Literatura académica sobre el tema "Nomi di personaggi"

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Artículos de revistas sobre el tema "Nomi di personaggi"

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Piacenza, Nicola. "Tre personaggi in cerca di autore: il Mimiambo 3 di Eronda e la critica letteraria nel Giambo 2 di Callimaco". Myrtia 36 (11 de noviembre de 2021): 45–60. http://dx.doi.org/10.6018/myrtia.500101.

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Resumen
The first part of the article offers a metapoetic interpretation of Herondas’ Mimiamb 3, suggesting that the Hellenistic poet describes Cottalos and his passion for dice with allusion to Alexander Aetolus that wrote Astragalistai. In the second part, starting from some touch points between Mimiamb 3 and Calliamchus’ Iambus 2 (in particular the presence of three mysterious characters with similar names), the author gives some evidence for the identification of that characters with three poets who lived at that time and had undoubted contacts both with Alexander Aetolus and Callimachus: they are Antagoras of Rhodes, Philicus of Corcyra and Timon of Phlius. L’articolo offre nella prima parte un’interpretazione metapoetica del Mimiambo 3 di Eronda, suggerendo che il poeta ellenistico descriva Cottalo e la sua passione per i dadi con allusione ad Alessandro Etolo che scrisse gli Astragalistai. Nella seconda parte, prendendo le mosse da alcuni punti in comune tra il Mimiambo 3 ed il Giambo 2 di Callimaco (in particolare la presenza di tre misteriosi personaggi con nomi simili), vengono fornite alcune prove per l’identificazione di tali personaggi con tre poeti che vissero in quel periodo ed ebbero sicuri contatti sia con Alessandro Etolo che con Callimaco: si tratta di Antagora di Rodi, Filisco di Corcira e Timone di Fliunte.
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Damiani, Martina. "La centralità politico-culturale di Venezia negli scambi epistolari del primo Cinquecento". Tabula, n.º 17 (16 de noviembre de 2020): 105–24. http://dx.doi.org/10.32728/tab.17.2020.4.

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Resumen
Pietro Aretino intrattiene da Venezia diverse corrispondenze con personaggi di spicco del panorama politico e culturale, come traspare dai nomi altisonanti presenti nelle sue Lettere. Quando decide di rendere noti i suoi contatti epistolari e di includerli in un libro, ottiene un immediato successo che spinge il suo editore, Francesco Marcolini, a stampare nuove edizioni dell’opera. Con l’intento di ribadire il suo primato nell’epistolografia in volgare, Aretino biasima gli scrittori e i tipografi che pubblicano, subito dopo di lui, una moltitudine di libri di lettere, imitandolo. Dalla sua critica esonera però le persone più in vista di Venezia, tra cui Paolo Manuzio, prolifico autore ed editore di raccolte epistolari. Il presente lavoro si propone di analizzare quelle lettere che svelano il complesso meccanismo editoriale che sta dietro agli scambi epistolari del primo Cinquecento.
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Jarosz, Anna. "(In)traducibilità di testi letterari. I nomi dei personaggi nel dramma "Obywatel męczennik" di Tomasz Kaczmarek nella traduzione italiana". Translatorica & Translata 2 (30 de diciembre de 2021): 9–28. http://dx.doi.org/10.18778/2544-9796.02.01.

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Resumen
Gli aspetti principali che riguardano la traduzione e che infatti sono i concetti chiave nella discussione sull’attivita di tradurre come l’equivalenza e l’intraducibilita vengono presentati nell’articolo, che cerca di spiegare e chiarire gli studi sulla traduzione e il loro sviluppo riguardando particolarmente la traduzione letteraria. Tradurre i testi letterari significa approfondire, comprendere ed esplorare il mondo unico ed eccezionale dell’autore, cioe entrare in questo mondo e poi creare un duplicato in un’altra lingua che potrebbe evocare simili reazioni, emozioni e riflessioni.
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Donati, Angela. "MECENATE: LA “FORTUNA” DI UN NOME". Conimbriga 55 (20 de diciembre de 2016): 51–56. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_55_12.

