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Dybski, Henryk. "Życie monastyczne w Konstantynopolu w wypowiedziach autorów IV i V wieku". Vox Patrum 44 (30 de marzo de 2003): 301–18. http://dx.doi.org/10.31743/vp.8080.

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Resumen
Dall'analisi che abbiamo presentato sopra, relativa alle fonti patristiche del IV e del V secolo sul tema „Il monachesimo a Costantinopoli", si possono trarre le seguenti considerazioni. Gia l'imperatore Costantino il Grande presto interesse a questa forma di vita. Ció e testimoniato dalla lettera, non conservatasi, indirizzata dall’imperatore stesso a sant'Antonio del deserto. Oltre a questo, anche sant'Antonio il Grande scrisse al sovrano in difesa di sant'Atanasio il Grande. Nell'anno 320, Costantino riconobbe i privilegi delle persone di ambo i sessi che sceglievano di vivere nella verginita. Alla famiglia dell'imperatore fu legata la vita di Arsenio, il quale educó i figli di Teodoro il Grande e, dopo essersi convertito, si dedicó alla vita eremitica nel deserto, in Egitto. I monaci egiziani erano soliti recarsi dall'imperatore di Costantinopoli, per esempio, con la richiesta di essere dispensati dal versamento dei tributi. Le informazioni da noi raccolte e sopra riportate sono testimonianza della presenza di legami tra Costantinopoli e i monaci d'Egitto, nonche delle influenze di questi ultimi sulla vita della capitale dell'impero. Occorre aggiungere che al palazzo imperiale fu legata la figura di Marciano di Cira, il quale rinunció alla carriera a cortee, sotto il regno di Valente, visse da eremita nei deserto della Siria. Dopo la morte dell'imperatore, si dedicó alla vita monastica, non lontano da Antiochia, anche un certo Zenone, attivo nei servizi speciali „agentes in rebus" come spia della polizia. I primi monasteri maschili e femminili di Costantinopoli furono costruiti per opera del vescovo Macedonus e del diacono Maratone, entrambi semiariani. Contro di loro si schieró il Concilio di Calcedonia, il quale promulgó un canone avente lo scopo di sottomettere i monaci alla giurisdizione dei vescovi. Un ulteriore elemento di analisi e quello relativo ai legami tra il monaco Eutiche e le pratiche eretiche. Contro il suo insegnamento intervenne papa Leone con la lettera a Flaviano, vescovo di Costantinopoli. Inoltre, la dottrina di Eutiche fu condannata anche dal Concilio di Calcedonia. Qui vivevano ancora monaci legati all'eresia macedonese. A Costantinopoli si trovavano anche delle vergini. Fra loro vi erano: la diaconessa Olimpia, le figlie dell'imperatore Arcadio (Pulcheria, Arcadia e Marina). Nella citta vissero temporaneamente Egeria, Evagrio Pontico, Melania la Giovane e san Giovanni Cassiano.
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den Boeft, J. y S. Pricoco. "Monaci, filosofi e santi". Vigiliae Christianae 47, n.º 3 (septiembre de 1993): 284. http://dx.doi.org/10.2307/1583810.

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Perrone, Lorenzo. "I monaci e gli “Altri”". Augustinianum 35, n.º 2 (1995): 729–61. http://dx.doi.org/10.5840/agstm199535246.

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Carlano, Marianne. "Maria Monaci Gallenga: A Biography". Costume 27, n.º 1 (1 de enero de 1993): 61–78. http://dx.doi.org/10.1179/cos.1993.27.1.61.

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Aiello, Francesca. "Gli acquisti per la farmacia del Monastero dei Benedettini di Catania". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 1 (mayo de 2021): 162–69. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001018.

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Il contributo si propone di studiare, attraverso i registri di spesa, gli acquisti effettuati dai monaci benedettini del monastero di San Nicola l'Arena di Catania per la loro Farmacia o Infermeria. Le annotazioni presenti nella documentazione archivisitca, in particolare in alcuni capitoli di spesa, permettono di comprendere le esigenze dei monaci sia per l'approvvigionamento di unguenti necessari per la cura degli infermi, che per il vasellame da impiegare per la conservazione e la preparazione dei medicamenti.
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Trofaier, Maximilian Alexander. "Konstruierte Fremdheit". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, n.º 1 (1 de noviembre de 2019): 18–26. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0004.

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Riassunto Per due secoli e mezzo lo „Schottenkloster“ („monastero scozzese“) di Vienna, fondato nel 1155, appartenne all’unione degli „Schottenklöster“ irlandesi che era caratterizzata dall’unità etnica. Gli irlandesi, posti di fronte all’alternativa di accettare monaci benedettini nativi o di rinunciare all’abbazia, preferirono lasciare Vienna nel 1418. La storiografia posteriore ha attestato ai monaci irlandesi incapacità, comportamenti sbagliati e difetti di carattere – accuse ricorrenti sino ad oggi. L’articolo analizza, da una parte, il rimprovero di inadeguatezza linguistica, rivolto a loro, ed esplora in che misura gli irlandesi abbiano rappresentato, a Vienna, un corpo estraneo destinato all’insuccesso a causa della loro riluttanza al voler integrarsi e vivere insieme con gli altri; d’altra parte esamina il ruolo svolto da questi monaci „scozzesi“ nella vita religiosa, economica e politica della città e del paese, nonché i loro rapporti con la corte, la popolazione urbana e altre istituzioni religiose. Dopo l’analisi della (non-)affidabilità della fonte principale delle accuse, il „Memoriale reformacionis ad Scotos“, si tenta di spiegare i veri motivi che spinsero gli irlandesi ad abbandonare il monastero.
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Giannacco, Valentina. "“Carità”, “umiltà”, “pace”: l’ideale monastico di Ildegarda di Bingen in rapporto a Bernardo di Chiaravalle". De Medio Aevo 10, n.º 2 (25 de agosto de 2021): 417–28. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.76399.

