Literatura académica sobre el tema "Nave dello Stato"

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Artículos de revistas sobre el tema "Nave dello Stato"

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Piccinelli, Marco y Pierluigi Politi. "Struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire in un campione di giovani maschi adulti". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, n.º 3 (diciembre de 1993): 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006990.

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Resumen
RiassuntoScopi- a) Indagare la struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire (GHQ-12) in un campione di maschi diciottenni; b) saggiare la capacità dei punteggi fattoriali standardizzati di discrimi- nare tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico secondo il giudizio dello psichiatra.Disegno- Un campione di 363 soggetti selezionati nel corso della visita militare di leva è stato invitato a completare il GHQ-12 e ad essere intervistato da uno psichiatra. Dati completi sono stati raccolti per 320 soggetti (88% del campione selezionato).Risultati- Due componenti con autovalore(eigenvalue)superiore a 1 sono emerse dall'analisi a componenti principali prima della rotazione, riuscendo a spiegare il 46.7% della varianza nei dati. La prima componente, sulla quale tutti i 12 items del questionario hanno rivelato un peso di segno positivo, è stata interpretata come una misura globale dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati. La seconda componente è risultata bipolare, dal momento che su di essa tutti gli items «positivi» hanno presentato pesi di segno positivo, mentre gli items «negativi» hanno avuto pesi negativi; cio suggerisce che il GHQ è in grado di cogliere entrambe le componenti della salute mentale, la componente negativa (di cui sono espressione i sintomi) e la componente positiva (rappresentata dalla presenza di uno stato di benessere soggettivo). Dopo rotazione Varimax ciascun item del questionario pesava significativamente su uno solo dei due fattori identificati, fatta eccezione per l'item 12 il cui peso è risultato inferiore a 0,500 su entrambi i fattori. Il fattore A, caratterizzato dai 6 items «negativi» del GHQ-12, è stato denominato «disforia generale» ; il fattore B, definito da 5 dei 6 items «positivi» è stato chiamato «benessere/funzionamento sociale» . La migliore discriminazione tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico è stata offerta dai punteggi relativi al fattore «disforia generale» ; nessun vantaggio è stato invece ottenuto dalla combinazione dei punteggi riportati sui due fattori.Conclusioni- La compren- sione della struttura fattoriale del GHQ-12 potra fornire utili informazioni oltre a quelle offerte da un singolo punteggio di severità risultante dalla semplice somma delle risposte positive, spingendo la descrizione dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati oltre la semplice distinzione tra «casi» e «non-casi».
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Mariano Carta, Stefano y Antonio Alcaro. "Una casa di 3 piani + 1. Il sogno di Jung e le omologie archetipiche cervello-mente in una prospettiva evolutiva". STUDI JUNGHIANI, n.º 55 (agosto de 2022): 54–79. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14057.

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Sulla nave che lo portava verso le Clark lectures negli Stati Uniti, Jung racconta a Freud un sogno, divenuto famoso, in cui una casa a quattro piani, o livelli, sembra rappresentare la struttura di una psiche fondata sull'inconscio archetipico. Nonostante l'idea di archetipo sia stata più volte oggetto di critiche, a partire dalla seconda metà del 1900 gli studi scientifici sull'organizzazione del cervello umano hanno confermato l'ipotesi di una stratificazione delle funzioni mentali e di una determinazione prevalentemente istintuale ed ereditaria del primo e più antico strato dell'evoluzione neuropsichica. Pertanto, riprendendo la struttura della casa sognata da Jung, in questo articolo proponiamo l'idea di una stratificazione psico-neuro-archeologica suddivisa in 3+1 strati sovrapposti che costituisce una elaborazione del modello neuro-archeologico ternario elaborato da Paul MacLean prima e da Jaak Panksepp poi, in cui l'affettività rappresenta il fattore organizzativo fondamentale del cervello-mente. Lo strato più evoluto, caratteristico della specie umana, è quello dell'auto-coscienza riflessiva. Subito sotto si trova il livello della coscienza intersoggettiva, caratteristico delle specie omeoterme (mammiferi ed uccelli) e legato all'evoluzione di un complesso di strutture corticali mediali chiamate Default-Mode-Network. Ancora sotto si trova lo strato della coscienza cognitivo-immaginativa, evolutasi nei vertebrati dotati di corteccia cerebrale. Infine, il primo e più antico strato, è quello della consapevolezza affettiva, legato al funzionamento delle strutture sottocorticali mediali (core-Self), dove risiedono i circuiti istintuali ed archetipici individuati negli studi neuro-etologici di Panksepp.
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Scoppettuolo, Antonio. "Un’etica per la salute a partire dal concetto di malattia in senso cognitivista / An ethic for health from the concept of disease in a cognitivist perspective". Medicina e Morale 66, n.º 4 (11 de octubre de 2017): 475–94. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.502.

