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Maravall, José Maria. "L'IDENTITÀ DELLA SINISTRA: LE POLITICHE SOCIALDEMOCRATICHE NELL'EUROPA DEL SUD". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, n.º 3 (diciembre de 1992): 449–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018888.

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IntroduzioneQuesto articolo intende discutere i programmi e le politiche realizzate dai partiti socialisti dell'Europa del Sud giunti al potere negli anni ottanta. Vi sono considerati i partiti socialisti spagnolo (PSOE), greco (PASOK), portoghese (PSP), italiano (PSI) e francese (PS). Per i primi tre, la democrazia costituiva un'esperienza recente, esito delle transizioni dall'autoritarismo della metà degli anni settanta; negli altri due casi, era stata invece ristabilita al termine del secondo conflitto mondiale. Tre dei partiti socialisti considerati – PSOE, PS e PASOK – giungevano al potere forti di maggioranze assolute al Parlamento e dopo una lunga esclusione dal potere. Al contrario, i partiti socialisti portoghese e italiano facevano parte di coalizioni, con l'eccezione, in Portogallo, di un breve periodo di governo monopartitico socialista, dalle elezioni del 1976 fino alla fine del 1977. Il PSI, inoltre, figura al governo come partner minore, sebbene Craxi sia stato primo ministro dal 1983 al 1987. L'analisi comparata delle politiche sarà quindi agéométrie variable: poiché la presenza di coalizioni rende difficile assumere il bilancio dell'azione del governo come indicativo di specifiche politiche socialiste, il lavoro discuterà i casi di Spagna, Francia e Grecia con maggior dovizia.
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Giner, Salvador. "PARTITI SOCIALISTI E NUOVE DEMOCRAZIE NEL SUD EUROPA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, n.º 1 (abril de 1985): 3–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200002987.

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IntroduzionePiò di ogni altro animale politico, i socialisti vivono di speranze. Speranze, tuttavia, alle quali si è aggiunta una note-vole apprensione allorché governi socialisti hanno preso il potere nell'Europa del sud non molto dopo la caduta delle dittature in Grecia, Portogallo e Spagna. Successivi risultati elettorali in Francia, ed in Italia hanno fatto sì che con il 1983 l'intera Europa mediterranea si sia trovata ad essere guidata da governi maggioritari socialisti o da coalizioni governative dirette da premier socialisti.
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Puigsech, Farrŕs Josep. "Un caso eccezionale. L'Internazionale comunista e la "questione spagnola" 1936-1943". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 259 (noviembre de 2010): 216–36. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259002.

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La creazione nel luglio del 1936 del Partito socialista unificato della Catalogna (Psuc), frutto dell'unione tra una parte dei socialisti e una parte dei comunisti catalani, trasformň il rapporto dei comunisti spagnoli con la Terza internazionale in un caso unico e anomalo rispetto alla situazione esistente fino a quel momento nel movimento comunista. La presenza, in uno stesso Stato, di due formazioni politiche che si dichiaravano entrambe legittime rappresentanti dell'Internazionale comunista (il Partito comunista di Spagna, Pse, e il partito catalano) metteva in discussione il dogma "uno Stato, un partito", stabilito dall'organismo internazionale diretto da Mosca, fin dalla sua fondazione nel 1919. L'ufficializzazione dell'adesione avvenne solo nell'estate del 1939, a guerra civile terminata e con la maggioranza dei dirigenti e dei militanti in esilio. Nel saggio, l'autore ripercorre, sulla scorta di fonti documentarie inedite conservate in archivi spagnoli e russi (RGASPI), l'intero e complicato percorso che vide confrontarsi, in alcuni momenti con estrema asprezza, i due partiti comunisti spagnoli, l'Internazionale con i suoi organi dirigenti e i delegati inviati nella Spagna repubblicana, altri partiti comunisti europei e le due componenti in cui si divise lo stesso partito catalano.
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Pappalardo, Adriano. "AUSTERITÀ CONSERVATRICE E RIGORE SOCIALISTA: CHE DIFFERENZA? I". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, n.º 1 (abril de 1991): 33–90. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009813.

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IntroduzioneI partiti socialisti dell'Europa meridionale sono gli attori politici sui quali piò si è concentrata l'attenzione della comunità scientifica negli anni ottanta. Tre ragioni, piò o meno connesse, spiegano questo fenomeno, che rappresenta una svolta rispetto all'indifferenza, o all'interesse marginale, a lungo prodotti dal tema. La prima — ovvia — è la rapida scalata al potere dei partiti in questione, sull'onda di maggioranze elettorali senza precedenti nei paesi interessati. Quali caratteristiche avrebbe assunto la loro azione di governo, gli obiettivi ai quali si sarebbe rivolta e le probabilità di successo nel conseguirli, sono stati gli interrogativi inizialmente trattati dai commentatori, piò o meno suggestionati dalle ambizioni programmatiche del socialismo francese (Wright 1984; Beaud 1983), o dal piò cauto, ma pur sempre significativo, «cambio» annunciato da quelli spagnoli (Psoe 1982) o portoghesi.
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Baviello, Davide. "Democrazia e modernizzazione. Ambizioni americane e modelli europei nella distribuzione italiana 1947-1978". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 259 (noviembre de 2010): 284–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259005.

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Con il piano Marshall e l'avvio dell'integrazione europea, gli Stati Uniti lanciarono un ambizioso progetto egemonico. Fondato sulla modernizzazione economica come strumento per consolidare la democrazia, esso venne tuttavia ostacolato da gran parte degli imprenditori italiani, anche se l'aumento della produttivitŕ e la diffusione del benessere avrebbero non solo rafforzato il libero mercato, ma anche eroso le basi sociali del consenso al Partito comunista italiano e al Partito socialista italiano. Questi partiti, che si proponevano di ammodernare la distribuzione commerciale secondo modelli diversi dal supermercato introdotto dagli americani nel 1957, furono accusati di volere la scomparsa del commercio privato, come era giŕ avvenuto in Europa orientale. I comunisti s'impegnarono nello sviluppo delle cooperative e i socialisti, nel primo governo Moro, proposero invano la creazione di una rete di supermercati a gestione pubblica. A conferma della mancata attuazione del progetto di consolidamento democratico attraverso la modernizzazione, dopo il boom economico la democrazia italiana fu sottoposta a serie minacce eversive, mentre la riforma commerciale del 1971, invece d'ispirarsi ai principi liberisti della Comunitŕ europea, continuň a ostacolare la distribuzione moderna.
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Pellizzari, Paolo. "Socialisti e comunisti italiani di fronte alla questione energetico-nucleare 1973-1987". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 259 (noviembre de 2010): 237–61. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259003.

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Il saggio si concentra sulle proposte avanzate dai partiti politici e dalle istituzioni repubblicane tra anni settanta e ottanta per sciogliere i problemi riguardanti l'approvvigionamento energetico dell'Italia, con uno sguardo particolarmente attento alla questione nucleare e al potenziale impatto ecologico di quelle proposte. In particolare, sono qui analizzate le posizioni via via assunte dai principali rappresentanti della sinistra socialcomunista italiana (Partito comunista italiano, Partito socialista italiano, Confederazione generale italiana del lavoro, Unione italiana del lavoro) in rapporto all'effetto di rottura di alcuni eventi traumatici (dalla crisi petrolifera del 1973 all'incidente di Chernobyl del 1986) e alle risposte dell'opinione pubblica. I soggetti qui presi in esame si dimostrarono particolarmente attenti al tema energetico, considerando soprattutto le ripercussioni occupazionali delle scelte in tale ambito. Benché al suo interno molte voci si siano schierate a sostegno delle battaglie antinucleariste, il movimento ope- raio, complessivamente inteso, non sembra invece essere riuscito a cogliere le potenzialitŕ dello scontro sul tema ecologico.
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Mair, Peter. "IL DESTINO DEI PICCOLI PARTITI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 3 (diciembre de 1989): 467–98. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008662.