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Al centro di questo articolo vi è il confronto tra due visioni di monachesimo: quella di Ildegarda di Bingen (1098-1179) e quella di Bernardo di Chiaravalle (1090-1153). Nonostante la stima e l’ammirazione per il Claravallense, la magistra mantenne una posizione originale nell’intenso dibattito sulla moltiplicazione degli ordini monastici del XII secolo. Come ha messo in luce la ricerca, Ildegarda prese le distanze dal riformismo divisivo dei cistercensi, sostituendo alle tre virtù cardine dei monaci bianchi - carità, unità-unanimità e pace - una nuova “triade” - carità, umiltà e pace. L’umiltà ha per lei un significato sia normativo-istituzionale, come caposaldo della tradizione benedettina, che carismatico e profetico: non solo il monaco, ma anche colui che nella Chiesa riveste il ruolo di profeta, si considera come “nulla” e per questo è ricolmo di “mite umiltà”.
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Dybski, Henryk. "Monastycyzm w Palestynie i Syrii w świetle źródeł patrystycznych IV i V wieku". Vox Patrum 42 (15 de enero de 2003): 411–36. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7169.

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II monachesimo in Siria pure inizió all'inizio del IV secolo, e si espresse nella forma di vita anacoreta. Afrate ii Siro, Sant'Efrem e San Giovanni Crisostomo furono i propagatori della vita anacoreta in Siria. I monaci che vivevano in questo paese erano caratterizzati da una vita molto dura e da inusuali pratiche ascetiche. Secondo lo storico Sozomeno, il primo monaco eremita fu Aones. San Gerolamo sostiene peró che il primo eremita fu sant'Ilarione. Famoso stilita fu Simeone il maggiore. Elemento caratteristico del monachesimo siro era il fatto che gli anacoreti in una certa fase della propria vita entravano in monastero, e viceversa. In Siria esistevano anche monasteri femminili. In questo paese c'erano inoltre donne che conducevano vita eremitica. Le piu famose fra loro furono Marana, Syra e Domnina. Occorre sottolineare come San Girolamo visse da eremita in Siria. Durante un breve periodo della sua vita fu ad Antiochia Paola romana. In questa citta visse la famosa asceta diaconessa Sabiniana, zia di san Giovanni Crisostomo.
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Inserra, Simona. "Libri antichi, antichi rimedi: erbari e ‘materia medica' tra gli incunaboli della biblioteca del Monastero dei Benedettini di Catania". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 1 (mayo de 2021): 100–106. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001011.

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Il contributo si propone di analizzare, all'interno della raccolta di incunaboli della Biblioteca del monastero benedettino di San Nicola l'Arena, gli esemplari di edizioni quattrocentesche di argomento medico che appartennero ai monaci; si analizzano inoltre alcune note manoscritte relativi ad antichi rimedi.
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Nin, Manel. "Monaci e monachesimo nella predicazione di Severo di Antiochia". Augustinianum 34, n.º 1 (1994): 207–21. http://dx.doi.org/10.5840/agstm199434130.

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Caruso, Giuseppe. "Adele Monaci Castagno, L’agiografia cristiana antica. Testi, contesti, pubblico". Augustinianum 52, n.º 2 (2012): 513–19. http://dx.doi.org/10.5840/agstm201252226.

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Greci, Roberto. "I monaci di fronte alla malattia fisica e spirituale". Hortus Artium Medievalium 23, n.º 1 (enero de 2017): 464–74. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.113737.

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Wiśniewski, Robert. "Monaci, vescovi e scuola nella Gallia tardoantica (review)". Catholic Historical Review 98, n.º 2 (2012): 341–42. http://dx.doi.org/10.1353/cat.2012.0121.

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Dąbek, Tomasz Maria. "Refleksje na temat współczesnych kierunków interpretacji chorału gregoriańskiego". Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, n.º 3 (30 de septiembre de 2004): 185. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.514.

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Nei nostri tempi si sviluppa un nuovo metodo di eseguire il canto gregoriano, ispirato al lavoro di E. Cardine, Semiologie Grégorienne (Extrait des Etudes Grégoriennes, Tome XI), Solesmes 1970, ma anche alla pratica di canto da parte dei monaci orientali e dei cantori dalle isole del Mar Mediterraneo. Le spiegazioni della ricca tradizione di Solesmes vengono messe in discussione. Nel pressus i cantori fanno la ripercussione delle note colla stessa altezza, spesso in modo nervoso. Si cerca di badare tutti i dati degli antichi manoscritti e di eseguire esattamente i più piccoli segmenti, a scapito di frasi più grandi e d’insieme di un canto. Interessanti sono gli studi sul trattato di Girolamo di Moravia, ma bisogna sapere che questo è una fonte del canto del XIII secolo, autentico solo per l’Ordine dei Predicatori. Dal IX secolo molti musicisti s’interessavano più alla primitiva musica polifonica che al monodico canto gregoriano. Sarebbe bene studiare gl’influssi orientali sul canto della Chiesa latina e i costumi dei monaci e dei cantori diocesani dei duomi e delle collegiate nel medioevo per conoscere meglio le autentiche tradizioni, ma è una cosa per gli specialisti; gli elementi orientali interessano solo i giovani musicisti e quelli più maturi. Invece nella pratica quotidiana del canto gregoriano importante è che ciascuno brano venga eseguito con i suoi dati specifici senza mescolanza e sincretismo e poi le cose concrete come: la conoscenza del senso dei testi liturgici latini, l’altezza commoda per i cantori, il tempo moderato, non troppo lento e non troppo veloce, il modo normale di cantare dei solisti e dei gruppi.
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Malaspina, Elena. "Il cenobitismo missionario di Agostino di Canterbury e la Peregrinatio dei monaci celtici". Augustinianum 39, n.º 2 (1999): 467–504. http://dx.doi.org/10.5840/agstm199939220.

