Tesis sobre el tema "Morfologia verbale"
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Sau, Valentina <1992>. "Intervento linguistico in una bambina sorda con impianto cocleare: il potenziamento della morfologia nominale e verbale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14418.
Texto completoTodaro, Giuseppina. "Nomi (e aggettivi) che diventano verbi tramite prefissazione : quel che resta della parasintesi". Thesis, Toulouse 2, 2017. http://www.theses.fr/2017TOU20022/document.
Texto completoMy thesis proposes an analysis of the Italian parasynthetic verbs in within the framework of the Construction Morphology. The widespread definition of parasynthesis in literature corresponds to 'double simultaneous affixation on a derivational base' ([pref+[X]N/A+suff]V, cf. for example IMBARCARE 'to board'). Such definition is motivated by the impossibility of attesting the intermediate derivational stage between the base and the derived verb (cf. BARCA 'boat', *IMBARCA, *BARCARE) and it derives from a morpheme-based, incremental and concatenative approach to morphology that assumes that derivational processes are oriented rules. In my thesis I propose an alternative analysis which defines parasynthetic verbs as verbs built by prefixation. I consider as parasynthetic verb each verb belonging to the schema [préf[X]N/A]V (note that the suffix is analyzed as inflectional). This definition is purely based on the membership parameter in schema [préf[X]N/A]V (note that the suffix is analyzed as inflectional). According to this approach, the fact that a word is not attested not only represents an unreliable criterion from an empirical point of view but it also seems to be negligible within a theoretical framework considering morphological processes as non-oriented. The corpus includes 1674 lexemes automatically extracted from ItWaC. The structural variables for these verbs are (i) the prefix selected (a-, in-, s-, de-, dis-), (ii) the inflectional class (-are, -ire), (iii) the category of the base (N, A). Each lexeme is defined as a construction, i.e. a form-meaning pair (the form corresponding to a possible combination of variables and the meaning to a holistic sense). The possible semantic values are: (i) the change of state, (ii) the change of locative relation and (iii) the intensive/iterative value. For (i) and (ii) I propose a unified analysis in terms of a general semantic component expressing a change (formalized by the predicate BECOME), while the class of verbs expressing the value (iii) are not included in this generalization
La mia tesi propone un’analisi des verbi parasintetici dell’italiano nel quadro teorico della Construction Morphology. La definizione di parasintesi diffusa in letteratura corrisponde a ‘doppia affissazione simultanea su una base di derivazione’ ([préf+[X]N/A+suff]V, cf. ad esempio IMBARCARE). Questa particolarità è motivata dall’impossibilità di attestare la ‘tappa intermedia’ di derivazione tra la base e il verbo costruito (cf. BARCA, *IMBARCA, *BARCARE). Questa definizione è dovuta ad un’analisi morfemica, incrementale e concatenativa e presuppone che i processi derivazionali siano concepiti come regole orientate. Nell’analisi proposta, al contrario, sono definiti come parasintetici tutti i verbi costruiti tramite prefissazione. Questa definizione si basa esclusivamente sul parametro di appartenenza allo schema [pref[X]N/A]V (il suffisso è di tipo flessivo). Secondo la prospettiva adottata, la mancata attestazione di una forma è un parametro che risulta, oltre che insufficientemente affidabile da un punto di vista empirico, persino irrilevante dal punto di vista di una teoria basata sull’idea che i processi siano non orientati. Il corpus utilizzato contiene 1674 lessemi estratti automaticamente da ItWaC. Le variabili strutturali dei verbi in questione corrispondono (i) al prefisso selezionato (a-, in-, s-, de-, dis-), (ii) alla classe flessiva (-are, -ire), (iii) alla categoria della base (N, A). Ogni lessema, definito come costruzione, è l’associazione tra una forma (il risultato della combinazione delle variabili) e di un valore semantico olistico. I valori semantici identificati sono : (i) cambiamento di stato, (ii) cambiamento di relazione locativa e (iii) valore intensivo/iterativo. Per i primi due valori è stata proposta un’analisi unificata all’interno di un’unica componente semantica che esprime il cambiamento (formalizzata con il predicato BECOME), mentre la classe di verbi che esprimono il valore (iii) rimane esclusa da questa generalizzazione
SACCHINI, MIRKO. "Proto-coppie aspettuali nella Zadonscina: a proposito dei rapporti fra morfologia derivazionale ed aspettualità in russo antico". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424039.
Texto completoLo scopo di questa tesi di dottorato è quello di recuperare le coppie aspettuali (proto-coppie) per i verbi affissati attestati nella Zadonščina - testo antico-russo composto fra la fine del XIV e gli inizi del XV sec. - e, più precisamente, nelle sue copie Kirillo-Belozerskij (KB) e Undol'skij (U). Considerando che la categoria dell'aspetto del russo antico differisce morfo-funzionalmente dal suo stato odierno, in questo lavoro abbiamo utilizzato il termine di proto-coppia, quello di proto-perfettivo e quello di proto-imperfettivo per sottolineare questa differenza. Dato ciò, una questione che deve essere risolta è se la forma e il contributo informativo di un affisso possa aiutarci a predire il tipo di proto-coppia che dobbiamo attribuire ai verbi della Zadonščina. In questa tesi, che è composta da un'Introduzione, quattro Capitoli, dalle Conclusioni e da due Appendici, abbiamo provato a fornire delle risposte a questa problematica. Nell’Introduzione sono spiegate le ragioni del perché della scelta delle copie KB ed U. La prima, KB, è la copia più antica e risale al sec. XV, nonché l'unica che presenta il testo nella cosiddetta “versione breve”. La copia U è invece una delle più recenti, in quanto redatta nel XVII sec., ed è la più completa fra quelle della “versione lunga”. Oltre a queste ragioni, bisogna considerare che indagare solo queste due copie ci permette (malgrado la brevità del testo) di confrontare i loro verbi affissati nei medesimi passi testuali. Questo ci consente sia di mostrare le caratteristiche morfo-funzionali dei loro affissi che di verificare il grado di sviluppo ottenuto dal sistema aspettuale del russo antico nel XV (KB) e, rispettivamente, nel XVII sec. (U). Le copie KB ed U qui analizzate sono presenti nell’edizione curata da R.P. Dmitrieva e pubblicate nel volume Slovo o polku Igoreve i pamjatniki Kulikovskogo cikla. K voprosu o vremeni napisanija “Slova” uscita nel 1966. Nel Capitolo I è affrontata la questione di come realizzare le proto-coppie per i verbi della Zadonščina. Innanzitutto la categoria dell'aspetto è distinta da quella degli Aktionsarten, dato che anche quest'ultima può causare mutamenti all'aspettualità della frase attraverso la derivazione verbale. Inoltre, per rispondere alle esigenze del russo, la categoria degli Aktionsarten è stata ulteriormente scissa nella nozione di classe azionale/azionalità/carattere del verbo ed in quella di sposob dejstvija. A causa dell'assenza di studi capaci di definire una proto-coppia a partire da una forma verbale antico-russa, è stato deciso di applicare l'approccio utilizzato (ma per il russo moderno) da E.V. Padučeva (in Semantičeskie issledovanija. Semantika i narrativa, uscito nel 1996). Secondo questo approccio il tipo di coppia aspettuale (perfektnaja, predel'naja, proleptičeskaja, trivial'naja para) è predicibile a partire dalla classe azionale del verbo perfettivo. Con ciò, è stato deciso di classificare i verbi antico-russi affissati (e le loro basi) della Zadonščina in classi azionali, definite dalla combinazione dei tratti semantico-azionali (ben noti sia negli studi sincronici che diacronici sull'aspetto del russo) di [terminatività/non-terminatività], [duratività/puntualità] e [stativo/non-stativo] e, sulla base di esse, associarli ad uno dei quattro tipi di proto-coppia equivalenti ai sopraccitati tipi di coppia del russo moderno. Fra le varie opposizioni aspettuali presentate, per la categoria dell'aspetto è stata scelta quella distintiva di [+/-raggiungimento del limite], poiché marca lo stretto legame fra l'aspetto e le classi verbali. Dopo questa fase introduttiva, nei Capitoli II e III, abbiamo ricercato per ogni affisso, testimoniato nel testo, un significato spaziale (per i prefissi) o un valore funzionale (per i suffissi) basilare, ovvero prototipico, valido cioè per tutti i suoi utilizzi e verbi derivati. Questo ci ha permesso, prima di iniziare l'analisi dei verbi affissati della Zadonščina, di osservare quali classi azionali derivate associare ad un verbo affissato, quando il suo prefisso, rispetto al significato basico, mostra un valore 'non-aspettuale' (o solo spaziale), 'spaziale-aspettuale', 'temporale-aspettuale' o 'solo aspettuale', o quando il suo suffisso, rispetto alla funzione basica, mostra un valore 'non-aspettuale' (o denominale), 'temporale-aspettuale' o 'solo aspettuale'. I valori temporali-aspettuali assegnati agli affissi (sia prefissi che suffissi) sono riconosciuti sempre come corrispondere a quelli riferiti dai verbi degli sposoby dejstvija classificati dalla Scuola linguistica di Mosca. Successivamente, considerando la classe azionale ed il valore del prefisso o del suffisso mostrati nel contesto dai verbi affissati della Zadonščina, abbiamo ricercato la proto-coppia da essi formata con verbi già presenti nel testo o con altri rintracciati nei dizionari di russo antico Slovar' Drevnerusskogo Jazyka XI-XIV vv. e Slovar' Russkogo Jazyka XI-XVII vv. Nel Capitolo IV con tabelle e grafici si mostra la quantità dei verbi con i prefissi di valore spaziale-aspettuale, temporale-aspettuale e solo aspettuale, così come quella con i suffissi -a-, -yva- e -nu- (e le loro varianti) con i valori temporali-aspettuali e solo aspettuali. Dopo questo, i verbi affissati sono messi in corrispondenza con il tipo di proto-coppia prodotto (se possibile). Infine le Appendici 1 e 2. Nella prima, i verbi affissati della Zadonščina sono descritti in un formato di articolo di vocabolario, in base al significato denotativo posseduto. Essi sono definiti per le proprietà sintattiche (classe azionale, tempi verbali e valore aspettuale), per il tipo di proto-coppia creata e per l'affisso scelto per realizzarla. Nella seconda, invece, è presentato il testo nella copia KB ed U, strutturato con capitoli e paragrafi in modo da reperire più facilmente le forme affissate da noi indagate. Abbiamo fornito anche una traduzione 'di servizio' del testo. Fra i risultati più interessanti di questo lavoro, l'osservare che un certo tipo di valore affissale non solo condiziona la scelta del tipo di proto-coppia, ma anche il tipo di mezzo derivazionale (soprattutto, la prefissazione e la suffissazione) utilizzato per formarla. Spicca dall'analisi dei dati la presenza nella copia KB, più arcaica, di sei verbi derivati proto-perfettivi con prefisso v(ъ)z- (cinque) e po- (uno) di valore temporale-aspettuale di tipo ingressivo-incoativo ma usati in contesti di presente storico. Nella copia U, più tarda, essi appaiono invece come deprefissati, proto-imperfettivi, e utilizzati all'imperfetto o al presente storico. Nella copia U, solo in uno di questi casi troviamo un verbo proto-perfettivo che ha conservato il prefisso di valore incoativo, ma esso appare al perfetto.
Cozzolino, Martina <1996>. "Consolidamento della competenza linguistica in una bimba sorda con protesi acustiche Una proposta di insegnamento esplicito della morfologia nominale e verbale della lingua italiana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19700.
Texto completoPecciarini, Maria. "I verbi russi prefissati con пере- e i loro corrispondenti in italiano: analisi contrastiva delle accezioni iterativa, distributiva, reciproca e intensiva del prefisso". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17169/.
Texto completoSantos, Sônia Moreira Coutinho dos. "A variação no uso do modo subjuntivo no português afro-brasileiro". Programa de Pós-Graduação em Letras e Linguística da UFBA, 2005. http://www.repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/11600.
Texto completoApproved for entry into archive by Alda Lima da Silva(sivalda@ufba.br) on 2013-06-04T17:00:28Z (GMT) No. of bitstreams: 1 Sônia Moreira Coutinho dos Santos.pdf: 884833 bytes, checksum: df4a7139b386eb7d0432a492ca9d09b1 (MD5)
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Apresenta-se nesta dissertação uma descrição da variação no uso das formas do subjuntivo e indicativo em comunidades rurais de descendentes afro-brasileiros. Para isso, tomou-se como base para análise amostras de fala do Corpus base do português afro-brasileiro, do Projeto Vertentes da UFBA. Essa análise partiu do princípio de que a variação presente no português popular do Brasil (PPB), é resultante do intensivo contato entre línguas, sobretudo com as africanas, quando do seu processo de formação. As conseqüências desse processo se manifestam de maneira diferenciada, atingindo mais diretamente os dialetos rurais, principalmente de comunidades de afro-descendentes que se mantiveram isoladas. Esta pesquisa tem como base teórica a Teoria da Variação Lingüística Laboviana, a qual considera a variação um fenômeno inerente à língua. Com base nessa teoria, a variação no uso do modo subjuntivo será analisada considerando-se quais os fatores sociais e lingüísticos que influenciam neste processo. Utilizou-se também dos pressupostos teóricos desenvolvidos no âmbito da crioulística para uma melhor explicitação do fenômeno analisado. Comprovou-se que a variação verificada por esta pesquisa, no uso das formas do subjuntivo, no referido dialeto tem motivações mais lingüísticas do que sociais, e configura-se como um processo de variação estável.
Salvador
Okoudowa, Bruno. "Morfologia verbal do Lembaama". Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-10112010-153708/.
Texto completoThis work proposes an analysis of the verbal morphology of Lembaama (B62) according to Guthrie (1971). Officially called Obamba in Gabon, Lembaama is a Bantu language of the forest, from the Benue-Congo group and Niger-Congo phylum. As far as we know, this language has yet to receive a detailed study. It should be noted that Lembaama shows some interesting features. Indeed, the verbal morphology analysis shows that a single inflected verb contains the following elements: subject, subject marker, negative1, Tense marker, root, extension, Final Vowel or Aspect marker, negative2 occurring in a fix order in a sentence. The object marker comes after the root. Negation consists of a discontinuous morpheme: kaní. Ka- is placed before the root (by the left) and -ní occurs after the root (by the right) being the last element of this structure. The verbal derivation study reveals the following structure of Lembaama extensions: -C-, -CV-, -VC- and -CVC-.The habitual marker -ag- being the commonest extension. This study also highlights the existence of a correlation between the grammatical value and the semantic value of extensions. Hence, human and animate beings are evoked in clauses with higher transitivity than things. Therefore, transitivity is fundamental in Lembaama, as it can distinguish actions from states, for example. Tense, Aspect and Mood study defines three Tenses. First, there is a present that, because it is used without tense marker, can be merged with near future or with progressive. Then, we note two future tenses: a near future (F1) occurring without mark and a distant future (F2) marked by the auxiliary verb odze go. Finally, we count three past tenses: a recent (P1) marked by mí- with a high tone; a distant (P2) marked by máá- with a high tone too, and a remote past (P3) marked by kí be, an auxiliary verb with high tone and mí-, the recent past marker, both coming before the root (by the left). Thus, Tense marker morphemes are always placed before the root (by the left) and Aspect markers occur after the root (by the right). This analysis highlighted two Aspects: a perfective marked by the Final Vowel -í; an imperfective without a specific mark. Tense and Aspect analysis allows to conclude that Aspect is more fundamental than Tense in this language. Concerning Mood, the analysis revealed three: imperative, conditional and indicative.
