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Caffi, Claudia. "La mitigazione: tappe di un itinerario di ricerca". Normas 7, n.º 1 (23 de junio de 2017): 4. http://dx.doi.org/10.7203/normas.7.10421.

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In questo articolo richiamerò i punti salienti del modello linguistico pragmatico integrato che ruota intorno al concetto multilivellare e multidimensionale di «mitigazione» (Caffi 2001, 2007) focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti che sono stati lasciati in ombra o che, pur ribaditi in diverse sedi, non sono stati sufficientemente intesi, e aggiornandoli alla luce delle mie ricerche più recenti. Di un lungo percorso, con diverse digressioni e ritorni, riassumerò in forma distillata alcune tappe fondamentali per accennare infine ad alcune prossime tappe. Più specificatamente, il presente contributo si articola in tre parti che hanno i seguenti scopi: richiamare alcune definizioni, punti chiave e sfondi teorici alla base del mio modello. Con un’operazione selettiva molto drastica, metterò in risalto i concetti che ritengo fondamentali;richiamare il criterio euristico alla base delle tipologie formali e funzionali proposte in Caffi (2001, 2007); accennare all’estensione delle applicazioni del modello, in diamesia e diafasia, a un genere particolare di testo scritto, il testo scientifico di ricerca biomedica.
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Palazzani, Laura. "La legge italiana sulla “procreazione medicalmente assistita”: una rilettura biogiuridica". Medicina e Morale 53, n.º 1 (28 de febrero de 2004): 77–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.654.

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L’articolo analizza la recente legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) dal punto di vista del rapporto tra bioetica e diritto, soffermandosi in particolare sulla discussione dei diversi e contrapposti paradigmi biogiuridici ossia sui modi di concepire l’intervento e la funzione del diritto, in senso legislativo, nell’ambito della bioetica (il modello “neutrale o liberale” e il modello “etico minimo o della giustizia”). Il lavoro analizza in modo critico (dal punto di vista della filosofia del diritto) i principali argomenti della legge (la soggettività del nascituro e il ruolo della famiglia) al fine di mettere in evidenza i punti rispondenti e gli elementi non rispondenti al significato del diritto secondo giustizia.
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Long, Joëlle. "La tutela volontaria di minori stranieri non accompagnati: punti di forza e criticità di un nuovo modello". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (enero de 2022): 181–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002016.

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Nel 2017 l'Italia ha introdotto la tutela volontaria come uno dei principali strumenti per la protezione e promozione dei diritti dei minorenni stranieri non accompagnati. Questo progetto legale e culturale si sta rivelando centrale per l'inclusione sociale di molti minori, ma incontra alcune difficoltà attuative. Muovendo dall'esperienza di oltre tre anni di formazione e sostegno ai tutori volontari, il presente contributo riflette sui punti di forza e sulle criticità del modello e identifica possibili strategie di miglioramento.
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Ferro, Antonino. "Pensiero onirico e teoria del campo". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (marzo de 2010): 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001004.

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L'Autore, attraverso delle vignette cliniche, descrive i punti chiave del proprio modello clinico e traccia il suo modello di mente: "thinking-feeling-dreaming". Il concetto di campo analitico, come vero e proprio luogo d'incontro emotivo e di trasformazione psichica, cosě come il pensiero onirico della veglia, si collocano al centro del lavoro analitico. Secondo l'Autore, il campo accoglie e genera quelle turbolenze protoemotive che le funzioni alfa del campo alfabetizzano di continuo; il lavoro del campo consente poi lo sviluppo degli apparati per sognare, sentire e pensare. In questa prospettiva, una narrazione clinica con un alto grado di insaturitŕ risulta essenziale per favorire il moltiplicarsi dei punti di vista, cosicché il campo analitico possa diventare matrice di storie possibili. In questo modo l'"impensabile" diventa una storia condivisa, attraverso una serie di passaggi emotivi che permettono di nominare ciň che il paziente non ha potuto fin lě rappresentare.
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Kashani, Neda Alizadeh. "Le regole del gioco narrativo di Umberto Eco: La lettura dei romanzi di Eco alla luce di Sei passeggiate nei boschi narrativi". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 56, n.º 1 (26 de noviembre de 2021): 108–23. http://dx.doi.org/10.1177/00145858211057051.

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Questo articolo è una lettura dei sette romanzi di Umberto Eco da Il nome della rosa (1980) al Numero zero (2015) alla luce delle sei conferenze che ha tenuto alla Harvard University (1992–1993), pubblicate col titolo Sei passeggiate nei boschi narrativi. È un tentativo di trovare la chiave di lettura dei suoi romanzi e le regole del gioco narrativo che nella veste dell’“autore modello” ci pone. Eco, non solo con i suoi romanzi, ma anche con le sue opere di saggistica ci mette in gioco, ci trascina in un labirinto e ci procura dei segnali per guidarci. Eco ha tenuto sei conferenze e ha scritto sette romanzi; ogni conferenza parla di un punto cardine della narrazione e ogni romanzo è una dimostrazione di quel punto. Questo articolo è una rilettura delle sue opere narrative considerando i sei punti cardinali della narrazione da lui definiti: l’autore e il lettore modello, l’intreccio, l’indugio, la fiducia tra l’autore e il lettore, l’enciclopedia richiesta dal testo e la finzione narrativa. Come sostiene Eco, soltanto scoprendo le regole del gioco del labirinto e il sistema creato dal suo autore, ovvero la sua strategia, possiamo scoprire il senso vero di un’opera letteraria.
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Fucek, Ivan. "Pornografia nei mass-media. In margine a un recente documento del Magistero cattolico". Medicina e Morale 39, n.º 2 (30 de abril de 1990): 265–300. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1182.

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L'autore affronta il problema della pornografia e violenza nei mezzi di comunicazione, riferendosi in particolare a un recente documento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali della Chiesa Cattolica. Dall'esame, accuratamente fatto con metodo induttivo, emergono parecchi elementi paradigmatici, che vengono gradualmente organizzati in tre punti: 1. Verso un modello etico (intuendo il problema nel vasto contesto storico, nella mentalità conflittuale di oggi, nel segnale d'allarme espresso dal documento); 2. Modelli etici non appropriati ovvero indirettamente rifiutati (funzionalità ottimale, tolleranza e legislazione, conformismo e soddisfazione, rinuncia o autolimitazione); 3. Modelli etici consigliabili, che sottolineano l'importanza del principio del dialogo e di due criteri, cioè del bene personale e del bene comune.
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Gieniusz, Andrzej. "La discussione attuale sul Gesù storico: problemi e criteri". Ruch Biblijny i Liturgiczny 68, n.º 2 (30 de junio de 2015): 137. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.15.

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L’articolo presenta il passagio dalla tradizionale difesa del valore storico dei vangeli (che ha seguito il modello di un processo giudiziario in cui l’affidabilità dei testimoni e il carattere oculare della loro testimnianza dovevano essere dimostrati) alla discussione contemporanea che per circa cinquanta ultimi anni ha sviluppato e raffinato i criteri di affidabilità storica, al fine di procedere ad esaminare ogni singolo testo evangelico su queste basi. Il suo contributo espone sia i punti forti che i punti deboli dei quattro criteri che finiscono per essere i più spendibili e produrre i risultati più accurati: i criteri di doppia dissomiglianza, di molteplice attestazione, di coerenza e di plausibilità storica o spiegazione sufficiente.
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Prilleltensky, Isaac y Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Elisabetta Mughini. "Il Movimento di Avanguardie Educative: un modello per la governance dell’innovazione della scuola." IUL Research 1, n.º 1 (24 de julio de 2020): 24–36. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.36.

