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Faggi, Giorgia. "Analisi delle caratteristiche del ritmo alpha nei segnali elettroencefalografici in condizioni di occhi aperti e occhi chiusi". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21808/.

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Questo lavoro ha riguardato lo studio del ritmo alpha nei segnali elettroencefalografici (EEG) in due condizioni: occhi chiusi e occhi aperti. I segnali EEG (relativi a 16 elettrodi distribuiti su tutto lo scalpo) sono stati tratti da un dataset disponibile online, e riguardano 20 soggetti sani a cui, nel corso della registrazione, veniva chiesto alternativamente di chiudere e di aprire gli occhi mantenendo la condizione per 10 secondi. L’elaborazione dei segnali EEG è consistita in un filtraggio passa-banda e nella successiva estrazione delle epoche ad occhi chiusi e ad occhi aperti; quindi, è stata stimata la densità spettrale di potenza di ciascun canale separatamente nelle epoche ad occhi chiusi e ad occhi aperti, per evidenziare la differenza nel contenuto frequenziale tra le due condizioni. Per determinare con maggiore precisione la potenza in banda alpha per ciascun soggetto, si è tenuto conto della variabilità interindividuale, identificando per ogni soggetto la Individual Alpha-band Window (IAW), ovvero il proprio intervallo individuale di frequenze alpha. La IAW è stata determinata usando un algoritmo già esistente, sfruttando lo spettro di potenza ad occhi chiusi, nel quale il ritmo alpha è più marcato. Ѐ stata quindi calcolata la potenza in banda alpha (nella IAW) di ciascun soggetto per ciascun elettrodo, evidenziando le differenze tra le due condizioni, con la potenza ad occhi chiusi nettamente superiore, e valori di potenza maggiori negli elettrodi posteriori. Le successive analisi hanno riguardato la valutazione di una possibile relazione tra la potenza in banda alpha (nei canali posteriori ad occhi chiusi) e le caratteristiche dei soggetti: il genere, l’età e il livello di stress dichiarato. Infine, è stata confrontata la potenza in banda alpha tra i due emisferi. I risultati mostrano un generale accordo con la letteratura. Il lavoro svolto ha consentito di approcciare elaborazioni e problematiche di analisi proprie dei segnali biomedici reali.
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Fabbri, Marialaura. "Italianamerican: l'italianità agli occhi di Martin Scorsese". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Martin Scorsese è considerato uno degli esponenti più rilevanti del cinema americano, ma anche uno dei più importanti registi della storia del cinema mondiale. All'interno dell’ampio spettro spettro di temi affrontati dal regista è possibile rintracciare una serie di aspetti che il regista ha scelto di trattare a più riprese durante la sua carriera. Tra questi, spicca l'italianità degli italoamericani, dove per “italianità” si intendono i costumi, gli usi, ma in questo caso specifico ancor più i comportamenti, l'indole e la forma mentis tipiche dell'Italia e degli Italiani che il regista associa all'italoamericano medio. Nel caso di Scorsese, l'introspezione nella cultura italoamericana e italiana e la sua rappresentazione sono decisamente peculiari, in quanto dettate sia dall'esperienza diretta del regista, sia dalla sua curiosità di ritrovare le proprie origini, di comprenderle e di analizzarle. Per poter meglio immergersi nelle tante sfaccettature del cinema di Scorsese, nella natura di alcuni dei suoi capolavori e nella loro realizzazione, una mera visione delle pellicole non è sufficiente: è necessario conoscere gli aspetti che più fortemente hanno influenzato la formazione sia umana che professionale di uno dei cineasti più apprezzati a livello mondiale. Per questo, prima di sottolineare il rapporto di Scorsese con la sua italianità, quindi alcune delle opere del regista che maggiormente lo legano all’Italia e prima di intraprendere un’analisi più profonda di una selezione di alcune scene, ci si dedicherà all’esplorazione delle origini del regista, al suo passato e si cercherà di analizzare tutti quegli aspetti culturali, educativi e sociali che hanno fatto di lui il grande cineasta che è considerato oggi.
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Mari, Ilaria. "Occhi bionici innovativi: il caso di Phoenix99". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25381/.

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La conoscenza che ognuno di noi ha del mondo circostante deriva in gran parte dalla modalità visiva: questa ci permette infatti di esplorare l’ambiente per raccogliere informazioni utili sia a riconoscere oggetti, luoghi e persone, sia a muoverci e interagire con essi in maniera appropriata. Ogni scena visiva è analizzata sulla base di varie caratteristiche che il sistema visivo elabora attraverso vie specializzate. Quando, però, anche solo una parte di questo complesso apparato non funziona, si va incontro alla perdita progressiva della vista fino anche alla completa cecità. Per secoli l’uomo, nel tentativo di curare le patologie degli occhi, ha sviluppato terapie e interventi sempre più innovativi, capaci di rallentare e addirittura ripristinare il senso della vista. Uno degli approcci che ha avuto successo soprattutto recentemente consiste nell’impianto di un dispositivo protesico: all’interno dell’elaborato si analizzeranno le protesi visive retiniche e ci si soffermerà in particolare sull’innovativo occhio bionico Phoenix99, ideato dal team di ricercatori dell’Università di Sidney. Esso, sfruttando la stimolazione della retina dallo spazio sopracoroidale, si è dimostrato capace di inviare impulsi che influenzino una reale percezione visiva. La sperimentazione effettuata fino ad ora è avvenuta solo su modelli ovini, ma si spera che in futuro potranno essere possibili applicazioni cliniche sull’uomo.
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Lorenzin, Federica <1994&gt. "Con gli occhi di Shakespeare: Amleto a Gerusalemme". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14456.

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Questo lavoro di tesi si propone innanzitutto di analizzare e raccontare quello che è stato il progetto teatrale Amleto a Gerusalemme, frutto della volontà di organizzazioni quali la Cooperazione allo Sviluppo italiana, il Teatro Stabile di Torino e il Teatro Nazionale Palestinese, che insieme hanno raggruppato formatori italiani e palestinesi, e sono riusciti a creare una troupe bi-nazionale. Lo spettacolo, che ha visto il debutto in Italia nel 2016, intreccia l’opera del grande drammaturgo inglese William Shakespeare con la storia del conflitto arabo-israeliano, utilizzando quindi le tematiche della tragedia shakespeariana per raccontare quelle che sono le esperienze quotidiane dei ragazzi nei Territori Occupati. Per prima cosa ho quindi messo a confronto l’opera del Bardo con questa variante moderna, poiché lo spettacolo è infatti ispirato alla tragedia, ma non una copia esatta. Ho poi continuato ad utilizzare il metodo di paragone anche per quanto riguarda l’analisi dei temi specifici dell’opera, che sono stati quindi messi a sistema con la storia e l’attuale situazione del conflitto israelo-palestinese. I temi analizzati sono stati quattro: in primo luogo il tema della terra, del territorio, e della sua conquista anche tramite la forza e la violenza. Il parallelo che si creerà sarà quello tra il personaggio del principe Fortebraccio di Norvegia, antagonista di Amleto, che, spinto dall’onore e dalla vendetta alla conquista delle terre di Polonia e Danimarca, raggruppa un esercito per invadere il territorio, e il colono israeliano del 1948, anno della fondazione dello Stato di Israele. Al tema della conquista si lega poi quello della vendetta: alla vendetta viene associata l’azione e il coraggio di agire, quello che manca ad Amleto fino all’ultima scena dell’ultimo atto. Si ricercheranno le diverse azioni e modi di vendetta all’interno della storia del conflitto sia da parte palestinese che da parte israeliana, cercando di capire che cosa significhi vendetta violenta. Infine l’analisi verterà sulla ricerca della alternative possibili alla vendetta, e se resistere in maniera pacifica corrisponda o meno all’immobilità e alla mancanza di valore, proponendo come terza via la resistenza nonviolenta e il ṣumūd palestinese. Un altro personaggio che verrà preso in esame sarà quello del padre di Amleto, o meglio, del suo spettro che appare all’inizio della tragedia shakespeariana alle guardie del castello di Elsinore. Il fantasma rappresenta la parte di eredità che i padri lasciano ai figli, l’eredità profonda che torna e poi resta anche dopo la morte dei genitori. In questo caso specifico siamo portati a domandarci: qual è l’eredità che un genitore palestinese lascia ai propri figli? Che immagine riceve un figlio dei propri genitori, quotidianamente vessati e umiliati dalle forze dell’occupazione? Cosa potrebbe chiedere lo spettro di un padre palestinese al figlio? Infine, l’ultimo e forse il più importante tema chiave che unisce l’opera dell’Amleto con la vita di ogni palestinese è il concetto di essenza: essere o non essere? Essere o morire? Tali problematiche vengono poste in maniera metaforica, con l’intento di ritrovare l’identità delle persone che abitano in Palestina e più in generale in terra di conflitto. Sono queste le domande che sono state poste all’inizio di questo lavoro, e a cui si cercherà di rispondere attraverso la ricerca e l’analisi sia letteraria che storica.
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Pagliano, Francesca <1990&gt. "Le farfalle taiwanesi negli occhi composti di Wu Mingyi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16912.

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La proposta di traduzione di alcuni brani del volume Midie zhi 《迷蝶誌》 (Appunti su Farfalle Smarrite) del taiwanese Wu Mingyi 吴明益, costituisce il nucleo fondamentale della presente tesi, che desidera inoltre presentare l’autore, la sua nature writing e lo scenario naturale descritti. Letteratura e natura saranno dunque le principali tematiche della dissertazione, ma resta di fatto centrale il testo tradotto: esempio perfettamente riuscito delle potenzialità della scrittura naturalistica moderna, capace di sensibilizzare alle questioni ambientali senza rinunciare alla ricercatezza estetica. La trattazione si divide in due capitoli che vertono rispettivamente su contestualizzazione e traduzione dell’opera. Il primo capitolo fornisce una essenziale biografia ed un elenco quanto più completo della produzione letteraria dell’autore, insistendo sulla multidisciplinarità che lo caratterizza e che si riflette in ogni suo progetto: una grande apertura mentale lo porta spesso ad accostare ambiti diversi con risultati sorprendentemente riusciti. Si delinea, poi, una panoramica del filone naturalistico cui l’opera afferisce, osservandone dapprima l’evoluzione all’interno della scena mondiale, cercando di mostrarne gli aspetti di continuità ed innovazione rispetto ai vari generi da cui deriva, ed analizzandone successivamente le peculiarità taiwanesi, focalizzandosi sulla personale interpretazione di Wu Mingyi e suggerendo l’unità di pensiero tra riflessioni contemporanee e filosofia tradizionale: la visione organica dell’ecosistema sostenuta dalle più recenti ricerche scientifiche si ritrova infatti nell’antica concezione cosmologica di un universo in cui l’esistenza di ogni cosa dipende dalla sua relazione con l’insieme (Needham, 1956, p. 281). Vengono infine illustrati struttura e contenuto del libro preso in esame, e se ne commenta il titolo Midie zhi 《迷蝶誌》 in cui si può cogliere una particolare allusione al filosofo Zhuangzhou 莊周 (369 a.C.- 286 a.C.). Passato e presente, locale e globale si incrociano: la fascinazione dello scrittore per le farfalle si iscrive nell’apprezzamento della natura tipico della mentalità orientale ed allo stesso tempo esprime la consapevolezza ecologista riscoperta dai nature writers. Il contatto con la natura indigena permette di rafforzare l’idea di una distinta identità taiwanese, ma anche di superarla tramite la riconciliazione con la cultura cinese su cui innegabilmente si fonda, e la condivisione di valori ambientali universali su cui basare un’auspicabile armonia futura. Il secondo capitolo consiste esclusivamente nell’accurata traduzione letteraria dal cinese all’italiano di buona parte dell’opera. Emergono con evidenza il profondo attaccamento alla propria terra e l’immenso amore per la vita dello scrittore, il quale esplora, osserva ed ascolta attentamente il mondo che lo circonda. Ovunque si percepiscono l’acuta sensibilità e il gusto delicato di questo artista poliedrico che mediante fotografie, disegni, ma forse ancor più con le parole, ritrae per immagini la sua realtà elevandola a poesia. Si inseriscono, inoltre, due opportuni glossari contenenti i nomi di luogo ed i termini scientifici menzionati nel testo originale, in modo da agevolare la fruizione della traduzione; li precedono un inquadramento della geografia urbana e biologica dell’isola di Taiwan ed una spiegazione più dettagliata delle caratteristiche dei lepidotteri, volti ad ampliare ulteriormente l’immaginario dei lettori stranieri. La bibliografia e sitografia finali testimoniano l’approfondito lavoro di ricerca che ha supportato la redazione dell’elaborato e la marcata tendenza all’uso di fonti in lingua cinese.
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Gasparri, Duccio <1986&gt. "Mangiare con gli occhi: gastronomia, estetica e rappresentazione a Tokyo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4852.