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Andrade, José M. "I monaci bianchi in Galizia. Le reti cisterciense (1142-1250) (by Francesco Renzi)". Journal of Medieval Monastic Studies 7 (enero de 2018): 322–23. http://dx.doi.org/10.1484/j.jmms.5.116576.

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Toti, Marco. "Religious Morphology, Hermeneutics and Initiation in Andrei Scrima's Il padre spirituale (The Spiritual Father)". Aries 11, n.º 1 (2011): 77–97. http://dx.doi.org/10.1163/156798911x546189.

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Resumen
AbstractL'articolo in oggetto concerne alcuni temi tratti dalla versione italiana del libro di A. Scrima Timpul Rugului Aprins. Maestrul spiritual în tradiţia răsăriteană ('Il tempo del Roveto Ardente. Il maestro spirituale nella tradizione orientale'), pubblicato a Bucarest nel 1996 e parzialmente tradotto in italiano nel 2000. Scrima (1925–2000), monaco romeno, fu uno dei più raffinati teologi ortodossi del XX secolo. Gli aspetti qui considerati sono, da un lato, l'abbozzo da parte di Scrima stesso di una 'morfologia religiosa' fondata su di una profonda 'ermeneutica' intellettuale e spirituale, anche a mezzo dell'utilizzo della comparazione in specie tra Cristianesimo, Islâm ed Induismo (ciò che dà luogo al tentativo di rinnovare il linguaggio teologico cristiano); dall'altro, la discussione sulla valenza di un particolare rito cui il teologo romeno si riferisce esplicitamente, la 'benedizione di grazia', una 'iniziazione' trasmessa nel Rugul Aprins—un cenacolo esicasta di monaci e laici cui il giovane Scrima prese parte, e che operò dal 1944 al 1958, in particolare nel monastero Antim a Bucarest, sotto la direzione del giornalista e scrittore Sandu Tudor, in religione padre Agathon (1899–1960?)—ad opera del padre Ioan Kulygin (1885-?). Quest'ultimo tema è strettamente connesso alle relazioni intellettuali che Scrima ebbe con i maggiori rappresentanti dell''orientamento tradizionale' (René Guénon [1886–1951], Frithjof Schuon [1907–1998]), anche per quanto concerne la questione dell''universalismo' perennialista; su ciò, come spesso accade, Scrima assume posizioni molto sfumate. È chiaro che, data la complessità e la sottigliezza dei temi qui trattati, il presente contributo costituisce unicamente un saggio iniziale di una discussione più ampia (alla quale stiamo attualmente lavorando).
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Degórski, Bazyli. "I primissimi monaci egiziani quali radici della spiritualità dell’ordine di san Paolo primo eremita". Vox Patrum 34 (15 de diciembre de 1998): 357–88. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7410.

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Szukając korzeni duchowości Zakonu Św. Pawia Pierwszego Pustelnika, autor artykułu bada głównie Hieronimową Vita S. Pauli Primi Eremitae - dzieło patrystyczne, które jest niewątpliwie pierwszym i najważniejszym utworem, na którym opiera się duchowość tegoż Zakonu.
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Župan, Petra. "Federico MARAZZI, Le citt`a dei monaci. Storia degli spazi che avvicinano a Dio". Hortus Artium Medievalium 22 (mayo de 2016): 483–84. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.4.00062.

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Negri, Manuel. "Collezioni di miracoli mariani al tempo di Alfonso X". Revista de Poética Medieval 35 (30 de noviembre de 2021): 179–96. http://dx.doi.org/10.37536/rpm.2021.35.35.89260.

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La seconda metà del XIII sec., periodo nel quale opera politicamente e culturalmente Alfonso X, rappresenta il momento di massima fioritura della miracolistica mariana nello spazio europeo. Le collezioni di miracoli mariani allora disponibili sono sia il frutto di una tradizione di opere universalmente riconosciute che narrano fatti prodigiosi permessi dall’intermediazione della Vergine Maria, sia il risultato di nuove aggiunte ai temi più tradizionali. Inoltre, alle collezioni trasmesse in lingua latina, si affiancano anche altre raccolte in volgare scaturite non solo dalla penna di nuovi ecclesiastici o monaci, ma anche da quelle di devoti laici, assumendo così aspetti e finalità del tutto nuove. Il presente contributo vuole offrire una panoramica ragionata di queste collezioni – sia locali che diffuse a livello internazionale – accessibili o meno al tempo del sovrano Alfonso X, detto «Il Saggio».
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Szewczul, Bożena. "Kształtowanie się prawa zakonników do należnej wolności w zakresie korzystania z sakramentu pokuty i kierownictwa duchowego (I) : (rys historyczno-prawny)". Prawo Kanoniczne 50, n.º 1-2 (15 de junio de 2007): 27–51. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2007.50.1-2.02.