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Resumen
Un’etica della salute è possibile attraverso la ricognizione della soggettività che interpreta la malattia. Il saggio analizza l’evoluzione teoretica del concetto di malattia: dall’idea tradizionale di affezione del corpo al paradigma cognitivista delle più recenti elaborazioni filosofiche e bioetiche nate in ambito anglosassone come quella del filosofo australiano Stan Van Hooft. Il concetto tradizionale, pur cercando la sede della malattia a livello organico, non mette in discussione l’unitarietà e l’integrità somatica. L’epistemologia contemporanea, a partire dalla genetizzazione, invece ha scomposto il corpo in un aggregato biologico. Questo ha prodotto un cambio epocale dello sguardo e delle pratiche mediche e dello status stesso del malato nella società post genetica. Nella difficile concettualizzazione della salute (e dunque delle caratteristiche e dei limiti della malattia) che si muove tra gli estremi del sub ottimale e dell’ottimo, l’autore prende in esame il paradigma dei 4 livelli di soggettività di Van Hooft e ne aggiunge un quinto. Il quinto livello attraverso cui la malattia viene vissuta e interpretata dalla soggettività riguarda la dimensione relazionale del soggetto, la cui assenza descrive la malattia come mancanza di libertà. I livelli di funzionamento non sono prescrittivi ma di carattere metodologico perché permettono la comprensione della dimensione della malattia. Grazie a questa conoscenza è possibile costruire anche i principi che guidano la professione medico- scientifica che dipendono dal modo in cui l’azione terapeutica è pensata per il malato. ---------- Health ethics is possible by acknowledging that subjectivity interferes with the diseases. This essay analyzes the theoretical evolution of the concept of disease: from the traditional idea of the physical disease up to the latest philosophical and bioethical theories concerning the cognitivist view born in the Anglo-Saxon world such as the studies of the Australian philosopher Stan Van Hooft. The traditional conception, even if it has been looking for the location of the disease on an organic level, has never questioned about unitarity and the somatic integrity. Whereas contemporary epistemology, from the genotyping on, has discomposed the human body into a biological aggregate. All this has produced an epochal change of view both of the medical practices and of the clinical status of the patients in the post-genetic society. In the difficult conceptualization of health and consequently of the features and limitations of the diseases between suboptimal and optimal extremes, the author examines the paradigm of the 4 levels of subjectivity by Van Hooft and adds a fifth one to them. The fifth level, through which the disease is experienced and interpreted by the subjectivity, concerns the relational aspect of the subject, whose absence defines the disease as lack of freedom. The operating levels are not prescriptive but of methodological type because they allow to understand the extent of the disease. Thanks to this knowledge it is also possible to state the medical-scientific guidelines of the profession depending on how the therapeutic action on the patient is conceived.
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Galli, Pier Francesco, Alberto Merini y Paolo Migone. "Tracce. La psicoterapia con Internet". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (junio de 2021): 275–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-002007.

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Viene riproposto un articolo scritto negli anni 1990, e pubblicato nel n. 4/2003 di Psicoterapia e Scienze Umane, sulla terapia on-line, cioè a distanza. Il dibattito sulla terapia on-line che si è acce-so dal 2020 a causa della pandemia di COVID-19 rivela diffusi fraintendimenti sulla teoria della tecnica che possono portare a errori anche nella terapia senza Internet. Molti terapeuti infatti hanno guardato alla terapia on-line con diffidenza, senza capire che è una delle applicazioni di una teoria generale della psicoterapia. Questo dibattito ha quindi un interesse sociologico, non teorico, anche perché le problematiche teorico-cliniche della terapia a distanza erano già state affrontate negli anni 1950 a proposito della telephone analysis. Questo articolo fu scritto in tempi non so-spetti, quando chi praticava la terapia on-line era guardato con diffidenza e il Consiglio Nazio-nale dell'Ordine degli Psicologi (CNOP) aveva addirittura vietato la psicoterapia con Internet.
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Farina, Laura. "COLEOPTERA (CARABIDAE, CHRYSOMELIDAE) E LEPIDOPTERA (HESPERIOIDEA, PAPILIONOIDEA) DELLA VALLE DELLA NAVA (PROVINCIA DI LECCO, LOMBARDIA, ITALIA)". Fragmenta Entomologica 43, n.º 2 (31 de octubre de 2011): 187. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.46.

