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Basana, Andrea <1986&gt. "Il Mercato del mobile veneziano tra la fine dell'800 e gli inizi del '900: Le fantasiose creazioni della ditta dei fratelli Testolini". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4081.

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Dopo una panoramica sulla realizzazione del mobile veneziano dai suoi albori ai giorni nostri si passa ad analizzare il mercato del mobile veneziano dagli ultimi decenni dell'800 ai primi del '900, soffermandosi in particolare sul mercato italiano, inglese e americano, per poi infine analizzare la produzione della ditta Testolini, specializzata nella produzione di mobilia virtuosistica.
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Ghelfi, Maria <1981&gt. "Trittico con Pantalone : la commedia cittadina veneziana di Giovanni Bonicelli e Tommaso Mondini (1688-1693): Pantalone bullo, Pantalone mercante fallito, Pantalon spezier: edizione critica commentata". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4624.

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La tesi presenta l’edizione critica e commentata di tre commedie veneziane della fine del Seicento: Pantalone bullo (1688) di Giovanni Bonicelli; Pantalone mercante fallito di Tommaso Mondini (1693); Pantalon spezier (1693) ancora di Bonicelli. Si tratta di tre testi di notevole rilievo nel panorama del teatro veneziano pregoldoniano, sotto il profilo della storia della drammaturgia e della storia dello spettacolo, quanto preziosi per le attestazioni relative alla storia del veneziano. Al centro di essi il personaggio di Pantalone, che si presenta in tre differenti caratterizzazioni, assai distanti dallo stereotipo della Commedia dell’Arte. Fuori da facili e riduttivi itinerari evoluzionistici, questi testi, in varia misura connessi al genere seicentesco della cosiddetta commedia ridicolosa, mostrano l’investimento su un’ambientazione scenica concreta, tesa ad offrire al pubblico referenti oggettivi e conosciuti, quotidiani e condivisi, che mostrano questa produzione come una tappa considerevole di una storia, dunque ininterrotta nel tempo, dalla produzione cinquecentesca all’esperienza goldoniana, della commedia cittadina veneziana. Il commento, che accompagna un testo ricostruito sulla tradizione a stampa, ricostruita e riconsiderata, è volto a sottolineare e analizzare la struttura dei testi, dando approfondimento delle ragioni che ne costituiscono le caratteristiche di maggior importanza, nonché ad offrire un’analisi linguistica, come contributo allo studio del veneziano seicentesco, con particolare riferimento alla tradizione delle lingue di scena, che connettono l’esperienza cinquecentesca a quella di Carlo Goldoni, che a questa produzione – con distacco e sufficienza, ma con costante attenzione – mostra di avere fatto debito riferimento, soprattutto negli anni del suo approdo alla scrittura comica e della rifondazione del genere della commedia cittadina veneziana.
The thesis presents a critical edition and commentary of three venetian plays of the late seventeenth century: Pantalone bullo (1688) by Giovanni Bonicelli ; Pantalone mercante fallito by Tommaso Mondini (1693 ; Pantalon spezier (1693) even by Bonicelli. These three texts of considerable importance in the venetian theater before Goldoni, in terms of the history of drama and history of the show, as valuable to the claims relating to the history of venetian language. At the center of them the character of Pantalone, which comes in three different characterizations, very distant from the stereotype of the Commedia dell'Arte. Outside easy and reductive evolutionary routes, these texts, on vaiorus degrees, connected to the genre of so-called commedia ridicolosa, show the investment of scenic ambience to more concrete terms, aimed at giving the public objective referents and well-known every day pattern, which show this production as a step of a considerable history, therefore unbroken in time, from the sixteenth production to the experience of Carlo Goldoni,in the venetian-town-comedy. The commentary that accompanies a text on the printed tradition rebuilt, reconstructed and reconsidered, is to highlight and analyze the structure of texts, giving depth study of the reasons which form the characteristics of greatest importance , and to offer linguistic analysis , such as contribution to the study of seventeenth-century venetian language, with particular reference to the tradition of the languages of the scene, which connect the experience to the sixteenth century by Carlo Goldoni , who in this production - with detachment and sufficiency , but with constant attention - could always find inspiration, especially in the years of his approach to the comic writing and the re-establishment of the genre of Venetian-town-comedy.
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Corazza, Lucia <1992&gt. "Il mercato di quadri nella Venezia del Cinquecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10516.