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IntroduzioneNella abbondante letteratura che prefigura una crisi delle convenzionali forme di politica nelle democrazie dell'Europa occidentale un'enfasi speciale è stata posta sulla presunta sfida rivolta ai più tradizionali e consolidati partiti di massa. La stessa politica tradizionale è vista come passè ed i grandi partiti di massa, che ne rappresentano la più classica incarnazione, sono ritenuti — a torto o a ragione — strumenti sempre più inadeguati all'incanalamento delle forme contemporanee della rappresentanza.La vulnerabilità dei partiti di massa tradizionali pare derivare da due distinti processi. In primo luogo questi partiti sono ritenuti vulnerabili in termini ideologici e di politiche, in quanto rifletterebbero temi e problemi che corrispondono sempre meno agli interessi contemporanei. In secondo luogo, sono visti come vulnerabili sotto il profilo organizzativo, in quanto cittadini più istruiti, articolati e informati non sarebbero più soddisfatti della passività e/o anonimità che caratterizza la partecipazione in questo tipo di partiti e della natura essenzialmente oligarchica attraverso la quale si ritiene venga esercitato il loro controllo. Seguendo con varie intonazioni entrambe queste linee di ragionamento, gran parte della letteratura contemporanea pone conseguentemente l'accen to sulla erosione dei partiti tradizionali e suggerisce un potenziale riallineamento a favore di partiti più recenti e più piccoli, che appaiono allo stesso tempo più sensibili verso le nuove issues e più aperti verso nuove forme di partecipazione. L'emergere di partiti ecologisti in un gran numero di democrazie europee è spesso citato come la prova più evidente della base di un tale riallineamento, ma evidenza dello stesso tipo può anche essere individuata per un gruppo più ampio di partiti che vanno dai Radicali italiani a D'66 nei Paesi Bassi e ai Socialisti di sinistra in Danimarca e Norvegia (Poguntke 1987).Tuttavia, è chiaro che ognuno di questi argomenti ha implicazioni alquanto diverse. Se, per esempio, quello corretto è il primo, allora il motore principale del cambiamento è il grado di insoddisfazione programmatica e se i partiti tradizionali si rivelassero incapaci di adattarsi dovremmo aspettarci che il riallineamento conseguente favorisca i nuovi partiti. Se invece è corretta la seconda ipotesi, allora il cambiamento principale deriva da insoddisfazione organizzativa e potrebbe risultarne un riallineamento a favore dei piccoli partiti. In realtà i due processi possono essere combinati solo nella misura in cui partiti nuovi tendono anche ad essere partiti piccoli e viceversa, un punto su cui dovremo tornare in seguito.L'importanza di distinguere tra partiti nuovi e partiti piccoli emerge anche al semplice livello di definizione. Mentre la definizione di cosa costituisca un «nuovo» partito (rispetto a un partito della «nuova politica») non sembra porre difficoltà molto superiori a quelle di stabilire una data di soglia temporale, la definizione di cosa sia un partito «piccolo» è molto più problematica. In quest'ultimo caso sono disponibili due strategie. In primo luogo possiamo definire la piccola dimensione in termini di nlevanza sistemica, o facendo ricorso ai criteri identificati da Sartori (1976, 121-25) oppure a criteri alternativi anch'essi basati sul ruolo sistemico dei partiti in questione (Smith 1987). Tuttavia, in questo caso si tende inevitabilmente a parlare di partiti rilevanti o irrilevanti piuttosto che di partiti piccoli o grandi per sè. La seconda alternativa è quella più ovvia, secondo cui piccoli e grandi partiti possono essere distinti sulla base della semplice dimensione, sia essa elettorale, parlamentare, organizzativa o altro. Di sicuro i piccoli partiti possono essere partiti rilevanti e quelliirrilevanti · possono essere piccoli. In ultima analisi, tuttavia, nel nostro caso «piccolo» si deve riferire alla dimensione piuttosto che al ruolo.Questo lavoro è parte di un più ampio progetto dedicato alla esperienza dei piccoli partiti nell'Europa occidentale ed altri contributi del progetto tratteranno il ruolo sistemico dei piccoli partiti, le varie soglie di rilevanza nella loro vita e le varie esperienze in un gran numero di diversi contesti nazionali (Mueller, Rommel e Pridham, in via di pubblicazione). L'obiettivo di questo lavoro è semplicemente quello di offrire un quadro di sintesi sull'universo elettorale dei piccoli partiti nell'Europa occidentale del dopoguerra. Attraverso questa analisi spero di mostrare il grado in cui le fortune elettorali di tali partiti sono cambiate nel tempo, di identificare quei paesi e quei periodi in cui tali cambiamenti sono stati più pronunciati e, in particolare, di identificare quali piccoli partiti ne sono stati coinvolti.Va inoltre aggiunto che si tratta di una analisi a carattere largamente induttivo: cercherò prima di definire cosa costituisca un piccolo partito e in seguito di investigare le modalità e le spiegazioni del cambiamento nel sostegno elettorale aggregato di questi partiti. Intuitivamente si ha la sensazione che il sostegno elettorale dei piccoli partiti sia aumentato negli anni del dopoguerra. Per esempio, la recente nascita di piccoli partiti ecologici, così come le numerose analisi che suggeriscono un declino dei cleavages tradizionali di classe e religione e la crisi concomitante affrontata da quei partiti tradizionali e di grandi dimensioni che mobilitano il voto lungo queste linee di cleavage, sembrano implicare che i partiti di piccola taglia siano divenuti sempre più importanti con il tempo. Anche in questo caso, tuttavia, ci vuole cautela nel mettere in relazione prognosi di mutamento con una classificazione di partiti derivata dalla sola taglia. Non tutti i partiti piccoli sono partiti nuovi, né tantomeno partiti della «nuova politica», e molti si mobilitano elettoralmente in riferimento a linee di frattura molto tradizionali. Un esempio pertinente è quello del Partito popolare svedese in Finlandia. Inoltre, non tutti i nuovi partiti sono partiti piccoli, come evidenzia il successo elettorale della nuova Associazione Cristiano-democratica nei Paesi Bassi. Per la verità, si può anche dubitare che una categorizzazione dei partiti in soli termini di taglia abbia un significato teorico; ma questo è un problema diverso, sul quale torneremo in seguito.Nonostante questi caveat rimane incontestabile che una lettura non-critica della letteratura contemporanea suggerirebbe che vi è stato nel tempo un aumento di voti verso i piccoli partiti e questa ipotesi di partenza dirigerà la nostra analisi. Nella prossima sezione opereremo una classificazione dei partiti a seconda della loro taglia e, su questa base, una classificazione dei sistemi di partito a seconda della distribuzione dei diversi tipi di partiti. Successivamente analizzeremo la tendenza temporale del sostegno elettorale ai piccoli partiti e cercheremo di offrire alcune spiegazioni per la variazione di queste tendenze. Infine, esamineremo in che modo il voto per i piccoli partiti si distribuisce nelle diverse famiglie politico-ideologiche e studiere-mo l'andamento elettorale dei diversi sottogruppi di piccoli partiti, inclusi i «nuovi» piccoli partiti e i «vecchi» piccoli partiti.
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Irwin Fragale, Luca. "La massoneria nel Casellario politico centrale. Criticità di uno strumento di ricerca". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (agosto de 2021): 173–85. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001006.

