Literatura académica sobre el tema "Obblighi internazionali"

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Artículos de revistas sobre el tema "Obblighi internazionali"

1

Liguori, Anna. "Obblighi internazionali e comunitari in materia di garanzie procedurali avverso l'espulsione dei migranti in Europa". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 3 (septiembre de 2009): 29–65. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003003.

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Resumen
Introduzione1. Obblighi internazionali in materia di garanzie procedurali avverso l'espulsione2. Le garanzie procedurali avverso l'espulsione nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo3. Obblighi comunitari in materia di garanzie procedurali avverso l'espulsione4. Segue: in relazione ai cittadini comunitari5. Segue: in relazione ai cittadini extracomunitari - Conclusioni
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Palmisano, Giuseppe. "Trattamento dei migranti clandestini e rispetto degli obblighi internazionali sui diritti umani". DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, n.º 3 (diciembre de 2009): 509–39. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2009-003005.

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Resumen
- The legislative and operational measures recently adopted by Italy in order to prevent and repress clandestine immigration raise the problem of their consistency with Italy's international obligations conncerning the protection of human rights. With a view to assessing the actual terms of such a problem, contents and extent of the protection to be afforded to irregular migrants, under the international law of human rights, must be preliminarily determined. Considering the specific legal situation of Italy, in the light of its participation both to the European Convention of Human Rights and to the International Covenants on Human Rights, as well as to many other conventions dealing with the protection of human rights, it clearly turns out that Italy is internationally bound to respect and protect a number of basic rights of irregular migrants. Such rights include, at the very least, the right to life, the right not to be subjected to torture (or to cruel, inhuman, or degrading treatment), and the right not to be subjected to arbitrary arrest or detention. Respect for such rights also implies an absolute non-refoulement obligation, that is an obligation not to expel or return an irregular migrant to another State where there is an actual risk that his or her rights would be violated. Moreover, basic rights of clandestine immigrants include the right to family unity, the right not to be subjected to collective expulsion, and (closely linked with this latter right) the right to a fair and transparent procedure of expulsion or repatriation, implying a reasonable and objective examination of the particular case of each individual. Turning to economic, social and cultural rights, an internationally lawful treatment of irregular migrants requires compliance with international obligations protecting the right to health and medical care, the right to primary education, and some core labour rights. The principle of non discrimination plays obviously a crucial role in view of correctly implementing all these international obligations with respect to the specific situation of irregulars migrants. Lastly, special and stronger human rights protection is required when the irregular migrants are children, or victims of trafficking in persons. In the light of the international human rights obligations which are applicable to the peculiar situation of irregular migrants, some of the legislative and operational measures adopted by Italy to struggle against clandestine immigration seem indeed to be inconsistent not only with such obligations (and with the increasing international trend towards the "non criminalization" of clandestine immigrants by reason of their irregular position), but also - at least in part - with the EU legal standards provided for by the recent 2008/115/EC Directive on common standards and procedures for returning illegally staying third-country nationals. This seems to be true, for example, with regard both to the new Article 10 bis inserted in the Legislative Decree n. 286 on immigration, introducing the crime of clandestine immigration, and to the new paragraph 11 bis of Art. 61 of the Criminal Code, introducing a general aggravating circumstance consisting in the irregular status of the immigrant author of a crime. But this seems particularly true and blameworthy with regard to the practice of intercepting crumbling boats full of migrants on the high seas and coercively driving them back to Libya.
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Albano, Silvia. "Diritto di asilo costituzionale, obblighi internazionali dello Stato Italiano ed abrogazione della protezione umanitaria". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (junio de 2019): 58–67. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-001006.

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Erkens, Yvonne. "Sustainable business agreements in the Netherlands: search for the missing link". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 169 (abril de 2021): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-169002.