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Secondo un articolo del Washinton Post del 2006 i programmi televisivi a tema gastronomico coprono circa il 40% del palinsesto giapponese. Queste nipponiche “prove del cuoco” offrono una finestra affascinante sulla dimensione visiva del cibo, in Giappone, alla quale sono devolute grandi quantità di attenzione ed energie. Sempre Giappone nasce la tendenza, ora diffusa in tutto il mondo, di fotografare il proprio pasto prima di iniziarlo e poi condividere l'immagine su Internet, in una sorta di estetizzante tele-commensalità; ormai è la norma, nelle Nikon, trovare un filtro specifico per il cibo, oltre che i classici filtri digitali per paesaggi, ritratti e scene notturne. Il terzo e ultimo esempio di rappresentazione visiva del cibo in Giappone è il modellino tridimensionale a dimensioni reali detto sanpuru (dall'inglese sample). Questi oggetti decorano le vetrinette esterne di quasi tutti i ristoranti di Tokyo. La loro fortuna inizia col ventesimo secolo, quando per la prima volta un artigiano ne scolpì uno nella cera e cercò di venderlo a un ristorante, che sino ad allora aveva esposto all'esterno pietanze reali. Nel giro di pochi decenni diventarono diffusissimi nelle quattro isole, dando il via a una piccola industria dal sapore artigianale; oggi sono uno dei simboli del Giappone, al punto da spingere il famoso regista Wim Wenders a dedicare loro un breve passaggio nel suo Tokyo-Ga, o ad allestire una mostra itinerante che ha attraversato tutti i maggiori musei Statunitensi negli anni '90, intitolata “The real art of fake food”. Recentemente il sanpuru è uscito dai confini delle vetrinette per diventare una serie di gadgets alla moda come orecchini, chiavette USB, cover per cellulare o portachiavi, tutti rappresentanti gustosi bocconcini (cioccolatini, taiyaki, dolcetti di mochi, frutta, boccali di birra...) sfoggiati da bambini, adolescenti e adulti senza apparente distinzione di età né genere. In questa spirale di rappresentazioni - cibo, modelli espositivi, gadgets, giocattoli fai-da-te - sono contenute innumerevoli informazioni storiche, sociali, materiali, che ci consentono di descrivere e cercare di comprendere quella importante porzione del complesso discorso estetico giapponese legata al cibo. Scrive Tanizaki: “È cosa straordinariamente bella […] sollevare il coperchio di una ciotola di legno laccato; mentre ci accingiamo ad accostarla alla bocca, contempliamo per un instante il brodo, che ha una sfumatura non molto diversa da quella del recipiente, stagnare nell'oscurità impenetrabile del fondo. […] Attraverso il vapore abbiamo un vado presentimento del cibo: esso si annunzia a noi, prima di toccare il palato. Una emozione così profonda, e intima...”2 I sognanti esotismi del Libro d'ombra sono forse andati perduti nell'isteria postmoderna di Tokyo, eppure tra i filmati di youtube, manifesti appesi nei fast-food giapponesi (shokudo) e gli onnipresenti sanpuru, qualcosa di quell'occhio rapito con cui l'esteta contemplava le vestigia di un'epoca ormai in fase di rapido cambiamento è certamente rimasto e ci aiuta, almeno in parte, a interpretare i paesaggi urbani della metropoli in chiave “gastro-visuale” o, con un'acrobazia osservativa, a cogliere l'orientalismo col quale ancora si guarda al Giappone – e ai suoi cibi.
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Maschietto, Marta <1991&gt. "«Con gli occhi degli altri». Percorsi tematici nella letteratura per ragazzi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7145.

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La tesi si propone di analizzare il sistema letterario della letteratura per ragazzi da un punto di vista critico-teorico, per dimostrare come lo studio di questa materia possa interessare anche agli studi umanistici e non solo alla pedagogia. Il lavoro è diviso in tre capitoli: nel primo capitolo si illustreranno alcune problematiche insite nella letteratura per ragazzi, a cominciare dalla sua denominazione; nel secondo capitolo si analizzerà in che modo la letteratura per ragazzi abbia fatto propri i generi romanzeschi in prosa della letteratura tradizionale; nel terzo capitolo si evidenzieranno tre luoghi letterari costanti in questo tipo di letteratura, traendo alcuni esempi da una selezione di romanzi editi dall'anno 2000 ad oggi. Infine, alla luce di quanto affermato nella sezione centrale, si cercheranno di applicare alla letteratura per ragazzi le osservazioni de "Le lezioni americane" di Italo Calvino sulla letteratura del nuovo millennio.
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Scapparone, Chiara <1996&gt. "Il processo di urbanizzazione cinese visto attraverso gli occhi dell’arte contemporanea". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19600.

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A partire dall’epoca maoista la Cina è stata sottoposta a un processo di urbanizzazione che non solo ha modernizzato il paese, ma ha anche influenzato e stravolto lo stile di vita degli individui. Nella presente tesi magistrale si analizzerà tale processo attraverso gli occhi degli artisti Guo Guozhu, Zhang Dali, Wang Jinsong, Huang Rui, Lin Yilin, Liang Juhui, Weng Fen, Chen Qiulin, Liu Bolin, Wang Renzheng, Wu Di, Han Bing e Wang Jiuliang. Fotografie, installazioni, video e sculture verranno presentate e analizzate con lo scopo di comprendere a fondo gli effetti riportati dall’urbanizzazione sull’ambiente e sul popolo. Nello specifico si affronteranno temi riguardanti lo spostamento dalle campagne alle città da parte dei contadini, la demolizione forzata di interi villaggi ed edifici nei centri urbani per dare spazio a foreste di grattacieli moderni, la sensazione di alienazione dell’uomo provocata da una rottura imposta e repentina con il passato. Verrà inoltre presentato il profilo delle metropoli contemporanee e future, città nelle quali si incrociano diverse culture e in cui problematiche quali inquinamento dell’aria, dell’acqua e smaltimento dei rifiuti potrebbero avere ripercussioni devastanti sulla vita delle future generazioni. Come ha affermato l’artista Zhang Dali “art is a very good way of documenting history”. Le opere d’arte contemporanea offriranno l’opportunità di studiare il processo di urbanizzazione e di investigarne vari aspetti. Inoltre esse consentiranno di vedere tale processo da una prospettiva diversa e più “intima” ovvero quella degli artisti che, vivendo in prima persona il cambiamento, ne hanno assaporato i benefici e i danni.
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Scatturin, Cecilia. "Le immagini sul risvolto interno degli occhi: storia dell'arte e neuroscienze". Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2012. https://hdl.handle.net/11572/367659.

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La Neurostetica, settore di studi da poco costituitosi, raccoglie una serie di indagini provenienti dall’ambito neuroscientifico volti ad indagare le modalità della creazione e fruizione dell’oggetto artistico. Molteplici discipline concorrono alla costruzione di un’ attività di ricerca relativa al rapporto mente e cervello che è davvero agli albori, non per qualità degli studi, ma per complessità della materia trattata. Tra queste discipline la Storia dell’arte è fondamentalmente oggetto e quasi mai soggetto della ricerca o del lavoro di équipe. Si tratta dunque in queste pagine di osservare l’interesse degli scienziati per la Storia dell’arte e di trarne spunti di lavoro e osservazione critica per valutare un’entrata in campo più diretta in ricerche assai affascinanti, se pur a volte scivolose. Il campo dell'educazione, nello specifico della Didattica della Storia dell'arte, è che quello che meglio si presta ad assorbire le novità scientifiche.
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Munari, Marco <1988&gt. "ASCOLTARE CON GLI OCCHI IL LINGUAGGIO NON VERBALE E LE DIFFERENZE CULTURALI". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7111.

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Studio dei codici non verbali utilizzati, consciamente o meno, nella comunicazione: cinesica, prossemica, oggettemica, vestemica. Analisi di ciascuna di queste varianti anche alla luce delle differenze culturali presenti.
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Lusa, Elisa <1991&gt. "L’invisibile agli occhi. Pubblicità e cartellonista cosmetica nella collezione Salce di Treviso". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8452.

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Si vuole studiare la funzione sociale del profumo fino ai giorni d'oggi e il processo di profanazione che esso subisce, analizzando la necessità di un supporto visivo - sia esso un manifesto o un contenitore - per invogliare il pubblico all'acquisto
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Franchin, Marta <1991&gt. "Con gli occhi dei bambini. La figura del bambino-protagonista nel romanzo contemporaneo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9701.

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Sciacca, Agata Maria. ""Con gli occhi dietro la nuca". Scrittura e memoria visuale nell'opera di Gesualdo Bufalino". Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1633.

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La critica bufaliniana ha identificato una indubbia relazione di scrittura letteraria e memoria visuale nell opera di Gesualdo Bufalino. Collocandosi in questa direzione di studi, questo lavoro ha inteso esplorare, sul doppio canale della fotografia e del cinema, il funzionamento della scrittura del ricordo. Il linguaggio iconico funziona infatti in Bufalino come un commutatore di materiali mnestici dentro il linguaggio scritto. Si è soprattutto trattato di rilevare come il cinema e la fotografia assumano spesso il ruolo di agenti del ricordo, ma siano anche dei codici dai quali la scrittura ricava forme e importa tecniche. Ovviamente tale uso implica l evidenza del carattere finzionale dell operazione memoriale, che questo studio intende non tanto come una ri-costruzione autoriale del passato sulla base di tracce ed evidenze documentarie, quanto come una costruzione narrativa in cui i vuoti del ricordo sono riempiti dall attività immaginativa. Cinema e fotografia sono sembrati come due poli di uno stesso flusso di influenze della visualità sulla scrittura. Sicché questa lettura, accanto al tema della memoria cui dedica il primo capitolo, ha isolato testi in cui prevale l uno ovvero l altra. La cinefilia dell autore, infine, oltre a fornire un serbatoio immenso di immagini, ha poi mostrato, grazie al ritrovamento di alcuni autografi, un ottima competenza e originalità nell interpretazione dei testi filmici, con peculiare attenzione alle pratiche citazionarie e alle potenzialità espressive del linguaggio indicale.
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Ferri, Eleonora. "The Reluctant Fundamentalist di Hamid: l'11 settembre negli occhi della letteratura. Traduzione e commento". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13745/.

