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Literatura académica sobre el tema "Nanoparticelle plasmoniche"
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Tesis sobre el tema "Nanoparticelle plasmoniche"
CALEFFI, MATTEO. "Deposizione di nanoparticelle core-shell di Ag@MgO e Au@MgO su TiO2 meso-poroso mediante sorgente di aggregazione di nanoparticelle: una strategia per migliorare l'efficienza di Celle Solari di Perovskite". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1271921.
Texto completoNowadays, coupling of Metal nanoparticles (NPs) with photo-active materials represents a promising route to enhance device performances in photocatalysis and solar energy applications. In most cases, efficiency improvement in photovoltaic devices by core-shell NP functionalization was obtained via chemical wet methods for both core and shell synthesis and deposition. These methods – though readily suitable for scalability – presents some limitations in combining NP and shell materials, as well as some drawbacks related to the use of solvents. On the other hand, nanocluster aggregation sources based on magnetron-sputtering represent a versatile route to deposit NPs on any selected surface, with precise control of both their quantity and average dimension. Moreover, co-deposition techniques allow to obtain core-shell structures and/or metal NPs embedded in ultra-thin host matrix. During my PhD project, I explore the potentialities of applying this methodology to Perovskite Solar Cells (PSCs), aiming to investigate the properties of these functionalized substrates and, ultimately, to improve their light harvesting and power conversion efficiency (PCE). In particular, Ag@MgO and Au@MgO core-shell NPs are deposited on the mesoporous TiO2 surface Electron-Transport Layer of triple-cation PSCs. Different NP coverage varying between 1-25% has been considered, and the structural and morphological properties of the functionalized substrate has been fully characterized by combining complementary information obtained by HRTEM, EDX, SEM, AFM and XPS. The Ag@MgO NP core-shell structure is investigated with HRTEM and EDXS, showing that the Ag core presents a multi-twinned icosahedral structure and proving that the MgO growth is preferentially localized around the metal cores, i.e. that a core-shell structure is obtained. Furthermore, NP morphological properties, i.e. their lateral size and height, are determined via SEM and AFM, respectively. The average NP height H is estimated around 4 nm and 6nm for Ag@MgO NPs and Au@MgO NPs, respectively, while for both systems the average lateral size D is found around 8 nm. The latter slightly increases as a function of coverage, so that the NP spheroidal shape is characterized by an aspect ratio D/H varying between 1 and 2. For both Ag and Au NPs, XPS annealing experiments performed in UHV up to 150°C demonstrate the beneficial role played by the MgO shell in preserving their thermal stability and avoiding oxidation. The UV-Vis Transmittivity (T) and Reflectivity (R) of pristine and NP-enriched substrates are measured with a spectrophotometer, thus determining the Differential Optical Loss (ΔL) spectra for different NP coverages. For Ag@MgO NP-enriched samples, spectra reveal an intense and broad band, peaked at 430 nm. NP polarizability simulations based on Maxwell-Garnett approach confirm that the band maximum is related to Ag LSPR absorption, while its position depends on the NP aspect ratio. Au@MgO NP spectra reveal a broader optical loss band, peaked at 520 nm, showing - in agreement with literature and with the results of simulations - that the plasmonic loss band is larger than the case with Ag NPs. As last step, the incorporation of core–shell Ag@MgO and Au@MgO NPs into PSCs is investigated. Devices with different NP surface coverage between 0 and 25% and for different nominal shell thickness between 2.5 and 0.6 nm are tested. For Ag@MgO NP-enriched PSCs, the optimum coverage is 1.5%, which leads to a relative increase of 5% in terms of device efficiencies up to 17.8%, related to an increase in both JSC and VOC. On the other hand, preliminary measures of the incorporation of Au@MgO core-shell NPs in PSCs did not result in an efficiency increase and deserve further investigation.
Peca, Alessandro. "Fondamenti e applicazioni della plasmonica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7686/.
Texto completoScaramuzza, Stefano. "Laser Ablation Synthesis in Solution and Characterization of Magnetic-plasmonic alloy nanoparticles". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424317.
