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Grimaldi, Angelo. "La forma di governo nella Costituzione Romana del 1849". Misión Jurídica, n.º 20 (1 de julio de 2021): 174–96. http://dx.doi.org/10.25058/1794600x.1916.

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Resumen
Dalla Costituzione romana del 1849 emerge una forma istituzionale “quasi dualistica” o “dualismo zoppo”. Si prevede una separazione dei poteri che però non rende possibile l’influenza ex post di un organo sulla funzione dell’altro, uno dei due organi costituzionali è claudicante: il Presidente collegiale della Repubblica, pur partecipando direttamente alla funzione legislativa, non può esercitare il veto sospensivo (accompagnato dalle osservazioni presidenziali), ma può soltanto, “senza ritardo”, promulgare la legge. L’Assemblea nomina il Presidente collegiale della Repubblica; i tre consoli non possono essere scelti fra i parlamentari, quindi si stabilisce la separazione dei due più importanti attori costituzionali. Il Presidente collegiale della Repubblica era a capo del Governo, ad esso spettava la nomina e la revoca dei ministri, quindi i ministri erano legati al Consolato da un rapporto “interno” di fiducia, ma tale rapporto di fiducia non poteva instaurarsi tra il Consolato-Governo e l’Assemblea. I due poteri, Legislativo e Capo dello Stato-Esecutivo, si costituiscono in due centri di autorità distinti, congegnati in un modo tale ed unico da potersi definire forma “quasi dualistica”. L’istituto della controfirma stabilisce il principio della “non responsabilità dei Consoli”, ma in che modo la Costituzione avrebbe garantito la irresponsabilità del Presidente (collegiale) della Repubblica se si afferma l’esatto contrario negli articoli 43, 44, 45 e 55? Risulta difficile immaginare un’evoluzione al parlamentarismo, cioè la responsabilità giuridica avrebbe aperto la strada alla responsabilità politica e, di conseguenza, al sistema parlamentare?
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market". Journal of Public Finance and Public Choice 8, n.º 2 (1 de octubre de 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Resumen
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Guido, Giuliana, Roberta Talarico, Maria Elena Donadio, Santina Castellino, Rosanna Coppo y Alessandro Amore. "Gravidanza e stress ossidativo". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 3 (13 de junio de 2013): 191–96. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1035.

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Resumen
La pre-eclampsia è una complicanza relativamente comune della gravidanza, che interessa circa il 3% delle gravidanze. Attualmente, la patogenesi non è stata ancora completamente chiarita. Comunque, la disfunzione endoteliale materna, specialmente a livello della placenta, sembra essere il fattore chiave per lo sviluppo di questa malattia che clinicamente coinvolge molti organi, come reni, cervello e fegato, e che è caratterizzata da ipertensione, proteinuria ed edema. Lavori recenti suggeriscono il ruolo patogenetico di un'alterata espressione di fattori anti-angiogenici placentari con conseguenti modifiche dello stato redox che provocano stress ossidativo. La risposta all'azione dei fattori anti-angiogenetici produce una disfunzione endoteliale sistemica con ipertensione, proteinuria e altre manifestazioni sistemiche, come, per esempio, l'encefalopatia. In questo articolo verranno descritte le conoscenze più recenti nella fisiopatologia della pre-eclampsia, cercando di dare un'ipotesi patogenetica comune per conciliare le ano-malie a livello feto-placentare e le caratteristiche cliniche della sindrome materna e fornire una spiegazione logica per i potenziali futuri interventi profilattici e terapeutici di questa complicanza della gravidanza.
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Amoretti, Ugo M. "DA ANDREOTTI A BERLUSCONI: LA RAPPRESENTATIVITÀ TERRITORIALE DEI GOVERNI ITALIANI, 1976–2001". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, n.º 2 (agosto de 2002): 269–304. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020003015x.

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Resumen
IntroduzioneIl governo è uno degli argomenti di cui si sono tradizionalmente occupati gli studi politici. Oltre che a tematiche di carattere generale, i cultori di questo tema si sono indirizzati prevalentemente verso questioni quali le forme di governo, la formazione (e dissolvimento) delle coalizioni governative nei sistemi parlamentari e multipartitici, il ruolo dei partiti politici, l'espansione della sfera pubblica, nonché lo studio dei governanti e delle loro carriere. A fianco di questi temi di ricerca, esiste tuttavia un'ulteriore area di indagine interessante e rilevante: la rappresentatività territoriale dei governi. Rimasta relativamente inesplorata perlopiù a causa delle originarie caratteristiche sistemiche di questi ultimi – nati come leve di comando dello stato e divenuti organi esecutivi delle leggi approvate in parlamento in seguito all'affermarsi del costituzionalismo liberale – tale problematica costituisce oggi, dato il ruolo di primo piano progressivamente acquisito dai governi nell'ambito del policy making (Pasquino 1997, 170–171), un tema di particolare importanza, soprattutto nei paesi eterogenei dal punto di vista geopolitico. Se gran parte della produzione legislativa ha origine nel governo, è tutt'altro che un esercizio scolastico esaminare come le unità territoriali in cui si suddivide amministrativamente o politicamente uno stato siano rappresentate al suo interno.
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Berg, Sven y Hannu Nurmi. "Making Choices in the Old-Fashioned Way*". Journal of Public Finance and Public Choice 6, n.º 2 (1 de octubre de 1988): 95–113. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15760639917559.

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Abstract Sebbene la teoria delle scelte sociali sia stata studiata a partire dal Settecento (con le opere di Borda e di Condorcet), il ricorso alle decisioni collettive mediante votazioni ha, ovviamente, una tradizione molto più antica, lungo la quale diversi metodi di votazione sono stati adottati, sulla base di valutazioni puramente intuitive.Questo scritto si sofferma su due procedure tipicamente nordiche di scelta collettiva, che non erano ancora state sottoposte ad attento esame. Esse consistono in decisioni prese da organi con più membri, e hanno come oggetto raccomandazioni ad un organo di livello superiore che dovrà prendere la decisione finale circa una carica da ricoprire.Tali organi sono i consigli episcopali della chiesa luterana finlandese e l’organo che decide l’elezione del cancelliere dell’Università di Helsinki.L’esame di queste procedure dimostra che anche i metodi più antichi non sfuggono al principio che non esistono procedure di scelta perfette.
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Giaffreda, Marco. "Analisi di un risultato inatteso: le elezioni regionali del 2005 in Puglia". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 5–37. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12703.

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Resumen
Le elezioni regionali del 3-4 aprile 2005 in Puglia possono essere annoverate di diritto tra quelle di maggior interesse politologico sia per gli aspetti innovativi presenti, sia per il sorprendente esito. In una complessa tornata elettorale, per la prima volta in Puglia, un candidato alla carica di presidente della Regione è stato scelto attraverso elezioni primarie che hanno coinvolto la base dei partiti del centrosinistra, fornendo, come vedremo, una delle chiavi per il successo finale. Inoltre, dopo le elezioni del 2000, come del resto prevedeva il lungo processo di decentramento delle funzioni amministrative e di maggiore autonomia degli organi periferici dello Stato, si era aperta nella Regione una fase riformatrice che ha portato all’approvazione del nuovo Statuto regionale e di una nuova legge elettorale per l’elezione del presidente e del consiglio. Sul fronte strettamente elettorale i due principali candidati, Nichi Vendola per la Grande alleanza democratica (GAD), formata dall’Ulivo più Rifondazione comunista, e Raffaele Fitto, per la Casa delle Libertà (CDL), hanno dato vita ad una campagna fortemente personalizzata e speculare in cui sono emerse le profonde differenze tra i due e tra due modi (e concezioni) diversi di fare politica. La vittoria di Vendola, tutt’altro che scontata ma in qualche modo prevedibile, ha rappresentato, inoltre, un forte elemento di discontinuità rispetto al passato e alla tradizione politico-elettorale della Puglia. Per tutti questi motivi, quindi, sulle elezioni pugliesi si sono accesi i riflettori dei mass media nazionali. Questo contributo ha l’obiettivo di descrivere e fornire una prima e parziale analisi del “terremoto pugliese”, dapprima attraverso una breve carrellata sulla storia del voto regionale in Puglia e sul contesto in cui si sono svolte le elezioni del 2005, per poi passare all’esame della nuova legge elettorale regionale, delle elezioni primarie nel centrosinistra e della loro influenza sull’esito finale della competizione, della campagna elettorale ed infine del risultato e delle possibili cause che l’hanno determinato.
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Campione, Anna. "LE ELEZIONI NELLA CECOSLOVACCHIA DEMOCRATICA (1990-1992)". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 2 (agosto de 1993): 315–47. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022267.

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IntroduzioneNei decenni precedenti l'instaurazione dei regimi comunisti nessuno dei sistemi politici dell'Europa centro-orientale, ad eccezione della Cecoslovacchia e della Germania, aveva sviluppato strutture partitiche relativamente forti, specie se confrontate con i sistemi democratici dell'Europa occidentale. Dopo la breve parentesi post-bellica di competizione «pluralistica» gli organi rappresentativi e le elezioni stesse erano stati trasformati in strumenti funzionali al dominio del partito unico. Benché il parlamento costituisse secondo le costituzioni di quei paesi l'organo più autorevole dello stato, le stesse avevano finito per recepire il principio (stabilito dalla costituzione sovietica del 1977) del partito comunista come «forza guida della società» (Ulc 1982)
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D’Andrea, Antonio. "Il Parlamento e il Governo: le ragioni del rispettivo disallineamento costituzionale (sempre reversibile)". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 3 (noviembre de 2022): 9–40. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-003002.

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Da circa trent'anni il sistema di governo parlamentare, in Italia, ha funzionato in modo poco rispettoso del ruolo centrale che la Costituzione riserva agli organi parlamentari, a cominciare dall'esercizio della funzione normativa. Nella prassi sono stati il Governo e il suo leader, insieme allo stesso Presidente della Repubblica, ad assumere, non solo la guida politica dello Stato, ma anche il pieno controllo della maggioranza parlamentare via via faticosamente costituita. Nell'articolo si ipotizzano alcune soluzioni istituzionali incentrate principalmente su nuovi meccanismi elettorali in grado di rivitalizzare il parlamenta-rismo italiano, ritenuto sempre preferibile ad altri sistemi di governo.
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Korzycka-Iwanow, Malgorzata y Pawell Wojciechowski. "Le strutture della sicurezza alimentare in Polonia". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 3 (marzo de 2010): 151–90. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003007.

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Il presente articolo affronta il tema delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia. Nella prima parte viene presentata la disciplina comunitaria quale fattore determinante le predette strutture. La seconda parte tratta questioni più generali, quali le strutture della pubblica amministrazione e il sistema delle fonti di diritto in Polonia, per passare poi ad argomenti più puntuali concernenti le strutture della sicurezza alimentare e la relazione tra la normativa nazionale e la normativa comunitaria in materia. Nella terza ed ultima parte, vengono esaminati in modo dettagliato gli organi costituenti le strutture della sicurezza alimentare in Polonia, iniziando dai ministri per passare poi all'analisi della composizione, dei compiti e delle competenze degli organi centrali dell'amministrazione governativa e degli organi territoriali dell'amministrazione unita e non unita competenti in materia di sicurezza alimentare. In conclusione l'Autrice constata che l'attuale struttura degli organi che hanno compiti relativi alla sicurezza alimentare in Polonia è complessa, poiché si è formata in diversi periodi ed è basata su diversi criteri. Nel processo di adattamento del diritto polacco alle esigenze comunitarie, le nuove competenze e compiti risultanti dalle norme del diritto comunitario sono stati attribuiti, per ragioni di urgenza, agli organi esistenti incaricati già di compiti e competenze in altre materie. Per cui l'Autrice sostiene che è auspicabile effettuare una riforma delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia.
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Fiori, Angelo y Maria Luisa Di Pietro. "Accertamento della morte: normativa vigente e prospettive future". Medicina e Morale 42, n.º 5 (31 de octubre de 1993): 945–60. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1043.