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La dovuta libertà dei religiosi nella scelta del confessore e del direttore spirituale e stata definitivamente espressa nel diritto canonico piu di 30 anni fa. La liberta sembra sia chiara, riconosciuta e rispettata in ogni comunità religiosa ma non sempre succede così. Insorgono, infatti, dei problerni, sia da parte dei superiori che delle comunità, i quali possono scatenare conflitti di coscienza in alcuni religiosi. Nell’articolo, l’autrice vuole presentare le difficoltà createsi al diritto soprannominato lungo la storia della vita consacrata. Si augura, inoltre, che l’esperienza degli anacoreti e dei primi monaci aiuti a far comprendere meglio ai superiori religiosi e a tutti i membri delle comunità religiose la necesità della dovuta libertà per quanto riguarda il Sacramento della penitenza e la direzione della cosienza nella loro vita spirituale.
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Osborne, John. "The Atrium of S. Maria Antiqua, Rome: A History in Art". Papers of the British School at Rome 55 (noviembre de 1987): 186–223. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009004.

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L'ATRIO DI S. MARIA ANTIQUA, ROMA: UNA STORIA NELL'ARTEI tentativi di stabilire la cronologia relativa all'uso medievale del sito di S. Maria Antiqua nel Foro Romano sono stati resi difficili dalla scarsezza della documentazione scritta. Il presente studio si propone di superare questa difficoltà usando come documenti che forniscano testimonianza sulla storia del sito i dipinti murali dell'atrio, finora poco studiati. Nonostante si creda generalmente che la chiesa sia stata abbandonata alia metà del IX secolo, una gran parte della decorazione dell'atrio può essere attribuita al X o XI secolo. Questi dipinti più tardi dimostrano che la struttura era usata da una comunità di monaci, e ne permettono l'identificazione con la ‘ecclesia sancti Antonii’ menzionata nel XII secolo nelle Mirabilia Urbis Romae. Tutti i dipinti murali dell'atrio sono descritti in dettaglio.
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Cirelli, Enrico. "La dieta dei monaci. Cultura materiale e alimentazione nei monasteri benedettini tra IX e X secolo". Hortus Artium Medievalium 19 (mayo de 2013): 227–40. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.1.103581.

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Arbor Aldea, Mariña. "Edición e edicións: a propósito de crítica textual e lírica medieval (profana) galego-portuguesa (I)". Revista Galega de Filoloxía 14 (17 de mayo de 2013): 11–41. http://dx.doi.org/10.17979/rgf.2013.14.0.3639.

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Neste artigo ofrécese unha revisión histórica e crítica do labor ecdótico realizado no ámbito da lírica profana galego-portuguesa desde os seus inicios, a comezos do século XIX, ata a década de 1960, momento en que a denominada “escola italiana” comeza os seus traballos. O estudo contempla as edicións inaugurais desta tradición poética, preparadas nos anos que seguiron ao descubrimento dos primeiros manuscritos –Stuart, Moura, Varnhagen–, a edición en Italia e en Portugal no último cuarto do século XIX –Monaci, Molteni, Braga–, o contributo dos grandes mestres –Michaëlis, Lang e Nobiling–, as publicacións motivadas polo achado de novos relatores, a comezos do século XX –M, P, R–, a edición en Portugal no período de entreguerras –Nunes–, as primeiras edicións dedicadas á lírica dos trobadores en territorio galego, o labor ecdótico en América –Carter, Ferreira da Cunha– e a edición no ámbito lusitano e galego con posterioridade ao estoupido, primeiro, da guerra civil española e, despois, da segunda guerra mundial.
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Dufka, Peter. "Spirito Santo nell’ Oriente cristiano". Fronteiras - Revista de Teologia da Unicap 5, n.º 2 (22 de diciembre de 2022): 280–96. http://dx.doi.org/10.25247/2595-3788.2022.v5n2.p280-296.

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Lo Spirito Santo nell’Oriente cristiano è un tema molto vasto e per questo ci siamo concentrati solo su un autore Irénée Hausherr, che però risulta il più grande esperto della Spiritualità Orientale. Nell’articolo si presenta lo Spirito dal punto di vista antropologico come costituente della persona umana. Hausherr sottolinea che la spiritualità è dogma vissuto e in questo senso possiamo parlare del primato dello spirituale, senza il quale non si può capire l'Oriente cristiano. La spiritualità come dogma vissuto trova la sua realizzazione soprattutto nella vita monastica (vita cristiana per eccellenza), perché proprio i monaci dovrebbero legare la conoscenza più strettamente alla vita. Il lavoro presenta i 6 elementi costitutivi che fanno parte della vita monastica e che in modo particolare mostrano la presenza dello Spirito Santo. Proprio questi 6 elementi, che sono fede, preghiera, umiltà, vivacità, sensibilità e carità si possono identificare negli scritti di Irénée Hausherr quando parla di presenza dello Spirito nella persona umana.
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Degórski, Bazyli. "I protoplasti paleocristiani dell'ordine dei monaci di san Paolo primo eremita secondo l'opera "Paulina Eremus" di Padre Bartolomeo Bolesławski". Vox Patrum 52, n.º 1 (15 de junio de 2008): 123–35. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6753.