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I diversi elementi che costituiscono il sistema onomastico di Mecenate si incontrano utilizzati per altri personaggi, tutti di origine libertina, e possono fornire indicazioni per ricostruire la familia dell’amico di Augusto.
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Cordano, Federica. "Onomastica personale a Megara Iblea". Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, n.º 18 (18 de julio de 2022): 7–11. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18096.

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Resumen
Si ricordano le iscrizioni pubblicate per merito di Henri Treziny e si ripercorre la bibliografia su due nomi personali, l’unico femminile noto a Megara Iblea e il secondo inesistente. The inscriptions published thanks to Henri Tréziny are remembered, and two personal names are used to retrace the bibliography: the first being the only female known in Mégara Hyblaea and the second non-existent.
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Polara, Giovanni. "A proposito delle dottrine grammaticali di Virgilio Marone". Historiographia Linguistica 20, n.º 1 (1 de enero de 1993): 205–22. http://dx.doi.org/10.1075/hl.20.1.11pol.

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Resumen
Riassunto Il confronto fra le teorie grammaticali di Virgilio Marone e quelle correnti nella tarda antichità e nell’alto medioevo è cosa non facile: a differenza degli altri trattati dell’epoca, le sue opere non seguono (e non tentano di seguire) un’organica linea di esposizione, ma procedono per singole osservazioni, ed alternano a parti che possono sembrare riprese dai grandi autori come Donato ed Isidoro, per riaffermare o più spesso per confutare le posizioni da essi espresse, altre e più ampie sezioni completamente innovative, che rispondono solo alle imperscrutabili scelte di Virgilio, quali che ne siano le recondite motivazioni. In questa nota si è cercato di riordinare, nei limiti del possibile, alcuni aspetti delle trattazioni contenute nelle due opere virgiliane, allo scopo di operare un primo confronto con il modello dell’Ars maior, certamente non ignoto al grammatico medievale, che dà il nome di Donato ad uno dei personaggi presenti nelle sue opere e quello di Don, abbreviazione di Donato, al fratello. Ci si è attenuti alla disposizione delle singole parti del discorso, così come sono elencate nell’Ars maior, nelle Epistole e nella parte centrale delle Epitomi, per distribuire la materia in forme più omogenee e più agevolmente sovrapponibili. In alcuni casi è possibile individuare affinità di argomenti (ma assai meno di teorie o di esposizione) che non sono certamente casuali, e potranno essere oggetto di utili ulteriori approfondimenti tendenti ad individuare la tecnica secondo cui ha operato lo scrittore; in altri invece non si è potuto far altro che esporre sinteticamente le sue posizioni, tralasciandone comunque gli aspetti più personali ed anomali. Si è ritenuto comunque che anche questo potesse riuscire utile ai fini di ulteriori ricerche che puntino a delineare con maggiore precisione i suoi rapporti con i testi grammaticali canonici.
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Démier, Francis. "1814: di fronte all'Europa dei vincitori. La metamorfosi liberale dell'apparato di Stato francese". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (junio de 2016): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001001.

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Resumen
Il ritorno dei Borbone sul trono di Francia nel 1814, alla caduta dell'Impero napoleonico, fu caratterizzato - malgrado le aspirazioni della destra reazionaria - dalla necessita di stabilire una linea di continuita con il recente passato attraverso l'epurazione dei personaggi politicamente piu compromessi. Il saggio mostra come la potente macchina amministrativa, erede di una lunga tradizione, sia stata in grado di assicurare la transizione tra i due regimi (imperiale e monarchico), intervenendo soprattutto in campo economico. Memore della lezione di Turgot e di Necker (ma anche di Colbert), appassionata lettrice del liberismo inglese, l'elite tecnocratica di inizio Restaurazione, variamente composta da un personale amministrativo che si era fatto le ossa negli anni precedenti (o addirittura in Ancien Regime), riesce a gestire questo delicato passaggio facendo dello Stato, in nome di un liberismo fortemente pragmatico, una sorta di supervisore della modernizzazione economica ineludibile per mantenere la Francia al rango di potenza europea.
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Veronesi, Umberto. "Ricordo Di: Pietro Bucalossi". Tumori Journal 78, n.º 2 (abril de 1992): 1. http://dx.doi.org/10.1177/030089169207800201.