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Tra le cause che hanno ritardato in sede parlamentare l'approvazione del DDL n. 3280/1988 sui trapianti di organi, vi è stata la difficoltà di raggiungere un accordo sulla definizione dei criteri per l'accertamento della morte, difficoltà suffragata anche dall'avvertita esigenza di non subordinare tale atto diagnostico al solo scopo di prelevare organi ex-cadavere. Per questo motivo l'attuale tendenza legislativa è di scindere il problema dell'accertamento di morte da quello dei trapianti di organo, indicando così criteri unici anche a fronte di necessità diverse (quali, ad es., l'uso o meno di tecniche di rianimazione artificiale). A tale scopo sono stati presentati nel corso della X e della XI legislatura alcuni DDL (n. 4613/1990; n. 3280ter/1990; n. 764-A/1993), i cui contenuti vengono presi in esame dagli autori di questo articolo e confrontati con le normative vigenti in altri paesi. Tale analisi è preceduta da un excursus storico sull'evoluzione della normativa italiana in materia di accertamento di morte (dal Ro n. 448/1892 al DM 9/1(1 970) e dall'esposizione dei contenuti della normativa attuale.
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Tarantino, Antonio. "Sul fondamento dei diritti del nascituro: alcune considerazioni bioetico-giuridiche (TI)". Medicina e Morale 44, n.º 6 (31 de diciembre de 1995): 1209–48. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.959.

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L'articolo (che nella sua prima parte è stato pubblicato su "Medicina e Morale" 1995,5:951-984) analizza quale etica sia confacente alla definizione dello statuto biologico dell'embrione. Dopo aver illustrato criticamente le varie posizioni filosofiche al riguardo, l'Autore ritiene decisivo per la riflessione il riconoscimento del rapporto fra ordine biologico ed ordine etico. Tale legame risponde all'esigenza di trovare dei punti fermi naturali ai quali ancorare il ragionamento e le norme che disciplinano la vita individuale e l'ordine civile in materia di tutela del diritto alla vita. Si tratta cioè di affermare che l'ordine insito nella natura umana può costituire il punto di orientamento della condotta della persona. Lo studio prosegue argomentando a favore della titolarità, da parte dell'embrione, di diritti essenziali rispetto alla madre, primo fra tutti quello alla vita, a partire dalla fecondazione. Il nascituro, quindi, va tutelato giuridicamente come persona umana. Dopo avere esaminato, alla luce di quanto precedentemente affermato, se esista un diritto della donna all'aborto volontario - arrivando ad una conclusione negativa - l'articolo si conclude auspicando che gli organi competenti nei vari Stati emanino una "Dichiarazione dei diritti del nascituro", nel rispetto di quanto affermato all'art. 3 della Dichia razione Universale dei Diritti dell'Uomo: "Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona".
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Cinti, Saverio. "Organo endocrino adiposo 2020: stato dell’arte". L'Endocrinologo 21, n.º 4 (agosto de 2020): 270–76. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00757-5.

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Sommario I tessuti adiposi bianco e bruno sono organizzati a formare un vero e proprio organo. Essi svolgono funzioni diverse ma collaborano grazie alla loro plasticità che permette la reciproca conversione. Ciò implica una nuova proprietà per le cellule mature. Il sottocutaneo della ghiandola mammaria fornisce un altro esempio perché queste cellule adipose si trasformano in ghiandole durante la gravidanza. L’organo adiposo nell’obesità va incontro a flogosi inducendo insulino-resistenza, patogeneticamente coinvolta nel diabete Tipo 2. L’organo adiposo collabora con quelli della digestione formando un sistema che è in grado di controllare diversi aspetti nutrizionali e quindi denominato sistema nutrizionale.
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Rossi, A., M. P. Fondelli, R. Mattei, D. Leone y P. Tortori Donati. "Le metastasi spinali in età pediatrica". Rivista di Neuroradiologia 8, n.º 2 (abril de 1995): 223–34. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800214.

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Il rachide e il suo contenuto costituiscono in età pediatrica sede infrequente di localizzazione metastatica di neoplasie primitive del Sistema Nervoso Centrale o di altri organi. La classificazione delle metastasi spinali si basa attualmente sulla loro localizzazione in rapporto ai diversi compartimenti interessati: si distinguono pertanto metastasi extradurali, intradurali-extramidollari e intramidollari. A partire dal 1989, anno di introduzione della RM nel nostro Istituto, 123 bambini affetti da neoplasie primitive del Sistema Nervoso Centrale o di altri organi sono stati sottoposti a esame RM per la valutazione del rachide e del suo contenuto; in 13 di essi sono state riscontrate localizzazioni secondarie a tale livello. Si è messo in luce il comportamento neuroradiologico relativamente aspecifico delle metastasi stesse, che pone problemi talvolta complessi nella diagnosi differenziale sia con le neoplasie primitive che con processi patologici non neoplastici. Si ribadisce come la RM costituisca oggi la metodica elettiva per la ricerca e lo studio delle metastasi spinali, da eseguire anche all'esordio, anche se, a tutt'oggi, un ruolo di primo piano spetta ancora a indagini complementari, quali la citologia liquorale.
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Góralski, Wojciech. "Synod prowincjonalny w dyskusji na Soborze Trydenckim". Prawo Kanoniczne 30, n.º 1-2 (5 de junio de 1987): 113–20. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1987.30.1-2.07.

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II concilio provinciate fu stato l’oggetto della discussione a Trento nelle congregazioni generali del 9 e 10 giugno 1546. Si iniziava allora il dibattito sulla residenza. II concilio venne chiamato im causa a proposito del problema a chi dovesse essere domandata 1’esecuzione delle pene contro non residenti. II primo periodo del concilio (1545—1547) si era concluso senza aver nulla deciso all’istituto del concilio provinciale. II 18 gennaio 1562 fu iniziato il terzo periodo del concilio di Trento durante il quale si doveva finalmente trattare dei concili provilnciali. Molti partecipanti del concilio incominciarono ad avanzare una serie di proposte a favore dei concili provilnciali, tra 1’altro a proposito dello schema sui seminari. Non mancarano peró anche voci contrarie al rinnovo dei concili provinciali, nati da una particolare concezione teologica e giuridica per la quale ogni innovazione doveva considerarsi un male. Alcuni padri del concilio temevano che i concili provinciali dessero la via per i concili nazionali. I decreti del concillio di Trento considerarono i concili provinciali come degli organi necessari per la riforma, ma non in tale misura da far soddisfare tanti padri conciliari.
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Cabral, Antônio Do Passo. "PER UN NUOVO CONCETTO DI GIURISDIZIONE". Revista da Faculdade Mineira de Direito 18, n.º 35 (30 de julio de 2015): 107. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2015v18n35p107.

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<p class="normal">La giurisdizione, nelle parole di Nicola Picardi, è la “<em>vocazione del nostro tempo”. </em>L’evoluzione dello Stato di Diritto ha fatto sì che, nella vita in società, questioni importanti vengano definite dal giudiziario. In questa linea di pensiero assume un ruolo rilevante la ricerca di un concetto di giurisdizione attuale.</p><p class="normal">Sebbene quel che si intende per giurisdizione sia in gran misura cambiato nel corso degli anni, il tema poggia su premesse che non riescono più a rispondere alle aspirazioni delle comunità umane, né riflettono la gamma multi faccettata di funzioni che gli organi giudiziari sono sollecitati ad esercitare nello Stato di Diritto contemporaneo.</p>
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Splendiani, Giorgio, Franco Turani, Annalisa Noce, Anna Mudoni y Nicola Di Daniele. "Esperienza di aferesi nelle unità intensive". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 4_suppl (23 de julio de 2013): S57—S60. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1093.

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Resumen
Introduzione. La sepsi è una delle principali cause di morte in tutto il mondo nei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva e, in molti casi, è associata a insufficienza renale e/o di un altro organo. Tuttavia, non esiste una terapia efficace per ridurre questo tasso di mortalità estremamente elevato. Negli ultimi anni, l'interesse intorno all'utilizzo di tecniche extracorporee di emopurificazione è aumentato. Uno dei trattamenti emergenti nei pazienti con sepsi grave e shock settico è la CPFA, una nuova terapia extracorporea di emopurificazione finalizzata a una riduzione non selettiva dei livelli circolanti e delle attività dei mediatori sia proinfiammatori che antinfiammatori. Lo scopo di questo studio è stato di osservare gli effetti della CPFA nei pazienti settici sulla mortalità e su alcuni parametri di laboratorio ed emodinamici. Pazienti e Metodi. Abbiamo trattato con CPFA 65 pazienti (50 maschi e 15 femmine). La pressione arteriosa media (MAP), il SOFA score e F APACHE II score sono stati monitorati. Sono stati dosati i livelli sierici di Interleuchina-6 e di procalcitonina. Risultati. Abbiamo osservato una mortalità di 24 pazienti (36.9%) a 28 giorni e una significativa riduzione di IL-6, di procalcitonina e dei SOFA e APACHE II score. Conclusioni. La CPFA rappresenta una nuova e promettente terapia da utilizzare nei pazienti con sepsi.
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Ruppelt, Hans-Jürgen. "Competition Law and its Application in Germany". Journal of Public Finance and Public Choice 8, n.º 2 (1 de octubre de 1990): 117–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345054.

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Resumen
Abstract L’economia tedesca è sempre stata caratterizzata da una struttura molto concentrata, in cui le imprese facevano frequente ricorso ai cartelli. Alia fine dell’ultima guerra, gli alleati (ed in particolare gli Stati Uniti) hanno insistito perché la concentrazione fosse ridotta ed i cartelli fossero eliminati, introducendo cosi la libera concorrenza nell’economia.La legge ha introdotto un generale divieto di cartellizzazione, con alcune esenzioni legali che consentono specifiche intese.L’applicazione della legge attraverso un organismo indipendente, l’Ufficio Federale dei Cartelli, si è basata esclusivamente sugli aspetti concorrenziali, con esclusione quindi degli aspetti di «interesse pubblico». L’unica eccezione è costituita dal potere di autorizzazione di cartelli e concentrazioni da parte del Ministro, che tuttavia vi ha fatto ricorso molto raramente.Nell’ambito di applicazione della legge sono rientrate non soltanto le attività dirette a limitare la concorrenza da parte dei privati, ma anche le distorsioni del mercato prodotte da interventi pubblici, come regolamentazione, sussidi e protezionismo. Negli anni più recenti, in particolare, la politica della concorrenza si è ispirata all’idea di modificare l’equilibrio tra settore privato e settore pubblico, riducendo quest’ultimo mediante deregolamentazione e privatizzazione.La legge tedesca riguarda essenzialmente quattro gruppi di limitazioni della concorrenza: accordi orizzontali, restrizioni verticali, abuso del potere di mercato e concentrazioni.Gli accordi orizzontali sono proibiti e, di conseguenza, nulli. Coloro che vi abbiano preso parte sono passibili di una multa che può giungere fino ad un ammontare pari a tre volte il valore degli utili così conseguiti. Si tratta, peraltro, di un criterio di difficile applicazione, essendo molto ardua la determinazione dell’incremento di utili ottenuto con un accordo.Una lacuna del sistema era costituita dal fatto di escludere alcune forme di collusione che a stretto rigore non rientravano nella categoria degli «accordi». È stato necessario emendare la legge, includendovi esplicitamente le «azioni concertate».Un secondo problema riguarda l’inclusione o meno nel concetto di «restrizione della concorrenza” dell’obbligo per le parti dell’accordo di mettere in atto comportamenti contrari alla concorrenza. Secondo l’interpretazione degli organi giudiziari tale obbligo si deve presumere.Per quanto riguarda le deroghe, l’Ufficio Federale dei Cartelli tende ad essere alquanto rigido.Per gli «accordi verticali», la legge tedesca, in contrasto con l’art. 85 del Trattato CEE e con la legge italiana, introduce specifiche regole. Essi sono, in genere, legali, con la sola eccezione degli accordi per la determinazione del prezzo, che sono proibiti di per sé, a meno che non riguardino il settore dell’editoria.Gli interventi per accordi verticali sono stati poco frequenti e, a quanto sembra, nella maggior parte dei casi tali accordi non dovrebbero essere stati influenzati dalla legislazione sulla concorrenza.Per quanto riguarda l’abuso di potere di mercato, il vecchio adagio statunitense vale anche per la Germania: le dimensioni non danno luogo, di per sé, ad un pericolo. Analogamente, una posizione dominante, come tale, non può essere ritenuta dannosa, anche se è ampiamente diffusa l’opinione secondo cui non debba essere consentito l’abuso di posizione dominante.Sotto il profilo applicativo, peraltro, bisogna identificare due fondamentali presupposti: una «posizione dominante” e un «comportamento abusivo».Il controllo del comportamento abusivo persegue, sia in Germania che in Italia, due obiettivi: impedire alle imprese dominanti di stabilire prezzi troppo elevati, realizzando profitti monopolistici (abuso di prezzi), e proteggere la libertà di competere delle altre imprese (pratiche restrittive).Per quanto riguarda l’abuso di prezzi, l’esperienza tedesca non è stata molto incoraggiante, soprattutto per la ben nota difficoltà nella definizione del «giusto prezzo».Hanno avuto maggiore successo, invece, i procedimenti nei riguardi di pratiche restrittive. Anche in questo caso non e facile applicare la normativa concorrenziale, specie per quanto riguarda i casi «marginali», come i casi di collegamenti tra imprese che non sembrano evidenziare comportamenti anti-competitivi.L’introduzione della regolamentazione delle concentrazioni è avvenuta in Germania soprattutto per le difficoltà nel perseguire gli abusi di posizione dominante. Diversamente dalla legge italiana, il sistema tedesco non prevede un minimo fatturato nazionale, ma fa riferimento al valore del fatturato nel suo complesso, dovunque sia stato conseguito.Notevoli difficoltà potranno derivare dalla definizione del concetto di «controllo». Dal punto di vista pratico sembra conveniente combinare le caratteristiche di flessibilità e certezza giuridica con una definizione generale che specifichi il maggior numero possibile di fattispecie.Le caratteristiche più significative dell’attività di controllo delle concentrazioni svolta in Germania sono l’effetto sospensivo della notificazione che precede la concentrazione e un criterio strettamente concorrenziale. L’esperienza dimostra che è molto difficile far venir meno una concentrazione, una volta che sia stata effettuata. Per questo motivo si richiede che le concentrazioni che eccedono una determinata soglia siano comunicate in anticipo.Sebbene l’Ufficio Federale dei Cartelli abbia a disposizione quattro mesi per completare la sua investigazione, circa i tre quarti delle procedure sono completate entro quattro settimane.Vi è una netta distinzione di compiti tra l’Ufficio Federale dei Cartelli e il Ministro dell’Economia. Il primo si occupa degli aspetti strettamente inerenti alla concorrenza, senza tener conto degli altri benefici che possono derivare dalla concentrazione. Il Ministro, invece, per considerazioni d’interesse pubblico, può autorizzare una concentrazione che l’Ufficio Federale dei Cartelli aveva bloccato. Sino ad ora (dal 1973) soltanto sei autorizzazioni sono state concesse dal Ministro e non sembra che esse abbiano dato luogo ai risultati positivi che erano attesi.
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Barracca, Antonio. "La sanità tra conservazione e necessità di cambiamento. EBM e cambiamenti epidemiologici". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 4 (12 de mayo de 2014): 377–80. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.943.