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Il presente elaborato si pone come obiettivo di fornire una proposta di traduzione di un passaggio dell’opera di Hamid "The Reluctant Fundamentalist" e l’analisi dell’impatto che l’11 settembre ha avuto in ambito letterario e cinematografico. Le risposte all’attentato che colpì gli Stati Uniti nel 2001 furono inizialmente collettive e solo a distanza di qualche anno si ebbero delle risposte individuali. La prima parte dell’elaborato è dedicata alla traduzione e al commento che si concentra sulla presentazione dell’opera e sulle scelte traduttive adottate, mentre nella parte relativa all’inquadramento critico-letterario vengono analizzate le opere "What I said" di Stock, "Extremely Loud & Incredibly Close" di Foer, "Falling Man" di DeLillo e "The Things They Left Behind" di King, in cui gli autori hanno affrontato il tema dell’attentato alle Torri Gemelle.
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Prati, Davide. "L'invisibile agli occhi. Proposte per la valorizzazione dell'area archeologica di Villa Clelia ad Imola (BO)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23076/.

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Progetto di valorizzazione e conservazione dell’area archeologica di Villa Clelia, Imola (BO). Il sito, che allo stato di fatto presenta dei manufatti che versano allo stato di rudere, gode di un importante riconoscimento nell’immaginario locale, in quanto presunto luogo di sepoltura delle antiche spoglie del santo martire Cassiano, patrono della città. Attorno ad esso si sarebbe presumibilmente eretta la “Basilica Beati Cassiani”, edificio per eccellenza dell’omonimo episcopio, citato dalle fonti storiche con il toponimo “Castrum Sancti Cassiani”. L’area presenta numerose criticità dovute alla sua conformazione: su tutte, la scarsa leggibilità nei confronti del tessuto urbano, a discapito della portata del valore storico e culturale dei beni presenti in situ. Obiettivo principale, nonché scopo di questa tesi, è quello di ridare identità ad un luogo attraverso un progetto di valorizzazione e conservazione attiva del palinsesto archeologico, affrontando tematiche legate al restauro, con altre a carattere urbanistico. Un’unità introduttiva, a supporto di un ‘testo’ che il visitatore dovrà comprendere successivamente, sarà la chiave di volta per la custodia della memoria del luogo.
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Signorini, Amira <1989&gt. "La letteratura aborigena a Taiwan in prospettiva indigena: "Gli occhi del cielo" di Syaman Rapongan". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4428.

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Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo l’analisi letteraria dell’opera “Gli occhi del cielo”(Tiankong de yanjing 天空的眼睛, 2012) dello scrittore Syaman Rapongan 夏曼藍波安 (1957- ). Syaman Rapongan, autore aborigeno originario dell’isola Lanyu, rappresenta nel suddetto romanzo l’universo culturale del popolo Tao, che viene tuttavia veicolato all’interno dell’opera tramite il medium linguistico cinese. Il presente lavoro tenta di focalizzare la resistenza della presente produzione letteraria all’interno del grand-narrative della lingua cinese. L’elaborato comprende inoltre la traduzione dell’introduzione e dei primi due capitoli, un assaggio della visione aborigena dell’Oceano e delle tradizioni culturali del popolo Tao. Da ultimo, il presente lavoro tenta di analizzare la posizione della suddetta letteratura all’interno della trattazione culturale per la quale essa possa convergere all’interno della cosiddetta ‘Letteratura taiwanese’ piuttosto che all’interno della cosiddetta ‘Letteratura oceanica’.
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Fabris, Camilla <1993&gt. "Attraverso gli occhi di Luisa. Itinerari etnografici tra storia e storia di vita. Cuba, Matanzas". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11620.

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La tesi si concentra sull'analisi antropologica di una storia di vita. Passando dalla storia generale alla storia individuale e viceversa vengono prese in considerazione alcune tappe salienti della storia di Cuba, come la dittatura, la rivoluzione ed il periodo speciale. Gli eventi vengono analizzati per lo più attraverso l'uso di una biografia. Questa scelta è stata fatta per comprendere più a fondo gli avvenimenti, per scoprire il senso che hanno avuto nella vita di una persona, in questo caso nella vita di Luisa, donna cubana di 78 anni. La tesi propone una rete di connessioni fra i principali avvenimenti storici di Cuba e gli episodi più importanti della vita di Luisa, servendosi di un approccio storico (in particolare di storia orale), antropologico (in particolare dell'antropologia dello spazio e medica) e dell'entografia della persona.
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Iaccarino, Camilla <1994&gt. "Rossini Opera Festival, quarant’anni di attività artistica, sociale ed economica riletti attraverso gli occhi della stampa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16714.

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I festival rappresentano una delle espressioni più nuove nel panorama degli eventi culturali e contribuiscono in modo rilevante alla creazione di valore economico, occupazionale e turistico dei contesti territoriali che li ospitano. In quest’ambito, dal 1980, rientra anche il Rossini Opera Festival di Pesaro, un festival internazionale di musica lirica interamente dedicato al compositore pesarese Gioacchino Rossini. Tra gli indicatori determinanti per misurare la validità e la riuscita di un’iniziativa festivaliera vi è il successo mediatico, dal momento che una rassegna cresce e si sviluppa proprio grazie alla comunicazione che produce e diffonde intorno a sé. La copertura stampa rappresenta un prezioso patrimonio di informazioni per comprendere la storia, l’evoluzione e la strategia di un’organizzazione culturale ed è proprio questo l’aspetto che abbiamo intenzione di approfondire, conducendo uno studio analitico sulla copertura mediatica riguardante il Rossini Opera Festival nei suoi quarant’anni di attività. Per la rilevazione dei dati ci siamo basati sulle rassegne stampa curate dall’ufficio stampa della Fondazione Rossini Opera Festival relative a nove edizioni salienti dal punto di vista della gestione organizzativa e della conduzione artistica, analizzando il numero delle pubblicazioni, quali sono stati i principali temi affrontati, i giudizi prevalenti e le parole chiave utilizzate. L’analisi ha lo scopo di restituire un quadro del rapporto della kermesse pesarese con i giornali italiani ed esteri, così da rilevare tendenze e conseguenze delle apparizioni sui mezzi stampa: il positivo riscontro della critica, infatti, ha contribuito alla notorietà, al capitale reputazionale del festival, al conseguimento di importanti riconoscimenti istituzionali e alla diffusione della musica di Rossini nei teatri di tutto il mondo; ma tale comunicazione – in costante crescita sui media tradizionali e nuovi – ha costituito anche un’occasione per creare un’immagine di Pesaro come importantissimo polo musicale e per accrescere la visibilità della città adriatica, diventata uno dei punti di riferimento del turismo colto internazionale: i crescenti articoli dedicati al festival su riviste di viaggio, infatti, diventano anche un momento di promozione e di storytelling delle ricchezze artistiche, naturali e gastronomiche del territorio marchigiano.
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Innocenti, Laura. "La violenza sulle donne attraverso gli occhi dell'autrice portoghese Lídia Jorge: proposta di traduzione del racconto “Marido”". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13738/.

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Con la proposta di traduzione del racconto "Marido" di Lídia Jorge si vuole portare all'attenzione non solo il grande talento di un'autrice portoghese, ancora troppo poco conosciuta in Italia, ma anche un tema molto attuale della società contemporanea, che spesso viene trascurato: la violenza sulle donne. Tramite un'analisi del racconto, della potente carica espressiva di cui è investito e dello stile temerario dell'autrice, possiamo assumere la prospettiva di una vittima di violenza domestica e dare voce alla sua storia.
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Putton, Anna <1985&gt. "Le feste alla corte del Gran Khan, viste attraverso gli occhi dei viaggiatori occidentali del XIII secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6579.

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Questo lavoro si propone di analizzare le forme della politica della festa in Oriente, presso la corte mongola nel corso del XIII secolo, così come sono raccontate dalle tre principali fonti occidentali dell’epoca: i resoconti di viaggio di Giovanni di Pian di Carpine, Guglielmo di Rubruk e Marco Polo. Partendo dal presupposto che la festa, nelle sue diverse forme (banchetti, matrimoni, udienze…), è di per sé uno strumento politico che il sovrano utilizza di volta in volta con diversi scopi, come affermare la propria diversità e superiorità, stabilire gerarchie, trasmettere messaggi, si è cercato di capire quali forme prendesse la festa presso la corte Gran Khan. Prima di partire nell’analisi, si è tenuto conto della visione occidentale dell’Oriente e di come questa potesse aver influenzato le tre fonti, nonché delle loro diverse attitudini e personalità. Si è poi proceduto ad un’attenta lettura dei testi: sono stati identificati e classificati i passaggi in cui vi erano riferimenti ad udienze, banchetti, ed altre forme di convivialità. In particolare si è cercato di capire cosa realmente vedessero e cosa riuscissero a capire della festa orientale gli occidentali.
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Cui, Teng <1990&gt. "“Le donne degli anni 60” negli occhi di Oriana Fallaci la traduzione del libro il sesso inutile". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8616.

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After the World WarⅡ, in the 1960s, the Italian journalist and writer Oriana Fallaci was dispatched to the mysterious oriental world to interview the women and their living conditions. Departing from Rome, she visited Pakistan, India, Malaysia, Hong Kong and Japan and then she concluded her journey in New York. As an important part of society, women have been entitled to different significance in various countries. When Fallaci was very young, democracy and freedom were deeply rooted in her mind, however, during her visits in Asia, she found that not all people thought alike. Astonished, disappointed and even outraged by these women’s experiences and their mental condition, she wrote down what she saw and how she felt about them. This thesis is divided into 3 main chapters: the first chapter introduces Fallaci’s legendary life and the writing background of the useless sex; the second chapter is my translation of some selected pieces in the book which contain the social circumstances and characteristics, mentalities and living conditions of women in these 5 countries; the last chapter illustrates my observations on the translated part, the difficulties and how I solved them. This thesis, taking the lead in an analysis in her early works, would help the reader shed light upon her later works and writing style.
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Cappello, Massimiliano <1991&gt. "Con gli occhi di Pietro. Questioni di identità in "Prima che il gallo canti" di Cesare Pavese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9725.

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La tesi si propone di indagare alcuni aspetti formali e stilistici della raccolta "Prima che il gallo canti" di Cesare Pavese, contenente i romanzi brevi "Il carcere" e "La casa in collina", e in particolare di analizzare l'utilizzo di alcuni termini-chiave ai fini di un'interpretazione critica del concetto di Identità.
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Romano, Gloria <1992&gt. "複眼人L’uomo dagli occhi composti. Proposta di traduzione di un racconto di Wu Ming-yi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13523.