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Resumen
Contrariamente a quanto ci saremmo attesi, la scomparsa di Pietro Bucalossi è passata quasi inosservata ed è stata come frettolosamente archiviata dalla memoria collettiva nella categoria dei politici e dei personaggi sociali più che in quella dei medici e degli uomini di scienza. Eppure, se può avere senso che per molti italiani Pietro Bucalossi venga ricordato per la legge che porta il suo nome e per quanto ha fatto come Sindaco di Milano, per chi lavora nel vasto campo della lotta contro il cancro, egli va onorato dai più anziani e raccontato ai più giovani per le grandi energie dedicate allo sviluppo della oncologia, anzi della « cancerologia », come egli amava definirla. E, come la sua figura politica appare oggi di statura ancora maggiore per la sua integrità morale e per l'infinita distanza dai personaggi che negli ultimi anni hanno invaso le nostre istituzioni, così il suo contributo all'oncologia emerge oggi ancora più evidente per essere stato tra i primi a credere nella specificità di questa scienza e nella sua autonomia culturale e operativa rispetto al resto della medicina. Perché proprio in questo sta l'originalità del suo pensiero, nella determinata certezza che a occuparsi dei malati di cancro dovessero essere i « cancerologi » e che l'oncologia clinica fosse quindi l'ambito corretto in cui chirurghi, medici e radioterapisti potessero esprimere collettivamente un equilibrato piano di cura. Convinto assertore quindi dell'interdisciplinarietà dell'oncologia ma anche della necessità di un dialogo continuo fra ricercatori clinici e sperimentali, Pietro Bucalossi ha lasciato un'eredità scientifica di alto profilo all'intero Paese ed un imperativo morale di intransigenza ed onestà intellettuale per le nuove generazioni.
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Marinetti, Anna. "Venetico". Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, n.º 20 (1 de mayo de 2020): 367–401. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.374.

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Il venetico è una lingua indeuropea, attestata da oltre 500 iscrizioni datate dal VI al I sec.a.C. e provenienti soprattutto dall’attuale regione italiana del Veneto (in pochi casi, dal Friuli Venezia-Giulia, dall’Austria e dalla Slovenia). La scrittura utilizzata è un alfabeto locale di derivazione etrusca. Le iscrizioni venetiche comprendono testi funerari, votivi e pubblici, resi - tranne alcune eccezioni -mediante schemi formulari. Ampiamente documentata è l’onomastica (nomi personali; formula onomastica maschile e femminile). Le strutture della lingua (fonologia, morfologia, sintassi e lessico), data la natura frammentaria del venetico, sono conosciute solo parzialmente; permangono problemi relativi alla classificazione, anche se è ormai accertata l’appartenenza al ramo italico dell’indeuropeo.
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Merkù, Pavle. "Onomastica tergestina nel Trecento". Linguistica 31, n.º 1 (1 de diciembre de 1991): 317–24. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.317-324.