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Nel presente lavoro sono riportate le attuali conoscenze faunistiche riguardanti i Coleoptera (Carabidae, Chrysomelidae) e i Lepidoptera (Hesperioidea, Papilionoidea) della Valle della Nava (Provincia di Lecco, Italia). Viene documentata l’attuale situazione ambientale in un’area ancora scarsamente soggetta alla pressione antropica, tramite lo studio delle comunità di questi gruppi tassonomici. Indagini analoghe hanno dimostrato in più di un caso di essere adatte ad evidenziare gli effetti dell’alterazione ambientale di un determinato territorio, consentendo di ricavare utili informazioni per la gestione degli habitat in esso presenti (Thiele 1977; Brandmayr 1983; Pizzolotto 1994, Balletto et al. 1982a, 1982b). I dati provengono da 7 anni di ricerche entomologiche effettuate con svariate tecniche di raccolta, a cui si aggiungono alcuni dati inediti ricavati dall’esame della collezione Brivio conservata presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. È stata rilevata la presenza di 180 specie (68 di Carabidae, 72 di Chrysomelidae, 40 di Lepidoptera Hesperioidea, Papilionoidea). Considerata la piccola dimensione dell’area di studio (circa 75 ettari) i dati ottenuti sono particolarmente indicativi e interessanti. Vengono infine esposte alcune considerazioni zoogeografiche e ecologiche.
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Cappiello, Vincenzo, Jacopo Giannelli y Roberta Giordano. "Terapia sostitutiva corticosteroidea alla luce delle nuove proposte farmacologiche (Plenadren®)". L'Endocrinologo 22, n.º 3 (13 de mayo de 2021): 187–93. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00860-1.

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SommarioLa terapia sostitutiva corticosteroidea è indispensabile per la sopravvivenza dei pazienti con insufficienza surrenalica. Per oltre cinquant’anni sono stati impiegati steroidi a breve emivita e solo negli ultimi vent’anni sono state proposte nuove formulazioni derivate dall’idrocortisone, nate con l’obiettivo di migliorare gli effetti delle terapie convenzionali. In particolare, è stata prodotta una formulazione di idrocortisone a rilascio modificato in due fasi (DR-HC, Plenadren®). In questa rassegna si descriveranno le caratteristiche e gli effetti di tale formulazione.
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Vittozzi, Serena Ensoli. "L'iconografia e il culto di Aristeo a Cirene". Libyan Studies 25 (enero de 1994): 61–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006245.

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Resumen
Lo studio prende avvio dal rinvenimento di una statuetta fittile nel Santuario cireneo di Apollo sulla Myrtousa, che riproduce un giovane in posizione stante con una cornucopia nel braccio sinistro piegato e appoggiato ad un'erma e con un oggetto nella mano destra portata in basso lungo il fianco (Fig. 1).La terracotta è stata scoperta nel corso dei sondaggi stratigrafici eseguiti sulla fronte del Tempietto di Afrodite, situato sulla Terrazza Inferiore della Myrtousa immediatamente a Nord-Est dei Propilei Greci e ad Est del Donario degli Strateghi (Figg. 2, 11.1–2). Le ricerche, nate come parte del programma di lavoro sul propileo d'ingresso al sacro temenos, sull'area monumentale ad esso circostante e sul percorso della Via Sacra, hanno consentito di precisare la cronologia delle fasi costruttive del tempietto anche in relazione alle successive sistemazioni di questa parte della Terrazza Inferiore.La statuetta, ricomposta da più frammenti, si conserva per un'altezza massima di cm 20 e una larghezza di cm 11,5, mancando della parte inferiore della figura a partire da poco sopra l'articolazione delle ginocchia, di gran parte della mano sinistro con l'attributo, del collo e del corpo squadrato dell'erma (Figg. 1.1–1.4).La figura, nuda, con il mantello avvolto attorno al braccio sinistro, insiste sulla gamba destra, mentre la sinistro è leggermente divaricata e probabilmente in origine era un poco flessa. La testa, dal volto carnoso, da cui emergono i salienti del naso, della piccola bocca e del mento, è vista lievemente di tre quarti verso sinistro. La capigliatura è disposta intorno alla fronte con un addensamento di riccioli lavorati a massa. Sul torso sono ben dis-tinguibili i muscoli pettorali, l'addome con l'ombelico e la linea inguinale con il pube.
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Osborne, John. "A Note on the Medieval Name of the So-Called ‘Temple of Fortuna Virilis’ at Rome". Papers of the British School at Rome 56 (noviembre de 1988): 210–12. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009612.

