVED IN THE DOWN-REGULATION OF P63 PROTEIN LEVELS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/156499.
Texto completoFABRIZIO, FEDERICO PIO. "Keap1/Nrf2 Pathway Profiling: Uncovers Molecular Intersection With Notch Pathway In Small Cell Lung Cancer". Doctoral thesis, Università degli Studi di Foggia, 2019. http://hdl.handle.net/11369/382259.
Texto completoSmall Cell Lung Cancer (SCLC) represents the most aggressive pulmonary malignancy and accounts for approximately 20% of lung cancers. Despite an initial chemotherapy and radiation response, it recurs rapidly after primary treatment by the development of resistance, with only 6% of patients surviving 5 years from diagnosis. In recent years, the efficacy of targeting key “growth drivers” in cancer treatment of a small subset of lung cancers are emerged encouraging the investigation of new molecular alterations and target proteins that are selectively expressed in cancer cells. Advances have been made especially for NSCLC, but similar results have not yet been possible in SCLC because of a lack of adequate tumor tissue and the rarity of surgically resected specimens. Cells are constantly exposed to oxidative stresses and exogenous and endogenous insults against they adopt several cytoprotective mechanisms. Central to this cellular defensive machinery is the NRF2 and its negative regulator, KEAP1. In tumor cells, mainly in non-small cell lung cancer (NSCLC) it has been observed that the KEAP1/NRF2 pathway is deregulated at genetic and epigenetic levels and it is linked to response conventional therapy and patients’ outcome. Moreover, growth and progression of lung tumors could involve additional pathways and their crosstalk in the context of cell invasion and metastasis, including NRF2/NOTCH crosstalk. This interplay should have strong implications in antioxidant protection, survival of cancer cells and drug resistance to therapies. At present, KEAP1/NRF2 pathway is poorly investigated in SCLC and data concerning the mechanisms of aberrant NRF2/NOTCH crosstalk by genetic and epigenetic modulations in SCLC are lacking. We propose to investigate the molecular basis of KEAP1/NRF2-NOTCH crosstalk deregulation in SCLC and its impact on the modulation of cellular defense systems, tumor cell proliferation, and differentiation and to the response to conventional chemotherapies and NOTCH inhibitors. Genetic and epigenetic investigations of the KEAP1, NRF2, and NOTCH1 genes were firstly performed on a collection of SCLC cell lines by Sanger sequencing, real-time PCR and pyrosequencing. Despite of the rarity of KEAP1 mutations in SCLC cell lines, an unreported hypermethylation of the KEAP1 promoter region was observed in SCLC cell lines with a prevalence of 42%, suggesting this mechanism as a possible new inactivation mechanism of this pathway in SCLC, with a perfect correlation between the results obtained both from real-time PCR and pyrosequencing methodologies. Gene silencing studies were carried out on SCLC cell lines by using short interfering RNA, protein expression analysis by western blot and pharmacological assays with chemotherapeutic agents. The results obtained showed as the first instance that KEAP1 silencing affects the NRF2 and some of its target genes expression levels thus giving the first functional evidence of the driver role in SCLC of KEAP1 in the NRF2 axis deregulation. Secondly, KEAP1 suppression showed a significant impact in predicting SCLC apoptosis under cisplatin, etoposide treatment and/or their combination. In light of these results, we verified whether and how the KEAP1/NRF2 pathway modulation interferes with NOTCH signaling under the KEAP1 gene silencing condition. Results obtained proved that KEAP1 impairing controls NOTCH1 and some of its target (HES-1 and DLL3) mainly at transcripts levels and has an only partial effect on protein levels. These data partially justified the observed effects of DAPT treatments in H69V KEAP1 silenced SCLC cell lines. NOTCH1, DLL3, and HES1 transcript levels increased in KEAP1 silencing H69V cell lines, whereas none of these proteins increased in their levels under DAPT treatment and no changes in viability assay of tumor cell were observed. Additional experiments of NRF2 silencing on several SCLC cell lines are demanded to clarify the real KEAP1-NRF2/NOTCH interplay. In summary, our data provide new insights into the potential downstream effects of KEAP1/NRF2 pathway deregulation in SCLC and its consequence in terms of crosstalk with NOTCH1 activity. The findings of this present study might help to guide the understanding of SCLC biology and the development of new potential therapeutic targets for prevention of this aggressive tumor.
SHANMUGAN, MUTHU KUMAR. "EXPLORING GENOME INTEGRITY PATHWAYS IN SACCHAROMYCES CEREVISIAE". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/229912.
Texto completoBONFILI, LAURA. "Modulation of intracellular proteolytic pathways in neoplastic and neurodegenerative diseases". Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2014. http://hdl.handle.net/11581/401774.
Texto completoGranata, M. "HISTONE-DEPENDENT AND HISTONE-INDEPENDENT PATHWAYS FOR RAD9 CHROMATIN RECRUITMENT AND CHECKPOINT ACTIVATION". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150199.