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Il "Servizio dello Schedario biografico degli affiliati ai partiti sovversivi maggiormente pericolosi nei rapporti dell'ordine e della Pubblica Sicurezza" fu istituito nel 1894 e fu messo a punto due anni dopo, quando nel giugno 1896 la Direzione generale di Pubblica sicurezza ne indicava ai prefetti del Regno gli scopi e l'utilità, nonché le nuove norme da seguire per la compilazione delle relative schede. Le 5.615 buste del fondo raccolgono i fascicoli relativi a ben 152.589 schedati: si tratta in massima parte di socialisti, comunisti, sovversivi, anarchici, antifascisti tout court, ma anche di vagabondi, oziosi, prostitute, membri di minoranze etniche e, appunto, massoni. Oggi un'interfaccia virtuale permette la consultazione on line dei risultati emergenti, ovvero di quei dati che corrispondono fedelmente alle informazioni riportare in recto e verso sulle sole copertine dei singoli fascicoli. Ciò che se da un lato rende assai più comoda la ricerca per lemmi, ne inficia però pesantemente la qualità, in quanto le suddette copertine non riportano in modo integrale i dati essenziali contenuti nei fascicoli. La questione è lampante nel caso dei massoni schedati.
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Giacci, Vittorio. "Cinematografia e ispirazione letteraria socialista". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (31 de marzo de 2020): 473–557. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910925.

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Il saggio affronta il tema della relazione tra letteratura e cinema sia in termini generali che in ambito più strettamente politico, soffermandosi sugli adattamenti di opere letterarie scritte da autori di area e ispirazione socialista, ma anche su opere cinematografiche, tratte da soggetti originali, realizzate da registi che si sono riconosciuti, stabilmente o temporaneamente, nel socialismo italiano. Si vuole colmare l’evidente lacuna di una critica che ha preferito guardare alle esperienze di autori che palesavano altre ispirazioni, come quelle cattolica e comunista, benché il contributo di cineasti dell’area socialista sia stato altrettanto, se non più ampio e profondo, come il presente saggio intende dimostrare. Lo studio considera anche l’apporto fornito dai socialisti laddove hanno operato, con incarichi di responsabilità, nelle politiche culturali italiane, partecipando anche alla definizione legislativa di settore, con posizioni di rilievo in importanti istituzioni del cinema pubblico (Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Italnoleggio, Istituto Luce), senza escludere la Biennale, i vari festival e le organizzazioni del settore pubblico. Ne risulta il ruolo determinante giocato dal pensiero e dai valori socialisti nel quadro del rinnovamento culturale del paese attuato mediante lo strumento della settima arte. La relazione cinema/socialismo non può essere colta in tutte le sue articolazioni se non la si inscrive in un più ampio contesto storico/politico e all’interno delle due anime che hanno da sempre caratterizzato le vicende del Partito Socialista, la tensione massimalista e la progettualità riformista, le scissioni ed i tentativi di riunificazione, l’unità d’azione e il contrasto a sinistra tra Partito Comunista e Partito Socialista, la propensione del primo al monopolio culturale ed a tacciare di “revisionismo” qualunque tentativo di innovazione politica che fosse al passo con i tempi e la refrattarietà del secondo a ogni forma di immobilismo ideologico, di egemonia culturale e di subalternità.
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Kowalski, Wawrzyniec. "Stanowisko Polskiej Partii Socjalistycznej wobec zamachu majowego w 1926 roku". Studia nad Autorytaryzmem i Totalitaryzmem 40, n.º 2 (16 de agosto de 2018): 103–23. http://dx.doi.org/10.19195/2300-7249.40.2.5.

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The aim of the article is to present the standpoints of the Polish Socialist Party against the May coup d’Etat in 1926. The paper brings close the actual influence of socialists and dependent on trade unions within the preparation and course on the May coup d’Etat 1926. The author analyses the role and influence of the socialist past of Marshal Jozef Pilsudski in obtaining the support of the leftist forces in the decisive moments of the 1926 coup d’Etat. The article contains a comparative analysis of the political postulates of the Polish Socialist Party as well as the actions taken by the leading groupings aimed at carrying out political and system reforms in the Second Polish Republic. It was shown that the concept of Polish socialists, adopted at the beginning of the 1920s, consisting of achieving program objectives through gradual and non-revolutionary socio-political reforms, paradoxically was abandoned in 1926 in favour of solutions characteristic for revolutionary groups.
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Villanueva Ramos, Juan Ramón. "El frente revolucionario de acción socialista: El partido de los pobres en Aguascalientes y la Liga Comunista 23 de Septiembre". Horizonte Histórico - Revista semestral de los estudiantes de la Licenciatura en Historia de la UAA, n.º 2 (1 de enero de 2010): 41–48. http://dx.doi.org/10.33064/hh.vi2.701.

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El artículo brinda un contexto general sobre la polarización del mundo y las acciones represoras del gobierno mexicano ante la simpatía que algunos habitantes mostraron por el socialismo (guerra sucia). Posteriormente se describen los esfuerzos del Frente Revolucionario de Acción Socialista (FRAS) en Aguascalientes, el cual fue creado para que disminuyeran los ataques y vejaciones que sufrían los pobladores de la sierra de Guerrero a manos del ejército mexicano, así como un medio de soporte hacia el Partido de los Pobres. Asimismo la Liga Comunista 23 de Septiembre no tuvo operaciones en Aguascalientes, sin embargo fue uno de los más grandes grupos socialistas respecto al número de guerrilleros.
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Reyes, Francisco J. "El intelectual de partido y el moderno Prometeo." Prismas - Revista de historia intelectual 25, n.º 1 (29 de octubre de 2021): 71–89. http://dx.doi.org/10.48160/18520499prismas25.1207.

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El trabajo analiza los planteos de Augusto Bunge, intelectual y dirigente partidario del socialismo argentino, en torno al “ideal” socialista como una misión histórica de regeneración de la humanidad y la concepción de este ideal como una nueva religión. Aborda de qué manera su formación, sus vínculos político-culturales y su trayectoria partidaria en las décadas de 1910 y 1920 permiten ubicarlo como un exponente de la sacralización de la política moderna. La perspectiva adoptada considera un cruce entre la historia intelectual del socialismo, sus influencias y recepciones locales y las trayectorias propias de la historia de los intelectuales. Las principales fuentes trabajadas son la obra mayor de Bunge (El Culto de la Vida), donde condensó primeramente los argumentos que luego desplegó en polémicas partidarias y traducciones del pensamiento socialista que completaron su tesis del socialismo como religión.
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Nencioni, Tommaso. "Tra neutralismo e atlantismo. La politica internazionale del Partito socialista italiano 1956-1966". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 260 (febrero de 2011): 438–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260005.

