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Tesis sobre el tema "Paese in via di sviluppo"

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Amegnran, Kodjo Dzifa <1983&gt. "il debito dei paesi in via di sviluppo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14575.

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Resumen
Il peso di un eccessivo debito estero costituisce da decenni un serio ostacolo alla crescita di molti Paesi in via di Sviluppo. Un elevato debito scoraggia la disponibilità degli investitori di concedere capitale e vincola i PVS in una trappola della povertà (effetto “Debt Overhang”). Il problema del debito estero è presente sin dai primi anni settanta quando shock petroliferi, alti tassi d’interesse, deboli prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, recessione dei Paesi industrializzati e alti deficit commerciali portano, come naturale conseguenza, un incremento di richieste di prestito internazionale da parte dei PVS. Dopo un’iniziale staticità nell’approccio al problema del debito estero (vedi Piani di Aggiustamento Strutturale e “Piano Baker”), molte delle iniziative di ristrutturazione, sviluppatesi successivamente da parte delle istituzione finanziarie internazionali, avvengono nella convinzione che una riduzione del debito possa portare vantaggi al Paese debitore ma anche e soprattutto al Paese creditore (vedi Curva di Laffer). A partire dagli anni novanta nascono così iniziative come la Heavily Indebted Poor Countries Initiative (HIPC) rivolte ad una riduzione consistente del debito contratto dai Paesi in via di Sviluppo.
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Bortolamiol, Sara <1993&gt. "L'importanza del turismo esperienziale community-based per un paese in via di sviluppo. Il caso dell'Isola di Bangka, in Indonesia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17019.

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Resumen
Grazie alla mia permanenza in Indonesia e al contatto diretto che ho avuto con i locali posso improntare la mia tesi completa diuna ricerca sul campo in ambito di territorio e turismo. Il tema che verrá trattato sará come il turismo community- based possa esssere considerato uno strumento di lotta contro la povertá e favorire lo sviluppo sostenibile di un paese, nello specifico sará trattato il caso dell'Isola di Bangka e della sua parte Sud compreso il villaggio di Toboali, dove l'industria turistica é ancora agli albori e dove per alcuni mesi ho portato avanti assieme a un team di studenti internazionali un progetto di sviluppo turistico community- based. Le attivitá svolte in gruppo per cercare di porre le basi per uno sviluppo del turismo community based sull'isola mi hanno permesso di individuare le potenziali attrazioni turistiche, capire come valorizzarle, e a cercare di sviluppare delle idee per poter promuovere un turismo esperienziale basato sulla vita in villaggio.
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RODA, ARIANNA. "Sviluppo di processo di tecnologie alimentari per Paesi in via di sviluppo Produzione di Aceto da Scarti di Ananas". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10800.

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Resumen
L’utilizzo degli scarti da parte dell’industria alimentare costituisce una sfida importante per ridurre le perdite di cibo, aumentare la sostenibilità della produzione alimentare e, pertanto, incrementare la sicurezza alimentare specialmente nei paesi in via di sviluppo. Obiettivo della presente tesi è ottenere aceto dagli scarti dell’ananas tramite idrolisi enzimatica preceduta da pre-trattamento fisico, fermentazione alcolica con differenti ceppi di Saccharomyces cerevisiae, addizionati di Lactobacillus delbruekii o Lactobacillus plantarum del liquido saccarificato, e fermentazione acetica con Acetobacter aceti in un impianto pilota. I campioni ottenuti dalle prove di saccarificazione, fermentazione alcolica e acetica sono stati analizzati per pH, acidità totale, grado Brix, zuccheri, acidi organici, etanolo e per i composti volatili. Una caratterizzazione dettagliata dell’aceto è stata eseguita tramite UPLC/Q-TOF e GC-MS.
Using waste from the food industry is a major challenge to reduce food losses, to increase the sustainability of food production and, therefore, increase food security, especially in developing countries. The objective of this thesis is to get vinegar from pineapple waste by means of: enzymatic hydrolysis proceeded by physical pre-treatment; alcoholic fermentation of the saccharified juice with different strains of Saccharomyces cerevisiae and Lactobacillus delbruekii or Lactobacillus plantarum; acetic fermentation with Acetobacter aceti in a pilot plant. Samples obtained from saccharification, alcoholic and acetic fermentation were analyzed for pH, total acidity, total soluble solid (TSS), sugars, acids, ethanol, and volatile compounds. A detailed characterization of vinegar was carried out through UPLC/Q-TOF and GC-MS.
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RODA, ARIANNA. "Sviluppo di processo di tecnologie alimentari per Paesi in via di sviluppo Produzione di Aceto da Scarti di Ananas". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10800.

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L’utilizzo degli scarti da parte dell’industria alimentare costituisce una sfida importante per ridurre le perdite di cibo, aumentare la sostenibilità della produzione alimentare e, pertanto, incrementare la sicurezza alimentare specialmente nei paesi in via di sviluppo. Obiettivo della presente tesi è ottenere aceto dagli scarti dell’ananas tramite idrolisi enzimatica preceduta da pre-trattamento fisico, fermentazione alcolica con differenti ceppi di Saccharomyces cerevisiae, addizionati di Lactobacillus delbruekii o Lactobacillus plantarum del liquido saccarificato, e fermentazione acetica con Acetobacter aceti in un impianto pilota. I campioni ottenuti dalle prove di saccarificazione, fermentazione alcolica e acetica sono stati analizzati per pH, acidità totale, grado Brix, zuccheri, acidi organici, etanolo e per i composti volatili. Una caratterizzazione dettagliata dell’aceto è stata eseguita tramite UPLC/Q-TOF e GC-MS.
Using waste from the food industry is a major challenge to reduce food losses, to increase the sustainability of food production and, therefore, increase food security, especially in developing countries. The objective of this thesis is to get vinegar from pineapple waste by means of: enzymatic hydrolysis proceeded by physical pre-treatment; alcoholic fermentation of the saccharified juice with different strains of Saccharomyces cerevisiae and Lactobacillus delbruekii or Lactobacillus plantarum; acetic fermentation with Acetobacter aceti in a pilot plant. Samples obtained from saccharification, alcoholic and acetic fermentation were analyzed for pH, total acidity, total soluble solid (TSS), sugars, acids, ethanol, and volatile compounds. A detailed characterization of vinegar was carried out through UPLC/Q-TOF and GC-MS.
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ZOUGBA, ISSIAKA. "Creazione e Condivisione di Valore in Ghana - un Approccio Strategico per il Business Sostenibile in un Paese in Via di Sviluppo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35570.

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Resumen
Approcci strategici come lo shared value e il social impact vengono considerati strategie organizzative innovative in grado di ridurre il divario fra business e società facendo leva sulla sostenibilità. Seppur motivati da postulati promettenti, essi vengono spesso biasimati perché considerati scarsamente rilevanti o efficienti. La tesi analizza come alcune organizzazioni che hanno sottoscritto l’idea della creazione di valore condiviso siano in grado o meno di produrre benefici per loro stessi e per le comunità circostanti. Lo studio usa la metodologia del case study per indagare due multinazionali e quattro PMI in Ghana. La ricerca adotta un approccio multidisciplinare allo studio organizzativo e strategico per esaminare le insidie dell’azione strategica in Ghana. Essa analizza il modo in cui i principi socioeconomici locali condizionano le scelte strategiche e la performance organizzativa. Il contributo maggiore della tesi è l’introduzione di una versione rivisitata del sistema di azione concreto (Crozier e Friedberg), per identificare le strategie di creazione di valore condiviso e impatto sociale efficientemente radicate nel contesto. Inoltre, la ricerca dimostra che i principi socioeconomici locali sono dei meccanismi dinamici di resilienza messi in atto per mezzo di controllo, collusione, negoziazione e resistenza.
Strategic frameworks like shared value or social impact creation have been posited as innovative organizational strategies capable of mending the gap between business and society through inclusive sustainability. If their claims are promising, they still face much criticism concerning their relevance and effectiveness. The dissertation investigates how organizations which have endorsed the idea of shared value creation are efficient, or not, at yielding benefits for themselves and their host communities. It uses the case study methodology to explore four SMEs and two multinational companies in Ghana. The research builds on a multidisciplinary approach to organizational behavior and strategy to dig to ground the pitfalls of strategic action in Ghana, an epitome of the recent Africa Rising narrative. It scrutinizes the way local socioeconomic mores affect strategic choices and organizational performance. The major contribution of the thesis is to introduce a revisited version of Crozier and Friedberg’s concrete system of action for efficiently embedded strategies of shared value and social impact creation. With this, the work reveals that local socioeconomic mores are dynamic resilience mechanisms of control, collusion, bargaining, and/or resistance, which strategists must take account of in designing sustainable strategies, especially in Sub-Saharan Africa.
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ZOUGBA, ISSIAKA. "Creazione e Condivisione di Valore in Ghana - un Approccio Strategico per il Business Sostenibile in un Paese in Via di Sviluppo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35570.

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Approcci strategici come lo shared value e il social impact vengono considerati strategie organizzative innovative in grado di ridurre il divario fra business e società facendo leva sulla sostenibilità. Seppur motivati da postulati promettenti, essi vengono spesso biasimati perché considerati scarsamente rilevanti o efficienti. La tesi analizza come alcune organizzazioni che hanno sottoscritto l’idea della creazione di valore condiviso siano in grado o meno di produrre benefici per loro stessi e per le comunità circostanti. Lo studio usa la metodologia del case study per indagare due multinazionali e quattro PMI in Ghana. La ricerca adotta un approccio multidisciplinare allo studio organizzativo e strategico per esaminare le insidie dell’azione strategica in Ghana. Essa analizza il modo in cui i principi socioeconomici locali condizionano le scelte strategiche e la performance organizzativa. Il contributo maggiore della tesi è l’introduzione di una versione rivisitata del sistema di azione concreto (Crozier e Friedberg), per identificare le strategie di creazione di valore condiviso e impatto sociale efficientemente radicate nel contesto. Inoltre, la ricerca dimostra che i principi socioeconomici locali sono dei meccanismi dinamici di resilienza messi in atto per mezzo di controllo, collusione, negoziazione e resistenza.
Strategic frameworks like shared value or social impact creation have been posited as innovative organizational strategies capable of mending the gap between business and society through inclusive sustainability. If their claims are promising, they still face much criticism concerning their relevance and effectiveness. The dissertation investigates how organizations which have endorsed the idea of shared value creation are efficient, or not, at yielding benefits for themselves and their host communities. It uses the case study methodology to explore four SMEs and two multinational companies in Ghana. The research builds on a multidisciplinary approach to organizational behavior and strategy to dig to ground the pitfalls of strategic action in Ghana, an epitome of the recent Africa Rising narrative. It scrutinizes the way local socioeconomic mores affect strategic choices and organizational performance. The major contribution of the thesis is to introduce a revisited version of Crozier and Friedberg’s concrete system of action for efficiently embedded strategies of shared value and social impact creation. With this, the work reveals that local socioeconomic mores are dynamic resilience mechanisms of control, collusion, bargaining, and/or resistance, which strategists must take account of in designing sustainable strategies, especially in Sub-Saharan Africa.
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Ancherani, Angelo. "Analisi e modello di un'incubatrice neonatale per paesi in via di sviluppo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Nel 2010 sono nati circa 15 milioni di bambini prematuri. Poiché i neonati prematuri hanno un sistema termoregolatore immaturo, essi hanno difficoltà a mantenere la temperatura del nucleo corporeo ad un livello costante. In questo lavoro è stato presentato un modello matematico multi-nodo del sistema termoregolatore del neonato. Successivamente sono stati presentati i metodi di terapia intensiva neonatale e le innovazioni nelle incubatrici e nei riscaldatori radianti. Infine, poiché c’è un alto tasso di mortalità infantile nei paesi in via di sviluppo ci si è concentrati sull’incubatrice Grashof. L’incubatrice Grashof è un dispositivo chiuso progettato in Indonesia che utilizza principalmente la convezione naturale per scaldare il bambino. In questo lavoro ne è stato presentato il modello e due principali modifiche. La prima consiste nell’aggiunta di un sistema di riscaldamento alternativo da utilizzare in caso di blackout. La seconda modifica consiste nell’aumentare la cabina per ospitare all’interno due gemelli.
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Spessato, Silvia <1987&gt. "Strategie di diversificazione del portafoglio prodotti nei paesi in via di sviluppo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2954.

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Resumen
La tesi parla della strategia di diversificazione dei prodotti attuata da molte aziende negli ultimi decenni. La tesi in particolare esamina un numero considerevole di aziende italiane, precedentemente intervistate dal tesista. Si considera innanzitutto l'influenza di questa strategia di diversificazione sulle performance delle aziende, e si procede, attraverso un'analisi empirica, alla valutazione della positività o negatività di questa strategia nel momento in cui si esporta in paesi in via di sviluppo, in particolare nella Repubblica Popolare Cinese.
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Matteoni, Martino. "Riduzione del rischio sismico per paesi in via di sviluppo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/197/.

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Maimone, Mara. "Il mercato dei project bond: un'analisi empirica nel caso dei paesi in via di sviluppo". Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200761.

