Literatura académica sobre el tema "Nuove filiere"

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Artículos de revistas sobre el tema "Nuove filiere"

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De Castro, Paolo. "Agroalimentare e sviluppo: nuovi bisogni e nuove politiche per la crescita". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 1 (abril de 2011): 29–33. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001006.

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Il presente lavoro rileva il ruolo estremamente significativo svolto dal tessuto agricolo nell'orizzonte di una maggiore sostenibilitŕ dei processi di crescita. Per adempiere a tale compito, perň, si segnala la necessitŕ per il mondo agricolo nazionale ed europeo di intervenire sui modelli societari, sul credito, sulle politiche formative, sugli investimenti in infrastrutture e tecnologie promuovendo un maggiore orientamento verso azioni integrate che guardino ai sistemi piů che ai singoli prodotti o alle singole filiere. Solo cosě l'agricoltura potrŕ rimanere competitiva e contribuire attivamente alla preservazione delle identitŕ locali, dell'ecosistema, dei valori civici e culturali tradizionali delle comunitŕ rurali.
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Marinelli, Augusto, Claudio Fagarazzi y Alessandro Tirinnanzi. "Valutazione degli effetti economici, ambientali e territoriali di alcune filiere biomassa-energia presenti in Toscana". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (febrero de 2013): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2003.

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Il presente contributo esamina alcune filiere foresta-legno-energia presenti in Toscana. Lo studio č diretto a valutare l'effettiva efficienza economica della tecnologia, la sostenibilitŕ economica di lungo periodo della filiera, gli effetti sociali indotti sulle imprese e sulla comunitŕ e gli effetti ambientali determinati da queste nuove tecnologie, nonché eventuali problematiche gestionali e organizzative rilevate dai vari attori coinvolti nella filiera (proprietari boschivi, imprese di utilizzazione forestale, gestori degli impianti energetici, utenti finali). Le esperienze illustrate nel presente contributo, sono il risultato di due anni di attivitŕ di monitoraggio, realizzate nell'ambito del progetto transfrontaliero BIOMASS. I risultati rappresentano un utile strumento di supporto per la progettazione della filiera e degli impianti, in termini di logistica, infrastrutture e di valutazione degli effetti socioeconomici sulle comunitŕ e sulle imprese locali.
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Marotta, Giuseppe y Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches". RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, n.º 2 (octubre de 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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Branca, Davide. "Spazi temporanei come palestra per una filiera di associazioni e piccole imprese". TERRITORIO, n.º 56 (marzo de 2011): 79–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056010.

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L'articolo indaga esperienze ed iniziative rivolte ai giovani realizzate in piů di 15 anni legate al binomio promozione del protagonismo giovanile. Il bisogno di spazi viene osservato quale nuova opportunitŕ per costruire nuove pratiche all'interno delle politiche giovanili che permettano di ribaltare la visione dei giovani come ad una categoria sociale con problemi specifici da trattare in maniera settoriale, e invece di passare a considerare i giovani stessi come un nuovo possibile punto di attacco all'intervento sulla societŕ nel suo complesso e al contempo come una risorsa strategica per ridefinire certi equilibri e puntare al miglioramento della qualitŕ della vita delle comunitŕ urbane. Nel campo delle politiche giovanili, la prospettiva di lavoro rivolta alla creazione di incubatori puň rappresentare un approccio innovativo in quanto sostiene l'emancipazione dell'intervento sui e con i giovani dall'ambito del mero intrattenimento all'interno del quale č stato per lungo tempo confinato, porta l'idea che la creativitŕ giovanile possa offrirsi alla collettivitŕ nella duplice veste imprenditoriale e sociale.
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Pontrandolfi, Antonella. "Sistema agroalimentare e sostenibilitŕ ambientale: scenari e sfide". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (enero de 2013): 91–110. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002006.

