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De Castro, Paolo. "Agroalimentare e sviluppo: nuovi bisogni e nuove politiche per la crescita". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 1 (abril de 2011): 29–33. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001006.

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Il presente lavoro rileva il ruolo estremamente significativo svolto dal tessuto agricolo nell'orizzonte di una maggiore sostenibilitŕ dei processi di crescita. Per adempiere a tale compito, perň, si segnala la necessitŕ per il mondo agricolo nazionale ed europeo di intervenire sui modelli societari, sul credito, sulle politiche formative, sugli investimenti in infrastrutture e tecnologie promuovendo un maggiore orientamento verso azioni integrate che guardino ai sistemi piů che ai singoli prodotti o alle singole filiere. Solo cosě l'agricoltura potrŕ rimanere competitiva e contribuire attivamente alla preservazione delle identitŕ locali, dell'ecosistema, dei valori civici e culturali tradizionali delle comunitŕ rurali.
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Marinelli, Augusto, Claudio Fagarazzi y Alessandro Tirinnanzi. "Valutazione degli effetti economici, ambientali e territoriali di alcune filiere biomassa-energia presenti in Toscana". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (febrero de 2013): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2003.

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Il presente contributo esamina alcune filiere foresta-legno-energia presenti in Toscana. Lo studio č diretto a valutare l'effettiva efficienza economica della tecnologia, la sostenibilitŕ economica di lungo periodo della filiera, gli effetti sociali indotti sulle imprese e sulla comunitŕ e gli effetti ambientali determinati da queste nuove tecnologie, nonché eventuali problematiche gestionali e organizzative rilevate dai vari attori coinvolti nella filiera (proprietari boschivi, imprese di utilizzazione forestale, gestori degli impianti energetici, utenti finali). Le esperienze illustrate nel presente contributo, sono il risultato di due anni di attivitŕ di monitoraggio, realizzate nell'ambito del progetto transfrontaliero BIOMASS. I risultati rappresentano un utile strumento di supporto per la progettazione della filiera e degli impianti, in termini di logistica, infrastrutture e di valutazione degli effetti socioeconomici sulle comunitŕ e sulle imprese locali.
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Marotta, Giuseppe y Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches". RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, n.º 2 (octubre de 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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Branca, Davide. "Spazi temporanei come palestra per una filiera di associazioni e piccole imprese". TERRITORIO, n.º 56 (marzo de 2011): 79–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056010.

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L'articolo indaga esperienze ed iniziative rivolte ai giovani realizzate in piů di 15 anni legate al binomio promozione del protagonismo giovanile. Il bisogno di spazi viene osservato quale nuova opportunitŕ per costruire nuove pratiche all'interno delle politiche giovanili che permettano di ribaltare la visione dei giovani come ad una categoria sociale con problemi specifici da trattare in maniera settoriale, e invece di passare a considerare i giovani stessi come un nuovo possibile punto di attacco all'intervento sulla societŕ nel suo complesso e al contempo come una risorsa strategica per ridefinire certi equilibri e puntare al miglioramento della qualitŕ della vita delle comunitŕ urbane. Nel campo delle politiche giovanili, la prospettiva di lavoro rivolta alla creazione di incubatori puň rappresentare un approccio innovativo in quanto sostiene l'emancipazione dell'intervento sui e con i giovani dall'ambito del mero intrattenimento all'interno del quale č stato per lungo tempo confinato, porta l'idea che la creativitŕ giovanile possa offrirsi alla collettivitŕ nella duplice veste imprenditoriale e sociale.
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Pontrandolfi, Antonella. "Sistema agroalimentare e sostenibilitŕ ambientale: scenari e sfide". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (enero de 2013): 91–110. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002006.