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Resumen
Dallo spoglio dei nomi personali attestati nei sette codici di entrate e uscite conservati presso l' Archivio Capitolare di S. Giusto in Trieste e che riguardano uno dei secoli piu ricchi di testimonianze storiche della città giuliana (1307-1406), risultano numerose forme cognominali e soprannominali espresse nel registro linguistico tergestino. La mancata pubblicazione del dizionario linguistico tergestino di Mario Doria rende impossibile un raffronto con il materiale lessicale tergestino fino a oggi noto, per cui si basa, a fini comparativi, esclusivamente sui due repertori lessicali tergestini dal Doria finora publicati (Elementi friulaneggianti ne/ dialetto triestino, in Italia linguistica nuova ed antica II, Galatina 1978, 329-405; Nuovi materiali per lo studio degli elementi lessicali friulaneggianti del dialetto triestino, in Archivio per l' Alto Adige LXVII, 1979 (Studi in memoria di Carlo Battisti editi dall'Istituto di Studi per l' Alto Adige), Firenze 1979, 65-100); sul Dizionario del dialetto muglisano di Diomiro Zudini e Pierpaolo Dorsi (Casamassima, Udine 1981) e sui due grandi vocabolari friulani: II nuovo Pirana di Giulio Andrea Pirona, Ercole Carletti e Giovanni Battista Corgnali (Udine 1935, rist. 1977) e il Vocabolario de/la linguafriu/ana di Giorgio Faggin (Del Bianco, Udine 1985).
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Tesis sobre el tema "Nomi di personaggi"

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RESTA, VALENTINA. "Società digitale e libertà religiosa". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/215.

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Resumen
Gli sviluppi tecnologici vissuti nell'ultimo quarto di secolo hanno determinato forti mutamenti non solo nella materialità dell'esistere, ma anche nella dimensione spirituale della persona. L'avvento della cittadinanza digitale ha obbligato ad un ripensamento del catalogo dei diritti e delle forme di esercizio degli stessi. La libertà religiosa, tanto nella sua dimensione individuale quanto in quella associata non solo ha subito l'influenza di tali cambiamenti, ma si è dimostrata in molti casi settore privilegiato per verificare la validità delle nuove forme di governo derivanti dallo sviluppo sempre più massiccio delle tecnologie informatiche. A partire, dunque, da un ripensamento dei rapporti tra diritto e religione sono stati individuati alcuni settori specifici di analisi al cui interno saggiare le nuove forme di governo elettronico, per comprendere le nuove declinazioni del diritto di libertà religiosa nella società digitale. Tali settori sono: la presenza delle confessioni nel sistema della stampa nazionale; il nuovo mondo di Internet e le problematiche connesse alla tutela dei marchi e del sentimento religioso; la presenza delle confessioni religiose nel sistema radio televisivo; la tutela dei dati sensibili religiosi nel nuovo Codice sulla privacy.
Last 25 years, technological developments have determined very important changes both on the material side and on the spiritual one of the people. The introduction of digital citizenship has obliged to rethink the bunch of rights and the way to apply them. The religious freedom, both individually and in association, has suffered the effects of these changes, but moreover has been a preferred sector where testing new governance rules needed to manage the innovations due to constantly increasing presence of information technologies in day by day life. Therefore, starting from a deep rethinking of the relationships between law and religion, some sectors of analysis, where testing new electronic governance rules, has been identified, in order to understand new evolutions of religious freedom rights in the digital society. These sectors are: presence of religious denominations in the national press; Internet world and issues related both to the trademark management and to religious sentiments; presence of religious denominations in radio-TV system; protection of religious sensitive personal data in agreement with the new privacy Code.
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RESTA, VALENTINA. "Società digitale e libertà religiosa". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/215.