Texto completoMiolli, Giulia Valentina. "Apple and strawberry MADS-box genes and their function in plant developmental pathways". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423840.
Texto completoIl ruolo fondamentale svolto dai fattori di trascrizione MADS-box nei diversi processi di sviluppo delle piante è stato descritto in dettaglio nell’organismo modello Arabidopsis thaliana. Tuttavia la loro funzione in colture di maggior valore agricolo e commerciale rimane da indagare. La presente ricerca si propone di comprendere il loro ruolo in due colture agronomicamente importanti appartenenti alle Rosacee: melo (Malus x domestica Borkh.) e fragola (Fragaria vesca). Studi dell’espressione genica attraverso Real time PCR e RNA-seq hanno permesso l’identificazione di due geni di melo appartenenti ai geni DAM (Dormancy Associated MADS-box). I due geni appartengono alla clade StMAD11 e sono stati denominati MdDAM1 e MdDAM2, quest’ultimo scoperto ex novo. Analisi di espressione con Real time PCR in gemme dormienti raccolte durante il periodo invernale e studi di immunoprecipitazione di cromatina (ChIP) hanno confermato che i geni sono silenziati in seguito all’espozione al freddo. Inoltre si è provato che solo MdDAM1 è epigeneticamente represso, come era stato in precedenza dimostrato in Arabidopsis per il gene FLC e in pesca per i geni DAM. In parallelo si è lavorato su alcuni geni MADS-box di fragola, di cui era nota la funzione, coinvolti nello sviluppo del fiore. Tra questi geni ne sono stati scelti tre, i probabili omologhi di PISTILLATA e AGAMOUS in Arabidopsis, per svolgere sia analisi di espressione, sia analisi funzionali che sfruttano l’approccio di RNA interference per ottenere silenziamento genico post-trascrizionale. Le linee transgeniche risultate positive sono state valutate a livello molecolare e fenotipico. Il silenziamento dei singoli geni non ha mostrato alterazioni nello sviluppo del fiore, suggerendo un diverso meccanismo coinvolto nello sviluppo del fiore in fragola, probabilmente a causa della sua particolare struttura.
Mantegazza, O. "SEARCHING FOR NEW GENETIC PATHWAYS IN EARLY FLOWER DEVELOPMENT OF ARABIDOPSIS THALIANA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/244021.
Texto completoSADOU, AMEL. "CROSS-TALK BETWEEN RAL AND RAC PATHWAYS IN THE CONTROL OF CELL MIGRATION". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/214614.
Texto completoROSSI, SILVIA EMMA. "INTERPLAY BETWEEN THE DNA HELICASES PIF1 AND RRM3, THE NUCLEASE DNA2 AND THE CHECKPOINT PATHWAYS IN THE MAINTENANCE OF THE DNA REPLICATION FORK INTEGRITY". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/471797.
Texto completoVENTURINI, LORENZA. "TELOMERE MAINTENANCE MECHANISMS IN TUMOR OF MESENCHYMAL ORIGIN: EVALUATION OF PROGNOSTIC SIGNIFICANCE AND CHARACTERIZATION OF RELEVANT MOLECULAR PATHWAYS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171334.
Texto completoTolomeo, Anna Maria. "Integration of transcriptional programming and micro-technologies for in vitro modelling of neural development". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425883.
Texto completoL'obiettivo di questa tesi è il downscaling di protocolli di differenziazione neuronale, a partire da hiPSC, utilizzando tecnologie di programmazione trascrizionale, in microfluidica. La piattaforma microfluidica lab-on-chip, utilizzata per la validazione dei protocolli, offre la possibilità di lavorare in un contesto di stretto controllo delle condizioni della coltura cellulare, come ad esempio la consegna efficiente di fattori solubili. Invece, la tecnologia delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPSCs) consente di riprogrammare le cellule somatiche, come i fibroblasti, in un fenotipo simile a quello embrionale e di ottenere, in questo modo, un'espansione clonale di cellule indifferenziate che possono quindi essere differenziate nel fenotipo desiderato (ad esempio quello neuronale). La combinazione tra coltura cellulare in microfluidica e iPSC fornisce un contributo molto importante nella comprensione di quei meccanismi molecolari, responsabili di patologie specifiche, utili all’individuazione di efficaci terapie. Questo lavoro trova le sue basi ed una forte motivazione in un contesto che, ad oggi, non fornisce modelli esaurienti in vitro o in vivo, perché una grande quantità di malattie neurologiche e studi sul cervello umano vengono eseguiti su biopsie post-mortem o su tessuti raccolti a fasi della malattia molto tardive. I modelli animali, invece, potrebbero rappresentare una possibilità di comprendere alcuni meccanismi neurologici, ma sono limitati e talvolta non ricapitolano completamente il fenotipo del paziente. In questo scenario, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul downscaling dei protocolli di differenziazione neuronale in vitro a partire da hiPSC, sfruttando prima di tutto i vettori lentivirali per la sovraespressione di fattori di trascrizione, nel nostro caso la Neurogenina 2, un gene proneurale. Inoltre, abbiamo usato questo approccio con una prospettiva innovativa: regolando la durata e la frequenza dell’espressione di Ngn2, attraverso la somministrazione controllata di doxiciclina, è possibile imitare, in vitro, il profilo oscillatorio di Ngn2 osservato in vivo. In vivo, infatti, i progenitori neurali sono caratterizzati da un pattern di espressione di Ngn2 oscillatorio, mentre i neuroni mostrano un'espressione sostenuta e costante di Ngn2. Inoltre, poiché la generazione di neuroni, con un’elevata efficienza, è influenzata da un corretto rilascio di fattori esogeni alle cellule, in modo time-dependent, abbiamo sviluppato un protocollo di induzione neuronale utilizzando una piattaforma microfluidica automatizzata. Infine, per evitare qualsiasi aberrazione genetica causata dai vettori lentivirali e per avere un sistema che potrebbe essere facilmente modulato in termini di dose e frequenza di somministrazione, abbiamo indotto la generazione di neuroni, in hiPSC, introducendo sintetici mRNA modificati codificanti per Ngn2 e accoppiato questo metodo con la tecnologia microfluidica. Ci siamo, quindi, concentrati sull'aumento dell'efficienza di differenziazione neuronale, lavorando sul signaling cellulare, importante per lo sviluppo in vivo del sistema nervoso centrale.
