Literatura académica sobre el tema "Modello di punti"

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Artículos de revistas sobre el tema "Modello di punti"

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Caffi, Claudia. "La mitigazione: tappe di un itinerario di ricerca". Normas 7, n.º 1 (23 de junio de 2017): 4. http://dx.doi.org/10.7203/normas.7.10421.

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In questo articolo richiamerò i punti salienti del modello linguistico pragmatico integrato che ruota intorno al concetto multilivellare e multidimensionale di «mitigazione» (Caffi 2001, 2007) focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti che sono stati lasciati in ombra o che, pur ribaditi in diverse sedi, non sono stati sufficientemente intesi, e aggiornandoli alla luce delle mie ricerche più recenti. Di un lungo percorso, con diverse digressioni e ritorni, riassumerò in forma distillata alcune tappe fondamentali per accennare infine ad alcune prossime tappe. Più specificatamente, il presente contributo si articola in tre parti che hanno i seguenti scopi: richiamare alcune definizioni, punti chiave e sfondi teorici alla base del mio modello. Con un’operazione selettiva molto drastica, metterò in risalto i concetti che ritengo fondamentali;richiamare il criterio euristico alla base delle tipologie formali e funzionali proposte in Caffi (2001, 2007); accennare all’estensione delle applicazioni del modello, in diamesia e diafasia, a un genere particolare di testo scritto, il testo scientifico di ricerca biomedica.
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Palazzani, Laura. "La legge italiana sulla “procreazione medicalmente assistita”: una rilettura biogiuridica". Medicina e Morale 53, n.º 1 (28 de febrero de 2004): 77–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.654.

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L’articolo analizza la recente legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) dal punto di vista del rapporto tra bioetica e diritto, soffermandosi in particolare sulla discussione dei diversi e contrapposti paradigmi biogiuridici ossia sui modi di concepire l’intervento e la funzione del diritto, in senso legislativo, nell’ambito della bioetica (il modello “neutrale o liberale” e il modello “etico minimo o della giustizia”). Il lavoro analizza in modo critico (dal punto di vista della filosofia del diritto) i principali argomenti della legge (la soggettività del nascituro e il ruolo della famiglia) al fine di mettere in evidenza i punti rispondenti e gli elementi non rispondenti al significato del diritto secondo giustizia.
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Long, Joëlle. "La tutela volontaria di minori stranieri non accompagnati: punti di forza e criticità di un nuovo modello". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (enero de 2022): 181–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002016.

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Resumen
Nel 2017 l'Italia ha introdotto la tutela volontaria come uno dei principali strumenti per la protezione e promozione dei diritti dei minorenni stranieri non accompagnati. Questo progetto legale e culturale si sta rivelando centrale per l'inclusione sociale di molti minori, ma incontra alcune difficoltà attuative. Muovendo dall'esperienza di oltre tre anni di formazione e sostegno ai tutori volontari, il presente contributo riflette sui punti di forza e sulle criticità del modello e identifica possibili strategie di miglioramento.
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Ferro, Antonino. "Pensiero onirico e teoria del campo". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (marzo de 2010): 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001004.

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Resumen
L'Autore, attraverso delle vignette cliniche, descrive i punti chiave del proprio modello clinico e traccia il suo modello di mente: "thinking-feeling-dreaming". Il concetto di campo analitico, come vero e proprio luogo d'incontro emotivo e di trasformazione psichica, cosě come il pensiero onirico della veglia, si collocano al centro del lavoro analitico. Secondo l'Autore, il campo accoglie e genera quelle turbolenze protoemotive che le funzioni alfa del campo alfabetizzano di continuo; il lavoro del campo consente poi lo sviluppo degli apparati per sognare, sentire e pensare. In questa prospettiva, una narrazione clinica con un alto grado di insaturitŕ risulta essenziale per favorire il moltiplicarsi dei punti di vista, cosicché il campo analitico possa diventare matrice di storie possibili. In questo modo l'"impensabile" diventa una storia condivisa, attraverso una serie di passaggi emotivi che permettono di nominare ciň che il paziente non ha potuto fin lě rappresentare.
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Kashani, Neda Alizadeh. "Le regole del gioco narrativo di Umberto Eco: La lettura dei romanzi di Eco alla luce di Sei passeggiate nei boschi narrativi". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 56, n.º 1 (26 de noviembre de 2021): 108–23. http://dx.doi.org/10.1177/00145858211057051.

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Resumen
Questo articolo è una lettura dei sette romanzi di Umberto Eco da Il nome della rosa (1980) al Numero zero (2015) alla luce delle sei conferenze che ha tenuto alla Harvard University (1992–1993), pubblicate col titolo Sei passeggiate nei boschi narrativi. È un tentativo di trovare la chiave di lettura dei suoi romanzi e le regole del gioco narrativo che nella veste dell’“autore modello” ci pone. Eco, non solo con i suoi romanzi, ma anche con le sue opere di saggistica ci mette in gioco, ci trascina in un labirinto e ci procura dei segnali per guidarci. Eco ha tenuto sei conferenze e ha scritto sette romanzi; ogni conferenza parla di un punto cardine della narrazione e ogni romanzo è una dimostrazione di quel punto. Questo articolo è una rilettura delle sue opere narrative considerando i sei punti cardinali della narrazione da lui definiti: l’autore e il lettore modello, l’intreccio, l’indugio, la fiducia tra l’autore e il lettore, l’enciclopedia richiesta dal testo e la finzione narrativa. Come sostiene Eco, soltanto scoprendo le regole del gioco del labirinto e il sistema creato dal suo autore, ovvero la sua strategia, possiamo scoprire il senso vero di un’opera letteraria.
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Fucek, Ivan. "Pornografia nei mass-media. In margine a un recente documento del Magistero cattolico". Medicina e Morale 39, n.º 2 (30 de abril de 1990): 265–300. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1182.