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Nel presentare l’impianto teorico alla base del Movimento di Avanguardie educative, il progetto di ricerca avviato da Indire insieme a 22 Scuole italiane fondatrici, si ripercorrono le principali fasi di strutturazione ed evoluzione del sistema di governance della Rete, evidenziandone i punti di forza e quelli di debolezza nel percorso di messa a sistema dell’innovazione educativa tra gli aderenti. Il sistema a rete non gerarchico e flessibile adottato dal Movimento consente agli attori di acquisire conoscenze ed esperienze condivise aumentando la loro capacità d’implementazione di soluzioni innovative per la trasformazione del modello trasmissivo di scuola.
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Ruffa, Brunella y Massimo Miglioretti. "Progettare la promozione della salute all'interno del Servizio Sanitario Nazionale: criticitŕ e punti di forza di un'esperienza ispirata al Modello Precede-Proceed". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (mayo de 2011): 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001009.

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Obiettivo di questo lavoro č illustrare la progettazione di piani di promozione della salute, all'interno di un Dipartimento per le dipendenze, utilizzando e ispirandosi al Modello teorico. Dalla dialettica tra prassi operativa e riferimenti teorici č scaturita una riflessione circa i limiti e le potenzialitŕ dell'applicazione del modello e le criticitŕ del lavoro nei servizi. Rigiditŕ, autoreferenzialitŕ, divergenze sono alcuni dei nodi critici che emergeranno da questo confronto. L'esperienza mostra comunque aspetti di innovazione e sviluppo per la progettazione di interventi di promozione della salute in direzione di una maggiore coerenza, efficacia e confrontabilitŕ.
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Leoni, Federico Albano. "Attualitŕ di Bühler". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2011): 121–34. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003009.

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L'articolo propone una succinta lettura dellae di altri scritti di Bühler da un'angolatura linguistica. Viene cosě richiamata l'attenzione su alcuni punti ancora attuali e non del tutto messi a frutto nel dibattito teorico contemporaneo sulle scienze del linguaggio. In particolare l'Autore si sofferma su: a) il concetto di campo; b) la teoria dei due campi e l'integrazione tra il campo simbolico e il campo deittico, con un accenno alla questione dell'ellissi; c) l'assiomatica di B., con particolare riferimento al suo modello di segno e sul sistema simbolo/campo; d) la prospettiva gestaltica nella rappresentazione del piano fonico delle lingue.
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De Matteis, Fabio. "Elementi di performance governance nei servizi sanitari: alcune evidenze empiriche sullo stato dell'arte nella sanità p". MECOSAN, n.º 121 (septiembre de 2022): 7–30. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13857.

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Il modello di performance governance, che si fonda sull'impiego delle informazioni di performance per migliorare la governance sanitaria, è particolarmente complesso, considerando le relazioni interistituzionali e il coinvolgimento della collettività che lo stesso prevede. Al fine di contribuire al dibattito scientifico sul tema, il presente lavoro si prefigge l'obiettivo di evidenziare come tre variabili di performance governance (strumenti operativi di misurazione della performance, integrazione di governance e coinvolgimento dei cittadini) si sono sviluppate nella sanità pugliese impiegando la metodologia dei multiple case studies.L'analisi effettuata porta a concludere che la sanità pugliese, se, da un lato, è da ritenersi ancora distante da unmodello di performance governance, dall'altro, evidenzia alcuni fattori propedeutici allo stesso. Inoltre, a partire dalle evidenze emerse dall'analisi dei casi di studio, scaturiscono alcune considerazioni, con specifico riferimento a punti di forza e criticità delle tre variabili indagate, che consentono di contribuire al dibattito scientifico sul modello di performance governance.In ultimo, si mettono in luce alcuni potenziali rischi del modello indagato che consentono di individuare corrispondenti ulteriori linee di ricerca.
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Clavijo, Milagro Martín. "L’umorismo sovversivo di Eva in paradiso". Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, n.º 13 (2020): 3–18. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.9.

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Franca Rame e Dario Fo hanno creato numerosi spettacoli imperniati sulla donna del mito, del passato e del presente, rimaneggiando in continuazione i tradizionali modelli femminili tramandati nel corso del tempo. Eva, classico modello che incorpora il l ruolo della donna nella società, appare di frequnte nel repertorio dei due autori-attori. Quest’articolo si basa sull’analisi di due spettacoli che vedono Eva protagonista assoluta di un’altra versione della creazione del mondo: Il diario di Eva e Adamo ed Eva e si sofferma in particolare sul momento della nominatio rerum. Con questi due testi Rame e Fo propongono un’altra Genesi che rompe una tradizione narrativa che per secoli ha condizionato il rapporto tra i generi. La storia della creazione viene raccontata da due punti di vista: da quello dell’essere umano in genere e da quello femminile in specifico, quest’ultimo, caratterizzato da umanità, comprensione e un’alta dose di umorismo. Sarà infatti proprio Eva, che ha il dono della parola, a dare vita al creato attraverso il linguaggio.
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Patat, Alejandro. "Il genio e l’ingegno. Storia e statuto del romanzo secondo Rovani". Cuadernos de Filología Italiana 26 (2 de octubre de 2019): 197–220. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.62542.

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L’articolo si propone di affrontare le riflessioni estetiche di Giuseppe Rovani, focalizzando la storia e lo statuto del romanzo. A tal fine, risulta imprescindibile fare una lettura trasversale della critica dell’opera di Rovani per capire quali siano stati i punti nodali della messa in discussione, delle stroncature e della riabilitazione dei Cento anni, considerato unanimemente il suo capolavoro. L’analisi delle sue posizioni teoriche attorno al romanzo nell’Ottocento italiano permette, quindi, di capire meglio quali saranno le nuove esplorazioni in campo narrativo una volta tramontato il modello manzoniano.
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Dattomo, Nicla. "Il Piano Tekne per l'Area di sviluppo industriale di Taranto". STORIA URBANA, n.º 130 (octubre de 2011): 137–67. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130006.

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La circostanza peculiare che qualifica il caso di Taranto č l'avvio, all'inizio degli anni '60, della costruzione del IV Centro siderurgico nazionale Italsider. La decisione governativa di localizzare a Taranto tale impianto precede la costituzione del Consorzio per l'Area di sviluppo industriale (Asi) e rappresenta il principale tema con cui si confronta il piano per l'Area medesima. Il Piano regolatore territoriale dell'Asi di Taranto viene redatto tra il 1960 e il 1962 dalla societŕ Tekne, con la consulenza di Giovanni Astengo e Giorgio Fuŕ. Il saggio ne propone la rilettura, guardandovi come a un'esperienza paradigmatica da due punti di vista. Da un lato, per le riflessioni a cui esso dŕ luogo, circa il ruolo e gli strumenti del piano urbanistico rispetto al processo di sviluppo. Dall'altro lato, per i modi in cui, attraverso di esso, diventano palesi alcune difficoltŕ e incertezze del meccanismo stesso di attivazione delle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. L'analisi dei contenuti del Piano guarda, in particolare, alle seguenti questioni. La prima č la distinzione necessaria tra previsione e obiettivi di sviluppo, con ciň che determina sul piano delle scelte riguardanti gli investimenti da finanziare per attrezzare le aree per le industrie; questo punto č all'origine della discussione sul significato e la funzione del "piano di prospettiva". La seconda č la proposizione di un modello insediativo, attraverso il quale si esplicitano alcune idee riguardo alle relazioni fra struttura sociale, assetti spaziali, usi del territorio e modelli possibili di sviluppo industriale. Questi contenuti vengono osservati in prospettiva, nel paragrafo conclusivo, prendendo in esame i modi della attuazione del Piano.
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Biancardi, Alberto. "Un nuovo ruolo per consumatori, imprese e finanza nella regolazione dei settori energia-clima". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 3 (noviembre de 2021): 129–58. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003006.