Mirandola, L. "Investigation on the molecular pathways interacting with the oncogene Notch1 in the survival and chemoresistance of human haematological malignancies". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/224712.
Texto completoCOSTA, MARTA. "Disturbo bipolare e cefalea a grappolo: identificazione di geni e pathway molecolari e loro potenziale coinvolgimento nella risposta alla terapia con sali di litio tramite analisi dei profili di espressione genome‑wide". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266468.
Texto completoManfrin, Andrea. "USP15 regulates receptor-activated Smads by opposing a regulative monoubiquitylation". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422154.
Texto completoLa via di segnale TGFβ svolge un ruolo critico durante lo sviluppo embrionale e nell’omoestasi dei tessuti nella vita adulta. In seguito alla stimolazione da ligando i recettori per TGFβ/BMP fosforilano le R-Smads che si associano così a Smad4 per formare un complesso trascrizionale in grado di regolare l’espressione genica mediante il riconoscimento di specifiche sequenze di DNA. Molteplici ubiquitina-ligasi agiscono come inibitori delle R-Smads, ma ad oggi non sono ancora stati identificati enzimi deubiquitinanti (DUBs) per queste molecule. Questo lascia aperta la possibilità che l’ubiquitinazione delle R-Smads sia reversibile e che possa essere coinvolta nella regolazione delle funzioni delle R-Smads con modalità diverse dalla degradazione. In questo lavoro USP15 è stata identificata come una DUB per le R-Smads. USP15 è richiesta per le risposte geniche indotte da TGFβ e BMP e per gli effetti biologici mediati da questi segnali in cellule di mammifero e in embrioni di Xenopus laevis. A livello biochimico USP15 principalmente si contrappone ad una forma regolativa di ubiquitinazione delle R-Smads, la quale inibisce la loro capacità di legarsi al DNA ed è quindi incompatibile con il riconoscimeto del promotore. Tramite questo meccanismo USP15 è fondamentale nel determinare la persistenza del complesso delle Smads sui promotori dei geni endogeni. Questi risultati evidenziano un nuovo meccanismo con cui l’ubiquitina regola gli effetti biologici di TGFβ e BMP
GHIANI, LAVINIA. "THE HISTONE POST-TRANSLATIONAL MODIFICATION LANDSCAPE IN HPV+ AND HPV- HEAD AND NECK SQUAMOUS CELL CARCINOMA: CHARACTERIZING THE ONCOGENIC ROLE OF THE H3K36ME2 METHYLTRANSFERASE NSD2". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/820678.
Texto completoGUALAZZI, MARIA GIOVANNA. "THE ROLE OF MICRORNA-199 IN CARDIOVASCULAR PHATOPHYSIOLOGY: POTENTIAL EFFECTS ON NEUROHORMONAL SYSTEMS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/168777.
Texto completoPETRUCCIANI, NICCOLO'. "Ruolo dell’inattivazione del pathway molecolare di Hedgehog (Hh) nell’adenocarcinoma colorettale primitivo e metastatico". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1092021.
Texto completoFABRETTI, FRANCESCA. "An emerging connection between Nbs1 and Sonic Hedgehog (SHH) pathway is essential for cerebellar development and carcinogenesis". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1360038.
Texto completoLOSPINOSO, SEVERINI LUDOVICA. "Targeting Hedgehog pathway in medulloblastoma: identification of SALL4A as a new activator and isoflavone c22 as multitarget inhibitor". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1361288.
Texto completoIzzo, Mariapaola. "The KCASH2KO mice: a new mouse model with mild cerebellar Hedgehog-dependent phenotype and spermatozoa abnormalities". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1269209.
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