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Artykuł analizuje rękopiśmienne dzieło o. Bartłomieja Bolesławskiego O.S.P.P.E.: "Paulina Eremus seu co[m]mentarius hystoricus in quo Ordinis Fratrum Eremitarum Sancti Pauli Primi Eremitae primordia, progressus, fundationes, privile- gia, viri illustres referuntur", które pochodzi z 1630 roku. Manuskrypt ten jest obecnie przechowywany w Archiwum Jasnogórskim. Paulina Eremus o. Bolesławskiego jest nie tylko cennym źródłem, by poznać dzieje Zakonu Paulinów, lecz także przybliża historię eremityzmu pierwszych wieków chrześcijaństwa, z którym Paulini byli i są ściśle związani od samych początku swego istnienia. Paulina Eremus dostarcza licznych wiadomości dotyczących zarówno dziejów starochrześcijańskiego pustelnic- twa, jak i samego Zakonu Paulinów. Rękopis jasno wykazuje, iż duchowość pauliri- skich mnichów jest głęboko związana nie tylko ze św. Pawłem z Teb - pierwszym pustelnikiem chrześcijańskim, lecz także ze wszystkimi eremitami pierwszych wieków - jego naśladowcami.
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Wadi, A. "Abū al-Barakāt Ibn Kabar, Miṣbāḥ al-Ẓulmah (cap. 14: La vita monastica, i monaci e l’amministrazione dei monasteri)". Studia Orientalia Christiana 37 (enero de 2004): 315–48. http://dx.doi.org/10.1484/j.socc.3.258.

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Testi, Francesca. "Un labirinto moderno nel Medioevo de "Il nome della rosa"". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, n.º 3 (5 de julio de 2018): 247–55. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.23.

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Il nome della rosa (1980) di Umberto Eco rappresenta uno degli esempi più perfetti di romanzo postmoderno italiano e unisce la tradizione storica con il molteplice della modernità. Proprio il labirinto-biblioteca nasce dalla combinazione tra storia, mito e immaginario letterario. Con questo oggetto romanzesco i costruttori del labirinto e i monaci dell’abbazia hanno creato un groviglio di spazi, libri e parole paragonabile ai labirinti di Joyce, Borges e Calvino. Il labirinto è un elemento fondamentale per l’avventura di Adso e Jorge anche perché diventa lo specchio di un secolo, il Novecento, e di una società ‘liquida’ e multiforme.Nowoczesny labirynt w średniowieczu w "Imieniu róży"Imię róży (1980) Umberta Eco, łącząc w sobie elementy tradycji historycznej i złożoność nowoczesności, stanowi jeden z najbardziej reprezentatywnych przykładów postmodernistycznej powieści włoskiej.. Labirynt-biblioteka jest kombinacją historii, mitu i wyobraźni literackiej. Poprzez tę fikcjonalną konstrukcję budowniczowie labiryntu oraz mnisi z opactwa stworzyli plątaninę przestrzeni, tekstów i słów porównywalną do labiryntów Joyce’a, Borgesa i Calvina. Labirynt stanowi również kluczowy element wątku Adsa i Jorgego, ponieważ niczym w lustrze odbija się w nim historia XX wieku i społeczeństwo płynnej nowoczesności.
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Norman, J. Farley, Olivia C. Adkins, Catherine J. Dowell, Stevie C. Hoyng, Ashley N. Gilliam y Lauren E. Pedersen. "Aging and Haptic-Visual Solid Shape Matching". Perception 46, n.º 8 (22 de enero de 2017): 976–86. http://dx.doi.org/10.1177/0301006617690168.

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A total of 36 younger (mean age = 21.3 years) and older adults (mean age = 73.8 years) haptically explored plastic copies of naturally shaped objects (bell peppers, Capsicum annuum) one at a time for 7 s each. The participants’ task was to then choose which of 12 concurrently visible objects had the same solid shape as the one they felt. The younger and older participants explored the object shapes using either one, three, or five fingers (there were six participants for each combination of number of fingers and age group). The outcome was different from that of previous research conducted with manmade objects. Unlike Jansson and Monaci (2006) , we found that for most objects, our participants’ performance was unaffected by variations in the number of fingers used for haptic exploration. While there was no significant overall effect of the number of fingers, there was a significant main effect of age. The younger adults’ shape matching performance was 48.6% higher than that of the older adults. When perceiving naturally shaped objects such as bell peppers, it appears that the usage of a single finger can be as effective as haptic exploration with a whole complement of five fingers.
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Cano, M. J. "Jean LECLERCQ, Esperienza spirituale e Teologia. Alla scuola dei monaci medievali, Jaca Book, («Biblioteca di Cultura Medievale»), Milán 1990, 195 pp." Scripta Theologica 24, n.º 1 (20 de febrero de 2018): 353–54. http://dx.doi.org/10.15581/006.24.17682.

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Yoon, Irene, Yannick Zakowski y Steve Zdancewic. "Formal reasoning about layered monadic interpreters". Proceedings of the ACM on Programming Languages 6, ICFP (29 de agosto de 2022): 254–82. http://dx.doi.org/10.1145/3547630.

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Resumen
Monadic computations built by interpreting, or handling , operations of a free monad are a compelling formalism for modeling language semantics and defining the behaviors of effectful systems. The resulting layered semantics offer the promise of modular reasoning principles based on the equational theory of the underlying monads. However, there are a number of obstacles to using such layered interpreters in practice. With more layers comes more boilerplate and glue code needed to define the monads and interpreters involved. That overhead is compounded by the need to define and justify the relational reasoning principles that characterize the equivalences at each layer. This paper addresses these problems by significantly extending the capabilities of the Coq interaction trees (ITrees) library, which supports layered monadic interpreters. We characterize a rich class of interpretable monads ---obtained by applying monad transformers to ITrees---and show how to generically lift interpreters through them. We also introduce a corresponding framework for relational reasoning about "equivalence of monads up to a relation R". This collection of typeclasses, instances, new reasoning principles, and tactics greatly generalizes the existing theory of the ITree library, eliminating large amounts of unwieldy boilerplate code and dramatically simplifying proofs.
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Betancourt, Fernando. "LUIGI VANNICELLI, Normativa sui monaci e sul monasteri nel diritto eclesiastico romano. Profili storicogiuridici; 1 vol. de 354 págs., Ed. Nicola Zanichelli, Bolonia, 1969". Ius Canonicum 13, n.º 26 (28 de marzo de 2018): 461–62. http://dx.doi.org/10.15581/016.13.21821.

