Literatura académica sobre el tema "Mission aziendale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Mission aziendale"

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Fontana, Dario y Giovanni Solinas. "Qualità del lavoro nell'industria digitalizzata: risultati di una ricerca empirica". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 158 (noviembre de 2020): 74–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158004.

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In questo saggio si discutono i risultati di una ricerca sulle condizioni di lavoro in imprese "digitalizzate". Sono stati intervistati oltre mille lavoratori occupati in imprese manifatturiere e nel settore bancario nella provincia di Modena. L'indagine ha riguardato le diverse dimensioni della qualità del lavoro privilegiando il confronto tra i lavoratori "digitalizzati" e "classici". Lo sfondo teorico dello studio è, in larga parte, quello originariamente proposto da Gallino. Per le imprese prese a riferimento, le trasformazioni in atto determinano una forte intensificazione dei carichi di lavoro e una standardizzazione di procedure e compiti. Questo fenomeno coinvolge una larga maggioranza dei lavoratori. L'assetto digitale ha lasciato invariati (se non peggiorati) i gradi di autonomia e di controllo senza rafforzare i meccanismi partecipativi e di condivisione dei destini e della mission aziendale. Per tutte le dimensioni emergono segni marcati di discriminazione di genere.
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Alberti di Catenaja, Giulia, Donato Berardi, Michele Tettamanzi y Samir Traini. "Le società benefit e il servizio idrico integrato". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 141–66. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001008.

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Le Società Benefit sono il vestito giuridico con il quale gli obiettivi di profittabilità aziendale si integrano con quelli ambientali e sociali. La trasformazione in Socie-tà Benefit non aggiunge molto a ciò che le aziende idriche già sono, ma può cer-tamente contribuire a suggellare una missione informata al miglioramento del servizio e orientata al benessere collettivo, dove la regolazione coniuga gli obiet-tivi ambientali con i costi efficienti.
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Aprile, Roberto y Mario Nicoliello. "Economia Aziendale: a missing connection between the theory and academic syllabi". Accounting Education 25, n.º 4 (3 de julio de 2016): 414–35. http://dx.doi.org/10.1080/09639284.2016.1193392.

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Fedele, Paolo, Silvia Iacuzzi, Andrea Garlatti y Rubens Pauluzzo. "L'evoluzione delle forme della rendicontazione: il bilancio di missione nelle organizzazioni sindacali". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 3 (diciembre de 2022): 349–72. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-003001.

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Resumen
La rendicontazione extra-contabile è oggetto di crescente attenzione con l'evolu- zione normativa a livello internazionale. Anche la normativa italiana richiede alle grandi aziende e agli enti del Terzo settore di predisporre una rendicontazione non finanziaria. Questo contributo si focalizza sulle organizzazioni sindacali, un settore poco frequentato in letteratura, per approfondire in che modo le caratteristiche isti- tuzionali e la natura degli stakeholder coinvolti influenzino la rendicontazione extracontabile. Approfondendo il caso dell'Unione Sindacale Regionale CISL del Friuli Venezia Giulia, si evidenzia come questi aspetti influenzino in particolare la rilevanza delle informazioni che vengono rendicontate e il modo in cui vengono rendicontate.
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Anessi Pessina, Eugenio, Americo Cicchetti, Federico Spandonaro, Barbara Polistena, Daniela D’Angela, Cristina Masella, Giuseppe Costa et al. "Proposte per l'attuazione del PNRR in sanità: governance, riparto, fattori abilitanti e linee realizzative delle missioni". MECOSAN, n.º 119 (noviembre de 2021): 89–117. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119005.