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La sostenibilitŕ ambientale č un concetto da sviluppare maggiormente nel settore agroalimentare per le implicazioni su suolo, acqua e biodiversitŕ e per l'impatto ambientale della produzione agroindustriale. Per aumentare il livello di sostenibilitŕ appare importante applicare un nuovo approccio, territoriale e di filiera e va an- che considerata la coerenza con gli obiettivi di sicurezza alimentare e gli effetti dei cambiamenti climatici, cioč la sfida per il settore agroalimentare č assicurare un adeguato livello produttivo incidendo perň sul grado generale di sostenibilitŕ e l'autore ritiene che questo possa avvenire adottando approcci e strumenti pianificatori integrati che considerino tutte le fasi del processo produttivo lungo le filiere e nei piani di settore dell'agroalimentare.
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Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Teresa Cuomo, Maria, Oscar De Franciscis y Alex Giordano. "La rimodulazione strategica del modello di business. L'integrazione tra agri-food e turismo". ESPERIENZE D'IMPRESA, n.º 2 (enero de 2021): 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002004.

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L'ampliamento dell'offerta produttiva con attività non appartenenti alle tradizionali aree di mercato delle imprese sta avanzando in specie nel segmento alimentare. Questa nuova impostazione travalica così il tradizionale approccio di tipo "core business", immaginando una logica di "non-core business", di contagio fecondo tra filiere produttive contigue in grado spesso di potenziare imprese e aree geografiche. Lo scenario che emerge dalla nuova alternativa strategica quindi parte dal presupposto che il non-core stimola il core, modificando completamente i tratti di una specifica organizzazione imprenditoriale. Le novità sperimentali fornite da questi business, laddove si manifestano con successo, riescono a produrre alcuni vantaggi fondamentali che vanno dalla diversificazione del rischio d'impresa allo sviluppo del fatturato e delle quote di mercato fino all'innovazione di prodotto in chiave di maggiore sostenibilità. In altri termini, il non-core - che nel caso di un'azienda produttiva a vocazione agricola può configurarsi nell'attività ricettiva, ristorativa e del commercio di produzioni tipiche legate al terroir - può fungere da traino rispetto al business tradizionale diventandone così il nuovo core in una virtuosa spirale di sviluppo.
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Ragionieri, Maria Pia y Alessandro Chiarabolli. "Coexistence of GM Crops with Conventional and Organic Agriculture: the European approach". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (enero de 2013): 145–59. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002008.

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L'articolo presenta uno stato dell'arte delle politiche internazionali ed europee e una rassegna delle iniziative implementate dagli operatori privati per la sicurezza sanitaria nelle filiere agroalimentari. L'analisi č incentrata sugli effetti economici della combinazione degli approcci pubblico e privato in comparazione con i potenziali effetti in termini di riduzione del rischio sanitario a cui č esposto il consumatore. Partendo da una rassegna critica della letteratura economica e da un'analisi basata sugli strumenti della Nuova Economia Industriale, gli autori mostrano come, a determinate condizioni, l'obiettivo della sicurezza sanitaria nella filiere agroalimentari possa essere soltanto parzialmente conseguito per effetto di distorsioni economiche derivanti dall'effetto combinato di politiche pubbliche e standard privati.
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Scudo, Gianni y Matteo Clementi. "La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale". TERRITORIO, n.º 93 (enero de 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

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Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
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Di Salvatore, Luca y Piermaria Corona. "Contratti di rete e accordi di foresta come opportunità per le imprese del settore forestale". L’Italia Forestale e Montana 77, n.º 2 (23 de junio de 2022): 61–69. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1706.

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Le reti di imprese possono rappresentare un efficace strumento di promozione e valorizzazione delle potenzialità selvicolturali e delle filiere forestali. Dopo una presentazione del contratto di rete quale strumento di cooperazione tra imprese, questo lavoro analizza la disciplina specifica dettata per le reti agricole, per poi illustrare la risposta del mercato italiano all’introduzione di questo strumento. Vengono inoltre evidenziate le potenzialità di sviluppo di reti di imprese in ambito forestale, anche in riferimento alle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal nuovo strumento degli “accordi di foresta”.
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Crepaldi, Gabriella. "Gli acquisti eco-sostenibili nel nuovo Codice dei contratti pubblici italiano: considerazioni sul life cycle costing". Revista do Direito 1, n.º 54 (8 de enero de 2018): 86. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v1i54.12046.