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Gli sviluppi tecnologici vissuti nell'ultimo quarto di secolo hanno determinato forti mutamenti non solo nella materialità dell'esistere, ma anche nella dimensione spirituale della persona. L'avvento della cittadinanza digitale ha obbligato ad un ripensamento del catalogo dei diritti e delle forme di esercizio degli stessi. La libertà religiosa, tanto nella sua dimensione individuale quanto in quella associata non solo ha subito l'influenza di tali cambiamenti, ma si è dimostrata in molti casi settore privilegiato per verificare la validità delle nuove forme di governo derivanti dallo sviluppo sempre più massiccio delle tecnologie informatiche. A partire, dunque, da un ripensamento dei rapporti tra diritto e religione sono stati individuati alcuni settori specifici di analisi al cui interno saggiare le nuove forme di governo elettronico, per comprendere le nuove declinazioni del diritto di libertà religiosa nella società digitale. Tali settori sono: la presenza delle confessioni nel sistema della stampa nazionale; il nuovo mondo di Internet e le problematiche connesse alla tutela dei marchi e del sentimento religioso; la presenza delle confessioni religiose nel sistema radio televisivo; la tutela dei dati sensibili religiosi nel nuovo Codice sulla privacy.
Last 25 years, technological developments have determined very important changes both on the material side and on the spiritual one of the people. The introduction of digital citizenship has obliged to rethink the bunch of rights and the way to apply them. The religious freedom, both individually and in association, has suffered the effects of these changes, but moreover has been a preferred sector where testing new governance rules needed to manage the innovations due to constantly increasing presence of information technologies in day by day life. Therefore, starting from a deep rethinking of the relationships between law and religion, some sectors of analysis, where testing new electronic governance rules, has been identified, in order to understand new evolutions of religious freedom rights in the digital society. These sectors are: presence of religious denominations in the national press; Internet world and issues related both to the trademark management and to religious sentiments; presence of religious denominations in radio-TV system; protection of religious sensitive personal data in agreement with the new privacy Code.
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HUSSEIN, AL OWAIDI RASHA MAHDI. "La letteratura cavalleresca e il mondo arabo: il caso di Andrea da Barberino. Regesto e studio critico". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1193495.

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Resumen
L’indagine di questa tesi si è focalizzata sulla ricerca e sull’individuazione, dell’esistenza di tracce arabe, sia formali che sostanziali, allʼinterno delle opere di Andrea da Barberino. L’analisi critica si è basata sull’elaborazione di un esaustivo regesto dei termini di origine araba condotto sui sei romanzi attribuiti con certezza al Barberino. Tale indagine ha evidenziato la sostanziale assenza di un rapporto diretto tra il Barberino e il mondo arabo, sia dal punto di vista lessicale che per quanto riguarda gli aspetti mitografici.
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SALTARELLI, SALVATORE. "Comunione legale tra coniugi e partecipazioni sociali: la posizione del coniuge non acquirente". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1108199.