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Resumen
Il PNRR è un documento di alta visione e di allocazione di importanti risorse di investimento per il SSN che devono garantire valore entro 5 anni, per ottenere l'effettivo riconoscimento finanziario da parte della EU e giustificare l'aumento del debito per le generazioni future. La partita attuativa è, quindi, solo iniziata e durerà 5 anni: un tempo breve in cui occorre definire la progettazione esecutiva per ogni misura, costruire pianificazioni regionali, attuare le politiche nelle singole aziende sanitarie locali. Il successo non può allora considerarsi scontato, richiedendo grande coesione di intenti, da perseguirsi con un forte impegno finalizzato a creare convergenze e collaborazione istituzionale. Nell'ottica descritta, un gruppo di studiosi di economia, management e politiche sanitarie, appartenenti a sei università, ha ritenuto di confrontarsi sul tema, ed esperire il tentativo di trovare una convergenza di visioni sul futuro del SSN (e del suo ruolo nelle politiche economiche e sociali del Paese), da consegnare alla valutazione delle istituzioni e al dibattito scientifico. Questa spontanea iniziativa ha permesso di elaborare delle proposte attuative sulla governance e sul riparto del PNRR, sull'autonomia e i vincoli per le regioni e le loro aziende, sullo sviluppo dei fattori abilitanti e sulla progettazione organizzativa e operativa delle diverse missioni del PNRR.
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Erkens, Yvonne. "Sustainable business agreements in the Netherlands: search for the missing link". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 169 (abril de 2021): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-169002.

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Resumen
Il disastro del Rana Plaza ha reso evidenti le violazioni dei diritti fondamentali sul lavoro che si verificano all'interno delle catene di subfornitura. Le possibili soluzioni per fronteggiare tale fenomeno vengono ricercate a tutti i livelli. Nei Paesi Bassi, in particolare, sono stati conclusi alcuni accordi commerciali internazionali per garantire una gestione responsabile della filiera: si tratta di accordi multi-stakeholder volti a far sì che le aziende promuovano il rispetto dei diritti fondamentali sul lavoro nelle loro catene di subfornitura. Recenti studi hanno dimostrato che tali accordi aumentano la consapevolezza del rischio e migliorano la due diligence in vari setto-ri, ma non è (ancora) possibile fornire una prova definitiva del fatto che essi contribuiscano anche a migliorare le condizioni nei Paesi di produzione. Ciò ha in parte condotto all'adozione della legge olandese sulla due diligence in tema di lavoro minorile, che obbliga le aziende a individuare le forme di lavoro minorile presenti all'interno delle loro catene di subfornitura e ad adottare le misure necessarie per contrastarle. Attraverso l'assunzione volontaria di obblighi in un contesto settoriale, gli stakeholder possono adempiere agli oneri loro imposti dalla legge. Ciò porta a concludere che gli accordi olandesi potrebbero rappresentare quel collegamento ad oggi mancante tra le disposizioni di soft law esistenti e le normative legali vincolanti.
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Veronese, Nicola, Giusy Vassallo, Maria Armata, Laura Cilona, Salvatore Casalicchio, Roberta Masnata, Claudio Costantino et al. "Multidimensional Frailty and Vaccinations in Older People: A Cross-Sectional Study". Vaccines 10, n.º 4 (3 de abril de 2022): 555. http://dx.doi.org/10.3390/vaccines10040555.

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Resumen
It is known that influenza, herpes zoster, pneumococcal and pertussis infections may increase morbidity and mortality in older people. Vaccinations against these pathogens are effective in older adults. Frailty seems to be an important determinant of vaccination rates, yet data supporting this association are still missing. Therefore, we aimed to investigate the prevalence of four recommended vaccinations (influenza, herpes zoster, pneumococcal and diphtheria-tetanus-pertussis) and the association with multidimensional frailty assessed using a self-reported comprehensive geriatric assessment tool, i.e., the multidimensional prognostic index (SELFY-MPI). Older participants visiting the outpatient clinic of Azienda Ospedaliera Universitaria, Palermo, Italy were included. The SELFY-MPI questionnaire score was calculated based on eight different domains, while the vaccination status was determined using self-reported information. We included 319 participants from the 500 initially considered (63.8%). Vaccination against influenza was observed in 70.5% of the cases, whilst only 1.3% received the vaccination against diphtheria-tetanus-pertussis. Participants with higher SELFY-MPI scores were more likely to report vaccination against pneumococcus (45.6 vs. 28.3%, p = 0.01), whilst no significant differences were observed for the other vaccinations. In conclusion, the coverage of recommended vaccinations is low. Higher SELFY-MPI scores and vaccination status, particularly anti-pneumococcus, appear to be associated, but future studies are urgently needed for confirming that frailty is associated with vaccination status in older people.
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Pensieri, C., F. Cavicchi y M. Pennacchini. "La Quinta Disciplina e le 7 incapacità di apprendere nel management sanitario". Medicina e Morale 65, n.º 5 (23 de noviembre de 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.455.