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Questo articolo prende avvio da una sintetica illustrazione del ruolo e degli obiet-tivi che le liberalizzazioni e la regolazione economica hanno avuto dagli ultimi due decenni del secolo scorso a oggi. Tutto ciò anche perché questo è ancora il modello di riferimento contenuto nelle norme comunitarie vigenti per i settori dell'energia e che resta parte integrante del Green New Deal. La crescente consapevolezza delle conseguenze derivanti dal climate change e della disponibilità di nuove tecnologie nei settori energetici, nonché in quelli a questi contigui, fra i vari impulsi al cambiamento che sta generando, sta metten-do in discussione anche questo modello di riferimento. L'articolo, illustrati i motivi che stanno alla base di questa messa in discussione e i principali punti aperti di questo confronto, si focalizza sul nuovo ruolo che consumatori, imprese e settore finanziario possono avere nella gestione del cambiamento climatico e della adozione delle medesime nuove tecnologie.
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Nieddu, Laura. "Processo all’immagine di un Fiore forense". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, n.º 2 (21 de abril de 2019): 281–95. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831680.

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Il Fiore è stato scritto da un giurista? Oggetto del presente studio è l’analisi di uno dei registri linguistici che compongono lo stile narrativo del Fiore, ovvero quello giuridico. In effetti, questo è uno dei criteri su cui si basano due tesi attributive, ovvero quella di Remo Fasani, che vuole l’opera figlia di Brunetto Latini, e quella di Maurizio Palma di Cesnola; quest’ultimo ha cercato di dimostrare che il testo, considerato dai più come dantesco, sarebbe in realtà stato scritto da un giurista provenzale, Guillaume Durand. Queste due tesi costituiscono lo spunto per poter prendere in esame le espressioni e i termini specifici legati al mondo giuridico e diplomatico, al fine di porre in rilievo questo aspetto stilistico del poemetto medievale. Oltre ai termini indicati da Fasani e da Palma di Cesnola, verranno sottolineati altri possibili indizi per un “Durante giurista”, nonché un certo atteggiamento “giuridico” a cui sono sottoposte alcune figure del testo, come Falsembiante o Ragione, anche per rilevare le differenze o i punti in comune tra Fiore e Roman de la Rose, modello dell’opera italiana, sia dal punto di vista delle scelte lessicali che dell'atmosfera generale.
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Savarese, Giulia, Monica Romei, Luna Carpinelli, Daniela D’Elia, Rosa Angela Villani, Marianna Giordano, Annamaria Scapicchio y Domenico Costantino. "Esperienze Sfavorevoli Infantili: un Progetto in Campania per la prevenzione e l'intervento". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (enero de 2021): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003009.

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Il brief report riporta l'impianto progettuale e i principali risultati di un Programma finanziato dalla Regione Campania e finalizzato alla prevenzione e all'intervento nei caso di abuso e maltrattamento di minori. Esso ha avuto luogo tra il 2016 e il 2018 con lo scopo di sensibilizzare e formare gli operatori regionali sul fenomeno; di creare équipe specialistiche e multidisciplinari per la presa in carico di minori e famiglie; di far emergere e condividere le buone pratiche sperimentate. I risultati sono stati molto incoraggianti, in quanto sono emersi diversi punti di forza: la condivisione del modello sperimentale con gli operatori; l'utilizzo di strumenti clinici e sociali specialistici; il continuo lavoro di integrazione tra gli interventi delle équipe specialistiche e gli enti territoriali; la formazione degli operatori coinvolti e la sensibilizzazione degli operatori non coinvolti.
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Dalfollo, Laura. ""Modelli" di Chiesa impostisi fino al Vaticano II (1965)". Služba Božja 59, n.º 4 (11 de noviembre de 2019): 397–406. http://dx.doi.org/10.34075/sb.59.4.2.

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Il testo prende in considerazione l’evoluzione storica dell’autocomprensione ecclesiale avendo come punti di riferimento definizioni conciliari prese come eventi determinanti per la vita della Chiesa. La riflessione vuole essere una proposta di let-tura del passato volto alla proiezione verso il futuro, nell’evidenziare tre nuclei teo-logici permanenti e fondanti sia l’esperienza di fede, come la consapevolezza di essa, vissuta nella prassi sacramentale in comunione e forza della dimensione magisteria-le. Nessun modello che possa evincersi vuole essere esaustivo, tutt’altro, aprendosi ad una dinamica complementare, desidera dare della realtà ecclesiale una descrizio-ne capace di metterne in evidenza diversi elementi fondanti. La proposta di tale ricerca vuole mostrare la continuità misteriosa dell’Alleanza fra Dio e l’uomo compiuta in Cristo e vivente nella storia della Chiesa. Tale storia deve essere con responsabilità interpretata e rispettata per poterne coglie-re, attraverso la sfida dei modelli, le caratteristiche perenni nel loro abitare la storia degli uomini. Fino a che la Chiesa vorrà essere posseduta invece che abitata non potrà dirsi compresa, solo osservata e giudicata. L’auspicio è di mostrare come la ripresa di un’ermeneutica storico-sapienziale permetta di aprirsi alla sorpresa dell’imprevedibile di Dio.
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Rapone, Anna Maria. ""Il grande suggeritore": su e giù a spasso col sintomo, nella psicoterapia sistemicorelazionale- familiare". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 55 (julio de 2022): 72–97. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-055005.

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L'autrice, con la doppia formazione come psicoterapeuta sistemico-relazionale e ipnoterapeuta ericksoniana, presenta un lavoro sul significato del sintomo in psicoterapia, derivante da alcune riflessioni emerse in seguito alla sua esperienza clinica. Anche se il sintomo, solitamente, viene visto solo come un problema da eliminare definitivamente e velocemente, in questo articolo viene messo in risalto il "valore" del sintomo come aiuto e alleato del clinico, un "suggeritore" in grado di indicare la strada e i passi verso la guarigione. Attraverso l'esposizione di alcuni casi clinici, l'autrice si propone di esemplificare i punti cardine del Modello Sistemico Relazionale (con il singolo, la coppia e la famiglia) e l'utilizzo del sintomo nel processo psicoterapeutico.
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Benedetti, Maura, Minou Mebane y Diana Oancea. "Promozione del dialogo interculturale in un quartiere multietnico attraverso una ricerca intervento sui profili di comunitŕ". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 87–97. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001008.

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La ricerca-intervento svolta nella prospettiva del modello ecologico delle migrazioni (Coleman 1994; Golini et al. 2001; Prilleltensky, 2008) ha voluto: a) individuare i punti forza e le aree problema percepiti da italiani e migranti, di varie etnie dominanti e minoritarie, abitanti un quartiere romano, b) esaminare il capitale sociale presente tra giovani e c) attivare proposte di cambiamento. Circa 130 adulti e 220 ragazzi hanno preso parte all'analisi, utilizzando tecniche innovative come le "sceneggiature di film" della loro comunitŕ. L'integrazione risulta difficoltosa non solo tra i gruppi etnici e gli italiani, ma soprattutto tra gruppo etnico dominante e gli altri gruppi etnici. I ragazzi che frequentano compagni di altre etnie hanno tuttavia un maggiore capitale sociale. Diverse proposte sono state formulate per risolvere specifiche problematiche emerse dall'analisi di comunitŕ.
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Pappalardo, Adriano. "DAL PLURALISMO POLARIZZATO AL PLURALISMO MODERATO. IL MODELLO DI SARTORI E LA TRANSIZIONE ITALIANA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, n.º 1 (abril de 1996): 103–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024059.