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La sostenibilitŕ ambientale č un concetto da sviluppare maggiormente nel settore agroalimentare per le implicazioni su suolo, acqua e biodiversitŕ e per l'impatto ambientale della produzione agroindustriale. Per aumentare il livello di sostenibilitŕ appare importante applicare un nuovo approccio, territoriale e di filiera e va an- che considerata la coerenza con gli obiettivi di sicurezza alimentare e gli effetti dei cambiamenti climatici, cioč la sfida per il settore agroalimentare č assicurare un adeguato livello produttivo incidendo perň sul grado generale di sostenibilitŕ e l'autore ritiene che questo possa avvenire adottando approcci e strumenti pianificatori integrati che considerino tutte le fasi del processo produttivo lungo le filiere e nei piani di settore dell'agroalimentare.
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Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Resumen
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Teresa Cuomo, Maria, Oscar De Franciscis y Alex Giordano. "La rimodulazione strategica del modello di business. L'integrazione tra agri-food e turismo". ESPERIENZE D'IMPRESA, n.º 2 (enero de 2021): 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002004.

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L'ampliamento dell'offerta produttiva con attività non appartenenti alle tradizionali aree di mercato delle imprese sta avanzando in specie nel segmento alimentare. Questa nuova impostazione travalica così il tradizionale approccio di tipo "core business", immaginando una logica di "non-core business", di contagio fecondo tra filiere produttive contigue in grado spesso di potenziare imprese e aree geografiche. Lo scenario che emerge dalla nuova alternativa strategica quindi parte dal presupposto che il non-core stimola il core, modificando completamente i tratti di una specifica organizzazione imprenditoriale. Le novità sperimentali fornite da questi business, laddove si manifestano con successo, riescono a produrre alcuni vantaggi fondamentali che vanno dalla diversificazione del rischio d'impresa allo sviluppo del fatturato e delle quote di mercato fino all'innovazione di prodotto in chiave di maggiore sostenibilità. In altri termini, il non-core - che nel caso di un'azienda produttiva a vocazione agricola può configurarsi nell'attività ricettiva, ristorativa e del commercio di produzioni tipiche legate al terroir - può fungere da traino rispetto al business tradizionale diventandone così il nuovo core in una virtuosa spirale di sviluppo.
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Ragionieri, Maria Pia y Alessandro Chiarabolli. "Coexistence of GM Crops with Conventional and Organic Agriculture: the European approach". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (enero de 2013): 145–59. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002008.

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L'articolo presenta uno stato dell'arte delle politiche internazionali ed europee e una rassegna delle iniziative implementate dagli operatori privati per la sicurezza sanitaria nelle filiere agroalimentari. L'analisi č incentrata sugli effetti economici della combinazione degli approcci pubblico e privato in comparazione con i potenziali effetti in termini di riduzione del rischio sanitario a cui č esposto il consumatore. Partendo da una rassegna critica della letteratura economica e da un'analisi basata sugli strumenti della Nuova Economia Industriale, gli autori mostrano come, a determinate condizioni, l'obiettivo della sicurezza sanitaria nella filiere agroalimentari possa essere soltanto parzialmente conseguito per effetto di distorsioni economiche derivanti dall'effetto combinato di politiche pubbliche e standard privati.
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Scudo, Gianni y Matteo Clementi. "La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale". TERRITORIO, n.º 93 (enero de 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

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Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
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Di Salvatore, Luca y Piermaria Corona. "Contratti di rete e accordi di foresta come opportunità per le imprese del settore forestale". L’Italia Forestale e Montana 77, n.º 2 (23 de junio de 2022): 61–69. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1706.

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Le reti di imprese possono rappresentare un efficace strumento di promozione e valorizzazione delle potenzialità selvicolturali e delle filiere forestali. Dopo una presentazione del contratto di rete quale strumento di cooperazione tra imprese, questo lavoro analizza la disciplina specifica dettata per le reti agricole, per poi illustrare la risposta del mercato italiano all’introduzione di questo strumento. Vengono inoltre evidenziate le potenzialità di sviluppo di reti di imprese in ambito forestale, anche in riferimento alle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal nuovo strumento degli “accordi di foresta”.
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Tesis sobre el tema "Nuove filiere"

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Genuario, Francesco <1985&gt. "Puglia Sounds, una nuova filiera della musica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5002.