Gonçalves, Cláudio Corrêa e. Castro. "Imperfectividade e morfologia verbal". Florianópolis, SC, 2007. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/90791.
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O objetivo desta dissertação é contribuir para a compreensão teórica de alguns fenômenos relacionados à expressão de temporalidade (Tempo e Aspecto) nas línguas naturais. No geral, defende-se uma abordagem para esses fenômenos onde a informação semântica é subespecificada e princípios pragmáticos desempenham um papel na atribuição de propriedades temporais de proferimentos, especialmente com respeito à distinção entre perfectividade e imperfectividade. Um dos pontos de partida é a presunção de que há importantes semelhanças entre as estruturas lingüísticas que expressam valores tempoaspectuais nas línguas européias. Essas semelhanças são tomadas como pistas cruciais sobre um núcleo semântico comum subjacente a essas formas. Defendese que um dos principais obstáculos para se chagar a um tratamento comum que sirva às línguas européias em geral é a compreensão da noção de imperfectividade e sua oposição com a noção de perfectividade. Devido, em parte, à sua herança lógica, a semântica formal se concentrou em dar conta de valores perfectivos como valores default. Para dar conta de valores imperfectivos a partir desses defaults postula-se, quando necessário, entidades e/ou passos derivacionais adicionais. A abordagem defendida nesta tese segue o caminho contrário: parte-se de valores imperfectivos e deriva-se os demais valores da interação entre semântica e pragmática. A Introdução traz alguns argumentos gerais que falam a favor da subespecificação e fixa as principais presunções teóricas sob as quais se trabalha. O capítulo dois propõe que verbos com morfologia de presente carregam informação semântica não-reportiva. Ou seja, ao invés de identificar tempo de proferimento e tempo em que se assevera ter ocorrido o evento, as formas do presente colocam o tempo de proferimento como sub-intervalo do tempo de ocorrência do evento. Isso traz algumas conseqüências com respeito ao que conta como evidência para se asseverar que um evento ocorreu, que também são exploradas nesse capítulo. As leituras imperfectivas do presente simples e de perífrases da forma estar + verbo no gerúndio são obtidas com auxílio das Máximas de Grice. Os capítulos três e quatro propõem uma semântica para a oposição perfectividade vs. imperfectividade para as formas do pretérito de verbos eventivos e estativos, respectivamente. Os dados empíricos são principalmente do português brasileiro, mas defende-se que a análise pode ser estendida para outras línguas românicas que tenham a oposição semelhante entre pretérito perfeito e imperfeito. A idéia geral desses capítulos é que as formas do pretérito não codificam unicamente as noções de perfectividade e imperfectividade. Especificamente, discute-se evidência empírica que sugere que o pretérito perfeito licencie inferências sobre a ocorrência do evento semelhantes àquelas licenciadas pelo pretérito imperfeito. O capítulo 5 encerra a tese com uma discussão da chamada Abordagem do Resultado Eventual à semântica de perífrases progressivas (estar + verbo no gerúndio). Apresenta-se uma alternativa a essa abordagem onde o valor progressivo é um resultado da interação da semântica subespecificada com fatores contextuais e também uma versão do tratamento dos problemas intensionais do progressivo (paradoxo do imperfectivo). The aim of this dissertation is to further the understanding of certain issues of temporality (tense-aspect) in natural language. In general, I argue for a theoretical framework where semantic information is underspecified and pragmatic principles play a role in yielding the temporal properties of utterances, especially with respect to the distinction between perfectivity and imperfectivity. An important point of departure is the assumption that there are important structural similarities between the tense-aspect forms of European languages. Such similarities are taken as important clues about a common semantic core that underlies those verb forms. I argue that one of the main obstacles for providing a uniform cross-linguistic treatment of verbal phenomena is understanding imperfectivity and its opposition to perfectivity. Due to its logical heritage, formal semantics has focused on perfective values and posited extra mechanisms and entities to account for imperfective values as the need arises in each language. The underspecification strategy advocated here, focus on cross-linguistically common phenomena and derives further values from the interaction between semantics and pragmatics. The Introduction brings some general theoretic arguments for the approach and lays issues and assumptions. Chapter Two proposes that verbs with present tense morphology, including \textit{be V-ing} periphrases, have non-reportive semantic information. Hence, instead of identifying the time of utterance with the time the eventuality is claimed to hold in, it proposes that the time of utterance is included in the time the eventuality is claimed to hold in. Some consequences with respect to what counts as evidence to claim that an eventuality holds are drawn from the proposed view of present simples. The intuitive imperfective readings of present simple and \textit{be V-ing} are yielded by Gricean Maxims. Chapters Three and Four propose a semantics for the imperfectivity vs. perfectivity opposition for past tenses of non-state and state verbs respectively. The empirical data is drawn from the perfective and imperfective past tenses of Brazilian Portuguese, but is argued to hold for further Romance languages. It is argued that, despite their names, those tenses do not uniquely encode perfectivity and imperfectivity. Specifically, it discusses empirical evidence that shows that the perfective past tense allows similar inferences to the imperfective past tenses. Chapter 5 closes with a discussion of the Eventual Outcome Approach to the semantics of progressive and shows that the view that imperfectivity is pragmatically determined can deal with the problems deriving from it.
Carneiro, Marisa Mendonca. "Morfologia de flexão verbal no inglês como L2: Uma abordagem a partir da morfologia distribuída". Universidade Federal de Minas Gerais, 2008. http://hdl.handle.net/1843/AIRR-7DGNSS.
Texto completoO presente trabalho insere-se no campo da pesquisa em aquisição de línguas estrangeiras e investiga as implicações da variabilidade no uso de morfologia flexional verbal do inglês por aprendizes falantes de português brasileiro, em contexto instrucional. O principal objetivo deste trabalho foi explicar a variabilidade na realização de morfologia verbal do verbo to be e verbos lexicais na produção oral de aprendizes em dois níveis distintos de proficiência, tendo como ponto de partida a Hipótese da Ausência de Flexão de Superfície. O suporte teórico teve por base estudos sobre a variabilidade que confirmam a Hipótese da Ausência da Flexão de Superfície, bem como estudos que a refutam, além da teoria sintática de base gerativa sobre concordância e marcação de tempo e a teoria de Morfologia Distribuída. A Hipótese da Ausência de Flexão de Superfície e os estudos que a seguem mostram que não haveria problemas com os processos sintáticos de marcação de tempo e concordância nas gramáticas interlinguais, sendo a variabilidade no uso de morfologia flexional o resultado de um problema de mapeamento da representação abstrata para a forma de superfície. Esta hipótese, que se baseia nos pressupostos teóricos da Morfologia Distribuída, sugere que haveria traços subespecificados na representação interlingual do aprendiz, explicando a ocorrência de formas não-finitas em contextos finitos e não-finitos. A hipótese inicial é a de que a Hipótese da Ausência de Flexão de Superfície seria capaz de explicar a variabilidade presente na produção de morfologia verbal da língua inglesa dos aprendizes e de que haveria efeito da língua materna em estágios iniciais. Amostras de interações espontâneas e eliciadas foram coletadas, um teste foi aplicado e os dados passaram por uma análise estatística. A análise dos dados e dos resultados revelou que possivelmente há um efeito de transferência da língua materna dos aprendizes. Além disso, a Hipótese da Ausência da Flexão de Superfície não foi capaz de explicar a totalidade dos fenômenos observados.
Vernet, Pons Mariona. "Segona conjugació verbal llatina: estudi etimològic i comparatiu sobre l'origen protoindoeuropeu de la formació dels seus temes verbals, La". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2007. http://hdl.handle.net/10803/1720.
Texto completomorfològic sobre l'origen protoindoeuropeu (pie.) dels verbs de la segona conjugació
llatina. S'emmarca per tant dins de la Lingüística Indoeuropea ("Indogermanische
Sprachwissenschaft", "Indo-european Linguistics", etc.) i la Filologia Llatina. Una
aportació d'aquestes característiques, que englobés els diferents tipus de formacions que
confluïren en aquesta conjugació verbal i que analitzés la totalitat de les seves formes
des d'un punt de vista diacrònic i comparatiu, no havia estat encara duta a terme.
Aquesta tesi s'estructura a l'entorn de tres parts principals. La primera (capítols I-III), de
caire més general, proporciona una visió global del funcionament del sistema verbal pie.
i del sistema verbal llatí, d'acord amb les tendències més actuals utilitzades en
Lingüística Indoeuropea (Rix, Jasanoff, Meiser, Meier-Brügger etc.). Aquesta primera
part mostra també la classificació tradicional en què es divideixen els verbs de la segona
conjugació llatina, és a dir, verbs provinents de temes radicals atemàtics, verbs estatius
(essius) i verbs causatius-iteratius, i té per objectiu familiaritzar el lector amb la
temàtica i la terminologia que emprarem a la segona part, el nucli central d'aquesta tesi.
La segona part (capítol IV) és la més important i llarga d'aquesta tesi, i consisteix en un
diccionari etimològic i formal de cadascun dels verbs de la segona conjugació llatina.
Les entrades d'aquest diccionari han estat extretes a partir del "Thesaurus Linguae
Latinae" i de l' "Oxford Latin Dictionary", especialment per suplir algunes entrades que
encara manquen al "Thesaurus". Aquesta recopilació pretén ser exhaustiva i s'han tingut
present tots els verbs de la segona conjugació, inclosos els compostos, els verbs
dubtosos, els hapax legomena i fins i tot aquelles paraules que provenen d'un verb de
segona conjugació no testimoniat (tipus frequens -ntis, in-ciens -ntis, etc.). Cada lema
s'estructura a l'entorn de dos apartats, un de caire filològic i l'altre de tipus etimològic.
En l'estudi filològic apareixen els diferents significats i valors del verb, així com també
els seus derivats i compostos, i la data en què apareixen testimoniats, ja que, en alguns
casos, aquestes aportacions han estat decisives per l'anàlisi etimològica. A continuació
es mostren, amb exemples, l'època d'aparició del verb en qüestió i informacions de
tipus morfològic o sintàctic. En aquest punt es tenen especialment en compte també el
tema de perfet i el tema de supí. El segon apartat és l'estudi etimològic del verb. En
cada cas es fa un estudi comparatiu amb els testimonis de les altres llengües
indoeuropees i s'hi debaten les qüestions problemàtiques. A partir dels raonaments
seguits, es proposa l'origen del tema verbal pie. del verb llatí i es reconstrueix l'arrel
verbal pie. del qual prové (sempre i quant el verb llatí tingui origen pie. i no sigui de
caire recent). Per dur a terme aquest objectiu s'han tingut present els diccionaris
etimològics d'indoeuropeu (Rix, Pokorny) i de les llengües indoeuropees (Ernout-
Meillet, Chantraine, Frisk, Mayrhofer, Walde-Hoffmann), així com la literatura
especialitzada més recent, però sempre s'ha intentat aportar un punt de vista propi i
innovador sobre la qüestió. La utilitat d'aquesta segona part és doble. D'una banda pot
servir de diccionari etimològic dels verbs de la segona conjugació llatina, i de l'altra,
prepara el terreny de cara a les conclusions.
El darrer capítol (V) és el destinat a les conclusions, que es basen a partir dels resultats
obtinguts a l'estudi etimològic. S'hi mostra una classificació precisa i diacrònica dels
diferents tipus de formacions verbals que conformen la segona conjugació llatina i, de
l'altra, s'hi comenten les peculiaritats que no encaixen dins de la divisió tradicional.
The main purpose of this PhD-Thesis is to develop an etymological and morphological
study of the Indo-European (ie.) origins of the Latin second conjugation verbs. Thus,
our object of study belongs to Indoeuropean Linguistics and Latin Philology. A
contribution that includes the different formations that emerged in this verbal
conjugation and that analyses all these verbs in a diachronic and comparative
perspective had not been yet investigated.
This study is divided into three parts. The first one (chapt. I-III) is conceived as an
introduction and provides an overview of the ie. and Latin verbal system, according to
the trends most recently used in Indo-European Linguistics. This fist part offers also the
traditional classification into which the verbs of the second conjugation are divided
(athematic verbs, stative verbs and causative-iterative verbs).
The second part (chapt. IV) is the core of this PhD-Thesis. It consists in an etymological
dictionary of the Latin second conjugation verbs. The compilation has been elaborated
from the Thesaurus Linguae Latinae and aims at being exhaustive by taking into
account also the compound verbs, the doubtful verbs, the hapax legomena, etc. Each
entry is divided into two parts, a philological one and an etymological one. The first one
contains different types of information such as derivatives, compounds, epoch in which
the verb is atested, Latin examples and authors, etc. The resultats of this part are
important for the second part, the etymological study, which consists in a comparative
study of the Latin verbs and the other related ie. forms and in the deliberation of
possible problematic questions. The aim of the second part is to propose the origin of
the ie. verbal stem of the Latin verb and to reconstruct its ie. verbal root. To achieve
such an objective, it has been taken into account the etymological dictionaries of ie.
(Rix, Pokorny), those of the ie. languages (Walde-Hoffmann, Ernout-Meillet,
Chantraine, Frisk, Mayrhofer), and also the specialized bibliography, but I have always
tried to make an innovative and personal contribution.
The last part (chapt. V) contains the conclusions, which present a precise diachronic
classification of the verbs of the second Latin conjugation and those peculiarities that
differ from the traditional classification.
Vernet, i. Pons Mariona. "Segona conjugació verbal llatina: estudi etimològic i comparatiu sobre l'origen protoindoeuropeu de la formació dels seus temes verbals, La". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2007. http://hdl.handle.net/10803/1720.
Texto completoThe main purpose of this PhD-Thesis is to develop an etymological and morphologicalstudy of the Indo-European (ie.) origins of the Latin second conjugation verbs. Thus,our object of study belongs to Indoeuropean Linguistics and Latin Philology. Acontribution that includes the different formations that emerged in this verbalconjugation and that analyses all these verbs in a diachronic and comparativeperspective had not been yet investigated.This study is divided into three parts. The first one (chapt. I-III) is conceived as anintroduction and provides an overview of the ie. and Latin verbal system, according tothe trends most recently used in Indo-European Linguistics. This fist part offers also thetraditional classification into which the verbs of the second conjugation are divided(athematic verbs, stative verbs and causative-iterative verbs).The second part (chapt. IV) is the core of this PhD-Thesis. It consists in an etymologicaldictionary of the Latin second conjugation verbs. The compilation has been elaboratedfrom the Thesaurus Linguae Latinae and aims at being exhaustive by taking intoaccount also the compound verbs, the doubtful verbs, the hapax legomena, etc. Eachentry is divided into two parts, a philological one and an etymological one. The first onecontains different types of information such as derivatives, compounds, epoch in whichthe verb is atested, Latin examples and authors, etc. The resultats of this part areimportant for the second part, the etymological study, which consists in a comparativestudy of the Latin verbs and the other related ie. forms and in the deliberation ofpossible problematic questions. The aim of the second part is to propose the origin ofthe ie. verbal stem of the Latin verb and to reconstruct its ie. verbal root. To achievesuch an objective, it has been taken into account the etymological dictionaries of ie.(Rix, Pokorny), those of the ie. languages (Walde-Hoffmann, Ernout-Meillet,Chantraine, Frisk, Mayrhofer), and also the specialized bibliography, but I have alwaystried to make an innovative and personal contribution.The last part (chapt. V) contains the conclusions, which present a precise diachronicclassification of the verbs of the second Latin conjugation and those peculiarities thatdiffer from the traditional classification.