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Resumen
Scopo della presente ricerca è indagare i rapporti tra il regime della comunione legale dei beni e le partecipazioni sociali, con particolare riguardo alla posizione del coniuge non acquirente. In particolare, si intende studiare: 1. se le partecipazioni sociali, o alcune di esse, possano essere oggetto della comunione legale; 2. quali siano gli effetti della eventuale applicazione della comunione. Tali questioni, ad ormai oltre quaranta anni dalla riforma del diritto di famiglia del 1975, rivestono ancora notevole interesse. Da un lato, infatti, il dibattito dottrinale e giurisprudenziale in merito è rimasto aperto: anche gli ultimi anni hanno visto contributi scientifici e sentenze di legittimità sposare orientamenti contrastanti. Dall’altro, gli stessi problemi presentano una notevole rilevanza pratica: i matrimoni in regime di comunione legale sono, come si avrà modo di meglio precisare, ancora numerosi, ed altrettanto frequenti sono i casi in cui alcuno dei coniugi detenga partecipazioni societarie. Nel presente lavoro, dopo una brevissima ricognizione dei caratteri fondamentali del regime della comunione legale, si illustrerà l’emersione del problema nella casistica giurisprudenziale. Ciò allo scopo di meglio chiarire la rilevanza concreta della ricerca ed individuare gli interessi contrastanti che devono trovare composizione nelle soluzioni da proporre. Quindi, si illustreranno le diverse opzioni interpretative proposte nel tempo dagli operatori del diritto, analizzandone i rispettivi argomenti. La ricostruzione che si sostiene è quella che distingue le partecipazioni sociali sulla base della loro destinazione. In particolare, nei casi in cui l’acquisto della partecipazione sia finalizzato all’esercizio di attività personale del coniuge acquirente, si ritiene applicabile l’art.178 c.c.. Detta norma assoggetta i beni destinati all’esercizio dell’impresa di uno dei coniugi costituita dopo il matrimonio ad una forma di comunione differita: gli stessi se ne considerano oggetto, infatti, solo se sussistono allo scioglimento della stessa. La ratio dell’art.178 è tutelare la libertà economica del singolo coniuge senza sacrificare del tutto la partecipazione dell’altro alle ricchezze accumulate durante il matrimonio. Tale esigenza ricorre sia quando l’attività è esercitata in forma individuale, sia quando è esercitata in forma associata con altri con un coinvolgimento personale del coniuge. La società è lo strumento per l’esercizio collettivo dell’impresa, all’interno del quale i soci possono essere più o meno personalmente coinvolti nell’attività che costituisce l’oggetto sociale a prescindere dal tipo utilizzato. Se attraverso la partecipazione societaria il coniuge svolge la propria attività personale, deve essergli riconosciuta la stessa tutela della libertà economica che il diritto di famiglia accorda all’imprenditore individuale. La partecipazione sarà dunque sottratta alla comunione immediata ai sensi dell’art.178, quale bene destinato all’esercizio dell’impresa. In caso contrario, invece, la partecipazione costituirà un acquisto suscettibile di cadere nella comunione immediata, a meno che non ricorra una causa di esclusione ai sensi dell’art.179. Assumeranno rilevanza, dunque il coinvolgimento personale del coniuge nella attività societaria e il fatto che egli tragga dalla stessa una rilevante porzione del suo reddito. Questo criterio, che ha trovato anche l’avallo della giurisprudenza di legittimità, è rispettoso del dato normativo e contempera adeguatamente gli opposti interessi alla compartecipazione agli acquisti e alla libertà di iniziativa economica. Si vedrà altresì che l’indagine sulla strumentalità della partecipazione ad attività personale del socio deve essere compiuta in concreto, e non sulla base di criteri rigidamente formali, quali il tipo di società interessato o la responsabilità connessa alla partecipazione. Tale soluzione è coerente con l’impianto normativo della riforma del 1975 e trae ulteriore forza sia dalle recenti evoluzioni del diritto societario, sia da un raffronto con la realtà economica del tessuto imprenditoriale italiano. Sul primo punto, si pensi, in particolare, alla società a responsabilità limitata, società di capitali dove grande rilievo è dato alla persona del socio e che la riforma del 2003 ha definitivamente “staccato” dalla società per azioni modellandola sulla figura dei “soci-imprenditori”. Ad oggi, su circa 850.000 società di capitali presenti in Italia, più di 815.000 sono proprio società a responsabilità limitata. Non può negarsi, dunque, che i tipi societari capitalistici, inclusa la società per azioni, vengono spesso utilizzati per lo svolgimento di attività in cui almeno alcuni dei soci sono personalmente coinvolti. I dati statistici mostrano un’amplissima prevalenza, tra le società di capitali, di compagini sociali molto ristrette, con presenza di singoli soci persone fisiche titolari di partecipazioni di controllo. Sul fronte opposto, la recente legislazione tributaria esplicitamente ammette società semplici “di mero godimento”, società personali che sicuramente non hanno la connotazione di strumento per l’attività personale dei soci. L’adozione del criterio basato sulla destinazione costituisce il punto di partenza per l’analisi delle diverse problematiche inerenti il rapporto tra la comunione legale e l’organizzazione sociale. Difatti, l’effetto della comunione, quando operante, è automatico, ma tutte le società sono caratterizzate da regole proprie concernenti la circolazione delle partecipazioni e l’esercizio dei diritti sociali. Occorre dunque analizzare dapprima se e in quali forme il coniuge non acquirente possa far valere la contitolarità nei confronti dell’organizzazione; e quindi come debba esser regolato l’esercizio dei diritti sociali relativi alla partecipazione cointestata. In particolare, su quest’ultimo punto, si indagherà se le regole della comunione legale siano “autosufficienti” ovvero se occorra fare in ogni caso riferimento alle norme sulla contitolarità di partecipazioni (art.2347 e 2468 c.c.). Dall’altro lato, si indagherà sulle conseguenze in tema di responsabilità per le obbligazioni sociali, ove prevista, e per l’esecuzione dei conferimenti, sia nel caso di partecipazione cointestata, sia nel caso di partecipazione rimasta intestata al solo coniuge acquirente. Inoltre, ci si dovrà soffermare sugli effetti della comunione differita ex art.178 c.c., sui quali si registrano posizioni contrastanti. Stanti le rilevanti differenze di disciplina, saranno analizzate separatamente le società di persone, le società di capitali, le società cooperative e le società tra professionisti.
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Libros sobre el tema "Nomi di personaggi"