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Schneider, Christina. "Leibniz's theory of bodies: monadic aggregates, phenomena, or both?" Kriterion: Revista de Filosofia 42, n.º 104 (diciembre de 2001): 33–48. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-512x2001000200002.

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Resumen
Leibniz's conception of bodies seems to be a puzzling theory. Bodies are seen as aggregates of monads and as wellfounded phenomena. This has initiated controversy and unending discussions. The paper attempts to resolve the apparent inconsistencies by a new and formally spirited reconstruction of Leibniz's theory of monads and perception, on the one hand, and a (re-)formulation and precisation of his concept of preestablished harmony, on the other hand. Preestablished harmony is modelled basically as a covariation between the monadic and the ideal realm.
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GHANI, NEIL y PATRICIA JOHANN. "Monadic augment and generalised short cut fusion". Journal of Functional Programming 17, n.º 6 (noviembre de 2007): 731–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0956796807006314.

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Resumen
AbstractMonads are commonplace programming devices that are used to uniformly structure computations; in particular, they are often used to mimic the effects of impure features such as state, error handling, and I/O. This paper further develops the monadic programming paradigm by investigating the extent to which monadic computations can be optimised by using generalisations of short cut fusion to eliminate monadic structures whose sole purpose is to “glue together” monadic program components. Ghani, Uustalu, and Vene have recently shown that every inductive type has an associated build combinator and an associated short cut fusion law. They have also used the notion of a parameterised monad to describe those monads that give rise to inductive types, and have shown that the standard augment combinators and cata/augment fusion rules for algebraic data types can be generalised to fixed points of all parameterised monads. We revisit these augment combinators and generalised short cut fusion rules for such types but consider them from a functional programming perspective, rather than a categorical one. In addition to making the category-theoretic ideas of Ghani, Uustalu, and Vene more easily accessible to a wider audience of functional programmers, we demonstrate their practical applicability by developing nontrivial application programs and performing modest benchmarking on them. We also show how the cata/augment rules can serve as the basis for deriving additional generic fusion laws, thus opening the way for an algebra of fusion. Finally, we offer deep theoretical insights, arguing that the augment combinators are monadic in nature, and thus that the cata/build and cata/augment rules are arguably the best generally applicable fusion rules obtainable.
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Marazzi, Federico. "S. Gelichi, M. Librenti, A. Ciancosi (a cura di), Nonantola 6 - Monaci e contadini. Abati e re. Il monastero di Nonantola attraverso l'archeologia (2002-2009)". Hortus Artium Medievalium 25, n.º 1 (mayo de 2019): 225–27. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.4.2019019.

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MANES, ERNIE y PHILIP MULRY. "Monad compositions II: Kleisli strength". Mathematical Structures in Computer Science 18, n.º 3 (junio de 2008): 613–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0960129508006695.

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Resumen
In this paper we introduce the concept of Kleisli strength for monads in an arbitrary symmetric monoidal category. This generalises the notion of commutative monad and gives us new examples, even in the cartesian-closed category of sets. We exploit the presence of Kleisli strength to derive methods for generating distributive laws. We also introduce linear equations to extend the results to certain quotient monads. Mechanisms are described for finding strengths that produce a large collection of new distributive laws, and consequently monad compositions, including the composition of monadic data types such as lists, trees, exceptions and state.
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Hongtao, Zhao y Emanuele Raini. "Matteo Nicolini-Zani, Monaci cristiani in terra cinese: storia della missione monastica in Cina, Magnano (Bi) [Biella, Italy], Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, 2014, pp. 609." Annales Missiologici Posnanienses, n.º 19 (1 de enero de 2014): 241. http://dx.doi.org/10.14746/amp.2014.19.13.

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Degórski, Bazyli. "Najstarsze prawodawstwo Kościoła łacińskiego w basenie Morza Śródziemnego dotyczące mnichów". Vox Patrum 50 (15 de junio de 2007): 419–40. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6589.

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Resumen
L’articolo prende in esame il monachesimo latino maschile nel Mediterraneo perlustrando, per quanto concerne i secoli IV-VI, la legislazione ecclesiastica che di regione in regione ne ha regolato vita e modalita d’essere. Vengono analizzati gli atti conciliari del Mediterraneo latino che riguardano la vita religiosa maschile a cominciare dagli stessi inizi della legislazione ecclesiastica fino all’arrivo degli albori dell’Alto Medioevo. L’articolo esamina tutti i canoni concementi gli asceti che furono promulgati dalia Chiesa dell'Africa, della Gallia, della Penisola Iberica e delPItaha. I concili come tali manifestano molto bene la vita della Chiesa, rispecchiando i diversi probierni e le situazioni (spesso difficili) che influirono sulla promulgazione degli stessi canoni, fornendo, in tal modo, un prezioso quadro sia storico che, insieme, teologico-spirituale-giuridico. In seno ad esso, peró, molto importante parę sia quello che riguarda il monachesimo delle origini, dal momento che questo movimento carismatico-spirituale cosi importante per la vita della Chiesa nasce proprio in quel periodo e in esso trova le sue fondamenta giuridiche, che assicurarono il suo instancabile cammino verso la casa del Padre, insieme e a capo del popolo di Dio quale sua guida carismatico-spirituale. Vengono presentati i canoni riguardanti i monaci, e ció seguendo l’ordine cronologico della loro promulgazione. Viene presentata dapprima la legislazione africana, successivamente quella della Gallia e della Penisola Iberica. Pochissime, mycce, sono le leggi della Chiesa di Italia. E attraverso la lettura delle tematiche entrate nelle normative allora vigenti, e talvolta sensibili di differenze da luogo a luogo, che si comprendono probierni, usanze e dinamiche di un fenomeno il quale si e umilmente imposto nel tessuto della Chiesa e delle istituzioni. Ció testimonia pure quanto sia sembrato essere stato ritenuto importante il salvaguardame integrita e verita, e non solo il riconoscimento ufficiale.
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Rousseau, Philip. "Monaci filosofi e santi. Saggi di storia della cultura tardoantica. By Salvatore Pricoco.(Armarium, 1.) Pp. 393. Soveria Mannelli: Rubbettino Editore, 1992. £35. 88 7284 073 2". Journal of Ecclesiastical History 46, n.º 2 (abril de 1995): 312–13. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900011404.