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L'elaborato inerisce allo studio dell'industria musicale e della relativa filiera. In particolare sul tentativo della Regione Puglia e di soggetti ad essa collegati, di strutturare, attraverso l'utilizzo di fondi Europei, la filiera della musica grazie ad un programma chiamato Puglia Sounds. La ricerca si focalizza su questo programma analizzandone tutti gli aspetti e, attraverso un'indagine empirica e la costruzione di un database, cerca di osservare se effettivamente si può parlare o meno di filiera della musica.
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GOBETTI, ANNA. "TECNOLOGIE E RELAZIONI DI FILIERA PER UN NUOVO ECOSISTEMA INDUSTRIALE: L’APPLICAZIONE DELLA SIMBIOSI INDUSTRIALE NEL SETTORE DEI METALLI TECHNOLOGIES AND SUPPLY CHAIN RELATIONSHIPS FOR A NEW INDUSTRIAL ECOSYSTEM: THE APPLICATION OF THE INDUSTRIAL SYMBIOSIS IN THE METALS SECTOR". Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2022. https://hdl.handle.net/11379/567427.

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Recentemente l’attenzione globale si è focalizzata verso uno sviluppo sostenibile promuovendo un modello di economia circolare. In questo contesto si colloca il presente progetto di dottorato il cui scopo è stato quello di eseguire una caratterizzazione ingegneristica relativa ad una nuova applicazione della scoria da forno elettrico ad arco, come filler in matrici polimeriche, con particolare focus sulla gomma vulcanizzata. Parallelamente è stato eseguito uno studio di questi due settori, nell’ottica di implementare una simbiosi industriale. Il motivo per cui sono stati scelti questi settori è che da una parte l’Italia è il principale produttore europeo di acciaio da forno elettrico, e più del 50% delle grandi imprese italiane di trova in Lombardia dove per questo motivo viene prodotta una ingente quantità di scoria. Nonostante la scoria venga già riutilizzata come aggregato artificiale, è stato stimato che purtroppo ancora buona parte venga smaltito in discarica perciò è necessario studiare nuove applicazioni. Nel presente studio ci si è focalizzati su matrici elastomeriche data la distribuzione geografica delle imprese operanti nel settore delle guarnizioni particolarmente denso in Lombardia. Il tema della valorizzazione dei rifiuti è un tema sensibile non solo al settore siderurgico ma anche ai produttori di articoli in gomma in quanto essa non è facilmente riprocessabile. La produzione di articoli in gomma porta con sé una considerevole percentuale di scarto intrinseca nel processo. A tale proposito, gli scarti industriali da articoli tecnici e anche il polverino di pneumatico fuori uso sono stati riciclati tramite un processo semplice di calandratura a freddo senza l’aggiunta di additivi. L’influenza della scoria come filler è stata valutata anche in questi ultimi. Il lavoro svolto è strutturato in una prima parte di revisione della letteratura e una seconda parte relativa all’attività sperimentale svolta, suddivisa nelle diverse matrici polimeriche caratterizzate: I) Confronto del comportamento meccanico di una resina epossidica additivata con scoria e con sabbia di fiume nelle cosiddette malte epossidiche. II) Caratterizzazione di una NBR standard additivata con una crescente percentuale di scoria. III) Caratterizzazione di sfrido industriale NBR, e influenza della scoria in diverse granulometrie. IV) Analisi della scoria come filler sostituivo e parzialmente sostitutivo del carbon black in matrice NBR. V) Caratterizzazione di polverino PFU riciclato e additivato con scoria EAF. VI) Analisi di una simbiosi industriale potenziale tra il settore dell’acciaio e quello della gomma con relative valutazioni di tipo economico. I risultati ottenuti circa l’applicazione della scoria come filler in matrici polimeriche sono incoraggianti in quanto da una parte la problematica principale del riutilizzo della scoria, ovvero la lisciviazione dei metalli pesanti, può essere superata in questa applicazione, e dall’altra è possibile formulare gomme, riciclate e non, con diverse quantità e dimensioni della scoria come filler in funzione dell’applicazione finale.
Recently, the global attention has focused on sustainable development by promoting a circular economy model. The present PhD project in this context aims to carry out an engineering characterization related to a new application of electric arc furnace slag, as a filler in polymeric matrices, with particular focus on vulcanized rubber. At the same time, a study of these two sectors was carried out, with a view to implementing an industrial symbiosis. The reason why these sectors were chosen is that on the one hand Italy is the main European producer of electric furnace steel, and more than 50% of large Italian companies are located in Lombardy where for this reason a huge quantity of slag is produced. Although the slag is already reused as artificial aggregate, it has been estimated that unfortunately large part is still disposed of in landfills, so it is necessary to study new applications. In this study we focused on elastomeric matrices given the geographical distribution of the companies operating in the particularly dense gasket sector in Lombardy. The issue of waste enhancement is a sensitive issue not only to the steel sector but also to producers of rubber articles as it is not easily reprocessable. The production of rubber articles implies a considerable percentage of intrinsic waste in the process. In this regard, industrial waste from technical articles and also the end-of-life tire powder were recycled through a simple cold calendering process without additives. The influence of slag as a filler was also evaluated in the latter. The work carried out is structured in a first part of literature review and a second part relating to the experimental activity carried out, divided into the different polymeric matrices characterized: I) Comparison of the mechanical behavior of an epoxy resin added with slag and river sand in the so-called epoxy mortars. II) Characterization of a standard NBR added with an increasing percentage of slag. III) Characterization of NBR industrial waste, and influence of the slag in different grain sizes. IV) Analysis of the slag as a substitute and partially substitute filler for carbon black in the NBR matrix. V) Characterization of recycled ELT powder and additives with EAF slag. VI) Analysis of a potential industrial symbiosis between the steel and rubber sectors with the related economic assessment. The results obtained regarding the application of slag as filler in polymeric matrices are encouraging as on the one hand the main problem of the reuse of slag, that is the leaching of heavy metals, can be overcome in this application, and on the other hand it is possible to formulate rubbers, recycled or not, with different quantities and sizes of slag as filler depending on the final application.
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Cardoso, Bárbara Françoise. "Análise do sistema agroindustrial do biodiesel no Brasil e na União Europeia". Universidade Estadual do Oeste do Parana, 2016. http://tede.unioeste.br:8080/tede/handle/tede/2213.