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Pittàno, Giuseppe. Dizionario dei nomi propri: Etimologia, origine, storia, personaggi famosi, onomastico, forme varie e straniere di 463 nomi. 2a ed. Milano: Sonzogno, 1991.

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Nomi e destini di personaggi e altri studi e postille di letteratura italiana: Quarta serie. Genova: Brigati, 2006.

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Quando il nome è "cosa seria": L'onomastica nelle novelle di Luigi Pirandello : con un regesto di nomi e personaggi. Pisa: ETS, 2008.

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Jacobbi, Ruggero. Le notti di Copacabana. Editado por Gioia Benedetti. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-770-2.

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Un breve testo narrativo fino ad oggi sconosciuto ci riporta, grazie all’attenta cura filologica di Gioia Benedetti, la voce di uno dei più originali e geniali critici del nostro Novecento. Ruggero Jacobbi, alla fine del giovanile soggiorno brasiliano, aveva affidato alle Notti di Copacabana, suo unico romanzo compiuto ambientato nella Rio de Janeiro degli anni Cinquanta, non solo il clima e l’atmosfera di un mondo lontano e per certi versi mitico come quello carioca, ma anche una significativa traccia delle letture, frequentazioni, influenze che avevano esercitato su di lui i grandi testi della letteratura lusitana e sud-americana, all’epoca ancora poco noti in Italia. Straordinariamente abile a cogliere e interpretare i mutamenti del codice narrativo, Jacobbi ci presenta in questo libro una storia sperimentale straordinariamente intrigante, che alterna voci, personaggi, nella quale le vicende si intrecciano creando un’atmosfera di significativa suspence.
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Dessì, Giuseppe y Mario Pinna. Tre amici tra la Sardegna e Ferrara. Editado por Costanza Chimirri. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-478-3.

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Una Sardegna riservata e lontana anima i testi di questo doppio carteggio, tra paesaggi arcaici e mitologie personali e letterarie nelle quali si inserisce ogni tanto la Ferrara degli anni giovanili degli autori, ricca di vita, di riviste («Primato» di Bottai, il «Corriere Padano» con la presenza di Bassani…), incontri serali nelle osterie o nelle camere in affitto, passeggiate lungo i Rampari, e l’uso di scherzosi soprannomi che sarebbe continuato oltre la giovinezza. Un mondo fatto di cose concrete, animato e vivificato da forti curiosità e passioni intellettuali, emerge dalle lettere, accuratamente trascritte e annotate da Costanza Chimirri, che ricostruiscono la vita e la storia di Giuseppe Dessí, Mario Pinna, Claudio Varese. La corrispondenza si apre con gli anni trascorsi a Ferrara – dopo Pisa momento cruciale per la loro formazione – e consente di ricostruire atmosfere ed ambienti, letture e lavoro, offrendo dall’interno un significativo spaccato dell’Italia del Novecento. Mai slegati tra loro, bensì uniti dal continuo richiamo alla triplice amicizia nel nome di Giuseppe Dessí, che è sempre presente, anche in assenza, nei discorsi degli altri, i carteggi hanno consentito anche di riportare alle luce testi inediti del più appartato del gruppo (Mario Pinna, accanito lettore di classici, ispanista, autore di poesie in dialetto logudorese e di brevi racconti ambientati in Sardegna), di rafforzare il ruolo da sempre ricoperto dal più ‘antico’ – per tutti maître-camarade – Claudio Varese; e di confermare ancora una volta quanto l’universo creativo di Dessí, profondamente segnato dalla componente biografica, abbia continuato a svilupparsi e alimentarsi sotto lo sguardo sapiente e affettuoso di amici fraterni, in uno scambio capace di dare vita a un vero e proprio immaginario collettivo.
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Brusa, Elisabetta. 8 tesi per 150 anni. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-384-7.