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Resumen
Le operazioni di project finance fra storia antica e rivisitazione moderna. Le fasi del project finance. Le fonti di finanziamento nel project finance. L'utilizzo del project finance nei paesi in via di sviluppo.
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Di, Pietro Lisa. "Previsione di carico elettrico e capacità installabile da fonte rinnovabile in un paese in via di sviluppo: il caso della Repubblica Democratica del Congo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Questo progetto di tesi nasce dalla realizzazione di un tirocinio aziendale. L'idea iniziale è di porsi nei panni di un costruttore il quale sia intento alla predisposizione di un nuovo impianto da fonte d'energia rinnovabile in un Paese in via di sviluppo: il caso studio scelto è, in particolare, la Repubblica Democratica del Congo, per una serie di ragioni tecniche e culturali. La mancanza di informazioni tecniche costituisce un limite non trascurabile: si è cercato di superarlo analizzando i dati odierni e cercando una logica attraverso la quale fossero reperibili informazioni sui consumi elettrici nel Paese. In particolare, nel primo capitolo vengono analizzati i dati geografici e culturali della RDC, con un focus particolare sulla ricostruzione degli impianti elettrici in funzione dislocati nel territorio; nel secondo vi è una breve analisi delle principali tipologie di rinnovabili e del potenziale di ciascuna di esse nella RDC; nel terzo capitolo sono riportati i risultati sperimentali di una logica software sviluppata in Python con l'intento di ottenere profili di carico di utilizzatori del Paese, partendo dal caso italiano e valutando un errore, per poi passare al Paese di interesse. E' stata simulata inoltre una proiezione dati al 2030. Per concludere, nell'ultimo capitolo, si riporta l'analisi dei risultati ottenuti oltre all'esempio di calcolo della potenza generata da un prototipo di pannello fotovoltaico in una giornata rappresentativa in RDC, solo dopo una breve analisi SWOT che indica il fotovoltaico come la tecnologia più coerente alle caratteristiche del territorio.
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Palladini, Andrea. "Tecnologie appropriate e accesso all'approvvigionamento energetico nei paesi in via di sviluppo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8663/.

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La necessità di fronteggiare il problema dell'approvvigionamento energetico è urgente. Circa 1.3 miliardi di persone non usufruisce di servizi energetici basilari. Il problema assume un peso maggiore nelle aree rurali delle regioni in via di sviluppo, come Africa Sub-Sahariana e Cina e India, troppo distanti dalla rete elettrica. L'utilizzo di biomasse inquinanti e non efficienti, che sono causa di deforestazione e emissioni di gas serra, è all'ordine del giorno. Promuovere tecnologie appropriate, cioè adeguate sia per dimensioni che come impatto socio-culturale, può essere una soluzione vincente. Tramite finanziamenti e incentivi, tecnologie a piccola scala come biogas, idroelettrico, fotovoltaico e eolico permettono di sfruttare risorse e materiali locali per la produzione di energia.
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Mestriner, Nicola <1988&gt. "Il microcredito nei Paesi in via di sviluppo: funzionamento e analisi finanziaria". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4795.

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Nei Paesi in via di sviluppo, la difficoltà di accedere al prestito bancario, a causa dell’assenza o dell’inadeguatezza delle garanzie reali offerte e delle dimensioni dell’attività, non consente alle imprese e, più genericamente, alla popolazione, di svilupparsi e di creare un sistema economico e finanziario efficiente e sostenibile. Il Capitolo 1 introduce l’argomento principale descrivendo la nascita e lo sviluppo del microcredito nel mondo, procedendo poi con un’analisi dell’impatto sociale ed economico che tale strumento ha avuto nella società, soffermandosi infine sul concetto di inclusione finanziaria. Il Capitolo 2 descrive le principali metodologie di prestito utilizzate dalle istituzioni di microfinanza, in particolare il prestito individuale e le diverse forme di prestito di gruppo. Il Capitolo 3 comprende un’analisi economico-finanziaria dei principali mercati di microfinanza nei Paesi in via di sviluppo, suddivisi in cinque macroregioni: l’Africa sub-sahariana, il Medio Oriente ed il Nord Africa, l’Europa orientale e l’Asia Centrale, il continente asiatico ed il Pacifico, concludendo con l’America Latina ed i Caraibi. Il Capitolo 4, infine, analizza il livello dei tassi di interesse applicati sui microprestiti, verificando poi l’efficienza operativa attualmente raggiunta dalle istituzioni di microfinanza.
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CONDOSTA, LUCA. "MULTINAZIONALI E PAESI IN VIA DI SVILUPPO: LA RILEVANZA STRATEGICA DEL COMMUNITY INVESTMENT". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/755.

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Resumen
La tesi vuole esaminare il fenomeno dei community investment nei PVS da parte delle multinazionali. Dopo aver studiato la letteratura esistente sul tema della CSR della sua applicazione nei PVS da parte delle MNC, la ricerca sul campo è stata articolata in due fasi. Una prima fase, di tipo esplorativa, è stata condotta attraverso un questionario somministrato nei primi sei mesi del 2009 a 100 imprese, selezionate in modo casuale dalla lista del Fortune Global 500 (che include le maggiori imprese mondiali quotate in termini di ricavi e utile netto) al 31/12/2008. Scopo del questionario è stato quello di iniziare ad indagare sul fenomeno degli interventi di CSR fatti dalle multinazionali a favore delle comunità dei PVS. Una volta raccolti ed esaminati i risultati ottenuti dal questionario esplorativo, la seconda fase della ricerca è stata basata sulla selezione e analisi di cinque casi con la tecnica del multiple-case study analysis. Per le cinque imprese selezionate si è proceduto con l’analisi di un’ampia base di fonti primarie, integrata con dati provenienti da altre fonti. Al termine si è proceduto con l’interpretazione dei dati formulando un modello per interpretare le strategie di un’impresa verso le comunità dei PVS in cui opera.
The thesis is aimed at examining the phenomenon of community investments in developing countries by multinationals. After studying existing literature on CSR and its application in developing countries by MNC, the research has been split in two parts. The first past, explorative, has been done through a survey sent in the first 6 months of 2009 to 100 companies, randomly extracted from the Fortune Global 500 at 31/12/2008. The purpose of the survey was to start understanding the phenomenon of CSR activities done by MNC to communities in developing countries. Once surveys have been collected, the second part of the research has been based on the selection and analysis of 5 cases with the technique of multiple case study analysis. For those 5 companies the work has been done with the analysis of lots of primary source, integrated with data coming from other sources. AT the end data have been interpreted defining a model by which read strategies realized by companies to communities in developing countries.
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CONDOSTA, LUCA. "MULTINAZIONALI E PAESI IN VIA DI SVILUPPO: LA RILEVANZA STRATEGICA DEL COMMUNITY INVESTMENT". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/755.

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La tesi vuole esaminare il fenomeno dei community investment nei PVS da parte delle multinazionali. Dopo aver studiato la letteratura esistente sul tema della CSR della sua applicazione nei PVS da parte delle MNC, la ricerca sul campo è stata articolata in due fasi. Una prima fase, di tipo esplorativa, è stata condotta attraverso un questionario somministrato nei primi sei mesi del 2009 a 100 imprese, selezionate in modo casuale dalla lista del Fortune Global 500 (che include le maggiori imprese mondiali quotate in termini di ricavi e utile netto) al 31/12/2008. Scopo del questionario è stato quello di iniziare ad indagare sul fenomeno degli interventi di CSR fatti dalle multinazionali a favore delle comunità dei PVS. Una volta raccolti ed esaminati i risultati ottenuti dal questionario esplorativo, la seconda fase della ricerca è stata basata sulla selezione e analisi di cinque casi con la tecnica del multiple-case study analysis. Per le cinque imprese selezionate si è proceduto con l’analisi di un’ampia base di fonti primarie, integrata con dati provenienti da altre fonti. Al termine si è proceduto con l’interpretazione dei dati formulando un modello per interpretare le strategie di un’impresa verso le comunità dei PVS in cui opera.
The thesis is aimed at examining the phenomenon of community investments in developing countries by multinationals. After studying existing literature on CSR and its application in developing countries by MNC, the research has been split in two parts. The first past, explorative, has been done through a survey sent in the first 6 months of 2009 to 100 companies, randomly extracted from the Fortune Global 500 at 31/12/2008. The purpose of the survey was to start understanding the phenomenon of CSR activities done by MNC to communities in developing countries. Once surveys have been collected, the second part of the research has been based on the selection and analysis of 5 cases with the technique of multiple case study analysis. For those 5 companies the work has been done with the analysis of lots of primary source, integrated with data coming from other sources. AT the end data have been interpreted defining a model by which read strategies realized by companies to communities in developing countries.
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Procaccini, Valeria <1985&gt. "Un'analisi comparativa degli aiuti cinesi ai paesi in via di sviluppo: un’indagine sull’esistenza di un modello cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6572.

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L'obiettivo di questo lavoro è quello di verificare l’esistenza o meno un modello cinese di aiuti ai paesi in via di sviluppo, se questo sia nuovo, e verificarne il suo impatto sui paesi beneficiari. Nella prima parte, lo studio fornisce una panoramica su ciò che sono i foreign aid, seguita da una breve introduzione sugli aiuti occidentali e cinesi, concentrandosi sulle origini di questi ultimi e i suoi sviluppi a partire dall’età maoista. Il primo capitolo riporta altresì l'impatto degli aiuti cinesi sui media occidentali citando alcuni giornali internazionali. Tra i tanti, è grazie a un articolo del l’Espresso del 28 Aprile 2011 intitolato “(I cinesi) Si Stanno rubando l’Africa che questo studio ha iniziato, diversi anni fa, a prender forma. Trasferitami in Cina per motivi lavorativi, mi è stato più semplice reperire quotidiani stranieri e cercare di analizzare anche l’altro punto di vista. Il primo capitolo si conclude con un’analisi comparativa tra i due Libri Bianchi cinesi: gli unici due documenti rilasciati dal governo di Pechino, rispettivamente nel 2009 e nel 2014, su cui si dichiara per la prima volta la quantità, i settori e la distribuzione degli aiuti cinesi nel mondo. Nella seconda parte della tesi, vengono introdotti gli enti governativi cinesi che elargiscono i finanziamenti e alcuni tipi di finanziamenti utilizzati dalla Repubblica Popolare Cinese per sovvenzionare i paesi in via di sviluppo: prestiti agevolati, sovvenzioni, prestiti a tasso zero, riduzione del debito, export buyers’ credit, suppliers’ credit, natural resource-backed loans e linee di credito. Questi vengono poi messi a confronto con le regole internazionali e le norme che gestiscono gli aiuti stranieri, strutturate dal Development Assistance Committee (DAC) dell’ Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD), un gruppo di 34 paesi di cui la Cina non fa ancora parte. La parte centrale del secondo capitolo analizza poi quattro case studies: due regioni in Africa (Gana e Mozambico), una in Sud America (Cambogia) e una nel Sud-Est Asiatico. L’obiettivo è descrivere i diversi tipi di aiuti cinesi in quelle regioni dal campo delle infrastrutture al campo agricolo a quello medico e i loro effetti sulla popolazione locale. Nel capitolo terzo, ripercorrendo i case studies presentati, si presentano le motivazioni per cui si sostiene che la Cina stia aiutando i paesi in via di sviluppo, altresì si avanza l’ipotesi di un modello cinese della “South South Cooperation”. Si riassumono quindi gli strumenti cinesi utilizzati, come operano, quali sono le sue forze, le sue debolezze e cosa li renderebbe un modello per la comunità internazionale. Per la prima volta emerge un modello con caratteristiche prettamente cinesi efficace al miglioramento della qualità di vita dei paesi beneficiari. Questo lavoro spera di offrire a un pubblico più vasto un primo sguardo sugli aiuti esteri cinesi, e quindi dare un piccolo contributo alle troppo poche ricerche disponibili in questo campo. Suggerisco che uno studio più longevo e sul campo aiuterebbe questa ricerca ad ottenere risultati migliori.
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Bianchini, Laura. "Tecnologie appropriate per i paesi in via di sviluppo: analisi delle risorse idriche presso la comunità di Koinonia". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
Benessere delle popolazioni, gestione sostenibile delle risorse, povertà, cambiamenti climatici e degrado ambientale sono dei concetti fortemente connessi in un mondo in cui il 20% della popolazione mondiale consuma più l’80% delle risorse naturali. Sin dal 1992 alla Conferenza sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite tenutasi a Rio de Janeiro si è confermato il forte legame tra tutela dell’ambiente e riduzione della povertà. Gli interventi di tipo ambientale costituiscono un ruolo importante, favorire la salvaguardia dell’ambiente, assicurare l’accesso all’acqua potabile, la corretta gestione dei rifiuti e dei reflui sono aspetti necessari per permettere ad ogni individuo, di condurre una vita sana e produttiva. È proprio in questo quadro che si inserisce la riflessione su come intervenire nel sud del mondo, in quei paesi dove vi è l’esigenza di rafforzare le realtà locali partendo dall’interno, dal mercato e dalle tecnologie utilizzabili. Dalla presa di consapevolezza dei reali fabbisogni umani, dall’analisi dello stato dell’ambiente, si può comprendere che la soluzione per vincere la povertà, non è il trasferimento della tecnologia e l’industrializzazione; ma il “piccolo e bello” (F. Schumacher, 1982), ovvero gli stili di vita semplici, a livello tecnologico le “tecnologie appropriate”. La comunità, dove sono state implementate queste tecnologie appropriate, si trova nella periferia di Lusaka, in Zambia. Dobbiamo ritenere che una tecnologia sia appropriata quando, per effetto della sua struttura e dei rapporti che riesce a stabilire con l’ideologia, la cultura del paese in cui viene adottata, dà origine a processi che si autosostengono e riescono a far crescere le attività del sistema e la sua autonomia. “learning from the roots”, imparare dalle radici, attraverso lo studio, il confronto, l’esperienza progettuale con la realtà dell’ambiente dei paesi in via di sviluppo, è un buon modo per sintetizzare il senso del lavoro esposto.
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Cortesi, Claudia. "Analisi di tecnologie appropriate per il riciclaggio a piccola scala di rifiuti solidi urbani nei paesi in via di sviluppo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amslaurea.unibo.it/56/.