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Resumen
Il disastro del Rana Plaza ha reso evidenti le violazioni dei diritti fondamentali sul lavoro che si verificano all'interno delle catene di subfornitura. Le possibili soluzioni per fronteggiare tale fenomeno vengono ricercate a tutti i livelli. Nei Paesi Bassi, in particolare, sono stati conclusi alcuni accordi commerciali internazionali per garantire una gestione responsabile della filiera: si tratta di accordi multi-stakeholder volti a far sì che le aziende promuovano il rispetto dei diritti fondamentali sul lavoro nelle loro catene di subfornitura. Recenti studi hanno dimostrato che tali accordi aumentano la consapevolezza del rischio e migliorano la due diligence in vari setto-ri, ma non è (ancora) possibile fornire una prova definitiva del fatto che essi contribuiscano anche a migliorare le condizioni nei Paesi di produzione. Ciò ha in parte condotto all'adozione della legge olandese sulla due diligence in tema di lavoro minorile, che obbliga le aziende a individuare le forme di lavoro minorile presenti all'interno delle loro catene di subfornitura e ad adottare le misure necessarie per contrastarle. Attraverso l'assunzione volontaria di obblighi in un contesto settoriale, gli stakeholder possono adempiere agli oneri loro imposti dalla legge. Ciò porta a concludere che gli accordi olandesi potrebbero rappresentare quel collegamento ad oggi mancante tra le disposizioni di soft law esistenti e le normative legali vincolanti.
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Ferrante, Vincenzo. "Lavoro decente e responsabilità delle imprese multinazionali per le produzioni delocalizzate: Panorama della legislazione italiana". Lex Social: Revista de Derechos Sociales 10, n.º 2 (8 de julio de 2020): 224–52. http://dx.doi.org/10.46661/lexsocial.5070.

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Resumen
Il saggio, che prende spunto dal Convegno organizzato dall’Università di Alcalà nel dicembre del 2019 “Estándares laborales y responsabilidad de las empresas multinacionales. Desafíos en un mundo global”, esamina la legislazione italiana diretta a garantire che le imprese multinazionali aventi sede nello Stato realizzino scambi commerciali su una base equa, vigilando sulle società controllate estere, per assicurare che queste rispettino i core labour standards previsti dall’OIL e dalle altre organizzazioni internazionali. A differenza della legislazione di altri paesi europei, manca in Italia una norma che imponga un obiettivo siffatto, forse a ragione del fatto che la vasta diffusione del lavoro sommerso ha imposto al legislatore di concentrarsi sui fenomeni di sfruttamento che si manifestano nei confini nazionali (anche se si rileva come la trasposizione delle direttive che hanno riguardo a questo obiettivo non sempre è correttamente avvenuta). In attesa che venga a maturare una norma di diritto internazionale universalmente riconosciuta che faccia divieto di commerciare un qualunque bene, quando esso sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento schiavistico di altri uomini, l’A. si concentra sulla legislazione relativa alle società commerciali, su quella che regola gli appalti privati e sulla disciplina europea del commercio alimentare, per verificare se le norme già esistenti in materia non consentano al giudice nazionale, opportunamente sollecitato, di reprimere lo sfruttamento che avvenga al di fuori dei confini nazionali, in virtù degli obblighi assunti dalle singole società nei confronti dei propri soci e dei consumatori.
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Saccucci, Andrea. "Divieto di tortura ed esigenze di sicurezza nel contesto della war on terror: verso una flessione "al ribasso" degli obblighi internazionali?" DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, n.º 1 (abril de 2009): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2009-001001.

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Resumen
- The mounting fear brought up by international terrorism and the need to counter effectively threats to national security have re-ignited the legal debate over the absolute nature of the prohibition of torture and inhuman or degrading treatment in situations of extreme danger of massive catastrophes (so called ticking bomb scenario), around the question "Can a suspect terrorist be ever tortured or subject to coercive techniques of interrogations?". After a brief overview of the different answers given by the recent doctrine, an attempt is made to assess whether the post-2001 States' practice concerning anti-terrorism measures has had (or is capable of having) an impact on the nature and scope of the international norms prohibiting torture and inhuman or degrading treatment. While the absolute and inderogable character of the prohibition continues to be generally recognized at least as a matter of principle, notwithstanding the growing number of reported abuses committed against suspected terrorists, the recent practice shows that States seek to lower the degree of protection afforded by customary and treaty obligations in the name of the war on terror. In this respect, three aspects are examined: a) the general trend to ‘relativize' the requirement of gravity by means of subjective factors (such as the dangerousness of the person concerned) for the purpose of determining whether certain acts fall within the scope of the prohibition and whether they should be classified as torture or as inhuman or degrading treatment; b) the attempt by many States to challenge the absolute nature of the prohibition of refoulement in case of transfer of the suspect terrorist to a country where there are substantial grounds to believe that he runs a real risk of being subject to prohibited treatment, notably relying on diplomatic assurances; c) a more general tendency to lower the degree of due diligence required of States in the implementation of positive obligations related to the prohibition of torture (such as the obligation to prosecute the perpetrators and to provide adequate reparation to the victims), by broadening the margin of appreciation of national authorities with respect to the aims pursued in the framework of the prevention and repression of terrorism.
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Spagnolo, A. G., D. Sacchini, G. Torlone y A. A. Bignamini. "Il laboratorio del Comitato Etico - 1. Istituzione e procedure operative standard". Medicina e Morale 48, n.º 2 (30 de abril de 1999): 221–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.804.