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Scrittore, lepidotterologo e attivista ambientale, Wu Ming-yi è recentemente salito agli onori della cronaca internazionale grazie alla candidatura al Man Booker International Prize 2018 con il romanzo The Stolen Bicycle. Tra i principali esponenti della nature writing taiwanese, Wu Ming-yi racconta della sua terra d’origine, esplorandone la natura, la storia e la cultura, servendosene come palcoscenico per personaggi realisticamente inventati, soggetti e oggetti di storie che toccano temi profondi e attuali, come il rapporto tra l’uomo e la natura; il lettore viene così immerso in scenari realistici, abilmente descritti, ma la svolta fantascientifica è spesso dietro l’angolo. Questo lavoro di tesi compie un salto nel passato, agli inizi della carriera letteraria dell’autore, proponendo una traduzione di un suo racconto breve, 複眼人 (Fùyǎnrén), pubblicato a Taiwan nel 2003 all’interno della raccolta di racconti dello stesso autore 虎爺 (Hǔyé); il racconto è stato inoltre inserito dall’autore nell’appendice dell’edizione taiwanese dell’omonimo e più fortunato romanzo, 複眼人 per l’appunto, pubblicato a Taiwan nel 2011. I primi due capitoli tracciano una panoramica del genere letterario della nature writing, per poi approfondire la figura e la teoria letteraria dell’autore. A seguire la traduzione, con l’aggiunta di un catalogo illustrato, e il commento traduttologico, volto ad analizzare e motivare le scelte compiute in fase di traduzione. Completa la tesi un ricco glossario.
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Bearzatti, Cinzia <1991&gt. "L'arte con gli occhi di un poeta. Scritti di Edoardo Sanguineti fra gli anni Cinquanta e Sessanta". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16287.

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All’interno della vasta bibliografia di Edoardo Sanguineti gli scritti sull’arte occupano una parte ridotta, ma tuttavia non indifferente. Oggetto del presente lavoro è proprio l’analisi di alcuni scritti di critica d’arte composti dall’autore fra la seconda metà degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta. Dopo una prima parte introduttiva, si passerà al commento dei singoli testi, il cui obbiettivo principale è quello di chiarire le idee di Sanguineti sui movimenti artistici di questi anni, argomento spesso discusso anche in relazione alla sua poesia. In seconda battuta, sarà possibile illuminare personaggi e luoghi finora rimasti in ombra nella storia dell’autore, pur avendo rivestito un ruolo importante nella sua formazione critica.
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Ros, Giulia <1995&gt. "Il nemico nei loro occhi: Pericolo Giallo e Occidentalismo attraverso i manifesti della Propaganda russa e giapponese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19596.

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Fulcro della tesi è la propaganda, in tutti i suoi aspetti e le sue sfaccettature. Il periodo analizzato nello specifico va dall'inizio del Novecento alla fine della Seconda guerra mondiale. Nel primo capitolo verrà trattata nello specifico l’etimologia e l'origine della parola propaganda, la sua nascita e la sua relazione con l'affermarsi della società di massa per poi analizzare gli aspetti psicologici utilizzati negli strumenti propagandistici. Successivamente l'attenzione si sposta sull’aspetto emotivo mosso dalla propaganda e nello specifico di una determinata tecnica della propaganda: la rappresentazione del nemico. Quest'ultimo svolge un ruolo fondamentale in quanto è in lui che la propaganda catalizza paure e angosce del popolo le quali vengono trasmesse attraverso i manifesti grafici, strumento propagandistico di estrema importanza. Una breve analisi del ruolo e della composizione dei manifesti all'interno della propaganda chiude il secondo capitolo. Il terzo ed ultimo capitolo rappresenta il cuore della tesi ovvero una comparazione dei manifesti grafici di Russia e Giappone nell’ambito dell’Occidentalismo e del Pericolo Giallo, fenomeni sociali, culturali, politici e psicologici che hanno caratterizzato i due Stati. Attraverso un'analisi, utilizzando le nozioni viste precedentemente, verranno messe in risalto le differenze grafiche e simboliche all'interno delle immagini prodotte da queste due nazioni all'interno dello stesso ambito, ovvero quello della “paura” e, rappresentazione di essa, del nemico.
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Xie, Peipei <1993&gt. "Contributo alla diffusione di Federigo Tozzi in Cina, con un saggio di traduzione di Con gli occhi chiusi". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9934/1/TESI0923AMS.pdf.

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La critica più recente colloca l’opera di Federigo Tozzi fra espressionismo e realismo modernista, su posizioni in entrambi i casi di assoluta originalità nel panorama letterario del primo Novecento in Italia. Già nel periodo immediatamente successivo alla sua morte c’è stata una forte attenzione per la traduzione delle sue opere, attenzione che si è concentrata principalmente sui romanzi. In particolare, Con gli occhi chiusi è stato il romanzo che ha avuto il maggior numero di traduzioni in lingue europee, mentre in Cina il nome di Tozzi è sostanzialmente ancora sconosciuto. Fino ad oggi non è disponibile nessuna versione cinese di una sua opera. La ricerca sulla letteratura italiana in Cina segue sempre la principale direzione di sviluppo dell’Italia. I lettori cinesi hanno già a disposizione traduzioni dei capolavori dei narratori del modernismo, come Italo Svevo e Luigi Pirandello. Questa tesi si propone di offrire dei brani selezionati di Con gli occhi chiusi in traduzione cinese, con una particolare attenzione alla lingua e allo stile. L’obiettivo è quello di fornire ai lettori cinesi per la prima volta i contenuti più originali e di condividere con gli italianisti e i ricercatori cinesi una possibile metodologia per le attività traduttive e i futuri studi su Tozzi.
The most recent criticism places the work of Federigo Tozzi between Expressionism and Modernist Realism, on positions in both cases of absolute originality in the literary scene of the early twentieth century in Italy. Already in the period immediately following the death of him there was a strong focus for the translation of the works of him, be careful that he focused mainly on the novels. In particular, With eyes closed was the novel that had the greatest number of translations in European languages, while in China the name of Tozzi is substantially still unknown. Until today no Chinese version of a work of him is available. Research on Italian literature in China always follows the main development direction of Italy. Chinese readers already have translations of the masterpieces of the narrators of Modernism, such as Italo Svevo and Luigi Pirandello. This thesis aims to offer translated parts from With eyes closed, with particular attention to language and style. The goal is to provide Chinese readers for the first time the most original content and to share with the Chinese researchers a possible methodology for translation activities and future studies on Tozzi.
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Mattiello, Beatrice Andrea <1996&gt. "L’immagine del Giappone agli occhi dei viaggiatori russi: l’evoluzione prima e dopo la guerra russo-giapponese (1904-1905)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18378.

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Il presente elaborato approfondisce il tema dell’evoluzione del discorso russo sul Giappone prima e dopo la guerra russo-giapponese (1904-1905), attraverso l’analisi di diari e resoconti di viaggio russi. Lo studio si divide in quattro capitoli: nel primo si presenterà generalmente il campo di ricerca sulla quale si basa l’elaborato, ovvero l’imagologia, e il panorama degli studi esistenti sul discorso russo riguardante il Giappone, mentre il secondo e il terzo si occuperanno specificatamente della rappresentazione russa del Paese del Sol Levante prima e dopo il conflitto. Nel quarto capitolo si confronterà la percezione dei viaggiatori russi col mito del “pericolo giallo” e nelle conclusioni si evidenzierà come il Giappone prima, ma soprattutto dopo la guerra, nonostante la sconfitta russa, venne rappresentato dai viaggiatori zaristi come una Potenza mondiale degna di rispetto, da imitare per le sue doti militari dimostrate durante il conflitto, al punto di diventare uno dei più stretti alleati dell’Impero zarista. Dal momento che gli studi riguardanti il tema trattato e basati specificatamente su diari e racconti di viaggio russi sono attualmente inesistenti, con questa tesi si ha l’obiettivo di fornire per la prima volta alla ricerca una panoramica generale riguardo l’evoluzione del discorso russo nel periodo pre e post-bellico. Tale studio risulterà, inoltre, utile per comprendere il mutamento delle relazioni tra l’Impero zarista ed il Paese del Sol Levante nel periodo preso in esame. Il presente elaborato è stato realizzato attraverso l’analisi di rari diari e resoconti di viaggio russi ed il loro confronto con studi sulla rappresentazione europeo occidentale del Giappone. Inoltre, sono stati presi in considerazione anche la letteratura scientifica più recente ed i manuali riguardanti la storia, la politica, l’economia e la società sia russa che giapponese, al fine di delineare il contesto storico e le relazioni nippo-russe.
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PELIZZARI, STEFANO. "«NELLI OCCHI DELLA FILOSOFIA». UN¿ANALISI SISTEMATICA DI FORMULE E PROCEDIMENTI LOGICI NELLE OPERE IN PROSA DI DANTE". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/923645.

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More than twenty years ago, Enzo Cecchini prompted to realize a “systematic analysis” of the vast number of logical formulas and argumentative procedures that stud Dante’s prose works. Since then, several specific contributions have appeared, highlighting the importance of this topic both for the understanding and the philological restitutio of Dante's text. Still missing, however, is a fully comprehensive and systematic study of this side of the Poet’s philosophical language. This work aims to fill this gap, bringing to fulfillment this critical desideratum. The first part of the thesis provides an analytical census of all the passages in which Dante deploys a technical logical terminology. Specifically, the selected formulas have been compared with: (i) the main Latin translations and commentaries to the so-called "Ars Vetus" and "Ars Nova"; (ii) the most popular logical textbooks and summulae of Dante’s time (such as Peter of Spain’s Tractatus); (iii) widely consulted works such as the Auctoritates Aristotelis and Vincent of Beauvais’Specula. Rather than identifying the specific sources Dante used, the primary aim has been to scrutinize his terminology in relation to coeval logical traditions, discussing its level of linguistic and conceptual “specialism” on a case-by-case basis. In particular, possible relations with the Auctoritates Aristotelis and the Tractatus have been explored and evaluated, as well as points of contact with the more complex exegetical traditions linked to the texts of the Organon. As requested by Cecchini, all the Poet’s prose works have been included in the analysis: the Vita nova, the Convivio, the De vulgari eloquentia, the Epistole and the Monarchia. In light of the new editorial initiative of the Società Dantesca Italiana, the controversial Questio de aqua et terra has been considered as well. Thus, the traditional consideration of the “Latin Dante” has been integrated with a special attention to the “Vernacular Dante”; and the terminological enrichment leading from the Vita nova to the Monarchia and the Questio has been diachronically pointed out. In the second part, the lexicographical entries I prepared for the Vocabolario Dantesco Latino (Accademia della Crusca; Istituto Opera del Vocabolario Italiano) have been collected and presented. In this way, an essential vocabulary of Dante's logical lexicon is provided, as a tool of easy reference to be used when Dante's text «fia […] in parte alcuna un poco duro» (Conv. I III 2).
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Caburlotto, Filippo <1973&gt. "Struttura, ideologia e psicologia del doppio nella narrativa dannunziana da Il Piacere a Il Compagno dagli occhi senza cigli". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/679.

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Weissenberg, Caterina. "Gli occhi di una bambina raccontano la guerra. Proposta di traduzione di alcuni capitoli di Maikäfer, flieg! di Christine Nöstlinger". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8819/.

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La tesi si compone di una proposta di traduzione dei primi due capitoli del romanzo per ragazzi "Maikäfer, flieg!" di Christine Nöstlinger. Ad una breve introduzione segue un capitolo contenente alcune informazioni circa l’autrice e la sua opera, segue poi un’analisi del testo di partenza e delle sue caratteristiche. Il quarto capitolo contiene la proposta di traduzione e infine il quinto capitolo si compone di un commento alla traduzione, nel quale vengono esplicate le strategie adottate nel corso del processo traduttivo.
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Campalani, Marta <1988&gt. "'Abbiamo occhi così come orecchie' Il cinema di Mauricio Kagel e la sua esperienza con gli artisti del movimento Fluxus". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3318.

