Literatura académica sobre el tema "MUSICA DEL NOVECENTO"

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Artículos de revistas sobre el tema "MUSICA DEL NOVECENTO"

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Marinis, Marco. "L'azione Efficace nel Teatro del Novecento". Aletria: Revista de Estudos de Literatura 7 (31 de diciembre de 2000): 193. http://dx.doi.org/10.17851/2317-2096.7.0.193-206.

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A partire dalle esperienze fin de siecle dei simbolisti, e dalle ricerche sinestetiche fra pittura musica e teatro di Wassily Kandinsky, l'articolo prende in esame alcuni fra i principali tentativi intrapresi dai maestri della scena contemporanea per fare dei teatro e dello spettacolo gli strumenti di un'azione efficace sullo spcttatore e, prima ancora, sullo stesso attore, soffermandosi in particolare su Eisenstcin, Artaud e Grotowski.
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De Marinis, Marco. "L’azione efficace nel teatro del novecento: fra sinestesia e cinestesi". Aletria: Revista de Estudos de Literatura 7 (31 de diciembre de 2000): 193–206. http://dx.doi.org/10.17851/2317-2096.7..193-206.

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Resumen
Resumen: A partire dalle esperienze finde siecle dei simbolisti, e dalle ricerche sinestetiche fra pittura musica e teatro di Wassily Kandinsky, l’articolo prende in esame alcuni fra i principali tentativi intrapresi dai maestri della scena contemporanea per fare del teatro e dello spettacolo gli strumenti di un’azione efficace sullo spcttatore e, prima ancora, sullo stesso attore, soffermandosi in particolare su Eisenstein, Artaud e Grotowski.Resumo: A partir das experiências de fim de século dos simbolistas, e das pesquisas sinestésicas entre pintura, música e teatro de Wassily Kandinsky, o artigo se propõe examinar algumas das principais tentativas feitas pelos mestres do teatro contemporâneo para fazer do Teatro e do Espetáculo instrumentos de uma ação eficaz sobre o espectador e, antes de tudo, sobre o próprio autor, baseando-se, principalmente, nas teorias de Eisenstein, Artaud e Grotowski.
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Chiodi, Giovanni. "Prove di democrazia". LawArt 1, n.º 1 (30 de enero de 2020): 82–138. http://dx.doi.org/10.17473/lawart-2020-1-5.

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Il saggio ricostruisce il profilo di Arturo Toscanini dal punto di vista dello stretto rapporto instauratosi, nella sua esperienza di artista, tra musica e lotta per le libertà, l’eguaglianza e i diritti dell’uomo. Il contributo intende da un lato analizzare le pratiche performative attraverso cui si manifestò il suo costante e coerente impegno attivo a favore dei valori della convivenza democratica, analizzando le prospettive di senso che orientarono le scelte di Arturo Toscanini sul palinsesto musicale e sui luoghi dove portarlo in scena. Da un altro versante, studiando in particolare i pensieri frammentari di Toscanini contro l’antisemitismo, le dittature, l’esercizio di potere sugli altri e la guerra, contenuti nel suo denso carteggio, l’indagine intende ricostruire nelle sue linee fondamentali la concezione toscaniniana di democrazia e di impegno civile dell’artista, nei difficili anni Venti e Trenta del Novecento, fino agli esiti successivi alla seconda guerra mondiale.
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Longo, Giuseppe O. "Il soffio del dàimon. Variazioni sulla creatività". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 36 (febrero de 2022): 22–48. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036004.

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Le immagini (artistiche e scientifiche) che ci costruiamo della realtà obbediscono a "codici rappresentativi", che a lungo sono stati considerati "naturali"; ma ver-so l'inizio del Novecento si è creduto di scoprirne la sostanziale arbitrarietà: di qui un pullulare di rivoluzioni rappresentative in arte, in musica, in letteratura e fors'anche in fisica e in matematica. Ma dopo questa esplosione di creatività nel dominio dei codici ci si è accorti che 1) esiste una sorta di "selezione naturale" dei codici rappresentativi basata sulla coevoluzione tra bio-fisiologia umana ed espressività dei codici e sulla compatibilità ed efficacia dei codici, per cui i codi-ci giunti fino a noi sono più robusti di quelli che si sono persi per strada (questa coevoluzione conferma il legame immersivo e sistemico tra noi e il resto della na-tura); 2) i codici rappresentativi non sono tutti sullo stesso piano: ve ne sono di più profondi e di più superficiali, e i primi richiamano il classico problema, af-frontato tra gli altri da Eugene Wigner, dell'irragionevole efficacia della mate-matica nelle scienze naturali. Questo problema si articola in altri più specifici: perché alcuni pittori dipingono frattali pur ignorandone gli aspetti matematici? Perché fin dall'antichità architetti, pittori e musicisti hanno basato le loro opere sulla sezione aurea?
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5

Orsi, Elisa. "codice senese nella storia delle illustrazioni dantesche: note sulla fortuna critica della Commedia Yates Thompson 36". Dante e l'Arte 8 (7 de marzo de 2022): 65–86. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.155.