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Resumen
L’articolo, il primo di una serie di contributi 2ad hoc2 che verranno pubblicati su “medicina e Morale”, intende esaminare in concreto i problemi pratici inerenti l’attivazione e il funzionamento dei Comitati Etici (CE) alla luce dell’emanazione delle specifiche linnee-guida dell’Uniione Europea (International Conference on Harmonisation – Good Clinical Practice, ICH-GCP) e dei Decreti del Ministero della Sanità che le hanno recepite e regolamentate in Italia. Gli autori, dopo aver preso in considerazione il ruolo dei CE nell’iter della sperimentazione clinica di nuovi prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici, si soffermano sul tema dell’istituzione e della legittimità dei CE secondo la normativa vigente. Vengono inoltre fornite indicazioni dettagliate sui primi “obblighi” che i CE si ttrovano ad assolvere e cioè la preparazione “ex novo”/revisione dello statuto istitutivo e del regolamento interno con le relative procedure operative standard (Standard Operative Procedures o SOP). Tali indicazioni si basano non solo sui citati decreti, ma anche sulle diverse linee-guida internazionali in materia. Riguardo allo statuto vengono evidenziati gli elementi considerati irrinunciabili nella sua stesura: 1. i principi di riferimento; 2. le funzioni del Comitato; 3. la composizione. In merito alle SOP, i punti indispensabili ai fini della loro elaborazione riguardano le procedure inerenti: 1. riunioni, cariche e avvicendamento dei membri del CE; 2. presentazione della richiesta di approvazione al CE; 3. l’esame della documentazione presentata; 4. la decisione del parere; 5. la comunicazione del parere; la emissione del giudizio di notorietà; 6. il monitoraggio della sperimentazione; 7. l’archiviazione e l’accesso alla documentazione; 8. la revisione delle procedure e gli eventuali allegati. In appendice all’articolo vengono infine proposti due facsimile di statuto del CE e di SOP, che possono essere utilizzati come base per redigere e adattare alle realtà locali tali documenti da parte dei singoli CE.
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Minutoli, Fabio. "Innovative technologies, certification and assessment tools for a sustainable building heritage". VITRUVIO - International Journal of Architectural Technology and Sustainability 6, n.º 2 (31 de diciembre de 2021): 102–15. http://dx.doi.org/10.4995/vitruvio-ijats.2021.16530.

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Resumen
E' evidente che buoni risultati nel campo della sostenibilità ambientale si possono ottenere da politiche di efficienza energetica per gli edifici - per lo più realizzati o in itinere - costruiti per oltre il 50% prima della disattesa legge 373/76 che prevedeva, nel periodo del petrolio europeo crisi, vincoli per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici e requisiti per l'isolamento termico degli edifici per il contenimento dei consumi.Meno chiara è invece la parte di fabbricato oggetto di conservazione (ai sensi del D.Lgs. 42/2004 o previgenti normative in materia) o di immobili vincolati ope legis (art. 12 D.Lgs. 42/2004, asset appartenenti allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e soggetti giuridici privati senza scopo di lucro e che siano opera di autore non più in vita e la cui esecuzione risalga a più di settant'anni ), per i quali non sarebbe possibile applicare le limitazioni dei decreti 192/2005 e 311/2006, che esonerano gli edifici "il cui rispetto dei requisiti comporterebbe un'alterazione inaccettabile della loro natura o aspetto, con particolare riferimento ai o caratteristiche artistiche"degli obblighi di efficienza energetica.In questo lavoro si vogliono giustificare e illustrare alcune scelte fatte da istituti di ricerca internazionali in merito alla difficoltà di conciliare le nuove richieste di sostenibilità legate alla necessità di ridurre i consumi (soprattutto da combustibili fossili) con quelle del valore storico degli edifici oggetto di intervento , presentando criteri di valutazione che possano fornire un metodo oggettivo per quantificare la compatibilità tra nuovo ed esistente, criteri che – per avere capacità predittiva e quindi poter guidare le scelte ex ante e non misurarle ex post – utilizzino strumenti di progettazione digitale (BIM , GIS, ecc.).
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Stevoli, M. "Comunita internazionale e obblighi "erga omnes"". Chinese Journal of International Law 12, n.º 4 (1 de diciembre de 2013): 846–47. http://dx.doi.org/10.1093/chinesejil/jmt041.