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Molte grandi aziende consolidate, per stare al passo con i cambiamenti dell’ambiente esterno, cercano di continuo dei modi per incoraggiare il cambiamento e l’innovazione. Oggi il problema è comprendere in che modo le organizzazioni sanitarie siano in grado di apprendere, cioè di cambiare sé stesse. Educare alla riflessività e al pensiero riflessivo di matrice deweyana si rivela molto utile poiché dal punto di vista pratico, gli effetti e gli impieghi della riflessività vanno rintracciati sia a livello individuale sia a livello sistemico, ossia delle organizzazioni, poiché favoriscono l’apprendimento, il cambiamento, l’innovazione e la creatività. La Quinta Disciplina aiuta l’essere umano a comprendere meglio cosa lo ostacola nell’apprendere qualcosa di nuovo e a transagire efficacemente in un ambiente che cambia al pari di lui stesso. Nell’ambito delle scienze economiche e di management la “Quinta Disciplina” rappresenta uno degli studi più avanzati della Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (MIT). In questo articolo si analizzano le “7 incapacità di apprendere” tipiche di ogni azienda e organizzazione. La conoscenza delle aree tematiche della Quinta Disciplina è importante per i professionisti sanitari responsabili di altre persone/servizi, poiché i leader stanno sempre più assumendo piena consapevolezza dell’importanza di sostenere e promuovere contesti organizzativi/lavorativi favorevoli e stimolanti, come parte integrante e necessaria della mission aziendale e come obiettivo fondamentale per poter concretizzare azioni di miglioramento.Lots of established companies, in order to keep up with the external environment’s changes, are continuously seeking new ways to encourage change and innovation. Today the problem is to understand how much healthcare organizations (HCO) are able to learn and to change themselves. The reflexivity and reflective thinking of Dewey’s education is very useful because, the effects and right uses of reflexivity are tracked at both individual and systemic level, which may be HCO, fostering learning, change, innovation and creativity. The Fifth Discipline helps the human being to better understand what hinders him to learn something new and to transact effectively in a changing environment like himself. In economic and management sciences, the Fifth Discipline is one of the most advanced studies of the Sloan School of Management of the Massachusetts Institute of Technology (MIT). In this article we analyze the “7 inabilities to learn” typical of every business organization. The knowledge of this thematic areas is important for health professionals responsible for other people or services. As leaders are increasingly assuming full awareness of the importance of supporting and promoting organizational favorable and challenging contexts, the integral and necessary company’s mission and fundamental objective are important to promote concrete actions for improvement.
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Zambrano, Maria Virginia, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Giuseppe, Rosetta Frammartino, Vincenzo De Paola et al. "Cadute? No, grazie. Come nasce e si realizza un programma per prevenire le cadute in ambito ospedaliero". La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 25–34. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.2.

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La “caduta” in ambito ospedaliero rappresenta uno dei più frequenti eventi avversi che può determinare conseguenze immediate o anche tardive, spesso gravi fino a condurre, in alcuni casi, alla morte del paziente. Ecco perché il Ministero della Salute nel 2011 ha emanato la Raccomandazione n. 13 “Prevenzione e gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie” che si pone come strumento per la prevenzione delle cadute dei pazienti nelle strutture ospedaliere. Per tale motivo, la Regione Campania ha deciso, in accordo con le Aziende Sanitarie del territorio, di sviluppare e pubblicare il “Piano Regionale Prevenzione Cadute - Linee di indirizzo per le Aziende del Servizio Sanitario Regionale”. L’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ha recepito le Linee d’Indirizzo Regionali e ha realizzato due delibere interne (n. 67/2018 e n. 318/2019), ponendosi come mission la realizzazione e la programmazione di un Progetto di gestione dell’evento “Caduta” all’interno dell’Azienda. L’obiettivo generale del Progetto di Prevenzione “Cadute? No, grazie” è ridurre l’incidenza delle cadute nei pazienti ricoverati. La comunicazione ha rappresentato un’attività trasversale necessaria per tutte le fasi del Progetto: dalla sua strutturazione fino alla parte comunicativa/informativa non solo tra gli operatori sanitari ma anche per i pazienti e i familiari.
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Nocchi, Francesca, Patrizia Urciuoli, Silvia Ursino, Elisa Biagi y Simone Lapi. "Pisa Biobank and Tuscany Regional Biorepository". Biomedical Science and Engineering, 11 de febrero de 2020. http://dx.doi.org/10.4081/bse.2019.92.