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IntroduzioneNegli anni novanta, l'Italia è entrata in un processo di transizione che è ormai divenuto oggetto di un'abbondante letteratura nazionale e straniera. Piuttosto ovviamente, la natura di tale transizione è ben diversa da quelle dei paesi postcomunisti e, come ha opportunamente sottolineato Pasquino (1994; 1995), poco comparabile con altri precedenti storici. Anche la Francia, che questo autore considera il miglior termine di confronto, lo è in realtà assai relativamente sotto una varietà di punti di vista. Mentre infatti la Quarta e, per lungo tempo, anche la Quinta Repubblica sono rimasti classici casi di pluralismo polarizzato (Sartori 1982, 256–262), l'Italia degli anni novanta non può più essere definita tale, e proprio per questo (o, almeno, anche per questo) si è avviata alla presente transizione. Come è noto, inoltre, le riforme golliste investirono essenzialmente le principali istituzioni politiche della repubblica, ma lasciarono inalterati il subsistema burocratico e la struttura (centralizzata) dello Stato, che sono, invece, componenti tutt'altro che secondarie per comprendere il decorso e gli eventuali sbocchi della crisi italiana. Ma, infine, tale crisi si intreccia anche al declino dello Stato sociale e interventista, coinvolgendo la ridefinizione dei confini fra politica ed economia e il ruolo delle grandi organizzazioni degli interessi, sindacati in testa. Come dire che, oltre al sistema politico-istituzionale ed alla pubblica amministrazione, le relazioni industriali e i loro attori pubblici e privati rappresentano una terza dimensione di cambiamento, che altrove è stata poco importante (Francia), ovvero incomparabilmente diversa (regimi postcomunisti).
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Murray, Harrison Alexandra. "Le risposte". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (septiembre de 2012): 59–64. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003007.

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L'autrice risponde per sommi capi alle critiche dei diversi commentatori, individuando i tre punti centrali che, a suo parere, sono complessivamente emersi: l'importanza del contesto, lo sviluppo del soggetto e le implicazioni cliniche del mio modello terapeutico. Dopo avere riconosciuto la fondatezza delle critiche e valorizzato gli argomenti dei colleghi, ribadisce le proprie posizioni e resta ferma in esse. La risposta piů articolata si rivolge all'obiezione di Roggero che riguardava la nascita del soggetto come espressione di autodeterminazione non mutuata dall'esterno. Harrison sostiene che tale autodeterminazione av-viene nel momento il cui il paziente va oltre il rapporto con l'analista e cambia qualcosa nel proprio rapporto con il proprio contesto d'origine inteso nel senso piů ampio.
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Vanni, Fabio. "La consultazione psicologica in adolescenza". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (marzo de 2011): 79–101. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001006.

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Il testo traccia le linee generali di un modello di consultazione psicologica con l'adolescente che si rifŕ alla teoria del soggetto relazionale elaborata all'interno della Societŕ Italiana di Psicoanalisi della Relazione. Una volta richiamati i punti principali del pensiero teorico sull'etŕ adolescenziale che fa da retroterra alla clinica, viene declinata l'impostazione della consultazione a partire dalla concezione sistemica degli attori in campo, sia per la parte clinica che per quella dell'adolescente, il contesto, gli obiettivi. La consultazione viene assunta come momento centrale della clinica psicologica dell'etŕ adolescenziale e descritta in tutta la sua complessitŕ conoscitiva, decisionale, interattiva e dinamica. Viene proposta come un processo diagnostico e terapeutico che puň concludersi in sé o fare da premessa a sviluppi terapeutici diversificati co-costruiti sulle esigenze specifiche di quel sistema che ha al centro l'adolescente. Numerose esemplificazioni cliniche aiutano a comprendere le proposte tecniche.
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Liuzzi, Michele. "Per un progetto nazionale di psicologia di cure primarie". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (agosto de 2020): 158–75. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002008.

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L'articolo riporta un'esperienza di intervento di psicologia di cure primarie a Torino, nel quale vengono affrontati i temi più rilevanti, le caratteristiche, i punti di forza e le criticità di tali progetti. L'intento è quello di fornire informazioni e dati al fine di dare un ulteriore contributo al dibattito all'interno della comunità scientifica che porti alla creazione di servizi di psicologia di cure primarie a livello nazionale. Vengono presentati gli aspetti cruciali che caratterizzano il modello, accessibilità, gradualità, efficacia clinica e costo–efficacia. Accessibilità poiché tali servizi devono essere posizionati sul territorio, vicini ai luoghi di vita dei cittadini, flessibili e inclusivi. Gradualità poiché gli in-terventi debbono essere appropriati come intensità rispetto alle esigenze di salute. Efficacia cli-nica poiché è fondamentale dare il giusto trattamento al determinato disturbo del paziente. Co-sto-efficacia poiché gli interventi debbono essere appropriati al problema del paziente, tempe-stivi in modo da anticipare patologizzazione e cronicità, e inoltre devono svolgere una funzione di filtro per i servizi secondari e i dipartimenti di emergenza. Vengono altresì presentati alcuni risultati rispetto al medical cost offset di tali interventi, in particolare sugli effetti pre-post che l'intervento ha generato su prescrizioni farmacologiche, numero di invii ai servizi specialistici, e numero di visite dal medico di famiglia. Questi progetti nelle realtà internazionali più avanzate sono da tempo operanti, e le recenti vicende (Decreto Calabria) sono una testimonianza di quanto sia necessario realizzare tali ser-vizi. L'autore porta quindi alcune proposte in tal senso.
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Del Gobbo, Giovanna, Paolo Federighi, Francesco De Maria, Daniela Frison, Glenda Galeotti, Silvia Iossa, Giorgia Pasquali y Beatrice Spennato. "Educational ecosystems: a research model applied in four Italian territories of the Tuscany Region". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 377–92. http://dx.doi.org/10.36253/form-12965.

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The article presents the OLESchool research, which conducted a feasibility study aimed at the definition of an integrated learning ecosystem model in which the school system becomes the focus of an open learning environment. The research considered the criticalities, priorities and limitations related to the pandemic event, highlighting the resources and opportunities generated, and aimed to identify those success factors and criteria for building prototypes and hypotheses of expected results to be implemented at a subsequent stage. The research adopted a collaborative approach starting with the stakeholder engagement process. The research team applied a methodological design inspired by the Grounded Theory paradigm, studying the phenomenon holistically from different points of view with qualitative-quantitative parallel research phases and triangulation between researchers, theories, data and tools. The contribution presents the results, distinguished between output and outcome of the research. Ecosistemi educativi: un modello di ricerca applicato in quattro territori della Toscana. Il contributo presenta la ricerca OLESchool che ha visto la realizzazione di uno studio di fattibilità volto alla definizione di un modello di ecosistema formativo integrato dove il sistema scolastico diventa fulcro di un ambiente di apprendimento aperto. Sono state tenute in considerazione criticità, priorità e vincoli relativi all’evento pandemico, facendo emergere le risorse e le opportunità scaturite e puntando all’individuazione di quei fattori di successo e criteri di costruzione di prototipi e ipotesi di risultati attesi da implementare in una fase successiva. La ricerca ha seguito un approccio di tipo collaborativo a partire dal processo di stakeholder engagement. È stato adottato un disegno metodologico ispirato al paradigma della Grounded Theory, studiando il fenomeno in modo olistico da punti di vista differenti, con fasi di ricerca parallele quali-quantitative e trasversali di triangolazione tra ricercatori, teorie, dati e strumenti. Nel contributo sono presentati i risultati distinti tra output e outcome della ricerca.
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Pasetti, Carlo y Giovanna Zanini. "La presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica: questioni etiche nelle varie fasi della malattia". Medicina e Morale 53, n.º 5 (31 de octubre de 2004): 939–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.626.