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Pertile, Marco. "Gli obblighi di diligenza delle imprese e i minerali provenienti da zone di conflitto: riflessioni sull'origine e sulla rilevanza del concetto di conflict minerals". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 171 (diciembre de 2021): 391–420. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171002.

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Resumen
Il presente contributo esamina la relazione tra i più recenti strumenti giuridici sulla due diligence obbligatoria, adottati o in via di adozione a livello statale e sovranazionale, e i precedenti strumenti sui conflict minerals. L'analisi dimostra che gli strumenti recenti, pur prevedendo per le imprese obblighi di diligenza ad ampio spettro, non regolano in modo specifico le situazioni di conflitto armato. Gli strumenti precedenti sui conflict minerals prevedono invece forme di due diligence asimmetrica che regolano in modo parzialmente difforme le relazioni tra le imprese e i governi, da un lato, e quelle tra le imprese e gli insorti, dall'altro. L'autore ritiene che gli obblighi di due diligence in situazioni di conflitto dovrebbero ispirarsi a parametri ugualmente applicabili a tutte le parti. I nuovi strumenti di due diligence generale dovrebbero (o avrebbero dovuto) disciplinare gli obblighi di diligenza delle imprese in tutti i contesti, attraverso il riferimento alle norme sulla tutela dei diritti umani e al diritto internazionale umanitario.
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Tesis sobre el tema "Obblighi internazionali"

1

SQUARATTI, VERA. "Le partecipazioni pubbliche alle imprese e gli obblighi comunitari e internazionali". Doctoral thesis, Università Bocconi, 2008. https://hdl.handle.net/11565/4053322.

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ANDRETTO, Luca. "Obblighi internazionali e vincoli comunitari. L'art. 117, I della Costituzione alla luce del principio di supremazia del Parlamento". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343538.

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Resumen
La tesi, che ha ad oggetto l'art. 117, I Cost., si distingue per il particolare approccio ermeneutico, fondato sul principio di supremazia del Parlamento. L'analisi ha una doppia finalità: individuare possibili incoerenze o aporie nelle proposte interpretative del disposto costituzionale sino ad oggi avanzate; selezionare, tra quelle residue, le più rispondenti all'obiettivo di salvaguardare il principio di supremazia parlamentare. In questo modo, si vuole ottenere una lettura coerente e non frammentata della disposizione, teleologicamente orientata alla salvaguardia del pluralismo politico e alla continuità del processo democratrico rappresentativo. L'analisi si serve, tra l'altro, del metodo comparato di analisi giuridica.
The thesis, which concerns art. 117, I, of Italian Constitution, stands out for the particular hermeneutic approach, based on the principle of supremacy of Parliament. The analysis has a twofold purpose: to identify possible inconsistencies or fallacies in the interpretations of the constitutional provision so far proposed; to select, among the remaining interpretations, the most respondent to the aim of safeguarding the principle of parliamentary supremacy. In this way, the purpose is to get a consistent and not fragmented reading of the provision , ideologically oriented to the safeguard of political pluralism and the continuity of democratic representation. The analysis, moreover, uses the comparative method of legal analysis.
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3

Brugnatelli, S. R. "La responsabilità dello Stato per la violazione degli obblighi relativi alla protezione dei diritti umani". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64129.

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4

Sisler, C. "L'ADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI CONTENUTI IN ACCORDI MISTI: IL RUOLO DELL'UNIONE EUROPEA E DEGLI STATI MEMBRI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172497.

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Resumen
Although mixed agreements are an established phenomenon in the external relations of the EU and its Member States, they still raise important legal questions. The thesis aims to analyze the problems relating to the implementation and the management of mixed agreements, with a view to understanding who is responsible for what, according to EU and international law.
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5

ZUCCARI, LUIGI. "Il commercio internazionale di armi convenzionali. Normativa e prassi italiana alla luce degli obblighi internazionali". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1365606.

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Resumen
La tesi affronta il tema del commercio internazionale di armi con particolare riguardo alla normativa e alla prassi italiana in materia. Nello specifico, ci si pone l'obiettivo di illustrare ed analizzare, evidenziando le criticità giuridiche più rilevanti, la normativa internazionale ed europea relativa ai trasferimenti internazionali di armi convenzionali. L'analisi del quadro giuridico internazionale risulta utile per rilevare, ove presenti, eventuali profili di non conformità della normativa e della prassi italiana in materia.
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6

CARLI, EUGENIO. "Le missioni dell'Unione europea nel quadro della Politica di Sicurezza e Difesa Comune: profili di diritto internazionale". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1028120.