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De, Prisco Alberto <1989&gt. "Strategie di crescita e catch-up nei paesi in via di sviluppo: il caso dei produttori di telefonia mobile cinesi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6350.

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Resumen
Questo elaborato si propone di analizzare le strategie di crescita dei produttori di telefonia mobile in Cina. Dopo un’analisi del settore delle telecomunicazioni e dei cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni all’interno dello stesso, sono stati considerati alcuni casi aziendali con lo scopo di verificare l’esistenza o meno di un sentiero comune di crescita intrapreso dai nuovi entranti cinesi, i quali sono successivamente diventati competitori a livello globale.
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Bedussi, Giorgio <1988&gt. "Le contraddizioni della cooperazione internazionale - L'impatto degli aiuti umanitari nei paesi in via di sviluppo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11459.

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Obbiettivo della tesi è analizzare l’impatto che le politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo hanno sui paesi destinatari. Lo studio analizza l’evoluzione storica e i cambiamenti strutturali delle politiche allo sviluppo deliberate dai governi occidentali e dalle le istituzioni internazionali. Particolare importanza viene data alle organizzazioni non governative (NGOs) le quali sono diventante il soggetto più conosciuto nel mondo degli aiuti umanitari. Nel corso della tesi viene dimostrato come i progetti di aiuto internazionale spesso portano a risultati contraddittori e ad effetti collaterali estremamente negativi. Attraverso gli studi di numerosi autori e di analisi statistiche vengono evidenziate numerose problematicità legate al mondo dell’aiuto umanitario. Una particolare attenzione viene posta a fenomeni come: a) il rapporto tra le NGOs e le missioni militari occidentali e alla nascita delle cosiddette “guerre umanitarie” b) il rapporto tra i prestiti perpetui delle istituzioni internazionali (IMF) e il mancato sviluppo dei paesi beneficiari c) gli effetti degli aiuti indiscriminati sulle economie locali, fenomeno che rende i paesi poveri dipendenti da enti o organi internazionali d) i legami tra criminalità e aiuti umanitari, soprattutto di come gli aiuti occidentali vengano usati per finanziare la corruzione politica e i movimenti armati nei paesi beneficiari.
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LAZZARONI, SARA. "Economia dei disastri naturali: evidenza macro e micro focalizzata sui paesi in via di sviluppo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3956.

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Resumen
Nell'ambito dell'economia dei disastri naturali ho elaborato uno studio macroeconomico e due microeconomici. A livello macro ho elaborato una meta-analisi della letteratura empirica sugli effetti dei disastri naturali in termini di costi diretti e indiretti. Ho analizzato gli effetti di caratteristiche del database,tecniche di stima, fattori di resilienza considerati e publication bias. Studi sui costi diretti che includono paesi Africani hanno 65% maggiore probabilità di riportare un risultato negativo e significativo mentre studi sui costi indiretti sembrano soffrire di publication bias. I lavori microeconometrici si focalizzano su due paesi africani. Nel primo analizzo gli effetti di un aumento della variabilità climatica sul consumo di beni alimentari delle famiglie in Uganda nel periodo 2005/06-2009/10. In media un incremento di 1% delle temperature porterebbe a una diminuzione del consumo di alimenti del 3-5% mentre le famiglie sarebbero in grado di contrastare variazioni delle precipitazioni con varie strategie. Nel secondo, con approccio multi-shock analizzo gli effetti di siccità e incremento dei prezzi di acquisto sullo stato nutrizionale di bambini in famiglie residenti in zone rurali del Senegal nel periodo 2009-2011. Singolarmente entrambi gli eventi sembrano avere effetti negativi sul livello nutrizionale. Tuttavia la concomitanza dei due eventi sembra non avere effetto sul peso dei bambini grazie a un positivo effetto reddito.
In this work I deal with the economics of natural disasters conducting one study at the macroeconomic level and two studies at the microeconomic level. In the first I conduct a meta-analysis of the macro literature on the direct and indirect costs of natural disasters. I investigate the effects of empirical design, estimation technique, resilience factors included and publication bias. I find that direct costs studies have 65% probability to report negative and significant results if they include African countries while indirect costs studies show publication bias. Second, I conduct a microeconometric analysis of the effects of weather variability on households food consumption in Uganda in the period 2005/06-2009/10. I show that on average 1% increase in maximum temperatures would reduce food consumption by 4-5% while precipitation amount and distribution would not affect household food consumption thanks to coping strategies. Finally I consider the effects of droughts and increasing purchasing prices on weight-for-age of children in rural households in Senegal using a multishock approach and a unique dataset (2009-2011). Results of drought(increase in prices) econometric analyis show deterioration in child weight-for-age. However, concomitance of drought and increasing prices would leave child weight-for-age unaffected thanks to positive income effects.
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LAZZARONI, SARA. "Economia dei disastri naturali: evidenza macro e micro focalizzata sui paesi in via di sviluppo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3956.

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Nell'ambito dell'economia dei disastri naturali ho elaborato uno studio macroeconomico e due microeconomici. A livello macro ho elaborato una meta-analisi della letteratura empirica sugli effetti dei disastri naturali in termini di costi diretti e indiretti. Ho analizzato gli effetti di caratteristiche del database,tecniche di stima, fattori di resilienza considerati e publication bias. Studi sui costi diretti che includono paesi Africani hanno 65% maggiore probabilità di riportare un risultato negativo e significativo mentre studi sui costi indiretti sembrano soffrire di publication bias. I lavori microeconometrici si focalizzano su due paesi africani. Nel primo analizzo gli effetti di un aumento della variabilità climatica sul consumo di beni alimentari delle famiglie in Uganda nel periodo 2005/06-2009/10. In media un incremento di 1% delle temperature porterebbe a una diminuzione del consumo di alimenti del 3-5% mentre le famiglie sarebbero in grado di contrastare variazioni delle precipitazioni con varie strategie. Nel secondo, con approccio multi-shock analizzo gli effetti di siccità e incremento dei prezzi di acquisto sullo stato nutrizionale di bambini in famiglie residenti in zone rurali del Senegal nel periodo 2009-2011. Singolarmente entrambi gli eventi sembrano avere effetti negativi sul livello nutrizionale. Tuttavia la concomitanza dei due eventi sembra non avere effetto sul peso dei bambini grazie a un positivo effetto reddito.
In this work I deal with the economics of natural disasters conducting one study at the macroeconomic level and two studies at the microeconomic level. In the first I conduct a meta-analysis of the macro literature on the direct and indirect costs of natural disasters. I investigate the effects of empirical design, estimation technique, resilience factors included and publication bias. I find that direct costs studies have 65% probability to report negative and significant results if they include African countries while indirect costs studies show publication bias. Second, I conduct a microeconometric analysis of the effects of weather variability on households food consumption in Uganda in the period 2005/06-2009/10. I show that on average 1% increase in maximum temperatures would reduce food consumption by 4-5% while precipitation amount and distribution would not affect household food consumption thanks to coping strategies. Finally I consider the effects of droughts and increasing purchasing prices on weight-for-age of children in rural households in Senegal using a multishock approach and a unique dataset (2009-2011). Results of drought(increase in prices) econometric analyis show deterioration in child weight-for-age. However, concomitance of drought and increasing prices would leave child weight-for-age unaffected thanks to positive income effects.
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Garfì, Marianna <1981&gt. "Tecnologie appropriate per la gestione delle georisorse nei paesi in via di sviluppo e nei paesi dell'America Latina. Creazione di una metodologia multi criteria per la valutazione dei progetti di sviluppo umano". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2105/1/Garfi_Marianna_tesi.pdf.