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Fundação Araucária
Anche se il biodiesel è stato inserito nell'economia mondiale da più di mezzo secolo, il coordinamento della filiera del biodiesel intorno ad una normativa che regola il mercato, la produzione, la commercializzazione e l'uso di questo biocarburante è ancora un fattore da essere studiato per lo sviluppo ottimale del biodiesel in tutto il mondo. La produzione mondiale di biodiesel deve ancora affrontare difficoltà tecniche ed economiche per permettere il commercio su larga scala, che scoraggia il commercio internazionale. Date le difficoltà, ogni Nazione sviluppa le loro leggi applicate al settore agricolo e la produzione di biocarburanti, al fine di fornire miglioramenti nel coordinamento della filiera del biodiesel. Le differenze e le somiglianze di questa filiera tra le Nazione sono anche ancora dei fattori da studiare. In questo contesto, questa ricerca si propone di identificare e analizzare comparativamente i principali fattori coinvolti nel coordinamento della filiera del biodiesel in Brasile e nell'Unione Europea, dal punto di vista degli agenti di questa filiera in entrambi i contesti. Al fine di identificare e valutare i principali fattori è stata effettuata un'analisi dell'ambiente istituzionale e della letteratura di questa filiera in entrambi i contesti. Con questi fattori, un questionario è stato creato per ottenere il grado di importanza di ognuno alla filiera del biodiesel, secondo gli agenti di questa filiera. Per identificare i fattori simili e diversi è stata condotta una analisi fattoriale attraverso le risposte degli agenti. I risultati per quanto riguarda l'analisi dell'ambiente istituzionale, che ha considerato le principali leggi e regolamenti brasiliani ed europei, di questo è emerso che ci sono molte differenze tra i due contesti. Mentre in Brasile ci sono leggi che coinvolgono solo biodiesel, nell'Unione Europea tali regole rientrano nel contesto delle energie rinnovabili. I regolamenti brasiliani hanno una maggiore attenzione per l'aspetto sociale, mentre le leggi europee sono più concentrati sull'ambiente. La principale caratteristica comune tra le due situazioni è che in entrambi i casi esiste un minimo di blend di biodiesel (BX), ossia una percentuale minima di biodiesel da essere miscelata al gasolio. I risultati dell'analisi fattoriale hanno dimostrato che, per entrambi i contesti, i fattori simili dal punto di vista degli agenti della filiera sono legati alla tassazione e al commercio internazionale, i sindacati e le associazioni che rappresentano gli impianti di biodiesel, e la diversificazione, acquisizione dall'agricoltura familiare/piccolo produttore e garanzia della fornitura. I fattori diversi sono: (1) presa in considerazione solo nel caso del Brasile: le strategie di crescita, la competitività degli impianti, la differenziazione degli impianti, gli incentivi per la produzione di biodiesel, le politiche generali sui biocarburanti, le tecnologie di produzione di biodiesel, e le politiche nazionali specifiche, e (2) presa in considerazione solo nel caso dell'Unione Europea: la differenziazione nella produzione di biodiesel e le organizzazioni di supporto. Inoltre, i risultati dimostrano l'esistenza di un trade-off in relazione ai progressi tecnologici nella filiera del biodiesel in entrambi i casi. Se, da un lato, l'inclusione dei agricoltori familiare e piccoli produttori nell'economia è uno dei fattori da considerare per la sostenibilità della filiera, d'altra parte, lo sviluppo di questa, cercando di risolvere il conflitto cibo contro biocarburanti, emargina questi produttori.