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Kuznetsov, Sergey. "Monad Theory of Structural Synthesis of Mechanisms". MATEC Web of Conferences 346 (2021): 03041. http://dx.doi.org/10.1051/matecconf/202134603041.

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Resumen
Structural synthesis creates a structural scheme according to the given structural characteristics - the degree of abnormality of the structure S and the degree of its irrationality s. Structural scheme is created at the first stage of synthesis, containing only rotational kinematic pairs and corresponds to a given degree of abnormality, which is ensured by the ratio of structural units – plus monads, minus monads and null monads. At the second stage, the independence of structural characteristics makes it possible to bring the obtained scheme to a given degree of irrationality by downgrading the class of kinematic pairs. The proposed algorithm makes it possible to synthesize structural schemes of both normal structure and adaptive (with redundant motions), as well as indifferent (with redundant links). Monadic approach to structure research allows to formalize the structural features of the circuit and to create a knowledge base for automated design of structural circuits with given structural properties.
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Irvine, A. K. "Osvaldo Raineri (ed. and tr.): Atti di Habta Māryām (†1497) e di lyāsu (†1508), santi monaci etiopici. (Orientalia Christiana Analecta, 235.) xviii, 265 pp. Roma: Pontificium Institutum Orientale, 1990." Bulletin of the School of Oriental and African Studies 56, n.º 1 (febrero de 1993): 140. http://dx.doi.org/10.1017/s0041977x00001865.

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Knibb, M. A. "Atti di Habta Maryam ( 1497) e di Iyasu ( 1508) Santi Monaci Etiopici. By Osvaldo Raineri. Pp. xxiii+265. (Orientalia Christiana Analecta, 235.) Rome: Pontificium Institutum Orientale, 1990. Paper n.p." Journal of Theological Studies 42, n.º 2 (1 de octubre de 1991): 765–66. http://dx.doi.org/10.1093/jts/42.2.765.

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Comerford, Kathleen M. "I monaci Silvestrini e la Toscana (XIII–XVII secolo). Francesco Salvestrini, ed. Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana 5. Florence: Olschki, 2020. vi + 200 pp. + color pls. €26." Renaissance Quarterly 75, n.º 1 (2022): 320–21. http://dx.doi.org/10.1017/rqx.2022.72.

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Ramos-Lissón, Domingo. "Fiorenzo LANDI, Il Paradiso dei monaci. Accumulazione e dissoluzione dei patrimoni del clero regolare in età moderna, La Nuova Italia Scientifica («Biblioteca di testi e studi», 21), Roma 1996, 222 pp." Anuario de Historia de la Iglesia 8 (4 de mayo de 2018): 497. http://dx.doi.org/10.15581/007.8.24604.

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HUTTON, GRAHAM y ERIK MEIJER. "Monadic parsing in Haskell". Journal of Functional Programming 8, n.º 4 (julio de 1998): 437–44. http://dx.doi.org/10.1017/s0956796898003050.

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Resumen
This paper is a tutorial on defining recursive descent parsers in Haskell. In the spirit of one-stop shopping, the paper combines material from three areas into a single source. The three areas are functional parsers (Burge, 1975; Wadler, 1985; Hutton, 1992; Fokker, 1995), the use of monads to structure functional programs (Wadler, 1990, 1992a, 1992b), and the use of special syntax for monadic programs in Haskell (Jones, 1995; Peterson et al., 1996). More specifically, the paper shows how to define monadic parsers using do notation in Haskell.Of course, recursive descent parsers defined by hand lack the efficiency of bottom-up parsers generated by machine (Aho et al., 1986; Mogensen, 1993; Gill and Marlow, 1995). However, for many research applications, a simple recursive descent parser is perfectly sufficient. Moreover, while parser generators typically offer a fixed set of combinators for describing grammars, the method described here is completely extensible: parsers are first-class values, and we have the full power of Haskell available to define new combinators for special applications. The method is also an excellent illustration of the elegance of functional programming.
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Slowik, Edward. "Situating Kant’s Pre-Critical Monadology: Leibnizian Ubeity, Monadic Activity, and Idealist Unity". Early Science and Medicine 21, n.º 4 (15 de noviembre de 2016): 332–49. http://dx.doi.org/10.1163/15733823-00214p03.