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In questi anni ci troviamo di fronte a cambiamenti a cui non eravamo preparati, anche se, altrove, questi cambiamenti erano già stati affrontati. I costi sanitari stanno diventando progressivamente più alti e, per certi versi, insostenibili perché i cambiamenti demografici stanno portando a un progressivo invecchiamento della popolazione a causa di bassi tassi di natalità e dell'aspettativa di vita più lunga. Sempre più, però, la vita più lunga è vissuta in solitudine. A più risorse investite, quindi, non corrispondono i risultati di salute desiderati. L'invecchiamento della popolazione, il benessere che ha cancellato molte malattie e uno stile di vita sedentario che ne ha portato di nuove hanno aumentato sia le malattie degenerative che quelle cardiovascolari insieme ai tumori, con il collante di obesità e diabete. Per cui, più organi si ammalano, contemporaneamente, per gli stessi motivi e per gli stessi fattori di rischio. Quindi, bisogna iniziare ad aggregare culture mediche frammentate e a mettere l'uomo al centro delle cure. Dobbiamo riconoscere, dunque, che i modelli organizzativi devono adattarsi ai cambiamenti epidemiologici e che questi cambiamenti coinvolgono le professioni, medici e infermieri, cambiandone il ruolo, i poteri e le responsabilità e il modo di lavorare. Essi non dovranno più occuparsi solamente della cura degli organi ammalati, come hanno sempre fatto, ma sempre più dovranno prendersi cura di pazienti ammalati a più organi. (Clinical_Management)
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Natale, Paolo. "GLI ITALIANI E IL VOTO EUROPEO: MOLTE CONFERME, POCHE SMENTITE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, n.º 3 (diciembre de 1999): 547–71. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002894x.

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IntroduzioneCome da molte parti è stato sottolineato, e come confermano puntualmente i sondaggi d'opinione, Fattuale fase politica nazionale è marcata da una profonda e crescente disaffezione dei cittadini nei confronti del mondo della politica in generale e di quello partitico in particolare.Tutti i giudizi che vengono formulati dagli italiani in merito alle più rilevanti istituzioni politiche o agli attori politici occupano - nel ranking complessivo delle «fiducie» (riportate in tab. 1) - le posizioni decisamente più basse. Senza particolari distinzioni tra elettori di sinistra o di destra, la popolazione italiana appare unanime nel considerare gravemente insufficienti sia i partiti che i principali organi di rappresentanza politica.
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Neroni, M., P. G. Milza, S. Esposito, C. Candia, E. Santini, R. Di Segni y P. Silipo. "Utilità dell'Ecotomografia nello studio del nervo sciatico: Patologia traumatica e neoplastica Considerazioni su 17 casi". Rivista di Neuroradiologia 8, n.º 3 (junio de 1995): 451–56. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800312.

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L'ecotomografia è una metodica diagnostica che si è dimostrata utile nello studio di patologie di molti organi ed apparati tra cui quelle che interessano il sistema nervoso periferico e in particolare quelle del nervo sciatico. Il nostro studio è stato condotto su 17 pazienti portatori di patologie traumatiche e neoplastiche del nervo sciatico nonché su individui sani. Il nostro strumento ha fornito immagini rivelatesi poi fondamentali per il conseguimento della diagnosi senza richiedere il supporto di esami molto più complessi e costosi corne TC e RM. Dallo studio neurofisiologico e neuroradiologico délle patologie occorse nel nostro reparto è emerso che chiarezza d'immagine, assoluta non-invasività, visualizzazione del tronco nervoso in tutto il suo decorso eccetto quello perisacrale-intrapelvico3,5 si associano nella ecotomografia ad un basso costo operativo, una veloce esecuzione, al minimo ingombro dello strumento e alla possibilità di usarlo intraoperativamente.
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Di Guardo, Sebastiano. "Innovazione organizzativa nei servizi di Giustizia per il Cittadino: il caso della Volontaria Giurisdizione". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 130–57. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001006.

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L'articolo approfondisce il tema dell'innovazione organizzativa della Volontaria Giurisdizione, un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che riguarda, tra le varie materie, le misure di protezione giuridica a favore delle persone disabili e degli anziani e che si svolge, perlopiů, senza intermediazione legale. In questo lavoro viene presentato il caso del progetto di cambiamento organizzativo del Tribunale di Monza. Si tratta di un caso di riprogettazione radicale dei processi interistituzionali di tutela giuridica e dei sistemi di erogazione dei servizi avvenuto con una grande partecipazione degli organi di governo dell'organizzazione, dei professionisti coinvolti, delle istituzioni e del territorio locale. Risultati tangibili sono stati l'abbattimento dei tempi di processo, la riduzione dei tempi di attesa per i Cittadini, l'eliminazione di attivitŕ banali con conseguente concentrazione su quelle piů critiche. I risultati socio-organizzativi sono stati la maggiore cooperazione tra giudici e cancellieri nell'interesse dell'ottimizzazione dei processi di lavoro, la sperimentazione di un partneriato tra Tribunale e Territorio per andare incontro ai bisogni espressi dalla Cittadinanza e la sperimentazione di un modello di cambiamento strutturale che č avvenuto anche senza nuove leggi o risorse aggiuntive.
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Bochatey, Alberto. "Il personalismo nell’area culturale dell’America Latina". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 335–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.648.

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L’Autore, nel suo articolo, compie un’indagine di ampio respiro sullo sviluppo della bioetica nell’area culturale dell’America Latina. Fortemente influenzata da quanto accade negli USA, la storia della bioetica in queste zone è stata legata allo sviluppo del principialismo di T.L. Beauchamp e J.F. Childress, applicato ad una serie di campi specifici quali l’assistenza e la cura del malato, la procreazione e l’aborto, la morte encefalica (principalmente in vista del trapianto di organi), l’etica della ricerca, l’ecologia. La Bioetica personalista ontologicamente fondata è ritenuta essere un campo assai propizio per proporre ed orientare verso la persona e la sua realtà trascendente e sociale, verso il bene comune e lo sviluppo nel campo medico. L’America Latina è il continente della speranza e anche la Bioetica latinoamericana può esserlo (specialmente attraverso la personalizzazione del “bios” e la rivendicazione della dimensione comunitaria e sociale dell’“ethos”). In tal senso la Bioetica personalista può contribuire alla costruzione d’un “ponte verso il futuro” e all’integrazione e alla cooperazione latinoamericana. L’articolo concentra la sua attenzione, in particolare, su tre temi particolarmente significativi: la scienza e la tecnologia, l’identità cristiana e il ruolo dell’educazione, i comitati etici ospedalieri. Per questi ed altri campi, il riferimento al personalismo è una vera sfida che comporta una risposta, un impegno ed azioni concrete.
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Carcano, Domenico. "Il CSM dopo i 50 anni: amministrazione della giurisdizione e funzione disciplinare". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 2 (mayo de 2009): 13–21. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-002003.

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- Malgrado siano trascorsi 50 anni da quando, con la legge 24 marzo 1958 n. 195, č stata data attuazione alla norma costituzionale con la quale si sono trasferite dal Ministro della giustizia a un organo di governo autonomo tutte quelle funzioni mediante le quali si realizza la gestione del personale della magistratura, non sembra che sia stata ancora colta nella sua giusta dimensione la centralitŕ del Consiglio superiore della magistratura nell'assetto costituzionale.
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Ragozzino, Gabriele y Adele Fabrizi. "Il trapianto di pene: una nuova sfida per la medicina e la sessuologia". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (noviembre de 2021): 87–99. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-002005.

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Il trapianto di pene è un intervento ancora sperimentale e alternativo alla fal-loplastica. Questo trattamento presenta maggiori benefici, ma anche maggiori ri-schi per i riceventi dell'organo e gli effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti. Ad oggi ci sono stati solo cinque casi al mondo e quasi tutti hanno dato risultati incoraggianti sia dal punto di vista fisiologico che psicosessuale. La perdita del pe-ne può essere vissuta come un trauma che porta le persone ad isolarsi e, in alcuni contesti culturali, ad essere stigmatizzate, e questo ha conseguenze sulla sfera psi-cologica, sessuale, sociale e relazionale della persona, sia per il forte valore simbo-lico del pene, sia per la sua funzione anatomica. È importante indagare le fantasie e le aspettative sia del ricevente affinché all'intervento non venga associato un effetto miracoloso, che del personale medico affinché ci sia una comunicazione chiara con il paziente su rischi, benefici e possibili alternative. È consigliato un pro-cesso di valutazione psicosessuale del paziente in modo che possano essere valu-tate le sue risorse intrapersonali e interpersonali poiché l'intero iter terapeutico è lungo e difficoltoso per via del suo impatto sull'identità della persona e del lavoro di integrazione del nuovo organo nel Sé. Quindi è importante, laddove è possibile, rendere partecipe del percorso anche famiglia e partner. La figura dello psicoses-suologo è quindi fondamentale sia per la natura intima del trattamento, sia per gli aspetti della vita coinvolti e il suo coinvolgimento è consigliato per tutto l'iter tera-peutico per ridurre le possibilità di un rigetto psicologico and il sorgere di disagi psi-cosessuali.
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Lacey, Eric F. "The Italian Competition Law Compared with Other OECD Countries’ Competition Laws". Journal of Public Finance and Public Choice 8, n.º 2 (1 de octubre de 1990): 147–51. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345090.