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Del, Gobbo Elisa. "Partir : l'esilio visto con gli occhi dei/delle ragazzi/e. Proposta di traduzione di alcuni racconti della raccolta dell’autrice Isabelle Collombat". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12666/.

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Questo elaborato presenta la traduzione italiana della raccolta di racconti per young adults “Partir”, dell’autrice francese Isabelle Collombat (Thierry Magnier, 2014). L‘opera affronta la tematica dell’immigrazione e si compone di dieci storie raccontate in prima persona dai giovani protagonisti, tra l’infanzia e l’adolescenza, che rendono per questo il libro adatto a un pubblico di età variabile. Le dieci voci narranti presentano stili e vissuti diversi, dando vita a un’opera che offre una molteplicità di punti di vista e spunti riflessivi sulle tematiche principali. Il primo capitolo dell’elaborato fornisce una panoramica generale sulla storia e sulla situazione attuale della letteratura per l’infanzia, in un confronto tra Italia e Francia. A questa seguono un’analisi della presenza della tematica del sociale nei libri per ragazzi, supportata da una bibliografia scelta, con un focus particolare sul tema dell’immigrazione e una breve presentazione dell'autrice e della casa editrice. Nel secondo capitolo è possibile leggera la mia proposta di traduzione dal francese all’italiano di alcuni racconti selezionati dalla raccolta. Il terzo e ultimo capitolo, infine, dopo un excursus sulle teorie della traduzione della letteratura per ragazzi, si focalizza su una riflessione culturale e sociale sui temi che legano i racconti. Per concludere, ho inserito una breve riflessione su una possibile pubblicazione dell’opera da parte di una casa editrice italiana, auspicabile vista la ricchezza del contenuto, e la bozza di un’idea che ho in mente da un po’ che vedrebbe “animati” i protagonisti dei racconti sul palco di un teatro.
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Dall'Arche, Chiara <1988&gt. "L'arte nelle zone ad alta tensione. Israele e Palestina attraverso gli occhi di due artiste contemporanee: Sigalit Landau e Emily Jacir". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4022.

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Questa tesi mostra, analizza e confronta le opere di due artiste contemporanee mediorientali: l'israeliana Sigalit Landau e la palestinese Emily Jacir, per capire fino a che punto la situazione dei loro Paesi influenzi la loro attività artistica.
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Banzato, Angela <1996&gt. "Millennials and food: il mondo gastronomico con gli occhi della generazione Y. Indagine sulla cultura del cibo come "interesse di tendenza"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17612.

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La ricerca oggetto di questa tesi si pone l'obiettivo di analizzare il mondo dei consumi, soffermandosi sulla sfera del cibo, al fine di comprendere come la generazione dei millennials abbia modificato abitudini, significati e rituali nei confronti del food. Approfondendo l'universo semantico delle merci, si intende mappare l'uso e le pratiche di consumo che sono evolute nel tempo, così da capire quali cambiamenti, riferibili alla cultura del food, sono derivati della digitalizzazione, nonché dall'Era 4.0. Nei primi capitoli verrà presentata una panoramica teorica che definirà la ricerca riportata all'interno del quarto capitolo, cui farà riferimento il titolo della tesi. A tal fine, nel primo capitolo sarà indagato il contesto socioculturale attuale, descrivendone i cambiamenti e le influenze che plasmano l'economia globale e che si riflettono sui giovani d'oggi. Verrà fatto un excursus delle tendenze che hanno determinato il passaggio dall' era 3.0 all'era 4.0 e che stanno modificando il mondo dei consumi. Si presterà poi interesse alla figura del consumatore dei nostri giorni delineandone gli aspetti principali. Nel capitolo secondo invece, saranno individuate le pratiche di consumo attraverso le quali si comunica per mezzo delle merci. La condivisione del cibo assume un significato semantico, instaurando con gli individui un legame simbolico e divenendo elemento fondamentale nei rapporti tra i gruppi sociali. Verrà individuato anche come il cibo ha nel tempo definito la società descrivendone la cultura e le contraddizioni. La sfera del food andrà a definire il consumatore moderno, soprattutto il millennial sempre più immerso nella cultura degli oggetti, nella mercificazione oltre che nel consumismo. Nel terzo capitolo infine, si andrà ad analizzare nello specifico, il sistema generazionale chiamato “Generational Constellation” (Howe e Strauss, 2007. pp. 7), confrontando la “Found generation” (Howe e Strauss, 2007. pp. 9) rispetto le diverse classi sociali e rapportando tale generazione alla sfera del food. Il quarto capitolo, infine, assemblerà i temi precedentemente enunciati e verrà data una spiegazione della cultura degli oggetti e del consumo collegato alla generazione Y, approfondendo il loro uso dei media in relazione con il food e l'acquisizione di un nuovo rituale comunicativo. Inoltre si delineerà il significato che assume il mondo gastronomico, dal punto di vista di un millennial italiano e spagnolo. Avendo trascorso un periodo in Erasmus ad Alcalà de Henares in Spagna, ho potuto indagare i significati attribuibili alla sfera del cibo da parte dei millennials spagnoli, tramite un questionario. Il fine è quello di verificare se la teoria descritta nei capitoli precedenti è confermata nel campione indagato. La ricerca è stata realizzata con il metodo quantitativo, raccogliendo le risposte dei consumatori nati dal 1980 e 2000, con l'ausilio di un questionario in lingua italiana ed uno in lingua spagnola, contenenti le medesime domande e risposte. Si vuole individuare se e come è cambiato il rapporto dei giovani con l'universo del cibo e se prevalgano dei parametri specifici, che maggiormente stanno plasmano la cultura del food. A tal proposito la domanda di ricerca posta è se il mondo gastronomico sia divenuto, per i millennials, “interesse di tendenza” , in questo caso al cibo. Si vuole inoltre focalizzare l’attenzione sulla prevalenza delle pratiche e dei rituali connessi alla cultura del cibo al giorno d'oggi, mappandone i cambiamenti.
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Cavicchi, Maria Chiara <1996&gt. "Il Tibet di Mei Zhuo: la cultura tibetana attraverso gli occhi di una donna. Proposta di traduzione di due racconti e commento traduttologico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21063.

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Il presente elaborato di tesi consiste in una proposta di traduzione di due racconti dell’autrice Mei Zhuo 梅卓, ovvero Mimi hua man 秘密花蔓 (I misteriosi fiori rampicanti) e Chujiaren 出家人(Il monaco), entrambi appartenenti alla raccolta Shexiang zhi ai 麝香之爱. Nata in Tibet e di etnia Tibetana, Mei Zhuo ha sviluppato un forte legame con la propria terra d’origine e con la propria cultura, che si riflette anche nella produzione letteraria. Attraverso le sue opere, difatti, è possibile percepire la vera anima del Tibet e il fascino unico della cultura tibetana, considerata dall’autrice stessa come un patrimonio di inestimabile valore nonché espressione della propria identità. Inoltre, in quanto donna Mei Zhuo presta particolare attenzione alla realtà femminile, soprattutto quella delle donne tibetane, a cui attribuisce un ruolo di primo piano nelle sue opere. L’elaborato si articola in tre capitoli. Il primo capitolo offre una panoramica sullo sviluppo della letteratura delle minoranze etniche cinesi e di quella tibetana, seguita dall’analisi della vita e della creazione letteraria di Mei Zhuo. Il secondo capitolo è dedicato alla proposta di traduzione dei due racconti. Il terzo capitolo, infine, contiene il commento traduttologico, in cui vengono esaminati i principali problemi riscontrati in sede traduttiva e le strategie adottate per risolverli.
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Bunn, Daniela. "L' Occhio del poeta". Florianópolis, SC, 2004. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/88164.

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Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-Graduação em Literatura.
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No intuito de selecionar, analisar e inter-relacionar os escritos sobre arte de Murilo Mendes, escritos em português e em italiano (poesia e prosa), este estudo configura-se como um texto em metamorfose através da filosofia deleuzo-guattariana. Cada estrato engendra substratos que se entrelaçam: os primeiros anos no Brasil, a desterritorialização do poeta, o contato com a arte e com os pintores abstratos italianos, os símbolos torcitários, o corte e a fissura. Tais elementos contribuem para o estudo da trama poética tecida pela máquina abstrata muriliana em relação ao visível e suas manifestações.
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Mohamed, Mohamed. "Generic monitoring and reconfiguration for service-based applications in the cloud". Thesis, Evry, Institut national des télécommunications, 2014. http://www.theses.fr/2014TELE0025/document.

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Le Cloud Computing est un paradigme émergent dans les technologies de l'information. L'un de ses atouts majeurs étant la mise à disposition des ressources fondée sur le modèle pay-as-you-go. Les ressources Cloud se situent dans un environnement très dynamique. Cependant, chaque ressource provisionnée offre des services fonctionnels et peut ne pas offrir des services non fonctionnels tels que la supervision, la reconfiguration, la sécurité, etc. Dans un tel environnement dynamique, les services non fonctionnels ont une importance critique pour le maintien du niveau de service des ressources ainsi que le respect des contrats entre les fournisseurs et les consommateurs. Dans notre travail, nous nous intéressons à la supervision, la reconfiguration et la gestion autonomique des ressources Cloud. En particulier, nous mettons l'accent sur les applications à base de services. Ensuite, nous poussons plus loin notre travail pour traiter les ressources Cloud d'une manière générale. Par conséquent, cette thèse contient deux contributions majeures. Dans la première contribution, nous étendons le standard SCA (Service Component Architecture) afin de permettre l'ajout de besoins en supervision et reconfiguration à la description des composants. Dans ce contexte, nous proposons une liste de transformations qui permet d'ajouter automatiquement aux composants des facilités de supervision et de reconfiguration, et ce, même si ces facilités n'ont pas été prévues dans la conception des composants. Ceci facilite la tâche au développeur en lui permettant de se concentrer sur les services fonctionnels de ses composants. Pour être en conformité avec la scalabilité des environnements Cloud, nous utilisons une approche basée sur des micro-conteneurs pour le déploiement de composants. Dans la deuxième contribution, nous étendons le standard OCCI (Open Cloud Computing Interface) pour ajouter dynamiquement des facilités de supervision et de reconfiguration aux ressources Cloud, indépendamment de leurs niveaux de service. Cette extension implique la définition de nouvelles Ressources, Links et Mixins OCCI pour permettre d'ajouter dynamiquement des facilités de supervision et de reconfiguration à n'importe quelle ressource Cloud. Nous étendons par la suite nos deux contributions de supervision et reconfiguration afin d'ajouter des capacités de gestion autonomique aux applications SCA et ressources Cloud. Les solutions que nous proposons sont génériques, granulaires et basées sur les standards de facto (i.e., SCA et OCCI). Dans ce manuscrit de thèse, nous décrivons les détails de nos implémentations ainsi que les expérimentations que nous avons menées pour l'évaluation de nos propositions
Cloud Computing is an emerging paradigm in Information Technologies (IT). One of its major assets is the provisioning of resources based on pay-as-you-go model. Cloud resources are situated in a highly dynamic environment. However, each provisioned resource comes with functional properties and may not offer non functional properties like monitoring, reconfiguration, security, accountability, etc. In such dynamic environment, non functional properties have a critical importance to maintain the service level of resources and to make them respect the contracts between providers and consumers. In our work, we are interested in monitoring, reconfiguration and autonomic management of Cloud resources. Particularly, we put the focus on Service-based applications. Afterwards, we push further our work to treat Cloud resources. Consequently, this thesis contains two major contributions. On the first hand, we extend Service Component Architecture (SCA) in order to add monitoring and reconfiguration requirements description to components. In this context, we propose a list of transformations that dynamically adds monitoring and reconfiguration facilities to components even if they were designed without them. That alleviates the task of the developer and lets him focus just on the business of his components. To be in line with scalability of Cloud environments, we use a micro-container based approach for the deployment of components. On the second hand, we extend Open Cloud Computing Interface standards to dynamically add monitoring and reconfiguration facilities to Cloud resources while remaining agnostic to their level. This extension entails the definition of new Resources, Links and Mixins to dynamically add monitoring and reconfiguration facilities to resources. We extend the two contributions to couple monitoring and reconfiguration in order to add self management capabilities to SCA-based applications and Cloud resource. The solutions that we propose are generic, granular and are based on the de facto standards (i.e., SCA and OCCI). In this thesis manuscript, we give implementation details as well as experiments that we realized to evaluate our proposals
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Tosi, Giulio <1991&gt. "Quasi come a occhio nudo: Teorie cinematografiche del realismo nel Giappone del dopoguerra, 1945-1955". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13938.