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Resumen
8 tesi per 150 anni è un filo rosso che parte dalle pagine di alcuni libri-tesi, preziosamente conservati tra le mura dell’Archivio Storico di Ca’ Foscari, per trasformarsi nel corso del 2018 nel simbolico volo di alcune rondini-studenti.Mettendo insieme voci provenienti dal passato e voci e corpi della nostra contemporaneità, Fucina Arti Performative Ca’ Foscari ha celebrato, nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Ateneo veneziano, gli otto Dipartimenti, dedicando ad ognuno di questi una performance realizzata partendo dall’elaborazione di una tesi.Spaziando cronologicamente (la prima tesi affrontata è del 1913) tra le diverse aree di studio – Economia, Studi Linguistici e Culturali Comparati, Scienze Molecolari e Nanosistemi, Filosofia e Beni Culturali, Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Studi Umanistici, Management e Scienze Ambientali, Informatica, Statistica – e, itinerando tra la magnificenza di sale, aule magne, cortili e auditorium cafoscarini, Fucina – con i suoi abitanti virtuali, studenti provenienti da tutti e otto i Dipartimenti, a cui si sono aggiunti studenti del Conservatorio Benedetto Marcello e dell’Accademia di Belle Arti di Venezia – è riuscita a costruire un mosaico di narrazioni intrecciando temi, ricerche, personaggi storici e figure immaginifiche, che ha condiviso con un pubblico curioso e attento.Il testo che qui presentiamo è la testimonianza di quanto realizzato ed è costituito dalla raccolta degli otto copioni, elaborati di volta in volta da uno studente-curatore.La collaborazione con i direttori dei Dipartimenti, con docenti di discipline diverse, con il personale cafoscarino coinvolto nella sfida, oltre alla partecipazione di Ca’ Foscari Alumni e di altre istituzioni veneziane, insieme all’Agenzia di Venezia di Banca Mediolanum, ha trasformato quest’esperienza in un possibile modello universitario di ricerca performativa.Se chi legge riuscirà a mettere in movimento processi immaginativi, allora per tutti coloro che hanno vissuto e condiviso questo progetto ambizioso sarà un ulteriore traguardo raggiunto.Fucina Arti Performative Ca’ Foscari nasce con il nome di Cantiere Teatro Ca’ Foscari nel 2011 come spazio fisico e mentale, teorico e pratico, aperto durante l’anno accademico agli studenti dei vari Dipartimenti desiderosi di confrontarsi con tematiche e sviluppi del mondo delle arti performative, realizzando produzioni proprie. Nel 2018 Cantiere Teatro Ca’ Foscari, diretto da Elisabetta Brusa, si trasforma in Fucina Arti Performative Ca’ Foscari.
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Guerrini, Paolo. Appunti su argomenti diversi: Curiosità linguistiche e dialettali, tradizioni e feste, folclore nomi e luoghi, notizie e personaggi di storia e cronaca. 523 p, 1987.

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Unisci I Puntini AVVENTURE MARINE per Bambini 5-10 Anni : Enigmistica per Bambini con 3 Livelli Di Difficoltà: Scrivi il Nome Del Personaggio, Collega I Puntini e Colora gli Animali. un Libro Di Attività per Bambini in l'età Scolare e Prescolare. Independently Published, 2020.

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