Salum, Maria Elizabeth Leuba. "Morfologia do verbo português em obras de referência". Universidade de São Paulo, 2007. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8142/tde-04102007-143455/.
Texto completoIn this study, the treatment given to the verb Portuguese morphology was analyzed in three types of reference books - theoretical linguistic study; nine grammar books in Portuguese and the dictionary entries of verb endings -, in the attempt of: making clearer Joaquim Mattoso Câmara Jr. description for didactic usage; of verifying to what extent the grammar books take advantage of this analysis; of establishing possible reasons for the defectiveness in Portuguese and of classifying the verbs with vowel variation based on these verbs\' quantitative survey. This way the verb morphology was examined in three Câmara Jr. texts (1975; 1972; 1970); two Portuguese grammar books directed to Portuguese learners viewing this language as a mother-tongue (1975; 1972; 1970); and in seven grammar books directed to Portuguese learners viewing it as a foreign language. (1975; 1972; 1970). The results of this study reveal that Joaquim Mattoso Câmara Jr. description is in the core of the morphology exposure in the two former grammar books, but that it also could be better exploited in the didactic usage. The defective verbs survey in Bechara (1999, 1975); Cunha; Cintra (1985) made it possible to verify the relation between the verb defectiveness and a probable vowel variation in the third inflection verbs. Despite a brief description, the entries\'s setting found in Houaiss; Villar (2001a; 2001b) made it possible the quantitative survey of verbs with vowel variation showing that the phenomenon takes place in most part of verbs with root vowels /e/ and /o/ in the three inflections.
Querol, Cortiella Laia. "Aspectes morfofonològics en la morfologia verbal del català nord-occcidental". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2009. http://hdl.handle.net/10803/1690.
Texto completoLes dades escollides formen part del Corpus Oral Dialectal del català contemporani de la Universitat de Barcelona (el COD) i es presenten comparades amb les de dues altres llengües romàniques, l'italià i l'occità, per veure l'abast de l'anàlisi en un marc interlingüístic, i amb dades del català de principis del segle XX provinents del corpus d'Alcover i Moll. Aquesta darrera comparació permet observar l'evolució en la distribució d'aquests dos elements.
En relació amb el marc teòric seguit i pel que fa al component morfològic, en termes generals, se segueix l'enfocament morfèmic clàssic, però també es tenen en compte alguns aspectes de la morfologia paradigmàtica per poder explicar l'organització de les formes verbals en patrons paradigmàtics que afecten la distribució de determinats morfs com els que s'estudien en aquesta tesi en termes de relacions implicatives. En aquest context, els estudis que es desenvolupen en el marc teòric de la morfologia natural tenen un paper cabdal. Pel que fa al component fonològic, en general, la distribució de l'accent es justifica com un sistema màximament predictible i no com un element prosòdic que forma part de les representacions lèxiques dels morfemes. El model teòric escollit per dur a terme aquesta tasca és el de la Teoria de l'Optimitat.
Una de les novetats d'aquesta tesi és el fet que no només s'analitzen com a plenament regulars els verbs que presenten els segments velar i palatal sinó que també s'analitza com a regular la distribució d'aquests segments. L'estudi presentat també afavoreix una anàlisi segons la qual aquests dos segments són elements de la mateixa naturalesa morfològica, exponents de subclasses verbals, que són pertinents en l'estructura de les formes verbals com a morfs independents de l'arrel i de la flexió. L'anàlisi proposada en relació amb la distribució de l'accent verbal també permet donar compte d'aquells casos que s'havien analitzat anteriorment com a irregulars i aporta noves dades que confirmen l'anàlisi proposada per als segments velar i palatal.
This thesis contributes to the description and analysis of two aspects of the Catalan verbal morphology that show morphological and phonological overlapping: a) the distribution and the grammatical value of the velar and palatal segments that certain verbal forms display between the root and the inflectional suffixes and b) the stress pattern of verbal forms. Previous works have studied parts of these phenomena, but none has addressed both aspects together in depth, despite the fact that many authors mention that the position of stress in Catalan verbs depends to a degree on the morphological structure of the verbal forms.
The study is based on data from the north-western dialect of Catalan from the Corpus Oral Dialectal del Català Contemporani (late twentieth century) of the University of Barcelona. These data are compared with those from Alcover and Moll's corpus (early twentieth century) and with data from Italian and Occitan. The analysis presented is a valid framework to account for the nature and the distribution of the velar and palatal segments in each variety and their relation with the position of stress (the intradialectal approach), as well as enables the comparison among all varieties (the interdialectal approach).
The morphological aspects of the analysis fit the classical morphemic Item and Arrangement view and hence the segments studied are presented as independent morphs, with the function of being exponents of verbal subclasses. Yet, the analysis takes elements of the paradigmatic view (Word and Paradigm) to explain the distribution of the velar and palatal segments though the whole inflectional paradigm, which is studied in terms of sub-paradigms or morphological patterns that are common to all varieties under study. The variation detected between verbs and between informants with respect to the distribution of these elements is derived from a hierarchy of implicational relations that the sub-paradigms display. The analysis of the phonological component and therefore the distribution of stress in verbs fall within the framework of Optimality Theory. The analysis put forth treats as wholly predictable the position of stress in verbs on the basis of the morphological structure proposed in the first part of the thesis, limiting the irregularity to few cases.
Carvalho, Mauricio Oliveira Pires de. "Aspecto verbal na língua Dâw". Universidade de São Paulo, 2016. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-29082016-101849/.
Texto completoThis project aims to describe and analyze aspect morphology in the Amazonian indigenous language Dâw (approx. 100 speakers, belonging to Nadahup family, formerly known as Makú) in relation to the description found in the only available grammar on the language, Gramática e Fonologia Dâw, published by Silvana Martins in 2004. In that work, the author describes 15 post-verbal morphemes which she calls aspect markers assigning distinct aspectual functions to each of them. In this paper, we tested that assertion, questioning and eventually reanalyzing the alleged aspectual morpheme, in order to verify whether the description provided by that author is correct. The new data confirmed Martins analysis only partially, revealing in most cases that the morphemes play roles that diverge quite significantly from the authors description. In this paper we propose a new classification for these morphemes, based on the data collected during a field work in July 2015 with native Dâw speakers in São Gabriel da Cachoeira, in the northwestern Brazilian Amazon. The new field work samples and an in-depth analysis of other source materials revealed that some morphemes have become obsolete, others have no discernible aspectual value, and others are port-manteau time-aspect-modal morphemes. Some display features such as quantification of verbal arguments (as we shall see, quantifications is intertwined with aspect) or play adverbial roles. The morphemes with aspectual value were shown to behave differently depending on verbal classes, such as the perfective morpheme, which with active verbs has a perfective function, indicating action completed in the past, but with stative verbs it indicates perfect aspect, i.e., current state caused by transformation in the past. A comparison with the aspectual systems of other Upper Rio Negro languages as well as with other typologically similar languages worldwise is also provided.
Creus, Imma. "El Desenvolupament de la morfologia verbal: bases teòriques per a l'anàlisi formal". Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2001. http://hdl.handle.net/10803/8164.
Texto completoForster, Renê Alberto Moritz da Silva e. "Morfologia flexional, sentenças complexas e não-canônicas na produção de afásicos não-fluentes". Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2008. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=699.
Texto completoConsiderando discussões recentes no campo da neurolingüística este trabalho se propõe a investigar a morfologia verbal, sentenças não-canônicas e encaixadas na produção de informantes afásicos falantes de português. O trabalho investiga o quanto hipóteses sobre a produção agramática são eficazes na descrição de dados obtidos no português brasileiro e busca dissociações pertinentes a modelos lingüísticos. Foram realizados duas avaliações de desempenho lingüístico com de um total quatro afásicos não-fluentes com lesões cerebrais na área de Broca e adjacências. Uma das avaliações destina-se a investigar a morfologia flexional e a dissociação entre Concordância e Tempo, que desde o trabalho de Friedmann & Grodzinsky (1997) vem provocando discussões no campo. Este teste foi realizado por meio de tarefa de preenchimento de lacunas. O segundo teste visa a investigar a produção de sentenças encaixadas, inergativas, intransitivas e passivas numa tarefa de repetição. Em ambos os experimentos, os resultados foram, em boa medida, diferentes dos esperados. Por um lado, dissociações comumente reportadas na literatura não foram encontradas e, por outro, dissociações não esperadas foram encontradas. A partir destes dados, são feitas considerações acerca de possíveis explicações sobre o déficit de informantes não-fluentes e sobre a metodologia dos estudos da área, ressaltando-se o cuidado necessário no trato com grupos formados através de critérios pouco precisos
This work investigates verbal morphology, non-canonical and embedded sentences on the production of Brocas aphasics. The goals were to evaluate some hypothesis about agrammatic production and to search for aspects of aphasic behavior that could be useful for linguistic theories. We carried out two tests with a whole of four individuals who suffered lesions on the left cortex, at (or potentially affecting) Brocas area. The first test investigates the dissociation between Agreement and Tense originally reported by Friedmann & Grodzinsky (1997). For this purpose we have conducted a filler-gap task with forced choice. The second test consisted of a repetition task involving unergatives, unaccusatives, passives and embedded sentences. Our results showed that some reported dissociations could not be replicated by our study, while other unexpected ones were brought up. Considering this data, we draw some conclusions about some hypotheses about aphasic behavior and also propose some cautions to be taken concerning research methodology in neurolinguistics
Cox, Maria Ines Pagliarini. "Morfofonologia das formas verbais finitas". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2013. https://repositorio.ufsc.br/handle/123456789/106060.
Texto completoMade available in DSpace on 2013-12-05T19:02:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 321403.pdf: 8091210 bytes, checksum: 7828bedca4bed3475f20c3eff7307b58 (MD5)
Almeida, Norma Lucia Fernandes de. "Sujeito nulo e morfologia verbal no portugues falado por tres comunidades do interior da Bahia". [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/270521.
Texto completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
Made available in DSpace on 2018-08-06T22:07:23Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Almeida_NormaLuciaFernandesde_D.pdf: 6510856 bytes, checksum: a46eb2168392d42baaaf6b9d7d9c8ef0 (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: Este trabalho é uma descrição do sujeito nulo numa variedade de língua pouco estudada, o português popular falado em comunidades rurais baianas. O objetivo geral é verificar se ainda há categorias vazias na posição de sujeito nessa variedade de língua, tendo os seguintes objetivos específicos: a) descrever sócio-historicamente as comunidades; b) identificar os contextos de maior manutenção do sujeito nulo; c) observar se há, no PB, no que se refere a esse fenômeno, uma ou mais gramáticas em atuação, através da comparação de grupos etários e de resultados encontrados em estudos com dialetos urbanos; d) verificar se há evidência do encaixamento de uma possível mudança no sistema, representada pelo uso de duplos sujeitos
Abstract: This work is a deseription of the null subjeet on a little studied language variety, the ordinary Portuguese spoken in bahian rural communities. The general goal is to cheek if there are still empty categories as subject on this language variety, by having the following specifie goals: a) deseribe the communities socially and historieally; b) identify the contexts of greater maintenance of the null subject; e) observe if there is, in BP (Brazilian Portuguese), about this phenomenon, one or more grammars in action, through the comparison of age groups and results found in studies with urban dialects; d) cheek if there is evidence of the insertion of a possible change in the system, represented by the use of double subjects
Doutorado
Doutor em Linguística
Lima, Marcos André Ferraz de. "Aquisição da morfologia flexional verbal em português brasileiro - um estudo experimental com dados de compreensão". Universidade Federal da Paraíba, 2014. http://tede.biblioteca.ufpb.br:8080/handle/tede/7702.
Texto completoMade available in DSpace on 2016-01-07T13:13:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 1078165 bytes, checksum: c31c89090fcfb416a78c9db501f010fa (MD5) Previous issue date: 2014-11-18
This study has as objective to investigate the children's sensitivity to the inflectional morphemes of Brazilian Portuguese (BP) in children between 3, 4 and 5 years old, it has taken as fundamental to the acquisition of verbal morphology of this language. Studies about this topic, already realized with children were based mainly on the production of data, which demonstrated that children produce, already very early, inflectional verbal morphemes in their language. These production data follow a pattern in which it reveals the presence of irregular verb forms with regular forms in the early stages of the process. In the second moment, around 3-4 years old, decays the presence of irregular shapes, appearing irregular verbs used as regular phenomenon known as over regularization. In the final stage, there is the return to the initial default. Our study is to investigate, from the data of understanding, if the child, in the stage that produces over regularization forms, would be sensible to the presence, in the input, to irregular verb in the over regularization form. It is assumed as a hypothesis the idea that children in the age between 3 and 5 years, even thy produce phases in the over regularization forms, they are able to identify the ungrammaticality in the these verbs in the sentence produced by someone else. For this, it was mounted a grammaticality judgment the experiment in which controlled , beyond the age of the participants , the type of verb (regular, irregular and over regularization) and invented verbs, it was divided into three lists of 30 stimuli and each one with 4 conditions . For the conditions 3 and 4, the sentences are repeated in the three lists. Thus, we have for the tree lists a total of 54 stimulus.The results support the hypothesis allow assumed here, showing a sensitivity to the grammaticality of the child's verbal forms present in the input.
Este trabalho investiga a sensibilidade infantil aos morfemas flexionais do português brasileiro (PB) em crianças com 3, 4 e 5 anos de idades, tomada como fundamental para a aquisição da morfologia verbal dessa língua. Os estudos sobre esse tópico, já realizados com crianças, basearam-se notadamente em dados de produção, os quais demonstraram que elas produzem, já desde muito cedo, morfemas flexionais verbais em sua língua. Tais dados de produção seguem um padrão no qual se revela a presença de formas verbais irregulares juntamente com formas regulares, nas etapas iniciais do processo. Num segundo momento, por volta dos 3-4 anos de idade, decai a presença de formas irregulares, surgindo verbos irregulares usados como regulares, fenômeno conhecido como superregularização. Na etapa final, observa-se o retorno ao padrão inicial. Nosso estudo vem investigar, a partir de dados de compreensão, se a criança, na fase em que produz formas superregularizadas, seria sensível à presença, no input, de formas verbais irregulares superregularizadas. Assume-se como hipótese a ideia de que crianças com idade entre 3 e 5 anos, mesmo na fase de produção das formas superregularizadas, são capazes de identificar a agramaticalidade desses verbos em sentenças produzidas por outras pessoas. Para isso, foi elaborado um experimento de julgamento de gramaticalidade no qual se controlou, além da faixa etária dos sujeitos, o tipo de verbo (regulares, irregulares e superregularizados) e verbos inventados, distribuídos em três listas com 30 estímulos e 4 condições cada uma, sendo que as sentenças da condição 3 ( verbos inventados) e da condição 4 ( verbo regular) se repetem nas três listas, somando assim, um total de 54 estímulos nas três listas. Os resultados permitem sustentar a hipótese aqui assumida, evidenciando uma sensibilidade da criança à gramaticalidade das formas verbais presentes no input.
Wuerges, Talita Ewald. "A aquisição da morfologia verbal por crianças falantes de português brasileiro e o uso de formas variantes". Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-28052014-125108/.