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La produzione cinematografica giapponese del dopoguerra è stata estensivamente studiata e commentata, ma non si può affermare lo stesso riguardo alla teoria cinematografica elaborata in Giappone nello stesso periodo. Sono convinto che lo studio del cinema, inteso come insieme di testi e paratesti, produttori e fruitori, non sia possibile senza uno studio delle teorie e dei dibattiti critici che, influenzando e facendosi influenzare, sono impiegati in un costante confronto bidirezionale con i film e i cineasti. Con il presente studio cercherò di dimostrare come nel primo decennio del dopoguerra anche in Giappone ci siano stati dibattiti critico-teorici sulla natura del realismo cinematografico e sull’“essenza del cinema”, relativamente simili per fini e dinamiche a quelli avvenuti nello stesso periodo in Europa, e come i discorsi sul cinema di questo periodo siano legati da un lato alla situazione storico-sociale giapponese e, dall’altro, a sviluppi e tendenze di cinematografie straniere. Proverò inoltre a delineare la fortuna in Giappone del cinema italiano, e dei film neorealisti in particolare, tracciando un quadro della loro ricezione presso la critica giapponese. Allacciandosi a questioni ed esperienze storiche, sociali, e artistiche in un contesto non limitato al solo Giappone, lo studio delle teorie giapponesi del realismo cinematografico può aiutare ad approfondire e a illuminare nuovi lati della storia delle idee e della cultura visuale del dopoguerra.
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Landerdahl, Sofi. "Barn i behov av särskilt stöd : Pedagogers erfarenheter av arbetssätt, möjligheter occh utmaninar i förskolan". Thesis, Linnéuniversitetet, Institutionen för utbildningsvetenskap (UV), 2016. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:lnu:diva-55635.

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Fakhfakh, Inès. "Semantic based cloud broker architecture optimizing users satisfaction". Thesis, Evry, Institut national des télécommunications, 2015. http://www.theses.fr/2015TELE0008/document.

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Resumen
Le Cloud Computing est un nouveau modèle économique hébergeant les applications de la technologie de l’information. Le passage au Cloud devient un enjeu important des entreprises pour des raisons économiques. La nature dynamique et la complexité croissante des architectures de Cloud impliquent plusieurs défis de gestion. Dans ce travail, nous nous intéressons à la gestion des contrats SLA. Vu le manque de standardisation, chaque fournisseur de service décrit les contrats SLA avec son propre langage, ce qui laisse l'utilisateur perplexe concernant le choix de son fournisseur de services. Dans ce travail, nous proposons une architecture de Cloud Broker permettant d’établir et de négocier les contrats SLA entre les fournisseurs et les consommateurs du Cloud. L’objectif de cette architecture est d’aider l’utilisateur à trouver le meilleur fournisseur en utilisant une méthode multi-critère. Cette méthode considère chaque critère comme une fonction d’utilité à intégrer dans une super-fonction d’utilité. Nous proposons d’illustrer chaque fonction d’utilité par une courbe spécifique à lui représentant bien le critère de choix. Nous essayons de cerner la plupart des critères qui contribuent dans le choix du meilleurs service et de les classer en critères fonctionnels et critères non fonctionnels. Les contrats SLA établit par notre broker sont formalisés sous forme d’ontologies qui permettent de masquer l'hétérogénéité et d’assurer l'interopérabilité entre les acteurs du Cloud. En outre, l’utilisation des règles d'inférence nous a permis de détecter les violations dans le contrat SLA établit et de garantir ainsi le respect de la satisfaction client dans le temps
Cloud Computing is a dynamic new technology that has huge potentials in enterprises and markets. The dynamicity and the increasing complexity of Cloud architectures involve several management challenges. In this work, we are interested in Service Level Agreement (SLA) management. Actually, there is no standard to express Cloud SLA, so, providers describe their SLAs in different manner and different languages, which leaves the user puzzled about the choice of its Cloud provider. To overcome these problems, we introduce a Cloud Broker Architecture managing the SLA between providers and consumers. It aims to assist users in establishing and negotiating SLA contracts and to help them in finding the best provider that satisfies their service level expectations. Our broker SLA contracts are formalized as OWL ontologies as they allow hiding the heterogeneity in the distributed Cloud environment and enabling interoperability between Cloud actors. Besides, by combining our ontology with our proposed inference rules, we contribute to detect violations in the SLA contract assuring thereby the sustainability of the user satisfaction. Based on the requirements specified in the SLA contract, our Cloud Broker assists users in selecting the right provider using a multi attribute utility theory method. This method is based on utility functions representing the user satisfaction degree. To obtain accurate results, we have modelled both functional and non functional attributes utilities. We have used personalized utilities for each criterion under negotiation so that our cloud broker satisfies the best consumer requirements from functional and non functional point of view
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Taurone, Samanta. "Profilo Immunoistochimico di Citochine Infiammatorie e Fattori di Crescita nell'Occhio Umano". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424330.

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Resumen
The aim of this experimental thesis focuses on the study of eye diseases related to the involvement of growth factors, of inflammatory cytokines in chronic-inflammatory, and of tissue remodeling. Particular emphasis has been addressed to the physiopathology of the eye surface and the complex relationships existing between cells and mediators in the immune response. Furthermore, the research has been directed to molecular events that control these biological responses. The lost in regulation of the inflammatory processes corresponds to the loss of control of the production/action of cytokines followed by the onset of inflammatory or autoimmune pathologies. Immunohistochemical technique has been performed in order to evaluate the physiopathological behaviour of inflammatory cytokines and of some growth factors (TGF-b1, IL-1b, IL-6, TNF-a and VEGF) located in the ocular tissues. Samples were obtained from human patients affected by glaucoma, diabetic retinopathy and macular degeneration. Our main purpose was to assess the levels of expression and localization of pro-inflammatory cytokines by immunohistochemistry in order to identify their involvement in the pathology, assuming for them a role in the modulation of these factors as a potential therapeutic target. Our study has shown an imbalance between pro- and anti-inflammatory cytokine plays a key role in the pathogenesis of retinal diseases. This disproportion within a complex regulatory network is related to some immunological processes that promote autoimmunity, chronic inflammation and / or tissue destruction. We were able to confirm that the inflammatory process involves a complex cascade of molecular and cellular biological signals, altering the physiological responses of the ocular tissues. The transmission electron microscopy investigation (TEM) showed that at the site of the lesion cells the probable release of molecular signals produces changes in the affected area: dilation of blood vessels resulting in increased blood flow and vascular permeability, exudation of fluid containing proteins such as immunoglobulins and invasion by leukocytes. It is well known that chronic and prolonged inflammation is a fundamental feature in some diseases such as atherosclerosis, obesity, diabetes, rheumatoid arthritis, asthma and various types of cancer. These diseases are strictly connected with their ocular manifestations: diabetic retinopathy, scleritis, uveitis, dry eye syndrome and ocular tumours. It should be noticed that pharmacological and clinical advances occur in areas apparently distant from application in ophthalmology, but they should be potentially used also in the ocular field by a translational application. Since many ocular tissues have a immune-privileged system to protect the delicate visual apparatus, the control of the acute inflammation is regulated by the same pathways and mediators that manage inflammatory responses in other organs. These scientific informations not only provide further support to the chronic inflammation, that plays a significant role in the pathogenesis of diabetic retinopathy, but also suggest that the inflammatory process is active even before retinopathy (diabetic and/or proliferative) is clinically diagnosed. Therefore, the alteration of the profile of some cytokines might be useful both as a predictive marker as well as an important target for the development of new therapeutic treatments. A novel pharmacological approach to treat eye inflammation may be represented by progress in the cellular therapy. In recent years, research has been devoted to the development of cell therapy applied to eye diseases producing a remarkably increased risk of visual impairment. Recently, cellular therapy has evolved into two research pathways: one finalized to a remodeling of the structure and the relative functions of specific tissues using stem cells; the other one has been focused on the restore of the immunological homeostasis controlling the harmful effects caused by inflammatory diseases.
Questo lavoro di tesi sperimentale è rivolto allo studio di alcune patologie oculari e al coinvolgimento di alcuni fattori di crescita e citochine infiammatorie in alcune condizioni cronico-infiammatorie e nel rimodellamento tissutale, con particolare interesse per la fisiopatologia della superficie oculare e al legame complesso tra cellule e mediatori nella risposta immune innata ed acquisita. Nello svolgimento dell’attività di ricerca particolare interesse è stato rivolto agli eventi molecolari deputati al controllo e allo spegnimento di queste risposte biologiche. La mancata regolazione dei processi infiammatori corrisponde infatti alla perdita del controllo della produzione/azione delle citochine e determina come conseguenza l’insorgere di patologie infiammatorie croniche o autoimmuni. In questo lavoro di tesi è stato valutato, mediante l'utilizzo della tecnica immunoistochimica, il ruolo fisiopatologico di alcune citochine infiammatorie e di alcuni fattori di crescita (TGF-b1, IL-1b, IL-6, TNF-a e VEGF) in tessuti oculari umani ottenuti da pazienti affetti da glaucoma, retinopatia diabetica ed degenerazione maculare in confronto ad analoghi tessuti umani normali. Pertanto il nostro principale scopo è stato quello di valutare i livelli di espressione e la localizzazione delle citochine pro-infiammatorie mediante tecnica immunoistochimica in modo da poter identificare il loro coinvolgimento nella patologia ipotizzando per esse un ruolo nella modulazione di tali fattori come potenziale bersaglio terapeutico. Come dimostrato nel nostro studio uno sbilanciamento tra citochine pro- e anti-infiammatorie giuoca un ruolo fondamentale nella patogenesi delle patologie retiniche. Tale sbilanciamento nell’ambito di un complesso network regolatorio è correlato ad alcuni processi immunologici che favoriscono autoimmunità, infiammazione cronica e/o distruzione tissutale. Nello svolgimento del lavoro di tesi è stato ulteriormente confermato come il processo infiammatorio comporti una complessa cascata di segnali biologici molecolari e cellulari, che alterano le risposte fisiologiche del tessuto oculare interessato. L'analisi in microscopia elettronica (TEM) ha evidenziato come presso il sito della lesione le cellule rilascino verosimilmente segnali molecolari che causano una serie di modificazioni nella zona interessata: dilatazione dei vasi sanguigni, con conseguente aumento del flusso sanguigno e della permeabilità vascolare, essudazione di liquidi contenenti proteine come le immunoglobuline ed invasione da parte dei leucociti. Risulta ampiamente noto come l’infiammazione cronica e prolungata sia una caratteristica determinante per malattie come aterosclerosi, obesità, diabete, artrite reumatoide, asma e diversi tipi di tumore. Molte di queste malattie si caratterizzano per una ormai consolidata manifestazione oculare: retinopatia diabetica, sclerite, uveite, sindrome dell’occhio secco e neoplasie oculari. Questo ci porta ad osservare attentamente anche i progressi farmacologici e clinici che si registrano in aree apparentemente distanti dall’applicazione in campo oftalmologico, ma che potenzialmente, per traslazione, potrebbero essere utilizzabili in prospettiva anche in campo oculare. Infatti, nonostante molti tessuti oculari abbiano un sistema immuno-privilegiato o altamente evoluto per proteggere il delicato apparato visivo, l’indispensabile controllo dell’infiammazione acuta è regolato dalle stesse vie generali e da mediatori e cellule effettrici che gestiscono le risposte infiammatorie in altri organi. Queste informazioni scientifiche non soltanto conferiscono ulteriore supporto al fatto che l’infiammazione cronica svolga un ruolo significativo nella patogenesi della retinopatia, ma suggeriscono, inoltre, che il processo infiammatorio si attivi prima ancora che la retinopatia (diabetica e/o proliferativa) sia clinicamente diagnosticata. L’alterazione nel profilo di alcune citochine potrebbe, quindi, diventare sia un marker predittivo, che un importante target per lo sviluppo di future opzioni terapeutiche. Un percorso radicalmente diverso dall’approccio farmacologico nella cura delle patologie infiammatorie oculari potrebbe in futuro essere rappresentato dai progressi dalla terapia cellulare. Negli ultimi anni si è evidenziato un crescente interesse per la possibile applicazione della terapia cellulare ad alcune patologie oculari che incidono maggiormente sul rischio di disabilità visiva. La terapia cellulare si può dividere in due ampie classi: una, attraverso l’impiego di cellule staminali, finalizzata al rimodellamento della struttura e della relativa funzionalità di specifici tessuti e cellule; l’altra, che utilizza cellule immunitarie nel ruolo di potenziali immunomodulatori dell’infiammazione, diretta al ripristino dell’omeostasi immunologica attraverso il controllo degli effetti nocivi provocati dalle patologie infiammatorie.
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Stella, Andrea. "Strumenti di gestione per infrastrutture IT". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7907/.