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Abstract L’ltalia è il penultimo Paese membro dell’OCSE che abbia adottato una legge sulla protezione della concorrenza (adesso solo la Turchia non ha alcuna legge al riguardo).Peraltro, la legislazione vigente nei Paesi OCSE non è del tutto identica. Vi è, per esempio, una notevole differenza tra la legislazione anti-trust degli Stati Uniti, con proibizione (rafforzata da sanzioni penali) della fissazione di prezzi e di ripartizione dei mercati, ed il progetto di legge belga contro l’abuso di potere economico, che da luogo ad un tipo di controllo molto tenue.Per quanto riguarda, in particolare, le norme attinenti alle concentrazioni, l’ltalia è il quindicesimo Paese OCSE ad avere una normativa. Questo significa non soltanto che nove Paesi OCSE devono ancora convincersi dell’utilità del controllo delle concentrazioni, ma che, date le divergenze tra le diverse normative in vigore, sono anche diversi i criteri e le procedure mediante cui possono essere valutate fusioni ed acquisizioni.Si può affermare che l’impostazione della legge italiana, di carattere dichiaratamente proibitivo, quanto ad accordi restrittivi ed abuso di posizione dominante segue l’attuale tendenza dei Paesi OCSE a favore di questo metodo di controllo piuttosto che del metodo del caso per caso, che e ancora vigente nei Paesi nordici, in Irlanda e nel Regno Unito.Per quanto attiene, invece, alle concentrazioni, l’impostazione di carattere proibitivo non si estende normalmente al loro controllo. Molti ordinamenti preferiscono il sistema del «caso per caso» e così fa anche la legge italiana, anche se questa procedura richiede un giusto equilibrio tra l’esigenza di completare in tempi stretti l’indagine, per non danneggiare le imprese interessate, e l’altrettanto legittima esigenza di avere tempo sufficiente per un esame accurato. Su questo ultimo aspetto, i tempi previsti dalla legge italiana sembrano più brevi della media dei Paesi OCSE. In particolare, il periodo di tempo previsto dalla legge italiana perché l’Autorità effettui l’indagine è di quarantacinque giorni, mentre il tempo mediamente previsto nei Paesi OCSE è di tre mesi.Un elemento molto positivo della legge italiana è quello di sottoporre le concentrazioni ad una valutazione di natura strettamente concorrenziale, senza introdurre dementi di natura politica o sociale. Inoltre, in molti Paesi il Governo ha il potere di dire l’ultima parola sull’autorizzazione o meno delle concentrazioni.Bisogna anche notare che, mentre molti Paesi hanno costruito poco per volta la loro legislazione concorrenziale, partendo dagli accordi orizzontali per poi estendere il controllo all’abuso del potere di mercato e giungendo quindi al controllo delle concentrazioni, la legge italiana include tutti e tre questi tipi di restrizioni della concorrenza. Essa riguarda, inoltre, sia il mercato dei beni che quello dei servizi.La legge italiana si applicherà sia alle imprese private che a quelle pubbliche, con l’eccezione dei monopoli pubblici. Per quanto riguarda le banche e le assicurazioni, la legge italiana riserva ad essi un trattamento analogo a quello di altre leggi della concorrenza, anche se adesso sembra emergere la tendenza a restringere le esenzioni dalle leggi sulla concorrenza di cui godono questi settori.L’Autorità italiana per l’applicazione della legislazione concorrenziale ha ampi poteri di investigazione, di decisione e anche di sanzione, attraverso la comminazione di multe, nonche importanti funzioni consultive. In altri ordinamenti vi è una distinzione tra gli organi che nelle diverse fasi applicano la legislazione della concorrenza. La legge italiana, dato che l’Autorità è responsabile delle varie fasi, potrà essere applicata più facilmente, anche se si potrebbe rilevare che la distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisionali dà maggiori garanzie (in ogni caso, le parti hanno comunque diritto di ricorrere contro le decisioni dell’Autorità).L’applicazione di sanzioni, che è un aspetto essenziale del sistema di controllo, è modellata nella legge italiana sulla base della normativa CEE e sembra adeguata.Per quanto riguarda il particolare trattamento riservato alle istituzioni finanziarie, sebbene in diversi Paesi vi siano norme speciali nei riguardi delle concentrazioni bancarie (con approvazione da parte delle autorità bancarie, in sostituzione delle autorità che si occupano della concorrenza o in aggiunta all’approvazione di queste ultime), non si riscontra in altri ordinamenti una norma come quella secondo cui anche l’acquisizione di una quota del cinque per cento del capitale debba essere sottoposta ad autorizzazione. Soltanto l’Olanda, forse, ha una regola analoga, mentre l’Australia ha una regola che stabilisce un limite generale del quindici per cento per un solo investitore.Nel complesso, la legge italiana per la concorrenza sembra fornire una buona base per una efficiente politica della concorrenza. Evidentemente, tutto dipenderà dal modo in cui l’Autorità assicurerà che le norme siano effettivamente applicate, soprattutto per quanto riguarda l’art. 4 (che prevede deroghe per le intese) e l’art. 8, paragrafo 2, sulle deroghe per le imprese che forniscono servizi d’interesse economico generale. Sarebbe molto spiacevole se questa norma fosse utilizzata per non applicare la legge allo stesso modo, sia alle imprese private che a quelle pubbliche.
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Errani, Giulio. "Il trust cosiddetto «di garanzia»: in bilico tra il patto marciano e la <i>par condicio creditorum</i> (Trib. Milano, sez. spec. impresa, 7 marzo 2022)". Trusts, n.º 6 (1 de diciembre de 2022): 1038–41. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.211.

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Massima Il trust nel quale il disponente, successivamente fallito, conferisce il 60% del capitale di una S.r.l. al fine di metterlo a garanzia della posizione creditoria di una terza società – titolare del 20% del capitale della predetta S.r.l. e la quale aveva concesso finanziamenti al disponente –, prevedendo che il trustee possa soddisfare la posizione di detta società attraverso la gestione del fondo in trust e attribuirle il fondo stesso in tutto o in parte qualora il disponente sia inadempiente, non viola il divieto di patto commissorio, in quanto il trustee non può attribuire alla società beneficiaria beni in trust di valore superiore all’importo dovutole. Siffatto trust è nullo per violazione dell’art. 15 lett. e) della Convenzione de L’Aja in quanto è stato istituito quando il disponente versava in stato di insolvenza, prefigura pagamenti preferenziali in danno dei creditori e sottrae i beni in trust alla gestione degli organi della procedura fallimentare.
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Arcidiacono, Evelina y Riccardo Ganazzoli. "A scuola si impara a vivere: la mediazione del conflitto tra pari". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (enero de 2022): 212–18. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002019.

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Il cervello-mente è un organo sociale e come tale necessita di contesti esperienziali ricchi di stimoli cognitivo-affettivo-relazionali per favorire la costruzione di una sana identità personale e un'adeguata regolazione degli stati emotivi. Questa importante funzione sociale si sviluppa gradualmente nel corso dell'infanzia ed è originata dalle prime esperienze relazionali di "Attaccamento" del bambino con la madre e da un insieme di "cure ambientali" "sufficientemente buone" e "contenitive" sperimentate nell'incontro con il mondo e con l'Altro. È proprio all'interno di questi contesti relazionali che i bambini imparano a vivere, guardando e riproponendo i comportamenti che "vedono", i discorsi che "sentono", i modelli relazionali a cui sono costantemente esposti. La Scuola diviene, così, il luogo privilegiato in cui si possono sperimentare forme di convivenza pacifica e non violenta, fondate sul riconoscimento dell'altro e nel rispetto delle differenze, al fine di sviluppare le competenze sociali utili a contrastare la diffusione della violenza giovanile. All'interno di questa visione si inserisce il lavoro sulla Peer Mediation realizzato dall'Istituto Comprensivo "Antonio Ugo" di Palermo. L'obiettivo del progetto è quello di creare un sistema efficace per la risoluzione dei conflitti che insorgono tra gli alunni.
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Bordone, Dafne. "Procedimenti disciplinari a carico di avvocati: un'indagine presso l'Ordine degli avvocati di Milano". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 1 (julio de 2010): 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001005.

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Deontologia - Professione forense - Sistema disciplinare - Ricerca empirica. Le statistiche relative al numero dei procedimenti a carico degli avvocati e ai tipi di sanzioni inflitte dagli organi forensi sono stati oggetto di aspre critiche negli ultimi anni e molto si č discusso sulle carenze del sistema disciplinare nel suo complesso, al punto che si č indotti a chiedersi quali possano essere le conseguenze per il futuro dell'avvocatura, soprattutto in termini di autonomia degli ordini professionali, di autoregolamentazione dei consigli e di conservazione del monopolio professionale. Il presente scritto, dopo aver illustrato brevemente le fonti normative e la struttura del procedimento disciplinare forense nel nostro paese, esamina l'attivitŕ disciplinare svolta dal Consiglio dell'Ordine di Milano nei confronti di avvocati tra il 1990 e il 2009 ed infine tenta di trarre qualche conclusione sia sull'efficienza del controllo formale sull'operato degli iscritti all'Albo professionale, sia sul contributo delle misure sanzionatorie al mantenimento degli standard professionali richiesti agli avvocati. L'indagine non ha alcuna pretesa di generalitŕ, ma la situazione dell'Ordine milanese puň certo ben rappresentare uno spaccato della realtŕ del controllo disciplinare e dunque fornire elementi per comprendere i problemi patologici che caratterizzerebbero il giudizio disciplinare a carico degli avvocati.
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Biasi, Marco. "L'arrêt KG e la temporaneità del lavoro somministrato: essere o dover essere?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 170 (agosto de 2021): 301–24. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170007.

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Nel contributo ci si interroga sulla conformità della vigente normativa italiana in materia di somministrazione di lavoro con la direttiva 2008/104/CE, la quale, nella recente lettura della Corte di giustizia dell'Unione europea in C-681/18, KG, obbligherebbe gli Stati membri a ga-rantire, anche attraverso gli organi giurisdizionali, che il lavoro interinale conservi un carattere temporaneo. L'Autore esclude che la regolazione nazionale della somministrazione a tempo determinato presenti problemi di adeguamento alla cornice europea, fungendo i presupposti della causale e della durata massima del rapporto di lavoro con l'agenzia da efficaci, per quanto "indiretti", baluardi rispetto all'impiego stabile del lavoratore presso l'utilizzatore. Con riguar-do alla compatibilità del c.d. staff leasing con il requisito della temporaneità dell'assegnazione, l'Autore rileva che da una direttiva che si rivolge al lavoro interinale (intrinsecamente tempora-neo) non possa ricavarsi il divieto di ricorrere ad uno strumento con caratteristiche diverse, il quale neppure ostacola il raggiungimento degli obiettivi, perseguiti dalla direttiva 2008/104/CE, della lotta al precariato e della promozione dell'occupazione di qualità.
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Facchini, Carla y Magali Fia. "Direttrici e i Direttori di Dipartimento in un'università in transizione". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (diciembre de 2021): 168–94. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002007.