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L'autore affronta il problema della pornografia e violenza nei mezzi di comunicazione, riferendosi in particolare a un recente documento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali della Chiesa Cattolica. Dall'esame, accuratamente fatto con metodo induttivo, emergono parecchi elementi paradigmatici, che vengono gradualmente organizzati in tre punti: 1. Verso un modello etico (intuendo il problema nel vasto contesto storico, nella mentalità conflittuale di oggi, nel segnale d'allarme espresso dal documento); 2. Modelli etici non appropriati ovvero indirettamente rifiutati (funzionalità ottimale, tolleranza e legislazione, conformismo e soddisfazione, rinuncia o autolimitazione); 3. Modelli etici consigliabili, che sottolineano l'importanza del principio del dialogo e di due criteri, cioè del bene personale e del bene comune.
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Gieniusz, Andrzej. "La discussione attuale sul Gesù storico: problemi e criteri". Ruch Biblijny i Liturgiczny 68, n.º 2 (30 de junio de 2015): 137. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.15.

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Resumen
L’articolo presenta il passagio dalla tradizionale difesa del valore storico dei vangeli (che ha seguito il modello di un processo giudiziario in cui l’affidabilità dei testimoni e il carattere oculare della loro testimnianza dovevano essere dimostrati) alla discussione contemporanea che per circa cinquanta ultimi anni ha sviluppato e raffinato i criteri di affidabilità storica, al fine di procedere ad esaminare ogni singolo testo evangelico su queste basi. Il suo contributo espone sia i punti forti che i punti deboli dei quattro criteri che finiscono per essere i più spendibili e produrre i risultati più accurati: i criteri di doppia dissomiglianza, di molteplice attestazione, di coerenza e di plausibilità storica o spiegazione sufficiente.
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Prilleltensky, Isaac y Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Elisabetta Mughini. "Il Movimento di Avanguardie Educative: un modello per la governance dell’innovazione della scuola." IUL Research 1, n.º 1 (24 de julio de 2020): 24–36. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.36.

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Nel presentare l’impianto teorico alla base del Movimento di Avanguardie educative, il progetto di ricerca avviato da Indire insieme a 22 Scuole italiane fondatrici, si ripercorrono le principali fasi di strutturazione ed evoluzione del sistema di governance della Rete, evidenziandone i punti di forza e quelli di debolezza nel percorso di messa a sistema dell’innovazione educativa tra gli aderenti. Il sistema a rete non gerarchico e flessibile adottato dal Movimento consente agli attori di acquisire conoscenze ed esperienze condivise aumentando la loro capacità d’implementazione di soluzioni innovative per la trasformazione del modello trasmissivo di scuola.
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Ruffa, Brunella y Massimo Miglioretti. "Progettare la promozione della salute all'interno del Servizio Sanitario Nazionale: criticitŕ e punti di forza di un'esperienza ispirata al Modello Precede-Proceed". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (mayo de 2011): 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001009.

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Obiettivo di questo lavoro č illustrare la progettazione di piani di promozione della salute, all'interno di un Dipartimento per le dipendenze, utilizzando e ispirandosi al Modello teorico. Dalla dialettica tra prassi operativa e riferimenti teorici č scaturita una riflessione circa i limiti e le potenzialitŕ dell'applicazione del modello e le criticitŕ del lavoro nei servizi. Rigiditŕ, autoreferenzialitŕ, divergenze sono alcuni dei nodi critici che emergeranno da questo confronto. L'esperienza mostra comunque aspetti di innovazione e sviluppo per la progettazione di interventi di promozione della salute in direzione di una maggiore coerenza, efficacia e confrontabilitŕ.
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Tesis sobre el tema "Modello di punti"

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D'Izzia, Salvatore. "stabilita' delle soluzioni di equazioni differenziali e dinamica delle popolazioni". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Il contenuto della tesi consiste in definizioni di stabilità nel senso di Lyapunov, classificazione dei punti di equilibrio per sistemi differenziali lineari nel piano, criteri per determinare la stabilità dei punti di equilibrio per sistemi differenziali non necessariamente lineari ed infine si passa all'aspetto applicativo dei risultati esposti.
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Cozzolino, Emilia. "Modelli Matematici per l’Epidemiologia". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22182/.

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L'elaborato di tesi si occupa di due modelli deterministici essenziali per l'Epidemiologia. Dopo aver introdotto alcuni preliminari di teoria delle equazioni differenziali, si studia il modello SIR nelle varianti epidemica ed endemica: la formulazione delle equazioni, i punti di equilibrio e l'andamento della soluzione. Un approccio analogo è rivolto al modello SEIR di tipo endemico. Infine, si propone un modello deterministico per la pandemia da SARS-CoV-2: se ne descrivono le equazioni e si accenna all'andamento della soluzione numerica.
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Lusuardi, Alice. "Modelli matematici per lo studio di popolazioni interagenti in un ecosistema". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13547/.