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L'elaborato analizza gli strumenti utilizzati nella gestione di infrastrutture informatiche. In particolare: nel primo capitolo viene fatta una panoramica del Cloud Computing e relativi modelli infrastrutturali e di distribuzione. Nel secondo vengono analizzate le piattaforme di gestione di sistemi basati su architettura IaaS, quali OpenStack, OpenNebula ed Eucalyptus. Nel terzo capitolo vengono esaminati due dei Software Configuration Management maggiormente utilizzati: Puppet e Chef. Nel quarto ed ultimo capitolo viene descritto lo standard OCCI (Open Cloud Computing Interface).
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Al-Dhuraibi, Yahya. "Flexible framework for elasticity in cloud computing". Thesis, Lille 1, 2018. http://www.theses.fr/2018LIL1I079/document.

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Resumen
Le Cloud computing a gagné beaucoup de popularité et a reçu beaucoup d'attention des deux mondes, industriel et académique, puisque cela les libère de la charge et le coût de la gestion de centres de données locaux. Toutefois, le principal facteur motivant l'utilisation du Cloud est sa capacité de fournir des ressources en fonction des besoins du client. Ce concept est appelé l’élasticité. Adapter les applications Cloud lors de leur exécution en fonction des variations de la demande est un grand défi. En outre, l'élasticité de Cloud est diverse et hétérogène car elle englobe différentes approches, stratégies, objectifs, etc. Nous sommes intéressés à étudier: Comment résoudre le problème de sur/sous-approvisionnement? Comment garantir la disponibilité des ressources et surmonter les problèmes d'hétérogénéité et de granularité des ressources? Comment standardiser, unifier les solutions d'élasticité et de modéliser sa diversité à un haut niveau d'abstraction? Dans cette thèse, trois majeures contributions ont été proposées: Tout d’abord, un état de l’art à jour de l’élasticité du Cloud ; cet état de l’art passe en revue les différents travaux relatifs à l’élasticité des machines virtuelles et des conteneurs. Deuxièmement, ElasticDocker, une approche permettant de gérer l’élasticité des conteneurs, notamment l’élasticité verticale, la migration et l’élasticité combinée. Troisièmement, MoDEMO, un nouveau cadre de gestion d'élasticité unifié, basé sur un standard, dirigé par les modèles, hautement extensible et reconfigurable, supportant plusieurs stratégies, différents types d’élasticité, différentes techniques de virtualisation et plusieurs fournisseurs de Cloud
Cloud computing has been gaining popularity and has received a great deal of attention from both industrial and academic worlds since it frees them from the burden and cost of managing local data centers. However, the main factor motivating the use of cloud is its ability to provide resources according to the customer needs or what is referred to as elasticity. Adapting cloud applications during their execution according to demand variation is a challenging task. In addition, cloud elasticity is diverse and heterogeneous because it encompasses different approaches, policies, purposes, etc. We are interested in investigating: How to overcome the problem of over-provisioning/under-provisioning? How to guaranty the resource availability and overcome the problems of heterogeneity and resource granularity? How to standardize, unify elasticity solutions and model its diversity at a high level of abstraction? In this thesis, we solved such challenges and we investigated many aspects of elasticity to manage efficiently the resources in the cloud. Three contributions are proposed. Firstly, an up-to-date state-of-the-art of the cloud elasticity, this state of art reviews different works related to elasticity for both Virtual Machines and containers. Secondly, ElasticDocker, an approach to manage container elasticity including vertical elasticity, live migration, and elasticity combination between different virtualization techniques. Thirdly, MoDEMO, a new unified standard-based, model-driven, highly extensible and reconfigurable framework that supports multiple elasticity policies, vertical and horizontal elasticity, different virtualization techniques and multiple cloud providers
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Cesaro, Laura. "L'immagine audiovisiva traduce e rilegge la società della videosorveglianza". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422223.

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Resumen
La ricerca mira a indagare la rilevanza della pratica e degli apparati di videosorveglianza nelle narrazioni audiovisive contemporanee, focalizzando l’attenzione su questioni e nodi concettuali che caratterizzano la fase recente del dibattito scientifico, che si è intensificato e ha acquistato sempre maggiore rilevanza a partire dall’attentato dell’11 settembre 2001. Il lavoro di ricerca, di vocazione multidisciplinare, a partire dalla rilettura del progetto panottico proposta da Michel Foucault, tratteggia le reciproche interrelazioni tra il dibattito scientifico promosso dai Surveillance Studies Centre e dal Visual Culture, e il sempre più diffuso e pervasivo impianto mediatico. Sebbene si inseriscano riferimenti e analisi a testi documentari o pratiche visuali, il corpus comprende per lo più forme di narrazione finzionale, composte sia da film, sia da serie televisive. Lo studio ha avuto inizio da casi ritenuti ‘sintomatici’ per la letteratura scientifica in merito al tema quali Minority Report (Steven Spielberg, 2002) o Panic Room (David Fincher, 2002). Le produzioni prese in esame sono state analizzate con l’intento di porre in tensione ordini di scala spaziale e configurazioni sensibili quali le modalità di figurazione dei corpi, assoggettati a una tracciabilità sempre più invasiva, con intento di individuare assi strutturali di una possibile organizzazione sistemica delle produzioni audiovisive.
The research aims to investigate the relevance of the practice and videosurveillance equipment in contemporary audiovisual narratives, focusing attention on issues and conceptual issues that characterize the recent phase of the scientific debate, which has intensified and acquired even more importance starting from the September 11, 2001. The research work, of multidisciplinare vocation, starting from the rereading of the panoptic project proposed by Michel Foucault, outlines the mutual interrelations between the scientific debate promoted by the Surveillance Studies Center, the Visual Culture, and the always more widespread and pervasive media system. Although references and analysis are inserted in documentary texts or visual practices, the corpus includes mostly forms of fictional narration, composed of both films and television series. The study began examining cases considered 'symptomatic' for scientific literature on the topic such as Minority Report (Steven Spielberg, 2002) or Panic Room (David Fincher, 2002). The observed productions were analyzed with the intent to energize orders of spatial scale and sensitive configurations such as the way to make bodies appear, subjected to an increasingly invasive traceability, with the intent to identify structural axes of a possible systemic organization of audiovisual productions.
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Di, Domenico Chiara. "A mathematical model for migraine aura". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12350/.

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Resumen
Nella tesi è descritto un modello matematico per l'aura emicranica e, più precisamente, per lo scotoma scintillante (schema di fortificazione) e per la Cortical Spreading Depression, il fenomeno neuropatofisiologico alla base dell'aura. In particolare è spiegato un modello cinematico per l'evoluzione della CSD nella corteccia visiva primaria, considerata un mezzo debolmente eccitabile, la mappa retino-corticale e il modello, tramite fibrato, dei Pinwheels di V1.
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Challita, Stéphanie. "Inferring models from cloud APIs and reasoning over them : a tooled and formal approach". Thesis, Lille 1, 2018. http://www.theses.fr/2018LIL1I069/document.

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Resumen
Avec l’avènement de l’informatique en nuage, différents fournisseurs offrant des services en nuage et des interfaces de programmation d’applications (APIs) hétérogènes sont apparus. Cette hétérogénéité complique la mise en œuvre d’un système de multi-nuages interopérable. Parmi les solutions pour l’interopérabilité de multi-nuages, l’Ingénierie Dirigée par les Modèles (IDM) s’est révélée avantageuse. Cependant, la plupart des solutions IDM existantes pour l’informatique en nuage ne sont pas représentatives des APIs et manquent de formalisation. Pour remédier à ces limitations, je présente dans cette thèse une approche basée sur le standard Open Cloud Computing Interface (OCCI), les approches IDM et les méthodes formelles. Je fournis deux contributions qui sont mises en œuvre dans le contexte du projet OCCIware. Premièrement, je propose une approche basée sur la rétro-ingénierie pour extraire des connaissances des documentations textuelles ambiguës des APIs de nuages et améliorer leur représentation à l’aide des techniques IDM. Cette approche est appliquée à Google Cloud Platform (GCP), où je propose GCP Model, une spécification précise et basée sur les modèles, automatiquement déduite de la documentation textuelle de GCP. Deuxièmement, je propose le cadre fclouds pour assurer une interopérabilité sémantique entre plusieurs nuages, i.e., pour identifier les concepts communs entre les APIs et raisonner dessus. Le langage fclouds est une formalisation des concepts et de la sémantique opérationnelle d’OCCI en employant le langage de spécification formel Alloy. Pour démontrer l’efficacité du langage fclouds, je spécifie formellement treize APIs et en vérifie les propriétés
With the advent of cloud computing, different cloud providers with heterogeneous cloud services and Application Programming Interfaces (APIs) have emerged. This heterogeneity complicates the implementation of an interoperable multi-cloud system. Among the multi-cloud interoperability solutions, Model-Driven Engineering (MDE) has proven to be quite advantageous and is the mostly adopted methodology to rise in abstraction and mask the heterogeneity of the cloud. However, most of the existing MDE solutions for the cloud are not representative of the cloud APIs and lack of formalization. To address these shortcomings, I present in this thesis an approach based on Open Cloud Computing Interface (OCCI) standard, MDE, and formal methods. I provide two major contributions implemented in the context of the OCCIware project. First, I propose an approach based on reverse-engineering to extract knowledge from the ambiguous textual documentation of cloud APIs and to enhance its representation using MDE techniques. This approach is applied to Google Cloud Platform (GCP), where I provide GCP Model, a precise model-driven specification for GCP that is automatically inferred from GCP textual documentation. Second, I propose the fclouds framework to achieve semantic interoperability in multi-clouds, i.e., to identify the common concepts between cloud APIs and to reason over them. The fclouds language is a formalization of OCCI concepts and operational semantics in Alloy formal specification language. To demonstrate the effectiveness of the fclouds language, I formally specify thirteen case studies and verify their properties
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Giovanzana, Stefano. "A virtual environment for modeling and analysis of human eye". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427528.