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NOTA SULLA DENOMINAZIONE MEDIEVALE DEL COSIDDETTO “TEMPIO DELLA FORTUNA VIRILIS” A ROMAIl piccolo tempio repubblicano, che si trova presso la sponda del Tevere, generalmente noto come “Tempio della Fortuna Virile”, fu convertito, nei primi secoli del Medioevo, in una chiesa cristiana. L'identificazione della sua dedicazione è stata oggetto di controversie. L'autore ritiene che, se lo Stefano che era menzionato quale fondatore della chiesa in una perduta iscrizione può essere riconosciuto nello Stefano che detenne la carica di “secundicerius” nei primi anni del pontificate di Giovanni VIII, ciò raforzerebbe l'ipotesi avanzata da coloro che identificavano questo edificio con la chiesa di “S. Maria Sccundicerii”.
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Martelli, Barbara. "TWO HALVES OF THE SAME KIWI: ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE AMONG NEW ZEALANDERS OF ITALIAN ORIGIN". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (26 de julio de 2022): 338–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18183.

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This essay documents the diffusion of the Italian language and culture in Aotearoa-New Zealand, an officially bilingual (English and Māori), as revealed by the double name, and multicultural society. By adopting an eclectic approach that combines sociolinguistics, language teaching methodology, and cultural anthropology, my paper is a micro-ethnography performed on a group of five women of Italian origin with different levels of competency in Italian as their second language. This group of Kiwis – as New Zealanders frequently refer to themselves – ranged age from 16 to 68 and reside in greater Auckland, New Zealand’s most populous city. Their testimonies were collected through a series of face-to-face semi-structured qualitative interviews and based on several sessions of participant observation involving immersion and interaction in the socio-cultural environment of the informants. Notwithstanding their small number, the stories collected in this research disclose a significant ethnographic relevance as they testify to key aspects of Italianness in the social and historical context of New Zealand. In line with the sociolinguistic theories on the circulation of Italian in the world, on the motivations underpinning its learning and on the typology of speakers, I specifically addressed the following topics: Italian as a language of migration, Italian as a language of culture, Italian taught at university, Italian as part of a fluid and transnational multi-identity, and Italian in the global market. Due metà dello stesso Kiwi: lingua e cultura italiana tra i neozelandesi di origine italiana Il seguente saggio documenta la diffusione della lingua e della cultura italiana in Aotearoa - Nuova Zelanda, paese ufficialmente bilingue (inglese e Māori), come rivela il doppio nome, e multiculturale. Attraverso un approccio eclettico che combina sociolinguistica, glottodidattica e antropologia culturale, l’articolo si propone come micro-etnografia condotta su un gruppo di cinque donne di origine italiana con diversi livelli di competenza in italiano come lingua seconda. Questo gruppo di informatrici Kiwi – questo è il nome con il quale i/le neozelandesi si riferiscono comunemente a sé stessi/e – ha un’età compresa tra i sedici e i sessantotto anni e risiede nell’area metropolitana di Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda. Le loro testimonianze sono state raccolte tramite una serie di interviste qualitative semi-strutturate, condotte di persona, e diverse sessioni di osservazione partecipante che hanno comportato l’immersione e l’interazione nell’ambiente socio-culturale delle informatrici. Nonostante il loro numero limitato, le storie raccolte in questa ricerca dimostrano una significativa rilevanza etnografica poiché testimoniano aspetti chiave dell’italianità nel contesto storico-sociale neozelandese. In linea con le teorie sociolinguistiche sulla circolazione dell'italiano nel mondo, sui motivi dell’apprendimento e sulla tipologia dei parlanti, ho esaminato nello specifico i seguenti argomenti: l’italiano lingua di migrazione, l’italiano lingua di cultura, l’italiano insegnato all’università, l’italiano come parte di una pluri-identità fluida e transnazionale e, infine, l’italiano nel mercato globale.
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Franzina, Pietro. "La disciplina internazionalprivatistica italiana della protezione degli adulti alla luce di una recente pronuncia = A recent decision involving the Italian rules of private international law on the protection of adults". CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, n.º 1 (5 de marzo de 2020): 219. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5186.