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L'articolo illustra gli elementi di continuitŕ e di rottura nell'azione internazionale del Partito socialista italiano, e la stretta relazione tra i cambiamenti nei riferimenti internazionali del partito e le mutazioni nella strategia da esso adottata per la lotta politica in Italia. Nella prima parte, l'autore analizza i caratteri del dibattito teorico che si sviluppa all'interno del partito socialista nel periodo in cui esso definisce la sua strategia in termini neutralisti. Sono passati in rassegna i termini del dibattito ideologico tra la corrente autonomista guidata da Nenni e Lombardi e quella di sinistra sui temi del neutralismo: europeismo, sostegno al Movimento dei non allineati, riavvicinamento al socialismo europeo e azione da svolgere in politica estera col governo di centrosinistra. Nella seconda parte dell'articolo l'autore esamina il ruolo della politica internazionale nella definizione degli equilibri del centrosinistra e il dibattito sull'Europa e sulle rivoluzioni in atto nel "terzo mondo" che si sviluppa all'interno del Psi, fino alla riunificazione di questo col Partito socialdemocratico e il suo ingresso nell'alveo del socialismo europeo.
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Leycegui, Yolanda Meyenberg. "Socialismo en tiempos de neoliberalismo: el Partido Socialista Obrero Español". Revista Mexicana de Sociología 58, n.º 1 (enero de 1996): 133. http://dx.doi.org/10.2307/3541028.

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Herrera, Carlos Miguel. "El frustrado accionar de un partido socialista nacional en la Argentina (1915-1922)". Archivos de historia del movimiento obrero y la izquierda, n.º 13 (1 de septiembre de 2018): 121–41. http://dx.doi.org/10.46688/ahmoi.n13.51.

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Este trabajo se propone la primera reconstrucción de conjunto del accionar del Partido Socialista Argentino, formado en torno a Alfredo Palacios, tras su salida del socialismo oficial. En algo más de un lustro de vida, el nuevo partido intentó desarrollar un discurso nacional como fundamento del cambio social. Su incapacidad para forjar una identidad diferente del viejo socialismo, y sus sucesivos fracasos electorales, lo llevaron a un rápido final.
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Gourevitch, Alex. "Themselves Must Strike the Blow". Philosophical Topics 48, n.º 2 (2020): 105–29. http://dx.doi.org/10.5840/philtopics202048217.

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Socialists know that they ought to defend strikes, but why? The best argument is that strikes are acts of self-emancipation. The ideal of self-emancipation lies at the heart of socialist political theory. It is up to workers to emancipate themselves, not just because it takes class power to overthrow capitalism, but because there is an intrinsic connection between class struggle and socialist freedom. Workers can only possess and exercise the freedoms they are denied, but ought to enjoy, if they demand that freedom for themselves, through their own, collective activity. Strikes are an essential way of both winning and exercising those denied freedoms. They are therefore a path to, and partial realization of, the ideal of self-emancipation to which socialists are, or ought to be, committed.
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Bartolini, Stefano. "I PRIMI MOVIMENTI SOCIALISTI IN EUROPA. CONSOLIDAMENTO ORGANIZZATIVO E MOBILITAZIONE POLITICA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 2 (agosto de 1993): 217–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022243.

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IntroduzioneQuesto saggio tratta della relazione tra socialismo politico-elettorale e socialismo corporato; cioè fra forme dirappresentanza politicae dirappresentanza degli interessinei primi movimenti socialisti europei, fra il 1860-1880 e il 1940. Il tema è affrontato sotto la duplice dimensione delconsolidamento organizzativoe dellamobilitazione degli aderenti.La prima si riferisce al processo di instaurazione e consolidamento di organizzazioni specifiche nel canale corporato-di gruppo e in quello partitico-elettorale, e al legame istituito fra di esse. La seconda alla capacità delle medesime organizzazioni di mobilitare soggetti individuali come membri dei sindacati, iscritti al partito e elettori. Nella prima parte il saggio passa in rassegna e discute il tema della mobilitazione politica; successivamente presenta un quadro concettuale dei legami tra i diversi canali di mobilitazione politica; in terzo luogo analizza brevemente le esperienze nazionali dei movimenti socialisti europei in riferimento a tale schema concettuale; infine prende in esame i livelli di mobilitazione elettorale, partitica e sindacale, ricollegandoli a quelli di consolidamento organizzativo.
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Gabrielli, Patrizia. "Gli uomini servono le donne a tavola. Rappresentazioni di genere nell’emigrazione antifascista italiana in URSS = Men waiting on women’s tables: Gender representation in antifascist emigration in the USSR". REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto) 31 (23 de septiembre de 2019): 65. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2019.4874.

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Sinopsi: A ridosso del 1917 per molte socialiste e successivamente per le comuniste, Il Paese dei Soviet si afferma quale modello politico da imitare anche per quanto concerne la parità di genere. Un ruolo che l’Urss mantiene ben saldo esercitando, anche sotto questo profilo, un indubbio fascino sull’emigrazione femminile antifascista. Partendo da queste premesse, il saggio si articola in due parti.Il primo e il secondo paragrafo delineano le principali coordinate del dibattito sull’emancipazione, si soffermano sui caratteri del nuovo modelo femminile e sulla fondazione di una nuova tradizione femminista che trova nel simbolo dell’8 marzo la propria legittimazione. Il terzo parágrafo si concentra, invece, sulla circolazione e l’assimilazione del modello femminile sovietico da parte delle militanti. Le lettere dall’Urss, in special modo, confermano una fedele adesione all’immagine della donna nuova che si riflette sull’autorappresentazione delle militanti, le quali spesso ancora ignare delle condanne subite negli anni del Terrore staliniano, informano entusiaste familiari e amici sulle opportunità e sulla autonomia acquisita. L’esperienza migratoria ebbe però in molti casi risvolti tragici e molte militanti finirono nella fitta rete della repressione staliniana.Parole chiave: mito soviético, stampa femminile socialista e comunista, emancipazione femminile, emigrazione femminile antifascista, lettere.Summary: Just prior to 1917, for many socialists and later for the communists, The Soviet Country was a political role model to be emulated, even in terms of gender equality. Not only did the USSR continue resolutely to exercise this role, but it also harboured an undoubted fascination on women’s antifascist emigration.Starting from these premises, this essay is divided into two parts. It starts by articulating the main topics of the debate on emancipation. This focuses on the features of the new women’s status and the constitution of a new feminist tradition that finds its legitimacy in the symbol of 8 March. It then moves to focus on the spread and the assimilation of the Soviet women’s model among activists. In particular, letters coming from the USSR confirm a faithful adherence to the image of the new woman which is reflected on the self-representation of militants. Communist and socialist women, who were often unaware of the sentences suffered during the years of Stalinist Terror, enthusiastically inform relatives and friends about the opportunities and independence acquired. In many cases, however, migration led to tragic consequences, and several militants were victims of the Stalinist repression.Key words: Soviet myth, Socialist and Communist women’s Press, women’s emancipation, women’s antifascist Emigration, letters.
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Rozental, Dmitry. "United Socialist Party of Venezuela: the test by crisis". IBEROAMERICA, n.º 1 (2021): 96–111. http://dx.doi.org/10.37656/s20768400-2021-1-05.

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Yakovleva, Nailya. "Portugal: Successes of the Socialist Party in the Election Mirror". IBEROAMERICA, n.º 1 (2020): 177–95. http://dx.doi.org/10.37656/s20768400-2020-1-09.

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Martínez Mazzola, Ricardo. "¿Males pasajeros? El Partido Socialista frente a las consecuencias de la Ley Sáenz Peña". Archivos de historia del movimiento obrero y la izquierda, n.º 6 (1 de marzo de 2015): 53–72. http://dx.doi.org/10.46688/ahmoi.n6.124.