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The aim of this work is to develop a virtual environment for modelling and analyse individual virtual eyes which are able to integrate the modern imaging techniques input data. This environment is realized in 3D CAD software by means of specific plug-ins. The tools for analysing the virtual eye are based on ray-tracing and curvature analysis, while the shape of the eye is represented by NURBS or mesh surfaces. This thesis develops, and validates the use of, the plug-ins for the modelization of virtual eyes inside a 3D CAD environment; in particular a novel lens model whose shape is linked to geometrical and optical constraints was created. Shape was also tested on real crystalline images obtained with shadow photogrammetry. Moreover real eye topography was used for modelization of anterior cornea and preliminary results from ray tracing are shown. This model and the ray-tracing tools may be used in future works for design of ophthalmic, contact or intraocular lenses, specifically customised of a single ametropy.
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di sviluappare un ambiente virtuale per la modellazione e l’analisi di un occhio virtuale personalizzato, che fosse in grado di integrare le moderne tecniche di analisi ottica come dati di ingresso. Questo ambiente è stato sviluppato all’interno di un software CAD tramite l’ultilizzo di plug-in specifici. Gli strumenti utilizzati per analizzare l’occhio virtuale sono basati sul ray-tracing e sull’analisi di curvatura, mentre la geometria dell’occhio è stata modellizzata tramite l’utilizzo di superfici NURBS o mesh. La presente tesi sviluppa, e valida l’utilizzo, di codesti plug-in per la modellizzazione di un occhio virtuale in un ambiente CAD 3D; in particolare è stato creato un modello innovativo di lente, la cui forma è legata a vincoli geometrici ed ottici. La forma di tale lente è stata confrontata con cristallini reali le cui immagini sono state ottenute tramite fotografia ad ombra. Inoltre la topografia di un occho reale è state utilizzata per modellare la superficie anteriore della cornea e sono quindi riportati i risultati preliminari del ray-tracing. Questo modello e gli strumenti di ray-tracing utilizzati potranno essere utilizzati in futuro per la progettazione di lenti oftalmiche, a contatto o intraoculari specificatamente costumizzate sulle esigenze dell’ametrope.
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FOLITI, CLAUDIO. "Con gli occhi dell'Occidente. L'immagine politica e politologica delle nuove democrazie. Il caso ucraino". Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/917748.

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DI, LORETO LELIO. "Sguardi da Nord. Il Mediterraneo attraverso gli occhi degli architetti tra Centro e Nord Europa". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1080457.

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Resumen
Il Mediterraneo non è un concetto definibile all’interno di confini geografici, architettonici o sociali. E’ piuttosto un sentire comune che caratterizza il vivere in una determinata - o meglio indeterminata - area. Progettare in accordo con questo sentire comune è una predisposizione naturale che genera uno specifico approccio architettonico. L’ oggetto della ricerca è il campo teorico che indaga in che modo la cultura architettonica europea si mette in relazione con la cultura mediterranea. L’indagine si avvale dell’interpretazione progettuale che, architetti non appartenenti alla cultura mediterranea, danno del Mediterraneo. Si tratta di una dimostrazione per assurdo che va a ricercare un agente tracciante esaminando esperienze di qualcuno che ha dovuto elaborare un concetto che per noi è familiare. Essi hanno avvertito la necessità di porsi una domanda: “Che cosa è il Mediterraneo?” A tale fine sono stati chiamati in causa architetti appartenenti per nascita e formazione all’area Mitteleuropea e Nord-europea. L’indigene è strutturata intorno a una selezione di architetti. La ricerca stabilisce l’esistenza dell’interesse - verificato da materiali, disegni, fotografie e scritti - verso la cultura mediterranea. La trasformazione di questo interesse in intenzioni progettuali - intese come trasferimento di dati dalla dimensione teorica a quella pratica del corpo fisico dell’edificio - è il nodo critico messo sotto esame. L’argomento è cosa complessa e sfaccettata, disponibile ad alimentare, ricevere e generare tutta una serie di pensieri ed elaborazioni. Sulla questione esistono diversi equivoci che rendono la narrazione interessante e coinvolgente. Sono proprio questi equivoci a restituirci un’idea di Mediterraneo: l’equivoco del bianco ha generato lunghe mitizzazioni sulle quali si è favoleggiato; il mito del buon selvaggio, il mito del ritorno al Classico e infine il merchandising che, attraverso l’architettura turistica, crea l’invenzione di un’idea di Mediterraneo anche a scopi commerciali. Dunque è come se, proprio lì dove questo Mediterraneo continua a sfuggirci, ce ne fossimo fatti un’idea vaga. Tutte queste manifestazioni che abbiamo evidenziato concorrono a formare questo poliedro sfaccettato, inafferrabile e ricco di riflessi e abbagli tanto che ci si domanda se sia mai esistito o se sia un prodotto solo dell’immaginazione dei viaggiatori, degli architetti e dei poeti. La chiave di lettura dell’argomento è identificabile nel momento dell’incontro tra l’uomo e lo spazio costruito. Questa situazione specifica, definibile come l’esperienza dell’architettura, prende in esame i “viaggi al Sud” di una serie di architetti del Centro e Nord Europa diversi per generazione, formazione e provenienza geografica. Si cerca di individuare, nella loro opera, la tracciabilità dell’esperienza diretta dei luoghi e delle architetture del Mediterraneo L’auspicio è che sovrapponendo e confrontando questi sguardi da Nord sia possibile circoscrivere alcuni aspetti che determinano gli elementi di progetto, le abitudini e le atmosfere dell’area sotto esame. A ben vedere, la risposta è già presente nelle architetture che sono state selezionate. Attraverso la modalità operativa di analisi critica dei progetti e delle storie personali di alcuni architetti, sono state fornite delle risposte precise alla tematica già all’interno della trattazione. La risposta all’ipotesi si dimostra quindi fondata, a patto che sia sempre rintracciabile un’esperienza come fonte conoscitiva dell’architettura. Il Mediterraneo, quindi, non è un semplice strumento del progetto ma prende il ruolo di innesco. Esso è una spinta a guardare, attraversare e registrare esperienze. La dimensione esperienziale è il dato che scioglie il nodo critico della questione. Gli architetti presi in esame registrano situazioni ambientali esercitando uno sguardo. L’oggetto di questo sguardo sono caratteri, modalità di azioni e atmosfere da sottoporre a una rilettura.
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ROTA, ROSANNA. "Il corpo comico in Plauto. Rappresentazioni, riferimenti, giochi di parole a partire dallo Pseudolus". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11562/961283.

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Resumen
Il progetto di ricerca sviluppato in questa tesi muove da una riflessione sul rilievo che la dimensione della corporeità riveste nell’opera di Plauto. In effetti, è opinione diffusa che la comicità plautina insista su aspetti molto marcati di corporeità, ma in realtà a un esame più approfondito la ‘fisicità’ nelle commedie di Plauto appare come una caratteristica estremamente sfuggente, refrattaria a classificazioni di qualunque tipo, visto che il lessico corporeo dell’autore si situa più sul piano della connotazione che su quello della denotazione. Forse anche per questo motivo, l’argomento non è ancora mai stato studiato in modo sistematico, benché il testo plautino offra in tal senso un campo di indagine molto promettente e nonostante il diffuso interesse per il tema del corpo mostrato negli ultimi tempi dagli studi sul mondo antico. Un esame al contempo approfondito e trasversale dell’utilizzo dei termini relativi al corpo nelle commedie di Plauto è apparso improponibile per la vastità e la complessità del lavoro, che avrebbe rischiato di diventare dispersivo e di non approdare a risultati chiari e soddisfacenti; si è pertanto individuata una modalità di ricerca che, pur delimitando il campo di indagine, miri a rendere conto della marcata polisemia ed allusività del linguaggio plautino e che risulti comunque flessibile ed efficace per confronti trasversali all’interno dell’intero corpus delle opere dell’autore. La soluzione adottata consiste nell’incrociare i risultati di due diverse serie di ricerche: la prima, ‘sintagmatica’, basata sull’analisi di una commedia plautina fra le più note per la ‘fisicità’ marcata, lo Pseudolus; la seconda, ‘paradigmatica’, mirata all’approfondimento di un termine del lessico corporeo individuato per la sua ‘plautinità’ e per la sua capacità (sia linguistica che culturale) di generare situazioni comiche: fra i vari possibili si è scelto, per la potenzialità creativa che lo contraddistingue, il termine dens. L’indagine si è poi basata sulla rilevazione di elementi significativi per la ‘distanza’ dai modelli culturali del lettore odierno, sulla ricostruzione delle valenze che tali elementi potevano assumere nella mentalità comune della Roma arcaica e sul tentativo di ricollocare gli stessi elementi nel probabile panorama interpretativo del pubblico dell’epoca. Il corpo di Pseudolo si è gradualmente delineato come un corpo di schiavo che esibisce però una fisionomia mutevole e composita, sovrapponendo alle caratteristiche servili tratti di volta in volta variabili, come quelli del condottiero aristocratico o dell’indovino. Caratterizzato da sproporzioni e da posture incongrue rispetto al suo status, il corpo di Pseudolo è uno spazio espressivo essenziale in cui si gioca comicamente il contrasto fra l’ostentazione di atteggiamenti da uomo libero e il rischio della punizione fisica. Le occorrenze plautine del termine dens e derivati hanno ugualmente consentito di delineare una serie di costanti culturali su cui Plauto crea situazioni comiche: dalla personificazione di dettagli corporei significativi, quali i denti dei parassiti, alla vivace rappresentazione fisica di categorie relative all’età, alla deformazione comica del corpo, alla condensazione nel corpo di situazioni-tipo relative all’aggressività, alla costruzione fantastica di una casa-organismo dotata di porta-bocca. Incrociando i risultati delle due analisi, cioè dell’asse ‘sintagmatico’ e di quello ‘paradigmatico’, l’indagine è approdata a risultati convergenti. Si è infatti evidenziato come, nell’elaborazione comica (soprattutto per iperbole o inversione) di alcuni aspetti salienti dell’‘enciclopedia culturale’ che accomunava l’autore al proprio pubblico, emerga la tendenza di Plauto a operare una ri-costruzione del corpo attraverso la parola, puntando sostanzialmente sulla capacità di ricezione ‘attiva’ degli spettatori, sollecitati a ricostruire con l’immaginazione, probabilmente ben al di là dei limitati strumenti offerti dal costume di scena, un mondo variegato di personaggi dalla potente ‘corporeità’ comica.
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