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Molti sono stati i cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni nella prassi clinica e nella presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica, nonostante la perdurante assenza di terapie farmacologiche efficaci. Tali cambiamenti possono essere così riassunti: a) sul piano clinico: l’istituzione di unità interdisciplinari di trattamento alla SLA; la possibilità di impiego di nuove procedure terapeutiche in grado non di modificare la prognosi della malattia ma di prolungarne la sopravvivenza; una sempre maggiore attenzione per la riabilitazione e le malattie croniche progressive; b) sul piano etico: il progressivo affermarsi del principio di autonomia; l’evoluzione di nuovi modelli di relazione medico-paziente. Questi fattori hanno comportato per gli operatori coinvolti nella presa in carico la irrinunciabile necessità di confrontarsi con nuove questioni etiche, solo pochi anni or sono ritenute del tutto impensabili: 1. la comunicazione della diagnosi e della prognosi; 2. i processi decisionali nelle fasi più avanzate della malattia; 3. l’accompagnamento alla morte e al morente. Vengono discusse in dettaglio le singoli questioni etiche, arrivando alle seguenti considerazioni conclusive: 1. in tutti i punti nodali della presa in carico del paziente con SLA una corretta informazione e una buona capacità di comunicazione dei terapeuti sono considerati elementi chiave per una gestione clinica che eviti nel paziente rischi di comportamenti autolesivi o di fughe nella medicina alternativa e nel medico rischi di disimpegno terapeutico, angoscia decisionale, burn out; 2. è indispensabile fare evolvere nuovi modelli di relazione medico-paziente, diversi da quelli di tipo paternalistico ma anche da quelli di tipo contrattualistico o utilitaristico, ritenuti più adeguati in questo contesto, come il modello dell’alleanza terapeutica; 3. il rispetto del principio di autonomia e degli strumenti che ne derivano (consenso informato e direttive anticipate in particolare) vengono ritenuti certo un punto forte, ma non l’unico télos etico dell’azione, che deve comunque sempre tendere ad ispirarsi anche, e soprattutto, al principio di beneficenza; 4. un accompagnamento farmaco-protetto alla morte e al morente, calato in un’attenta presenza e in un elevato livello relazionale, secondo un’etica delle virtù che valorizzi le buone intenzioni, può configurarsi come una terza via tra i due opposti errori etici costituiti dall’eutanasia e dall’accanimento terapeutico, terza via che consente di superare annose diatribe tra differenti orientamenti e appare più in linea con paradigmi universalmente accettati e accettabili.
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Marri, Marcello. "Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 3 (abril de 2012): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003008.

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Negli ultimi anni la ricerca di laboratorio e quella clinica hanno aperto nuovi scenari nella fisiopatologia del dolore, permettendo un'approfondita comprensione di numerosi eventi presenti nella persona sofferente. La trasformazione del dolore da "sintomo-segnale d'allarme" caratteristico dell'evento acuto in una vera e propria sindrome "dolore-malattia" caratteristica del quadro cronico č in funzione della "persistenza nel tempo" o della "alta intensitŕ non controllata". All'evoluzione temporale del dolore č associato l'impatto negativo sulla persona. Differenze di ordine neurofisiologico, neuropsicologico e comportamentale giustificano la distinzione dolore acuto-sintomo/dolore cronico-sindrome [4]. Queste scoperte, insieme ad una nuova sensibilitŕ culturale che si č fatta strada nella societŕ civile, hanno permesso a molti operatori sanitari di porre il dolore al centro dell'attenzione della loro attivitŕ assistenziale. Pertanto si sono predisposti e vengono seguiti in molti Centri di cura protocolli e/o procedure che prevedono l'utilizzazione di scale per la valutazione dell'intensitŕ percepita del dolore o della inabilitazione che ne consegue e per la misurazione della componente affettiva, in diversi tipi di soggetti e/o in diversi quadri patologici, utilizzando, come nel caso dei neonati/lattanti o di condizioni cliniche estreme (coma farmacologico), il rilievo del cambiamento di alcuni parametri vitali o fisiologici. Queste scale possono essere distinte, semplificando e dal punto di vista della modalitŕ di "somministrazione", in due gruppi: quelle di Autovalutazione e quelle di Eterovalutazione. Numerose équipe hanno lavorato per trovare i segni comportamentali e fisici idonei a reperire e misurare il dolore nel bambino con disabilitŕ complessa e che non puň esprimersi verbalmente [3]. In Francia l'équipe dell'Ospedale "San Salvadour" (Hyčres) ha messo a punto una scala di 10 item, la DESS (Douleur Enfant San Salvadour), sul modello della DEGR (Douleur Enfant Gustave Roussy). I 10 punti si riferiscono alle modificazioni, in presenza di dolore, di segni neurologici abituali [2]. Un gruppo canadese ha messo a punto e validato una lista di 30 item molto semplici (pianto, grido, gemito, smorfia ecc.) che non necessita di conoscenza preliminare del bambino con disabilitŕ: č la NCCPC (Non-Communicating Children's Pain Checklist) [1]. Per trattare il dolore abbiamo a disposizione due approcci: cercare di interferire con il Sistema Eccitatorio filtrando o inibendo la trasmissione del messaggio "dolore" o rinforzare il Sistema Inibitorio. I mezzi a disposizione per ridurre il dolore sono numerosi e complementari. Per ottenere buoni risultati č sovente necessario associarne molti.
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Farneti, D., B. Fattori y L. Bastiani. "The endoscopic evaluation of the oral phase of swallowing (Oral-FEES, O-FEES): a pilot study of the clinical use of a new procedure". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 3 (junio de 2017): 201–6. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1126.

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O-FEES (O-FEES) è una procedura endoscopica, concepita per visualizzare direttamente la fase orale della deglutizione. Nella prospettiva di un utilizzo clinico, la fattibilità, la sicurezza e l’accettabilità dell’O-FEES è stata inizialmente valutata. Successivamente, la procedura è stata confrontata con il gold standard radiologico. L’accettabilità dell’O-FEES è stata confrontata con quello della FEES per mezzo di un questionario a dieci punti, sottoposto ad un campione di 52 pazienti ambulatoriali che lamentavano di disturbi della deglutizione. Il modello Repeated measure analysis of variance (rm-ANOVA) è stato utilizzato per testare la differenza media di accettabilità delle due procedure nello stesso soggetto. Successivamente un altro campione di 8 pazienti ambulatoriali di sesso maschile, è stato sottoposto alla registrazione simultanea di O-FEES e videfluoroscopia (VFSS). L’affidabilità inter-individuale, utilizzando 10 parametri radiologici di riferimento, fra O-FEES e VFSS, è stata determinata alla cieca tra due giudici. La concordanza inter-individuale tra i due giudici, per i punteggi di O-FEES e della VFSS è stata determinata con il Single score intra-class correlation coefficient (ICC). Le differenze FEES e O-FEES tra le risposte per ogni domanda e tra tutte le domande considerate, sono risultate statisticamente significative (rm-ANOVA; F-statistica p < 0,001). La concordanza inter-individuale fra la valutazione endoscopica e radiologiche tra i due valutatori, ha mostrato una forte correlazione intra-classe (ICC) (intervallo di confidenza al 95%): 0,875 (0,373-0,979) e 0,921 (0,542-0,986) rispettivamente. Il test di Bland-Altman suggerisce che le due metodiche producono risultati analoghi. Nella pratica clinica e confrontata con la FEES, l’O-FEES è una procedura tollerata e sicura. Rispetto al gold standard radiologico, l’O-FEES offre informazioni affidabili sulla preparazione e propulsione orale del bolo.
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Presutti, Michelle, Giorgio Soro, Giulia Cnapich y Sara Giordano. "SENSEMAKING E CURA DEL DIABETE: MAPPE COGNITIVE DI MEDICI E PAZIENTI A CONFRONTO". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n.º 1 (25 de junio de 2016): 323. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.262.