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Riassunto: Una recente pronuncia del Tribunale di Belluno offre l’occasione per discutere le difficoltà che circondano l’applicazione delle norme italiane di diritto internazionale privato relative alla protezione delle persone maggiorenni che, a causa di un un’infermità o di menomazioni psichiche o fisiche, non sono in grado di provvedere ai propri interessi. Investito di un’istanza per la nomina di un amministratore di sostegno, il Tribunale ha affermato la sussistenza della giurisdizione italiana in ragione del fatto che la beneficiaria della misura di protezione –una cittadina macedone– aveva la propria residenza in Italia; circostanza rilevante, si legge nel provvedimento, tanto ai sensi dell’art. 3 quanto ai sensi dell’art. 9 della legge italiana di diritto internazionale privato (legge n. 218/1995), le norme generali riguardanti, rispettivamente, la giurisdizione contenziosa e quella volontaria. Quanto alla legge applicabile, il Tribunale ha innanzitutto rilevato che l’art. 43 della legge italiana di diritto internazio-nale privato richiama la legge nazionale della persona di cui trattasi, cioè, nella specie, la legge macedone. Si è dunque preoccupato di accertare se le norme macedoni sui conflitti di leggi richiamassero una legge diversa, ed è giunto alla conclusione che queste rinviassero nel caso di specie alla legge italiana. Anche il diritto internazionale privato macedone assoggetta in via ordinaria la protezione degli adulti alla legge del paese di cittadinanza dell’interessato, ma esiste nel sistema macedone una clausola di eccezione di carattere generale che, in un caso come quello considerato, interamente collegato con l’Italia (a parte la cittadinanza della beneficiaria) corregge il richiamo predetto e riconduce la fattispecie sotto il diritto italiano. Da qui, in forza dell’art. 13 della legge italiana di diritto internazionale privato, in tema di rinvio, l’applicabilità del diritto italiano. L’articolata argomentazione che sorregge la pronuncia, in sé convincente, mette in luce le ragioni per le quali l’assetto normativo attuale appare inadeguato a soddisfare gli interessi che oggi dominano la materia, quali risultano in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. La ratifica italiana della Convenzione dell’Aja del 2000 sulla protezione internazionale degli adulti comporterebbe, si sostiene nell’articolo, vantaggi significativi. Parole chiave: disabilità; capacità; supporto nella assunzione di decisioni; competenza giurisdizionale; procedimenti contenziosi e volontari; legge applicabile; rinvio; clausola di eccezione. Abstract: A recent decision by the Tribunal of Belluno provides the opportunity to discuss the difficulties that surround the application of the Italian rules of private international law concerning the protection of adults who, by reason of an impairment or insufficiency of their personal faculties, are not in a position to protect their interests. Seised of a request for the appointment of an “amministratore di sostegno” (a person charged with assisting the adult concerned in the taking of particular decisions), the Tribunal found it had jurisdiction on the ground that the person for whom the protection was sought – a national of Macedonia – resided in Italy. As noted by the Tribunal, this provided a sufficient basis for jurisdiction under both Article 3 and Article 9 of the Italian Statute on Private International (Law No 218 of 1995), concerning jurisdiction over contentious and non-contentious proceedings, respectively. As regards the applicable law, the Tribunal observed at the outset that, pursuant to Article 43 of the Italian Statute, the protection of adults is governed by the law of the State of nationality of the adult concerned, that is, in the circumstances, the law of Macedonia. The Tribunal went on to assess whether the conflictof-laws rules in force in Macedonia refer, in turn, to the law of the different country, and found that they refer the matter back to Italian law. Like the Italian Statute, the Macedonian Statute of Private International Law provides that the protection of adults be governed by the law of nationality of the adult in question. However, the Macedo-nian Statute includes a general exception clause pursuant to which, in the Tribunal’s view, the case must rather be considered to be governed by Italian law, given that the case is con-nected with Italy in all respects, apart from the nationality of the person concerned. Hence, according to Article 13 of the Italian Statute, on renvoi, the application of Italian law. The Tribunal’s complex reasoning, while persuasive in itself, illustrates the reasons why the cur-rent legal landscape hardly suits the interests underlying this area of law, in particular as they result from the United Nations Convention on the rights of persons with disabilities of 2006. The paper argues that the picture would significantly improve if Italy ratified the Hague Convention of 2000 on the international protection of adults. Keywords: disability; capacity; assisted decision-making; jurisdiction; contentious and non-contentious proceedings; applicable law; renvoi; exception clause.
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Tesis sobre el tema "Nave dello Stato"

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Mollica, Davide. "Equazioni di stato della materia in astrofisica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6562/.