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L’inquadramento normativo degli appalti verdi in Italia - II. Costi, prezzi e offerte più vantaggiose - III. Il costo del ciclo di vita – IV. Il ciclo di vita come canone di pertinenza: cautele – V. Medie-piccole-micro imprese, produzioni chilometri zero e filiera corta – VI. Osservazioni conclusive sulla qualificazione ambientale delle stazioni appaltanti (e degli enti)
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Orazi, Francesco. "I sistemi locali di sviluppo del Medio-Adriatico: i risultati di una ricerca". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 116 (abril de 2010): 204–19. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116017.

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L'articolo, riprendendo i dati di una ricerca svolta su 5 distretti industriali nelle Regioni Marche e Abruzzo (area Medio-Adriatica), cerca di descrivere le profonde trasformazioni economiche e socio culturali che hanno investito negli ultimi anni queste comunitŕ e queste forme organizzate e diffuse della produzione. Sul piano della struttura industriale si notano due eventi cruciali: l'emergere di poche medio-grandi imprese leader distrettuali che ne guidano di fatto gli esiti, fino a mutare l'articolazione del distretto di specializzazione in post-distretto "ri-verticalizzato"; il processo di delocalizzazione produttiva delle filiere di Pmi in paesi di nuovo approdo industriale, con il conseguente processo di erosione dei legami sociali tra struttura produttiva endogena e comunitŕ locali (a es. disoccupazione industriale). Infine, il lavoro sostiene l'esigenza di un nuovo e moderno apporto istituzionale allo sviluppo, sia con il reale potenziamento delle strategie di governance che con un forte processo innovativo innescato dalle risorse locali, cognitive, umane e tecniche per traghettare le economie distrettuali verso sentieri innovativi della competitivitŕ globale.
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Lupo, Eleonora. "Design e Cultural driven innovation". i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (5 de diciembre de 2019): 120. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7085.

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Il saggio si propone di inquadrare il concetto di Cultural Driven Innovation nel discorso su design e patrimonio culturale contemporaneo, inteso come l’heritage continuum attivabile dal design tramite le tecnologie digitali e mobile. In questo approccio il Cultural Heritage non è considerato solo leva per uno sviluppo più sostenibile ma vera e propria fonte di innovazione, grazie al suo ri-uso creativo non soltanto in nuovi prodotti culturali fruibili da utenti finali, ma in strategie e strumenti, abilitati dal design, di co-creazione di valore per tutta la filiera.
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Marotta, Giuseppe y Concetta Nazzaro. "Verso un nuovo paradigma per la creazione di valore nell'impresa agricola multifunzionale. Il caso della filiera zootecnica". ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, n.º 1 (agosto de 2011): 215–50. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2011-001011.

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Longo, Francesco, Paola Roberta Boscolo y Claudio Bongiorno Sottoriva. "Un framework per la digitalizzazione del territorio". MECOSAN, n.º 122 (diciembre de 2022): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14872.

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto lo stanziamento di 191,5 miliardi di euro per l'Italia.Se da un lato si innovano le infrastrutture fisiche, "l'hardware logistico", dall'altro si dovrebbe investire nel ridisegno dei servizi per gli utenti, nella reingegnerizzazione dei processi di lavoro e nel rafforzare e modificare competenze e ruoli professionali, "il software organizzativo". La parte hard è stata ampiamente affrontata con un preciso processo di project management top-down che coinvolge l'intera filiera istituzionale, dal Ministero alle Regioni, e da queste alle aziende sanitarie pubbliche. La dimensione che riguarda la seconda variabile, ovvero la riprogettazione dei servizi, la reingegnerizzazione dei processi e delle competenze di lavoro è stata di fatto delegata alla piena autonomia delle regioni o, qualora queste siano altrettanto silenti, delle aziende sanitarie pubbliche.Il presente articolo presenta al proposito un framework di innovazione disruptive dei servizi territoriali, con un particolare focus sui processi di prevenzione, sui pazienti cronici e fragili e sulle nuove modalità di accesso e fruizione per tutti i pazienti occasionali. In particolare, si ritiene che i macroprocessi che più debbano essere sottoposti a un ridisegno siano i seguenti:" le modalità di accesso e di reclutamento dei pazienti ai servizi e ai programmi di prevenzione;" i modelli di presa in carico e di case management;" i modelli di programmazione e prenotazione delle prestazioni e dei setting di cura;" le modalità di dialogo e scambio di informazioni tra cittadino e SSN.
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Grandi, Silvia. "Cooperazione decentrata tra la Regione Emilia-Romagna e Stato Del Paranà per lo sviluppo del cooperativismo e delle filiere agroalimentari di qualità: Il caso del Programma Brasil Próximo". Revista Movimentos Sociais e Dinâmicas Espaciais 6, n.º 2 (27 de noviembre de 2017): 73. http://dx.doi.org/10.51359/2238-8052.2017.231109.