Texto completoNella storia della sintesi delle nanoparticelle, unire le proprietà di differenti elementi in una singola nanostruttura è sempre stato un obiettivo molto importante. Le nanoparticelle di lega metallica attraggono molto l’attenzione dalla comunità scientifica interessata proprio perché creare una lega è un interessante modo di combinare molteplici proprietà in un singolo oggetto, ottenendo ad esempio nanoparticelle con proprietà magnetiche e plasmoniche. Con queste nanostrutture è inoltre possibile effettuare una messa a punto precisa ed accurata di una determinata proprietà fisica o chimica, come ad esempio la posizione del picco di risonanza plasmonico nelle particelle di lega Au-Ag, o l’efficienza dell’idrogenazione di molecole aromatiche nitro-sostituite con leghe Ni-Pd. L’approccio più frequentemente utilizzato per la sintesi di nanoparticelle in lega metallica sfrutta la sintesi chimica in fase liquida. Molteplici procedure sono state utilizzate in questo ambito, come ad esempio la co-riduzione in singolo stadio di HAuCl4 e AgNO3. Altri metodi chimici possibili sono la radiolisi, la sintesi elettrochimica e anche la biosintesi. Tutti questi metodi lavorano in condizioni di equilibrio termodinamico, e questo induce delle severe limitazioni alla varietà di struttura e composizione ottenibili per le nanoleghe. Metodi fisici come l’impianto ionico o l’epitassia con raggi molecolari possono produrre nanoleghe metastabili, ma sono usate più raramente a causa dei limiti insiti nella scalabilità della produzione di nanoparticelle e nella difficoltà di utilizzo quando le particelle sono inglobate in matrici solide o sono aggregate (spesso irreversibilmente) su un substrato. Un metodo differente e promettente per la produzione di nanoparticelle in lega è denominato Laser Ablation Synthesis in Solution (LASiS), ovvero ablazione laser in soluzione. Questo metodo prevede l’utilizzo di un laser ad impulsi focalizzato sulla superficie di un bersaglio metallico per generare nanoparticelle in soluzione. Dopo l’assorbimento dell’energia dell’impulso laser da parte del bersaglio metallico, il processo di ablazione avviene mediante la generazione di un plasma e, successivamente, di una bolla di cavitazione, nella quale le nanoparticelle si formano per essere poi raccolte sotto forma di soluzione colloidale nel liquido circostante. La struttura e la composizione delle nanoparticelle sono determinate da numerosi parametri, come la potenza del laser, la durata dell’impulso, il solvente impiegato, la presenza di eventuali molecole in soluzione. Recentemente, la tecnica LASiS è stataimpiegata per creare nanoparticelle in lega metallica, come oro-argento, platino-oro, o platino-iridio. In questa tesi di dottorato è stata affrontata la sintesi mediante LASiS di nanoparticelle in lega metallica a base di Au-Fe ed Ag-Fe, la cui composizione è metastabile. Nanoparticelle in lega Au-Fe sono state ottenute ablando un target Au73Fe27. Differenti solventi sono stati impiegati per ottenere una comprensione più approfondita dell’effetto della soluzione liquida sulla struttura e composizione delle nanoleghe ottenute mediante LASiS. Le proprietà plasmoniche e magnetiche di queste nanoleghe sono state studiate in dettaglio dal punto di vista sperimentale e con il supporto di modelli teorici. Inoltre, le nanoparticelle di Au-Fe sono state ingegnerizzate per un’applicazione specifica, quella di agenti di contrasto multimodali per imaging mediante risonanza magnetica nucleare, tomografia computerizzata da assorbimento di raggi x, e Raman amplificato tramite l’effetto di Surface Enhanced Raman Scattering (SERS). Nanoparticelle di Ag-Fe sono state ottenute mediante LASiS partendo da target bimetallici immersi in etanolo. Le proprietà magnetiche e plasmoniche delle nanoparticelle sono state studiate e messe in relazione con la complessa struttura cristallina, che ha richiesto l’utilizzo di numerose tecniche di indagine strutturale per essere compresa appieno. Grazie alle apprezzabili proprietà magnetiche, le nanoparticelle di Ag-Fe sono state utilizzate per realizzare arrays auto-assemblanti utili come substrati per analisi SERS. In conclusione, la LASiS si è rivelata essere uno strumento molto potente per sintetizzare nanoleghe multifunzionali. In particolare, le nanoparticelle magneto-plasmoniche, qui sintetizzate, studiate ed utilizzate per la prima volta, aprono affascinanti prospettive nella creazione di nuovi strumenti multifunzionali di interesse per vari campi, dalla nanofotonica alla nanomedicina.