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Departmental Section of Biobanks (SOD Biobanche) of the Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, consists of a Tissue and Cell institute, the Heart Valve Bank, and a biorepository, the Regional Biologic Archive. A clean room consisting of three laboratories (1 class C and 2 class B) represents a core facility for some of the processes and projects of the biobank. The Regional Biological Archive is a biobank which currently carries out as an institutional task the storage of serum, plasma and non-viable cells of multiorgan, multi-tissue donors and donors of corneas, as well as solid organ transplant recipients of the Tuscany Region, providing the possibility of reviewing and re-evaluating even at a distance of years the donor/recipient pairs. The mission of SOD Biobanche is to act as a transversal service platform in the field of biobanking of biological material. In this broader perspective the structure is open to new projects concerning biobanking, some of which are already in the activation phase, such as a bank for urogenital tissues, a biobank of tumors of the musculoskeletal system and an advanced therapy protocol for the use of partially osteoinduced expanded mesenchymal stem cells.
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Tesis sobre el tema "Mission aziendale"

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Mulato, Alex <1996&gt. "Ridefinizione mission per lo sviluppo di un’innovazione strategica: il caso Irinox Spa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20834.

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Questa tesi è un elaborato del progetto di consulenza strategica realizzato a favore della Irinox Spa. Nel primo capitolo viene data una panoramica teorica sul tema della coerenza tra strategia e modello di business, soffermandosi sul ruolo dell’innovazione strategica e sul suo impatto nella definizione dell’identità di un’impresa. Nei capitoli successivi si entra nello specifico dell’azienda, descrivendone la storia, modello di business e strategie. In seguito, si espongono le varie analisi compiute, soffermandosi sulla descrizione del contesto e posizionamento competitivo. Inoltre, ci si sofferma sull’analisi di casi di successo e insuccesso evidenziando le strategie di comunicazione e di ingresso sul mercato. Nell’ultimo capitolo si ridefinisce il why dell’azienda in base ai trend futuri identificati, i quali hanno portato all’individuazione di un nuovo cliente e si analizza la proposta per inserire l’abbattitore in questo scenario individuato.
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DE, ICCO FRANCESCO. "Terza Missione tra rilevanza valutativa e qualità della ricerca". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/84757.