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L'università pubblica italiana è stata coinvolta nel 2010, con la legge n. 240, in un processo di riforma ispirato al New Public Management che, tra i suoi aspetti rilevanti, ha visto un mutamento della governance, ovvero degli assetti decisionali di Ateneo e di Dipartimento. Obiettivo del presente lavoro è quello di rilevare le percezioni dei Direttori di dipartimento sugli assetti decisionali nei Dipartimenti nel post-riforma e le valutazioni che dei Direttori sul proprio ruolo, prestando inoltre attenzione alla presenza di eventuali differenze di genere. Come suggerito dalla letteratura, le percezioni dei soggetti coinvolti sono meglio in grado di dare conto, rispetto alle regole formali scritte, delle relazioni di potere che caratterizzano gli as-setti di governance. In particolare, oltre alle percezioni complessive sui mutati as-setti decisionali, ci interessa verificare se vi siano anche differenze di genere per quanto riguarda la percezione della governance nei Dipartimenti e la percezione del proprio ruolo a seconda che a dirigere i il Dipartimento sia un uomo o una don-na. A tal fine si utilizzeranno i dati di una ricerca nazionale effettuata nel 2015 in-viando un questionario a tutti i Direttori di dipartimento delle università italiane. In generale gli assetti decisionali nel post-riforma non sembrano implementare, alme-no per i Dipartimenti, un modello puro di New Public Management, dato che la verticalizzazione appare contenuta e che consistenti sono i bilanciamenti al potere del Direttore negli assetti decisionali. Per quanto riguarda le differenze di genere, esse risultano contenute per quanto riguarda le percezioni di Direttori e Direttrici sull'influenza delle diverse figure accademiche nella governance. Questo apre ad un'interpretazione più in linea con l'esistenza di una pluralità di modelli di gover-nance sia tra gli uomini che tra le donne rispetto ad un'idea di stili di governo ‘ma-schili' e ‘femminili'. Infine, contrariamente a quanto rilevato per i modelli di go-vernance, vi sono differenze di genere abbastanza significative nelle valutazioni dei Direttori e delle Direttrici sul proprio ruolo e sulla rappresentanza del Diparti-mento negli organi di Ateneo. Rispetto ai loro colleghi, infatti, le donne tendono ad essere più autocritiche su entrambi gli aspetti. Questa risultanza appare in linea con il c.d. self-assessment bias, ovvero alla minor propensione femminile a riconoscere - e quindi valorizzare- il proprio ruolo -e conseguentemente, le proprie capacità e competenze. Questo potrebbe ripercuotersi negativamente sul proprio contesto la-vorativo e, in particolare, sulla capacità non solo di contrattare migliori condizioni retributive, ma anche di accedere alle posizioni apicali, accentuando, così, lo spe-cifico svantaggio femminile determinato in primo luogo dalla necessità di concilia-re ruoli professionali e ruoli familiari, ma anche, in non pochi casi, dallo stesso as-setto decisionale in cui si trovano ad operare.
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Gallo, A., S. Martellucci, M. Fusconi, G. Pagliuca, A. Greco, A. De Virgilio y M. De Vincentiis. "Sialendoscopic management of autoimmune sialadenitis: a review of literature". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 2 (abril de 2017): 148–54. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1605.

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Le patologie autoimmuni delle ghiandole salivari maggiori comprendono la sindrome di Sjögren e l’insieme di condizioni morbose raccolte sotto il nome di patologie IgG4-correlate. Tanto la sindrome di Sjögren quanto le patologie IgG4-correlate sono caratterizzate da una reazione autoimmune mediata dai linfociti T-Helper il cui bersaglio è rappresentato dai dotti delle ghiandole esocrine nella sindrome di Sjögren e dal parenchima ghiandolare nelle malattie IgG4-correlate. Queste ultime, di introduzione relativamente recente, coinvolgono solitamente molti organi tra cui le ghiandole salivari. Negli ultimi anni patologie un tempo note come malattia di Mikulicz e tumore di Kuttner sono state classificate come le patologie IgG4-correlate limitate alle ghiandole salivari maggiori e denominate scialoadeniti IgG4-correlate. Questa breve revisione riassume la patogenesi e le principali caratteristiche cliniche delle ghiandole salivari maggiori sottolineando il potenziale ruolo diagnostico e terapeutico delle scialoendoscopia.
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Tagliavini, D. "Panorama Del Tecnico Di Dialisi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 9, n.º 3 (1 de julio de 1997): 34–35. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1997.1800.

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L'A.N.T.E. (Associazione Nazionale Tecnici di Dialisi), ha accettato il nostro invito a collaborare con una propria Rubrica al Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche. Questa iniziativa è per noi molto importante: è indispensabile che i Tecnici abbiano la possibilità di far sentire la propria opinione, vuoi in campo scientifico oppure più semplicemente in campo tecnico, se non addirittura per temi di carattere etico o sindacale. Siamo infatti convinti che ormai la figura del Tecnico di Dialisi debba ritenersi distaccata dalla funzione dell'infermiere professionale, sia perché la professionalità del primo è necessariamente superiore, sia perché le varie problematiche lavorative differiscono in modo evidente. Da anni lavoriamo per l'aggiornamento del Tecnico di Dialisi, obiettivo indispensabile per la tumultuosa evoluzione tecnica della nostra specialità, ma è ormai giunto il momento, come avviene ormai negli stati Uniti, che il Tecnico cominci a partecipare direttamente alla propria evoluzione. Il Direttivo dell'A.N.T.E è conscio di questa priorità e ha compreso che è indispensabile una stretta collaborazione fra Tecnici e Nefrologi. In questo numero oltre la nuova Rubrica, viene pubblicato un lavoro i cui Autori sono un Nefrologo ed un Tecnico di Dialisi: vogliamo auspicarci che sia il primo di tanti. La Rubrica invece è aperta a tutti quelli che hanno da dire qualsiasi cosa di carattere tecnico scientifico, sindacale, che vogliano suggerire miglioramenti ai Corsi di Aggiornamento ed alla stessa Rivista; tutti potranno anche inserirsi scrivendo alla Redazione della Rivista, apportando i loro punti di vista su tutte le questioni che verranno discusse. Sarà pubblicato tutto, salvo ciò che possa risultare necessario di censura. Invitiamo quindi tutti a partecipare attivamente alla vita di questa nuova Rubrica “Panorama del Tecnico di Dialisi” che ci auguriamo possa raggiungere lo scopo di creare una rete di collegamento fra i Tecnici e fra Tecnici e Nefrologi, tenendo presente che la Rivista raggiunge gli organi ministeriali, regionali, delle singole Usl e quindi diventa automaticamente una voce autorevole nel campo della nostra specialità.
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Martinelli, Chiara. "Rivoluzioni silenti. La riforma degli organi collegiali nella storia della scuola". Rivista di Storia dell’Educazione 8, n.º 1 (25 de mayo de 2021): 37–48. http://dx.doi.org/10.36253/rse-10051.

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Up to nowadays, few research has been dealt with the so-called decreti delegati – i.e., the decrees Italian State enacted in 1974 for renovating scholastic governance. The paper aims at exploring how teachers, pupils and parents looked at the decrees and reacted to them. Sources as booklets and magazines are retrieved for the purpose. The paper shows a segmented framework: the new organisms introduced for guaranteeing school governance innovated Italian school radically and rationalized the way each school dealt with democratic participation which, since 1968, have been depending on headmasters’ political opinion. However, several elements introduced by the decrees jeopardized democratic participation and effectiveness in some of the most radical institutions they introduced. This event occurred, for example, with scholastic districts: even they were set up amidst the hope they would have guaranteed democratic participation, they were deprived by any deliberating power.
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Seddone, Antonella y Marco Valbruzzi. "Le primarie comunali di Firenze del 15 febbraio 2009: partecipazione e partecipanti". Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 63, n.º 1 (30 de junio de 2010): 5–42. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9716.

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Le interviste su cui si basa questo lavoro sono state rese possibili dalla disponibilità e cortesia di numerose persone. L’Ufficio Elettorale della Regione Toscana ha garantito un insostituibile supporto logistico. Antonio Floridia, dirigente del medesimo Ufficio, e Osvaldo Miraglia, responsabile organizzativo del Partito Democratico di Firenze, ci hanno orientato con la loro conoscenza del territorio comunale. Mimmo Talò ha contribuito in maniera incisiva al reclutamento e all’addestramento dei rilevatori. Maria Carla Italia ha agevolato la rilevazione pubblicizzando l’iniziativa presso gli organi di stampa. Per aver somministrato il questionario, intendiamo ringraziare Laura Baroncelli, Elisabetta Berlincioni, Luca Bernardi, Andrea Bussoletti, Virginia Calvani, Stefano Etzi, Simona Ferrari, Asia Fiorini, Francesco Iannello, Maximiliano Lorenzi, Francesco Portolani, Andrea Ranalli, Alina Stanciulescu, Teresa Tranchina e Federico Viotti. Stefano Rombi non ha potuto esserci, ma è come se ci fosse stato, perché la ricerca ha bisogno anche di amicizia e sostegno. Infine, per aver discusso con noi alcune parti di questo lavoro intendiamo ringraziare Marco Almagisti, Gianfranco Pasquino e Fulvio Venturino.
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Cartello, Laura, Romina Guce, Manuela Canicattì, Daniele Pasquariello y Rachele Gatti. "Ruolo dell’infermiere nella diffusione della cultura nella donazione d’organo: indagine su conoscenza ed opinione." Dissertation Nursing 2, n.º 1 (30 de enero de 2023): 35–42. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19438.

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Introduzione: La donazione degli organi è una decisione difficile, quanto importante. Nel lungo e complesso procedimento che porta alla donazione e quindi al trapianto d’organo gli infermieri giocano un ruolo fondamentale, per questo è importante comprendere quanto questi siano preparati al loro ruolo. Materiale e metodi: indagine quantitativa consistente nella somministrazione di un questionario mediante online rivolta a tutti gli infermieri di qualsiasi Unità Operativa con unico limite l'esperienza lavorativa di almeno un anno. Inoltre, veniva richiesto agli infermieri di specificare se fossero coordinatori di trapianto o se avevano ricevuto una formazione specifica in merito. Per i calcoli statistici è stato utilizzato il programma Excel 2010 di Microsoft®. Risultati: l’83% dei coordinatori è al corrente che la loro unità operativa ha come obiettivo la donazione d’organo e tra gli infermieri solo il 69% ne è a conoscenza. Tra chi ha seguito almeno una donazione, l’83% ha riscontrato difficoltà durante il processo, il maggior timore espresso è quello della burocrazia, a seguire il rapporto con i famigliari e il mantenimento del paziente. La maggioranza degli infermieri è favorevole al trapianto (93,3%). Solo il 17% ritiene di essere sufficientemente formato, tra questi la totalità dei coordinatori dei trapianti. Discussione: da questo studio emerge che per gli infermieri è ancora difficile conoscere e applicare le diverse fasi del percorso di donazione. Forse gli infermieri non hanno completa percezione del ruolo fondamentale che hanno nell’identificazione, nel mantenimento e nel rispetto dei principi etici e delle volontà del donatore.
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Ronco, Mauro. "L'esercizio dei poteri costituzionali in materia di libertà, sicurezza e giustizia e l'obbligo di lealtà nel rapporto tra gli organi dello Stato". Archivio penale, n.º 1 (2020): 35–54. http://dx.doi.org/10.12871/97888331807314.

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Puigsech, Farrŕs Josep. "Un caso eccezionale. L'Internazionale comunista e la "questione spagnola" 1936-1943". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 259 (noviembre de 2010): 216–36. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259002.

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La creazione nel luglio del 1936 del Partito socialista unificato della Catalogna (Psuc), frutto dell'unione tra una parte dei socialisti e una parte dei comunisti catalani, trasformň il rapporto dei comunisti spagnoli con la Terza internazionale in un caso unico e anomalo rispetto alla situazione esistente fino a quel momento nel movimento comunista. La presenza, in uno stesso Stato, di due formazioni politiche che si dichiaravano entrambe legittime rappresentanti dell'Internazionale comunista (il Partito comunista di Spagna, Pse, e il partito catalano) metteva in discussione il dogma "uno Stato, un partito", stabilito dall'organismo internazionale diretto da Mosca, fin dalla sua fondazione nel 1919. L'ufficializzazione dell'adesione avvenne solo nell'estate del 1939, a guerra civile terminata e con la maggioranza dei dirigenti e dei militanti in esilio. Nel saggio, l'autore ripercorre, sulla scorta di fonti documentarie inedite conservate in archivi spagnoli e russi (RGASPI), l'intero e complicato percorso che vide confrontarsi, in alcuni momenti con estrema asprezza, i due partiti comunisti spagnoli, l'Internazionale con i suoi organi dirigenti e i delegati inviati nella Spagna repubblicana, altri partiti comunisti europei e le due componenti in cui si divise lo stesso partito catalano.
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Canivell, Joaquin Martin. "L’esperienza spagnola nella difesa della concorrenza". Journal of Public Finance and Public Choice 8, n.º 2 (1 de octubre de 1990): 125–28. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345063.