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Il contributo intende ripercorrere brevemente la ricezione critica del ms. Yates Thompson 36, mostrando le intersezioni tra la storia della fortuna del manoscritto e la storia della fortuna dei manoscritti illustrati danteschi dal Novecento ad oggi. Quanto emerge dimostra che la parabola della Commedia di Alfonso V di Aragona coincide, fino alla metà del secolo scorso, con quella di altri manoscritti signorili come l’Urbinate Latino 365, precocemente valorizzati per il loro interesse storico-artistico. Con l’avvento di una nuova stagione degli studi, orientata allo studio della valenza esegetica del corredo illustrativo, il destino dello Yates Thompson si riallinea a quello di altri manoscritti, più antichi e ‘meno celebri’, nel segno di una nuova prospettiva sulla tradizione figurativa dantesca fondata sulla ricostruzione della storia materiale e culturale del codice.
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Strohm, Reinhard. "Giovanna Gronda and Paolo Fabbri (eds.) Libretti d'opera italiani dal Seicento al Novecento. Milan, Mondadori, 1997. 1880 pp." Cambridge Opera Journal 10, n.º 3 (noviembre de 1998): 313–15. http://dx.doi.org/10.1017/s0954586700005462.

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Pozzi, Raffaele. "Dibattito critico e polemica politico-ideologica nella musica italiana del Novecento: Fedele d’Amico e Luigi Nono". Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies (ECPS Journal), n.º 25 (15 de junio de 2022). http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2022-025-pozz.

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Tesis sobre el tema "MUSICA DEL NOVECENTO"

1

Corrent, Vinicio. "La riscoperta della poesia antica italiana nei compositori del primo Novecento in Italia : dalla generazione dell’Ottanta a Luigi Dallapiccola". Thesis, Toulouse 2, 2017. http://www.theses.fr/2017TOU20091.