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Karl Weick, esponente del cognitivismo costruttivista, considera il sensemaking come un insieme di processi cognitivi in continua costruzione, a posteriori, di significati e di senso della realtà in cui viviamo.Il sensemaking è un processo continuo di creazione di senso quotidiano: le persone percepiscono selettivamente le informazioni su sé stessi e sull’ambiente in cui vivono, tali informazioni vengono elaborate cognitivamente attraverso un processo di selezione e ritenzione in memoria delle mappe cognitive costruite.Pertanto il sensemaking costituisce un’appropriata chiave di lettura dei fenomeni comportamentali in cui sono in gioco le rappresentazioni di un problema, soprattutto quando è di estrema necessità trovare punti di contatto in merito ai rapporti causali tra gli elementi che costituiscono le diverse mappe cognitive degli individui che ne prendono parte. L’analisi delle mappe cognitive può essere utile soprattutto al fine di individuare e condividere con maggiore chiarezza quali potrebbero essere le strade per un corretto ed efficace intervento risolutivo o di trattamento del problema.Dare senso alla malattia significa, sia per il medico che per il paziente, organizzare una mappa cognitiva (connessioni causali di elementi di significato) della realtà (della malattia) in un processo continuo di esperienza.Un flusso continuo che a partire da una percezione soggettivamente selettiva degli elementi disponibili (conoscenze, esperienze, eventi,etc.), organizza tali elementi in una mappa e li traduce in uno schema operativo di comportamento. Secondo Weick la realtà individuale si costruisce, mentre l’ambiente, il contesto, sono costruiti a priori.Le mappe cognitive che gli individui costruiscono influenzeranno le successive esperienze che si troveranno a dover fronteggiare nell’ambito dello stesso problema, in questo caso inerenti alla malattia diabetica.L’utilizzo del sensemaking applicato all’analisi dei processi di cura, pertanto, può diventare utile in particolare nei contesti di trattamento in cui la compliance e l’aderenza alle cure costituisce un fattore determinante nella gestione della patologia cronica, che prevede un modello di rapporto medico- paziente protratto nel tempo e centrato sulla possibilità di confronto rispetto alle modalità di cura e riuscita della stessa.La ricerca si è proposta pertanto di indagare attarverso la somminisrazione di interviste a medici e pazienti e attarverso al successiva analisi del testo e delle ricorrenze lingusitiche elaborate attraverso appositi software di ricostruire e mettere a confronto le rispettive mappe cognitive che stanno alla base delle rappresentazioni della malattia e della sua gestione e quindi dei comportamenti conseguenti di chi cura e di chi è curato.
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Caporale, Cinzia y Roberta Martina Zagarella. "L’argomentazione medico-paziente: il problema della comunicazione dal punto di vista retorico e bioetico". Medicina e Morale 69, n.º 2 (21 de julio de 2020): 139–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.612.

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Nell’epoca del post-paternalismo medico, la comunicazione medico-paziente è divenuta oggetto di studio in ambiti disciplinari molto diversi tra loro. In generale, però, tali ricerche sottendono una visione del linguaggio che presenta alcuni problemi sia da un punto di vista teorico sia bioetico. A partire da tale considerazione preliminare, il testo propone, in una prima parte, di analizzare l’interazione discorsiva medico-paziente nel contesto degli studi di filosofia del linguaggio, discutendo in particolare tre false credenze diffuse sulla comunicazione (linguaggio come strumento; modello postale della comunicazione; pregiudizio nei confronti della persuasione). Sgombrato il campo dai pregiudizi sul linguaggio, nella seconda parte il testo mette a confronto due diversi modelli dell’argomentazione (pragma-dialettica e retorica), sostenendo la particolare fecondità dell’intreccio tra retorica e bioetica nella descrizione dell’interazione discorsiva medico-paziente.
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Zincone, Giovanna. "DUE VIE ALLA CITTADINANZA: IL MODELLO SOCIETARIO E IL MODELLO STATALISTA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 2 (agosto de 1989): 223–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012922.

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IntroduzioneQuando vogliamo classificare i sistemi politici democratici e li osserviamo in un ottica comparata, tendiamo spesso a sottovalutare quei tratti che più specificamente determinano condizioni di vita diverse per i loro cittadini. Guardiamo, ad esempio, più spesso alla configurazione degli organi decisionali, ai modelli di competizione e di alleanza tra le élites; mentre ci capita meno spesso di utilizzare come criterio di classificazione la possibilità, che può avere un individuo qualunque, di influenzare le decisioni pubbliche. Anche le ricerche sulla partecipazione, che dovrebbero studiare la politica dal punto di vista dei governati, osservano di solito i comportamenti di fatto e le variabili socioeconomiche di tali comportamenti, mentre trascurano i caratteri del sistema. E anche quando se ne occupano, individuano le condizioni giuridiche che permettono o incentivano gli atti di partecipazione (quali ad esempio l'estensione del suffragio, da una parte, o il voto obbligatorio dall'altra), ma non si preoccupano di quei profili delle istituzioni che rendono tali atti di partecipazione efficaci (ad esempio, il ruolo più o meno cruciale degli organismi elettivi rispetto ad altre arene decisionali).
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Sara Mori, Elettra Morini y Francesca Storai. "Cambiare la scuola: l’innovazione dal punto di vista degli studenti". IUL Research 1, n.º 1 (24 de julio de 2020): 37–60. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.24.

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Il ripensamento del modello di insegnamento-apprendimento è uno dei temi al centro del dibattito sull’innovazione della scuola. Il Movimento Avanguardie Educative raccoglie scuole da tutto il territorio nazionale che condividono sperimentazioni basate su un modello in cui lo studente è al centro del proprio percorso formativo, un modello capace di promuovere un apprendimento significativo. La ricerca intende indagare come queste scuole abbiano interpretato il concetto di innovazione scolastica e, in particolare, il presente contributo si focalizza sui risultati del questionario e dei test psicometrici somministrati a 1880 studenti di 52 scuole che partecipano al Movimento da almeno due anni. I risultati evidenziano un’associazione positiva tra il livello di innovazione percepita dagli studenti e la soddisfazione per il funzionamento della scuola. Gli studenti che ottengono alti punteggi su queste dimensioni hanno risultati elevati anche nei test che indagano la soddisfazione per la propria esperienza di studente e l’organizzazione dello studio.
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Staiano, Maria y Pietro Grimaldi. "Un caso clinico di ansia sociale". QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 51 (enero de 2023): 105–28. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15184.

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In questo articolo viene presentato il caso clinico di Monica, una donna di 32 anni che richiede una psicoterapia per un Disturbo di ansia sociale che sta mettendo a rischio il suo nuovo lavoro. L'ansia sociale &egrave; definita come una sindrome cognitivo-affettiva contraddistinta da apprensione e intensa paura che si manifesta in situazioni sociali in cui la persona &egrave; sottoposta alla valutazione oppure allo sguardo degli altri (Grimaldi, 2008; Leary &amp;amp; Kowalski, 1995). Gli approcci cognitivisti hanno studiato e approfondito le tematiche dell'ansia sociale, con la formulazione di diverse teorie e modelli (Beck &amp;amp; Emery, 1985; Clark &amp;amp; Wells, 1995; Hofmann, 2007; Moscovitch, 2009; Orazi &amp;amp; Mancini, 2011; Rapee &amp;amp; Heimberg, 1997; Rapee, 2010; Schlenker &amp;amp; Leary, 1982b; Stopa, 2009). A partire da questi modelli, sono stati implementati trattamenti efficaci per l'ansia sociale, tra cui i protocolli di trattamento della terapia cognitivo-comportamentale che sono ad oggi i pi&ugrave; validati e statisticamente pi&ugrave; efficaci. Tuttavia, questi modelli si focalizzano sui meccanismi di mantenimento, senza indicare come essi potrebbero svilupparsi, n&eacute; specificare una base eziologica del disturbo (Wong et al., 2017), con ripercussioni sull'impostazione del trattamento. Il caso di Monica viene di seguito formulato facendo riferimento al Modello Cognitivo Integrato (Grimaldi, 2019) basato appunto sull'integrazione di modelli e ricerche provenienti da diversi ambiti al fine di costruire un modello psicopatologico che spieghi lo sviluppo e il mantenimento dei vari disturbi d'ansia sociale, e sulla base del quale mettere a punto un intervento terapeutico maggiormente efficace.
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Mori, Luca. "L'apprendimento e le sue triangolazioni. Un modello e un punto di vista filosofico". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 13 (febrero de 2010): 133–57. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013010.