Embora o biodiesel tenha sido inserido na economia mundial há mais de meio século, a coordenação do sistema agroindustrial do biodiesel (SAI biodiesel) em torno de uma legislação que regulamente o mercado, a produção, a comercialização e o uso deste biocombustível ainda é um fator a ser estudado para o melhor desenvolvimento do biodiesel em todo o mundo. A produção mundial de biodiesel ainda enfrenta dificuldades técnicas e econômicas para viabilizar o comércio em grande escala, o que desfavorece o comércio internacional. Diante das dificuldades, cada país elabora suas leis aplicadas à agricultura e à produção de biocombustíveis com o intuito de prover melhorias na coordenação do SAI biodiesel. As diferenças e as semelhanças deste sistema entre países também é ainda um fator a ser estudado. Neste contexto, esta pesquisa tem como objetivo identificar e analisar comparativamente os principais fatores envolvidos na coordenação do sistema agroindustrial do biodiesel no Brasil e na União Europeia, sob a perspectiva dos agentes deste sistema agroindustrial em ambos os contextos. A fim de identificar e aferir os principais fatores foi realizada uma análise do ambiente institucional e da literatura deste sistema em ambos os contextos. Com estes fatores, foi desenvolvido um questionário com o intuito de obter o grau de importância de cada um para o SAI biodiesel, de acordo com os agentes deste sistema. Para identificar os fatores semelhantes e diferentes foi realizada uma análise fatorial por meio das respostas dos agentes. Dos resultados, no que concerne à análise do ambiente institucional, que considerou as principais leis e regulamentos brasileiros e europeus, esta mostrou que há muitas diferenças entre os dois contextos. Enquanto no Brasil existem leis que envolvem apenas o biodiesel, na União Europeia estas normas se inserem no contexto das energias renováveis. Os regulamentos brasileiros têm maior foco no aspecto social, enquanto as leis europeias têm maior foco no meio ambiente. A principal característica comum entre as duas situações é que em ambos os casos existe um mandato mínimo de biodiesel (BX), isto é, um percentual mínimo de biodiesel que deve ser misturado ao óleo diesel. Os resultados da análise fatorial mostraram que para ambos os contextos, os fatores semelhantes na visão dos agentes do SAI estão relacionados à tributação e comércio internacional, aos sindicatos dos trabalhadores e associações que representam as usinas de biodiesel, e à diversificação, aquisição da agricultura familiar/pequeno produtor e garantia de oferta. Os fatores diferentes são: (1) considerados apenas no caso brasileiro: estratégias de crescimento, competitividade das usinas, diferenciação das usinas, incentivos para a produção de biodiesel, políticas gerais sobre biocombustíveis, tecnologias de produção de biodiesel, e políticas nacionais específicas; e (2) considerados apenas no caso europeu: diferenciação na produção de biodiesel e organizações de apoio. Além disso, os resultados mostram a existência de um trade-off no que se refere ao avanço tecnológico dentro do SAI biodiesel em ambos os casos. Se, por um lado, a inclusão dos agricultores familiares e pequenos agricultores na economia é um dos fatores a serem considerados para a sustentabilidade do sistema, por outro lado, o desenvolvimento deste, buscando resolver o conflito alimento versus biocombustíveis, marginaliza estes produtores.
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LEO, ROSSELLA. "Formazione di nuove politiche nazionali per lo sviluppo delle filiere agroenergetiche". Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/2158/554904.