ZEYNALI, AMIRBAHADOR. "Two-photon assisted direct laser writing of proteinaceous microarchitectures containing plasmonic nanoparticles; characterization and optimization". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/304319.
Texto completoMetallic nanoparticles, due to their fascinating optical and electrochemical properties, attract the attention of different science and engineering research disciplines. Among these properties, the plasmonic photothermal effect is a notable and exclusive feature of noble-metal nanoparticles that, by today, are exploited through lots of research activities for various purposes, especially for biomedical applications. This optically-tunable phenomenon uniquely increases the flexibility of the optical response of host matrices, by allowing to induce highly localized temperature increases that can be triggered via simple external stimulation device like a light source. Such matrices can be valuable tools in the field of cell treatments and, in general, tissue engineering. In the present study, the two-photon-assisted direct laser writing (DLW) technique was employed to fabricate microarchitectures with the different elastic modulus (80kPa to 800kPa) from a proteinaceous ink composed of bovine serum albumin (BSA), rose Bengal (RB), or methylene blue (MB), and non-spherical symmetric gold nanoparticles (GNPs), with the ability to generate local temperature increase by stimulation in the near-infrared spectral region. The recorded photothermal efficiency measured using focused continuous wave (CW) laser irradiation at 800nm on microstructures loaded with GNPs at low gold atom concentration (1%w/w) reached 12.2 pm 0.4 C/W, that is a record photothermal effect induced from a printed proteinaceous feature. This photo-thermal functionality arising from the GNPs embedded within the fabricated proteinaceous microstructures can then be applied for studying responses of living systems like cells and bacteria cultures under an externally triggered highly localized heat release.
Weber, Verena. "Plasmonic nanostructures for the realization of sensor based on surface enhanced Raman spectroscopy". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423838.
Texto completoLa Plasmonica si occupa dell’interazione di una radiazione elettromagnetica di opportuna lunghezza d’onda con gli elettroni di conduzione di un metallo. L’oscillazione collettiva degli elettroni, indotta da questa interazione, è chiamata appunto Risonanza Plasmonica. La risonanza plasmonica di superficie localizzata avviene quando gli elettroni coinvolti sono quelli di superficie di un metallo nanostrutturato con dimensioni minori o comparabili alla lunghezza d’onda di eccitazione. Da questa eccitazione deriva una forte amplificazione del campo elettromagnetico locale, localizzato nelle immediate vicinanze della nanostruttura metallica. Tale amplificazione, unita a una tecnica di rivelazione spettroscopica specifica, quale la spettroscopia Raman, può essere sfruttata per la realizzazione di sensori molecolari. La tecnica Raman è conosciuta come altamente specifica, perché in grado di fornire uno spettro caratteristico della singola molecola, identificandone univocamente la presenza e la costituzione. La sua maggiore limitazione, però, è la bassa sensibilità. Ponendo l’analita in prossimità di un substrato plasmonico, proprio nella regione di forte amplificazione del campo locale, la sensibilità di rivelazione viene fortemente aumentata, dando origine alla spettroscopia Raman amplificata da superfici (SERS). La prima parte del presente lavoro è focalizzata sulla sintesi e sulla caratterizzazione di nanoparticelle d’argento, d’oro e di nano gusci d’oro (chiamati nanoshell) e sul loro impiego per la realizzazione di substrati SERS, sia in soluzione colloidale che su substrato solido. L’utilizzo di differenti nanostrutture metalliche, dà la possibilità di sfruttare la risonanza plasmonica localizzata di superficie in un’ampia regione spettrale, che si estende dal visibile