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Resumen
L’objectif principal de cette recherche était d’étudier les motivations et les besoins qui ont conduit un groupe de compositeurs italiens, nés autour de 1880, et par cette coïncidence chronologique définis par Massimo Mila comme les compositeurs de « la génération des années quatre-vingt », à utiliser pour leurs œuvres chantées des textes de la poésie italienne du Moyen Age et de la Renaissance. Il s’est agi d’une enquête qui a dû tenir compte de nombreux facteurs, surtout étant donné l’imbrication des intérêts artistiques et littéraires et de la complexité historico-culturelle du contexte de la fin du XIXe et début du XXe siècle.En première instance, il a été fondamental de fixer les termes chronologiques d’un changement, voire d’une véritable rupture déterminée au niveau européen par la crise générale du positivisme exprimée de différentes manières en Italie, sous la forme d’une forte réaction au Vérisme dans le domaine littéraire et au mélodrame dans celui plus spécifiquement musical.Une première donnée importante sur laquelle nous nous sommes concentrés a été celle qui traitait globalement des compositeurs qui créaient non seulement des œuvres chantées pour le théâtre, mais également instrumentales de chambre et symphoniques. En conclusion, on observe qu’il est impossible de reconduire l’explication de la revalorisation des textes de la poésie ancienne italienne chez les compositeurs du début du XXe siècle à un seul élément: il faut donc plutôt rechercher une pluralité d’aspects très souvent dépendants d’exigences socio-économiques, culturelles et historiques bien précises. L’intérêt général pour cette période de la littérature fut élaboré de façon totalement personnelle par chaque compositeur et dans cette recherche, nous pensons avoir donné une contribution significative à l’étude de cet aspect de la musique du XXe siècle
The main purpose of this research was to study the motivations and requirements of a group of Italian composers, born around the years 1880's; for this chronological coincidence defined by Massimo Mila as the composers of the generation of the eighties recognizing the texts of ancient Italian poetry for some of their operas' lyrics. It was a path of investigation taking into account many factors, in particular the interweaving of artistic and literary interests and the cultural historical complexity of the context of the late nineteenth and the early twentieth centuries. Fundamental in the first place was the need to set up chronological indicative terms of the change, in fact, of the real breakthrough determined at European level by the general crisis of positivism reflected in various ways in Italy in the form of a strong reaction to Verismo in literature and to Melodramma specifically within the music. One of the first important aspect that we focused on in the present work was the fact that the composers we took into consideration were creating not only pieces made for the theatre, but also symphonic and instrumental compositions.In conclusion, it was found that the desire of the composers of the beginning of the 20th century to approach to the texts of ancient Italian poetry has been conditioned by many factors, affected by the social, economic, cultural and historical aspects.If there was a merely general interest in that period as far as the literature is concerned, then the same rough times were perceived by each composer in a very unique, personal way and in this research we believe that the significant contribution to the study of this aspect of the 20th century music has been given to a certain extent
Lo scopo principale della presente ricerca è stato quello di studiare le motivazioni e le esigenze che hanno portato un gruppo di compositori italiani, nati intorno al 1880, e per questa coincidenza cronologica definiti da Massimo Mila, come i compositori de « la generazione dell’Ottanta » a utilizzare per le loro opere cantate testi della poesia antica italiana. Si è trattato di un percorso di indagine che ha dovuto tenere conto di numerosi fattori dato soprattutto l’intreccio di interessi artistici e letterari e la complessità storico culturale del contesto di fine Ottocento e inizio Novecento. Fondamentale in prima istanza è stata l’esigenza di fissare dei termini cronologici indicativi di un cambiamento, anzi di una vera e propria rottura determinata a livello europeo dalla generale crisi del positivismo riflessasi in vario modo in Italia nelle forme di una forte reazione al verismo in ambito letterario e al melodramma in quello più specificamente musicale. Un primo dato importante su cui ci si è concentrati nel nostro lavoro è stato quello che si trattava di compositori a tutto tondo, che creavano non solo opere cantate per il teatro, ma anche strumentali da camera e sinfoniche. In conclusione si è riscontrato che il desiderio dei compositori del primo Novecento di rifarsi e riprendere i testi dell’antica poesia italiana per le loro opere, non va attribuito a un solo elemento, ma deve essere riferito a una pluralità di aspetti molto spesso dipendenti da esigenze socio economico culturali e storiche. Se vi fu un generale interesse per quel periodo della letteratura lo stesso fu poi elaborato in modo del tutto personale da ogni compositore e in questa ricerca crediamo di aver dato per quello che abbiamo considerato un significativo contributo allo studio di questo aspetto della musica del Novecento
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VIGANO', OMAR. "L'influenza dell'estetica crociana nelle riviste di critica letteraria nei primi 50 anni del novecento". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/105.

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Resumen
Nel sistema di Croce l'Estetica costituisce il primario fondamento, e nella sua auroralità eccede per aver trovato immediata declinazione, e crescita nella critica letteraria, attraverso la redazione della rivista la critica; determinando la rapida e diffusa infiltrazione dei suoi principi nel terreno della cultura artistica nazionale. ma importare le conquiste filosofiche nella critica letteraria, vuol dire anche trasferirne le problematiche aperte. Serra, Cecchi, de Robertis e Boine sulla Voce avanzano l'esigenza di un superamento; Russo, Levi e Capasso sono esempi del difficile accordo o del contrasto di una critica storica e stilistica con l'estetica di Croce. Anche la critica musicale e figurativa provano uno sviluppo decisivo nella spinta dell'idealismo. l'influenza è circolare: i motivi generati dalle rassegne spingono croce a riformulare la propria estetica nella Poesia del 1936.
Estetica (Aesthetics) is the primary foundation of Croce's system, and in auroral (auroralita') character it excels for having discovered his immediate inflexion, confirmation and growth into the literary criticism through the redaction of the review La Critica; causing the quick and widespread diffusion of his principles into the national artistic culture. Importing philosophic pursuits in literary criticism means also transfer deep problems. Serra, Cecchi, De Robertis and Boine in the review Voce push for the downfall of Croce's thought; Russo, Levi and Capasso are examples of the opposition of a historicist and stylistic criticism with Croce's aesthetics. The music and art criticism demonstrate also a decisive development with an idealistic thrust. The influence is circular: the critiques coming from reviews urge Croce to re-formulate his own aesthetics that was in his 1936 work Poesia.
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VIGANO', OMAR. "L'influenza dell'estetica crociana nelle riviste di critica letteraria nei primi 50 anni del novecento". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/105.