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Resumen
L’elemento portante della Terza Missione è il flusso di scambi con la società, basato sulla valorizzazione economica, sociale e culturale della conoscenza prodotta da università ed enti di ricerca. L’eterogeneità e la complessità delle attività di cui si compone la Terza Missione costituiscono un bagaglio di opportunità e risorse da cui università ed enti di ricerca possono attingere in considerazione del ruolo di motore della crescita economica e dello sviluppo sociale e culturale riconosciutogli nella moderna knowledge society. Nel contesto della valutazione del sistema della Ricerca, i relativi indicatori risultano lontani dallo stato di standardizzazione, comparabilità e aggregabilità richiesto per consentire metriche e confronti sintetici, o qualsiasi pesatura sistematica con Ricerca e Didattica. In tale quadro, il presente lavoro di tesi ha inteso contribuire alla costruzione di strumenti utili, sia per definire potenzialità ed interventi specifici ed ottimizzati, finalizzati al raggiungimento dei risultati attesi o di quelli prefissati, sia per fornire agli attori coinvolti, non solo una valutazione realistica, ma anche stimoli utili al miglioramento. Inoltre, di fronte alla costante riduzione dei finanziamenti pubblici alla Ricerca, la rappresentazione alla società e alla pubblica opinione delle numerose ricadute positive delle attività di Ricerca può contribuire ad orientare positivamente il dibattito sull’uso sempre più efficiente delle risorse pubbliche, nonché sulla necessità di diversificare gli strumenti di finanziamento e di valorizzare i risultati conseguiti. Nel Capitolo 1 è descritta l’evoluzione del ruolo riconosciuto alla Terza Missione, insieme ad una rassegna delle principali problematiche emerse nel corso degli anni per quanto riguarda la valutazione delle attività che la compongono e degli ostacoli che sorgono ad una loro analisi organica. Nel Capitolo 2, è presentato il processo di istituzionalizzazione e il quadro normativo della valutazione della Terza Missione affidata, nel contesto italiano all’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario). L’introduzione alle modalità di svolgimento dell’ultima VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca- 2011-14) delineano presupposti e potenzialità dei dati raccolti e in gran parte utilizzati per le applicazioni illustrate nei capitoli successivi. Nel Capitolo 3, la relazione delle università con le strutture di intermediazione territoriale per la Terza Missione (SIT) è oggetto di uno specifico approfondimento: dal punto di vista dell’azione di valorizzazione della Ricerca sul territorio, la presenza di incubatori, parchi scientifici e tecnologici, consorzi, associazioni e fondazioni per il trasferimento tecnologico, costituisce un beneficio rilevante, principalmente se esse sono in grado di trarre vantaggio da collaborazioni di servizio, concrete e intelligenti. Di contro, tale presenza, per quanto estremamente necessaria, non esula da possibili conseguenze dannose spesso evidenti in alcune esperienze italiane, ma non solo. In particolare, a partire dai criteri e dalle domande valutative disponibili per tale contesto, alcune metodologie statistiche sono state inizialmente adoperate per ottimizzare l’utilizzo di riferimenti quantitativi a supporto del giudizio esperto in tale ambito; successivamente, alcuni profili omogenei così ottenuti, sono stati descritti e testati alla luce di variabili di interesse specifico. Le relazioni esistenti tra qualità della Ricerca e qualità della Terza Missione rappresentano il punto focale dell’analisi presentata. La verifica di un’influenza reciproca sembra ampiamente dimostrata mettendo in relazione i diversi indici prodotti dall’ANVUR, per ciascuna delle 16 aree disciplinari e dei 7 ambiti della Terza Missione individuati. In questo contesto, la ridotta affidabilità di alcuni indicatori disponibili ha suggerito particolare cautela, soprattutto per il macro-ambito della valorizzazione culturale-artistica della Ricerca, senza pregiudicare tuttavia risultati d’interesse e spunti per successivi approfondimenti.
The fundamental issue of the Third Mission is the flow of exchanges with society, based on the economic, social and cultural exploitation of knowledge produced by universities and research organizations. The heterogeneity and complexity of the activities of the Third Mission is a set of opportunities and resources from which Universities and Research Organizations can draw thanks to the role, recognized in modern knowledge society, of driver of the economic growth and social and cultural development. In the context of the Research system evaluation, the fundamental indicators are far from the standardization, comparability and aggregation required to allow metrics and synthetic comparisons, or any systematic weighing with Research and Didactics. In this framework, this dissertation was focused on the building of useful tools, both to define potentialities and specific and optimized actions, aimed at achieving the expected results or those one predetermined, and to provide the actors involved, not only a realistic evaluation, but also useful incentive for improvement. In addition, in the face of the constant reduction in public funding for Research, the representation of society and public opinion on the many positive effects of Research activities can help to positively guide the debate on the increasingly efficient use of public resources and the need to diversify funding tools and to exploit the achieved results. In the Chapter 1, the evolution of the role assigned to the Third Mission is described, together with a review of the main issues, arisen over the years, with regard to the evaluation of the activities that make up and the obstacles that arise to their organic analysis. In the Chapter 2, the process of institutionalization and the regulatory framework for the Third Mission evaluation entrusted, in the Italian context, to the ANVUR (National Agency for Evaluation of the University System), is presented. The introduction on how was carried out the latest VQR (Quality Research Assessment 2011-14) shows both assumptions and potentialities of the collected data that will be largely used for the applications described in the following chapters. Finally, in the Chapter 3, the partnerships between universities and Territorial Intermediary Structures for the Third Mission (SIT) is subject to a specific in-depth study: from the point of view of the acts of exploitation of the research on the territory, the presence of incubators, scientific and technologic parks, consortia, associations and foundations for the technology transfer, is a significant benefit, mainly if they are able to take advantage of concrete and efficient service collaborations. On the other hand, this presence, though extremely necessary, can lead to some damaging consequences often evident in some Italian experiences, but not only. In particular, based on the evaluation criteria and questions available for this context, some statistical methodologies were initially used to optimize the use of quantitative references in order to support the judgment of the expert in this field; subsequently, some homogeneous profiles obtained in this way have been described and tested in the light of specific interest variables. The relationship between quality of Research and quality of Third Mission is the focal point of the presented analysis. Verification of mutual influence seems to be largely demonstrated by correlating the various indices produced by ANVUR, for each of the 16 disciplinary areas, and 7 areas of the Third Mission identified. In this context, the limited reliability of some available indicators has suggested particular caution, especially for the macro-area of the cultural-artistic exploitation of research, without prejudice to the results of interest and ideas for further insights.
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CIAMBOTTI, GIACOMO. "Le opportunità di gestione di una doppia missione nelle organizzazioni ibride. Evidenze dalle imprese sociali in Africa". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/74167.