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Resumen
En este artículo nos proponemos dar cuenta del impacto de la Ley Sáenz Peña, que ampliaba el universo de participación política, sobre la organización y la vida interna del Partido Socialista (PS). Comenzaremos pasando revista a las posiciones del PS en los debates que condujeron a la sanción de la Ley Sáenz Peña. A continuación abordamos el modo en que fueron recibidos los, sorprendentemente positivos, resultados socialistas en las elecciones porteñas que siguieron a la sanción de la reforma electoral. En tercer lugar, y centrándonos en el XII Congreso del PS, realizado en 1914, analizamos el modo en que los propios socialistas percibieron los desafíos nacidos del crecimiento experimentado por el partido a partir de la sanción de la nueva legislación electoral. Concluimos planteando algunos argumentos más generales respecto a los desafíos a los que los socialistas se vieron sometidos a partir de la vigencia de la Ley Sáenz Peña.
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Guiamet, Javier. "PRÁCTICAS, USOS Y CONCEPCIONES EN TORNO AL CINE DEL PARTIDO SOCIALISTA ARGENTINO EN LA DÉCADA DE 1920". Historia Y Espacio 12, n.º 46 (15 de julio de 2016): 35. http://dx.doi.org/10.25100/hye.v12i46.1886.

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Resumen
<p>El presente trabajo se propone reconstruir el lugar que ocupó el cine en las prácticas culturales del Partido Socialista en Argentina en la década de 1920. En años en que el cine argentino era todavía muy incipiente los socialistas se lanzaron a la producción de contenidos propios, a la vez que incorporaron la proyección de films provenientes de la industria del entretenimiento en sus actos partidarios. Contrastado con el ideal socialista en torno a la difusión de la cultura letrada, analizar la incorporación del cine a las prácticas culturales del Partido nos permite aprehender esta experiencia desde un lugar que resalte su carácter dinámico y complejo.</p>
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Myśliwiec, Małgorzata. "Projekty Hiszpańskiej Socjalistycznej Partii Robotniczej (PSOE) dotyczące zmiany Konstytucji Hiszpanii z 1978 r." Przegląd Prawa Konstytucyjnego 67, n.º 3 (30 de junio de 2022): 107–17. http://dx.doi.org/10.15804/ppk.2022.03.08.

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The main research objective of the study is to find an answer to the question: what are the main assumptions of the political reform proposed by the Spanish Socialist Workers’ Party (Partido Socialista Obrero Español – PSOE) regarding the amendment of the Spanish constitution of 1978? The study was carried out by implementation of the method of qualitative data analysis and regarded selected legal acts and PSOE party documents. The time frame of the study was set for the years 2004–2021. The initial caesura is justified by the electoral victory of PSOE at 2004. The final turning point is marked by the debates of the 40th PSOE Congress, held between October 15 and 17, 2021 in Valencia.
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Ceruso, Diego. "El Partido Socialista y el movimiento sindical tras la conquista de la Confederación General del Trabajo (1935-1937)". Revista Paginas 9, n.º 20 (1 de diciembre de 2017): 131. http://dx.doi.org/10.35305/rp.v9i20.263.

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Resumen
Desde sus orígenes, aunque con fuertes debates, la voluntad oficial, justista digamos, del Partido Socialista (PS) fue la de escindir el plano político del gremial. Esta autonomía, materializada en la ‘Declaración de Avellaneda’ del XIV Congreso Ordinario en 1918, formaba parte de una concepción más amplia sobre la necesidad de construir una opción partidaria reformista, que buscara la integración al sistema social y político y que subordinara la conflictividad entre capital y trabajo a otros elementos más globales, entre otras características. Este trabajo se propone revisar el proceder del PS en el movimiento sindical a partir del ‘golpe interno’ ocurrido en la Confederación General del Trabajo (CGT), a fines de 1935, momento en cual los socialistas se hacen cargo de la conducción de dicha central obrera, hasta la elección de José Domenech como secretario general, en junio de 1937. La hipótesis que guía nuestra investigación es que durante este periodo, la mencionada modulación de la política oficial ocurrida entre 1930 y 1935 fue desmantelada permitiendo al PS retomar la senda de la escisión del plano político del gremial expresada en 1918 y presente, de hecho, con anterioridad.En este recorrido analizaremos la opinión de los cuadros gremiales, los partidarios y el rol de la Comisión Socialista de Información Gremial (CSIG). Ello lo haremos mediante el análisis de fuentes internas del PS, su periódico La Vanguardia, y otras publicaciones de relevancia como Anuario Socialista, Revista Socialista, entre otros.
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Nencioni, Tommaso. "Un capitolo di storia della sinistra italiana Riccardo Lombardi, Lelio Basso e la crisi del Partito d'azione". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 267 (noviembre de 2012): 211–37. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267002.

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L'autore individua nel 1947 un anno di svolta nella lotta politica italiana e internazionale. Nell'ambito della sinistra, questo decisivo tornante sanziona tanto il passaggio all'opposizione dei partiti del movimento operaio con l'affermarsi del centrismo degasperiano, quanto, all'interno di quel campo, l'egemonia comunista. Questi fattori sono allo stesso tempo causa ed ef- fetto di profondi mutamenti nella galassia socialista. Sempre nel 1947 il Partito socialista italiano (Psi) inizia un percorso che lo porterŕ a una netta cesura sia con la tradizione prefascista, sia con le socialdemocrazie europee, e dunque alla costituzione insieme al Pci, in vista delle elezioni del 1948, del Fronte popolare. Infine, in quell'anno giunge a maturazione la definitiva crisi di un altro dei soggetti politici che, da sinistra, aveva contribuito all'abbattimento del fascismo: il Partito d'azione (Pd'a), la maggioranza del cui gruppo dirigente andrŕ a ingrossare proprio le file del Psi. Attraverso la ricognizione di come Riccardo Lombardi, ultimo segretario azionista, e Lelio Basso, allora segretario socialista, agirono nel corso di quei tumultuosi eventi, l'Autore intende gettare luce su alcuni aspetti di lungo periodo delle relazioni interne al campo della sinistra in Italia.
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Palermo, Silvana Alejandra. "Palabras e imágenes de mujeres en el Partido Socialista: la campaña presidencial de 1916 en Argentina". Estudios Sociales 55, n.º 2 (22 de noviembre de 2018): 121–46. http://dx.doi.org/10.14409/es.v55i1.7681.

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Este estudio examina la participación de las mujeres en las actividades proselitistas del Partido Socialista, en particular en la campaña presidencial de 1916. Se basa en el análisis de documentación partidaria y de dos importantes semanarios ilustrados de la época: Caras y Caretas y Fray Mocho. Argumenta que la notable capacidad de movilización del PS obedece a su experiencia de participación en el espacio público y electoral, ámbitos en los que las mujeres exhibieron un protagonismo incontestable, y también al hecho de que la prensa comercial se convirtió en un medio apropiado para transmitir el mensaje del PS, hacer conocer las palabras y los rostros de las mujeres socialistas.
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Herrera, Carlos Miguel. "El intelectual como partido: Dardo Cúneo y la experiencia de Acción Socialista". Archivos de historia del movimiento obrero y la izquierda, n.º 3 (1 de septiembre de 2013): 35–56. http://dx.doi.org/10.46688/ahmoi.n3.94.

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Este trabajo se propone analizar la experiencia política que encabezara Dardo Cúneo (1914-2011) durante el segundo gobierno de Perón. Activo organizador de las actividades intelectuales del PS, admirado por su pluma y considerado como una de las jóvenes promesas del Partido, es sin embargo expulsado a fines de 1952, tras fundar un nuevo periódico, Cúneo se consagrará poco después a la organización de un grupo, Acción Socialista. Inspirándose en la Sociedad Fabiana, es como centro de estudios que busca influir en la acción y en el programa del socialismo. La experiencia fracasará rápidamente, cuando el grupo intentará transformarse en partido, pero representa en esos años uno de los intentos más originales de dar respuesta a la cuestión de una fuerza alternativa de izquierda, sin reproducir la forma partido.
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Martocci, Federico. "Auge y crisis del Partido Socialista pampeano y su rol en la organización del movimiento agrario (1913-1921)". Archivos de historia del movimiento obrero y la izquierda, n.º 12 (1 de marzo de 2018): 143–63. http://dx.doi.org/10.46688/ahmoi.n12.42.