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Nel sistema di Croce l'Estetica costituisce il primario fondamento, e nella sua auroralità eccede per aver trovato immediata declinazione, e crescita nella critica letteraria, attraverso la redazione della rivista la critica; determinando la rapida e diffusa infiltrazione dei suoi principi nel terreno della cultura artistica nazionale. ma importare le conquiste filosofiche nella critica letteraria, vuol dire anche trasferirne le problematiche aperte. Serra, Cecchi, de Robertis e Boine sulla Voce avanzano l'esigenza di un superamento; Russo, Levi e Capasso sono esempi del difficile accordo o del contrasto di una critica storica e stilistica con l'estetica di Croce. Anche la critica musicale e figurativa provano uno sviluppo decisivo nella spinta dell'idealismo. l'influenza è circolare: i motivi generati dalle rassegne spingono croce a riformulare la propria estetica nella Poesia del 1936.
Estetica (Aesthetics) is the primary foundation of Croce's system, and in auroral (auroralita') character it excels for having discovered his immediate inflexion, confirmation and growth into the literary criticism through the redaction of the review La Critica; causing the quick and widespread diffusion of his principles into the national artistic culture. Importing philosophic pursuits in literary criticism means also transfer deep problems. Serra, Cecchi, De Robertis and Boine in the review Voce push for the downfall of Croce's thought; Russo, Levi and Capasso are examples of the opposition of a historicist and stylistic criticism with Croce's aesthetics. The music and art criticism demonstrate also a decisive development with an idealistic thrust. The influence is circular: the critiques coming from reviews urge Croce to re-formulate his own aesthetics that was in his 1936 work Poesia.
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FEDERICO, LUCA. "L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1005664.

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Superati «novant’anni d’impazienza» e dopo un lungo periodo votato all’autocommento e all’esplorazione delle proprie intenzioni, Raffaele La Capria ha raccolto le sue opere in due Meridiani curati da Silvio Perrella. La Capria ne ha celebrato l’uscita nella prolusione inaugurale di Salerno Letteratura, poi confluita nel breve autoritratto narrativo "Introduzione a me stesso" (2014). In questa sede, l’autore è tornato su alcuni punti essenziali della sua riflessione sulla scrittura, come la relazione, reciproca e ineludibile, fra tradizione e contemporaneità. All’epilogo del «romanzo involontario» di una vita, La Capria guarda retrospettivamente alla propria esperienza come ad un’autentica educazione intellettuale. Perciò, muovendo da un’intervista inedita del 2015, riportata integralmente in appendice, la tesi ha l’obiettivo di ricostruire l’apprendistato letterario di La Capria dai primi anni Trenta, quando l’autore ancora frequentava il ginnasio, fino all’inizio dei Sessanta, quando ottenne il premio che ne avrebbe assicurato il successo. Il percorso, che riesamina l’intera bibliografia lacapriana nella sua varietà e nella sua stratificazione, si articola in una serie di fasi interdipendenti: la partecipazione indiretta alle iniziative dei GUF (intorno alle riviste «IX maggio» e «Pattuglia»); l’incursione nel giornalismo e l’impegno culturale nell’immediato dopoguerra (sulle pagine di «Latitudine» e di «SUD»); l’attività di traduttore dal francese e dall’inglese (da André Gide a T.S. Eliot); l’impiego alla RAI come autore e conduttore radiofonico (con trasmissioni dedicate a Orwell, Stevenson, Saroyan e Faulkner); la collaborazione con «Il Gatto Selvatico», la rivista dell’ENI voluta da Enrico Mattei e diretta da Attilio Bertolucci; e le vicende editoriali dei suoi primi due romanzi, “Un giorno d’impazienza” (1952) e “Ferito a morte” (1961), fino alla conquista dello Strega. La rilettura dell’opera di uno scrittore semi-autobiografico come La Capria, attraverso il costante riscontro di fonti giornalistiche, testimonianze epistolari e documenti d’archivio che avvalorano e occasionalmente smentiscono la sua versione dei fatti, diventa allora un’occasione per immergersi nella sua mitografia personale e avventurarsi in territori finora poco esplorati: come la ricostruzione del suo profilo culturale, a partire dal milieu in cui La Capria vive e opera, o l’incidenza delle letture e delle esperienze giovanili sulla sua prassi letteraria.
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Baccelli, Roberto. "Amedeo Bassi, un protagonista del teatro lirico italiano di primo novecento tra l'Europa e le Americhe". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1225175.