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Resumen
This essay examines the relationship between monads and space in Kant’s early pre-critical work, with special attention devoted to the question of ubeity, a Scholastic doctrine that Leibniz describes as “ways of being somewhere.” By focusing attention on this concept, evidence will be put forward that supports the claim, held by various scholars, that the monad-space relationship in Kant is closer to Leibniz’ original conception than the hypotheses typically offered by the later Leibniz-Wolff school. In addition, Kant’s monadology, in conjunction with God’s role, also helps to shed light on further aspects of his system that are broadly Leibnizian, such as monadic activity and the unity of space.
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Rankine, Ashley, Kirsty Turnbull, Stuart Greenham, Thomas P. Shakespeare, Justin Westhuyzen, Andrew Kovendy, Ben Chua y Michael J. McKay. "Monte Carlo-Based Dose Calculation in Postprostatectomy Image-Guided Intensity Modulated Radiotherapy: A Pilot Study". Journal of Radiotherapy 2015 (30 de septiembre de 2015): 1–6. http://dx.doi.org/10.1155/2015/682463.

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Resumen
Step-and-shoot (S&S) intensity-modulated radiotherapy (IMRT) using the XiO treatment planning system (TPS) has been routinely used for patients receiving postprostatectomy radiotherapy (PPRT). After installing the Monaco, a pilot study was undertaken with five patients to compare XiO with Monaco (V2.03) TPS for PPRT with respect to plan quality for S&S as well as volumetric-modulated arc therapy (VMAT). Monaco S&S showed higher mean clinical target volume (CTV) coverage (99.85%) than both XiO S&S (97.98%, P = 0.04) and Monaco VMAT (99.44, P = 0.02). Rectal V60Gy volumes were lower for Monaco S&S compared to XiO (46.36% versus 58.06%, P = 0.001) and Monaco VMAT (46.36% versus 54.66%, P = 0.02). Rectal V60Gy volume was lowest for Monaco S&S and superior to XiO (mean 19.89% versus 31.25%, P = 0.02). Rectal V60Gy volumes were lower for Monaco VMAT compared to XiO (21.09% versus 31.25%, P = 0.02). Other organ-at-risk (OAR) parameters were comparable between TPSs. Compared to XiO S&S, Monaco S&S plans had fewer segments (78.6 versus 116.8 segments, P = 0.02), lower total monitor units (MU) (677.6 MU versus 770.7 MU, P = 0.01), and shorter beam-on times (5.7 min versus 7.6 min, P = 0.03). This pilot study suggests that Monaco S&S improves CTV coverage, OAR doses, and planning and treatment times for PPRT.
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Lin, Chun-Yan, Yue Zhang, Ji-Hua Wu, Rong-Hui Xie, Jianjun Qiao y Guang-Rong Zhao. "Regulatory Patterns of Crp on Monensin Biosynthesis in Streptomyces cinnamonensis". Microorganisms 8, n.º 2 (17 de febrero de 2020): 271. http://dx.doi.org/10.3390/microorganisms8020271.

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Resumen
Monensin, produced by Streptomyces cinnamonensis, is a polyether ionophore antibiotic widely used as a coccidiostat and a growth-promoting agent in agricultural industry. In this study, cyclic AMP receptor protein (Crp), the global transcription factor for regulation of monensin biosynthesis, was deciphered. The overexpression and antisense RNA silencing of crp revealed that Crp plays a positive role in monensin biosynthesis. RNA sequencing analysis indicated that Crp exhibited extensive regulatory effects on genes involved in both primary metabolic pathways and the monensin biosynthetic gene cluster (mon). The primary metabolic genes, including acs, pckA, accB, acdH, atoB, mutB, epi and ccr, which are pivotal in the biosynthesis of monensin precursors malonyl-CoA, methylmalonyl-CoA and ethylmalonyl-CoA, are transcriptionally upregulated by Crp. Furthermore, Crp upregulates the expression of most mon genes, including all PKS genes (monAI to monAVIII), tailoring genes (monBI-monBII-monCI, monD and monAX) and a pathway-specific regulatory gene (monRI). Enhanced precursor supply and the upregulated expression of mon cluser by Crp would allow the higher production of monensin in S. cinnamonensis. This study gives a more comprehensive understanding of the global regulator Crp and extends the knowledge of Crp regulatory mechanism in Streptomyces.
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Kmiecikowski, Waldemar. "Dyskusja komplikacji generowanych przez koncepcję monadyzmu biologicznego Stanisława Ignacego Witkiewicza". Filozofia Chrześcijańska 19 (30 de noviembre de 2022): 69–85. http://dx.doi.org/10.14746/fc.2022.19.4.

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Resumen
The article focuses on Stanisław Ignacy Witkiewicz’s metaphysical concept, namely biological monadism. According to Witkacy, the Whole of Existence constitutes a multiplicity of monads – Particular Existences. It is them – occurring in various configurations – that constitute the substantive foundation of reality. The essential characteristic of these monads is their corporeal character, which means that Witkiewicz’s Particular Existence constitutes an original unity of the temporal (duration) and spatial (expanse) component; a unity finding expression in the statement that the monad is a corporeal consciousness and in the Whole of Existence there is no place for the objective existence of inanimate matter. The article exposes an important limitation of Witkiewicz’s metaphysics. It seems that the permanent presence of the Infinite in Witkacy’s General Ontology results in the indelible Mystery of Existence, which neutralizes the ultimate status of the why question. Being in Witkiewicz’s perspective becomes mysterious, enigmatic and senseless but, at the same time, it is deprived of any trace of randomness. In this way the structure of Being included in Witkiewicz’s monadic categorial network excludes the sense of the why question related to the Whole of Existence.
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Geiger, Gail y Marvin Eisenberg. "Lorenzo Monaco." Sixteenth Century Journal 22, n.º 2 (1991): 368. http://dx.doi.org/10.2307/2542751.

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