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El artículo explora el rol del Partido Socialista (PS) en la organización del movimiento agrario en un espacio del interior argentino que tenía una población rural y una economía basada en la actividad primaria. El recorte temporal se inicia con la creación del PS en el Territorio Nacional de La Pampa y concluye con la desarticulación de la Liga Agraria por la represión estatal y la salida de agricultores “terceristas” del PS. Procuramos brindar algunos elementos para explicar la expansión del socialismo en una zona rural, donde los líderes de la Liga Agraria, que adherían a esa fuerza política, veían en ella un logro resonante y no acataban la postura de la dirigencia nacional de manera acrítica. En cambio, analizaban con autonomía la realidad del PS y se basaban en sus experiencias para discutir temas delicados, entre ellos el vínculo con la esfera gremial.
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Casola, Natalia Laura. "¡Obreras al poder! El Partido Socialista de los Trabajadores /Movimiento Al Socialismo (PST/MAS) y el movimiento de mujeres". Zona Franca, n.º 30 (22 de diciembre de 2022): 353–74. http://dx.doi.org/10.35305/zf.vi30.242.

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Resumen
En este artículo realizamos un recorrido por las ideas, las políticas y las prácticas militantes definidas hacia el movimiento de mujeres por el Partido Socialista de los Trabajadores (PST) (1972-1982) renombrado como Movimiento al Socialismo (MAS) en 1982, ambas denominaciones, expresiones de la corriente trotskista liderada por Nahuel Moreno. El objetivo es describir la evolución de los debates y líneas políticas conectando la experiencia con la circulación de ideas en el marco de la IV Internacional. Consideramos esa influencia un factor decisivo para comprender el abordaje temprano de las ideas y temas propios del feminismo de la segunda ola. Asimismo, buscamos demostrar que el cruce entre los enfoques feministas y de clase planteó tensiones que las llevó a recortar el abordaje de la opresión femenina sobre las trabajadoras. Esa tensión también las condujo a rechazar la propuesta de conformar una agrupación de mujeres, decisión que operó en favor de una debilitación de la militancia específica.
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Dondi, Mirco. "L'emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984)". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 278–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa1.

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Il saggio analizza la fase nascente delle televisioni private in Italia e l'autonoma evoluzione del sistema televisivo fino al consolidamento dei tre network nazionali Canale 5, Italia 1, Rete 4. I protagonisti di questa fase sono le piccole televisioni private, i grandi editori e i partiti. Le prime stazioni televisive sono spesso destinate a una breve vita, ma rappresentano un interessante fenomeno di costume che apre la strada ai grandi investitori. Sin dall'inizio degli anni Settanta i principali gruppi editoriali Rizzoli, Rusconi, Mondadori ai quali si aggiunge poi Silvio Berlusconi, entrano nell'emittenza televisiva con l'obiettivo di creare emittenti nazionali, un percorso che si compie attraverso strette relazioni con i partiti politici, soprattutto con la Democrazia cristiana e il Partito socialista. In una fase di piena trasformazione, l'assenza di una disciplina normativa, legata a un calcolo politico dei partiti, gioca a favore degli investitori più forti. La trasformazione dell'etere si accompagna a un processo di mutazione antropologica del pubblico, al quale concorre l'influsso della pubblicità. I mutati gusti del pubblico costituiranno un freno alla sistemazione del settore televisivo.
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Bursać, Dejan. "Być zielonym na Wschodzie: sukces i wpływ partii Zielonych w krajach postsocjalistycznych". Przegląd Europejski, n.º 2-2022 (30 de agosto de 2022): 151–63. http://dx.doi.org/10.31338/1641-2478pe.2.22.9.

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This article examines the presence and activities of Green parties in governments of Central and Eastern Europe. In recent years, many ecologist parties and movements gained considerable electoral and general political success, especially in developed democracies of Western Europe. However, their ideological counterparts in new democracies tend to remain out of power and often out of parliament, albeit with a few notable exceptions. In this study, success of the Greens in CEE is operationalised through their impact on public spending and direct investments allocated to environmental protection. The hypothesis regarding the Greens’ impact on spending is tested within the regression models, along with other potential predictors of government expenditure. The research results demonstrate a low significance of Greens in government participation and also their impact on budgetary allocation, contributing to the debate about the Green politics’ position in the context of social and political cleavages in post-socialist societies.
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Colomé, Gabriel. "El Partit dels Socialistes de Catalunya". Papers. Revista de Sociologia 33 (1 de enero de 1990): 75. http://dx.doi.org/10.5565/rev/papers/v33n0.1551.

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Malendowicz, Paweł. "Reminiscencja marksizmu-leninizmu w XXI wieku? Przykład Komunistycznej Partii Polski i Polskiej Socjalistycznej Partii Robotniczej". Polityka i Społeczeństwo 19, n.º 1 (2021): 70–86. http://dx.doi.org/10.15584/polispol.2021.1.5.

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Resumen
In 2002, the Communist Party of Poland and the Polish Socialist Workers’ Party were founded. Their programs were based on Marxism-Leninism. These parties were marginal organizations and did not play any significant role in the Polish political system. They made a positive but biased assessment of the period of socialism in Poland before 1989. This assessment was justified by the communist ideology. The Communist Party of Poland and the Polish Socialist Workers’ Party negatively assessed the political and economic transformation in Poland after 1989. They also criticized Poland's inclusion in the globalization processes, and positively assessed the policies pursued by countries that have not changed their systems, such as Cuba and North Korea. To verify this research hypothesis, the author used the method of qualitative analysis of source materials, including manifestos, policy documents and journalism of the aforementioned politica parties.
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Vittori, Davide. "Cartelization and party change in social democracies: a comparative perspective on theParti Socialiste(PS),Partido Socialista Obrero Español(PSOE), andPartito Democratico(PD)". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 48, n.º 1 (23 de junio de 2017): 43–64. http://dx.doi.org/10.1017/ipo.2017.15.

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In the last decades, the cartel party theory has been one of the most discussed topics in the academic literature on political parties. Several publications have dealt with the application of the theory at the systemic level, using a country as a unit of analysis. Less attention has been given thus far to the party level. This analysis is aimed at improving the study of the cartel party theory by focussing on the transformations of three social-democratic parties in Europe: theParti Socialistein France, thePartido Socialista Obrero Españolin Spain, and thePartito Democraticoin Italy. The main findings in this work will not confirmin totothe theoretical assumption of the cartel party, in particular as regards membership and, in part, political convergence. Albeit declining, membership has been resilient in the last two decades. Despite a clear-cut convergence in EU-related issues, political manifestos of mainstream parties have shown a certain degree of polarization. Finally, while the three parties under examination rely almost entirely on public subventions, political parties proved to be capable of reforming the public funding laws, increasing the transparency of donations and reducing the total amount of public subvention.
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Marx, Karl Heinrich. "Glosas marginais ao programa do Partido Operário Alemão". Germinal: Marxismo e Educação em Debate 2, n.º 1 (17 de enero de 2010): 128. http://dx.doi.org/10.9771/gmed.v2i1.9610.