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Le imprese sociali sono organizzazioni ibride che combinano missioni e processi del mondo profit e non-profit, spesso operando in ambienti con risorse limitate come i Paesi africani. A causa della loro doppia missione e dei processi divergenti che da essa derivano, gli ibridi affrontano continue sfide nella gestione e nella crescita delle loro attività, con il rischio di compromettere l'impatto sociale o limitare la sostenibilità finanziaria. Questa tesi mira a far luce sull’opportunità che la natura ibrida può offrire a queste imprese sociali. In particolare, il primo paper mostra come, attraverso strategie di hybrid harvesting, le imprese sociali possano superare specifiche carenze di risorse. Il secondo paper offre un contributo rilevante nella comprensione del processo di diversificazione ibrida nelle imprese sociali, che può essere considerato una forma di raggiungimento della doppia missione. Il terzo documento si concentra sulle strategie di crescita delle organizzazioni ibride differenziate, evidenziando le strategie per crescere l’impatto sociale verso i beneficiari e allo stesso tempo le vendite dai clienti. Infine, questa tesi offre una research agenda negli studi sulle organizzazioni ibride e imprenditorialità sociale, con particolare attenzione alla gestione della doppia missione e al contesto di ricerca rappresentato dalle economie africane.
Social enterprises are hybrid organisations that combine different missions and processes from the for-profit and non-profit domains, and they usually operate in a resource-scarce environment such as African countries. Due to their dual missions and logics, they face continuous challenges and tensions in the management and growth of their businesses, with the risk to jeopardize the social impact, or constrain the financial sustainability. This thesis aim to shed lights on the opportunity that the hybridity may bring to hybrid organizations, especially in the interesting research setting offered by social enterprises. In particular, the first paper shows how, through hybrid harvesting strategies, social enterprises can overcome specific resource constraints. The second paper offers a relevant contribution in understanding the hybrid-diversification process in social enterprises as hybrid organizations, which can be considered a dual mission achievement. The third paper focus on scaling strategies of differentiated hybrid organizations, highlighting the strategies to scale the social impact toward beneficiaries while also scaling the commercial revenues from customers. Finally, this thesis offer a research agenda in the field of hybrid organizations and social entrepreneurship, with the specific focus on dual mission management and exploiting the research setting of challenging environments as african economies.
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CIAMBOTTI, GIACOMO. "Le opportunità di gestione di una doppia missione nelle organizzazioni ibride. Evidenze dalle imprese sociali in Africa". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/74167.

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Le imprese sociali sono organizzazioni ibride che combinano missioni e processi del mondo profit e non-profit, spesso operando in ambienti con risorse limitate come i Paesi africani. A causa della loro doppia missione e dei processi divergenti che da essa derivano, gli ibridi affrontano continue sfide nella gestione e nella crescita delle loro attività, con il rischio di compromettere l'impatto sociale o limitare la sostenibilità finanziaria. Questa tesi mira a far luce sull’opportunità che la natura ibrida può offrire a queste imprese sociali. In particolare, il primo paper mostra come, attraverso strategie di hybrid harvesting, le imprese sociali possano superare specifiche carenze di risorse. Il secondo paper offre un contributo rilevante nella comprensione del processo di diversificazione ibrida nelle imprese sociali, che può essere considerato una forma di raggiungimento della doppia missione. Il terzo documento si concentra sulle strategie di crescita delle organizzazioni ibride differenziate, evidenziando le strategie per crescere l’impatto sociale verso i beneficiari e allo stesso tempo le vendite dai clienti. Infine, questa tesi offre una research agenda negli studi sulle organizzazioni ibride e imprenditorialità sociale, con particolare attenzione alla gestione della doppia missione e al contesto di ricerca rappresentato dalle economie africane.
Social enterprises are hybrid organisations that combine different missions and processes from the for-profit and non-profit domains, and they usually operate in a resource-scarce environment such as African countries. Due to their dual missions and logics, they face continuous challenges and tensions in the management and growth of their businesses, with the risk to jeopardize the social impact, or constrain the financial sustainability. This thesis aim to shed lights on the opportunity that the hybridity may bring to hybrid organizations, especially in the interesting research setting offered by social enterprises. In particular, the first paper shows how, through hybrid harvesting strategies, social enterprises can overcome specific resource constraints. The second paper offers a relevant contribution in understanding the hybrid-diversification process in social enterprises as hybrid organizations, which can be considered a dual mission achievement. The third paper focus on scaling strategies of differentiated hybrid organizations, highlighting the strategies to scale the social impact toward beneficiaries while also scaling the commercial revenues from customers. Finally, this thesis offer a research agenda in the field of hybrid organizations and social entrepreneurship, with the specific focus on dual mission management and exploiting the research setting of challenging environments as african economies.
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POLETTI, LAURA. "Il transmedia storytelling come nuova strategia di Public Engagement per la valorizzazione della Terza Missione. Il caso The Shifters dell’Università degli Studi di Cagliari". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2021. http://hdl.handle.net/11584/315416.