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Benessere delle popolazioni, gestione sostenibile delle risorse, povertà e degrado ambientale sono dei concetti fortemente connessi in un mondo in cui il 20% della popolazione mondiale consuma più del 75% delle risorse naturali. Sin dal 1992 al Summit della Terra a Rio de Janeiro si è affermato il forte legame tra tutela dell’ambiente e riduzione della povertà, ed è anche stata riconosciuta l’importanza di un ecosistema sano per condurre una vita dignitosa, specialmente nelle zone rurali povere dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. La natura infatti, soprattutto per le popolazioni rurali, rappresenta un bene quotidiano e prezioso, una forma essenziale per la sussistenza ed una fonte primaria di reddito. Accanto a questa constatazione vi è anche la consapevolezza che negli ultimi decenni gli ecosistemi naturali si stanno degradando ad un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana: consumiamo le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di “metabolizzare” i nostri scarti. Allo stesso modo aumenta la povertà: attualmente ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno (UN). La connessione tra povertà ed ambiente non dipende solamente dalla scarsità di risorse che rende più difficili le condizioni di vita, ma anche dalla gestione delle stesse risorse naturali. Infatti in molti paesi o luoghi dove le risorse non sono carenti la popolazione più povera non vi ha accesso per motivi politici, economici e sociali. Inoltre se si paragona l’impronta ecologica con una misura riconosciuta dello “sviluppo umano”, l’Indice dello Sviluppo Umano (HDI) delle Nazioni Unite (Cfr. Cap 2), il rapporto dimostra chiaramente che ciò che noi accettiamo generalmente come “alto sviluppo” è molto lontano dal concetto di sviluppo sostenibile accettato universalmente, in quanto i paesi cosiddetti “sviluppati” sono quelli con una maggior impronta ecologica. Se allora lo “sviluppo” mette sotto pressione gli ecosistemi, dal cui benessere dipende direttamente il benessere dell’uomo, allora vuol dire che il concetto di “sviluppo” deve essere rivisitato, perché ha come conseguenza non il benessere del pianeta e delle popolazioni, ma il degrado ambientale e l’accrescimento delle disuguaglianze sociali. Quindi da una parte vi è la “società occidentale”, che promuove l’avanzamento della tecnologia e dell’industrializzazione per la crescita economica, spremendo un ecosistema sempre più stanco ed esausto al fine di ottenere dei benefici solo per una ristretta fetta della popolazione mondiale che segue un modello di vita consumistico degradando l’ambiente e sommergendolo di rifiuti; dall’altra parte ci sono le famiglie di contadini rurali, i “moradores” delle favelas o delle periferie delle grandi metropoli del Sud del Mondo, i senza terra, gli immigrati delle baraccopoli, i “waste pickers” delle periferie di Bombay che sopravvivono raccattando rifiuti, i profughi di guerre fatte per il controllo delle risorse, gli sfollati ambientali, gli eco-rifugiati, che vivono sotto la soglia di povertà, senza accesso alle risorse primarie per la sopravvivenza. La gestione sostenibile dell’ambiente, il produrre reddito dalla valorizzazione diretta dell’ecosistema e l’accesso alle risorse naturali sono tra gli strumenti più efficaci per migliorare le condizioni di vita degli individui, strumenti che possono anche garantire la distribuzione della ricchezza costruendo una società più equa, in quanto le merci ed i servizi dell’ecosistema fungono da beni per le comunità. La corretta gestione dell’ambiente e delle risorse quindi è di estrema importanza per la lotta alla povertà ed in questo caso il ruolo e la responsabilità dei tecnici ambientali è cruciale. Il lavoro di ricerca qui presentato, partendo dall’analisi del problema della gestione delle risorse naturali e dal suo stretto legame con la povertà, rivisitando il concetto tradizionale di “sviluppo” secondo i nuovi filoni di pensiero, vuole suggerire soluzioni e tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse naturali che abbiano come obiettivo il benessere delle popolazioni più povere e degli ecosistemi, proponendo inoltre un metodo valutativo per la scelta delle alternative, soluzioni o tecnologie più adeguate al contesto di intervento. Dopo l’analisi dello “stato del Pianeta” (Capitolo 1) e delle risorse, sia a livello globale che a livello regionale, il secondo Capitolo prende in esame il concetto di povertà, di Paese in Via di Sviluppo (PVS), il concetto di “sviluppo sostenibile” e i nuovi filoni di pensiero: dalla teoria della Decrescita, al concetto di Sviluppo Umano. Dalla presa di coscienza dei reali fabbisogni umani, dall’analisi dello stato dell’ambiente, della povertà e delle sue diverse facce nei vari paesi, e dalla presa di coscienza del fallimento dell’economia della crescita (oggi visibile più che mai) si può comprendere che la soluzione per sconfiggere la povertà, il degrado dell’ambiente, e raggiungere lo sviluppo umano, non è il consumismo, la produzione, e nemmeno il trasferimento della tecnologia e l’industrializzazione; ma il “piccolo e bello” (F. Schumacher, 1982), ovvero gli stili di vita semplici, la tutela degli ecosistemi, e a livello tecnologico le “tecnologie appropriate”. Ed è proprio alle Tecnologie Appropriate a cui sono dedicati i Capitoli successivi (Capitolo 4 e Capitolo 5). Queste sono tecnologie semplici, a basso impatto ambientale, a basso costo, facilmente gestibili dalle comunità, tecnologie che permettono alle popolazioni più povere di avere accesso alle risorse naturali. Sono le tecnologie che meglio permettono, grazie alle loro caratteristiche, la tutela dei beni comuni naturali, quindi delle risorse e dell’ambiente, favorendo ed incentivando la partecipazione delle comunità locali e valorizzando i saperi tradizionali, grazie al coinvolgimento di tutti gli attori, al basso costo, alla sostenibilità ambientale, contribuendo all’affermazione dei diritti umani e alla salvaguardia dell’ambiente. Le Tecnologie Appropriate prese in esame sono quelle relative all’approvvigionamento idrico e alla depurazione dell’acqua tra cui: - la raccolta della nebbia, - metodi semplici per la perforazione di pozzi, - pompe a pedali e pompe manuali per l’approvvigionamento idrico, - la raccolta dell’acqua piovana, - il recupero delle sorgenti, - semplici metodi per la depurazione dell’acqua al punto d’uso (filtro in ceramica, filtro a sabbia, filtro in tessuto, disinfezione e distillazione solare). Il quinto Capitolo espone invece le Tecnolocie Appropriate per la gestione dei rifiuti nei PVS, in cui sono descritte: - soluzioni per la raccolta dei rifiuti nei PVS, - soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti nei PVS, - semplici tecnologie per il riciclaggio dei rifiuti solidi. Il sesto Capitolo tratta tematiche riguardanti la Cooperazione Internazionale, la Cooperazione Decentrata e i progetti di Sviluppo Umano. Per progetti di sviluppo si intende, nell’ambito della Cooperazione, quei progetti che hanno come obiettivi la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità beneficiarie dei PVS coinvolte nel progetto. All’interno dei progetti di cooperazione e di sviluppo umano gli interventi di tipo ambientale giocano un ruolo importante, visto che, come già detto, la povertà e il benessere delle popolazioni dipende dal benessere degli ecosistemi in cui vivono: favorire la tutela dell’ambiente, garantire l’accesso all’acqua potabile, la corretta gestione dei rifiuti e dei reflui nonché l’approvvigionamento energetico pulito sono aspetti necessari per permettere ad ogni individuo, soprattutto se vive in condizioni di “sviluppo”, di condurre una vita sana e produttiva. È importante quindi, negli interventi di sviluppo umano di carattere tecnico ed ambientale, scegliere soluzioni decentrate che prevedano l’adozione di Tecnologie Appropriate per contribuire a valorizzare l’ambiente e a tutelare la salute della comunità. I Capitoli 7 ed 8 prendono in esame i metodi per la valutazione degli interventi di sviluppo umano. Un altro aspetto fondamentale che rientra nel ruolo dei tecnici infatti è l’utilizzo di un corretto metodo valutativo per la scelta dei progetti possibili che tenga presente tutti gli aspetti, ovvero gli impatti sociali, ambientali, economici e che si cali bene alle realtà svantaggiate come quelle prese in considerazione in questo lavoro; un metodo cioè che consenta una valutazione specifica per i progetti di sviluppo umano e che possa permettere l’individuazione del progetto/intervento tecnologico e ambientale più appropriato ad ogni contesto specifico. Dall’analisi dei vari strumenti valutativi si è scelto di sviluppare un modello per la valutazione degli interventi di carattere ambientale nei progetti di Cooperazione Decentrata basato sull’Analisi Multi Criteria e sulla Analisi Gerarchica. L’oggetto di questa ricerca è stato quindi lo sviluppo di una metodologia, che tramite il supporto matematico e metodologico dell’Analisi Multi Criteria, permetta di valutare l’appropriatezza, la sostenibilità degli interventi di Sviluppo Umano di carattere ambientale, sviluppati all’interno di progetti di Cooperazione Internazionale e di Cooperazione Decentrata attraverso l’utilizzo di Tecnologie Appropriate. Nel Capitolo 9 viene proposta la metodologia, il modello di calcolo e i criteri su cui si basa la valutazione. I successivi capitoli (Capitolo 10 e Capitolo 11) sono invece dedicati alla sperimentazione della metodologia ai diversi casi studio: - “Progetto ambientale sulla gestione dei rifiuti presso i campi Profughi Saharawi”, Algeria, - “Programa 1 milhão de Cisternas, P1MC” e - “Programa Uma Terra e Duas Águas, P1+2”, Semi Arido brasiliano.
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Garfì, Marianna <1981&gt. "Tecnologie appropriate per la gestione delle georisorse nei paesi in via di sviluppo e nei paesi dell'America Latina. Creazione di una metodologia multi criteria per la valutazione dei progetti di sviluppo umano". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2105/.

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Benessere delle popolazioni, gestione sostenibile delle risorse, povertà e degrado ambientale sono dei concetti fortemente connessi in un mondo in cui il 20% della popolazione mondiale consuma più del 75% delle risorse naturali. Sin dal 1992 al Summit della Terra a Rio de Janeiro si è affermato il forte legame tra tutela dell’ambiente e riduzione della povertà, ed è anche stata riconosciuta l’importanza di un ecosistema sano per condurre una vita dignitosa, specialmente nelle zone rurali povere dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. La natura infatti, soprattutto per le popolazioni rurali, rappresenta un bene quotidiano e prezioso, una forma essenziale per la sussistenza ed una fonte primaria di reddito. Accanto a questa constatazione vi è anche la consapevolezza che negli ultimi decenni gli ecosistemi naturali si stanno degradando ad un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana: consumiamo le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di “metabolizzare” i nostri scarti. Allo stesso modo aumenta la povertà: attualmente ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno (UN). La connessione tra povertà ed ambiente non dipende solamente dalla scarsità di risorse che rende più difficili le condizioni di vita, ma anche dalla gestione delle stesse risorse naturali. Infatti in molti paesi o luoghi dove le risorse non sono carenti la popolazione più povera non vi ha accesso per motivi politici, economici e sociali. Inoltre se si paragona l’impronta ecologica con una misura riconosciuta dello “sviluppo umano”, l’Indice dello Sviluppo Umano (HDI) delle Nazioni Unite (Cfr. Cap 2), il rapporto dimostra chiaramente che ciò che noi accettiamo generalmente come “alto sviluppo” è molto lontano dal concetto di sviluppo sostenibile accettato universalmente, in quanto i paesi cosiddetti “sviluppati” sono quelli con una maggior impronta ecologica. Se allora lo “sviluppo” mette sotto pressione gli ecosistemi, dal cui benessere dipende direttamente il benessere dell’uomo, allora vuol dire che il concetto di “sviluppo” deve essere rivisitato, perché ha come conseguenza non il benessere del pianeta e delle popolazioni, ma il degrado ambientale e l’accrescimento delle disuguaglianze sociali. Quindi da una parte vi è la “società occidentale”, che promuove l’avanzamento della tecnologia e dell’industrializzazione per la crescita economica, spremendo un ecosistema sempre più stanco ed esausto al fine di ottenere dei benefici solo per una ristretta fetta della popolazione mondiale che segue un modello di vita consumistico degradando l’ambiente e sommergendolo di rifiuti; dall’altra parte ci sono le famiglie di contadini rurali, i “moradores” delle favelas o delle periferie delle grandi metropoli del Sud del Mondo, i senza terra, gli immigrati delle baraccopoli, i “waste pickers” delle periferie di Bombay che sopravvivono raccattando rifiuti, i profughi di guerre fatte per il controllo delle risorse, gli sfollati ambientali, gli eco-rifugiati, che vivono sotto la soglia di povertà, senza accesso alle risorse primarie per la sopravvivenza. La gestione sostenibile dell’ambiente, il produrre reddito dalla valorizzazione diretta dell’ecosistema e l’accesso alle risorse naturali sono tra gli strumenti più efficaci per migliorare le condizioni di vita degli individui, strumenti che possono anche garantire la distribuzione della ricchezza costruendo una società più equa, in quanto le merci ed i servizi dell’ecosistema fungono da beni per le comunità. La corretta gestione dell’ambiente e delle risorse quindi è di estrema importanza per la lotta alla povertà ed in questo caso il ruolo e la responsabilità dei tecnici ambientali è cruciale. Il lavoro di ricerca qui presentato, partendo dall’analisi del problema della gestione delle risorse naturali e dal suo stretto legame con la povertà, rivisitando il concetto tradizionale di “sviluppo” secondo i nuovi filoni di pensiero, vuole suggerire soluzioni e tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse naturali che abbiano come obiettivo il benessere delle popolazioni più povere e degli ecosistemi, proponendo inoltre un metodo valutativo per la scelta delle alternative, soluzioni o tecnologie più adeguate al contesto di intervento. Dopo l’analisi dello “stato del Pianeta” (Capitolo 1) e delle risorse, sia a livello globale che a livello regionale, il secondo Capitolo prende in esame il concetto di povertà, di Paese in Via di Sviluppo (PVS), il concetto di “sviluppo sostenibile” e i nuovi filoni di pensiero: dalla teoria della Decrescita, al concetto di Sviluppo Umano. Dalla presa di coscienza dei reali fabbisogni umani, dall’analisi dello stato dell’ambiente, della povertà e delle sue diverse facce nei vari paesi, e dalla presa di coscienza del fallimento dell’economia della crescita (oggi visibile più che mai) si può comprendere che la soluzione per sconfiggere la povertà, il degrado dell’ambiente, e raggiungere lo sviluppo umano, non è il consumismo, la produzione, e nemmeno il trasferimento della tecnologia e l’industrializzazione; ma il “piccolo e bello” (F. Schumacher, 1982), ovvero gli stili di vita semplici, la tutela degli ecosistemi, e a livello tecnologico le “tecnologie appropriate”. Ed è proprio alle Tecnologie Appropriate a cui sono dedicati i Capitoli successivi (Capitolo 4 e Capitolo 5). Queste sono tecnologie semplici, a basso impatto ambientale, a basso costo, facilmente gestibili dalle comunità, tecnologie che permettono alle popolazioni più povere di avere accesso alle risorse naturali. Sono le tecnologie che meglio permettono, grazie alle loro caratteristiche, la tutela dei beni comuni naturali, quindi delle risorse e dell’ambiente, favorendo ed incentivando la partecipazione delle comunità locali e valorizzando i saperi tradizionali, grazie al coinvolgimento di tutti gli attori, al basso costo, alla sostenibilità ambientale, contribuendo all’affermazione dei diritti umani e alla salvaguardia dell’ambiente. Le Tecnologie Appropriate prese in esame sono quelle relative all’approvvigionamento idrico e alla depurazione dell’acqua tra cui: - la raccolta della nebbia, - metodi semplici per la perforazione di pozzi, - pompe a pedali e pompe manuali per l’approvvigionamento idrico, - la raccolta dell’acqua piovana, - il recupero delle sorgenti, - semplici metodi per la depurazione dell’acqua al punto d’uso (filtro in ceramica, filtro a sabbia, filtro in tessuto, disinfezione e distillazione solare). Il quinto Capitolo espone invece le Tecnolocie Appropriate per la gestione dei rifiuti nei PVS, in cui sono descritte: - soluzioni per la raccolta dei rifiuti nei PVS, - soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti nei PVS, - semplici tecnologie per il riciclaggio dei rifiuti solidi. Il sesto Capitolo tratta tematiche riguardanti la Cooperazione Internazionale, la Cooperazione Decentrata e i progetti di Sviluppo Umano. Per progetti di sviluppo si intende, nell’ambito della Cooperazione, quei progetti che hanno come obiettivi la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità beneficiarie dei PVS coinvolte nel progetto. All’interno dei progetti di cooperazione e di sviluppo umano gli interventi di tipo ambientale giocano un ruolo importante, visto che, come già detto, la povertà e il benessere delle popolazioni dipende dal benessere degli ecosistemi in cui vivono: favorire la tutela dell’ambiente, garantire l’accesso all’acqua potabile, la corretta gestione dei rifiuti e dei reflui nonché l’approvvigionamento energetico pulito sono aspetti necessari per permettere ad ogni individuo, soprattutto se vive in condizioni di “sviluppo”, di condurre una vita sana e produttiva. È importante quindi, negli interventi di sviluppo umano di carattere tecnico ed ambientale, scegliere soluzioni decentrate che prevedano l’adozione di Tecnologie Appropriate per contribuire a valorizzare l’ambiente e a tutelare la salute della comunità. I Capitoli 7 ed 8 prendono in esame i metodi per la valutazione degli interventi di sviluppo umano. Un altro aspetto fondamentale che rientra nel ruolo dei tecnici infatti è l’utilizzo di un corretto metodo valutativo per la scelta dei progetti possibili che tenga presente tutti gli aspetti, ovvero gli impatti sociali, ambientali, economici e che si cali bene alle realtà svantaggiate come quelle prese in considerazione in questo lavoro; un metodo cioè che consenta una valutazione specifica per i progetti di sviluppo umano e che possa permettere l’individuazione del progetto/intervento tecnologico e ambientale più appropriato ad ogni contesto specifico. Dall’analisi dei vari strumenti valutativi si è scelto di sviluppare un modello per la valutazione degli interventi di carattere ambientale nei progetti di Cooperazione Decentrata basato sull’Analisi Multi Criteria e sulla Analisi Gerarchica. L’oggetto di questa ricerca è stato quindi lo sviluppo di una metodologia, che tramite il supporto matematico e metodologico dell’Analisi Multi Criteria, permetta di valutare l’appropriatezza, la sostenibilità degli interventi di Sviluppo Umano di carattere ambientale, sviluppati all’interno di progetti di Cooperazione Internazionale e di Cooperazione Decentrata attraverso l’utilizzo di Tecnologie Appropriate. Nel Capitolo 9 viene proposta la metodologia, il modello di calcolo e i criteri su cui si basa la valutazione. I successivi capitoli (Capitolo 10 e Capitolo 11) sono invece dedicati alla sperimentazione della metodologia ai diversi casi studio: - “Progetto ambientale sulla gestione dei rifiuti presso i campi Profughi Saharawi”, Algeria, - “Programa 1 milhão de Cisternas, P1MC” e - “Programa Uma Terra e Duas Águas, P1+2”, Semi Arido brasiliano.
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Di, Fabio Davide. "Ricerche e progetti per la costruzione di abitazione sostenibili e a basso costo nei paesi in via di sviluppo". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2009. http://hdl.handle.net/11566/242364.