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La tesi tratta di alcuni modelli matematici che descrivono l’andamento di una popolazione e l’interazione tra due specie in un ecosistema. Dopo una prima esposizione di alcuni concetti teorici necessari alla comprensione degli argomenti trattati, un primo modello presentato è quello di Malthus. Esso descrive la crescita esponenziale o la decrescita esponenziale di una popolazione. In seguito si è studiato un perfezionamento del modello precedente, il modello logistico, che tiene conto delle risorse ambientali e secondo il quale una popolazione, ad un certo punto, raggiunge una situazione di equilibrio. Infine è stato descritto il modello preda-predatore sulla base delle equazioni di Lotka-Volterra, che spiega l’andamento di due specie interagenti tra loro in un ecosistema. Attraverso questo modello si è arrivati alla conclusione che, ad un picco della numerosità delle prede, segue un picco della numerosità dei predatori.
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Tiraferri, Matteo. "Georeferenziazione e rilievo tridimensionale di beni culturali in sotterraneo: gli Ipogei di Santarcangelo di Romagna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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All’interno del patrimonio nazionale dei Beni Culturali, si inserisce la categoria delle strutture ipogee, numerosissime nel territorio italiano: ne sono un esempio i percorsi ipogei presenti a Santarcangelo di Romagna, oggetto della presente tesi. Le moderne tecniche geomatiche di rilievo tridimensionale, specialmente se integrate tra loro, offrono valide e molteplici soluzioni per la documentazione dello stato di fatto di tali ambienti sotterranei. La sperimentazione condotta nell’ambito della presente tesi di laurea ha previsto l’esecuzione di una rete topografica di precisione e l’impiego della tecnica laser a scansione terrestre, per il rilievo 3D e la georeferenziazione di una porzione del complesso ipogeo della città di Santarcangelo di Romagna. I dati di rilievo acquisiti (misure topografiche e modello 3D a nuvola di punti) e gli elaborati grafici a valenza metrica ottenuti sono funzionali ad eventuali attività di monitoraggio e restauro delle cavità ipogee. Nella conclusione della tesi vengono prospettate possibili soluzioni per estendere in futuro l’implementazione del rilievo all’intero complesso ipogeo, adottando le più moderne tecnologie di mobile mapping.
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Fantini, Mattia. "Scan2BIM: processi e metodologie per il rilievo digitale e la restituzione parametrica e semantica della Rocca di Reggiolo in modello BIM". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13574/.

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Questo lavoro di tesi propone lo studio, tramite i metodi della modellazione digitale e del rilievo, della Rocca medievale di Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia. Dopo un’analisi dettagliata dello stato dell’arte, con lo studio dei testi di riferimento per le discipline coinvolte nel lavoro (rilievo fotogrammetrico e mediante laser scanning terrestre, modellazione parametrica BIM e rappresentazione digitale di beni artistici e monumentali), si è svolto il rilievo digitale ad alta risoluzione. L’acquisizione informativa geometrica dello stato attuale del monumento è stata realizzata tramite strumenti attivi e passivi, oltre che mediante consultazione di elaborati grafici tradizionali. La parte più corposa riguarda l’elaborazione successiva delle informazioni, raccolte in modelli progettati per ospitare contenuti, non sola geometrici ma anche materici. Le nuvole di punti raccolte e registrate con il rilievo sono state rielaborate parametricamente per giungere alla produzione di astrazioni architettoniche digitali dalle proprietà semantiche (BIM-fitting), aggregate secondo regole specifiche per valutare come proporzione e grammatica siano state interpretate nella realizzazione dell’opera. Anche le difformità con i disegni originali sono state considerate nel raggiungimento dell’obiettivo finale: la costruzione di un modello conoscitivo regolato da parametri e integrato da informazioni pertinenti lo stato di conservazione del monumento. Il modello finale, ma prima ancora il processo metodologico seguito per generarlo, possono garantire una documentazione completa e analitica delle condizioni nelle quali si trova l’edificio storico, anche in funzione di future operazioni di restauro, recupero, manutenzione o salvaguardia. Il lavoro di tesi, si inserisce nell’ambito della ricerca applicativa che riguarda l’adozione di criteri di Building Information Modeling e restituzione digitale degli edifici, storico-monumentali, indagandone potenzialità e limiti attuali.
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Emiliani, Elisabetta. "Rilievi digitali e modelli 3D per la documentazione, l'analisi e il progetto di Palazzo Besta de' Gatti a Chiuro (So). Applicazioni ed esempi per il riuso come struttura ricettiva". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19126/.

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La tesi si basa sul rilievo digitale di Casa Besta De’ Gatti di Chiuro (SO) e sperimenta, mettendole a punto, alcune fra le possibili applicazioni del rilievo stesso e dei modelli tridimensionali che a partire da esso si costruiscono. Il rilievo è stato eseguito tramite laser scanner integrato da applicazioni di fotogrammetria digitale, procedura che consente di ottenere risultati più precisi e veloci rispetto alle tecniche tradizionali. Casa Besta De’ Gatti sorge su una dimora fortificata di origine medievale, con successive fondamentali modifiche fra i secoli XV e XVIII e numerosi rimaneggiamenti successivi per adeguare l’edificio alle esigenze delle diverse famiglie che lo abitarono. L’edificio così come lo vediamo oggi è solo una parte di un nucleo più vasto e complesso, che nel corso dei secoli è stato trasformato e diviso in varie proprietà. Il lavoro di rilievo ha consentito di ottenere il modello 3D dell’intero edificio, comprensivo degli spazi interni ed esterni, da cui sono stati ricavati gli elaborati 2D dello stato di fatto. In seguito, a partire dal materiale bidimensionale e tridimensionale, si è proceduto ad elaborare una proposta di riuso dell’edificio attraverso una restituzione 3D, includendo attività e funzioni che il comune di Chiuro ha interesse ad incentivare. A questo scopo è stato valutato il riuso dell’edificio come struttura ricettiva comprensiva di zona ristorazione e un’area benessere. L’obiettivo principale della proposta è quello di utilizzare il modello digitale ottenuto dal rilievo come base per la produzione di schemi tridimensionali distributivi delle varie attività e di viste realistiche. Per fare ciò gli elementi tridimensionali originali del palazzo ottenuti sono stati integrati con nuovi modelli elaborati mediante software di modellazione 3D, in una commistione tra caratteri originali e caratteri di nuova concezione.
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Hochstetter, Sarah. "Rilievi digitali e modelli 3D per la documentazione, l'analisi e il progetto di Palazzo Besta de' Gatti a Chiuro (So). Applicazioni ed esempi per il riuso come cantina vinicola". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19125/.