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La cooperazione tra aree subnazionali, comunemente chiamata cooperazione decentrata o più recentemente “partenariato territoriale” nella nuova legge italiana per la cooperazione allo sviluppo (L. 125/14), assume di solito un ruolo marginale in termini finanziari ma può risultare molto rilevante in termini di efficacia ed influenza nelle policy per lo sviluppo locale. È quanto emerge del programma Brasil Próximo in cui cinque Regioni italiane (Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria) hanno creato, tra il 2004 e il 2015, un articolato sistema di relazione e di progettualità in un’ottica di cooperazione di transizione post-aid. L’obiettivo si è concretizzato con l’attivazione di un vasto network, di rafforzamento e sviluppo di politiche e strumenti, di creazione di reciproche opportunità - anche commerciali - e di interventi tesi ad accompagnare processi endogeni di sviluppo locale sostenibili capaci di intervenire sui problemi socio-economici derivanti da una squilibrata distribuzione della ricchezza. In particolare questo paper pone l’attenzione sul rapporto della Regione Emilia-Romagna con lo Stato del Paranà analizzando le attività svolte per il rafforzamento di politiche e di progetti pilota volti a sostenere i piccoli produttori nelle filiere agroalimentari attraverso la crescita delle microimprese, delle PMI, del sistema fieristico locale specialistico e del cooperativismo. Un approccio sostanzialmente basato sulle persone, sulla condivisione delle buone prassi maturate nel territorio regionale e sulla mise en reseau. I dilemmi sempre aperti dopo la conclusione anche dei progetti di cooperazione considerati di successo sono: è stato veramente sostenibile? Cosa significa sostenibile per le parti in gioco? Quanto la politica influisce nella sostenibilità di questi processi?
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Manghi, Sergio. "Liberi, liberi. Tra violenza e fraternitŕ". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 14 (septiembre de 2010): 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014005.

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Dal 1945 ad oggi, le nostre societŕ e il nostro immaginario collettivo sono cambiati profondamente. Ed č cambiato anche il modo di significare la violenza smisurata che ha fatto il suo ingresso nella storia con le bombe di Hiroshima e Nagasaki, nel frattempo proliferate. All'immaginario postbellico, caratterizzato da aspettative di forte integrazione sociale e da un rapporto protettivo, "pater-materno", tra individui e istituzioni, č seguito l'immaginario degli anni '60 e '70, caratterizzato dal dilagare del desiderio "filiale" di indipendenza e di libertŕ. A partire dai primi anni '80, la spinta libertaria č stata incorporata, trasformata e sublimata dall'immaginario "neo-liberale" del capitalismo tecnonichilista (Magatti). Con questa inedita configurazione sociale, caratterizzata dal convergere delle spinte libertarie - radicalmente individualizzate, frammentate ed estetizzate ("godimento cinico": "i"ek) - e degli apparati tecnologici sviluppati in tutti gli ambiti della vita, incluso quello militare, ormai potentemente nuclearizzato, il nichilismo profetizzato da Nietzsche tende a permeare l'immaginario collettivo. Nelle nostre relazioni, dal livello internazionale a quello interpersonale, emerge una nuova sfida: la sfida della fraternitŕ. La sfida del riconoscimento reciproco tra i "figli" in uscita - auspicabilmente - dall'adolescenza della libertŕ.
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Witczyk, Henryk. "„Godzina” Jezusa – Ofiara zbawczej męki, śmierci i zmartwychwstania". Verbum Vitae 8 (14 de diciembre de 2005): 117–36. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1395.