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Come nell'immagine "Mani che disegnano" di Escher, in cui Varela trovň un esempio della circolaritŕ che ci permette di evolvere, chi apprende "ridisegna" il proprio punto di vista e le proprie relazioni: con esempi ricavati dalla storia della filosofia, l'articolo propone la nozione di "triangolazione" per descrivere il processo di apprendimento quando un soggetto (gruppo, organizzazione) si trova alle prese con "figure ambigue" o "figure-rebus" che generano ansia e conflitto, sfidano il "sense-making".
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Lorenzi, F. "Breve Storia del Metodo Gemellare 2 - Le Attuali Formulazioni del Metodo". Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 47, n.º 1 (enero de 1998): 57–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000000386.

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Il termine LISREL e l'acronimo di LInear Structural RELationship ed è nato inizialmente come nome di un software messo a punto dallo svedese Karl Joreskog e dai suoi collaboratori nei primi anni '70 per stimare, col metodo della massima verosimiglianza, i coefficienti strutturali dei modelli basati su sistemi di equazioni strutturali.Tali modelli, nella elaborazione tramite il LISREL, rappresentano la sistemazione logica, prima ancora che statistica o computeristica, di tecniche di analisi multivariata le cui prime proposte risalgono all'ininzio del secolo; riconducendo ad un unico modello che ne costituisce una geniale sintesi, approcci ed itinerari scientifici fino ad allora distinti e non comunicanti, quali l'analisi fattoriale, i modelli causali e i modelli di misurazione. In particolare rappresentano in questo momento la più completa e sistematica risposta al problema di operazionalizzare in termini di ricerca e di verifica empirica, nel campo delle scienze sociali, la controversa, ma non per questo meno fondamentale, nozione di causalità. Essi sono quindi la reinterpretazione, sistemazione e soprattutto generalizzazione di quelli che negli anni '60 venivano chiamati i modelli causali e che nella prima metà degli anni '70 avevano conosciuto una notevole popolarità fra i sociologi soprattutto attraverso la tecnica della path analysis.
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Chesi, Giuseppe y Fabrizio Boni. "Ospedali e modelli organizzativi per intensità di cure: il punto di vista dell’internista". Italian Journal of Medicine 6, n.º 1 (marzo de 2012): 63–71. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2011.04.008.

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Sinopoli, Franca. "Recenti modelli di transnazionalismo nella cultura e letteratura contemporanee dal punto di vista comparatistico". ENTHYMEMA, n.º 28 (2 de enero de 2022): 231–39. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/16852.

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L’articolo propone una riflessione intorno alla categoria di “transnazionalismo”, di derivazione storica e sociologica, al fine di coglierne le opportunità di impiego nel campo della teoria della comparatistica letteraria. In particolare, sono chiamati in causa alcuni temi centrali della storia della disciplina, quali la “letteratura mondiale” e il “canone”, i quali alla luce della dimensione transnazionale – da non confondere con quella internazionale – si aprono a nuove declinazioni e ai mutati panorami letterari della contemporaneità.
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Moretti, Marco y Manuele Marsili. "Resilienza come apprendimento". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 2 (octubre de 2020): 58–82. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002004.

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L'articolo approfondisce il tema della resilienza da un punto di vista interdiscipli-nare, psico-socio-economico, secondo il paradigma sistemico. Dopo una prima distinzione fra la resilienza dei sistemi chiusi e aperti, si delineano due approcci alla resilienza: conservativo e trasformativo. Per mettere ordine tra i vari costrutti di resilienza ed evidenziare quali interrelazioni vi siano tra questi processi sono indagate le modalità di intervento adottate in risposta agli shock e i fattori protettivi che favoriscono la resilienza nonostante le vulnerabilità e, in particolare, il "senso di coerenza". Gli autori, quindi, propongono un modello positivo sistemico basato sull'apprendimento in cui sono delineati quattro livelli di resilienza, di cui quella conservativa e trasformativa sono considerate forme di apprendimento distinte. Viene inoltre individuato un livello superiore, e piuttosto raro, di resilienza trasmutativa o evoluzionaria. Questo modello si propone non solo di raccordare, organizzare e dare senso alle diverse declinazioni del concetto in esame, ma prevede an-che la possibilità di accedere a livelli superiori della scala di resilienza. Quanto pro-posto potrebbe rappresentare uno stimolo ad incentivare la rivalutazione e la riorganizzazione, da parte del policy maker, dei vigenti modelli di governance. A que-sto proposito gli autori ritengono necessarie ulteriori ricerche, in particolare: appro-fondire le diverse modalità di accesso dai livelli inferiori a quelli superiori di resi-lienza, nonché le possibili declinazioni del modello proposto in modelli normativi. Dal momento che le sfide odierne si configurano sempre più come minacce di na-tura globale, esse impongono all'umanità un cambiamento epistemico e lo svilup-po di una resilienza che possa favorire un senso di identità comune basato sulla coscienza della comunità di destino umana.
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Terese Sanci. "Analisi progettuale di politiche nazionali concorrenti dal punto di vista del federalismo". International Journal of Science and Society 4, n.º 4 (18 de noviembre de 2022): 337–45. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.579.

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Il documento propone un approccio per analizzare la congruenza del disegno di una politica nazionale concorrente con il federalismo. Oltre alla teoria federale, due elementi fondamentali per questa analisi sono la struttura e le categorie di funzionamento. Il primo si riferisce alla struttura formale di un sistema federale e il secondo al suo previsto funzionamento come federalismo. Tale comprensione consente di identificare i tratti distintivi del disegno di politiche nazionali concorrenti in un sistema federale e di costruire un modello di analisi chiamato prospettiva federalista. La tesi argomentata è che in un sistema federale gli enti federati, in quanto parti riconosciute di esso, possono partecipare di diritto al disegno di politiche nazionali concorrenti. Questa partecipazione è fondamentale per definirli federali.
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Walsh, Froma. "Un modello di resilienza familiare per la prevenzione e l'intervento". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2010): 97–108. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001007.

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Questo lavoro presenta una rapida sintesi del modello di resilienza familiare, fondato sulla ricerca e messo a punto per la pratica clinica di comunitŕ con le famiglie che si trovano di fronte a situazioni critiche. Tale approccio basato sulla collaborazione e sulle risorse č particolarmente utile nelle seguenti circostanze: la ripresa dalle crisi, dai traumi e dalle perdite; l'attraversamento di problematiche fasi di transizione; il trattamento di condizioni croniche disturbanti a livelli multipli; l'adattamento effi cace a nuove circostanze di vita.
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Cusinato, Augusto. "La pianificazione del territorio nell'epoca della conoscenza. Il punto di vista di un economista". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 103 (julio de 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-103002.

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Il paper esamina se, nel passaggio alla società della conoscenza, esistono le condizioni per un recupero di legittimazione sociale da parte della pianificazione urbana e territoriale: condizioni che consistono nella convergenza tra le istanze etiche proprie di ogni intervento regolatore e il gioco degli interessi inerente al modello di sviluppo in atto. L'esame indica che vi è spazio per il formarsi di tale convergenza, considerato il carattere specificatamente locale dei processi dialogici di formazione della conoscenza che stanno alla base della creatività e dell'innovazione.
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Giudici, Diana, Catherine Dezio, Ettore Donadoni y Anna Fera. "Un modello di ripartenza post Covid per i territori fragili di montagna. Il caso di twin". TERRITORIO, n.º 97 (febrero de 2022): 102–12. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12933.