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BONDZIE, ERIC AMOO. "SAGGI SULLA TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA E FISCALE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO IN PRESENZA DI SHADOW ECONOMY". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/37375.

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Resumen
Gli studi sulla politica monetaria e fiscale suggeriscono che l'economia sommersa o informale è un potente cuscinetto in grado di assorbire i canali di trasmissione delle politiche macroeconomiche. In questo lavoro, sviluppiamo un modello DSGE con economia sommersa al fine di analizzarne l’impatto sui canali di trasmissione delle politiche monetarie e fiscali nei paesi emergenti e in via di sviluppo. La tesi è organizzata in tre capitoli. Il primo capitolo cerca di esaminare gli effetti di trasmissione e l'efficacia della politica monetaria e di altri shock strutturali attraverso l’interazione con l’economia sommersa. Il nostro modello determina se la presenza di un'economia sommersa influisce sulle risposte dell'economia ufficiale e chiarisce anche i cambiamenti nel meccanismo di trasmissione all'interno di entrambi i settori. Il secondo capitolo descrive un nuovo modello DSGE keynesiano con economia sommersa e analizza il ruolo delle politiche fiscali sul ciclo economico aggregato. In questo capitolo, abbiamo cercato di chiarire se la presenza di un'economia sommersa riduca o incrementi l'effetto delle trasmissioni di politica fiscale. Abbiamo anche cercato di capire se le politiche fiscali possono essere utilizzate per stabilizzare l'economia in risposta agli shock. Nel terzo capitolo, studiamo l'interazione tra i consumatori e la presenza di un'economia sommersa focalizzandoci sugli shock della politica fiscale. L‘obiettivo è sapere se l'introduzione di un'economia sommersa indebolisca l'effetto amplificativo dei consumatori sul moltiplicatore fiscale.
Theoretical literature on monetary and fiscal policy have suggested that shadow economy or the informal sector is a powerful buffer which absorbs large proportions of the transmission channels of macroeconomic policies. We develop a theoretical DSGE model with shadow economy and investigate their impact on the transmissions of monetary and fiscal policies in developing and emerging countries. The thesis is organised in three chapters as follows. Chapter one seeks to examine the transmission effects and efficacy of monetary policy and other structural shocks with the interaction of shadow economy. Our model determines whether the presence of shadow economy affects the responses of the official economy and also clarifies the changes in the transmission mechanism within both sectors. The second chapter describes a new Keynesian DSGE model with shadow economy and investigate the role of fiscal policies over the aggregate business cycle. In this chapter, we sought to elucidate whether the presence of shadow economy dampens or amplifies the effect of fiscal policy transmissions. We further tried to understand whether fiscal policies can be used to stabilise the economy in response to shocks. In chapter three, we study the interplay of rule-of-thumb consumers and the presence of shadow economy focusing on fiscal policy disturbances. Our basic motivation is to know whether the incorporation of shadow economy weakens the amplifying effect of rule-of-thumb consumers on fiscal multipliers.
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BONDZIE, ERIC AMOO. "SAGGI SULLA TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA E FISCALE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO IN PRESENZA DI SHADOW ECONOMY". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/37375.

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Gli studi sulla politica monetaria e fiscale suggeriscono che l'economia sommersa o informale è un potente cuscinetto in grado di assorbire i canali di trasmissione delle politiche macroeconomiche. In questo lavoro, sviluppiamo un modello DSGE con economia sommersa al fine di analizzarne l’impatto sui canali di trasmissione delle politiche monetarie e fiscali nei paesi emergenti e in via di sviluppo. La tesi è organizzata in tre capitoli. Il primo capitolo cerca di esaminare gli effetti di trasmissione e l'efficacia della politica monetaria e di altri shock strutturali attraverso l’interazione con l’economia sommersa. Il nostro modello determina se la presenza di un'economia sommersa influisce sulle risposte dell'economia ufficiale e chiarisce anche i cambiamenti nel meccanismo di trasmissione all'interno di entrambi i settori. Il secondo capitolo descrive un nuovo modello DSGE keynesiano con economia sommersa e analizza il ruolo delle politiche fiscali sul ciclo economico aggregato. In questo capitolo, abbiamo cercato di chiarire se la presenza di un'economia sommersa riduca o incrementi l'effetto delle trasmissioni di politica fiscale. Abbiamo anche cercato di capire se le politiche fiscali possono essere utilizzate per stabilizzare l'economia in risposta agli shock. Nel terzo capitolo, studiamo l'interazione tra i consumatori e la presenza di un'economia sommersa focalizzandoci sugli shock della politica fiscale. L‘obiettivo è sapere se l'introduzione di un'economia sommersa indebolisca l'effetto amplificativo dei consumatori sul moltiplicatore fiscale.
Theoretical literature on monetary and fiscal policy have suggested that shadow economy or the informal sector is a powerful buffer which absorbs large proportions of the transmission channels of macroeconomic policies. We develop a theoretical DSGE model with shadow economy and investigate their impact on the transmissions of monetary and fiscal policies in developing and emerging countries. The thesis is organised in three chapters as follows. Chapter one seeks to examine the transmission effects and efficacy of monetary policy and other structural shocks with the interaction of shadow economy. Our model determines whether the presence of shadow economy affects the responses of the official economy and also clarifies the changes in the transmission mechanism within both sectors. The second chapter describes a new Keynesian DSGE model with shadow economy and investigate the role of fiscal policies over the aggregate business cycle. In this chapter, we sought to elucidate whether the presence of shadow economy dampens or amplifies the effect of fiscal policy transmissions. We further tried to understand whether fiscal policies can be used to stabilise the economy in response to shocks. In chapter three, we study the interplay of rule-of-thumb consumers and the presence of shadow economy focusing on fiscal policy disturbances. Our basic motivation is to know whether the incorporation of shadow economy weakens the amplifying effect of rule-of-thumb consumers on fiscal multipliers.
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De, Matteis Federico. "Proposte per una sostenibilità ragionevole. Sistema insediativo a basso contenuto tecnologico per il Pakistan settentrionale". Doctoral thesis, La Sapienza, 2004. http://hdl.handle.net/11573/917481.

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Totis, Martina <1989&gt. "Il diritto all'alimentazione: la sicurezza alimentare e l'influenza del land grabbing nei paesi in via di sviluppo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8920.

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Ancora oggi nel 2016 nonostante la produzione mondiale di cibo sia costantemente in aumento, una persona su nove soffre la fame. Questa situazione di costante insicurezza alimentare colpisce maggiormente Stati economicamente svantaggiati dell’Africa, dell’Asia e del Sud America. Partendo da un’analisi delle normative internazionali, nell’elaborato sarà messo in evidenza quello che si intende, agli inizi del XXI sec., per “diritto al cibo” e “sicurezza alimentare”, esaminando alcune delle maggiori minacce e delle buone pratiche che fanno da corollario a questo diritto economico, sociale e culturale. Considerato che circa l’80% della produzione agricola necessaria a sfamare le zone più vulnerabili del pianeta proviene da piccole farms a gestione familiare, lo sviluppo di questo tipo di produzione dovrebbe rappresentare il perno dei maggiori sforzi compiuti dalle agenzie internazionali. Ma la stretta correlazione tra tutela del diritto all’alimentazione e agricoltura di piccole e medie dimensioni è messa costantemente in crisi dall’interferenza della produzione di tipo industriale. Inoltre, un preoccupante fenomeno in continua evoluzione, definito Land Grabbing, erode in maniera importante le terre, sottraendole alle popolazioni indigene che da secoli le abitano e le coltivano, e portando con sé conseguenze disastrose che vanno dal prosciugamento delle risorse idriche, alla scomparsa della flora e fauna, alla sottrazione dei raccolti utili (anzi, fondamentali) per sfamare le popolazioni rurali locali.
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TINO, Elisa. "L’UNIONE EUROPEA E LE ORGANIZZAZIONI ECONOMICHE REGIONALI DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO: SISTEMI GIURISDIZIONALI A CONFRONTO". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389438.

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Resumen
My project work arises from the consideration that the European Union represents an unicum in international organizations context because of its institutional features, its membership and its material discipline. Indeed it is the best example of supranational integration model. On the contrary, most international regional organizations are structured in the intergovernmental cooperation model, because it ensures the national sovereignty. One of the main features of intergovernmental model is the absence of a permanent judicial system, so generally disputes are settled through political and diplomatic means of international law. Nowadays a new trend is characterizing the international community, that is the judicialization of international organizations; it consists in the establishment of permanent tribunals in regional economic organizations, above all in developing countries. This trend seems to be the outcome of an interstate cooperation strengthening and of the organization gradual evolution from the original intergovernmental model to a more supranational one. This institutional and material evolution of interstate cooperation brings about new kinds of disputes concerning not only States but also the organization and individuals interests. This explains the establishment of permanent judicial systems, in particular in Africa (UEMOA, CEMAC, EAC, COMESA, ECOWAS e SADC) and in Latin America (MERCOSUR, CAn, SICA e CARICOM). In my research I have carried out a comparative analysis between the European Court of Justice on the one hand and the Tribunals or Courts established within regional economic organizations in developing countries on the other hand. My aim is to put in evidence if the European Union and its Court can influence the activity of the other regional judicial systems outside Europe. From a methodological point of view I have divided my research into two parts: the first one comparing the institutional features (structure, functioning, competences) of judicial systems; the second one considering their jurisprudence. In each part the comparison between the ECJ and the “other” Tribunals and Courts has been carried out in a specular way, in order to catch easily the similarities and differences. With reference to the institutional features, my studies have revealed a general trend of such African, Caribbean and Latin-American regional Tribunals and/or Courts of Justice to imitate the European judicial system and, particularly, ECJ competences. This imitation trend is general but not homogeneous; indeed the imitation degree of European judicial system is different from a regional judicial body to another and it seems to depend on the different cooperation model of the regional organizations in which these tribunals are established. So, the more a regional organization tends to reproduce the features of the supranational model, the more its judicial system is similar to European Union’s one. As already said, I have dedicated the second part of my thesis to the comparative assessment of the judicial systems’ jurisprudence. My studies have revealed a general trend to imitate the European jurisprudence, because the ECJ case law seems to offer useful lessons to these regional judicial bodies. In fact, the ongoing integration processes in sub-regions outside Europe make Member States to face the same legal and economic problems faced by European Union in the past. So, in order to manage the various relations and to find the right solutions to these problematic law profiles resulting from their economic integration processes, these regional Tribunals make use of the European judgments and take guidance from its rich jurisprudence, even if it doesn’t bind them. Referring to ECJ case law in their judgments the “other” regional Tribunals outside Europe give authority to their own conclusions. In that way, they tend to import the fundamental European integration principles (such as the principle of the supremacy, of free trade, of proportionality, the responsibility of a member State failing a Community obligation) to their regional law orders. As already said, this imitation trend of ECJ jurisprudence is general because it characterizes every regional Court of Justice I have analyzed. So its diffusion doesn’t depend on the institutional features of each regional judicial system or on the cooperation model of the regional organization it’s established in. On the contrary it depends on the matters referred to the regional court. Indeed the regional Tribunals outside Europe often act as administrative tribunals (CEMAC – COMESA –SADC) or they settle disputes which don’t concern relevant law questions arising from the ongoing integration processes. So, in those cases references to ECJ rulings are absent in regional Tribunals’ judgments. In sum, the EU and its judicial system are perceived as a model to be imitated in order to reach the same European “successful” results. In particular, the European Court of Justice and above all its jurisprudence can influence the evolution of these regional organizations and their Member States’ cooperation. This trend to imitate the European jurisprudence determines the diffusion of EU main principles in other regional integration processes all over the world. So, we can talk about a sort of unilateral fertilization.
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MINARDI, ANDREA. "Sicurezza alimentare nei Paesi in Via di Sviluppo: il caso studio del progetto “Produzione di cibo appropriato; sufficiente, sicuro e sostenibile"". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/67851.