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Resumen
Il rilievo ha come fine ultimo quello di riprodurre l’oggetto studiato attraverso la rappresentazione grafica e costituisce la base per sviluppi, analisi e studi successivi. La rappresentazione, infatti, è il veicolo di comunicazione per eccellenza. Il modello digitale, frutto dell’operazione di rilievo, ha la funzione di presentare in forma solida tridimensionale quelle caratteristiche che nella loro rappresentazione bidimensionale non sempre risultano di chiara interpretazione da parte dei fruitori generici. In questo contesto si inserisce il rilievo tramite la tecnologia laser scanner del Palazzo Besta De’ Gatti a Chiuro (So). Attraverso la campagna di rilevamento e le successive fasi di elaborazione del materiale estrapolato, sono state ottenute delle restituzioni bi- e tridimensionali dell’edificio, che hanno permesso di leggere ed interpretare il palazzo, la sua composizione generale e i suoi singoli elementi costitutivi. Grazie alla possibilità di esplorare in maniera diretta in tempo reale il modello tridimensionale, risulta infatti molto più semplice l’analisi delle componenti del manufatto e della sua distribuzione spaziale e temporale. In una fase successiva, si è deciso di utilizzare il modello digitale per un’analisi funzionale in ambito progettuale, nonché per la produzione di schemi tridimensionali e viste renderizzate, con l’obiettivo di evidenziare la sua utilità all'interno di una proposta di riuso, includendo attività e funzioni che il comune di Chiuro ha interesse ad incentivare. La proposta prevede l’inserimento di una cantina vinicola, che si propone di far conoscere le tecniche di produzione e lavorazione del prodotto tipico per eccellenza della zona. Essa affida al modello tridimensionale e agli elaborati bidimensionali il compito di comunicare visivamente la sua distribuzione spaziale e l’impatto che avrebbe sul palazzo, in un incontro tra la preesistenza e il nuovo.
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Todeschi, Tiziano. "Analisi dei modelli di reazione diffusione". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16865/.

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L’obiettivo di questa tesi è dare una presentazione di come diversi fenomeni presenti nelle scienze naturali (fisica, chimica, biologia ecc...) possano essere modellizzati dai modelli matematici che si basano sull'equazione di reazione-diffusione. Tale equazione verrà studiata nei diversi casi in cui si presenterà sotto forma di problema di Cauchy, al variare del dominio (su tutto R o su aperti limitati) e al variare delle condizioni al contorno (Dirichlet o Neumann), mostrando nei casi più semplici una soluzione esplicita al problema, e nei casi più complessi un metodo punto fisso per dimostrare l’esistenza di una soluzione. Gli strumenti matematici che utilizzeremo sono quelli propri dell’analisi funzionale e la teoria delle equazioni alle derivate parziali.
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Zanetti, Stefano. "Downscaling della pioggia di punto attraverso modelli stocastici di precipitazione: Sviluppi teorici ed applicazioni". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426473.