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<span style="font-size: 11pt; font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-bidi-font-family: 'Times New Roman'; mso-ansi-language: PT-BR; mso-fareast-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA;">Escrito por Karl Marx em <span style="color: black; mso-bidi-font-weight: bold;">1875, por ocasião do esforço de fundação de um partido operário alemão unificado. Este esforço era apoiado por Marx e Engels, que, entretanto, denunciavam os erros e concessões ali presentes, em decorrência da forte influência do lassallianimo. O documento é composto por um conjunto de observações críticas ao projeto de programa do futuro partido operário alemão unificado. A relevância histórica e política do texto decorrem da formulação de aspectos essenciais da teoria do comunismo, tais como, a revolução socialista, a ditadura do proletariado, o período de transição do capitalismo para o comunismo, as duas fases da sociedade comunista, a produção e a distribuição do produto social no socialismo e os traços fundamentais do comunismo, o internacionalismo proletário e o partido da classe operária. No contexto do debate proposto neste número, do anúncio continuado de que a saída está com Marx para além de Marx, e da urgência na retomada de um projeto histórico, as teses defendidas na crítica ao programa de Gotha apresentam-se como sementes já germinadas a serem cultivada pelos intelectuais marxistas.</span></span>
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Mckelvey, Charles. "Reflections on The Communist Manifesto from Third World socialism". Socioloski pregled 52, n.º 2 (2018): 523–41. http://dx.doi.org/10.5937/socpreg52-17413.

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Colozza, Roberto. "Ferruccio Parri, la "legge truffa" e la nascita di Unitŕ popolare 1952- 1953". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 263 (diciembre de 2011): 217–38. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263003.

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Resumen
Il saggio ricostruisce le ragioni dell'uscita dal Partito repubblicano italiano (Pri) di Parri e il suo contributo alla creazione di Unitŕ popolare (Up), cartello elettorale di ascendenza azionista che uně le ali sinistre del Pri e del Partito socialista democratico italiano (Psdi), staccatesi da questi partiti. La genesi di Up ha radici nel dibattito sulla legge elettorale presentata dal governo De Gasperi e promulgata nel marzo 1953. Detta dagli oppositori "legge truffa", essa sollevň profondi contrasti intorno ai connotati della democrazia pluralista e agli strumenti per difenderne l'integritŕ, in particolare nella "terza forza", l'area laica che operava per strutturare una proposta politica alternativa alla logica dei blocchi delineatasi a livello geopolitico. Anticomunismo e antifascismo polarizzarono il confronto. Pur avversando il sistema proporzionale vigente, Parri temeva che la legge favorisse l'avvento di un nuovo fascismo sotto vesti clericali, giacché garantiva un consistente premio alla coalizione che avesse ottenuto la maggioranza assoluta. Alle elezioni del giugno 1953 nessuna forza ebbe perň la maggioranza assoluta, Up vinse la sua battaglia e avviň un'originale parabola politica di cui Parri sarebbe stato protagonista.
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Ceruso, Diego Rubén. "Un análisis de la relación del Partido Socialista y el gremio gráfico en los años treinta". Trabajos y comunicaciones, n.º 56 (22 de julio de 2022): e170. http://dx.doi.org/10.24215/23468971e170.

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El trabajo revisa la dinámica del Partido Socialista en uno de los más clásicos gremios del movimiento obrero argentino: el sector gráfico. En los años treinta, el sindicato en cuestión se revela como instancia de extrema riqueza para el análisis de la experiencia socialista por diversos motivos: el vínculo entre partido y sindicato, el no tan frecuente desempeño socialista en un área industrial, el cruce entre izquierdas, clase obrera y género y las implicancias de la denominada izquierda socialista, entre algunas áreas de interés. Para ello también se enfoca, colateralmente, el despliegue del Partido Socialista en la Confederación General del Trabajo. Eso se hará con un nutrido cuerpo documental que incluye fuentes estatales, gremiales y partidarias de diversa índole y procedencia.
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Di Leo, Donata. "Gorky in Italy. Examination of the National Edition of the Newspaper Avanti! (Newspaper of the Socialist Party) January 1, 1900 — December 31, 1909". Studia Litterarum 4, n.º 4 (2019): 188–201. http://dx.doi.org/10.22455/2500-4247-2019-4-4-188-201.

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Ceruso, Diego. "El Partido Socialista y la cuestión gremial. Debates internos durante la primera mitad de la década infame". Archivos de historia del movimiento obrero y la izquierda, n.º 10 (1 de marzo de 2017): 119–39. http://dx.doi.org/10.46688/ahmoi.n10.23.

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Resumen
El trabajo reflexiona sobre las discusiones internas acerca del proceder socialista en el movimiento sindical en la primera mitad de la década del 30 con la intención de explorar sus debilidades y fortalezas y colaborar en un mejor conocimiento de la problemática de las izquierdas y la organización obrera. Procuramos identificar las diversas posturas existentes y los sectores en pugna. Analizamos la opinión de los cuadros gremiales partidarios y enfocamos con especial atención el rol de la Comisión Socialista de Información Gremial (CSIG) y sus integrantes. Ello lo hacemos, principalmente, a través de fuentes internas del Partido Socialista, su periódico La Vanguardia, y otras publicaciones de relevancia como Acción Socialista, Revista Socialista y documentos de la propia CSIG, entre otros.
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Castillo, Santiago. "Construyendo un partido: la odisea socialista, 1879-1903". Hispania 56, n.º 193 (5 de marzo de 2019): 623. http://dx.doi.org/10.3989/hispania.1996.v56.i193.739.

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Resumen
Profundizando análisis anteriores, el autor reconstruye con precisión la cronología básica del proceso de implantación del P.S.O.E. desde su primer núcleo, en 1879, hasta principios del siglo XX. Analiza, para ello, de forma exhaustiva, el constante tejer y destejer de tal proceso: grupos con vida efímera y sin imbricación social, o que sucumben temporalmente, resurgiendo con cierta fuerza años después; otros, en fin, que se afianzan de forma progresiva. Elabora, además, una estadística general con cortes bianuales que permiten recapitular sobre qué agrupaciones subsisten y cuáles van desapareciendo, apuntando las razones en estos últimos casos. Todo ello permite apreciar qué entidad tiene en cada momento y cuál es la geografía local y provincial del proceso de organización de un partido a la busqueda de implantación nacional.
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Frederico, Rui. "O Partido Socialista e as Europeias de 2014". Debater a Europa, n.º 13 (1 de julio de 2015): 201–16. http://dx.doi.org/10.14195/1647-6336_13_12.

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Resumen
Neste texto pretende-se desenvolver uma breve reflexão analítica em torno de conceitos, conteúdos programáticos, estratégias e definições doutrinárias de um dos quatro partidos estruturantes do regime democrático português relativamente à adesão do país à – à época – Comunidade Económica Europeia (hoje União Europeia), ao projeto comunitário, à abordagem às eleições europeias de 2014 - em concreto - e ao aprofundamento político, económico e monetário da integração e da UE 28. Nesta análise propomo-nos realizar uma retrospetiva histórica e sintética em torno dos fundamentos doutrinários e ideológicos do PS no que concerne à Europa no sentido de compreendermos algumas das realidades atuais dos socialistas nas eleições para o Parlamento Europeu de 2014. Observamos as atuais perspetivas europeias de alguns dos mais marcantes líderes socialistas, de Mário Soares a António José Seguro, passando por Jorge Sampaio ou Ferro Rodrigues, e as circunstâncias particulares que caracterizam o processo eleitoral. Procuramos fundamentos, fundações e bases que expliquem as estratégias utilizadas pelo PS para superar a coligação e direita constituída pelo PSD e o CDS. Procuramos enquadrar os resultados de 2014 numa perspetiva mais ampla que percorre as lideranças e a própria história europeia do partido.http://dx.doi.org/10.14195/1647-6336_13_12
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Mir, Miguel Jerez. "Una experiencia de partido regional: el caso del Partido Socialista de Andalucía, Partido Andaluz". Reis, n.º 30 (1985): 201. http://dx.doi.org/10.2307/40183139.