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L’insicurezza alimentare colpisce soprattutto le famiglie rurali povere che vivono di agricoltura di sussistenza nei Paesi in via di Sviluppo. Nell’ottica di fornire un supporto alle comunità che si trovano in queste condizioni, L’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi hanno avviato nel 2012 il progetto “Produzione di cibo appropriato, sufficiente, sicuro e sostenibile”. Il progetto si propone di avviare Centri Pilota in collaborazione con le diocesi che promuovano uno una intensificazione delle produzioni agricole e una dieta sostenibile dal punto di vista etico-sociale, economico e ambientale. I Paesi in cui opera il progetto sono l’India (Meghalaya State) e la Repubblica Democratica del Congo – RDC (Lomami province). Con l’aiuto dei team locali sono state raccolte informazioni sulle abitudini produttive e alimentari della popolazione. Su questi dati è stata svolta una analisi circa l’impatto che il progetto ha avuto sulla sicurezza alimentare (disponibilità e accesso) delle famiglie coinvolte. Il numero di polli allevati (India) e l’Household Dietary Diversity Score (India and RDC) sono stati utilizzati come proxy per la disponibilità e l’accesso di cibo, rispettivamente. L’analisi statistica è stata effettuata usando differenti approcci dello Propensity Score Match (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) per valutare ATT (Effetto medio del trattamento sul gruppo “trattato”). Per quanto riguarda l’India sono stati analizzati i) il numero di polli allevati (food availability) e ii) l’HDDS (Household Dietary Diversity) per la food access. Il progetto ha avuto un impatto positivo ma non significativo sul numero di polli allevato, che però non si è tradotto in un miglioramento dell’HDDS delle famiglie di piccoli agricoltori coinvolti nel progetto. Per la RDC è stato analizzato solo l’impatto sulla food access (HDDS). In questo caso l’impatto del progetto sulla sicurezza alimentare dei piccoli agricoltori è stato positivo ma non significativo. I risultati mostrano che un miglioramento nella qualità della dieta (HDDS) implica, oltre ad un miglioramento delle produzioni (in qualità e in quantità), è necessario anche un miglioramento della educazione (anche nutrizionale) e dell’accesso al mercato.
Food Insecurity (FI) affects especially poor rural people that rely on Subsistence Agriculture in developing countries. With the purpose to help the community that living in that conditions, in 2012 the Università Cattolica del Sacro Cuore and the Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi have started the “Production of appropriate food: safe sufficient and sustainable” project. The project aims to open Pilot Center in agreement with local Diocese to promote the Agricultural production Intensification agriculture and Diets that are sustainable (ethical, economic and environmental). The project is active in India (Meghalaya State) and the Democratic Republic of Congo (Lomami Province). Helped by the local team, information was collected on production and diets habits. An analysis of the impact that the project had on food security (availability and access) of the families involved was carried out on these data. Number of Chicken (India) and Household Dietary Diversity Score - HDDS (India and DRC) as a proxy for food availability and access, were respectively utilised. Thus, we used different Propensity Score Match approach (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) to evaluate the ATT (average treatment effect on the treated group). Regarding India, the number of chickens bred (as food availability) and the HDDS (food access) were analyzed. While the number of chickens bred is positive but not significant, the HDDS values of smallholder farmers involved in the project did not improved. Moving to DRC, only the HDDS was analyzed. In this case, the project had a positive impact on beneficiary families, but it was not significant. The results point out that diet improving (HDDS) advances the production, both in quality and quantity, but is not a sufficient condition per se. Furthermore, it is also essential to enhance the educational path which focuses on nutritional issues and the access to food from market.
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MINARDI, ANDREA. "Sicurezza alimentare nei Paesi in Via di Sviluppo: il caso studio del progetto “Produzione di cibo appropriato; sufficiente, sicuro e sostenibile"". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/67851.

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L’insicurezza alimentare colpisce soprattutto le famiglie rurali povere che vivono di agricoltura di sussistenza nei Paesi in via di Sviluppo. Nell’ottica di fornire un supporto alle comunità che si trovano in queste condizioni, L’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi hanno avviato nel 2012 il progetto “Produzione di cibo appropriato, sufficiente, sicuro e sostenibile”. Il progetto si propone di avviare Centri Pilota in collaborazione con le diocesi che promuovano uno una intensificazione delle produzioni agricole e una dieta sostenibile dal punto di vista etico-sociale, economico e ambientale. I Paesi in cui opera il progetto sono l’India (Meghalaya State) e la Repubblica Democratica del Congo – RDC (Lomami province). Con l’aiuto dei team locali sono state raccolte informazioni sulle abitudini produttive e alimentari della popolazione. Su questi dati è stata svolta una analisi circa l’impatto che il progetto ha avuto sulla sicurezza alimentare (disponibilità e accesso) delle famiglie coinvolte. Il numero di polli allevati (India) e l’Household Dietary Diversity Score (India and RDC) sono stati utilizzati come proxy per la disponibilità e l’accesso di cibo, rispettivamente. L’analisi statistica è stata effettuata usando differenti approcci dello Propensity Score Match (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) per valutare ATT (Effetto medio del trattamento sul gruppo “trattato”). Per quanto riguarda l’India sono stati analizzati i) il numero di polli allevati (food availability) e ii) l’HDDS (Household Dietary Diversity) per la food access. Il progetto ha avuto un impatto positivo ma non significativo sul numero di polli allevato, che però non si è tradotto in un miglioramento dell’HDDS delle famiglie di piccoli agricoltori coinvolti nel progetto. Per la RDC è stato analizzato solo l’impatto sulla food access (HDDS). In questo caso l’impatto del progetto sulla sicurezza alimentare dei piccoli agricoltori è stato positivo ma non significativo. I risultati mostrano che un miglioramento nella qualità della dieta (HDDS) implica, oltre ad un miglioramento delle produzioni (in qualità e in quantità), è necessario anche un miglioramento della educazione (anche nutrizionale) e dell’accesso al mercato.
Food Insecurity (FI) affects especially poor rural people that rely on Subsistence Agriculture in developing countries. With the purpose to help the community that living in that conditions, in 2012 the Università Cattolica del Sacro Cuore and the Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi have started the “Production of appropriate food: safe sufficient and sustainable” project. The project aims to open Pilot Center in agreement with local Diocese to promote the Agricultural production Intensification agriculture and Diets that are sustainable (ethical, economic and environmental). The project is active in India (Meghalaya State) and the Democratic Republic of Congo (Lomami Province). Helped by the local team, information was collected on production and diets habits. An analysis of the impact that the project had on food security (availability and access) of the families involved was carried out on these data. Number of Chicken (India) and Household Dietary Diversity Score - HDDS (India and DRC) as a proxy for food availability and access, were respectively utilised. Thus, we used different Propensity Score Match approach (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) to evaluate the ATT (average treatment effect on the treated group). Regarding India, the number of chickens bred (as food availability) and the HDDS (food access) were analyzed. While the number of chickens bred is positive but not significant, the HDDS values of smallholder farmers involved in the project did not improved. Moving to DRC, only the HDDS was analyzed. In this case, the project had a positive impact on beneficiary families, but it was not significant. The results point out that diet improving (HDDS) advances the production, both in quality and quantity, but is not a sufficient condition per se. Furthermore, it is also essential to enhance the educational path which focuses on nutritional issues and the access to food from market.
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Bellavita, Sara. "Studio e progettazione di discarica a basso impatto ambientale per i paesi in via di sviluppo: caso applicativo nel villaggio di Assahoun (Repubblica Togolese)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5033/.

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Guidi, Giulia. "Ingegneria biomedica e salute globale: esperienze di formazione e applicazioni orientate all'utilizzo in ambienti poveri di risorse". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12612/.

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La tesi approfondisce alcuni temi di interesse globale legati all'ingegneria biomedica e all'applicazione di questa disciplina nel mondo, in particolare in ambienti poveri di risorse. Il lavoro è suddiviso in tre capitoli. Il primo capitolo introduce il concetto di "sviluppo umano", mostrando in che modo si differenzia il globo sulla base di tale principio. Saranno inoltre presentate le diverse problematiche legate allo sviluppo e alla riparazione delle tecnologie sanitarie nelle aree del mondo considerate "in via di sviluppo". Saranno oggetto del secondo capitolo alcune esperienze formative in cui vengono forniti gli strumenti adeguati agli studenti di ingegneria biomedica per lavorare a favore della Salute Globale. Nel terzo capitolo verrà esaminato, a titolo di esempio, il concentratore di ossigeno, riportando le problematiche annesse al suo utilizzo in ambienti scarsi di risorse.
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Pietroni, Francesca. "Tecnologie appropriate e Fair Trade: strumenti socialmente responsabili ed economicamente sostenibili per i paesi in via di sviluppo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1682/.

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CHIODI, Simonetta. "La gestione dei rischi nei Paesi in via di sviluppo: il ruolo del capitale sociale e della microfinanza". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30374.

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Developing countries are characterized by vulnerability: instable, social, economic, political and environmental conditions, expose these countries to several risks. Among them, natural shocks are very significant, since the agricultural activity is often the most important one and it is mainly rain-fed. The population in developing countries has its own strategies to face, adapt to and mitigate exposure to natural risks, based on traditional tools, coming from long experiences, and help received from government and international institutions. Poor families living in rural areas, however, don’t have adequate assets to absorb natural shocks and they risk to fall into poverty trap. So, local social capital is considered a form of insurance against climatic risks, because the networks of relations among families and groups can help to prevent and afford natural shocks. Social capital is defined by relations and interactions among individuals, families, groups, and can assume different forms, can be regulated or informal. Another possible strategy to mitigate risk exposure is access to microfinance, i.e. the financial system alternative and parallel to traditional banking which offers financial services (credit, savings, money transfer) to people usually excluded from the traditional banking system, for lack of the requested features. This research aims to analyze the presence social capital in three rural Ethiopian villages, in terms of relations among families and participation to groups, trust among villagers and group members, and circulation of information. A focus is devoted to the analysis of willingness to buy microinsurance products. Finally, a model analyzing the relation between variation in consumption and social capital is developed, to understand if consumption smoothing can be positively influenced by social capital.
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MANFREDI, MATTEO. "GLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI NEL SETTORE AGRICOLO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO E IL DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19080.

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Il presente lavoro esamina le politiche e gli strumenti giuridici di promozione e di tutela degli investimenti internazionali nel settore agricolo di uno dei principali attori coinvolti nella nuova corsa alla terra: l’Unione europea. Il primo capitolo analizza la competenza dell’Unione a concludere accordi internazionali, al fine di comprendere la portata innovativa dei trattati di libero scambio di nuova generazione dell’Unione. Il secondo e il terzo capitolo individuano delle possibili soluzioni alle due principali esigenze legate agli investimenti in terre agricole, quali la stabilità e la protezione dell’investimento, da una parte, e la tutela delle popolazioni locali, dall’altra, attraverso un’analisi critica della politica commerciale comune e della politica di cooperazione allo sviluppo dell’UE. La tesi intende dimostrare che i trattati di libero scambio negoziati dall’Unione europea e la politica di cooperazione allo sviluppo dell’Unione possono contribuire a promuovere una maggiore certezza giuridica dell’ordinamento dei Paesi in via di sviluppo, punto fondamentale per qualsiasi riforma del settore agricolo, e conseguentemente garantire una maggior protezione non solo per chi investe, ma anche per le popolazioni locali.
The dissertation investigates the policies and the legal instruments for the international investments' promotion and protection in agriculture of one of the main actors involved in the new land rush: the European Union. The first chapter analyses the EU’s competence over the conclusion of international treaties in order to understand the main innovations of the new generation of EU trade agreements. The second and third chapters focus on possible solutions of the two main agricultural lands investments’ requirements: investment protection and certainty, on the one hand, and protection of local populations, on the other, through a critical analysis of the EU common commercial policy and of the EU development cooperation policy. The thesis aims to provide that the EU free trade agreements and the EU development policy may promote a major legal certainty for developing countries, a key point for any agrarian reform, and consequently guarantee more protection not only for investors but also for local populations.
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MANFREDI, MATTEO. "GLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI NEL SETTORE AGRICOLO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO E IL DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19080.