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Fiesoli, Irene. "Il (sesto) senso del Design: la capacità di mediare e connettere i territori e i sistemi locali, le conoscenze e le nuove forme di innovazione". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1191414.

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Resumen
La ricerca si sviluppa partendo da una riflessione sul complesso sistema produttivo contemporaneo e sui cambiamenti riscontrati rispetto al passato, cercando di comprendere l’evoluzione delle relazioni tra ricerca accademica – in particolare di design – e mondo delle imprese e dei progettisti, in relazione all’innovazione. Indaga attività e competenze che fanno parte di un sistema non tracciabile e che ancora non è stato mappato con precisione, definito come tacito, che però pur nella sua indeterminatezza riesce comunque a fornire un contributo al sistema produttivo generale. Dall’analisi del contesto contemporaneo, caratterizzato da una forte ondata di innovazione sociale oltre che tecnologica, emerge un cambiamento dei paradigmi conoscitivi che regolano il sistema e la richiesta di un coordinamento strategico attuabile soltanto attraverso un ampliamento delle competenze del designer, o di figure simili, che per attitudini e competenze riescono a ricoprire un ruolo di mediatore e di knowledge integrator. Infatti, le competenze tradizionali della disciplina del design, integrate con le nuove capacità strategiche e di lavoro in team interdisciplinari, permetteranno la creazione di connessioni innovative tra attori attivi sul territorio – tradizionali ed emergenti – e la formazione di nuove filiere creativo-produttive basate su un sistema a rete, definito network territoriale. L’obiettivo della tesi è dunque quello di apprendere quale sia, oggi, il contributo offerto dalla ricerca di design in ottica di sviluppo – sociale, culturale, produttivo ed economico – per rafforzare e rivitalizzare i Sistemi locali, specificatamente per il macro-settore degli Interni toscano (afferente al Distretto Interni e Design - dID), incoraggiando la formazione di partnership strategiche tra il mondo delle imprese, della ricerca e della formazione. La presente ricerca sviluppa quindi un’analisi bibliografica sulle trasformazioni contemporanee che stanno modificando e complessificando i Sistemi locali; indaga ed analizza – tramite analisi Desk e Field – le differenti tipologie di attori e stakeholder, cercando di comprendere come connetterli tra di loro partendo dai legami esistenti ma rafforzandoli e creandone di nuovi, in ottica di sviluppo della competitività territoriale; infine ipotizza sia lo sviluppo di un percorso didattico innovativo di design (Master), finalizzato alla formazione di figure capaci di gestire la complessità degli scenari contemporanei, sia la creazione di uno strumento strategico volto allo sviluppo di sinergie innovative tra gli attori territoriali (piattaforma).
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6

SALVIA, LUCILLA. "Nuove questioni agrarie nel capitalismo maturo: intermediazione illecita di manodopera e 'nuova schiavitù' nelle campagne italiane". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/938818.