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Una stella non è un sistema in "vero" equilibrio termodinamico: perde costantemente energia, non ha una composizione chimica costante nel tempo e non ha nemmeno una temperatura uniforme. Ma, in realtà, i processi atomici e sub-atomici avvengono in tempi così brevi, rispetto ai tempi caratteristici dell'evoluzione stellare, da potersi considerare sempre in equilibrio. Le reazioni termonucleari, invece, avvengono su tempi scala molto lunghi, confrontabili persino con i tempi di evoluzione stellare. Inoltre il gradiente di temperatura è dell'ordine di 1e-4 K/cm e il libero cammino medio di un fotone è circa di 1 cm, il che ci permette di assumere che ogni strato della stella sia uno strato adiabatico a temperatura uniforme. Di conseguenza lo stato della materia negli interni stellari è in una condizione di ``quasi'' equilibrio termodinamico, cosa che ci permette di descrivere la materia attraverso le leggi della Meccanica Statistica. In particolare lo stato dei fotoni è descritto dalla Statistica di Bose-Einstein, la quale conduce alla Legge di Planck; lo stato del gas di ioni ed elettroni non degeneri è descritto dalla Statistica di Maxwell-Boltzmann; e, nel caso di degenerazione, lo stato degli elettroni è descritto dalla Statistica di Fermi-Dirac. Nella forma più generale, l'equazione di stato dipende dalla somma dei contributi appena citati (radiazione, gas e degenerazione). Vedremo prima questi contributi singolarmente, e dopo li confronteremo tra loro, ottenendo delle relazioni che permettono di determinare quale legge descrive lo stato fisico di un plasma stellare, semplicemente conoscendone temperatura e densità. Rappresentando queste condizioni su un piano $\log \rho \-- \log T$ possiamo descrivere lo stato del nucleo stellare come un punto, e vedere in che stato è la materia al suo interno, a seconda della zona del piano in cui ricade. È anche possibile seguire tutta l'evoluzione della stella tracciando una linea che mostra come cambia lo stato della materia nucleare nelle diverse fasi evolutive. Infine vedremo come leggi quantistiche che operano su scala atomica e sub-atomica siano in grado di influenzare l'evoluzione di sistemi enormi come quelli stellari: infatti la degenerazione elettronica conduce ad una massa limite per oggetti completamente degeneri (in particolare per le nane bianche) detta Massa di Chandrasekhar.
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Balboni, Marco. "Equazioni di stato della materia in astrofisica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18485/.

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Le equazioni di stato (EdS) descrivono un sistema fisico mettendo in relazione le sue quantità termodinamiche, come pressione, energia, densità, entropia, calore, ecc..., e sono legate sia alla fisica fondamentale, sia alle scienze applicate. Importanti branche della fsica si sono sviluppate dalle equazioni di stato e, viceversa, formulazioni più complesse delle EdS sono dovute agli sviluppi della fsica moderna. Allo stesso modo in cui la Meccanica Newtoniana può essere vista come il fondamento della fisica, le EdS possono essere viste come il fondamento della Termodinamica, dell'Idrodinamica e della Fluidodinamica. Inoltre, come la meccanica si è estesa per comprendere la relatività e la quantizzazione, le EdS sono state ulteriormente sviluppate, per descrivere gli stati della materia in condizioni di estrema densità o temperatura. In astrofisica, ad esempio, si osservano oggetti in condizioni di pressione e temperatura molto più estreme di quelli ottenibili in laboratorio. Questi sistemi astrofsici sono campi di ricerca importanti per gli studi più vari. In questa trattazione verranno illustrate le principali funzioni ed equazioni di stato della materia, accennando al "Metodo di Boltzmann" per ricavarle, e vedendo, nella seconda parte, alcune loro applicazioni astrofisiche.
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SANTINI, Veronica. "Il filosofo e il mare. Immagini marine e nautiche nella Repubblica di Platone". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343273.