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Il presente lavoro esamina le politiche e gli strumenti giuridici di promozione e di tutela degli investimenti internazionali nel settore agricolo di uno dei principali attori coinvolti nella nuova corsa alla terra: l’Unione europea. Il primo capitolo analizza la competenza dell’Unione a concludere accordi internazionali, al fine di comprendere la portata innovativa dei trattati di libero scambio di nuova generazione dell’Unione. Il secondo e il terzo capitolo individuano delle possibili soluzioni alle due principali esigenze legate agli investimenti in terre agricole, quali la stabilità e la protezione dell’investimento, da una parte, e la tutela delle popolazioni locali, dall’altra, attraverso un’analisi critica della politica commerciale comune e della politica di cooperazione allo sviluppo dell’UE. La tesi intende dimostrare che i trattati di libero scambio negoziati dall’Unione europea e la politica di cooperazione allo sviluppo dell’Unione possono contribuire a promuovere una maggiore certezza giuridica dell’ordinamento dei Paesi in via di sviluppo, punto fondamentale per qualsiasi riforma del settore agricolo, e conseguentemente garantire una maggior protezione non solo per chi investe, ma anche per le popolazioni locali.
The dissertation investigates the policies and the legal instruments for the international investments' promotion and protection in agriculture of one of the main actors involved in the new land rush: the European Union. The first chapter analyses the EU’s competence over the conclusion of international treaties in order to understand the main innovations of the new generation of EU trade agreements. The second and third chapters focus on possible solutions of the two main agricultural lands investments’ requirements: investment protection and certainty, on the one hand, and protection of local populations, on the other, through a critical analysis of the EU common commercial policy and of the EU development cooperation policy. The thesis aims to provide that the EU free trade agreements and the EU development policy may promote a major legal certainty for developing countries, a key point for any agrarian reform, and consequently guarantee more protection not only for investors but also for local populations.
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ERCOLI, Giancarlo. "L'uso di Internet per la formazione del personale nell'Amministrazione Pubblica della Repubblica Popolare Cinese: un modello per altri paesi in via di sviluppo?" Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242435.

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Rosati, Francesco. "Valutazione ex-post di un progetto di cooperazione internazionale allo sviluppo per l'approvvigionamento idrico e la sicurezza alimentare delle comunità indigene Sutiaba del Municipio di Leon, Nicaragua". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2209/.

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Capocasa, Giansante. "Energie rinnovabili e tecnologie "low carbon" per la produzione di biocombustibili sostenibili in paesi in via di sviluppo: il caso della Jatropha Curcas. Progetto per l'autonomia energetica di una scuola e di un ambulatorio medico in Tanzania e Madagascar". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8518/.

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Le tematiche che saranno affrontate all’interno del mio elaborato toccano diversi temi sensibili, tutti relativi all’ambiente e alla sua conservazione. Nella prima parte della tesi parlerò di riscaldamento globale, cambiamento climatico ma soprattutto di energie rinnovabili, in particolare l’energia da biomasse. Nella parte centrale la lente di ingrandimento verrà posta sui diversi tipi di energia e sulle relative tecnologie. Mi concentrerò prevalentemente sugli oli vegetali a scopo energetico descrivendo le principali colture e le tecnologie di estrazione. Proseguirò quindi con un excursus sulla Jatropha Curcas descrivendo in dettaglio le caratteristiche di tale coltura in termini di arboricoltura e utilizzi energetici. L’ultima parte dell’elaborato sarà dedicata all’esposizione di due casi applicativi riguardanti la Jatropha Curcas, in particolare il dimensionamento energetico di una scuola e di un ambulatorio medico in Tanzania e Madagascar.
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BIANCHESSI, ANDREA. "COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO: IL RUOLO DELLA SOCIETA' CIVILE NELLE POLITICHE DELLA BANCA MONDIALE E DELL'UNIONE EUROPEA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/307.

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Resumen
La presente tesi di dottorato valuta i rapporti tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni internazionali nel sistema della cooperazione per lo sviluppo, attraverso l'analisi delle politiche della Banca Mondiale e dell'Unione Europea, che risultano gli attori multilaterali più rilevanti nell'allocazione e gestione dei finanziamenti dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Nel quadro di relazioni cooperative-dialettiche, si verificano le funzioni degli interlocutori della società civile nel rapporto con le due organizzazioni internazionali e i livelli di partnership. Si analizzano alcuni nodi problematici come la valutazione della performance dei progetti delle organizzazioni della società civile (OSC), per verificarne il valore aggiunto; la dicotomia tra un approccio top-down e bottom-up nella pianificazione di processi di sviluppo locale; la rappresentatività e l'efficacia del contributo delle OSC alla global governance per lo sviluppo. Si presentano anche due casi empirici di progetti realizzati da una stessa OSC, finanziati dalle due istituzioni considerate, al fine di favorire, attraverso l'analisi “micro”, la comprensione di eventuali diversità rispetto al quadro teorico, alle procedure sul “ciclo di progetto” e ai rilevamenti quantitativi presentati. Complessivamente, emerge che la cooperazione tra OSC e le istituzioni internazionali ha maggiori benefici che costi e conduce ad una partnership win-win per entrambi.
The present PhD thesis considers the relationships between the organisations of civil society and the international institutions in development cooperation's system through the analysis of the World Bank's and the European Union's policies. In the frame of cooperative and dialectic relationships will be verified the functions of the interlocutors of the civil society in relationship with the two international organisations and levels of partnership. Some problematic knots will be analysed such as the evaluation of projects' performance of the organisations of the social society (OSC) in order to verify the added value; the dichotomy between a top-down and bottom-up approach in the process planning of the local development; the representation and effectiveness of the OSC's contribution to the global governance for development. Two empirical cases of projects realised by an OCE will be showed. These are financed by the two above considered institutions in order to favour, through a “micro” analysis, the comprehension of possible differences regard to the theoretical picture, to the procedures of the project cycle and to the quantitative showed survey. Altogether it appears that the cooperation between the OSC and the international institutions has more benefits than costs and leads to a win-win partnership.
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BIANCHESSI, ANDREA. "COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO: IL RUOLO DELLA SOCIETA' CIVILE NELLE POLITICHE DELLA BANCA MONDIALE E DELL'UNIONE EUROPEA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/307.

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La presente tesi di dottorato valuta i rapporti tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni internazionali nel sistema della cooperazione per lo sviluppo, attraverso l'analisi delle politiche della Banca Mondiale e dell'Unione Europea, che risultano gli attori multilaterali più rilevanti nell'allocazione e gestione dei finanziamenti dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Nel quadro di relazioni cooperative-dialettiche, si verificano le funzioni degli interlocutori della società civile nel rapporto con le due organizzazioni internazionali e i livelli di partnership. Si analizzano alcuni nodi problematici come la valutazione della performance dei progetti delle organizzazioni della società civile (OSC), per verificarne il valore aggiunto; la dicotomia tra un approccio top-down e bottom-up nella pianificazione di processi di sviluppo locale; la rappresentatività e l'efficacia del contributo delle OSC alla global governance per lo sviluppo. Si presentano anche due casi empirici di progetti realizzati da una stessa OSC, finanziati dalle due istituzioni considerate, al fine di favorire, attraverso l'analisi “micro”, la comprensione di eventuali diversità rispetto al quadro teorico, alle procedure sul “ciclo di progetto” e ai rilevamenti quantitativi presentati. Complessivamente, emerge che la cooperazione tra OSC e le istituzioni internazionali ha maggiori benefici che costi e conduce ad una partnership win-win per entrambi.
The present PhD thesis considers the relationships between the organisations of civil society and the international institutions in development cooperation's system through the analysis of the World Bank's and the European Union's policies. In the frame of cooperative and dialectic relationships will be verified the functions of the interlocutors of the civil society in relationship with the two international organisations and levels of partnership. Some problematic knots will be analysed such as the evaluation of projects' performance of the organisations of the social society (OSC) in order to verify the added value; the dichotomy between a top-down and bottom-up approach in the process planning of the local development; the representation and effectiveness of the OSC's contribution to the global governance for development. Two empirical cases of projects realised by an OCE will be showed. These are financed by the two above considered institutions in order to favour, through a “micro” analysis, the comprehension of possible differences regard to the theoretical picture, to the procedures of the project cycle and to the quantitative showed survey. Altogether it appears that the cooperation between the OSC and the international institutions has more benefits than costs and leads to a win-win partnership.
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TOMMASONE, MARIANGELA. "Modelli di trasferimento tecnologico in contesti avanzati e in via di sviluppo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/35401.

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Lo studio prende le mosse dal paradigma della Tripla Elica (Leydesdorff e Etzkowitz, 1998) quale strumento di comprensione del modo in cui i vari attori di un sistema (Università, Impresa, Governo) possono interagire per rafforzare la capacità innovativa del contesto regionale nel quale operano. Gli obiettivi della ricerca sono, da un lato, di riflettere sull’esistenza di dinamiche di trasferimento tecnologico e di relazioni innovative in specifici contesti produttivi – quello del cluster delle bioscienze in Connecticut (Stati Uniti) e quello della municipalità di Zenica, nel Cantone di Zenica-Doboj (Bosnia Erzegovina) – e, dall’altro, esaminare la tipologia dei network esistenti tra i vari attori attivi sul territorio, analizzandone i ruoli e le relazioni che possono essere ricondotti alle dinamiche di clustering, in un’ottica di sviluppo locale. Il lavoro è suddiviso in tre sezioni: la prima è dedicata alla rassegna della letteratura e alla contestualizzazione teorica degli argomenti trattati. Nella seconda vengono esposti gli obiettivi della ricerca, dispiegati i due casi studio e illustrata l’analisi empirica. La terza e ultima sezione è quella dedicata alla problematizzazione dei risultati ottenuti e all’analisi di quanto emerso nel lavoro di ricerca sul campo. Nello specifico, dato che ancora non esiste un corpo di conoscenze, competenze e procedure riconosciuto a livello internazionale che assicuri il successo degli interventi programmati sui distretti, si mette in risalto quali debbano essere le condizioni preliminari affinché, oggi, si possa investire nella realizzazione di un sistema distrettuale efficiente. Innanzitutto, l’analisi dei due contesti produttivi viene svolta sulla base di quattro dimensioni: a) culturale e sociale; b) economico-finanziaria; c) temporale; d) numerica, con lo scopo di evidenziare gli aspetti che facilitano o che ostacolano la creazione di un cluster territoriale. In seguito, viene utilizzata una quinta dimensione, quella reticolare, come strategia per superare e arginare gli elementi che ostacolano l’affermarsi di dinamiche innovative in un territorio. Vengono analizzati, dunque, sia i vantaggi della rete, sia i suoi possibili effetti perversi e distorsivi, e si individuerà nella presenza di una task force di esperti un passo di fondamentale importanza per la creazione di una rete efficiente e rappresentativa dei diversi interessi territoriali.
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NDEREYIMANA, ANDRE. "VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLO STATO NUTRIZIONALE DELLE POPOLAZIONI IN DIVERSE CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE E SOCIOECONOMICHE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35877.

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Resumen
La dieta, lo stato nutrizionale e la salute sono questioni strettamente correlate sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. In questa tesi di dottorato, l'obiettivo principale è stato quello di valutare lo stato nutrizionale come passo prodromico per migliorarlo per ottimizzare la salute. Nei paesi industrializzati è stato condotto un caso studio sullo stato nutrizionale di una popolazione dell'Italia centrale; l’ingestione di alcuni gruppi di alimenti, di origine animale e vegetale, è stata valutata mediante questionari di frequenza alimentare e alcuni biomarcatori del sangue. I risultati hanno dimostrato che nei controlli della dieta, al fine di accertarne gli effetti a lungo termine sulla salute, le misurazioni dei consumi tramite questionari non possono essere esclusive, ma alcuni indici ematici ed antropometrici potrebbero essere utili. Nei paesi in via di sviluppo, due casi di studio in zone rurali dell’India e della Repubblica Democratica del Congo hanno confermato che la malnutrizione è un problema serio; in particolare nei bambini di 3-5 anni con il 26% di malnutrizione cronica severa in India e oltre il 60% in R D Congo. Possibili percorsi per migliorare le condizioni di vita delle comunità rurali povere includono la produzione di cibi appropriati per una dieta migliore, nuove attività generatrici di reddito, miglioramento della nutrizione infantile, riduzione delle malattie causate dalla contaminazione di alimentari e dell’acqua, metodi di conservazione degli alimenti a livello domestico, etc.; i risultati di diverse prove sono stati discussi.
The diet, nutritional status and health are tightly related issues both in industrialized and developing countries. In this doctoral thesis, the main objective was the assessment of nutritional status as a prodromic step to improve it and consenquently health. In industrialized countries, a case study was the nutritional status of a population of central Italy; the intake of some groups of foods, of animal and plant origin, was estimated by food frequency questionnaires and some blood biomarkers. The results demostrated that in dietary controls, aiming to ascertain the long-term effects on health, consumption measurements by questionnaires cannot be exclusive, but some blood and anthropometric indexes could be also useful. In developing countries, two case studies in rural India and D R Congo confirmed that malnutrition is a serious issue; particularly in 3-5 years old children with 26% of severe chronic malnutrition in India and more than 60% in D R Congo. Possible pathways to improve livelihood of rural poor comunities including appropriate food production for a better diet, new income generating activities, infant nutrition improvement, food and waterborn diseases reduction, household food preservation, etc., have been analyzed and the risults of different related trials have been discussed.
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NDEREYIMANA, ANDRE. "VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLO STATO NUTRIZIONALE DELLE POPOLAZIONI IN DIVERSE CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE E SOCIOECONOMICHE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35877.