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Resumen
Come altrove nel mondo, la ristrutturazione del settore agricolo italiano, avviatasi agli inizi degli anni Ottanta, ha assistito all'espansione della produzione export-oriented e all'emergere dell'organizzazione produttiva in filiere, in linea con la dottrina neoliberista che enfatizza l'integrazione nel mercato mondiale come mezzo e fine dello sviluppo di un paese. Un nuovo modo di produrre e fornire cibo che, combinato con le specificità locali, quali la struttura del capitale agrario in Italia, ha creato lo spazio per 'nuove' forme di sfruttamento, quali quelle basate sul lavoro migrante stagionale attraverso la pratica dell'intermediazione illecita di manodopera. Queste forme di sfruttamento sono lungi dall'essere un'eccezione, un'anomalia. Sebbene spesso associate ad isolati comportamenti delinquenziali, se non direttamente ad infiltrazioni di tipo mafioso nel comparto agricolo, la presente ricerca ha riscontrato, al contrario, che lo sfruttamento lavorativo, attraverso la pratica dell'intermediazione illecita di manodopera, è una condizione generalizzata, parte integrante della contemporanea produzione agricola italiana. Questo è mostrato attraverso il caso studio della produzione ortofrutticola fresca del Basso Lazio basato su un'indagine di tipo qualitativo, con interviste semi-strutturate e conversazioni informali per un totale di 40 colloqui con attori chiave all'interno della filiera: lavoratori, per la maggior parte immigrati; intermediatori di manodopera; produttori inseriti nella filiera ortofrutticola attraverso accordi verticali; altri informatori chiave tra cui rappresentanti sindacali del lavoro e di categoria, esponenti di associazioni specializzate presenti sul territorio.
As in many other countries in the world, the neoliberal restructuring of the Italian agricultural sector has witnessed the expansion of export-oriented production and the rise of global value chains in the agrifood sector in line with the neoliberal doctrine emphasising integration into the world market as both a means and an end of development. A new way of producing and delivering food that, coupled with country-specific conditions, such as the structure of agrarian Italian capital, have created the room for 'new' forms of exploitation, such as those based on seasonal migrant labour through practices of labour contracting, sometimes amounting to forms of forced labour. These 'new' forms of exploitation are far from being exceptional. Although often associated with the territory control of Mafia organizations, this article argues that migrant labour exploitation through the labour contracting system is an integral feature of the contemporary agricultural production in Italy. This is shown through the case study of the fruit and vegetable production in the south area of Lazio region where firms can rely, through the role of labour contractors, on cheap and disposable migrant labour, especially Indian workers.
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BRICCO, PAOLO. "L'AUTOMOTIVE INDUSTRY EUROPEA, FRA USCITA DAL FORDISMO E NUOVI PARADIGMI DELLA GLOBALIZZAZIONE. LE NUOVE GERARCHIE CONTINENTALI E LE PROSPETTIVE PER LA FILIERA ITALIANA". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/997009.

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Resumen
L'automotive industry pan-europea come aggregato continentale progressivamente sempre più coeso ed a incipiente integrazione. Il ruolo centrale - strategico, tecnologico e manifatturiero - della Germania. Le prospettive per una Italia sempre più incardinata intorno al principio gerarchico tedesco. L'emancipazione del sistema industriale italiano dalla dipendenza dalla Fiat. Il destino americano della Fiat sancito dall'operazione Chrysler.
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Libros sobre el tema "Nuove filiere"

1

Processi territoriali e nuove filiere urbane. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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2

Fontana, Fabrizia. Le nuove sfide organizzative nella filiera della salute. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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Moretti, Anna y Francesco Zirpoli. Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2021. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-564-3.

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Resumen
Nel 2021 il mondo ha dovuto fare i conti per il secondo anno di fila con la crisi sanitaria ed economica determinata dalla diffusione del virus COVID-19. Per l’industria dell’auto la crisi ha prodotto una serie di effetti sia sull’offerta sia sulla domanda, tra cui la crisi dei semiconduttori, l’incertezza economica legata alla crisi sanitaria, e la decisa accelerazione, a trazione EU, della transizione verso la mobilità elettrica. Per la filiera automotive italiana, ulteriori incognite sono legate alla formazione di Stellantis e il conseguente spostamento del baricentro decisionale fuori dall’Italia. Il quadro che emerge dal rapporto 2021 dell’Osservatorio è quello di una filiera i cui risultati in termini di fatturato, produzione ed export continuano ad essere in contrazione, e che necessita con urgenza dell’avvio di un programma di investimenti pubblici per sostenere l’attrattività di investimenti privati in Italia, e del rilancio dei poli italiani di eccellenza attraverso nuovi investimenti in ricerca e sviluppo, struttura manageriale, risorse finanziarie e una rinnovata capacità di ‘fare rete’.
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4

solidale, Tavolo per la Rete italiana di economia. Un'economia nuova, dai Gas alla zeta: L'economia solidale e le sue reti : gruppi d'acquisto solidali, distretti di economia solidale, filiere corte : per cambiare il sistema economico con le relazioni e il consumo critico. Milano: Altra economia Soc. Coop., 2013.

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Capítulos de libros sobre el tema "Nuove filiere"

1

Stocchetti, Andrea. "11 Le prospettive della filiera alla luce delle dinamiche di mercato dei nuovi powertrain". En Ricerche per l’innovazione nell’industria automotive. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-342-7/013.

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