Texto completoThis work is dedicated to the acquisition of verbal morphology (verbal inflection) by monolingual children acquiring Brazilian Portuguese. The aim of this study is to describe the acquisition of verbal morphology in Brazilian Portuguese, using data from 5 children acquiring Brazilian Portuguese between the ages of 1; 6 and 4;0, especially analyzing the role of frequency in the acquisition of verbs. Regarding to the influence of frequency in the acquisition, we will adopt the Rules and Competition (YANG, 2002) model, designed to predict the behavior of children acquiring the verbal system of English through the frequency of the verbal classes in the input of the child. The verbal classes are determined by their rules and the bigger the class and the use of a specific regular or irregular pattern, the bigger will be the correct usage rate. The data is comprised of 156 sessions and 16490 inflected verbs. We classified the verbal forms between regular and irregular forms and between verbal forms produced according to the standard norm and morphologically variant verbal forms. From this classification, we analyzed data, pointing out the patterns that emerge, and the frequency with which the verb forms were produced. Our data showed a small number of unexpected productions: only 0,5% of children\'s total production, and, from these, only 0.1% were morphologically variant forms. This means that, although the language is in development, children have an excellent linguistic performance and are, from very young, able to flex verbs satisfactorily. Through our data we got evidence that there is no default verbal class in Brazilian Portuguese children\'s speech and we can conclude that the frequency of the classes seems to be directly related to the acquisition of verbal and to the performance of children acquiring Brazilian Portuguese.
Pires, Gilcelia Santana. "Aquisição da morfologia verbal do portugues por um falante do finlandes : o papel do code switching". [s.n.], 1999. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/269066.
Texto completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
Made available in DSpace on 2018-07-25T01:51:59Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Pires_GilceliaSantana_M.pdf: 3276905 bytes, checksum: 910d1297a09190b9d4ebe0e158cc94d0 (MD5) Previous issue date: 1999
Resumo: O presente trabalho pretende descrever o processo aquisicional do português por uma falante adolescente nativa do finlandês. Em particular, objetiva-se verificar se há transferência de L1 para a L2 e qual seria o papel de uma outra L2, anteriormente adquirida na aquisição do português. A morfologia verbal apresentou-se como uma das dificuldades mais acentuadas no desenvolvimento da aquisição do português. Por esta razão, elegeu-se este fato lingüístico como o mais interessante para estudo. A observação do fenômeno de aquisição da morfologia verbal foi realizada em 3 fases. Na primeira fase, em que grande parte das estruturas verbais se caracteriza pela presença de formas não-finitas,detectou-se o uso de code switching (alternância entre códigos lingüísticos) como estratégia de aprendizagem, com uma função discursiva. Na segunda fase, observou-se que as estruturas verbais começam a se misturar entre formas finitas e não-finitas. Nesta fase, o uso de code switching permanece, apresentando uma função lingüística na aquisição da morfologia do verbo em português. Na terceira fase de observação dos dados, nota-se que as estruturas verbais apresentam flexão e concordância; as formas finita e não-finita são empregadas adequadamente; O uso de code switching não tem mais lugar nesta fase. A conclusão do trabalho é que, numa fase inicial, a aquisição ocorre baseada no mecanismo de transferência de L1 para L2. Enquanto que, na segunda fase, o uso de uma língua intermediária (o inglês) através do code switching mostra que a experiência do sujeito com aquisições anteriores de L2s pode servir como entrada de aprendizagem para mais uma L2, favorecendo uma aquisição num tempo relativamente curto e de forma sólida
Abstract: The present work intends to describe the acquisitional process of Portuguese by an adolescent native speaker of Finnish. As a main goal, it is intended to verify if there is language transfer from L1 into L2 and what would be the role of another second previously acquired language in the acquisition of Portuguese. Portuguese verbal morfology showed to be one of the most difficult problems in the development of acquisition of Portuguese. For this reason, this linguistic fact has been selected as the most interesting one to be studied The observation of the acquisition of Portuguese verb morfology was carried out in 3 stages. In the first stage, in which most of the verb structures are caracterized by the non-finite forms, the phenomenon of code switching ( an alternation between linguistic codes) was detected as a strategy of language learning with a discursive function. In the second stage, the verb structures begin to mix into non-finite and finite forms. In this stage, the use of code switching remains, now showing a linguistic function. The third stage shows that inflection and agreement are acquired; the finite and non-finite forms are used appropriately; the use of code switching does not have a place in this stage. The conclusion of the work is that, in an initial stage, the acquisition is based on language transfer from L1 into L2. In the second stage, the use of an intermmediate language (English) through both code switching and transfer demonstrates that the learner's previous experience with a previously acquired second language can serve as the facilitation strategy for a further third ou fourth language acquisition. Therefore, a solid acquisition process takes place in a relatively short time
Mestrado
Mestre em Linguística
Marí, Tur Roser. "El segment velar en la flexió verbal de l’eivissenc. Anàlisi de la variació distribucional, geogràfica i generacional". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/459065.
Texto completoThe doctoral thesis El segment velar en la flexió verbal de l’eivissenc. Anàlisi de la variació distribucional, geogràfica i generacional describes and analyses the velar affix occurrence in the verbal system of the Catalan dialect which is currently spoken on the island of Eivissa. The dissertation came into being with the aim of providing new data in two different fields: on the one hand, on the Ibizan dialect, specifically on its verbal morphology, which until now had neither been described or analysed in depth; and on the other, on the velar affix distribution in the Catalan verbal system, which has been, and still is, one of the most researched areas in the field of the Catalan inflectional morphology. Most of the former research on the Ibizan dialect, or studies that make reference to it, has been conducted based on the data collected by Alcover and Moll at the beginning of the 20th century (1929-1933). The first contribution of this thesis is that it has been completed using its own corpus, which contains data collected between the years 2008 and 2009. This corpus gathers the answers of 54 respondents (divided into three age ranges) from 6 different Ibizan towns, about the conjugation of 47 verbs of all three verbal types, and also, surveyed in a complementary manner, about 18 type 1 verbs. The thesis describes in detail the velar affix occurrence in this corpus and analyses it from three different points of view: morphologically, that is, determining which role the velar affix plays in the Catalan verbal system; from a distributional point of view, following Maiden’s morphomic patterns (2001, 2003); and finally, in a variational way, from both a geographical and generational point of view.
Bragança, Bruna Cristina Lopes. "Aquisição de morfologia verbal flexional por crianças bilingues e/ou que não têm português como língua materna". Master's thesis, Faculdade de Ciências Sociais e Humanas, Universidade Nova de Lisboa, 2013. http://hdl.handle.net/10362/11294.
Texto completoO presente trabalho visou investigar a aquisição de morfologia verbal flexional por crianças bilingues e/ou que não têm português como língua materna, mais especificamente, se as crianças com L1 mandarim adquirem o sistema de flexão verbal em português, a nível da aquisição do tempo e do aspeto. Numa primeira parte deste projeto apresentamos uma revisão da literatura sobre a aquisição da L1 e L2 e uma breve descrição dos dois sistemas verbais em estudo, o Português e o Mandarim. Por último apresentamos, de uma forma sintética, as hipóteses de aquisição de aspeto, de forma a poder estabelecer as linhas de investigação. Assim, partindo das teorias de aquisição de L2, da análise dos dois sistemas linguísticos e das hipóteses de aquisição de aspeto, estabelecemos as seguintes predições para o grupo L1 português: prevê-se que este apresentará melhores resultados nos testes de tempo que nos testes de aspeto e que na categoria de aspeto apresentem melhores resultados no perfetivo, nomeadamente nas culminações e processos culminados. Para os sujeitos de L1 mandarim prevê-se que os falantes de L1 mandarim vão apresentar melhores resultados a nível de aspeto, que na categoria de aspeto apresentem melhores resultados no perfetivo, nomeadamente nas culminações e processos culminados e que existam melhores resultados nos verbos de atividades, seguindo as culminações e processos culminados, visto que, no Mandarim existe o aspeto progressivo e, de acordo com Shirai & Andersen (1995), este fator facilita a aquisição do aspeto. Para alcançarmos os nossos objetivos, elaborámos testes de produção e de juízo de gramaticalidade de tempo e aspeto e aplicámos a 26 sujeitos (13 de cada grupo em estudo). Os resultados confirmaram a maioria das hipóteses pré-estabelecidas. Quando ao grupo L1 português estes apresentaram melhores resultados nos testes de tempo que nos testes de aspeto e melhores resultados nos itens de perfetivo que nos itens de imperfetivo. Quanto ao grupo L1 mandarim estes apresentam melhores resultados nos testes de tempo que nos testes de aspeto, contrariamente ao previsto. Relativamente aos testes de aspeto registamos que apresentam melhores resultados no perfetivo, principalmente nos itens de culminações, processos culminados e atividades. No imperfetivo os melhores resultados são nos itens de atividades e estados. Ao tentarmos perceber se o desempenho destes participantes podia ser justificado através da Hipótese de Primazia de Aspeto, verificámos que estes aprendentes usam a marcação do perfetivo nas culminações, processos culminados e, como o Mandarim admite o aspeto progressivo, nas atividades. Na marcação do imperfetivo a hipótese prevê este apareça depois do perfetivo e que aqui a marcação do imperfetivo se inicie com os estados e atividades, tal como, viemos a comprovar nos testes de produção de aspeto.
Costa, Tharsila Moreira Gomes da. "Teste de morfologia da língua portuguesa em sujeitos normais: efeitos de escolaridade". Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5170/tde-25102017-154521/.
Texto completoIntroduction: Little is known about the morphological aspects of language, which represents a gap in the brain-mind relationship scenario. The scarce studies were produced in Anglo-Saxon languages, with different characteristics from the Brazilian Portuguese. Studies on morphological aspects in subjects with neurological disorders have shown worst performance related to language tasks. A few studies indicate that the inflexion of regular and irregular verbs may be associated with different mechanisms and cerebral processes. The research about healthy Brazilian Portuguese speakers\' behavior may collaborate as reference for future studies with subjects with language disorders. Purpose: to verify the morphological production in the Portuguese language in healthy subjects through a verb and pseudoverb inflexion test. Methods: the sample was composed by cognitively healthy individuals with ages ranging between 40 to 80 years old. The years of formal education were considered as the educational level; the Group 1 (G1) between 0 to 7 years of study and the Group 2 (G2) above 8 years of study. The test consisted of 213 target-phrases with different verbal tenses. The sentences were built with real verbs and pseudoverbs. A program was designed to play the target-phrases in audio and the subjects had to complete the given sentence. Results: the subjects\' answers were transcribed and analyzed by their performance on the test and also through the type of answer presented to each stimulus. Subjects were then compared by their performance and educational level. For the real irregular verbs it was observed a worse performance by G1 than G2, with a marked statistical significance. For the pseudoverbs it was observed a statistical significance in all verb inflexions, with worse performance by G1. Qualitative analysis of the responses revealed a pseudoverb lexicalization effect, absence of answer and a more frequent phonological transformation for G1 answers. Conclusion: there is an education influence in the morphological production performance in cognitively healthy individuals. This study may contribute as a reference for future researches involving patients with language disorders in Brazil
Teixeira, Gabriel Sanches. "As Formas verbais regulares e simples do português brasileiro". Florianópolis, SC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/96124.
Texto completoMade available in DSpace on 2012-10-26T09:02:41Z (GMT). No. of bitstreams: 1 301324.pdf: 1204635 bytes, checksum: 35d2573e0d822df13060f58d1dcb2ca0 (MD5)
trabalho trata as formas verbais regulares simples do sistema verbal do português brasileiro sob uma perspectiva formalista: a da morfologia distribuída. O ponto de partida é a ideia de Oltra Massuet (1999) de que não só os radicais são estendidos por índices temáticos, mas que os morfemas modo-temporais também o são. Essa condição de boa formação é atingida através da aplicação de uma regra sobre todos os núcleos sintático-funcionais na morfologia, que gera nós adjacentes àqueles, ideias que também foram discutidas e aprofundadas nos trabalhos de Arregi (2000) e Pomino (2008). No entanto, em alguns casos a satisfação dessa regra leva a problemas de adjacência entre nós, de modo que não há como aplicar outras regras, como a de fusão, devido à interveniência desses novos nós. Isso levou à adaptação da proposta de Oltra Massuet em um ponto decisivo: somente os radicais podem ser estendidos por índices temáticos. A partir dessa mudança, todo o aparato foi reconstruído a fim de possibilitar a geração das formas regulares, por meio de três listas de vocabulário principais: uma para os índices temáticos, uma para as propriedades de tempo, modo e aspecto e outra para as de concordância. Durante o processo do estabelecimento dessas listas, o futuro do presente e o futuro do pretérito do modo indicativo foram excluídos do escopo de abrangência deste trabalho, pois foram considerados tempos compostos, mesmo que, aparentemente, possam não parecer. Outro aspecto, que destoa bastante em relação às análises tradicionais do sistema verbal do português, diz respeito ao presente do modo subjuntivo. Sincronicamente, os segmentos -e- e -a-, que tradicionalmente são analisados como morfemas modo-temporais, foram tratados como alomorfes morfologicamente condicionados dos índices temáticos da primeira, segunda e terceira conjugações, respectivamente. Essa análise é fundamentada nas propriedades acentuais do sistema verbal, que privilegia duas posições: o índice temático e a vogal imediatamente anterior a ele. Assim, a análise aqui apresentada difere, primeiro, daqueles trabalhos citados, por não postular um índice temático para os expoentes das propriedades modo-aspecto-temporais e, depois, da análise tradicional dada ao presente do subjuntivo, por postular um índice temático em aberto, condicionado morfologicamente, nesses contextos. Configurado dessa maneira, o sistema é, pois, capaz de gerar os vocábulos esperados para as formas simples e regulares dos verbos portugueses.
Li, Yu. "Efeitos de transferencia semantica no processo de aquisicao da morfologia verbal por aprendentes Chinese de Portugues como L2". Thesis, University of Macau, 2016. http://umaclib3.umac.mo/record=b3537157.
Texto completoHuhtiniemi, Saija. "El desarrollo de la morfología verbal en el aprendizaje ”espontáneo” de E/LE : Un estudio de caso". Thesis, Stockholm University, Department of Spanish, Portuguese and Latin American Studies, 2007. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:su:diva-8081.
Texto completoEl presente estudio trata de la adquisición y uso de la morfología verbal por aprendices semiavanzados de español L2 con sueco L1. Los dos aprendices estudiados son estudiantes de intercambio, que han ido a España a estudiar las asignaturas nucleares de su carrera y a quienes se ha grabado en interacción con hablantes nativos de español. Se realizaron grabaciones en dos momentos, al principio y al final de una estancia de cuatro meses que realizaron los informantes en España, lo cual ha permitido rastrear su desarrollo lingüístico en ese período.
Como hipótesis tenemos que los informantes diversifican su uso de los tiempos y modos, que empiezan a usar más verbos irregulares y que la riqueza léxica del habla de los informantes evoluciona. Los resultados indican un desarrollo conforme a esas hipótesis con una excepción: el uso de los verbos irregulares, respecto del cual los resultados van en sentido opuesto al de la hipótesis: el uso de los verbos irregulares ha disminuido al mismo tiempo que el uso de los verbos regulares ha aumentado.
Favaro, Gisela Sequini. "Estudo morfológico das formas verbais do modo imperativo nas Cantigas de Santa Maria /". Araraquara, 2016. http://hdl.handle.net/11449/138946.