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Resumen
Biografia artistica del tenore Amedeo Bassi (Montespertoli 1872 - Firenze 1949) basata in gran parte sull’ampia collezione di materiale documentario, oggi di proprietà del Comune di Montespertoli, composta di numerosi articoli a stampa tratti da quotidiani, periodici, riviste musicali, teatrali e d’attualità, che lo stesso Bassi raccolse e conservò accuratamente. English: Artistic biography of the tenor Amedeo Bassi (Montespertoli 1872 - Florence 1949) based largely on the large collection of documentary material, now owned by the Municipality of Montespertoli, consisting of numerous printed articles taken from newspapers, periodicals, musical, theatrical and topical, which Bassi himself collected and carefully preserved.
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ZAPPACENERE, VALENTINA. "Vittorio Gui direttore d'orchestra e operatore di cultura musicale (1907-1936)". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1225491.

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Oggetto della presente tesi è la ricostruzione della prima ampia parte della carriera direttoriale di Vittorio Gui (Roma, 14 settembre 1885 – Fiesole, 16 ottobre 1975), figura di spicco del primo Novecento musicale e più latamente culturale italiano. Vittorio Gui operò in diversi ambiti: oltre che direttore d’orchestra fu infatti direttore artistico, compositore (sia pur solo fino alla fine degli anni Venti), saggista. Poiché le fonti inedite su cui si è lavorato hanno apportato testimonianze relative soprattutto all’impegno profuso nella formazione e nella conduzione di importanti istituzioni orchestrali, il presente contributo privilegia questi aspetti della biografia. A fronte della lunga durata – oltre un sessantennio – della sua attività di direttore, si è deciso di limitare l’indagine al primo trentennio, dal 1907, anno del debutto, al 1936, allorché terminò il periodo della sua collaborazione con la Stabile Orchestrale Fiorentina: periodo, questo, molto denso di eventi che hanno segnato profondamente la personalità del direttore, caratterizzandone il profilo.
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PRUSAK, MONIKA. "Il senso musicale del Nonsense: Petrassi e Ligeti. Due esempi di "nemadrigalismo" nel secondo Novecento". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1053474.

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Resumen
Le opere vocali scelte per questo lavoro sono state finora poco studiate e analizzate, per cui la loro eco in letteratura risulta piuttosto limitata. La ricerca prende in esame i Nonsense (1952) e il Sesto Non-Senso (1964) di Goffredo Petrassi e i Nonsense Madrigals (1988-93) di György Ligeti, per analizzare l’incontro tra il contenuto letterario nonsense e la sua elaborazione musicale, le circostanze della composizione e il legame tra il nonsense e le idee stilistiche dei due musicisti. La scelta delle composizioni non è casuale, bensì volta a presentare due differenti rappresentazioni del nonsense nelle opere vocali a cappella che segnano la ripresa della forma madrigalistica in diversi contesti della seconda metà del XX secolo. Questo studio si articola in quattro capitoli che, partendo da una prova di definizione del nonsense e delle sue regole, giunge all’analisi del senso musicale che risulta dalla messa in musica di testi letterari nonsense in circostanze particolari di composizione. Il primo capitolo Nonsense: origini e strumenti del genere letterario analizza il genere e i testi impiegati nelle composizioni oggetto di questo lavoro. I due capitoli seguenti, Nonsense e Sesto Non-Senso di Goffredo Petrassi e Nonsense Madrigals di György Ligeti, prendono in esame le partiture, inserite nel contesto storico-culturale, e all’interno della produzione degli autori. Il quarto capitolo, Il senso musicale del nonsense: riflessioni finali, oltre ad analizzare i metodi e le operazioni del nonsense usate da Petrassi e Ligeti nelle loro composizioni, aspira a trovare delle risposte ai quesiti legati al significato della messa in musica di contenuti nonsense, ovvero al senso musicale del nonsense. Lo studio è stato condotto sulla base del materiale reperito in due Istituti di ricerca, Fondazione Paul Sacher di Basilea (Ligeti e Petrassi) e Istituto di Studi Musicali “G. Petrassi” di Latina (Petrassi), nei repertori disponibili on-line e nelle pubblicazioni sull’argomento. La più grande difficoltà di questo lavoro è stata quella di inquadrare le ragioni che hanno spinto Goffredo Petrassi a comporre i Nonsense e il Sesto Non-Senso, soprattutto perché le affermazioni del compositore al riguardo sono state sempre piuttosto ermetiche e contrastanti. Si è rivelata molto fruttuosa, invece, la ricerca sui Nonsense Madrigals di György Ligeti, grazie alla meticolosa conservazione dei suoi documenti da parte del compositore e della Fondazione svizzera. La ricerca è iniziata con l’esame della letteratura del genere nonsense, anche in musica, per passare successivamente all’analisi delle fonti: i testi e le partiture. Solo dopo queste fasi si è potuto prendere in esame il contenuto nonsense delle musiche di Petrassi e di Ligeti. Ai fini di un’analisi chiara e sistematica si è dimostrato fondamentale il libro di analisi letteraria del nonsense di Susan Stewart, che ha fornito uno spunto rilevante per l’analisi delle partiture.
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8