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Resumen
La dieta, lo stato nutrizionale e la salute sono questioni strettamente correlate sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. In questa tesi di dottorato, l'obiettivo principale è stato quello di valutare lo stato nutrizionale come passo prodromico per migliorarlo per ottimizzare la salute. Nei paesi industrializzati è stato condotto un caso studio sullo stato nutrizionale di una popolazione dell'Italia centrale; l’ingestione di alcuni gruppi di alimenti, di origine animale e vegetale, è stata valutata mediante questionari di frequenza alimentare e alcuni biomarcatori del sangue. I risultati hanno dimostrato che nei controlli della dieta, al fine di accertarne gli effetti a lungo termine sulla salute, le misurazioni dei consumi tramite questionari non possono essere esclusive, ma alcuni indici ematici ed antropometrici potrebbero essere utili. Nei paesi in via di sviluppo, due casi di studio in zone rurali dell’India e della Repubblica Democratica del Congo hanno confermato che la malnutrizione è un problema serio; in particolare nei bambini di 3-5 anni con il 26% di malnutrizione cronica severa in India e oltre il 60% in R D Congo. Possibili percorsi per migliorare le condizioni di vita delle comunità rurali povere includono la produzione di cibi appropriati per una dieta migliore, nuove attività generatrici di reddito, miglioramento della nutrizione infantile, riduzione delle malattie causate dalla contaminazione di alimentari e dell’acqua, metodi di conservazione degli alimenti a livello domestico, etc.; i risultati di diverse prove sono stati discussi.
The diet, nutritional status and health are tightly related issues both in industrialized and developing countries. In this doctoral thesis, the main objective was the assessment of nutritional status as a prodromic step to improve it and consenquently health. In industrialized countries, a case study was the nutritional status of a population of central Italy; the intake of some groups of foods, of animal and plant origin, was estimated by food frequency questionnaires and some blood biomarkers. The results demostrated that in dietary controls, aiming to ascertain the long-term effects on health, consumption measurements by questionnaires cannot be exclusive, but some blood and anthropometric indexes could be also useful. In developing countries, two case studies in rural India and D R Congo confirmed that malnutrition is a serious issue; particularly in 3-5 years old children with 26% of severe chronic malnutrition in India and more than 60% in D R Congo. Possible pathways to improve livelihood of rural poor comunities including appropriate food production for a better diet, new income generating activities, infant nutrition improvement, food and waterborn diseases reduction, household food preservation, etc., have been analyzed and the risults of different related trials have been discussed.
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Lunardi, Nadia. "La tossicità degli anestetici generali sul cervello di topo in via di sviluppo". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3421750.

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Resumen
Common general anesthetics administered to young rats at the peak of brain development cause widespread apoptotic neurodegeneration in their immature brain. Behavioral studies have shown that this leads to learning and memory deficiencies later in life.The subiculum,a part of the hippocampus proper and Papez’s circuit,is involved in cognitive development and is vulnerable to anesthesia-induced developmental neurodegeneration. This degeneration is manifested by acute substantial neuroapoptotic damage and permanent neuronal loss in later stages of synaptogenesis. Since synapse formation is a critical component of brain development, we examined the effects of highly neurotoxic anesthesia combination (isoflurane, nitrous oxide, and midazolam) on ultrastructural development of synapses in the rat subiculum. We found that this anesthesia, when administered at the peak of synaptogenesis, causes long-lasting injury to the subicular neuropil. This is manifested as neuropil scarcity and disarray, morphological changes indicative of mitochondria degeneration, a decrease in the number of neuronal profiles with multiple synaptic boutons and significant decreases in synapse volumetric densities. We believe that observed morphological disturbances of developing synapses may, at least in part, contribute to the learning and memory deficits that occur later in life after exposure of the immature brain to general anesthesia
Numerosi studi hanno dimostrato che l’esposizione di varie specie animali ad anestesia generale durante il periodo di massimo sviluppo del cervello causa la morte per apoptosi di un gran numero di neuroni, che si traduce in deficit di memoria e di apprendimento in questi stessi animali durante la vita adulta. Il subicolo, che fa parte dell’ippocampo e del circuito di Papez, e’ fondamentale per un corretto sviluppo cognitivo ed e’ tra le aree del cervello piu’ vulnerabili al danno indotto da anestesia. Dal momento che la sinaptogenesi e’ una componente fondamentale dello sviluppo del cervello, abbiamo studiato gli effetti di una comune combinazione di anestetici (isofluorano, protossido d’azoto e midazolam) sullo sviluppo ultrastrutturale delle sinapsi del subicolo di ratto. Abbiamo dimostrato che, quando somministrata al picco della sinaptogenesi, questa anestesia causa un danno permanente al neuropilo subicolare. Tale danno e’ caratterizzato da una scarsita’ di profili cellulari, da degenerazione mitocondriale, da una riduzione del numero di bottoni sinaptici multipli e dalla diminuzione delle densita’ sinaptiche volumetriche. Ipotizziamo che tali alterazioni morfologiche contribuiscano almeno in parte a spiegare i deficit di memoria e di apprendimento che si osservano durante la vita adulta in topi esposti ad una anestesia generale al picco della sinaptogenesi
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Lisma, Mariangela. "L’immigrazione femminile in Italia tra paese di accoglienza e di origine: welfare, co-sviluppo e questioni sociali a cavallo tra due mondi. Le badanti rumene in Italia". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8616.

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2011/2012
Titolo: “L’immigrazione femminile in Italia tra paese di accoglienza e di origine: welfare, co-sviluppo e questioni sociali a cavallo tra due mondi. Le badanti rumene in Italia” Caso : Caratteristiche e strategie delle badanti rumene in Italia in rapporto allo sviluppo nel paese d’ origine e in quello di arrivo. Tema : Migrazione di genere, lavoro di cura, rimesse, co-welfare, transnazionalismo, welfare transnazionale, reti migratorie. Constatazione : Le migranti rumene mirano al benessere ed ad uno standard di vita più elevato per i familiari da loro dipendenti che rimangono in patria attraverso l’ invio di rimesse e sfruttando il differenziale salariale. Per raggiungere tale obiettivo si spostano in uno spazio circolare transnazionale, sfruttando risorse comunitarie e nuovi dispositivi legati alla migrazione, creando sviluppo nel loro paese di origine e sopperendo a gap strutturali (carenza di welfare istituzionale) in quello di arrivo. Domanda di partenza: con quali modalità e in che misura le donne migranti rumene (lavoratrici di cura) sono portatrici, attraverso l’ attivazione di strategie migratorie, di istanze di sviluppo nei paesi di origine e di arrivo? Direzione : Famiglie transnazionali, specializzazione etnica del lavoro di cura, rimesse, transnazionalismo, welfare familistico. Dominio : Sociologia delle relazioni interetniche, Sociologia delle migrazioni, Welfare state policies, EU social policy, Social psychology of intergroup relations. Il tema della ricerca riguarda le donne rumene immigrate in Italia che lavorano nel settore della cura come badanti. La ricerca è stata svolta in Sicilia, in Provincia di Trapani. Tali donne hanno, generalmente, lasciato la famiglia in patria a cui inviano i guadagnati percepiti e vivono in co-residenza con gli anziani che accudiscono. Per tamponare la mancanza della famiglia creano delle reti informali che fungono come motore di ricerca del lavoro e come gruppo di mutuo aiuto. La metodologia impiegata è quella propria della ricerca sociologica e si è articolata in più fasi. La scelta del target e del contesto di installazione non è casuale: quella delle badanti rumene è una realtà in rapidissima espansione a causa della sempre maggior richiesta di lavoratori di cura a basso costo, alla carenza di strutture pubbliche in grado di accogliere il numero crescente di anziani non auto-sufficienti e ai costi proibitivi delle strutture private e dell’ assistenza domiciliare autoctona (quando disponibile). La diffusione delle badanti si lega da un lato alla centralità che ancora ricopre la famiglia in Italia come luogo di tutela e protezione e come canale di mediazione sociale, e dall’ altro ad un welfare che ha delegato alle donne della famiglia la soddisfazione dei bisogni connessi alla riproduzione quotidiana. Il ricorso massiccio a un mercato della cura straniero flessibile, a prezzi contenuti e apparentemente illimitato, sembra la chiave per conservare il tradizionale welfare familista, tipico dei regimi mediterranei. L’impiego di donne immigrate come collaboratrici familiari e aiutanti domiciliari viene visto allora come una risorsa per puntellare le difficoltà sempre più evidenti delle famiglie (e delle donne sposate italiane) nel reggere carichi domestici e assistenziali crescenti. Il modello italiano di welfare risulta insostenibile alla luce delle proiezioni demografiche, e risolvendosi in assunzione di un’assistente familiare al nero legittima il welfare sommerso e parallelo. Alle badanti si richiede spesso un notevole investimento emotivo nel lavoro con l'anziano senza considerare invece la loro difficoltà a gestire a distanza il rapporto con la loro famiglia e i loro figli. Il carico di lavoro troppo pesante dopo anni può condurle ad uno stato depressivo e di disorientamento. I figli, lasciati nel paese di origine, sono affidati a “figure sostitutive” quali nonne, sorelle, vicini, meno spesso sono i padri che se ne prendono cura. Le madri, pur vivendo in paesi diversi da quelli dei figli, cercano di tenere vivi da lontano i contatti e la partecipazione alle vicende e alle scelte familiari e adottano strategie transnazionali. Nella creazione e nel mantenimento di reti, familiari o estese, le donne sono spesso le principali protagoniste attive e giocano un ruolo centrale nella formazione di reti, benché le reti familiari non siano una semplice trasposizione delle reti esistenti: sotto l'effetto della migrazione, l'unità familiare tende a ricomporsi e reinventarsi costantemente. Le strategie migratorie sono inquadrate principalmente nella cornice della minimizzazione dei rischi e della massimizzazione delle aspettative di riuscita nelle economie globalizzate. La migrazione dalla Romania verso l’ Italia, crea vuoti di di cura (care drain). Esiste una forte interdipendenza tra i nostri sistemi di welfare e quelli dei Paesi di origine delle badanti e quindi una conseguente necessità di pensare a politiche transnazionali che tengano conto di questi squilibri. È a questo proposito che gli studiosi del fenomeno parlano di welfare transnazionale: un welfare che tenga conto di politiche varate per soddisfare il paese di arrivo ma anche quello di provenienza, di soluzioni polifoniche e concertate a livello internazionale con ripercussioni sulla dimensione transnazionale della questione, le famiglie.
XXV Ciclo
1983
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49

Rizzi, Sabina. "L'anestesia generale causa degenerazione apoptotica nel cervello in via di sviluppo di Guinea pig e piglet". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426730.

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Frequent exposure of the immature brain to general anesthesia is common. The safety of this practice has recently been challenged in view of the evidence that general anesthetics could be damaging to the developing mammalian neurons. The initial reports were done in immature rats which raised the criticism regarding possibly unique vulnerability of those species, the correlation between the duration of brain development and the duration of anesthesia necessary to activate apoptosis and the importance of maintaining adequate nutritional/cardio-pulmonary homeostasis during anesthesia. Therefore we studied guinea pig whose brain growth is five-times longer than in rats and is completely prenatal phenomenon allowing anesthesia-induced neurotoxicity studies of fetal brain to be performed via anesthetizing pregnant mothers which, due to their size, we made invasive monitoring of maternal (and indirectly fetal) well-being technically feasible. Despite adequate maintenance of maternal homeostasis a single short maternal exposure (4hrs) to general anesthetic isoflurane, alone or with nitrous oxide and/or midazolam at peak of fetal synaptogenesis, induced severe neuroapoptosis in the fetal guinea pig brain which resulted in permanent loss of many neurons in vulnerable brain regions as detected in early post-natal life suggesting that anesthesia-induced neuroapoptosis can cause permanent brain damage. We started to study also piglets whose brain growth is ten-times longer than in rats and is a prenatal and postnatal phenomenon. We anesthetized piglets 5-10 days-old, due to their large size we made invasive monitoring of their nutritional/cardio-pulmonary parameters. Despite adequate maintenance of piglet homeostasis, the preliminary data show that a single short exposure (4 hrs) to general anesthesia at the peak of synaptogenesis induced severe neuroapoptosis in newborn piglet. The anesthesia-induced developmental neuroapoptosis observed in the immature piglet brain mimics anesthesia-induced developmental neuroapoptosis observed in the immature rats and guinea pig brain.
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50

SANNA, ALICE. "Markers immunoistochimici delle cellule staminali/progenitrici nel rene umano in via di sviluppo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266804.

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The aim of this study was to better define, by immunohistochemistry, the molecular markers of renal stem/progenitor cells localized in the different niches of ten human preterm kidneys with gestational age ranging from 11 up to 25 weeks. Our data evidence the existence of multiple stem/progenitor pools in different zones of the human developing kidney that are characterized by different phenotypes: capsular stem cells were EMA (MUC1)+, MDM2+, Vimentin+ and Wnt1+; progenitors of the sub-capsular nephrogenic zone were MDM2+ and Wnt1+; cap mesenchymal cells were EMA (MUC1)+, CD15+, vimentin+, Wt1+, CD10+, Bcl2+, Wnt1+ and PAX2+; interstitial progenitor cells were Vimentin+, Wt1+ and α1Anti-tripsin +. Our data evidence the existence of multiple stem/progenitor cell pools in the fetal and neonatal human kidney. Progenitors of these different pools are characterized by a peculiar phenotype, indicating a different differentiation stage of these renal progenitors. A better knowledge of the molecular markers expressed by renal stem/progenitors might represent a relevant datum for researchers involved in renal regenerative medicine.
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