al vicino infrarosso. La caratterizzazione ottica e morfologica delle nanostrutture è stata effettuata con tecniche convenzionali, come la spettroscopia di assorbimento UV-visibile, il SERS, la microscopia elettronica a trasmissione e la microscopia a forza atomica. Ad esse è stata affiancata anche una tecnica raramente usata nell’ambito della plasmonica: la spettroscopia fotoacustica. Questa può fornire informazioni riguardanti il contributo di assorbimento, all’estinzione totale, di una nanostruttura plasmonica. Da una rigorosa misura dei fattori di amplificazione e delle proprietà di fotoacustica al variare della lunghezza d’onda, possono essere fatte alcune considerazioni riguardanti la possibile relazione tra l’estinzione (proprietà di campo lontano) e l’ amplificazione SERS (proprietà di campo vicino). Le misure dei profili di eccitazione SERS su substrati plasmonici in liquido e su supporto solido, hanno evidenziato la presenza di hot spots, ovvero di zone fortemente amplificate dall’interazione di due o più nanostrutture. I substrati SERS solidi sono risultati chimicamente stabili, omogenei e riproducibili; essi presentano valori di fattori di amplificazione attorno a 104-105. In soluzione colloidale, i fattori di amplificazione delle nanostrutture hanno raggiunto valori nell’intervallo 103-106, dipendentemente dal tipo di nanostruttura metallica investigata. Le misure di fotoacustica effettuate su soluzioni colloidali di nanoshell d’oro si sono rivelate in accordo con le predizioni teoriche di letteratura. Nella seconda parte del lavoro, i substrati plasmonici, realizzati principalmente con nanoparticelle e nanoshell d’oro, sono stati impiegati per la realizzazione di sensori SERS per la rivelazione di specie chimiche e biologiche. É stato realizzato un sensore di composti tossici aromatici volatili, accoppiando un substrato plasmonico con un film poroso di sol gel ibrido organico-inorganico. La componente organica della matrice sol gel è stata appositamente scelta per la sua alta affinità a composti aromatici, quali lo Xilene. È stata dimostrata l’amplificazione dei segnali della matrice da parte della componente plasmonica, ma si sono riscontrati alcuni problemi nella rivelazione delle molecole di analita attraverso il SERS. La difficoltà nella rivelazione è probabilmente dovuta al veloce deadsorbimento dello Xilene dalla matrice a causa del forte riscaldamento locale causato dalla radiazione laser. Nonostante questo, si è comunque dimostrata l’aumentata efficienza del sensore progettato, rispetto ai suoi componenti singoli. La seconda applicazione studiata ha riguardato la realizzazione di un sistema analita-accettore innovativo, che può essere utilizzato per diverse applicazioni bioanalitiche; esso è basato sull’interazione tra un cromoforo diazobenzenico (HABA) e il suo anticorpo specifico. Alla base dell’applicazione si trova una proprietà interessante del suddetto cromoforo, che è quella di cambiare la sua struttura molecolare, passando da una forma azo alla forma idrazo, dopo aver interagito con il suo anticorpo specifico. Questa variazione nella struttura molecolare può essere sfruttata per la rivelazione dell’avvenuta interazione analita-accettore, mediante SERS. Alcuni derivati di questo cromoforo sono stati sintetizzati e caratterizzati in modo da poter essere adsorbiti su un substrato SERS, che viene successivamente incubato in una soluzione di anticorpo. I segnali SERS della molecola di HABA sono risultati ben visibili sia sui substrati di nanoparticelle che di nanoshell d’oro. Purtroppo non è stato possibile rivelare la variazione strutturale del cromoforo, in quanto gli anticorpi, estratti in vivo da due coniglietti, inducono solo un parziale cambio di struttura, rendendo la rivelazione SERS alquanto difficile.
Frare, Maria Chiara. "Opto-thermal properties of plasmonic metal nanostructures in solution and in polymer matrix for optical limiting protection against cw laser". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424088.