Brunetti, Umberto. "LO SPLENDIDO VIOLINO VERDE DI A. M. RIPELLINO Saggio di commento". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251617.

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Il lavoro di tesi consiste nel primo commento scientifico a 44 liriche scelte dello Splendido violino verde, la quinta raccolta poetica di Angelo Maria Ripellino (1923-1978), pubblicata nel 1976. L’apparato esegetico di ciascuna poesia è suddiviso in un cappello introduttivo, in cui, accanto all’analisi tematica, sono sciolti i riferimenti eruditi, storici e biografici ed è fornito il prospetto metrico, e nelle note esplicative in calce al testo, riservate all’analisi puntale degli aspetti retorici e linguistici e alla creazione di un tessuto di rimandi intertestuali ed extratestuali. Di particolare interesse ai fini del lavoro è stata l’analisi, mai effettuata prima, della agende manoscritte dell’autore, conservate nel fondo ripelliniano dell’Archivio del Novecento dell’Università La Sapienza di Roma. Queste hanno permesso di indirizzare lo studio sul versante della critica genetica, poiché contengono appunti di liriche e stralci di versi che costituiscono gli unici avantesti superstiti della raccolta. La loro consultazione ha, inoltre, svelato in molti casi l’origine e la natura di alcuni riferimenti culti celati nelle poesie, confermando il profondo legame tra la scrittura poetica e quella saggistica e critica dell’autore. Ampio spazio è stato quindi dedicato all’intertestualità e alla ricerca delle numerose e variegate fonti, che spaziano dalla letteratura italiana medievale, moderna e contemporanea alle letterature straniere. Spicca inoltre la presenza di fonti relative ad altre arti (teatro, cinema, pittura e musica) che rendono particolarmente densa la scrittura lirica ripelliniana. Nel saggio introduttivo si è tentato di raccogliere i risultati dell’analisi puntuale dei testi, facendo emergere le costanti tematiche e stilistiche, con particolare riguardo per la facies linguistica della raccolta, caratterizzata da molteplici prestiti lessicali dalla tradizione letteraria, fusi insieme a lessico tecnico, termini quotidiani e numerosi vocaboli stranieri col raggiungimento di uno stridente espressionismo.
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Libros sobre el tema "MUSICA DEL NOVECENTO"

1

Zàccaro, Gianfranco. La musica del Novecento. Roma: Edipan, 1986.

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2

Musica e cinema nella cultura del Novecento. Roma: Bulzoni, 2010.

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3

1944-, Miceli Sergio, ed. Musica e cinema nella cultura del Novecento. Milano: Sansoni, 2000.

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4

Domenico Bartolucci e la musica sacra del Novecento. Padova: Armelin musica, 2009.

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5

Pestalozza, Luigi. L' opposizione musicale: Scritti sulla musica del Novecento. Milano: Feltrinelli, 1991.

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6

Fagiolo, Enzo. Domenico Bartolucci e la musica sacra del Novecento. Padova: Armelin musica, 2009.

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7

Lettere in musica: Gli scrittori e l'opera del Novecento. Novi Ligure (Alessandria): Città del silenzio, 2007.

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8

Abbri, F. Un altro paesaggio: Studi sulla musica britannica del Novecento. Firenze: Edifir, 2001.

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9

Morelli, Giovanni. Scenari della lontananza: La musica del Novecento fuori di sé. Venezia: Marsilio, 2003.

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10

Morelli, Giovanni. Scenari della lontananza: La musica del Novecento fuori di sé. Venezia: Marsilio, 2003.

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