Texto completoOrientador: Gladis Massini-Cagliari
Banca: José Sueli de Magalhães
Banca: Paulo Chagas de Souza
Banca: Cristina Martins Fargetti
Banca: Daniel Soares da Costa
Resumo: Este estudo objetiva realizar o mapeamento e a análise da estrutura morfológica no processo da flexão verbal das formas imperativas em Português Arcaico (PA), a partir das Cantigas de Santa Maria (CSM), com a finalidade de mostrar se a situação que encontramos hoje (ou seja, variação entre formas indicativas e subjuntivas para expressar ordens e pedidos), que leva à dúvida quanto ao imperativo ser um modo independente ou não, já ocorria no PA. A metodologia constitui-se no mapeamento das formas verbais do imperativo nas CSM. Contamos, também, com glossários e vocabulários como auxílio na categorização das formas verbais. Após a coleta dos dados, são analisadas as estruturas morfológicas das formas verbais imperativas encontradas, comparando-as com a estrutura morfológica das formas verbais do presente do indicativo e do subjuntivo mapeadas no corpus, a fim de explicar se critérios, tais como ordem, presença ou ausência do sujeito e contextos relacionados a atos de fala (ordem ou pedido), podem ser utilizados para considerar uma forma imperativa ou não. Foram coletadas 189 formas verbais imperativas conjugadas nas 2ªpp e 2ªps. Verificamos a alta produtividade da supressão da vogal temática em um estágio inicial da língua. Podemos comprovar que o modo imperativo preservava sua estrutura morfológica no PA, já que os indíces de variação começam a surgir apenas em meados do século XVIII, quando há as primeiras manifestações do processo de substituição do pronome tu por você nas relações de tratamento. Discorremos, também, a partir de uma perspectiva diacrônica, sobre os fatores de natureza linguística e social que interferiram e continuam interferindo no processo de variação das formas pronominais de tratamento em PB e como este fenômeno está associado à provável perda da morfologia do modo imperativo. Assim, esta tese visou a contribuir...
Abstract: This study aims to map and analyze the morphological structure in the process of verb inflection of imperative forms in Archaic Portuguese (AP) in the Cantigas de Santa Maria (CSM). The objective of the study is to show if the situation we find today (i.e., variation among indicative and subjunctive forms to express orders and requests), which leads to the question if the imperative was an independent mood or not, already occurred in the AP. The methodology consists in mapping the imperative verb forms in the CSM. We have also used glossaries and vocabularies as a support in categorization of verb forms. After data is collected, the morphological structure of the imperative verb forms found are analyzed in comparison with the morphological structure of the simple present and subjunctive mapped in the corpus, in order to explain if criteria, such as order, presence or absence of the subject and contexts related to speech acts (order or request), can be used to consider if a form is imperative or not. One hundred eighty-nine imperative verb forms conjugated in the secondperson plural and second-person singular were collected and at the end of the analysis of the data we verified the high productivity of the suppression of the thematic vowel at an early stage of the language. We can prove that the imperative form preserved its morphological structure in the AP, since the variation indices start to emerge only in mid-eighteenth century, when there are the first manifestations of the process which replaces tu by você in treatment relations. We have also discussed, from a diachronic perspective, by the factors of linguistic and social nature that interfered and continue to interfere in the process of change in pronoun forms of address in BP and how this phenomenon is associated with the probable loss of the morphology of the imperative form. Thus, this thesis aimed to contribute to the...
Doutor
Baltazar, Laura Mesquita. "Frequency effects and the processing of verbal morphology by L1 and L2 speakers of english". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/100633.
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O foco desta pesquisa é o processamento da morfologia verbal por falantes de inglês como L1 e L2. A literatura teórica e empírica sobre o processamento da morfologia verbal do inglês apresenta diferentes propostas para o processamento e representação dos verbos regulares e irregulares em inglês. Os modelos de via dual argumentam que existem dois mecanismos mentais distintos para a representação e processamento da morfologia verbal. Um dos mecanismos é um sistema computacional baseado em regras e utilizado no processamento dos verbos regulares e, o outro mecanismo, é um sistema computacional baseado na memória e utilizado no armazenamento de verbos irregulares (Ullman, Corkin, Coppola, Hickok, Growdon, Koroshetz & Pinker, 1997; Pinker, 1999; Van der Lely & Ullman, 2001; Pinker & Ullman, 2002; Ullman, 2004; Ullman, 2005). Em contraste, o modelo conexionista de via simples propõe que ambas, as regras e as palavras, são representadas em um único sistema computacional, e que todas as formas (regulares ou irregulares) são representadas em uma memória associativa distribuída (Rumelhart & McClelland, 1986; Plunket & Marchman, 1993; Joanisse & Seidenberg, 1999; McCelland & Patterson, 2002; Joanisse & Seidenberg, 2005; Woollams, Joanisse & Patterson, 2009). Uma terceira explicação para o processamento da morfologia verbal do inglês é proposta pelo modelo de decomposição completa (Stockall e Marantz, 2006), o qual sugere que tanto os verbos regulares quanto os irregulares são decompostos. Este modelo também depende de um único sistema para processar a morfologia verbal, mas a explicação de que todas as formas verbais (regulares e irregulares) são decompostas por regras morfológicas se opõe aos modelos de via dupla e via simples. A partir do contexto de processamento da morfologia verbal, os objetivos que motivaram este estudo são: (a) investigar a influência dos efeitos de frequência e da proficiência no processamento da morfologia verbal do inglês como L1 e L2, e (b) investigar o papel do controle inibitório e da capacidade de memória de trabalho no processamento da morfologia verbal do inglês. Para alcançar esses objetivos, os dados comportamentais foram coletados de um total de 72 participantes, que foram divididos em três grupos de proficiência, que são: (1) O grupo experimental 1, formado por 26 falantes nativos de português brasileiro com alta proficiência em inglês como L2; (2) O grupo experimental 2, composto por 26 falantes nativos de português brasileiro com baixa proficiência em inglês como L2; e (3) o grupo controle, formado por 20 falantes nativos de inglês americano. Os participantes pré-selecionados para os grupos experimentais realizaram um teste de proficiência em inglês. Todos os participantes selecionados realizaram três tarefas: (1) a Frequency Effects Task, que é uma tarefa de produção do passado de verbos em inglês; (2) a Simon Arrow Task, que foi utilizada para avaliar o controle inibitório dos participantes; e (3) a Letter-Number Ordering Task, que foi utilizada para avaliar a capacidade de memória de trabalho dos participantes. Os resultados mostraram que o controle inibitório e a capacidade de memória de trabalho não afetaram o processamento do passado de verbos em inglês. Além disso, os resultados mostraram que os falantes de inglês como L1 e L2 se comportaram de maneira diferente ao processar os verbos regulares e que isto ocorreu provavelmente devido a diferenças de proficiência na língua inglesa. No entanto, todos os participantes, independentemente do seu grupo de proficiência, decompuseram os verbos irregulares, o que é previsto somente pelo modelo de decomposição completa. O modelo de decomposição completa oferece a explicação mais adequada para os resultados encontrados no presente estudo.
Abstract : The focus of this study is the processing of regular and irregular verbal morphology by L1 and L2 speakers of English. The theoretical and empirical literature on the processing of English verbal morphology presents different accounts for the processing and representation of regular and irregular English verbs. The dual-mechanism account argues that there are two distinct mental mechanisms for the representation and processing of verbal morphology. One is a rule-based computational system for the processing of regular verbs, and the other is a memory-based computational system for the storage of irregular verbs (Ullman, Corkin, Coppola, Hickok, Growdon, Koroshetz & Pinker, 1997; Pinker, 1999; Van der Lely & Ullman, 2001; Pinker & Ullman, 2002; Ullman, 2004; Ullman, 2005). In contrast, the connectionist single-mechanism account proposes that both rules and words are represented in a single computational system, and all forms (regular and irregular) are represented in a distributed associative memory (Rumelhart & McClelland, 1986; Plunket & Marchman, 1993; Joanisse & Seidenberg, 1999; McCelland & Patterson, 2002; Joanisse & Seidenberg, 2005; Woollams, Joanisse & Patterson, 2009). A third account for the processing of English verbal morphology is proposed by the full decomposition model of morphological complexity (Stockall and Marantz, 2006), which suggests that both regular and irregular inflectional forms are decomposed. This model also relies in a single system to process verbal morphology. However, the prediction that all verbal forms (regular and irregular) are decomposed by morphological rules challenges both the dual-mechanism and the connectionist single-mechanism views. In the context of verbal morphology processing, the objectives of the present study are: (a) to investigate the influence of frequency effects and proficiency on the processing of regular and irregular verbal morphology in English as L1 and L2, and (b) to investigate the role of inhibitory control and working memory capacity on the processing of English verbal morphology. In order to achieve these objectives, behavioral data were collected from a total of 72 participants, which were divided into three proficiency groups: (1) experimental group 1 consisted of 26 native speakers of Brazilian Portuguese with a high proficiency level in English as L2; (2) experimental group 2 consisted of 26 native speakers of Brazilian Portuguese with a low proficiency level in English as L2; (3) group 3 consisted of a control group of 20 native speakers of American English. The participants pre-selected for both experimental groups were required to take a proficiency test in English. All selected participants performed three tasks: (1) the Frequency Effects Task, which is a past tense production task designed to investigate English verbal morphology; (2) the Simon Arrow Task, which was used to assess participants' inhibitory control function; and (3) the Letter-Number Ordering Task, which was used to assess participants' working memory capacity. The results showed that participants' inhibitory control function and working memory capacity did not affect the processing of English verbal morphology. In addition, the results showed that the speakers of English as L1 and L2 behaved differently when processing regular verbs, most likely due to proficiency differences in the English language. However, all participants, regardless of their proficiency group, decomposed irregular verbs. Irregular forms decomposition is predicted only by the full decomposition model. Therefore, the full decomposition model of morphological complexity offers the strongest account for the results found in the present study.
Perrino, Mariana Beatríz. "The Effects of age and proficiency on verbal morphological processing in english as L1 and L2". Florianópolis, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/96342.
Texto completoMade available in DSpace on 2012-10-26T11:07:38Z (GMT). No. of bitstreams: 1 310691.pdf: 1028238 bytes, checksum: 77d791af135a42512204588928953ad8 (MD5)
The linguistic focus of the present study is English verbal morphology. More specifically, regular and irregular verbs in English are the items under investigation. For the last 25 years, in the context of the past tense debate, dual-mechanism models and single-mechanism models of verbal morphological processing have presented evidence for the storage vs. composition theory and connectionist theory, respectively (Marslen-Wilson & Tyler, 1998). On the one hand, dual-mechanism models, such as the Declarative/Procedural Model, suggest that in English as L1, regular verbs are processed in procedural memory with the application of a rule, the addition of the -ed suffix, while irregular verbs are stored in declarative memory (Ullman, 2001, 2004, 2005). In English as L2, the D/P Model suggests that, at high proficiency levels, regular verbs are also processed in procedural memory whereas irregular verbs are stored in declarative memory (Ullman, 2001, 2004, 2005). In contrast, at beginning stages of L2 learning, regular and irregular verbs are stored in declarative memory (Ullman, 2001, 2004, 2005). Single-mechanism models, on the other hand, have presented evidence in favor of a connectionist theory of verbal morphological processing, in which regular and irregular verbs in English as L1are stored in associative memory, based on phonological and semantic connections (Joanisse & Seidenberg, 2005). In this context, the present study has 2 objectives: (1) to investigate the effects of age and proficiency on the processing of regular and irregular verbs in English as L1 and L2 in healthy adults; (2) to investigate the effect of individual differences on the processing of regular and irregular verbs in English. Thirty one participants, 11 Brazilian advanced late bilinguals (Portuguese-English), 11 Brazilian beginner late bilinguals (Portuguese-English) and 9 native speakers of American English, were required to perform a battery of tasks. The following materials were employed in this study: (a) a background questionnaire; (b) two proficiency tests (KET / PET); (c) a frequency effects task of regular and irregular English verbal morphology (Pinker & Ullman, 2002; Prado & Ullman, 2009, VanderLely & Ullman 2001; Walenski, Mostofsky & Ullman, 2007); (d) a non-linguistic working memory task called "the letter-number ordering task" (Maurits, Bosch & Hugdahl, 2006; Tagarelli, Borges-Mota & Rebuschat, 2011; Wechsler, 1997); and (e) a non-linguistic inhibitory control task called "the Simon arrows task" (Bialystok, 2006; Bialystok, Craik & Luk, 2008). The frequency effects task was included with the objective of investigating if dissociations exist between the processing of regular and irregular English verb forms. The inhibitory control and working memory tasks were included with the objective of investigating whether individual differences, measured through these executive functions, have an effect on English verbal morphological processing. Results show that native speakers and late beginner bilinguals store regular and irregular verbs. Late advanced bilinguals store regular verbs and compute irregular verbs. These results are explained in terms of associative memory overload and the application of subregularities (Stockall & Marantz, 2006). The results obtained through the frequency effects task support single-mechanism theories of verbal morphological processing. Finally, the results of the present study show that individual differences did not influence participants´ performance on the frequency effects task of regular and irregular morphological processing
O foco linguístico do presente estudo é a morfologia verbal do inglês. Mais especificamente, os verbos regulares e irregulares são os itens investigados. Nos últimos 25 anos, no contexto do debate do tempo passado, os modelos de via dual e os modelos de via simples de processamento morfológico verbal têm apresentado evidência para a teoria de armazenamento vs. composição e a teoria conexionista, respectivamente (Marslen-Wilson & Tyler, 1998). Por sua vez, os modelos de via dual, como o Modelo Declarativo/Procedural, sugerem que no inglês como L1, os verbos regulares são processados na memória procedural com a aplicação de uma regra, a adição do sufixo -ed, enquanto os verbos irregulares são armazenados na memória declarativa (Ullman, 2001, 2004, 2005). Para o inglês como L2, o Modelo D/P sugere que no caso de aprendizes com alta proficiência, os verbos regulares também são processados na memória procedural enquanto os verbos irregulares são armazenados na memória declarativa (Ullman, 2001, 2004, 2005). Porém, no caso de aprendizes com baixa proficiência os verbos regulares e irregulares são armazenados na memória declarativa (Ullman, 2001, 2004, 2005). Em oposição aos modelos de mecanismos por via dual, os modelos de via simples têm apresentado evidencia a favor de uma teoria conexionista de processamento verbal morfológico, no qual os verbos regulares e irregulares no inglês como L1 são armazenados na memória associativa, baseada em conexões fonológicas e semânticas (Joanisse & Seidenberg, 2005). Neste contexto, o presente estudo tem 2 objetivos: (1) investigar os efeitos da idade e da proficiência no processamento dos verbos regulares e irregulares no inglês como L1 e L2 em adultos saudáveis; (2) investigar o efeito das diferenças individuais no processamento dos verbos regulares e irregulares no inglês. Trinta e um participantes, 11 brasileiros bilíngües tardios avançados (português-inglês), 11 brasileiros bilíngües tardios iniciantes (português-inglês) e 9 falantes nativos de inglês americano foram reunidos para realizar uma bateria de testes. Os seguintes materiais foram utilizados no presente estudo: (a) um questionário geral; (b) 2 testes de proficiência em inglês (KET/PET); (c) uma tarefa de efeitos de frequência baseada na morfologia verbal do inglês (Pinker & Ullman, 2002; Prado & Ullman, 2009, VanderLely & Ullman 2001; Walenski, Mostofsky & Ullman, 2007); (d) uma tarefa não linguística de memória de trabalho, a tarefa de ordenação de letras e números (Maurits, Bosch & Hugdahl, 2006; Tagarelli, Borges-Mota & Rebuschat, 2011; Wechsler, 1997); (e) uma tarefa não linguística de controle inibitório, a tarefa Simon flechas (Bialystok, 2006; Bialystok, Craik & Luk, 2008). A tarefa de efeitos de freqüência foi incluída com o objetivo de investigar se existem dissociações entre o processamento das formas verbais regulares e irregulares em inglês. As tarefas de controle inibitório e memória de trabalho foram incluídas com o objetivo de investigar se as diferenças individuais têm algum efeito no processamento morfológico verbal. Os resultados mostram que os falantes nativos de inglês e os bilíngues tardios iniciantes armazenam os verbos regulares e irregulares na memória associativa. Os bilíngues tardios avançados, por sua vez, armazenam os verbos regulares e computam os verbos irregulares. Estes resultados são explicados em termos de um sobre carregamento da memória associativa e a aplicação de subregularidades (Stockall & Marantz, 2006). Os resultados obtidos por meio da tarefa de efeitos de frequência fornecem suporte aos modelos de via simples de processamento morfológico verbal. Finalmente, os resultados do presente estudo mostram que as diferenças individuais não afetaram os resultados da tarefa de efeitos de frequência
Bassani, Indaiá de Santana. "Uma abordagem localista para morfologia e estrutura argumental dos verbos complexos (parassintéticos) do português brasileiro". Universidade de São Paulo, 2013. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-19022014-104851/.