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César, Renato. "Concepção de partido em Rosa Luxemburg". Cadernos Cemarx, n.º 4 (18 de julio de 2007): 55–70. http://dx.doi.org/10.20396/cemarx.v0i4.10809.

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Resumen
O objetivo do presente artigo é demonstrar a existência de uma concepção de partidona obra de Rosa Luxemburg e mostrar a relação que a autora estabelece entre o partidopolítico socialista (e o proletariado como parte do mesmo) e sua direção política.
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Morlino, Leonardo. "PROBLEMI E SCELTE NELLA COMPARAZIONE. INTRODUZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, n.º 3 (diciembre de 1990): 381–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009552.

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Resumen
IntroduzionePrimo esempio: negli ultimi quindici anni la democrazia sembra essersi affermata in diverse aree del mondo, dal Sud Europa all'America Latina, all'Est Europa; ma quali democrazie si sono realmente affermate e come spiegare complessivamente questo fenomeno?Secondo esempio: durante il 1989 e gran parte dell'anno successivo vi sono state le trasformazioni dei regimi non democratici in Europa Orientale; quali profondi cambiamenti politici vi sono effettivamente stati in quei paesi, oltretutto a un ritmo così rapido?Terzo esempio: in Italia, durante gli ultimi quaranta anni il partito comunista è stato piò forte di quello socialista; come spiegarlo?Quarto esempio: di fronte ai problemi di rappresentatività e democrazia che l'Italia ha, molti politici e intellettuali propongono certe riforme istituzionali; ma quali riforme sono le piò adatte rispetto a determinati obiettivi, quali accrescere la responsabilità dei governanti e la capacità di punizione dei governati oppure raggiungere maggiore efficacia decisionale o ancora riuscire ad innescare l'alternanza al governo tra partiti o coalizioni partitiche?
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Marek, Pavel. "DEFENDER OF CZECHOSLOVAK UNITY. A PROBE INTO THE POLITICS OF THE CZECHOSLOVAK NATIONAL SOCIALISTS IN SLOVAKIA BETWEEN 1918 AND 1938". Scientific Herald of Uzhhorod University. Series: History, n.º 2 (47) (20 de diciembre de 2022): 119–29. http://dx.doi.org/10.24144/2523-4498.2(47).2022.267340.

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Resumen
Until 1989, the reformist current of the National Socialists was one of the backbone elements of the Czech/Czechoslovak party-political system. The political party of the Czech National Socialists was formed in the 1890s and during the years of the First Czechoslovak Republic (1918 – 1938) under the name Czechoslovak National Socialist Party (CSNP) was a regular part of government coalitions. The historiographical description of their activities and their contribution to solving the political, economic, social, and cultural problems of state formation corresponds to this fact. An exception in this context is the history of the party in Slovakia between 1918 and 1938, a period when the party leaders decided to extend the organization's reach to the entire territory of the newly formed state. Apart from partial mentions, we have only a few short historical studies, which are inaccurate in their findings and give only the most basic outline of the Party's policy in this territory. Therefore, the present study is one of the new probes into the Party's activities in Slovakia, aiming to reduce the historiographical debt. Given the limited scope, this article analyses the party's profile in Slovakia intending to evoke its Czechoslovakist programme, the programme of Czechoslovak national and state unity, which was not accepted with understanding in the conservative and especially nationalist and autonomist-oriented Slovak environment or was fundamentally rejected. In the field of political practice, the party projected the concept of unity into the issue of the search for the optimal administrative system of the Czechoslovak Republic. It was opposed not only to the vision of an autonomous Slovakia within Czechoslovakia, which she correctly perceived as the first step in the process leading to the state-law separation of Czechs and Slovaks, but also the provincial system. The ideal, fulfilling the idea of self-government, autonomy, and independence, was the county system. As a probe into the aforementioned topic, this study also analyses the relationship of the National Socialists in Slovakia to Hlinka's Slovak People's Party, which had the most significant electoral support of the population and differed with them programmatically and politically on the issues addressed in our study. It was their primary political opponent.
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Possanzini, Davide. "Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004)". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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Resumen
La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Poy, Lucas. "“Neutralistas” y “políticos”. Los debates en el Partido Socialista argentino acerca de la relación entre partido y sindicato, 1901-1904". Avances del Cesor 13, n.º 15 (29 de diciembre de 2016): 19–38. http://dx.doi.org/10.35305/ac.v13i15.626.

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Resumen
El artículo examina las tensiones internas que surgieron, en los primeros años del siglo XX, al interior del Partido Socialista argentino a propósito de la relación entre lucha económica y lucha política y, en particular, del problema de cómo actuar al interior de los gremios. Para ello rastrea un debate que se desenvolvió con fuerza en los años 1902 a 1904 y enfrentó a los partidarios de la “neutralidad” en los sindicatos con aquellos defensores de una más decidida intervención política en los mismos. El debate, de carácter propagandístico y teórico, estuvo por otro lado vinculado al proceso de constitución de la Unión General de Trabajadores. Apuntamos a contribuir a nuestro conocimiento sobre las disputas que configuraron al Partido Socialista en el período crítico del cambio de siglo, así como a entender las particularidades de la tensión interna que llevaría a la ruptura de los sindicalistas revolucionarios.
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Poy, Lucas. "El Partido Socialista y su delimitación con el movimiento anticlerical en los primeros años del siglo XX". Anuario del Instituto de Historia Argentina 17, n.º 1 (21 de febrero de 2017): 040. http://dx.doi.org/10.24215/2314257xe040.

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Resumen
El objetivo del artículo es analizar los debates que en los primeros años del siglo XX se desarrollaron en el interior del Partido Socialista argentino en torno al modo de intervención en el movimiento anticlerical. En particular, examina la polémica que se trabó entre Alfredo Palacios y la dirección partidaria, a propósito de la creación de los llamados “círculos de obreros liberales”. El artículo reconstruye estos debates, hasta ahora inexplorados por la historiografía, a través de un examen de la prensa socialista y anticlerical del período. La investigación argumenta que, si bien el Partido Socialista otorgó un lugar destacado a las denuncias contra el clero y fue parte activa del movimiento anticlerical, desarrolló al mismo tiempo una delimitación con otros sectores del mismo.
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Camarero, Hernán. "De la república democrática al desvío del golpe maximalista El Partido Socialista de la Argentina frente a la Revolución Rusa (marzo-noviembre de 1917)". Estudios digital, n.º 37 (22 de septiembre de 2017): 69–96. http://dx.doi.org/10.31050/re.v0i37.17924.

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Resumen
Revolución democrática burguesa o revolución socialista? Instauración de un régimen con instituciones típicas de la democracia representativa o poder de lo soviets? A través del estudio del periódico La Vanguardia, se ofrece un análisis de los sucesivos posicionamientos por los que transitó Partido Socialista entre la revolución de febrero y la de octubre de 1917; proceso que condujo, finalmente, a la escisión con la consiguiente fundación del Partido Socialista Internacionalista, embrión del Partido Comunista argentino.
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