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La recente pandemia ha riportato i territori montani al centro dei dibattiti politici e accademici, fornendo un'importante occasione per pensare a un progetto di ripartenza. Con la prospettiva di valorizzare il potenziale montano, il turismo post-Covid pu&ograve; farsi promotore di una rigenerazione complessiva, di luoghi e comunit&agrave;. In quest'ottica il binomio turismo lento su linea (sentieri, cammini e ciclabili) e inclusione sociale pu&ograve; diventare un'opportunit&agrave; per una strategia unitaria di rilancio dei territori. Per esplorare questa possibilit&agrave; vieneanalizzato il caso del progetto Trekking Walking Cycling for Inclusion (TWIN), un modello replicabile, pensato per trasformare le fragilit&agrave; in punto di forza.
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Miotto Altomare, Gianni y Martino Beltrani. "La scuola dell’infanzia nel canton Ticino: sviluppi storici et modelli pedagogici". Swiss Journal of Educational Research 25, n.º 2 (1 de septiembre de 2003): 211–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.25.2.4661.

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Dopo aver attraversato nel suo sviluppo storico tutti i diversi modelli che hanno accompagnato l’evoluzione delle strutture pedagogiche destinate alla seconda infanzia (l’asilo infantile, il Kindergarten, la Casa dei bambini montessoriana, la scuola materna), l’educazione prescolastica del Cantone Ticino, negli ultimi decenni, si è progressivamente avvicinata a una nuova visione del proprio compito educativo che ha poi assunto forma compiuta negli Orientamenti programmatici del 2000 che dettano i principi generali di quella che si è voluta denominare Scuola dell’infanzia.Si tratta di una visione dell’educazione del bambino contrassegnata da un organico itinerario di apprendimento che tenta di armonizzare i tratti caratterizzanti più positivi dei precedenti modelli per fornire risposte idonee ai bisogni di crescita del bambino nei diversi ambiti educativi della corporeità, della comunicazione verbale e non verbale, della vita affettiva e della sfera cognitiva. Partendo da alcune domande-chiave l’articolo ricostruisce i diversi passaggi attraverso i quali ha preso forma l’attuale struttura dell’educazione infantile per la fa-scia di età dai tre ai sei anni. Vengono pertanto esaminati i punti di forza e i meriti, mettendone, nel contempo, in evidenza i risvolti problematici su cui, alla ricerca di un migliore assetto, vale la pena di chinarsi ancora a riflettere. I punti specifici di osservazione qui assunti concernono la capacità di rispondere ai bisogni del bambino, il rapporto in cui la scuola dell’infanzia sa porsi rispetto alle richieste sociali, le coordinate pedagogiche di riferimento, la capacità istituzionale di porre il corpo docente in sintonia con i traguardi educativi che esso è chiamato a realizzare, la continuità educativa tra la scuola dell’infanzia e la scuola elementare.
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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, Giuseppe Ferrucci, Andrea Lombardi, Armando Genovese, Antonietta Pacifico, Giuseppina Moccia, Francesco De Caro y Vincenzo De Paola. "Modello di presa in carico del paziente oncologico in Pronto Soccorso". La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, n.º 2 (25 de julio de 2021): 57–68. http://dx.doi.org/10.48268/cancerpatient/2021/0001.2.

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L’obiettivo del progetto consiste nella messa a punto di un modello operativo di valutazione congiunta (Specialista del Pronto Soccorso, Specialista Oncologo/Ematologo, Specialista in Terapie Palliative) del paziente oncologico/ematologico che giunga in PS. Attraverso tale valutazione polispecialistica precoce ci proponiamo d’individuare il percorso assistenziale più adeguato per il paziente oncologico ed oncoematologico ricoverato in Pronto Soccorso, percorso che potrà contemplare sia il ricovero in ambito specialistico specifico onco-ematologico che quello in ambito specialistico di altro genere (es. Medicina Interna, Cardiologia, Chirurgia, etc.) o indirizzarlo ad un’assistenza di tipo squisitamente palliativo (Hospice/Assistenza Domiciliare Integrata territoriale) o di degenza riabilitativa a media-intensità di cura di medio/lungo periodo presso il PO “G. Da Procida” della AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.
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De Vivo, Paola y Ornella Fasano. "Diseguaglianza sociale e povertà educativa: un modello di intervento". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 81–90. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001008.

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L'articolo analizza il tema delle diseguaglianze sociali concentrandosi sul fenomeno della povertà educativa. La prima parte si pone come obiettivo di approfondire l'argomento dal punto di vista concettuale, indagandone prima la sfera definitoria, poi le misure d'intervento sul piano nazionale e sociale, soffermandosi inoltre sull'attivazione delle reti comunitarie nel-la lotta alla povertà educativa a partire dall'istituzione di un Fondo governativo rivolto al suo contrasto. Nella seconda parte si indaga su uno studio di caso che riguarda, nello specifico, l'analisi delle attività e i risultati ottenuti nell'ambito del progetto «Le 4C: Connessione, Cre-scita inclusiva, Cura, Capitale umano», che si sta realizzando in un comune dell'hinterland napoletano. Ciò che emerge è che la rete che si è costruita tra i partner e territorialmente ha innalzato i livelli di coordinamento tra tutti gli agenti educativi, facilitando i processi di inclusione, favorendo una cultura del benessere del minore e rafforzando allo stesso tempo il ruo-lo genitoriale.
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Creaco, Salvo. "Some Notes on Coproduction*". Journal of Public Finance and Public Choice 6, n.º 1 (1 de abril de 1988): 33–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344479.

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Abstract L’analisi delle funzioni pubbliche dal punto di vista dell’appropriata allocazione giurisdizionale è stata svolta sinora soprattutto dal punto di vista economico e politico.Questo scritto considera la partecipazione politica da un particolare punto di vista economico, poichè include nella categoria della partecipazione le diverse strategic usate dall’individuo nell’esecuzione di programmi pubblici. La principale ipotesi è che I’individuo influi sui contenuti di molti beni e servizi pubblici attraverso la sua diretta partecipazione.L’applicazione del modello di comportamento della Public Choice dimostra che la co-produzione raggiunge risultati positivi con riferimento alle attività pubbliche locali.
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Lovaste, Raffaele. "La valutazione di efficacia dei trattamenti delle dipendenze patologiche da un punto di vista manageriale: il modello del Ser.D. di Trento". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 3 (noviembre de 2014): 76–87. http://dx.doi.org/10.3280/siss2014-003006.

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Manzano, Juan. "Lo stato attuale della psichiatria dell'adolescente: un punto di vista". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (julio de 2010): 51–59. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002005.

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Le classificazioni internazionali si sono rivelate particolarmente inoperanti e la ricerca neurobiologica non ha fatto veri progressi sull'eziologia dei disturbi mentali; nella genetica si č attualmente imposto il concetto di interazione geni-ambiente. In compenso, i progressi generali in neuro_ siologia (la plasticitŕ cerebrale, i circuiti della memoria, i neuroni specchio) e gli studi empirici sulle competenze precoci del neonato hanno confermato concetti patogenetici derivati dalla clinica psicodinamica. Si tratta del campo della salute mentale ad indirizzo relazionale, nel cui ambito l'autore propone qui un modello relazionale dello sviluppo normale e patologico, che permetta un approccio preventivo e terapie - basate sulla relazione personale - la cui efficacia č stata dimostrata. I disturbi di personalitŕ dell'adolescente sono considerati come i disturbi piů frequenti e con una ricaduta piů importante per i servizi. Vengono in fine analizzati alcuni fattori sociali attuali e fatte alcune considerazioni principali e urgenti sull'organizzazione dei servizi.
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Costarelli, Igor. "Edilizia sociale e nuovi modelli di gestione inclusiva: selettività e responsabilizzazione". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 125 (agosto de 2021): 133–55. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125008.

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Il saggio prende in esame un nuovo modello di inclusione abitativa sperimentato in un progetto di edilizia sociale nei Paesi Bassi. Il progetto prevede un mix sociale fra giovani olandesi e giovani titolari di protezione internazionale e l'autogestione di tutti i servizi abitativi da parte degli stessi inquilini. Il saggio presenta e discute gli aspetti più innovativi di questo modello dal punto di vista dell'organizzazione che lo ha promosso e degli inquilini che fanno parte del progetto.
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