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The identification of general relationships linking statistical properties of rainfall aggregated at different temporal and spatial scales possesses clear theoretical and practical relevance. A wide and recent literature has developed around downscaling techniques. These methods allow to estimate high resolution temporal series or precipitation fields on the basis of coarse resolution output obtained by numerical models. Nevertheless these methodologies concentrate on spatial downscaling, while relatively few attention is put on temporal downscaling of rainfall series, particularly hourly precipitation, that are of principal interest in the hydrological studies. Among other properties it is important to characterize the scale dependence of rainfall variability, which may, for many purposes, be summarized by its variance. Previous theoretical results are revised to characterize the connection of the temporal variance of rainfall to the scale of observation under the assumption of second-order stationarity. Here we present a new method for downscaling rainfall in time using theoretically-based estimates of rainfall variability at the hourly scales from daily statistics. In particular, we review non-scaling scale relations which imply a non-power-law form of the second order moment. The method is validated on a wide data set representative of different rainfall regimes and produces unbiased estimates of rainfall variance at the hourly scale when a power-law-tailed autocorrelation is used for the rainfall process. We then demonstrate how the downscaling method together with a Bartlett-Lewis rainfall stochastic model may be used to generate hourly rainfall sequences which reproduce the observed small-scale variability uniquely from daily statistics. Finally, we compare the results obtained by the application of our new downscaling method and by a commonly used approach, which assumes a power-law structure of the statistical moments. We show that non-scaling procedures outperform those based on power-law expressions of the statistical moments in the estimation of rainfall variability at the hourly scale on the basis of daily observations. Another important section presented in this work concerns long historical precipitation series. Daily rainfall observations in Padova (Italy) arguably constitute one of the longest observed rainfall time series in the world. Observations started in 1725 and were regularly annotated by the scientists who headed the Astronomic Observatory of Padova over more than two centuries. A patient work of data recovery from the original registries allowed the reconstruction of the entire precipitation time series, characterized by a very limited amount of missing data. Here we present some preliminary statistical analysis aimed at identifying the possible presence of trends, periodicities and characteristic scales, with particular attention to extreme events. The results indeed show the presence of trends in yearly amounts, average intensities, and extreme values. Cyclicities are also detected reflecting large-scale forcings as expressed by global atmospheric index (NAO, etc.), with implications for the documentation of past climatic change. The last section of this work focuses on the application of tools developed for the integration of spatial and temporal stochastic rainfall models with geomorphic models of the hydrologic response. Answering the need of reliable tools for water resources management and flood mitigation we develop and apply an approach to generate space-time rainfall fields reproducing the relevant characters of observed rainfall events, with specific applications to two catchments located in Northern Italy. The stochastic rainfall model relies on the Bartlett-Lewis formulation for the reproduction of the temporal variability of rainfall whereas it adopts a convective cells formulation (based on Cox and Isham, 1987) to describe the spatial variability and the correlation structure of rainfall fields. We show that the generated rainfall fields are respectful of the statistical characters of the observed rainfall both in space and time and allow for the reproduction of extreme events which are coherent with observed ones for the relatively low return periods accessible through existing time series.
L’identificazione di relazioni di carattere generale che leghino le proprietà statistiche della precipitazione aggregata a diverse scale, sia nel tempo che nello spazio, possiede una indiscutibile rilevanza sia dal punto di vista teorico, sia per quanto riguarda le applicazioni. Un’ampia e relativamente recente letteratura si è sviluppata in riferimento alle tecniche di downscaling. Questi metodi consentono di stimare serie temporali ad alta risoluzione o campi di precipitazione nello spazio sulla base degli output a risoluzione più grossolana ottenuti dai modelli numerici di previsione climatica o meteorologica. Tuttavia queste metodologie si concentrano prevalentemente sul downscaling spaziale, mentre relativamente poca attenzione è stata riservata al downscaling temporale delle sequenze di pioggia, in particolare la precipitazione oraria, che rivestono primaria importanza negli studi di tipo idrologico e ambientale. Tra le altre proprietà risulta importante caratterizzare la dipendenza di scala della variabilità della precipitazione, che può, per diversi motivi, essere rappresentata mediante la sua varianza. Studi teorici precedenti [Marani, 2003] e [Marani, 2005], sono stati analizzati e rivisti in modo da caratterizzare la connessione tra la varianza temporale della precipitazione e la scala di osservazione sotto l’ipotesi di stazionarietà del secondo ordine. Nella prima parte di questo lavoro viene presentato un nuovo metodo per il downscaling della varianza nel tempo, il quale utilizza stime teoricamente basate della varianza alla scala oraria sulla base di statistiche giornaliere. In particolare vengono prese in considerazione relazioni analitiche che non prevedono comportamento di scala e che implicano una forma diversa da quella di una legge di potenza per i momenti del secondo ordine al variare dell’aggregazione. Il metodo è stato validato su un ampio campione di dati rappresentativi di diversi regimi di precipitazione e produce stime della varianza oraria della pioggia non affette da errore sistematico, in particolare nel caso in cui si consideri una autocorrelazione con coda di legge di potenza per il processo di pioggia. E’ stato quindi dimostrato come il metodo di downscaling accoppiato con un modello stocastico della precipitazione del tipo Bartlett-Lewis possa essere usato per la generazione di lunghe sequenze di precipitazioni orarie che riproducano la variabilità osservata alle piccole scale di aggregazione sulla base unicamente di statistiche giornaliere. Infine, i risultati ottenuti dall’applicazione del nuovo metodo di downscaling proposto sono stati confrontati con quelli ricavati da un approccio comunemente utilizzato, che assume una struttura di legge di potenza dei momenti statistici al variare della scala di aggregazione. Si dimostra come procedure che non assumano comportamento di scala forniscano performance migliori rispetto a quelle basate su espressioni del tipo legge di potenza per i momenti nella stima della variabilità della precipitazione alla scala oraria sulla base di osservazioni giornaliere. Una sezione importante presentata in questo lavoro riguarda lo studio di lunghe sequenze di precipitazioni storiche registrate. Le osservazione della pioggia giornaliera a Padova costituiscono indiscutibilmente una delle serie storiche di precipitazione osservata più lunghe al mondo. Le osservazioni, iniziate a partire dal 1725, sono state regolarmente annotate dagli studiosi dell’Osservatorio Astronomico di Padova per più di due secoli. Un paziente lavoro di raccolta dati dai manoscritti originali ha permesso la ricostruzione dell’intera serie temporale di precipitazione, caratterizzata da pochissime e limitate interruzioni. Vengono qui presentate alcune analisi statistiche preliminari, prodotte con lo scopo di identificare la possibile presenza di trend, periodicità e scale carat teristiche, con particolare attenzione agli eventi estremi. I risultati mostrano effettivamente l’esistenza di trend nelle cumulate annuali, nelle intensità medie, e nei valori estremi. Sono state inoltre rilevate delle ciclicità, che possono riflettere l’influenza di forzanti su larga scala, come espresso dagli indici atmosferici globali (NAO, etc.), con importanti implicazioni per la documentazione di cambiamenti climatici nel passato. L’ultima sezione di questo lavoro si focalizza sull’applicazione di strumenti sviluppati per l’integrazione di modelli stocastici di precipitazione spaziotemporali con modelli geomorfologici della risposta idrologica. In risposta alla necessità di strumenti utili per la gestione delle risorse idriche e per la mitigazione delle piene, è stato sviluppato e applicato un nuovo approccio per la generazione di campi di precipitazione nello spazio e nel tempo in grado di riprodurre i caratteri principali degli eventi di pioggia osservati, con specifiche applicazioni a due bacini localizzati nel Nord Italia. Il modello stocastico proposto si basa su una formulazione di Bartlett-Lewis per la riproduzione della variabilità temporale della precipitazione, mentre adotta una formulazione a celle convettive [Cox et al., 1988] per descrivere la variabilità spaziale e la struttura di correlazione dei campi di pioggia. Si mostra come i campi generati rispettino i caratteri statistici delle piogge sperimentali sia nello spazio che nel tempo e permettano la riproduzione di eventi estremi coerenti con quelli misurati relativamente ai tempi di ritorno riproducibili sulla base delle serie storiche esistenti.
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Pennellini, Sara. "Messa a punto e verifica di modelli di danno da alluvione per la pianura emiliano-romagnola". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Il costante aumento del rischio idraulico nei territori di pianura del nostro Paese porta alla necessità di individuare metodologie accurate di valutazione del danno atteso, al fine di salvaguardare maggiormente il territorio. Il presente lavoro di Tesi s’inserisce nell'ambito di studio della valutazione del rischio idraulico, nei territori di pianura dei corsi d’acqua della Regione Emilia-Romagna. Si è studiato il caso dell’alluvione del Fiume Secchia, avvenuta il 19 gennaio 2014, che ha provocato l’allagamento di una cospicua porzione dei Comuni di Modena, Bastiglia e Bomporto. Partendo dai dati di danno di beni di varia natura d’uso forniti dalle autorità competenti, riguardo la sopracitata alluvione, si è effettuato un approfondimento delle tecniche di stima del danno da alluvione, al fine di poter costruire dei modelli di danno sulla base di dati realmente osservati. L’analisi è stata effettuata mediante tecniche di regressione lineare e quadratica sviluppati in ambiente di calcolo R; i modelli sviluppati per ciascuno dei tre comuni colpiti dall’alluvione sono successivamente stati sperimentati al di fuori del comune di definizione, in maniera da trarre indicazioni relativamente alla loro validità generale. I risultati della Tesi hanno evidenziato che: 1) la stima del danno da alluvione è meglio descritta dal modello di regressione quadratica; 2) il valore del danno complessivo risulta ben delineato per le tipologie di beni per le quali vi sono linee guida oggettive da utilizzare per il risarcimento; 3) l’applicazione dei modelli esternamente al comuni considerato per la loro identificazione non ha portato a stime soddisfacenti del danno, evidenziando come un modello di danno calibrato in corrispondenza di una determinata area non possa ritenersi esportabile in area diversa; 4) l’impossibilità di definire un modello di danno rappresentativo dell’intera area in esame.
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Libros sobre el tema "Modello di punti"