Texto completoThe empirical object of this dissertation is a subgroup of complex verbs of Brazilian Portuguese. The dataset is composed by synchronically and compositional formations containing the prefixes a-, eN- e eS- and the suffixes -ec-, -iz-, -e- e -ej- and originally complex formations which are dubious in relation to its synchronic complexity. The corpus contains 380 verbs selected from a dictionary and organized by frequency criteria. The general descriptive goal encompasses topics on properties and behavior of affixes, roots and theme vowels and the discussion is guided by the levels of morphological, morphophonological, argument and event structure. The general theoretical goal of this dissertation is to discuss Lexical Semantics, Lexical Syntax and Distributed Morphology proposals. As empirical results, the study offers a primary classification in terms of partially and totally transparent verbs. Partially transparent verbs are treated as resulting from a historical reanalysis process compared to the well known process of disappearance of preverbs. It is assumed that there is a continuum from forms which are: 1) completely fossilized; 2) reanalyzed as simple; 3) forms in process of change; 4) completely compositional and transparent. A secondary classification refers to compositional and noncompositional formations. Non-compositional data are structurally analyzed by means of a new reading on the literature on locality restriction on the interpretation of roots and the use of the notion of root polysemy. Completely compositional and transparent verbs are empirically classified into change of state, change of location, change of abstract and concrete possession, reconfiguration and verbs of modification of v. The strongest characteristic of this subclass is the obligatory presence of an internal argument interpreted as an affected object (theme or experiencer, to a less extent) of the change denoted by the event. The investigation points out that the prefix may be considered as the phonological realization of a head with a mixed lexical functional nature, which is responsible for introducing the internal argument in the structure and relating it to the root semantics. This head has at least the feature [+r] and, in a few cases, it may present directional information [+dir]. Considering this, the assumption that these prefixes are directional morphemes is debunked since this kind of information within a complex verb is residual and decayed. In general, prefixes behave as allomorphs and there are not strong evidences of an exclusive association of a prefix and a certain kind of argument structure or semantic class. The suffixes are analyzed as realizations of three functional heads: v[+voice], v[-voice] and v[+voice, -telic] and it is observed that suffix occurrence in event type is not systematic as previous literature claims. The theory of allomorphy proposed in Embick (2010), which is based on locality and linearity, was efficient in accounting for selection of allomorphs of R, v and Th heads. Finally, semantic type shows influence on verb type but this information can be viii manipulated in order to derive structural or metonymical coercion. The main conclusion to be drawn from the results is the fact that Brazilian Portuguese verbal morphology may reveal certain tendencies in argument and event structure, but it does not reflect sufficiently regular or consistent correlations.
Heberle, Melissa. "Expressões idiomáticas de natureza verbal no DHE (Dicionário Eletrônico Houaiss)". reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2008. http://hdl.handle.net/10183/77876.
Texto completoThrough the present research, inserted in the scope of lexical studies, with particular emphasis on metalexicographical studies, the quality of the treatment given to the idiomatic expressions of verbal nature in a general language dictionary, the Dicionário Eletrônico Houaiss da Língua Portuguesa, 2006 edition, is verified. Analyzing the structural aspects of a dictionary (superstructure, macrostructure and microstructure) with regard to the record of phraseologies, it is confirmed the still insufficient treatment of phraseologies in this kind of dictionary as such lexical units are not lexical entries and also they are not uniformly inside the articles. For the recognition of the idiomatic expressions of verbal nature, or verbal locutions, it was adopted as a theoretical framework the postulates of Gross (1996), wich foresees, specially, criteria for identifying the degree of lexical freezing. In this aspect, it was found that the analyzed dictionary records as ‘locutions’ other types of complex lexical units.
Rodríguez, Preciado Iveth Patricia. "Aspectos de la morfología nominal y verbal de la lengua pisamira : una lengua de la familia tucano oriental del noroeste amazónico". reponame:Repositório Institucional da UnB, 2018. http://repositorio.unb.br/handle/10482/32532.
Texto completoSubmitted by Fabiana Santos (fabianacamargo@bce.unb.br) on 2018-08-23T20:04:48Z No. of bitstreams: 1 2018_IvethPatríciaRodríguezPreciado.pdf: 12270535 bytes, checksum: 1d32b2fa748f8d669568742bcf1c3e68 (MD5)
Approved for entry into archive by Raquel Viana (raquelviana@bce.unb.br) on 2018-08-29T20:07:04Z (GMT) No. of bitstreams: 1 2018_IvethPatríciaRodríguezPreciado.pdf: 12270535 bytes, checksum: 1d32b2fa748f8d669568742bcf1c3e68 (MD5)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES).
Nesta dissertação, apresento um panorama descritivo geral do povo Pisamira e a sua língua, pertencente à família Tucano Oriental (TO) e falado por um pequeno grupo de indivíduos que moram, em sua maioria, na comunidade de Yacayacá localizada sobre o Rio Vaupés –Alto Rio Negro –na região do Noroeste Amazônico (em território colombiano). O corpus sobre o qual se baseia esta dissertação é produto do meu próprio trabalho de campo e as descrições aqui apresentadas seguem o enfoque de análise funcional-tipológico, a partir do qual esboço as características particulares da língua e estabeleço as relações com as diversas perspectivas teóricas da lingüística, integrando, também, um componente comparativo para as línguas da família TO, principalmente àquelas geneticamente mais próximas. Embora a maior parte deste trabalho esteja dedicada à descrição das características linguísticas mais proeminentes da morfologia nominal e verbal, os dois primeiros capítulos apresentam brevemente alguns aspectos etnográficos e fonológicos, respectivamente. No capítulo §1, apresento uma contextualização etnográfica, na qual reflito sobre diversos aspectos históricos relacionados com a origem do grupo étnico e seus territórios sagrados, discuto suas relações sociais com outros povos em termos da exogamia e suas implicações na língua, sua classificação genética e a situação sociolinguística atual fazendo uma breve reflexão sobre a vitalidade da língua. No capítulo §2, faço um resumo dos traços mais gerais da fonologia, como a harmonia nasal, as restrições fonotáticas e a estrutura silábica. No §3, exploro as aproximações teóricas que nos conduzem à distinção e caracterização de nomes e verbos como duas grandes classes de palavras. Os capítulos §4 e §5 estão focados exclusivamente na descrição das propriedades distributivas, estruturais e funcionais de cada classe de palavras. A análise apresentada neste trabalho revela que, como esperado, o pisamira exibe uma grande variedade de traços genéticos compartilhados com as demais línguas da família TO e, também, apresenta distintos traços areais tipologicamente comuns entre as línguas da região.
This dissertation presents a general descriptive account of Pisamira people and language, from the Eastern Tucanoan family (TO) and spoken by a small group of individuals settled, mostly, in the community of Yacayacá which is located along the Vaupés river – Alto Río Negro– in the region of the Northwest Amazon (Colombian territory). Based on data collected during my own fieldwork, the descriptions presented in this study adopt a functional-typological analysis approach, from which language particular traits were identified establishing connections with linguistics theoretical perspectives; as well as integrating a comparative component regarding other TO languages; especially those more genetically related. Although most of this work is devoted to the description of the most prominent linguistic characteristics of nominal and verbal morphology, the first two chapters briefly examine ethnographic and phonological aspects respectively. Chapter §1 presents an ethnographic contextualization reviewing various historical aspects related to the origin of the group and its sacred territories, the group’s social relationships with other groups, exogamy and its connections with language, the genetic classification and the sociolinguistic situation, where a brief reflection on language vitality is drawn. Chapter § 2 summarizes the more general features of phonology such as nasal harmony, phonotactic restrictions and syllabic structure. The theoretical approaches leading to the distinction and characterization of nouns and verbs as two major classes of words are discussed in chapter §3. Finally, Chapters §4 and §5 are exclusively focused on describing the distributional, structural, and functional properties of each word class. Analysis presented in this work reveal that, as expected, pisamira exhibits a great variety of shared genetic traits with the other TO languages and it also presents different typologically common areal features.
En esta disertación presento un panorama descriptivo general del pueblo y la lengua pisamira, perteneciente a la familia tucano oriental (TO) y hablada por un pequeño grupo de individuos asentados, en su mayoría, en la comunidad de Yacayacá ubicada sobre el Río Vaupés –Alto Río Negro– en la región del Noroeste Amazónico (en territorio colombiano). El corpus sobre el cual está basado esta disertación es producto de mis propias salidas de campo y las descripciones que aquí se consignan siguen un enfoque de análisis funcional-tipológico a partir del cual esbozo las características particulares de la lengua y establezco sus relaciones con las diversas perspectivas teóricas de la lingüística; integrando además un componente comparativo hacia las lenguas de la familia TO; principalmente aquellas más cercanas genéticamente. Aunque la mayor parte de este trabajo está dedicada a la descripción de las características lingüísticas más prominentes en la morfología nominal y verbal, los primeros dos capítulos presentan brevemente aspectos etnográficos y de la fonología respectivamente. En §1 presento una contextualización etnográfica en la que indago diversos aspectos históricos relacionados con el origen del grupo y sus territorios sagrados, discuto sus relaciones sociales con otros grupos en términos de la exogamia y sus implicaciones en la lengua, su clasificación genética y la situación sociolingüística actual, donde hago una corta reflexión sobre la vitalidad de la lengua. En §2 resumo los rasgos más generales de la fonología como la armonía nasal, las restricciones fonotácticas y la estructura silábica. En §3 exploro las aproximaciones teóricas que nos conducen a la distinción y caracterización nombres y verbos como dos clases mayores de palabras. Los capítulos §4 y §5 están enfocados exclusivamente en la descripción de las propiedades distribucionales, estructurales y funcionales de cada clase de palabras. Los análisis presentados en este trabajo revelan que, como era de esperarse, el pisamira exhibe una gran variedad de rasgos genéticos compartidos con las demás lenguas de la familia TO e igualmente presenta distintos rasgos tipológicamente característicos del área lingüística.
Perea, Maria Pilar 1960. "Estructura i variació en el verb català de començaments de segle: La flexió verbal en els dialectes catalans, Alcover - Moll". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 1999. http://hdl.handle.net/10803/673535.
Texto completoGomes, Cleonice Candida. "O Sistema verbal do balanta : um estudo dos morfemas de tempo". Universidade de São Paulo, 2008. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-19012009-154521/.
Texto completoThe focus on this paper is to show the values of the tenses and the modality morphemes in the Balanta language. The Balanta is a language spoken between Casamance, South of Senegal, and Geba River, north of Guinea-Bissau. The Balanta is an Atlantic language of the Niger-Congo branch, of which Fufulde, Wolof, Diola, Serer, Temne are among the most spoken. The Balanta is located in the north branch, in the group called Bak, togheter with Diola, Mandyak, Mankanya and Papel. The verbal paradigm of Balanta presents the following tenses and modality morphemes: {-Æ} present, remote past, future, change of stage, deictic, conclusive, inconclusive, the last four morphemes are used to express the attitude of the speaker in relation to the propositional content or in relation to the truth of the statement, or in relation to the listener. The morpheme {-Æ} present, in accordance with the verbal paradigm and the kind of verb, present values such as present and past in the perfective, present or future in the imperfective; the modality morphemes, in accordance with the verbal paradigm and the kind of verb, present values such as change of stage and interruption action, closing action in the time and certitude, no action closing and incertitude
Fávaro, Gisela Sequini [UNESP]. "Estudo morfológico das formas verbais do modo imperativo nas Cantigas de Santa Maria". Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2016. http://hdl.handle.net/11449/138946.
Texto completoRejected by Ana Paula Grisoto (grisotoana@reitoria.unesp.br), reason: Solicitamos que realize uma nova submissão seguindo as orientações abaixo: Inserir a data de defesa na folha de aprovação. Corrija estas informações e realize uma nova submissão contendo o arquivo correto. Agradecemos a compreensão. on 2016-06-02T19:30:51Z (GMT)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Este estudo objetiva realizar o mapeamento e a análise da estrutura morfológica no processo da flexão verbal das formas imperativas em Português Arcaico (PA), a partir das Cantigas de Santa Maria (CSM), com a finalidade de mostrar se a situação que encontramos hoje (ou seja, variação entre formas indicativas e subjuntivas para expressar ordens e pedidos), que leva à dúvida quanto ao imperativo ser um modo independente ou não, já ocorria no PA. A metodologia constitui-se no mapeamento das formas verbais do imperativo nas CSM. Contamos, também, com glossários e vocabulários como auxílio na categorização das formas verbais. Após a coleta dos dados, são analisadas as estruturas morfológicas das formas verbais imperativas encontradas, comparando-as com a estrutura morfológica das formas verbais do presente do indicativo e do subjuntivo mapeadas no corpus, a fim de explicar se critérios, tais como ordem, presença ou ausência do sujeito e contextos relacionados a atos de fala (ordem ou pedido), podem ser utilizados para considerar uma forma imperativa ou não. Foram coletadas 189 formas verbais imperativas conjugadas nas 2ªpp e 2ªps. Verificamos a alta produtividade da supressão da vogal temática em um estágio inicial da língua. Podemos comprovar que o modo imperativo preservava sua estrutura morfológica no PA, já que os indíces de variação começam a surgir apenas em meados do século XVIII, quando há as primeiras manifestações do processo de substituição do pronome tu por você nas relações de tratamento. Discorremos, também, a partir de uma perspectiva diacrônica, sobre os fatores de natureza linguística e social que interferiram e continuam interferindo no processo de variação das formas pronominais de tratamento em PB e como este fenômeno está associado à provável perda da morfologia do modo imperativo. Assim, esta tese visou a contribuir para a compreensão da história do português, no sentido de que a retomada de fatos do passado linguístico da língua portuguesa pode trazer uma maior compreensão da estrutura do português atual.