Texto completoLo sviluppo delle nanotecnologie ha fornito una varietà di nanostrutture metalliche con proprietà ottiche uniche utili per diverse applicazioni. Le nanoparticelle metalliche presentano una forte amplificazione delle proprietà ottiche associate al plasmone di risonanza superficiali (LSPR): in questo lavoro abbiamo studiato le proprietà ottiche di nanoparticelle d’oro (AuNPs) con diverse tecniche. La grande cross section di assorbimento delle AuNPs accoppiata con la rapido decadimento non radiativo e la scarsa efficienza di decadimento rendono efficace la conversione di luce in calore: le alte temperature raggiunte possono essere utilizzate per terapia fototermica, conversione luminosa in dispositivi fotovoltaici, ma il nostro interesse si è focalizzato sull’applicazione nella limitazione ottica contro laser in continuo (cw). Lo studio della conversione termica della luce incidente può essere utilizzato per la realizzazione di dispositivi per la protezione dell’occhio contro danni accidentali o intenzionali. Un buon dispositivo di protezione dovrebbe essere un materiale intelligente in grado di attivarsi sopra una certa soglia di intensità, con un ampio intervallo di attività e a diverse lunghezze d’onda. Quest’ultima proprietà è di particolare interesse in ambito militare per la protezione contro dispositivi laser di puntamento o armi accecanti di lunghezze d’onda non note a priori. In questo caso sono i filtri passivi per specifiche lunghezze d’onda attualmente utilizzati risultano inefficaci data la loro alta selettività e scarsa versatilità. L’irraggiamento di un limitatore ottico con un raggio laser cw focalizzato induce un assorbimento dell’energia che viene rapidamente convertito in un riscaldamento locale e la formazione di un gradiente di temperatura che corrisponde ad una variazione di indice di rifrazione attraverso il campione. In questo modo anche un campione piatto agisce come una lente focalizzante o defocalizzante e diffonde la luce. Abbiamo studiato diversi aspetti del fenomeno, come descritto in seguito, per ottenere un dispositivo a stato solido con un ampio intervallo di attività e una risposta rapida. Nella prima parte sperimentale di questa tesi sono state sintetizzate diverse nanostrutture, a partire da nanoparticelle d’oro, nanoshells e nanorods con aspect ratio differenti, al fine di ottenere risonanze plasmoniche in un ampio intervallo dello spettro visibile. Le nanostrutture sono state in seguito funzionalizzate con molecole di fulleropirrolidina tiolata (FULP-SH) per combinare il processo di rilassamento termico con uno più rapido. Un limitatore ottico per un dispositivo di protezione deve essere preferibilmente solido, e quindi lo studio delle proprietà ottiche è stato effettuato anche in matrice, in particolare in polycarbonato (PC), scelto per le sue ottime qualità ottiche. La produzione dei film e l’inglobamento delle nanoparticelle ha richiesto degli studi sulla funzionalizzazione e la stabilizzazione delle nanostrutture sintetizzate in solvente acquoso. Abbiamo caratterizzato la morfologia e le proprietà ottiche lineari con tecniche convenzionali: microscopia a trasmissione elettronica (TEM), che fornisce informazioni sulle dimensioni e la forma delle nanostrutture al fine di implementarne la sintesi, spettroscopia UV-Visibile che correla le strutture con le proprietà di estinzione, e la spettroscopia Raman che ha verificato l’effettiva funzionalizzazione dei sistemi con le molecole organiche. Nella seconda parte del progetto abbiamo studiato le risposte ottiche non lineari di questi promettenti sistemi per poterne modulare le proprietà. Attraverso la tecnica Z-scan siamo stati in grado di definire la natura del meccanismo di defocalizzazione e di ottenere i parametri non lineari che ci hanno permesso di confrontare i nostri risultati con quelli attualmente presenti in letteratura. Misure di limitazione ottica hanno dato informazioni sull’efficacia di protezione dei nostri sistemi. Grazie alla semplicità di funzionalizzazione delle nanoparticelle abbiamo individuato delle nuove e promettenti proprietà per un dispositivo di protezione a stato solido. In primo luogo abbiamo studiato le proprietà di limitazione ottica di nanoparticelle in soluzione per identificare la tipologia di funzionamento. In seguito i risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti con nanoparticelle funzionalizzate con FULP-SH. In questo modo abbiamo tentato di associare al processo di rilassamento termico un meccanismo più rapido, in modo da ridurre maggiormente la trasmittanza e migliorare l’efficienza di limitazione. Abbiamo quindi verificato l’efficacia della strategia utilizzata evidenziando un miglioramento della limitazione ottica in un tempo inferiore. Le misure di limitazione ottica eseguite su nanoparticelle in matrice di PC hanno dato ottimi risultati, paragonabili a quelli ottenuti in soluzione. Un primo di studio di matrici differenti si è concentrato sulla fibroina della seta, scelta per la semplicità di inglobamento delle nanoparticelle. Inoltre questo sistema AuNPs-fibroina potrebbe trovare sbocco anche in diverse applicazioni: grazie alla biocompatibilità della matrice ed alla sua solubilità graduale in acqua potrebbe essere usato per il rilascio controllato di farmaci. Studi preliminari scoraggerebbero l’utilizzo di questo sistema nella limitazione ottica ma possono essere comunque considerate altre applicazioni. Le nanoparticelle in fibroina possono infatti essere facilmente trasformate in strutture porose: un’idea potrebbe essere quella di utilizzarle come sensori per campioni in soluzione con caratterizzazione Raman amplificata (SERS), combinando l’alta porosità e la presenza di strutture plasmoniche. Nell’ultima parte abbiamo confrontato le proprietà termiche dei nostri sistemi attraverso studi di fotoacustica che ci hanno permesso di discriminare il contributo assorbitivo dall’estinzione totale e di scegliere il sistema migliore con alta trasmittanza lineare e basse soglie di attivazione nonlineari
CANTALE, Vera. "Towards label-free biosensors based on localized surface plasmon resonance". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2388765.
Texto completoMilanesi, Alessio, Moreno Lelli, Fulvio Ratto, Sonia Centi y Boris Khlebtsov. "Development and Spectroscopic Characterization of Plasmonic Materials for Biomedical Applications - Sviluppo e Caratterizzazione Spettroscopica di Materiali Plasmonici per Applicazioni Biomediche". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1263338.
Texto completoCataldi, Ugo, Roberto Bartolino, Roberto Caputo y Carlo C. Versace. "Active plasmonics in soft matter doped with gold nanoparticles plasmonica attiva in materia soffice drogata con nanoparticelle d'oro". Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/1004.
Texto completoThe main objective of this study is active plasmonics. The work has been focussed on the design, characterization and theoretical interpretation of novel systems. Top-down and bottom-up, self-assembling, approaches have been utilized to realize devices where spherical gold nanoparticles have been periodically and randomly arranged. Two main paths have been followed to achieve this goal. In the first one, by utilizing a rigid periodic structure as a host platform for soft-matter (cholesteric liquid crystals) mixed with plasmonic nano-entities, was possible to obtain a chirally-organized tuneable plasmonic system. The tunability of the obtained device has been induced by applying temperature changes or external electric fields. In the second one, the surface of an elastomeric platform has been randomly covered by gold-nanoparticles. Controlled nano-chemistry processes have been successively applied to the nanoparticles (immobilized on the surface) to locally increase their size. The elastic properties of the template together with the increased size of particles have allowed a systematic study of the coupling between near-fields of the spherical nanostructures. Colloidal nano-chemistry technics have been utilized both to synthetize spherical gold nano-particles and to increase their sizes. Spectroscopic analysis has been used to analyse the response of obtained structures under electrical, thermodynamical and mechanical stimuli. SEM and TEM imaging have been exploited to study the morphology of devices, the shape of nano-structures and to measure their sizes. Moreover, from SEM images, through the use of a MatLab code written to the purpose, it has been possible to extract fundamental parameters used to perform a theoretical analysis of experimental results
Università della Calabria