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Resumen
La tesi analizza dapprima la Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC) dell'Unione europea sotto il profilo storico-istituzionale (Cap. I) e della prassi, descrivendo le principali missioni civili e militari dispiegate (Cap. II). In seguito, essa affronta la questione degli obblighi di diritto internazionale, sia convenzionale che consuetudinario, applicabili nello svolgimento della PSDC (Cap. III) e della responsabilità internazionale dell'Unione europea o degli Stati partecipanti, con particolare riguardo al tema dell'attribuzione di condotta (Cap. IV). This thesis first analyzes the Common Security and Defence Policy (CSDP) of the European Union under a historical-institutional perspective (Ch. I) and a practical one, describing the main civilian and military mission conducted (Ch. II). Afterwards, the questions relating to the international law obligations, both under conventional and consuetudinary law, applying in this sector and to the international responsibility of the European Union and partecipating States are addressed, with a paticular focus on the issue regarding the attribution of conduct (Ch. IV).
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7

GIULIANI, CHIARA. "Le contromisure adottate da Stati non materialmente lesi nel diritto internazionale". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1372858.

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Resumen
Since 2014, many scholars have drawn renewed attention to the subject concerning unilateral coercive measures adopted by States. Due to the annexation of Crimea and to the conflict broke out in the Eastern regions of Ukraine, the Russian Federation has been accused of committing serious breaches of international law. As a response to them, several States, such as the United States, Japan, Australia and the members of the European Union, have adopted so called economic sanctions against Russia, in particular, against Russian officials and enterprises. International practice, far from being limited just to this case, shows how the adoption of economic restrictive measures as a reaction to serious breaches of international law has turned to be a relevant phenomenon in recent years. The object of the present analysis is part of one of the most controversial field in international law: reaction of States against violation of international law and enforcement of international rules. Notably, the international Community is made up of sovereign, equal and independent States and, as a consequence, coercive measures may be implemented only through self-help measures. Such a decentralized reaction system need to be framed in a judicial architecture which seems necessary in order to avoid the primacy of power-based, instead of law-based, relations. Moreover, the complexity of the present subject has increased due to the emergence of the erga omnes obligations which are meant to protect fundamental values and basic principles of the international Community. All States have to comply with this kind of rules, thus entailing an overcoming in the classical bilateral structure of international relations. As a consequence, new questions have been raised by scholars concerning the possibility for States, not directly affected by the wrongful act, of reacting against violations of erga omnes obligations through the adoption of countermeasures. Violations of erga omnes obligations are deeply linked to the most serious breaches of international law which represent a threat to international peace and security and thus to the stability of international relations. This is the reason why it is possible to affirm that the central point this work aims at assessing concerns conditions of States’ reaction “between words and war”. In particular, the present research will be focused on the lawfulness of countermeasures adopted by States not directly affected by the wrongful act in case of violations of erga omnes obligations. Indeed, the solution proposed by the Draft Articles on State Responsibility for internationally wrongful act, adopted in 2001, is deemed to be a compromise not setting out any clear regime. In view of the above, the first part of the work will be focused on the analysis of preliminary concepts considered as fundamental for a comprehensive understanding of the matter, and on the theoretical debate developed by scholars. The second part will be devoted to the exhaustive study of international practice and opinio of States in order to assess the emergence of a new international rule allowing the adoption of countermeasures by all States to enforce erga omnes obligations. The third part will deal with the analysis of possible legal basis other than countermeasures which could justify unilateral coercive measures. The fourth and final part of the work will eventually discuss about the limits of countermeasures, steering the attention at proportionality and protection of economic, social and cultural human rights.
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Libros sobre el tema "Obblighi internazionali"

1

Garofalo, Luciano. Obblighi internazionali e funzione legislativa. Torino: G. Giappichelli, 2009.

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2

Marchesi, Antonio. Obblighi di condotta e obblighi di risultato: Contributo allo studio degli obblighi internazionali. Milano: A. Giuffrè, 2003.

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3

Andrea, Bonomi. Il "limite" degli obblighi internazionali nel sistema delle fonti. Torino: G. Giappichelli, 2008.

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4

Carlo, Ruga Riva y Università degli studi di Milano-Bicocca., eds. Ordinamento penale e fonti non statali: L'impatto dei vincoli internazionali, degli obblighi comunitari ... Milano: Giuffrè, 2007.

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