This study aims to map and analyze the morphological structure in the process of verb inflection of imperative forms in Archaic Portuguese (AP) in the Cantigas de Santa Maria (CSM). The objective of the study is to show if the situation we find today (i.e., variation among indicative and subjunctive forms to express orders and requests), which leads to the question if the imperative was an independent mood or not, already occurred in the AP. The methodology consists in mapping the imperative verb forms in the CSM. We have also used glossaries and vocabularies as a support in categorization of verb forms. After data is collected, the morphological structure of the imperative verb forms found are analyzed in comparison with the morphological structure of the simple present and subjunctive mapped in the corpus, in order to explain if criteria, such as order, presence or absence of the subject and contexts related to speech acts (order or request), can be used to consider if a form is imperative or not. One hundred eighty-nine imperative verb forms conjugated in the secondperson plural and second-person singular were collected and at the end of the analysis of the data we verified the high productivity of the suppression of the thematic vowel at an early stage of the language. We can prove that the imperative form preserved its morphological structure in the AP, since the variation indices start to emerge only in mid-eighteenth century, when there are the first manifestations of the process which replaces tu by você in treatment relations. We have also discussed, from a diachronic perspective, by the factors of linguistic and social nature that interfered and continue to interfere in the process of change in pronoun forms of address in BP and how this phenomenon is associated with the probable loss of the morphology of the imperative form. Thus, this thesis aimed to contribute to the history of the Portuguese language, considering that the resumption of facts of the linguistic past of the Portuguese language can bring greater understanding of the structure of the current Portuguese.
Petersen, Maria Carolina de Oliveira Almeida. "O licenciamento do sujeito nulo em orações subjuntivas no português brasileiro: contribuições para a Teoria de Controle por Movimento". Universidade de São Paulo, 2011. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-25112011-090219/.
Texto completoWithin the Generative framework, it is a consensus that Brazilian Portuguese (BP) does not conform to the description of typical pro-drop languages (Figueiredo Silva 1996, Kato 1999, Kato and Negrão 2000, among others). Based on Hornsteins (2001) Movement Theory of Control, referential null subjects in BP have been analyzed as traces (deleted copies) of A-movement (Ferreira 2000, 2009, Rodrigues 2004) and therefore they show all the diagnoses of obligatory control (OC). This thesis aims to investigate the restrictions on the licensing and interpretation of null subjects in subjunctive clauses in BP. By examining the contrast on the licensing of null subjects in subjunctive complements of PB, we also dealt with pronominal obviation effects, typical from subjunctive complements of volitional predicates in BP (and many other Romance and Slavic languages). In this thesis, we will propose that Tense defectiveness is responsible to both obviation and lack of OC in certain Subjunctive clauses. This thesis discusses three distinct types of subjunctive complements, which are grouped as follows: the Free-Subjunctives and Adverb-Subjunctives, which allow OC null subjects, but do not impose obviation to an overt pronoun. They show syntactic independence with respect to the main clause and behave as indicatives in all relevant aspects. In contrast, the Restricted-Subjunctives show exactly the opposite pattern: this context is exclusively in not licensing OC in BP and triggers obviation effect. Additionally, Restricted-Subjunctives are dependent on the main clause and behave as infinitives in all the aspects tested here. Here I follow Hornsteins (2007, 2010) approach to Principle A and B. In his terms, pronouns and reflexives are by-products of grammatical operations and are semantically inert. Movement is more economical than pronominalization and so trumps the application of the latter where Move suffices for convergence. More generally, just as Merge is cheaper than Move, so Move (and Reflexivization, in the guise of Move) is cheaper than Construe (in the guise of Pronominalziation). In this perspective, obviation is a consequence of economy of derivations. We argue that BP facts provide empirical evidence that obviative subjunctives are underlying infinitives for they derivationally compete. In the Minimalist Program framework (Chomsky 1995, 2001, 2008), we propose that such complements do not have syntactic Tense feature and must agree with the matrix clause, which explains their temporal defectiveness, and their weak Phase behavior (Chomsky 2001, 2008). The unvalued embedded C-T in the relevant step of the derivation is not allowed to Case mark its subject, being a defective probe (Chomsky 2001), which allows the DP to move to the matrix clause for Case requirements. Thus, the movement alternative is the only convergent result starting from a numeration with a single DP for a subject and it surfaces as an infinitive. The same considerations hold for a derivation with two distinct DPs for subject positions, the only difference being that after getting valued by the matrix clause in the syntax component, the embedded C-T can value the Case of its subject, which leads to a nominative embedded subject and subjunctive morphology on the verb. The thesis discusses some advantages on adopting this analysis to obviation effects in Romance.
Souza, Juliana Chaves. "Aquisição dos tempos verbais do português por falantes de línguas timbira". Universidade de São Paulo, 2011. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8142/tde-16052013-114159/.
Texto completoThe aim of this study is to analyze how the acquisition of Portuguese verb tenses occurs for Timbira speakers. This observation was based on forty essays produced by indigenous students enrolled in the project Uma escola Timbira held by Departamento da Educação of the states of Maranhão and Tocantins in conjunction with FUNAI and Centro de Trabalho Indigenista (CTI) in 2006. As a result of the analysis of the corpus, the acquisition of verb tenses in Portuguese was chosen as the object of this research, since the difficulties of expression for the present, past and future occur with high frequency. As a theoretical basis, the Model of Error Analysis (EA) together with the Model of Contrastive Analysis (CA) contributed to the division and classification of the deviations from the standard Portuguese norm and also to the contrast between the mother tongue and the target language, creating the hypotheses of this study. The research results show that many deviations from the standard L2 are closely related to the transfer of parameters from L1 to L2, the erroneous substitution of tenses and the use of strategies to facilitate temporality reference.
Merchán, Aravid Nuria. "Verbos denominales incoativos en español". Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2016. http://hdl.handle.net/10045/55091.
Texto completoGomes, Antonio Almir Silva 1979. "Sanapaná uma língua Maskoy : aspectos gramaticais". [s.n.], 2012. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/270865.
Texto completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
Made available in DSpace on 2018-08-25T12:35:11Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Gomes_AntonioAlmirSilva_D.pdf: 30622643 bytes, checksum: bb4371fbae1f9378f29d28dd8254bbc3 (MD5) Previous issue date: 2013
Resumo: Esta Tese tem como objeto aspectos da gramática Sanapaná relativos à sentença simples. Sanapaná é a língua falada pelo povo homônimo que vive, dentre outras, na comunidade La Esperanza, às proximidades do município de Loma Plata - Paraguai. Constituída por seis capítulos, no primeiro constam informações gerais sobre o povo Sanapaná e sua língua inseridos em um contexto socioeconômico, cultural e linguístico. No segundo capítulo, apresento uma análise de aspectos fonéticos e fonológicos, com ênfase para os segmentos consonantais e vocálicos, bem como para a sílaba. O terceiro e o quarto capítulo são destinados ao sintagma nominal. A divisão entre ambos os capítulos pauta-se na concepção de categorias abertas e de categorias fechadas proposta por Schachter e Shopen (2007). Desta forma, no Capítulo III trato das categorias abertas, mais especificamente do Nome e do Adjetivo e, no Capítulo IV, trato das categorias fechadas que se relacionam com as categorias abertas. Incluem-se aí, portanto, os pronomes, os numerais, os advérbios, os quantificadores e as adposições. Compreende-se uma interface Morfologia / Sintaxe ao longo destes dois capítulos. Após referir-me ao sintagma nominal compreendido pelos dois tipos de categorias expressos nos capítulos III e IV, faço referência, no Capítulo V, ao sintagma verbal. Para isso, trato o verbo, assim como nos capítulos anteriores, em sua interface Morfologia / Sintaxe. Na perspectiva da Morfologia, mostro que o verbo Sanapaná apresenta algumas semelhanças com o nome no que diz respeito ao uso de prefixos. No entanto, distinguem-se em relação ao uso de sufixos. Na perspectiva da Sintaxe, mostro o verbo como predicador e, consequentemente, seus mecanismos relativos aos argumentos por ele requeridos. No Capítulo VI trato de aspectos da gramática Sanapaná relativos às sentenças envolvendo negação e imperativo. A análise apresentada para a negação assume (i) a existência de dois processos distintos, sendo um o uso de afixos e outro o uso de partículas e (ii) que tais processos interagem morfossintaticamente. Os seis capítulos em questão não esgotam a discussão acerca da sentença simples Sanapaná mas, ao contrário, a introduz. Apesar disso, constitui-se esta Tese um passo importante para o conhecimento linguístico mais amplo de uma língua da família Maskoy, considerando-se, sobretudo, o conhecimento reduzido que a comunidade científica detém das referidas línguas, em virtude da pouca oferta de trabalhos linguísticos disponíveis referentes, a qualquer uma das seis línguas que constituem a referida família. Esta Tese é, portanto, um dos primeiros estudos sistemáticos de uma língua Maskoy, o que me permite assumir que trabalhos futuros serão importantes para esclarecer, inclusive, dúvidas postas ao longo dos capítulos mencionados. Torna-se a referida Tese, portanto, uma rica fonte de informação de uma língua do Paraguai
Abstract: This thesis has as its objective aspects of grammar of Sanapaná relating to simple sentences. Sanapaná is the language spoken by the Sanapaná people, among others those living in the community La Esperanza, in the vicinity of the city of Loma Plata - Paraguay. The thesis consists of six chapters, the first containning general information about the people and their language in socioeconomic, cultural and linguistic context. In the second chapter I present an analysis of phonetic and phonological aspects, with emphasis on consonant and vowel segments, as well as the syllable. The third and fourth chapters are dedicated to the noun phrase. The division between the two is guided by the design categories of open and closed categories proposed by Schachter e Shopen (2007). Thus, in Chapter III open categories are discussed, specifically nouns and adjectives, and in Chapter IV I discuss the closed categories that relate to open categories: pronouns, numerals, adverbs, quantifiers and adpositions. These two chapters demonstrate the Morphology / Syntax interface. After discussing the noun phrase, defined by the two types of categories analyzed in Chapters III and IV, I refer, in Chapter V, to the verb phrase, and its Morphology / Syntax interface. From the perspective of Morphology, I show that the verb in Sanapaná bears some resemblance to the noun with respect to the use of prefixes. However, they differ regarding the use of suffixes. From the perspective of Syntax, the verb is shown to be with mechanisms for its required arguments. Chapter VI deals with aspects of Sanapaná grammar inherent in sentences with negation and in imperative sentences. The analysis presented for negation assumes (i) the existence of two distinct processes, one being the use of affixes, and the other the use of particles and (ii) that such processes interact morphosyntactically. Finally, I consider that the content of this thesis does not exhaust the discussion of the simple sentence Sanapaná but, on the contrary, introduces it. With this, I assume that future work will be important to clarify questions raised throughout the chapters of this dissertation. Above all, this PhD thesis is one of the most concrete studies of a member of the Maskoyan language family, which make it a reference point in linguistic investigation of the indigenous languages of Paraguay
Doutorado
Linguistica
Doutor em Linguística
Carvalho, Janayna Maria da Rocha. "A morfossintaxe do português brasileiro e sua estrutura argumental: uma investigação sobre anticausativas, médias, impessoais e a alternância agentiva". Universidade de São Paulo, 2016. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-26082016-142257/.
Texto completoIn this thesis, I study four constructions that have changed in Brazilian Portuguese (BP), namely anticausatives, as in (1) The plate (se) broke; middles, as in (2) These clothes (se) wash easily; the unaccusative member of the agentive alternation, (3) This cloth (*se) washed yesterday and impersonals, as in (4) In this place (se) sell boots. I argue that all these changes are related to the loss of a Voice projection whose nucleus is the clitic SE. The said projection can or cannot project a specifier, in which pro is merged. When pro is present, the interpretation of an entity responsible for the event originates. This is found in middles and impersonal sentences with SE. As anticausatives are spontaneous events, in this particular case, this type of Voice does not project a specifier. In respect to the implicit argument in some of these events, in Chapter 2, I show that several contrasts among these events in Romance languages can be accounted for if there are different types of implicit arguments. Whereas the implicit argument in BP is strong, i.e. it behaves as a regular DP and intervenes in Agree relations, in Spanish it is a weak implicit argument and does not intervene when the probe enters in a relationship with more than one goal. These constituency differences are responsible for the differences between events with SE in BP and other languages, some of them are treated in this thesis. Throughout the analysis, I compare the SE-variant with its alternative realization without the clitic. In Chapter 3, I deal with marked anticausatives and their unmarked counterparts. I claim that nothing really changed in this case despite the loss of SE. This is expected, since Voiced anticausatives do not project an implicit argument. In Chapter 4, I deal with marked and unmarked middles, showing a substantial change in their structure. There is no implicit argument in unmarked middles and they behave as generic unaccusative for all relevant tests. This shows that unmarked middles in BP differ from English middles, which are normally analyzed as transitive or unergatives. In this case, the loss of SE led to the loss of Voice. In Chapter 5, I study the unaccusative member of the agentive alternation, exemplified by (3). I argue that, although SE is not licensed in this type of event, which shows that there is no Voice in it, they are a byproduct of unmarked middles in BP. In other words, sentences like This cloth washed yesterday (lit.) are a generalization over the contexts in which This cloth washes easily is licensed. For this reason, these sentences are also related to the loss of a specific type of Voice in BP, albeit in an indirect way. Finally, in Chapter 6, I study impersonal sentences. The unmarked variant of this type of event is perhaps the most affected one, since the changes do not affect only Voice, but also T. Unlike middles and the unaccusative member of the agentive alternation, however, impersonal sentences need an external argument. In sentences such as (4), the locative is the specifier of Voice. This element is used because locatives generate existential readings. To sum up, this study describes a series of changes in BP events that happened ultimately due to the loss of morphology in this language. This study contributes to two major debates: i) in which way changes of parameter can affect events; ii) if events are better described by lexical or syntactic approaches. The results reported in this thesis indicate that parametrical changes can affect events, even though this is not a defining property of the pro-drop parameter. In respect to (ii), BP data shows that events traditionally treated by lexical approaches, as anticausatives and middles, are tied in with general morphossyntactic changes in the language and are thus better explained by syntactic approaches.
Ye, Feng. "L’apprendimento della morfologia verbale dell’italiano L2 in studenti sinofoni nel contesto universitario cinese". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1199156.
Texto completoNunes, Filipe Varela. "Verbal lemmatization and featurization of portuguese with ambiguity resolution in context". Master's thesis, 2007. http://hdl.handle.net/10451/4982.