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Abstract The promulgation of the new Italian Law for the protection of competition and the market urges a comparison with the corresponding Spanish legislation, taking also account of its evolution.In 1963 a first competition law was introduced in Spain as a consequence of a request by the United States, whose intention was to increase its business activities in Spain. Another justification of the interest of Spain for introducing this law was the idea that it could be a step forward the European Common Market.This law was not very effective and, furthermore, its life has not been very easy, though it included the main legal definitions of the EEC Treaty, in particular provisions for cartels and for abuse of a dominant position. In addition, the Spanish law introduced a definition for «dominant position».In order to implement the law, two organisms have been created: the «Service for the Defence of Competition” and the Tribunal having the same name.Both the law and the administrative system organized on its basis became almost useless, because for the first two decades very few decisions had been taken and the only proposal by the Tribunal to the Government for inflicting a sanction was not approved. By consequence, the Tribunal made no other attempts to propose measures to the Government.The revival came after the introduction in Spain of the Constitution, which was promulgated in 1978 and which established, in art. 38, a free-enterprise system in the framework of a market economy to be protected by the public authorities.A judgement by July 1st, 1986, of the Constitutional Court, confirmed that competition is a component of the market economy which protects rather than restrict the freedom of enterprise.By the end of 1985 the Service for the Defence of Competition started a new life. The same happened with the activities of the Tribunal. The number of examinations increased and after 1988 the Tribunal tried again to inflict sanctions, and it was successful.A new law for the protection of the competition was approved by the Parliament on July 17th, 1989 and is in force in Spain since that time. It is founded on the EEC Treaty and it also benefits from the experience with the previous law.Cartels and abuse of dominant position are the main objects of the law which introduced, in addition, the case of «unfair competition».The Tribunal can injunct to the undertakings to suspend their action and to eliminate its consequences. Another innovation of the law was the attribution to the Tribunal of the power to inflict fees up to 150 million pesetas (about 1,7 billion Italian lire), to be increased until the 10 per cent of the turnover.As it was with the first law, two organs are committed to the safeguard of competition: the Service for the Defence of Competition and the Tribunal. The Service has the assignment to start preliminary investigations, to supervise the enforcement of the judgements of the Tribunal, to keep the register with the annotations of authorizations, prohibitions and concentrations and to make studies on the economic system.The Tribunal is an organ of the Ministry for Economy and Finances, but is functionally independent. Its eight members (economists and lawyers) and the president are appointed by the Government for six years and can be confirmed. The president is Secretary of State and the members have the rank of general directors. Decisions are taken by the Tribunal with a majority of six votes (including that of the president or of the vicepresident).Apart from its judiciary powers, the Tribunal can express opinions and give advices upon request by the Parliament, by the Government or by Ministers, as well as by local governments, by unions and by organizations of producers and consumers.The Tribunal has also the power to authorize agreements and other actions prohibited by the competition legislation, on the basis of these reasons: 1) productive improvements or better wholesalers’ organization, technical or technological progress; 2) partecipation by the consumers to the resulting benefits.No limitations to competition can be introduced in order to obtain such results. Competition cannot be eliminated from the market or from a relevant part of it.Such authorizations are not retroactive and can be renewed or revoked.On the subject of economic concentrations, the Tribunal can take action only on request by the Minister for Economy and Finances. The notification by undertakings is voluntary. The advice provided by the Tribunal to the Minister is not binding, since the power to decide on concentrations is entirely under the responsibility of the government.The rules of procedure adopted by the Tribunal and the Service are flexible and effective in order to guarantee the rights of the citizens. The judgements of the Tribunal can be taken to the Civil Courts. Also damage compensation is decided by the Civil Courts.At the moment, there are not yet cases on the basis of the new law and those pending follow the rules of the old law.Some authorizations, instead, have been decided already by the Tribunal whose advice has been requested twice on cases of concentration.New regulations for authorizations by category will be issued in the next future. Other rules for cases of individual authorization will also be provided.The number of cases submitted to the Tribunal increases and the number (as well as the amount) of fees goes up as the public opinion realizes how beneficial can be competition for the general welfare.
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Sinibaldi, Fabio. "Il vago nella pratica clinica: i dettagli che fanno la differenza". PNEI REVIEW, n.º 1 (abril de 2022): 53–66. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001005.

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Negli ultimi anni il ruolo centrale del nervo vago (NV) nei processi di auto-regolazione è diventato sempre più noto. Il NV svolge funzioni cruciali e trasversali in diversi meccanismi di adattamento e sviluppo della vita umana, e in particolare di tutti i processi legati a sopravvivenza, emozioni e relazioni. Infatti, il NV ha funzioni importanti che vanno dalla regolazione del battito cardiaco alla raccolta di informazioni sullo stato di tutti gli organi vitali, dalla digestione fino alla risposta immunitaria. Negli ultimi anni si sono diffuse diverse teorie ed approcci per spiegare il funzionamento del vago in fisiologia o a seguito di stress cronico o eventi traumatici. Il tema è diventato così popolare da generare un gergo specifico: ormai è consueto sentire i terapeuti dire, in supervisione o nelle discussioni tra colleghi, espressioni come "con questo paziente abbiamo stabilizzato per bene il vago" o "il vago di questa paziente è bloccato", che, fino a qualche tempo fa, non si usavano. Al fine di sviluppare una pratica clinica consapevole e massimamente efficace, diventa oggi fondamentale sapere esattamente perché e come è interessante agire sul NV secondo una prospettiva ampia e integrata.
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Carraro, Mara y Antonio G. Spagnolo. "Bioetica e Nursing. Il ruolo dell'infermiere nei trapianti d'organo". Medicina e Morale 43, n.º 2 (30 de abril de 1994): 333–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1023.

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L'articolo intende esaminare da una parte il ruolo infermieristico nei confronti dei familiari di un potenziale donatore di organi e dall'altra quello tra infermiere e malato ricevente. Nel primo caso l'infermiere svolge una duplice funzione: il momento di raccordo tra medici e familiari dopo che questi sono stati informati sulle condizioni del loro congiunto; l'assistenza al cadavere per cercare di conservare gli organi da donare fino all'espianto. Anche nel caso del rapporto tra l'infermiere ed il paziente ricevente, l'infermiere è chiamato a dare ulteriori informazioni e conferme al dialogo tra medico ed ammalato sia nella fase pre- che post-operatoria. Occorre, perciò, ma sono rari gli esempi, un protocollo d'intesa tra medici ed infermieri in modo da fornire all'ammalato una risposta integrata e completa. Nella professione infermieristica, fatta non solo di mansioni e compiti, ma anche di prestazioni relativamente autonome, si pone una domanda di eticità e di rettitudine dell'operato. Tenendo conto che all'infermiere si chiede un'assistenza attenta agli aspetti umani e relazionali della cura, è necessario allora che egli abbia un quadro di riferimento etico-deontologico, tale che lo aiuti ad acquisire. con altre complesse competenze, la capacità di orientare eticamente il suo lavoro. Tale quadro si individua nel modello etico personalistico. Rintracciato, allora, nel delicato rapporto tra i principi di autonomia e di beneficialità il nodo etico dell'assistenza infermieristica, questa risulterà eticamente adeguata quando opera con il pieno consenso del paziente ottenendo il miglior risultato terapeutico e nella consapevolezza che l'uomo è il valore massimo da tutelare.
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OLIVEIRA, Marcos Antônio Bessa. "(Des)política para corpos-política na arte, na cultura e na educação". INTERRITÓRIOS 6, n.º 10 (14 de abril de 2020): 1. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244891.

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RESUMOArte, Educação, Política compõem uma tríade compreendida historicamente no Ocidente como interdependentes. Entretanto, arte, educação e políticas ocidentais não estão compreendidas para corpos aquém dos padrões de raça, gênero e classe edificados pelo pensamento que arquitetou o projeto moderno europeu levado à expansão em todo mundo no século XVI. Igualmente, histórico e contemporaneamente, políticas têm definido, no caso do Brasil em níveis federal, estaduais e municipais, atuações e ações de corpos e sobre os corpos na arte, na educação e na própria política. Considerando a histórica indissociação entre a tríade arte, educação e política, mas também a atual e fascista dissociação das políticas em relação aos corpos que atuam nas artes e na educação em contexto brasileiro contemporâneo, este artigo discuti, por uma perspectiva descolonial de abordagem bi(os)bliográfica, a falta de arte em política, educação em política e corpos em política que consideram as diferenças culturais e coloniais porque não contemplam o padrão de arte, educação, corpo e política modernos. Arte. Educação. Política. (Dis) politics for political bodies in art, culture and education ABSTRACT Art, Education, Politics make up a triad historically understood in the West as interdependent. However, Western art, education and politics are not understood for bodies below the standards of race, gender and class built by thought that architected the modern European project led to expansion around the world in the sixteenth century. Similarly, historically and contemporatically, policies have defined, in the case of Brazil at federal, state and municipal levels, actions and actions of bodies and on bodies in art, education and politics itself. Considering the historical indissociation between the triad art, education and politics, but also the current and fascist dissociation of policies in relation to the bodies that work in the arts and education in a contemporary Brazilian context, this article discussed, for a decolonial perspective of bi(os)bliographical approach, lack of art in politics, education in politics and bodies in politics that consider cultural and colonial differences because they do not contemplate the standard of modern art, education, body and politics.Art. Education. Politics. (Des) política para cuerpos-políticos en arte, cultura y educación RESUMENArte, educación, política producen un trío históricamente entendido en el Occidente como interdependientes. Pero, el arte, la educación y las políticas occidentales no están incluidas para cuerpos con padrones inferiores a las normas de raza, género y clase construidas por el pensamiento que he producido el proyecto moderno europeo expandido en todo el mundo desde el siglo XVI. Asimismo, se han definido políticas históricas y contemporáneas, en el caso de Brasil, a nivel federal, estatal y municipal, actividades y acciones de cuerpos y sobre los cuerpos en el arte, en la educación y en la política. Considerando la indisociación histórica entre el trío arte, educación y política, pero también la actual y fascista desagregación de las políticas con relación a los cuerpos que actúan en las artes en la educación en el contexto brasileño contemporáneo, este artículo discutió, bajo un enfoque descolonial de abordaje bi(os)bliográfica, la ausencia de arte en política, educación en política y cuerpos en política que consideran las diferencias culturales y coloniales, porque no contemplan el estándar del arte, educación, cuerpo y política modernos.Arte. Educación. Política.(Des) politica per gli organi politici nell'arte, nella cultura e nell'educazioneSINTESE Arte, educazione, politica producono un trio storicamente inteso in Occidente come interdipendente. Ma l'arte occidentale, l'istruzione e la politica non sono incluse per gli organismi con standard inferiori agli standard di razza, genere e classe costruiti dal pensiero che ho prodotto il moderno progetto europeo ampliato in tutto il mondo dal XVI secolo. Allo stesso modo, le politiche storiche e contemporanee sono state definite, nel caso del Brasile, a livello federale, statale e municipale, attività e azioni di corpi e di corpi nell'arte, nell'istruzione e nella politica. Considerando la dissociazione storica tra arte, istruzione e trio politico, ma anche l'attuale e fascista disaggregazione delle politiche in relazione agli organismi che agiscono nelle arti nell'educazione nel contesto brasiliano contemporaneo, questo articolo discute, sotto un approccio decoloniale approccio bi-os, assenza di arte in politica, educazione in politica e corpi politici che considerano le differenze culturali e coloniali, perché non contemplano lo standard dell'arte moderna, dell'educazione, del corpo e della politica.Arte. Istruzione. Politica.
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Жуйкова, Маргарита. "Лінгво-психологічна характеристика прикметників та проблема їх лексикографічного опису". East European Journal of Psycholinguistics 5, n.º 1 (30 de junio de 2018): 119–33. http://dx.doi.org/10.29038/eejpl.2018.5.1.zhu.