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Burroni, Luigi, ed. L'agenda del lavoro. Florence: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-281-7.

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Questo volume raccoglie i migliori elaborati di tesi degli anni accademici 1999/00 e 2000/01 di studenti del Master Europeo in Scienze del Lavoro della Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. I contributi si concentrano sul tema del lavoro e della sua regolazione nei paesi europei, analizzando aspetti quali la flessibilità del lavoro, la formazione, le relazioni industriali aziendali, la responsabilità sociale delle imprese, la promozione della partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei disabili. Questi temi costituiscono dei punti di osservazione privilegiati per mettere in luce sia gli effetti di promozione del cambiamento del processo di integrazione politica europea sia il ruolo giocato dalla presenza di determinate architetture istituzionali relative ai sistemi di welfare, di regolazione dell'economia e del lavoro che continuano a essere differenti da paese a paese. Guardare a questa coesistenza tra stabilità e cambiamento con un approccio multidisciplinare e comparato come quello utilizzato nei lavori qui raccolti è come utilizzare un caleidoscopio che contribuisce a far luce sugli equilibri multipli e sui diversi percorsi di sviluppo che caratterizzano il cosiddetto "modello sociale europeo".
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Nigro, Giampiero, ed. Reti marittime come fattori dell’integrazione europea / Maritime Networks as a Factor in European Integration. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-856-3.