Texto completoNas interacções linguísticas do dia-a-dia, os seres humanos estão constantemente a fazer lematização verbal por forma a processar correctamente a informação que lhes e transmitida por intermédio da linguagem natural, em particular a quer e veiculada por expressões de natureza verbal. Este procedimento consiste em descobrir a forma infinitiva dos verbos. A lematização verbal e um processo de complexidade variável, dependendo da língua natural que esteja a ser usada. Em algumas línguas (como o ingles), esse processo e bastante simples, enquanto que noutras esse processo de maior complexidade. O português é uma das línguas em que esse processo é bastante complexo. Essa complexidade está em relação directa com a riqueza do sistema de flexão verbal, uma característica partilhada com outras línguas cuja sua origem e o Latim, por exemplo. Em termos do processamento computacional do português, a complexidade do sistema de flexão verbal da língua portuguesa reflecte-se na importância da criação de ferramentas automáticas para desempenharem a tarefa de lematização. O presente documento apresenta o trabalho desenvolvido na criação de uma ferramenta automática que permite a lematização verbal do português. Esta ferramenta lida com os dois aspectos chave da linguagem natural que são críticos para o processamento computacional - a ambiguidade e a novidade – na forma elas assumem nesta tarefa especifica de lematização verbal: determinação da asserção flexional que uma expressão verbal ambígua acontece formar um determinado contexto de ocorrência (resolução da ambiguidade); determinação das acepções flexionais veiculadas por uma expressão verbal desconhecida do sistema (acomodação da novidade). Este documento começa com uma introdução (Cap. 1) na qual e descrito de forma genérica o problema a resolver e as motivações para a sua resolução. Neste primeiro capitulo e também apresentado o enquadramento institucional em que o trabalho foi desenvolvido e a estrutura do resto do documento. Segue-se um capitulo (Cap. 2) onde são apresentados com todo o pormenor o problema a resolver assim como os objectivos que se visou cumprir com o trabalho. Aqui e apresentada uma descrição dos mecanismos de conjugação, lematização e traçamento verbais e a forma como os clíticos interagem com as formas verbais. Inicialmente são descritos os elementos que constituem um traço de flexão, indicando-se como esses elementos se podem combinar entre si para formar um traço de flexão, sendo apresentado um quadro com todos os traços existentes no português. E indicado como diferentes formas verbais formam tempos compostos. São também abordados os verbos defectivos, indicam-se os diferentes tipos de verbos defectivos existentes e quais os traços de flexão que cada um possui. E ainda indicado a constituição dos lemas, assim como a sua classificação consoante a sua vogal temática. Ainda neste capitulo e apresentada a forma como o problema da conjugação verbal está apresentado nos dicionários de verbos. É indicado o que são e como funcionam as tabelas de conjugação. É identificado o que é um paradigma de conjugação, o que são verbos modelo, e como estes podem ser usados para construir as tabelas de conjugação de outros verbos. É mostrado como a substituição de terminações no lema permite a formação de formas flexionadas desse lema (regras de conjugação), e quais as diferentes características que elas tem relativamente aos verbos regulares, irregulares e pseudo-irregulares. Este capitulo continua com a descrição de como funciona o processo de lematização verbal, e como é possível a angariação das regras de lematização a partir das regras de conjugação sendo também introduzida a problemática da ambiguidade verbal, mostrando-se como podem surgir ambiguidades durante o processo de lematização. É igualmente apresentado o processo de traçamento verbal e as suas semelhanças de funcionamento com o processo de lematização. Após a descrição destes processos, são apresentados os pronomes clíticos, sendo descritas as três possíveis forma de colocação em relação ao verbo e em que situações elas podem ocorrer. É indicada uma classificação em três grupos, que será seguida durante o trabalho e a forma como os clíticos correspondente a cada grupo interagem entre si para formar uma sequência de cliticos. São também abordados os possíveis casos de ambiguidade provocados pela presença de clíticos. O capítulo 2 termina com a descrição dos desafios que tiveram de ser superados durante a realização das tarefas propostas. Segue-se (Cap. 3) uma descrição de trabalhos realizados com alguma relação com a lematização verbal automática, realizados tanto para o português como para outras línguas. No capitulo seguinte (Cap. 4) é apresentado o algoritmo de lematização e traçamento e a implementação de uma ferramenta que efectua lematização e traçamento verbal de base. A ferramenta devolve vários tuplos compostos por um lema e um traço verbal. São descritas as diversas listas necessárias a sua implementação, bem como as estruturas que foram utilizadas para as guardar. Após a descrição dessa ferramenta é mostrado como ela fui utilizada para a criação de um serviço online de lematização e traçamento verbal do português. É apresentada uma descrição da interface desse servico e a forma como os resultados são apresentados. São descritos os desafios adicionais inerentes a uma versão online. É feita uma descrição detalhada da implementação de um algoritmo que faz validação prévia do input introduzido pelo utilizador, identificação de formas verbais e clíticos, separação de sequência de clíticos, identificação da colocação da sequência de clíticos, validação das regras relativas aos clíticos e reconstituição da forma verbal. É também indicado como é feito o tratamento dos tempos compostos. Depois de descrita a implementação do serviço online é indicado o teste que foi feito para verificar a fiabilidade da ferramenta desenvolvida, e como esse teste foi usado para obter versões corrigidas. Segue-se a apresentação de um estudo sobre a ambiguidade verbal (Cap. 5). No estudo são indicados os diferentes tipos de ambiguidade verbal e são apresentados os valores que quantificam a sua cobertura no léxico e num corpus. Para que a questão da ambiguidade possa ser resolvida, e necessário que o lematizador seja aplicado expressões verbais que ocorrem em texto corrido e não apenas a uma expressão verbal isolada. No entanto, há que saber quais são as formas verbais presentes no texto que se pretende analisar. É então que são indicadas as ferramentas que são aplicadas ao texto antes que este chegue ao lematizador verbal. São explicadas as etiquetas morfo-sintácticas que identificam formas verbais, sendo indicado as restrições que devem ser impostas a nível de lematização e traçamento dessa forma, e o formato com que elas são apresentadas para o lematizador assim como o esperado formato de saáda. Por fim, é explicada a forma como os clíticos se encontram assinalados, e a maneira como essa informação é tratada por forma a que possam ser aplicadas restrições aos resultados a obter. De seguida são descritos os algoritmos alternativos, implementados para a tarefa de desambiguação do traço de flexão verbal. É descrito o funcionamento de cada algoritmo e a forma como foram implementados. É apresentado uma análise dos resultados obtidos com os diferentes algoritmos. Após ter sido feito uma análise comparativa para a tarefa de desambiguação de traços de flexão, é feita análise similar para os lemas verbais, onde são indicadas as alterações que os algoritmos sofreram por forma a suportar a tarefa de lematização. Finalmente, são comparados os resultados das duas tarefas (lematização e traçamento) entre os diferentes algoritmos. Os resultados da avaliação do algoritmo com melhor desempenho são então comparados com trabalhos similares com resultados publicados, donde se conclui que, com o presente trabalho se conseguiu notoriamente fazer avançar o estado da arte neste domínio. Por fim, é feita uma análise dos erros mais frequentes cometidos pela ferramenta. Finalmente, é apresentado um resumo das ferramentas resultantes do trabalho realizado (Cap. 6). É também resumido a problemática da ambiguidade verbal, bem como os resultados de cada uma das diferentes abordagens para resolver o problema. É feito uma comparação resumida com os trabalhos anteriores que são comparáveis, e finalmente são depois apresentadas várias linhas de orientação para trabalho futuro.
In its daily interaction among each other, humans are constantly performing verbal lemmatization in order to correctly process information transmitted by means of natural language, in particular the ones conveyed by the verbal expression. The complexity of the process varies from language to language, depending on the complexity of their verbal inflection system. This document presents the work undertaken to develop an automatic verbal lemmatizer and featurizer capable of working with new verb forms and being able to perform disambiguation in context. Initially, the problem is presented and major goals are identified (chap. 1). After that, it is provided a linguistic description of how the conjugation and lemmatization process works (chap. 2), including a detailed description of how clitics can interact with a verb form. After reviewing other related works done in this domain, for Portuguese and other languages (chap. 3), there is a description of the implementation of a tool capable of lemmatizing and featurizing a single verb form, and the online service supported by it (chap. 4). After describing how to lemmatize a single verb form, this document approaches the verbal disambiguation problem, where three algorithms are described, and their evaluation results presented (chap. 5). Finally, this dissertation closes with a conclusion where the work is summarized and hints for future work are suggested (chap. 6).
Colaço, Maria João. "Menço ou minto? regularização de paradigmas verbais". Master's thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10451/7917.
Texto completoAs mudanças sofridas pelos verbos em português ocorreram em diversas fases da história da língua, por processos que afectaram umas vezes todas as formas verbais de igual maneira e outras vezes apenas algumas formas. Os fenómenos linguísticos que regeram a evolução dos verbos hoje existentes deram origem a várias irregularidades no paradigma verbal. O principal objectivo deste trabalho é estudar um grupo restrito de verbos de padrão especial que, em resultado da evolução regular da terminação do radical (palatalização dos conjuntos latinos [tj] e [dj]), apresentam um lexema para a primeira pessoa do singular do presente do indicativo e para todas as formas do presente do conjuntivo oposto ao lexema dos outros tempos: SENTIO > senço, ARDEO > arço, AUDIO > ouço, MENTIO > menço, PETIO > peço , PERDO > perço. Alguns destes verbos, por analogia com as outras pessoas do presente do indicativo, ou outros fenómenos linguísticos, readoptaram as consoantes oclusivas [d] e [t] (ardo e minto) ou adoptaram uma nova (perco), mas outros mantiveram a forma correspondente à evolução fonética da palavra (ouço). Pretende-se fazer o levantamento destas formas, situando-as diacronicamente; averiguar a época em que ocorreram estas mudanças; o modo como os fenómenos se propagaram; quais os processos envolvidos na mudança de cada uma das formas e o período durante o qual houve variação, tentando encontrar uma possível explicação para a regularização de certas formas verbais. A fim de apurar todas estas questões, recorreu-se ao uso de corpora constituídos por documentos escritos do português arcaico.
Abstract: The changes suffered by the verbs in Portuguese occurred in different periods of the history of this language through processes that sometimes affected all verbal forms equally, and other times just some of the forms. The linguistic phenomena that are responsible for the evolution of the existing verbs caused several irregularities in the verbal paradigm. The main objective of this dissertation is to study a restrict group of special pattern verbs which, due to the regular evolution of the root termination (palatalization of the latin groups [tj] and [dj]), present a particular lexeme for the first person singular present indicative and all the present subjunctive forms that diverse from the other tenses: SENTIO > senço, ARDEO > arço, AUDIO > ouço, MENTIO > menço, PETIO > peço , PERDO > perço. Some of these verbs – through analogy with the other present indicative forms, or other linguistic phenomena – readopted the occlusive consonants [d] and [t] (ardo and minto) or adopted a new one (perco). Others kept the form that corresponds to the phonetic evolution of the word (ouço). This study aims to reconstruct the processes involved in the evolution of these verbal forms and to investigate the following issues. Within which epoch did these changes occur? How did these phenomena widen? Which were the processes involved in this change for each one of the forms? For how long is variation registered in the documentation? In order to answer these questions, corpora constituted by archaic Portuguese written documents were used.
Cunha, Maria da Conceição Galão Catarreira e. 1973. "Dificultades en el aprendizaje de la morfología verbal del Español LE : los verbos irregulares en presente de indicativo con sus alteraciones vocálicas". Master's thesis, 2016. http://hdl.handle.net/10451/29671.
Texto completoO presente relatório de Iniciação à Prática Profissional tem como objetivo estudar e analisar as dificuldades na aprendizagem da morfologia verbal do espanhol como língua estrangeira, principalmente na utilização dos verbos irregulares no presente do indicativo com as suas alterações vocálicas (ditongação e irregularidade vocálica). O aluno português tem muita facilidade em aprender e em falar espanhol, mas rapidamente se deixa “corromper” com as regras e estruturas da sua língua materna e passa a usar, para além de portunhol, a interlíngua. É a partir deste ponto que pretendo conhecer as dificuldades que os alunos sentem quando têm de conjugar os verbos, quer regulares quer irregulares, no presente do indicativo, uma vez que praticamente todos os luso falantes, quando se trata de verbos regulares, ditongam-nos ou acrescentam-lhe uma vogal inadequadamente como se de verbos irregulares se tratassem. O mesmo acontece, mas ao contrário, com os verbos irregulares que, quando conjugados, ditongam ou alteram a vogal, mas os alunos portugueses não o fazem e conjugam-nos como se de verbos regulares se tratassem. Por último, elaborar uma proposta prática e teórica partir destes erros encontrados nos verbos no presente do indicativo com a finalidade de reduzir ou eliminar este tipo de erros.
El presente informe de Iniciación a la Práctica Profesional tiene como objetivo estudiar y analizar las dificultades en el aprendizaje de la morfología verbal del español como lengua extranjera, principalmente en la utilización de los verbos irregulares en presente de indicativo con sus alteraciones vocálicas (diptongación e irregularidad vocálica). El alumno portugués tiene mucha facilidad en aprender y en hablar español, pero muy deprisa se deja “corromper” con las normas y estructuras de su lengua materna y pasa a usar, para allá del portuñol, la interlengua. Es a partir de este punto que pretendo conocer las dificultades que los alumnos sienten en el momento de utilizar los verbos, sea regulares sea irregulares, porque prácticamente todos los lusohablantes, cuando se trata de verbos regulares, los diptongan o añaden una vocal inadecuadamente, como si de verbos irregulares se tratasen. Lo mismo ocurre, pero al revés, con los verbos irregulares que, cuando conjugados, sufren de diptongación o cambio vocálico, pero los alumnos portugueses, al momento de conjugarlos, no lo hacen como si de verbos regulares se tratasen. Por último, elaborar una propuesta práctica y teórica a partir de los errores de los verbos en presente de indicativo encontrados con el fin de subsanar o eliminar este tipo de errores.
Aurélio, Agostinho Adão. "Omissão de constituintes pós-verbais no umbundu (língua bantu) : numa perspectiva comparada com o PE". Master's thesis, 2017. http://hdl.handle.net/10451/30360.
Texto completoWith the evolution of modern linguistics, since the 1980s, the idea of linguistic competence as a system of specific rules has been replaced by a notion of Universal Grammar (UG), which establishes the grammatical principles shared across natural languages, but it also predicts the possibility of divergent properties in some domains. The Minimalist Program that started with Chomsky (1993, 1995) emerged within the Principles and Parameter theory. Principles are grammatical properties found in all languages, while Parameters are possibilities of language variation. This thesis studies the omission of postverbal constituents in Umbundu, a Bantu Language, in comparison with European Portuguese. Since the colonial period, Angolan education has employed only European Portuguese, and this colonial heritage has continued even after its independence. Because of the prevalence of Portuguese, the Angolan languages became marginalized. However, in 1978, the government created the National Institute of Languages in order to promote and enhance the research in national languages as cultural heritage of Angola, aiming at their implementation in the educational system. Nevertheless, even today there is still a lot of improvement needed in this field. The present work intends to contribute to the study of Bantu languages by focusing on verbal morphology in Umbundu. In particular, this thesis studies the influence of morphology on syntax, as well as word order, agreement, and types of omissions of postverbal constituents. This study adopts a descriptive approach, mainly based on a comparative analysis between Umbundu and European Portuguese ando on proposals presented in the literature on European Portuguese and English. The linguistic data of Umbundu is based on the author's knowledge as a native speaker of the Language and confirmed by other native speakers of Umbundu. The analysed data shows that elliptic constructions are licenced by the Vprincipal and rarely by Vaux. This is different from European Portuguese where ellipsis is licenced by Vprincipal, Vaux, and semi-auxiliaries. This fact is related with the verbal morphology of Umbundu.
Soukupová, Tereza. "Sloveso ve vybraných italských gramatikách 15.-19. století". Master's thesis, 2014. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-341701.
Texto completoRipamonti, Fabio. "Románský supletivismus: centrální a periferní fenomény v diachronii slovesných paradigmat". Doctoral thesis, 2015. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-351680.
Texto completoKUTLÁKOVÁ, Michala. "Čeština jako cizí jazyk. Modifikovaný lingvistický popis vybraných gramatických kategorií češtiny". Doctoral thesis, 2015. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-187493.
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