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У семантиці багатьох прикметників – слів, що характеризують різні властивості предметів, значне місце належить ознакам, які людина отримує через органи сприйняття. У психолінгвістичному дослідженні, проведеному з носіями російської мови, була виявлена значна група іменників (більше ніж 7,6 тисяч одиниць), які безпосередньо пов’язані з тим чи тим відчуттям (слухом, зором, нюхом, смаком чи дотиком). Серед них близько 100 прикметників, на думку опитаних, називають такі ознаки, які мовці сприймають на дотик (температурні параметри предметів, фактура їхньої поверхні, консистенція, наявність чи відсутність вологи тощо). Мета нашого дослідження полягає у виявленні кореляцій між даними, які було отримано в психолінгвістичному експерименті, та лексикографічному описі відповідних прикметників, здійсненому традиційними лінгвістичними прийомами. Ми залучали інформацію переважно із різних словників російської мови, доповнюючи її даними із лексикографічних джерел англійської, української, польської та італійської мов. Докладно обстежено тлумачення прикметників двох груп: з семантикою температури та семантикою фактури поверхні. Загальний висновок полягає в тому, що лексикографи здебільшого ігнорують згадку про канал перцептивної інформації, часто використовуючи в тлумаченнях синоніми чи внутрішні відсилки. Це робить лексикографічний опис прикметників малоінформативним, не відбиває психолінгвальної реальності, не дає уявлення про ту значну роль, яка належить перцептивному компоненту в семантичному навантаженні прикметників. Література References Величковский Б. М., Зинченко В. П., Лурия А. Р. Психология восприятия. Москва: Из-во МГУ, 1973. Кузнецов А.М. Некоторые теоретические проблемы семантики последних десятилетий // Лингвистические исследования в конце ХХ века: Сб. обзоров. Москва, 2000. С. 173–185.Колбенева М. Г., Александров Ю. И. Органы чувств, эмоции и прилагательные русского языка: Лингво-психологический словарь. Москва: Языки славянских культур, 2010. Лаенко Л. В. Перцептивный признак как объект номинации. Воронеж : Воронеж. гос. ун-т, 2005. Селиверстова О. Н. Роль информантов в процессе семантических исследований // Психолингвистические проблемы семантики / Отв. ред. А. А. Леонтьев и А. М. Шах­нарович. Москва: Наука, 1983. С. 256-267. References (translated and transliterated) Velichkovskiy, B. M., Zinchenko, V. P., Luriya, A. R. (1973). Psihologiya Vospriyatiya [Psychology of Perception]. Moscow: Moscow State University. Kolbeneva, M. G., Aleksandrov, Yu. I. (2010). Organy chuvstv, emocii i prilagatelnye russkogo yazyka: Lingvo-Psihologicheskij Slovar [Organs of Senses, Emotions and Adjectives of the Russian Language]. Moscow: Yazyki slavyanskih kultur. Kuznecov, A.M. (2000). Nekotorye teoreticheskie problemy semantiki poslednih desyatiletiy [Some theoretical problems of semantics of recent decades]. Lingvisticheskie Issledovaniya v Kontse ХХ Veka. Moscow, 173-185. Layenko, L. V. (2005). Perceptivny Priznak kak Obyekt Nominatsii [Perception Feature as an Object of Nomination]. Voronezh: Voronezh State University. Seliverstova, O. N. (1983). Rol’ informantov v processe semanticheskikh issledovanij [The informants’ role in the process of semantic study]. In: Psiholingvisticheskiye Problemy Semantiki, (pp. 256-267). A. A. Leontyev, A. M. Shahnarovich, (Eds.). Moscow: Nauka Джерела АСРЯ – Активный словарь русского языка. Отв. ред. акад. Ю. Д. Апресян. М.: Языки славянской культуры. Т. 1, 2014. Т. 2, 2014. БАС – Словарь современного русского литературного языка в 17 т. М. – Л.: Из-во АН СССР, 1950-1967. Дм. – Толковый словарь русского языка под ред. Д. Дмитриева. М.: Астрель. 2003. Ефр. – Ефремова Т.Ф. Новый словарь русского языка: Толково-словообразовательный. М.: Русский язык, 2000. Т. 1: А-О., Т. 2: П-Я. Режим доступа: http://efremova-online.ru/ МАС – Словарь русского языка. В 4-х томах / Под ред. А.П. Евгеньевой. М. : Русский язык, 1985-1988. САР – Словарь Академии Российской, по азбучному порядку расположенный. В 6-и частях. СПб., 1806-1822. СУМ – Словник української мови : в 11-ти т. К. : Наукова думка, 1970-1980. ОШ – Ожегов С. И., Шведова Н. Ю. Толковый словарь русского языка: 4-е изд., дополн. М.: ООО «А Темп», 2006. Collins – The Collins English Dictionary. Retrieved from http://www.collinsdictionary.com Dorosz. – Słownik języka polskiego pod red. W. Doroszewskiego. Retrieved from: http://sjp.pwn.pl/doroszewski/lista Hornby – Hornby A. S. The Oxford Advanced Learner’s Dictionary of Current English. V. 1, 2. М.: Рус. язык, 1982. Longman – The Longman Dictionary of Contemporary English. Retrieved from https://www.ldoceonline.com/ Zing – Zingarelli, Nicola. Vocabolario della lingua italiana: decima edicione. Bologna, 1973. 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Lee, Minjung, Hongxiang Zeng, Jia Li, Wei Han, Deqiang Sun y Yun Huang. "Disruption of TET2 Dioxygenase Enhances Antitumor Efficiency in CD8+ Tumor Infiltrating Lymphocytes". Blood 132, Supplement 1 (29 de noviembre de 2018): 860. http://dx.doi.org/10.1182/blood-2018-99-115405.

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Abstract Background: T cell exhaustion is a dysfunctional state of T cell that occurs during many chronic infections and cancer [1,2]. T cell exhaustion is generally defined by poor effector function, continuous expression of inhibitory receptors and a distinctive transcriptional state when compared with functional effector T cells [2]. Exhaustion prevents optimal control of infection and tumors. Recently, a clearer picture of the functional and phenotypic profiles of exhausted T cells has emerged and T cell exhaustion has been defined in many experimental and clinical settings. Although the involved pathways remain to be fully defined, advances in the molecular delineation of T cell exhaustion are clarifying the underlying causes of this state of differentiation and also suggest promising therapeutic opportunities. A recent study reported disruption of TET2 to promote the therapeutic efficacy of CD19 targeted T cells during cancer immunotherapy [3]. Furthermore, Tet2 deficient macrophages could alter the tumor microenvironment to reduce tumor burden during melanoma progression [4]. Together, these data suggest, contrary to the tacit belief of Tet2 as a tumor suppressor, deletion of Tet2 in specific subsets of immune cells might enhance anti-tumor immunity to benefit cancer therapy. In this study, we set out to explore the role of Tet2 in CD8+ tumor infiltrating lymphocytes (TIL) during melanoma progression. Methods: We intradermally injected B16-OVA mouse melanoma cell lines in B6.SJL-Ptprca Pepcb/BoyJ (CD45.1) mice, and use this as an in vivo model to monitor melanoma progression [5]. In parallel, we injected WT-OTI and Tet2KO-OTI CD8+ T cells into CD45.1 mice injected with B16-OVA cells. Melanoma progression was monitored by measuring the tumor sizes for two weeks. At the end point, spleen and tumor infiltrated CD45.2+CD8+ cells were collected and analyzed. RNA-seq, ATAC-seq and CMS-IP-seq experiments were carried out to examine genome-wide gene expression, chromatin accessibility and DNA hydroxymethylation, with the goal of unveiling the underlying molecular mechanisms. Results: Compared with the control mice injected with WT-OTI CD8+ T cells, we observed a strong delay of melanoma disease progression and up to 80% reduction in tumor sizes in mice injected with Tet2KO-OTI CD8+ T cells. Flow cytometry analysis showed no significant changes in CD8+ T cell populations in major lymphoid organs. However, we detected a pronounced reduction of T cell exhaustion in Tet2KO CD8+ TILs compared with the WT group. Further transcriptome and integrative epigenome analysis revealed that Tet2 deleted TILs showed augmented activation of immune related pathways and reduction of the expression of immunosuppressive genes. Conclusion: Our novel findings demonstrated the therapeutic potential of Tet2 inactivation in immune cells during cancer immunotherapy. In our study, we observed that Tet2 depleted CD8+ TILs displayed increased anti-tumor efficiency in a mouse model of melanoma. Tet2 deletion could effectively alleviate T cell exhaustion to boost CD8+ TIL function. Nonetheless, since Tet2 deficiency is closely associated with various hematology disorders [6,7]; cautions must be taken to balance the tumor promoting and immune-boosting properties of Tet2 during cancer therapy. A temporally controllable system to inactivate Tet2 in specific immune cells might be most desirable for pursuing future therapeutic intervention by targeting Tet2. References 1. Thommen, D. S. & Schumacher, T. N. (2018). Cancer Cell33, 547-562. 2. Wherry, E. J. (2011). Nat Immunol12, 492-499. 3. Fraietta, J. A., Nobles, C. L., Sammons, M. A.et al. (2018). Nature558, 307-312. 4. Pan, W., Zhu, S., Qu, K.et al. (2017). Immunity47, 284-297 e285. 5. Mognol, G. P., Spreafico, R., Wong, V.et al. (2017). Proc Natl Acad Sci U S A114, E2776-E2785. 6. Couronne, L., Bastard, C. & Bernard, O. A. (2012). N Engl J Med366, 95-96. 7. Delhommeau, F., Dupont, S., Della Valle, V.et al. (2009). N Engl J Med360, 2289-2301. Disclosures No relevant conflicts of interest to declare.
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Ramirez, G. A., A. Sorce, B. A. Mazzi, L. Moroni, E. Della Torre, G. Colombo, M. R. Yacoub, E. Bozzolo, L. Dagna y A. Manfredi. "SAT0231 MULTIDIRECTIONAL DYSFUNCTION OF THE IMMUNE RESPONSE IN SYSTEMIC LUPUS ERYTHEMATOSUS". Annals of the Rheumatic Diseases 79, Suppl 1 (junio de 2020): 1058. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2020-eular.2801.

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Background:Systemic lupus erythematosus (SLE) is a multi-organ immune-mediated disease characterised by autoimmunity. Dysfunction in immune tolerance towards allergens and protection from infections has less been studied. Human leukocyte antigen (HLA) genotype affects the risk of developing SLE. Little is known on the role of HLA in shaping SLE phenotype.Objectives:To test for potential associations among active SLE, occurrence of infections and hypersensitivity reactions (HyR) at a clinical level and assess whether these events segregate with patients’ HLA-DRB1 typing.Methods:224 patients with SLE were prospectively followed up over the course of 1267 consecutive visits with a median interval of five months between each visit. HyR occurring within one month before or after each visit and occurrence of at least one infection leading to antimicrobial treatment and/or absence from work in the interval between each visit were recorded. Disease activity was estimated through the systemic lupus erythematosus disease activity index 2000 (SLEDAI-2K). Remission was surrogated by the Lupus Low Disease Activity State (LLDAS). Demographics and general disease features including a previous history of allergy were retrospectively assessed. HLA-DRB1 genotype was obtained from 188 patients. Data are expressed as median [interquartile range], unless otherwise specified.Results:Incidence rates for HyR and infections were 80/1000 person-years and 45/100 person-years. Culprit agents for HyR were drugs in 61% of cases, inhalants, food or other allergens in the remainder 42%. Most frequent sites for infections were the airways (55%), skin and mucosae (16%), the genital and/or urinary tracts (14%) and the gastrointestinal tract (7%). LLDAS was inversely associated with HyR (χ2=20.912; p<0.0001) or infections (χ2=8.234; p=0.005). patients with a recent HyR had a shorter disease duration (9 [2-15] vs 13 [8-22] years; p=0.006) and higher SLEDAI-2K scores (4 [3.5-11] vs 3 [2-4]; p<0.001) compared to patients without recent HyR. HyR were more frequently observed close to recent infections (χ2=15.509; p<0.0001). Patients with HLA-DRB1*11:01 (n=28/188) had more frequently a history of allergy than patients with other HLA-DRB1 genotypes (χ2=4.944; p=0.035). Among patients with at least four prospective visits, HLA-DRB1*11:01 carriers reported a recent infection more frequently (25% [13-40%] vs 14% [0-29%]; p=0.044) and HLA-DRB1*07:01 carriers less frequently (0% [0-17%] vs 18% [11-33%]; p=0.026) compared to patients with other HLA-DRB1 genotypes.Conclusion:These data suggest that immune dysfunction in SLE not only affects tolerance to self antigens but also antimicrobial and allergic responses and that genetically determined HLA-restricted mechanisms of antigen presentation might influence the shape of this dysfunctional immune response in patients with SLE.References:[1]Teruel M et al. Curr Opin Rheumatol, 2016[2]Sequeira JF et al., Lupus, 1993[3]Danza A et al, Lupus, 2013[4]Park H et al., Allergy Asthma Immunol Res, 2012[5]Quiralte J et al., J Allergy Clin Immunol, 1999Disclosure of Interests:Giuseppe Alvise Ramirez: None declared, Andrea Sorce: None declared, Benedetta Allegra Mazzi: None declared, Luca Moroni: None declared, Emanuel Della Torre: None declared, Giselda Colombo: None declared, Mona-Rita Yacoub: None declared, Enrica Bozzolo: None declared, Lorenzo Dagna Grant/research support from: The Unit of Immunology, Rheumatology, Allergy and Rare Diseases (UnIRAR) received unresctricted research/educational grants from Abbvie, Bristol-Myers Squibb, Celgene, Janssen, Merk Sharp & Dohme, Mundipharma Pharmaceuticals, Novartis, Pfizer, Roche, Sanofi-Genzyme, and SOBI., Consultant of: Prof Lorenzo Dagna received consultation honoraria from Abbvie, Amgen, Biogen, Bristol-Myers Squibb, Celltrion, Novartis, Pfizer, Roche, Sanofi-Genzyme, and SOBI., Angelo Manfredi: None declared
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Gafà, Rossella Maria, Lucio Martarelli, Gennaro Maria Monti, Angelantonio Silvi y Francesco La Vigna. "Preliminary elaboration of a Permeability Map of Italy starting from the information of the Lithological Map of Italy". Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, 19 de diciembre de 2019. http://dx.doi.org/10.7343/as-2019-441.