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Il tema, di grande respiro, prende come punto di partenza il concetto braudeliano di Mediterraneo. La sua visione di un mare chiuso come una opportunità geografica per una integrazione economica fra popolazioni diverse per religioni, linguaggi ed entità etniche e politiche continua a funzionare come modello per studi applicati ad un ampio raggio di contesti. L’obiettivo che si è posta la 50ª Settimana di studi è stato quello di andare oltre lo studio dei singoli sistemi visti in modo isolato per combinare diverse analisi di mari aperti e chiusi o aree costiere, allo scopo di comprendere il ruolo di integrazione giocato in Europa dalle connessioni marittime. Poiché nelle civiltà preindustriali il trasporto per via d’acqua era più facile di quello via terra, è sembrato giunto il momento di richiamare l’attenzione sul modo in cui queste reti di relazione operavano a livello europeo e con i partner commerciali asiatici e nordafricani. Il volume prende le mosse dalle grandi tradizioni di ricerca su base regionale o tematica, che però sono state raramente integrate su una più ampia scala continentale. Immanuel Wallerstein ha elaborato il concetto braudeliano concettualizzandone le dimensioni interculturali e transnazionali e il ruolo nel sistema di divisione del lavoro. Egli lo chiamò un “sistema mondo”, non perché coinvolgesse il mondo intero, ma perché è più vasto di qualunque unità politica giuridicamente definita. E si tratta di una “economia mondo” perché il legame di base tra le varie parti del sistema è economico. I vari aspetti e le tradizioni regionali di ricerca sono stati collegati tra loro in un approccio coerente che si posto l'obiettivo di valutare: - Sulla base di quali elementi geografici, nautici, tecnici, economici, giuridici, sociali e culturali siano emerse le varie reti regionali, e come funzionavano, - Il carattere e il ruolo dei porti marittimi come punti nodali delle rotte marine e del loro hinterland, attraverso fiumi, canali e strade, - I legami commerciali e personali tra mercanti e armatori in vari porti, - In quale modo le reti regionali si collegavano tra di loro e come, nel corso del tempo, finirono per integrarsi in unità più ampie, - In quale modo le reti private, inizialmente costituite da organizzazioni di mercanti e navigatori, finirono per trattare con le autorità locali e, una volta cresciute, con gli stati e gli imperi, per proteggere i propri interessi
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Gasparri, Wladimiro. Il punto logico di partenza: Modelli contrattuali, modelli autoritativi e identità disciplinare nella dogmatica dell'espropriazione per pubblica utilità. Milano: A. Giuffrè, 2004.

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In punta di piedi: Percorsi di identità femminile tra modelli educativi e diversi modi di abitare il mondo. Roma: Aracne, 2007.

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Cingari, Salvatore, ed. Cultura democratica e istituzioni rappresentative. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-561-0.

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Il volume è un testo interdisciplinare a più autori che effettua una comparazione fra le due differenti vie novecentesche alla modernizzazione di Italia e Romania - variamente ispirate da modelli esterni di riferimento -, dal punto di vista politologico, culturale-politico, politico-istituzionale e politico-economico, con particolare riferimento al problema della rappresentanza. Il volume si compone di sei saggi di diversa ispirazione metodologica ed ideologica ma accomunati dalla tematizzazione dei contesti culturali e giuridico-politici dei due paesi, intesi come sistemi in "transizione", sospesi fra ricerca delle proprie caratteristiche storiche e l'attenzione ai modelli più avanzati del mondo occidentale.
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Campos Boralevi, Lea, ed. La costruzione dello Stato moderno. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-002-3.

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Il secondo Quaderno del Laboratorio di Storia Moderna riprende e sviluppa alcuni interventi presentati nell’ambito del Seminario su Temi e problemi di Storia moderna, attivo da più di quindici anni presso il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze. I contributi qui raccolti discutono da punti di vista diversi La costruzione dello Stato Moderno, attraverso la lenta e complessa evoluzione della sovranità centrale rispetto alle autonomie, il ruolo delle corti, lo sviluppo della diplomazia e del suo cerimoniale e la storia dell’idea di libertà. Sono analizzati in particolare i casi dell’Elettorato di Sassonia e della monarchia di Francia nel Cinquecento, i Consigli di Scipione Ammirato, il tema della democrazia nell’Encyclopédie e quello della pluralità nazionale per la protezione delle minoranze nell’Impero asburgico.
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Fischer von Erlach, Johann Bernhard. Progetto di un’architettura istorica. Entwurff einer Historischen Architectur. Editado por Gundula Rakowitz. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-809-5.

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La cura e la traduzione integrale (la prima in italiano) dell’Entwurff einer Historischen Architectur. Progetto di un’architettura istorica (Vienna 1721) di Bernhard Fischer von Erlach si incarica di colmare una grave lacuna nella storiografia italiana in quanto l’Entwurff costituisce indubbiamente un’opera decisiva, di soglia, per intendere la dimensione compiutamente compositiva del moderno progettare architettonico inteso come rapporto tra mimesis e inventio. La dimensione ‘istorica’, ossia l’insieme eterogeneo dei materiali, viene disposta e ritessuta da una progettualità le cui direttrici convergono nel punto centrale di una forza immaginativa, ‘fantastica’ ovvero ‘poietica’, in grado di superare il rapporto semplice, lineare, tra ‘natura’ e ‘artificio’, riaprendo pertanto al problema di pensare, sempre di nuovo, il linguaggio architettonico.
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Bellodi Ansaloni, Anna. L’arte dell’avvocato, actor veritatis. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg279.

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Il volume ripercorre la dottrina retorica romana al fine di delineare la tecnica del discorso persuasivo spendibile in sede di impostazione delle cause e di composizione dell’arringa giudiziaria. La precettistica si interseca con la lezione del teatro, restituendo un ritratto composito di oratore forense, da un lato tributario, per patetismi e gestualità, degli stratagemmi dell’attore tali da determinare una sorta di “spettacolarizzazione” della giustizia, dall’altro, actor veritatis , latore di una verità da interpretare e promuovere nella sede processuale. Punto di incontro che consente la sapiente ed efficace mediazione tra azione, recitazione e verità è la salda adesione ai principi etici e morali nell’adempimento del proprio officium al servizio della giustizia, principi che la tradizione deontologica forense ha trasmesso sino ai nostri giorni. Il libro propone un percorso di lettura che di quelle tecniche e di quei valori svela la perenne attualità nel percorso formativo del giurista moderno chiamato a calcare le scene dell’agone processuale.
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Pacilli, Matteo. L’abuso dell’appello. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg277.