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The present thesis investigates the Third Mission phenomenon focusing specifically on the role of Public Engagement in enlarging universities’ audience and enhancing the diffusion of scientific research. The primary objective of this study is to better understand how universities can improve their Third Mission activities by implementing key public engagement strategies and using innovative communication models. More specifically, the present research aims to uncover the mechanisms underlying the use of digital media in the formulation of new science communication models within Public Engagement activities; the latter represents a challenge and an opportunity for universities from both a social and managerial perspectives. To achieve this objective, I first employed an extensive literature review using a topic modeling approach to examine the latent structure of twenty years of literature on the Third Mission and Public Engagement. This analysis allowed identifying the most prominent research paths, evolutionary patterns, and future trends that characterize this body of research. Three core streams were outlined: digital engagement, science engagement and knowledge, and technology engagement. These streams offered the basis for a more in-depth examination of how new science communication models represent a crucial element for a comprehensive understanding of the public engagement of universities within a specific territory. In addition, I adopted a participatory observation approach using storytelling and transmedia narration techniques and examined the case of “The Shifters: The Third Mission”—a pilot project carried out by the University of Cagliari. The project offers unique real-life insights into the role of transmedia communication to foster the diffusion of scientific research by involving both experts on communication strategies and academic researchers. The core outcome of this study, owed by the case analysis, consists of developing a conceptual framework that combines key concepts of Third Mission (public audience, research, and media), uncovering potential connections. Findings showed a positive effect of the strategic use of new social media; nevertheless, the analysis highlighted universities do not exploit their overall potentiality. Indeed, this type of organization could leverage new media tools to promote Third Mission activities using a transmedia communication model that allows reaching a large audience characterized by high heterogeneity. In so doing, the present work contributes to both Third Mission and public engagement literature by offering a novel and hybrid conceptual model that can serve as a guideline for science communication. Finally, several practical implications, limitations, and future research avenues are also presented and further discussed.
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FORLIANO, Canio. "The role of system dynamics to unveil the complexity of academic missions. An integrated approach for entrepreneurial universities’ performance evaluation and management". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2023. https://hdl.handle.net/10447/580154.