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Resumen
La tesi si propone di indagare la nascita e il ruolo dell'immagine della nave della polis e di quella del kubernetes (da questo lemma greco hanno origine il gubernator latino e il governatore italiano e altri termini delle lingue contemporanee) nell'immaginario politico occidentale. Tale lavoro si propone infatti di mettere in questione o risignificare il lessico politico contemporaneo di matrice greca. La tesi è divisa in due parti:la prima è dedicata alla ricostruzione storica e concettuale delle immagini marine e nautiche nella letteratura precedente a Platone nonché, più in generale, nella cultura greca del tempo. La seconda parte si propone di dimostrare come l'immagine del kubernetes (assieme a quella del medico) venga impiegata nel corpus platonico come esempio di una specifica forma di governo, quello di colui che possiede le conoscenze e competenze per reclamare il governo per sè. Queste due figure fondano entrambe la loro autorevolezza sulla possibilità di offrire la salvezza a coloro che ad esse si affidano. L'immagine della nave della polis e la correlata immagine del kubernetes vengono infatti qui inserite all'interno di un quadrilatero concettuale formato dalle nozioni di kosmos (ordine, bell'ordine), poros (rotta marina, ma anch espediente), sumpheron (vantaggio) e soteria (salvezza). Il testo si propone di dimostrare che l’immagine nautica è per Platone essenzialmente un’immagine –per quanto dinamica - d’ordine, ovvero essa mostra ricorrendo alle immagini l’ordine che, per Platone, doveva governare la nuova politeia stabilita dai filosofi re. Tale immagine, inoltr, offre una risposta anche ai problemi posti da Trasimaco nel I libro circa il vantaggio proprio di ogni arte (e in particolare dell’arte politica). Il compito del vero kubernetes è quello di trovare ogni volta la rotta migliore per la sua nave/città, offrendo a coloro che sono imbarcati/cittadini il vantaggio proprio della sua arte, ovvero la salvezza. Ma tale salvezza, nella cornice di pensiero greca e ancor più platonica, non è altro che il mantenimento dell’ordine, kosmos, che regna nella kallipolis. Infine, la tesi apre al ruolo che il paradigma nautico avrà in ambito latino, in particolare in Cicerone.
The thesis aims at investigating the birth and the role of the image of the ship of the polis and of the kubernetes (stirer, but from this greek term we have the latin gubernator as well as the Italian governatore) in the Western political imaginary. This work tries in fact to put into question or re-signify the contemporary political lexicon. The thesis is divided in two parts: the first is dedicated to the historical and conceptual re-construction of the sea and nautical images in the litterature before Platone and, more broadly, in the Greek culture of the time. The second, instead, offers a detailed reading of the VI book of the Republic of Plato, showing at the same time the close ties to the I book. This second part aims at demonstrating how the image of the kubernetes (along with that of the doctor) is deployed in the platonic corpus in order to provide an example of a specific form of government, that is the government of the one who has the knowledges and skills to claim to be the ruler. These two figures (kubernetes and doctor) both ground their authority on the possibility to offer ‘salvation’ to those who trust them. The image of the ship of the polis and the related image of the kubernetes are understood as belonging to a framework where we find the notions of kosmos (order, good and beautiful order) poros (the sea route but also the clever device to gain success) sumpheron (the advantage) and soteria (salvation). This work aims at demonstrating that the nautical image is in Plato essentially an image of order –however dinamic – that is to say it 'shows' the order which, according to Plato, has to rule over the new politeia established by the philosophers rulers. Such image, moreover, offers an answer to the problems raised by Thrasimacus in the I book about the advantage offered by each art (and specificallt of the political art). The task of the true kubernetes, then, is to find again and again the best route (poros) for his ship/city, offering to the ones embarked/citizens the avantage peculiar to his art, that is to say offering them salvation. But salvation, within the Greek and platonic framework, is nothing but the manteinance of the order, kosmos, which reigns in the kallipolis. Lastly, this work tries to offer a rapid survey of the later developement of the nautical paradigm in the Latin world, especially in the writings of Cicero.
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SCOLARI, BALDASSARE. "State Martyr Representation and Performativity of Political Violence". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251176.

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Resumen
L’indagine prende in esame l’uso e la funzione politica della figura del martire nello spazio pubblico contemporaneo. La ricerca, pur nel riferimento consapevole alla consolidata letteratura ormai classica sull'argomento, ha tra i propri riferimenti filosofici specificatamente la teoria del discorso di Michel Foucault, con la sua metodologia dell’analisi discorsiva, e segue un approccio transdiscipli¬nare fra scienze culturali e filosofia. Essa ha come punto di partenza, come caso di studio, la rappresentazione mediale del politico e statista democristiano Aldo Moro quale martire di stato durante e dopo il suo assassinio per opera delle Brigate Rosse nel 1978. La ricerca si sviluppa sulla scorta dell’ipotesi di una connessione fra procedure di legittimazione dell’autorità politica e delle strutture di potere e l’emergere della figura del martire di Stato. Le rappresentazioni martirologiche sono considerate pratiche discorsive performanti, attraverso le quali la morte di Moro viene ad assumere il significato di un martirio per lo Stato, la Repubblica Italiana e i valori democratici. L’ipotesi di lavoro è che, attraverso l’allocazione dello statuto di martire, la morte di Moro acquisisca il significato di un atto (volontario) di testimonianza della verità assoluta e trascendentale dei diritti umani, garantiti dalla costituzione (in particolare articolo 2 della Costituzione Italiana), così come della necessità dello Stato come garante di tali diritti. Attraverso questa significazione, la figura di Moro assurge inoltre a corpo simbolico dello Stato-nazione, legittimando lo stesso e fungendo da simbolo d’identificazione collettiva con la nazione. Si tratta qui di mettere in luce il rapporto intrinseco fra la figura del martire e una narrazione mitologica dello Stato, dove mito sta a indicare un «assolutismo del reale» (Absolutismus der Wirklichkeit). La ricerca vuole altresì mettere in luce la dimensione strumentale delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro, le quali hanno mantenuto e tuttora mantengono un’efficacia performativa nonostante il chiaro ed evidente rifiuto, espresso da Moro stesso, di essere sacrificato «in nome di un astratto principio di legalità.» La ricerca si propone di dimostrare la valenza di tale ipotesi di lavoro attraverso l’analisi dell’apparizione e diffusione delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro in forme mediali differenti nell’intervallo temporale di quattro decenni. Il corpus delle fonti preso in esame include: articoli di giornali e riviste, i documenti prodotti da Moro e della Brigate Rosse durante i 55 giorni di sequestro, trasmissioni televisive (documentari e reportage), opere letterarie e cinematografiche. La teoria discorsiva e l’analisi archeologico-genealogica sviluppate da Michel Foucault fungono da base teorico-metodologica del lavoro. Il taglio transdisciplinare dell’indagine rende necessaria la distinzione di due diversi piani di ricerca. In primo luogo, ci si pone come obiettivo di individuare e analizzare le diverse rappresentazioni come elementi di una formazione discorsiva il cui tema comune è la morte di Aldo Moro. Si tratta di operare una ricognizione, attraverso il lavoro empirico, dei modi di rappresentare l’uccisione di Aldo Moro e di individuare le regole che determinano ciò che può essere detto e mostrato a tale riguardo. In secondo luogo, a partire da qui, ci si propone di fare un’analisi critica dell’uso e della funzione del linguaggio e della simbologia di matrice religiosa all’interno della forma¬zione discorsiva presa in esame. L'obiettivo è di mettere così in luce non solo il dispositivo di legittimazione politica che presiede alla costruzione della figura del martire, ma anche la sua polivalenza.
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Libros sobre el tema "Nave dello Stato"