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Gesu durante la sua vita terrena si rivela come colui che va incontro all'uomo. Ai malati porta la salute, ai peccatori il perdono, agli indemoniati la liberta, ai morti ridona la vita. In Lui si avvicina il Regno di Dio. lncomincia il tempo della salvezza escatologica. Crea attorno a se una comunita d'amore composta dalie persone che vengono da Lui o attirate dalia sua bonta. Le parole di Gesu e le sue opere rivelano la sua pro-esistenza salvifica. La salvezza anticipata nellia terrestre pro-esistenza di Gesu - raggiunge la sua pienezza nella sua Pasqua. In questo momento l'opera delia salvezza raggiunge ił suo apice: Gesu offre agli uomini se stesso. La croce di Cristo - vissuta come sacrificio pasquale - espia i peccati e permette ad ogni uomo di entrare nella nuova alleanza con Dio. La croce di Cristo e stata anticipata nell'evento dell'Ultima Cena. Fra questi due eventi esiste inscindibile connessione. L'avvenimento dell'Ultima Cena consiste nel fatto che Gesu distribuisce il suo Corpo e il suo Sangue, ossia la sua esistenza terrena, dando se stesso. La morte violenta di Gesu, vissuta nell'obbedienza filiale e nell'amore, viene trasformata in un sacrificio volontario, in quest'atto d'amore che e la redenzione del mondo. In modo esplicito l'amore infinito di Cristo - testimoniato sulla Croce - viene rivelato nelle parole dell'Ultima Cena. L'Eucaristia e presenza del Sacrificio di Cristo che consiste nel sommo atto di donazione, dell'amore "sino alla fine". Gesu, nelle parole dell'istituzione dell'Eucaristia che provengono dalla terminologia sacrificale dell'Antico Testamento trasformata in linguaggio personale, esprime la verita salvifica che egli e il Sacrificio reale e definitivo. Dio non ha bisogno di tori e vitelli. Dio aspetta quell'amore infinito, che e l'unica vera conciliazione fra cielo e terra. Questo stesso amore donato nell'Eucaristia agli uomini espia i loro peccati, crea la nuova alleanza e porta loro nel regno di Dio.
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Witczyk, Henryk. "Eucharystia - sakrament zbawienia dla wielu". Verbum Vitae 1 (15 de junio de 2002): 123–54. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1315.

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Gesù durante la sua vita terrena si rivela come colui che va incontro all’uomo. Ai malati porta la salute, ai peccatori il perdono, agli indemoniati la libertà, ai morti ridona la vita. In Lui si avvicina il Regno di Dio, incomincia il tempo della salvezza escatologica. Crea attorno a se una comunità d’amore composta dalle persone che vengono da Lui o attirate dalla sua bont . Le parole di Gesù e le sue opere rivelano la sua pro-esistenza salvifica. La salvezza –anticipata nella terrestre pro-esistenza di Gesù – raggiunge la sua pienezza nella sua Pasqua. In questo momento l'’opera della salvezza raggiunge il suo apice: Gesù offre agli uomini se stesso. La croce di Cristo – vissuta come sacrificio pasquale – espia i peccati e permette ad ogni uomo di entrare nella nuova alleanza con Dio. La croce di Cristo è stata anticipata nell’evento dell'’Ultima Cena. Fra questi due eventi esiste inscindibile connessione. L’avvenimento dell'’Ultima Cena consiste nel fatto che Gesù distribuisce il suo Corpo e il suo Sangue, ossia la sua esistenza, dando se stesso. La morte violenta di Gesù, vissuta nell’'obbedienza filiale e nell’amore, viene trasformata in un sacrificio volontario, in quest’atto d’amore che è la redenzione del mondo. In modo esplicito l'amore infinito di Cristo – testimoniato sulla Croce – viene rivelato nelle parole dell'’Ultima Cena. L'’Eucaristia è presenza del Sacrificio di Cristo che consiste nel sommo atto di donazione, dell’'amore „sino alla fine”. Gesù, nelle parole dell'’istituzione dell’'Eucaristia esprime la verit salvifica che egli è il Sacrificio reale e definitivo. Dio aspetta quell’amore infinito, che è l’unica vera conciliazionefra cielo e terra.
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Romani, Annalisa, Anna Pietroboni Zaitseva, Andrea Carretta, Giulia Marrone, Chiara Vita, Manuela Di Lauro, Francesca Di Daniele y Annalisa Noce. "MO143UTILITY OF SIFT-MS TO EVALUATE VOLATILE ORGANIC COMPOUNDS IN NEPHROPATHIC PATIENTS' BREATH". Nephrology Dialysis Transplantation 36, Supplement_1 (1 de mayo de 2021). http://dx.doi.org/10.1093/ndt/gfab092.0021.