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Il Servizio Geologico d’Italia di ISPRA, in qualità di Organo Cartografico dello Stato e quindi depositario di una notevole mole di informazioni geologiche territoriali, organizzate anche in banche dati, cura la produzione di varia cartografia geologica e geotematica, in buona parte consultabile on-line dal Portale del Servizio Geologico (http://sgi.isprambiente.it/ geoportal) [...].
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Pini, Paola. "Il microbiota cutaneo e le sue interazioni con l’ospite". Italian Journal of Wound Care 6, n.º 1 (28 de marzo de 2022). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2022.85.

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Se gli anni ‘60 dello scorso secolo sono stati la pietra miliare nell’ambito del wound healing con la dimostrazione che la guarigione delle lesioni avviene in ambiente umido, l’inizio del 21° secolo è stato testimone di un notevole incremento di pubblicazioni, studi, ricerche sul rapporto microbiota-cute, microbiota-ulcera cutanea e microbiota-wound healing. Il microbiota cutaneo, ovvero l’insieme di microorganismi che colonizza la pelle dell’ospite, è intimamente correlato con la salute e la malattia cutanea. Il dialogo costante e specifico tra la flora commensale e le cellule cutanee, entrambe dotate di elevata competenza immunologica e che regola l’omeostasi cutanea e promuove il ripristino della barriera danneggiata, è completamente sregolato nelle ferite croniche. Come noto la guarigione delle ulcere è un processo complesso e molto organizzato, strettamente controllato dai diversi tipi di cellule della pelle attraverso la secrezione di fattori di crescita, citochine e chemochine. L’interruzione di questo processo impedisce il corretto ripristino della barriera cutanea e di conseguenza la ferita non guarisce e si cronicizza. Le ferite offrono l’opportunità alla flora residente e a quella ambientale di entrare nei tessuti sottostanti e trovare le condizioni ottimali per la loro colonizzazione e la loro crescita. Durante il normale processo di wound healing l’interazione dei microrganismi commensali con le cellule cutanee partecipa attivamente alla modulazione della risposta immunitaria innata; al contrario si sospetta che i microrganismi patogeni svolgano un ruolo sostanziale nel ritardare la guarigione delle ferite. In questa review verranno sinteticamente descritte le caratteristiche della cute come organo immunitario, le sue interazioni con la flora commensale, opportunistica e patogena, sia in condizione di omeostasi che in presenza di lesioni cutanee e, infine, accennate ipotesi terapeutiche future straordinariamente interessanti.
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Anna, Antonacci, Abbinante Antonia, De Vito Danila, Praino Emanuela y Iannone Florenzo. "Alterazioni del cavo orale e qualità della vita nel paziente sclerodermico. Aspetti clinici. Capillaroscopici e condizionamenti psicologici". Journal of Advanced Health Care, 8 de enero de 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2001-005.

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La Sclerosi Sistemica è una malattia infiammatoria del tessuto connettivo caratterizzata da una risposta autoimmune che causa vasculopatia e accumulo di collagene nella pelle e negli organi interni. Obiettivo: verificare gli effetti della malattia sul cavo orale del paziente sclerodermico e la sua influenza sulla qualità della vita, analizzando aspetti clinici, capillaroscopici e psicofisici. A tal fine è stato condotto uno studio osservazionale su 25 pazienti affetti. Sono stati rilevati indici specifici per la valutazione dello stato di salute dento-parodontale, eseguita la capillaroscopia orale e somministrati test per verificare l'impatto della patologia sulla qualità della vita. E’ stato impostato un protocollo preventivo-terapeutico per alleviare la sintomatologia presente e ritardare la progressione delle patologie orali. La deformità delle mani, l’ipomobilità di lingua e labbra, la microstomia e la xerostomia, compromettono le condizioni di igiene orale dei pazienti sclerodermici . La presenza di ectasie, microemorragie e megacapillari alterano gravemente il microcircolo. La progressiva disabilità, i continui cambiamenti del loro aspetto e le sofferenze fisiche favoriscono il peggioramento della qualità della vita Sulla base dei dati emersi, risulta fondamentale la collaborazione dell’igienista dentale con il reumatologo per l’attuazione di un piano personalizzato che consideri in modo prioritario il contesto bio-psico-sociale del paziente.
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Abreu, Eduardo João Gabriel Fleck da Silva y Marcelo de Oliveira Fausto Figueiredo Santos. "Certezza del diritto ed esecuzione delle decisioni della Corte interamericana dei diritti dell’uomo: il caso “Gomes Lund e altri. (“Guerrigliero di Araguaia”) vs. Brasile”". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 9 de febrero de 2022, 78–104. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/esecuzione-delle-decisioni.

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I valori della sovranità nazionale e l’obbligo di rispettare gli obblighi internazionali sono spesso scioccati. Per illustrare questa situazione, prendiamo il caso “Gomes Lund e altri. (‘Guerrigliero di Araguaia’) vs. Brasile”, giudicato nel 2010, ad esempio, considerando che, oltre a essere ancora in attesa di conformità da parte del paese, ha avuto la sua decisione contraddetta dai tribunali nazionali. In questo panorama, sorge la questione fondamentale sulla possibilità che lo Stato nazionale si stacchi dai suoi obblighi internazionali sotto la pretesa di sovranità, nonché sull’esistenza di criteri che possano guidare la condotta dello Stato e, quindi, fornire una maggiore prevedibilità, in considerazione del requisito costituzionale della certezza del diritto. L’obiettivo è rispondere a questa domanda dalla ricerca dei massimi organi della magistratura nazionale e dalla dottrina specializzata nei campi del diritto costituzionale e dei diritti umani. Lungo questo percorso, miriamo a comprendere la struttura e le particolarità del sistema interamericano, la forza coercitiva delle decisioni della Corte interamericana dei diritti umani e le caratteristiche giuridiche del requisito costituzionale della certezza del diritto nel comportamento dello stato in questa interazione tra diritto interno e internazionale. Ciò può essere concluso sull’applicazione obbligatoria delle decisioni del sistema regionale e sugli effetti deleteri che la loro inosservanza provoca al principio costituzionale della certezza del diritto, nonché sarà possibile cercare modi per cercare di superare questa impasse.
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Aznar, Justo y Germán Cerdá. "Creation of bioartificial organs: the state of the art from a scientific point of view". Medicina e Morale 60, n.º 5 (30 de octubre de 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.156.

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La medicina rigenerativa e riparativa è una delle opzioni terapeutiche più interessanti dei prossimi anni, e il potere di sostituire intere strutture organiche danneggiate o organi è, a nostro avviso, la possibilità più innovativa in questo campo. In relazione alla creazione di organi bioartificiali, in particolare, cuori, polmoni, fegato, reni, ovaie, intestino, pancreas e cornee sono già stati generati, tutti in ambito sperimentale. Tuttavia lo sviluppo più innovativo è, senza dubbio, che questi esperimenti hanno già raggiunto il campo clinico, dal momento che in due pazienti con stenosi tracheale dovuta a cause diverse è stato possibile sostituire la trachea colpita con uno nuova creata bioartificialmente; è stato mostrato che dopo il trapianto del nuovo organo, entrambi i pazienti hanno recuperato la loro capacità respiratoria e sono stati quindi in grado di riprendere la loro vita normale. ---------- Regenerative and reparatory medicine is one of the most attractive therapeutic options of the coming years, and the power to replace entire damaged organic structures or organs is, in our opinion, the most innovative possibility in this field. In relation to the creation of bioartificial organs in particular, hearts, lungs, livers, kidneys, ovaries, intestines, pancreas and corneas have already been generated, all in the experimental field. However the most innovative development is, undoubtedly, that these experiments have already reached the clinical field, since in two patients with tracheal stenosis due to different causes, it has been possible to replace the affected trachea with a new one created bioartificially; it was shown that after transplant of the new organ, both patients recovered their respiratory capacity and were consequently able to resume their normal life.
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Di Pietro, Maria Luisa, Paola Parente y Ciro D’Alò. "Trapianti da donatore a cuore fermo: il caso del paziente pediatrico". Medicina e Morale 58, n.º 4 (30 de agosto de 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.239.

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In presenza di grave insufficienza d’organo, il trapianto è la sola e unica soluzione per salvare la vita del paziente. Si stima che, attualmente, in Italia oltre 9.000 persone siano in lista d’attesa per un trapianto di organo: anche se vi è stato un incremento del numero di donazioni negli ultimi decenni, il gap tra donatori e pazienti in attesa è in continua crescita. Secondo la maggior parte delle società di trapiantologia, i donatori a cuore non battente (NHBD) possono essere una fonte di reperimento degli organi. Quanto la donazione da NHBD può ampliare il pool dei donatori? Quali sono i rischi legati al prelievo di organi da NHBD non solo per il donatore ma anche per il ricevente? Nel tentativo di chiarire almeno alcuni di tali interrogativi abbiamo condotto un’analisi della letteratura scientifica internazionale. Per valutare, poi, la possibilità di ampliamento del pool di donatori con l’introduzione di un protocollo da NHBD nella popolazione pediatrica del Policlinico “A. Gemelli” in Roma, abbiamo condotto uno studio retrospettivo sui pazienti pediatrici deceduti nel corso del triennio 2004-2007. I risultati sembrano indicare la possibilità di raddoppiare il potenziale pool di donatori; questi dati richiedono poi una valutazione attenta, innanzitutto alla luce delle percentuali di opposizione alla donazione che nell’età pediatrica sono ancora più significative che nell’adulto. I risultati ottenuti sono solo il punto di partenza per un’analisi più approfondita sui problemi relativi ai trapianti e alla donazione di organi. ---------- In case of end stage organ failure, organ transplantation is the one and only solution to save patient’s life. Currently, in Italy, more than 9.000 people are awaiting for an organ transplantation; even though the number of organ donation has been increasing during last decades, gap between organ demand and transplantation is still wide. According to ideas of most society of transplantation, non heart beating donors (NHBD) could be a solution to the shortage of organs. How much NHBD could widen donors pool? Which ones and how many risks involve NHBD, even for donors or transplantation recipients? Trying to answer these questions, we led an analysis on NHBD data in international literature. To evaluate the potential of NHBD to expand the pool of donors in pediatric population of “Policlinico Gemelli” in Rome, we studied all deceased pediatric patients in the years 2004-2007. Results showed that the potential pool of donors could be twice as much, but these data should esteem about parental opposition, in particular in pediatric age. These data represent only a starting point for a deeper analysis of transplantation and donation related problems.
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