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Come nave in tempesta: Bil governo della città in Platone e Aristotele. Roma: GLF editori Laterza, 2016.

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2

Storia della marina degli Stati Uniti (1755-1918): Dalla Guerra di indipendenza fino alla Prima Guerra mondiale. Fidenza (Parma): Mattioli 1885, 2010.

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3

Bellosta-López, Pablo, Julia Blasco-Abadía, Javier Belsué Pastora, Morten S. Hoegh, Thorvaldur S. Palsson, Steffan Wittrup Mc Phee Christensen, Pedro L. Berjano et al. Linee guida di buona pratica per la gestione del dolore e i disturbi muscolo-scheletrici nei lavoratori e nelle aziende. Universidad San Jorge, 2022. http://dx.doi.org/10.54391/123456789/753.

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Resumen
Le azioni volte a migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro sono nate dalla necessità di proteggere dagli incidenti i dipendenti che lavorano nelle industrie europee, come le centrali nucleari o le grandi industrie chimiche. Oggi, questo campo si è evoluto in molte direzioni, e la prevenzione e la gestione dei disturbi muscoloscheletrici (DMS) è una delle sue principali linee d'azione, dato che sono la ragione principale per cui i lavoratori si assentano dal lavoro. In particolare, la prevalenza dei DMS rappresenta più di 1,3 miliardi di persone e una perdita di più di 100 milioni di anni di vita a causa della disabilità; sono una causa comune di inabilità e di assenza per malattia. Storicamente, l'approccio ai DMS sul posto di lavoro si è concentrato sull'adozione di misure ergonomiche, che in alcuni casi sono state positive. Tuttavia, nonostante le misure ergonomiche e biomeccaniche siano ampiamente implementate sul posto di lavoro, la crescente prevalenza dei DMS su scala globale indica che non sono misure sufficienti da sole, quindi sono necessari nuovi approcci olistici che tengano conto degli aspetti biologici, psicologici e sociali per affrontarli. L'Alleanza europea Prevent4Work per la prevenzione dei DMS sul posto di lavoro ha sviluppato questo documento come guida basata sulle più recenti e rilevanti conoscenze scientifiche. Sia le aziende che i loro dipendenti possono beneficiare delle raccomandazioni di questa guida.
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Actas de conferencias sobre el tema "Nave dello Stato"

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Furno, Antonella. "Ricerca storica e cartografica delle domus federiciane “fantasma” della regione del Principatus et Terra Beneventana". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11535.

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Resumen
Historical and cartographic research about the ghost domus built by Frederick II in Principatus et Terra Beneventana regionDuring his reign Frederick II built a series of representative fortified constructions in southern Italy, and after reinforcing the defence line of the border with the State of the Church, he decided to build many residential estates called domus or palacium in the fundamental medieval textual source of Statutum de reparatione castrorum. This research is focused on the study of the landscape in the ancient region of Principatus et Terra Beneventana during the thirteenth century: it is noticed the presence of five imperial domus cited in the Statutum with the name domus Castellucci Battipallae, castrum et palacium Sarni, domus imperatoris in Ebulo, domus imperatoris Apicii and the Castel Belvedere Marano palace. Every domus was studied through a historical and cartographic analysis, and in case of the structure is not recognised on the territory it was organized a landscape analysis in order to propose a hypothetical position. The data that was gathered into ArcGIS software to define the probable locations of the ghost domus were the detailed routes of ancient roads related to the positions of the casalia (little rural communities that paid taxes to maintenance of the royal structures), the Church properties, the urban site, and the other castra and domus.
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