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Abstract Background and Aims Breath analysis techniques allow detection and quantification of multiple analytes present in breath to the low parts per billion volume (ppbv) level. One such technique is selected ion flow tube–mass spectrometry (SIFT-MS), which can measure numerous volatile organic compounds (VOCs) in breath on-line and in real-time. This technique has already been used in an innovative manner to monitor infectious, inflammatory status and metabolic conditions. However, there is no evidence on its use in ambulatory patients with chronic kidney disease (CKD). End-stage-renal-disease patients are characterized by "uremic halitosis" caused by the accumulation of uremic toxins that are detectable in breath such as ammonia and amines. The aims of this study are identifying a possible correlation between the detected VOCs and the presence of CKD, moreover, exploring the range of VOCs levels in patients with different CKD stage. Method In the present study, a mobile Voice200ultra® SIFT-MS instrument was made available by the Agilent SRA Division. The SIFT-MS allowed to quantify the VOCs in CKD patients. The SIFT-MS uses a precise and controlled application of “soft” chemical ionization. We enrolled 50 CKD patients, divided into two subgroups according to the estimated glomerular filtration rate (eGFR): eGFR ≥30 mL/min/1.73m2 (A) and eGFR <30 mL/min/1.73m2 (B) compared to 18 healthy subjects (C). The anamnestic data and information about any comorbidities such as arterial hypertension, cardiovascular and metabolic diseases, were collected for each patient. In order to reduce the possible interferences in the exhaled composition induced by different lifestyles, all participants were instructed to perform hygienic procedures before the test execution. The exhaled was sampled through the use of a standard spirometry mouthpiece for single use, directly connected with the input probe to the MS detector of the instrument that was able to detect more than 30 VOCs. The processing of the sample was made through the direct use of an internal comparison library (Syft library). The SIFT-MS software instantly calculates the absolute concentration of the target compounds by interpolating mass-to-charge ratios, reaction rate coefficients and branching ratios. Results Among all the VOCs analyzed, the most significant results are observed for ammonia and isoprene. In particular, the ROC curve of ammonia highlighted statistically significant differences between the three subgroups respectively A vs C AUC=0,756 p=0,001; B vs C AUC=0,942 p<0,001; A vs B AUC=0,797 p<0,001 (Figure 1). Youden index J between subgroups B and C defines the best cut-off =0,8704 associated with the criterion ammonia concentration ≤4700 ppbv with sensitivity =94,44% and specificity = 92,59%. The ROC curve of isoprene showed statistically significant differences between the three subgroups respectively B vs C AUC=0,669 p=0,050; A vs B AUC=0,691 p=0,014 (Figure 2). These data allow us to define this a highly accurate test. The same significant results were observed also with Anova one-way test that highlighted an inversely correlation between the ammonia breath concentration and eGFR, and a direct correlation between isoprene and eGFR. Conclusion This preliminary data confirms the potential utility of SIFT-MS for the CKD diagnosis and the possible relation between the VOCs concentration and CKD stage. This exam could be a new, non-invasive, fast-performing diagnostic technique with real-time results useful for clinical management of CKD. The study was inserted in the projects: “MioMenù: nuova filiera dell’agro-industria e una cucina tracciata natura/benessere- Lazio Region” and “BioSynOL- Oil and Legumes: biodynamic and synergistic crops for naturally fortified foods and innovative products for health and sport – G.O.Tuscany Region”.
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