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Questa riflessione sistematica sull’abuso dell’appello muove dalla constatazione della difficoltà di assicurare la tutela giurisdizionale nel doppio grado: il principio costituzionale di ragionevole durata del processo si riflette nel concetto di abuso, vale a dire nella richiesta di protezione giuridica di posizioni che non ne sono meritevoli. Le recenti e non terminate tensioni legislative, che hanno visto l’introduzione nel 2012 del c.d. filtro in appello, esprimono la fatica nel trovare un giusto equilibrio fra il diritto di difesa e la necessità di sfoltire rapidamente le impugnazioni abusive. Tradizionalmente, l’interesse ad impugnare è stato identificato con la semplice soccombenza. L’autore propone, invece, di integrare tale presupposto dell’azione impugnativa con la sussistenza di una ragionevole attesa di ottenere un risultato utile. Se questo ulteriore elemento manca, l’appello risulta carente di interesse e quindi abusivo, il che giustifica l’adozione, da parte del legislatore, di misure (quelle attuali o altre diverse e future) idonee a permettere la reiezione dell’impugnazione in via immediata. Il punto non è solo italiano e l’autore lo dimostra analizzando le soluzioni di altri sistemi, da quello dell’Unione europea a quello tedesco, talora impropriamente assunto a modello della riforma del 2012. Le tesi svolte nel volume si distaccano, in una certa misura, dalla posizione della dottrina prevalente che ha ampiamente criticato l’introduzione del filtro in appello, proponendo invece una lettura che, almeno in parte, recupera in positivo l’iniziativa del legislatore
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Lupoi, Michele Angelo. Tra flessibilità e semplificazione. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg294.

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La disciplina del processo civile italiano è stata a lungo caratterizzata da una rigidità degli schemi procedimentali, in particolare nell’ambito del rito ordinario di cognizione. Nel contesto internazionale, peraltro, da anni le riforme in materia di giustizia civile tendono a valorizzare i principi di flessibilità, proporzionalità e collaborazione, nell’ottica di adattare le regole procedimentali alle caratteristiche del caso concreto, nell’ambito di un dialogo tra giudice e parti sulla gestione manageriale del processo. Proprio partendo dall’analisi comparata della situazione in alcuni ordinamenti stranieri, dunque, il presente volume cerca di fare il punto su come l’ordinamento italiano abbia recepito le indicazioni e le suggestioni del dibattito internazionale in materia, per giungere ad evidenziare come, anche in Italia, negli ultimi anni si siano introdotti istituti volti a “semplificare” l’iter procedimentale, in ragione delle specificità della singola lite, e a dare rilievo, anche nel nostro ordinamento, ai principi di flessibilità e proporzionalità, pur senza attribuire loro esplicito riconoscimento normativo, nel rispetto delle garanzie fondamentali del giusto processo. In quest’ottica, vengono analizzati il calendario del processo, l’attribuzione al giudice di pregnanti prerogative per la soluzione conciliata delle liti, la valorizzazione del principio di chiarezza e sinteticità degli atti processuali e, soprattutto, l’istruttoria semplificata del rito sommario, elevata a modello processuale “alternativo” per tutte le cause di competenza del giudice monocratico del Tribunale. All’esito di questa ricognizione, l’autore conclude che si possa oggi parlare di un embrione di case management “all’italiana”, la cui implementazione richiede però una vera rivoluzione culturale da parte degli operatori pratici.
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Capítulos de libros sobre el tema "Modello di punti"

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Sgambati, Domenico, Erica Moura, Ala Eddine Said, Laura Rueda, Etienne Hoarau, Lidija Pribelja, Daniels Kļaviņš, Alba Fagnano, Antonella de Angelis y Antonino Miccio. "Monitoraggio, conservazione e informazione nella Baia Di Ieranto: un modello circolare per la gestione delle Aree Marine Protette". En Proceedings e report, 597–609. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-147-1.60.

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The 7 years monitoring-conservation-information program in the special B zone of Ieranto bay (belonging to the Marine Protected Area Punta Campanella - Naples, Italy) shows good results in terms of reducing illegal activities (such as illegal fishing, unauthorized boating, pollution and anchoring) and promoting environmental awareness for visitors. This 3-way management model represents one of the best practices of the MPA that could be applied to other MPAs in order to improve the correct usage of a protected area and to decrease/control the illegal actions and protect the environment
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Balboni, Paolo E. "5 • La natura della competenza comunicativa". En Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/005.

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Ho riflettuto per anni sulla competenza comunicativa (credo che quando ho proposto sia un vero ‘modello’, valido sempre e ovunque), e negli anni Novanta ho allargato il modello alla comunicazione interculturale (e anche questo modello mi pare molto potente dal punto di vista descrittivo); negli ultimi anni mi sono poi chiesto se la sinonimia che viene stabilita di solito tra competenze e conoscenze sia giustificata. Per queste ragioni credo che il mio contributo sia evoluto dalla divulgazione degli anni Ottanta ad una riflessione teorica degna di essere ricordata.
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Actas de conferencias sobre el tema "Modello di punti"

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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano y Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome". En International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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