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The third mission concept implies that universities are expected to perform several diversified activities besides teaching (first mission) and scientific research (second mission). Third mission efforts may include activities such as knowledge dissemination, technological innovation, social innovation, advisory services, or entrepreneurship. Through third mission activities, universities engage in sustainable, inclusive development and/or territorial competitiveness by interacting with a wide range of subjects far beyond their students and reference scientific communities. The third mission’s activities vary a lot according to the specific characteristics of each university, the territory in which it is located, and the intricate nature of the relations with the entrepreneurial and innovation ecosystems’ actors. Since these missions can be reciprocally complementary or conflicting, they can result in paradoxical tensions and competition around allocating key resources and leveraging specific drivers to enhance universities’ performance. Both the management literature and national and international ranking agencies have made huge efforts to build effective performance measurement systems. However, there are still no shared frameworks that can effectively overcome the above-mentioned difficulties and solve the possible tensions that can exist at various organisational levels. By considering how those organisations respond to logics' multiplicity, this research project primarily aims to advance a conceptual model for evaluating and managing the performance of entrepreneurial universities and the role they can play in contributing to the development of modern complex, dynamic, and knowledge-intensive societies. To achieve these objectives, the relevant literature regarding entrepreneurial universities’ role and impact is analysed in the first phase. To do so, a bibliometric analysis was conducted by applying performance and network analysis techniques. Interestingly, from the conducted analysis, three different thematic clusters have emerged as shaping the current scientific debate: (1) knowledge management and innovation; (2) performance management and economic growth; and (3) technology transfer and knowledge commercialisation. Subsequently, leveraging the institutional logics meta-theory, a cross-country comparative case study was conducted in order to identify the different institutional logics that characterise entrepreneurial universities' activities. In particular, considering entrepreneurial universities as submersed complex organisational fields, three logics have been identified in association with each of their three academic missions. So, the inclusiveness, vocational, and excellence logics emerged in relation to the first mission. The focalisation, materiality, and excellence logics were identified in relation to the second mission. Third, the dissemination, translational, and entrepreneurial logics were distinguished concerning the third mission. In the end, those nine different logics have been reconciled to the different key performance indicators used to evaluate entrepreneurial universities' performance in pursuing the three academic missions. Then, leveraging system dynamics principles, those results have been used to build a causal loop diagram to offer a dynamic viewpoint of the intertwined relationships existing between the three different academic missions and how their associated institutional logics can result in mutually complementing or conflicting with each other. Finally, a dynamic performance management chart is leveraged to offer some concluding remarks on the interrelationships existing between the strategic resources, intermediate results (i.e., performance drivers), and short-term (i.e., output) and long-term (i.e., outcomes) end results that are related to entrepreneurial universities’ activities. Hence, the proposed model contributes to the literature regarding entrepreneurial universities’ management and their performances and impact assessment, with a particular focus on their intangible resources and those organisations’ role in contributing to societal and economic developments.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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Libros sobre el tema "Mission aziendale"

1

Fiorentini, Giorgio. La Chiesa come "azienda non profit": Gestione e marketing. Milano: EGEA, 1998.

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Capítulos de libros sobre el tema "Mission aziendale"

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Bagnoli, Carlo y Veronica Tabaglio. "2 • La missione aziendale". En Alla ricerca dell’impresa totale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-418-9/003.

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2

"1• L‘impresa significante nella prospettiva spaziale". En L’impresa significante fra tradizione e innovazione. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-572-8/001.

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1.1 Il tetraedro del valore. – 1.1.1 La visione e la missione aziendale. – 1.1.2 I paradossi strategici. – 1.1.3 La strategia e il modello di business. – 1.2 L’impresa significante. – 1.2.1 La visione e la missione dell’impresa significante. – 1.2.2 I paradossi strategici dell’impresa significante. – 1.2.3 La strategia e il modello di business dell’impresa significante.
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"2 • L’impresa significante nella prospettiva spazio-temporale". En L’impresa significante fra tradizione e innovazione. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-572-8/002.

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2.1 L’impresa famigliare e longeva. – 2.1.1 Il Significato dell’impresa famigliare. – 2.1.2. Il Significato dell’Impresa Longeva. – 2.2 Il caso aziendale Barovier&Toso. – 2.2.2. Antonio Salviati (1866-1878): valorizzare la tradizione artigianale (e mercantile) di un territorio. – 2.2.3 Giovanni Barovier & nipoti (1878-1919): valorizzare la tradizione artigianale di una famiglia (e di un territorio), innovando i prodotti. – 2.2.4 Ercole Barovier (1919-1936): dall’artigiano artista all’imprenditore designer per perseguire la strategia delle ‘2e’ (esperienza estetica & efficienza). – 2.2.5 Ercole e Angelo Barovier (1936-1972): dalla strategia delle ‘2e’, a quella delle ‘2b’ (big & better) per rispondere alle discontinuità ambientali. – 2.2.6 Angelo e Jacopo Barovier (1972-1990): valorizzare la tradizione artigianale di un’impresa famigliare, innovando il modello di business. – 2.2.7 Jacopo Barovier (1990-2013): dall’imprenditore manager, al manager imprenditore per perseguire la strategia delle ‘2f’ (focalizzazione e funzione). – 2.2.8 Visione, Missione, Strategia, Paradossi Strategici, Modello di Business di Barovier&Toso.
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