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Questa tesi di laurea si propone di indagare le dinamiche del mercato di quadri nella Venezia del Cinquecento, inteso come un fenomeno composto da domanda ed offerta dove l’oggetto al centro dello scambio è il dipinto non commissionato. Presupponendo l’unicità e l’importanza del contesto, il lavoro viene organizzato seguendo la logica della “vita” del dipinto quindi dalla sua produzione, alla messa in vendita ed infine all’acquisto. Nella parte dedicata alla produzione si parla della Corporazione dei Dipintori, dei regolamenti di produzione (con gli illeciti più comuni) e delle botteghe artistiche. La vendita viene poi trattata nei suoi regolamenti (riportando sempre gli illeciti più frequenti), e nei suoi svariati luoghi o circuiti preferenziali, nella presenza di intermediari e la determinazione del prezzo. Si conclude infine con la domanda finale dunque con gli acquirenti (suddivisi per fascia alta e bassa), i generi prediletti e le provenienze più frequenti. This thesis aims at describing the art market in Venice during the sixteenth century, considered as a demand and supply phenomenon in which the object of the trade is the non-commissioned painting. Implying the importance of the historical and cultural context evaluated, the present work follows the path of the painting from its production to its sale and purchase.
The first part focuses on the production, dealing especially with the Corporazione dei Dipintori, its productive rules (and the most common violations of them occurring) and the artists’ ateliers. 
In the second part, the sale phase is studied from a regulatory point of view (including also the analysis of the most common offences committed); furthermore, a description of the trade places and networks, the type of intermediaries and the components of the final cost is provided. 
In the end, the conclusive part is dedicated to the final demand; in particular the features of the buyers and the most appreciated genres and provenances are analysed.
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Cacciola, Giulia <1995&gt. "Gallerie, Fondazioni e Case d'asta: un'analisi del mercato dell'arte contemporanea a Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17022.

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Il progetto di tesi intende indagare l'andamento del mercato dell'arte di Venezia e quali siano gli agenti del sistema e del mercato più attivi in città. Partendo da un'analisi del mercato dell'arte contemporanea a livello internazionale, si è compiuta l'analisi dei singoli agenti operanti in laguna, quali: gallerie, fondazioni e case d'asta. Il caso di studio indagato per le gallerie d'arte è quello del Venice Gallery View, un network nato nel 2017, che si basa sulle teorie di collaborazione tra gallerie. Le dieci gallerie partecipanti sono state analizzate e si è cercato di evidenziare quelli che sono i punti di forza derivanti da una collaborazione territoriale. Il secondo caso di studio è quello delle fondazioni veneziane, che sono state trattate partendo da quelle storiche, fino a giungere alle nuove istituzioni giunte a Venezia, che hanno fatto sì che si verificasse una nuova spinta per il mercato dell'arte contemporanea. La fondazione è qui da considerarsi come un evoluzione del collezionismo come investimento in arte. L'ultimo aspetto riguarda invece la mancanza di case d'aste di rilievo in laguna e per completezza d'indagine, è stata svolta un'analisi sull'operato dell'unica casa d'aste presente nella città metropolitana di Venezia.
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Paruzzo, Valeria. "Il mercato e il collezionismo di dipinti antichi nella Venezia austriaca (1815-1866)". Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2022. http://hdl.handle.net/11572/354942.

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La tesi è uno studio sul commercio e sul collezionismo di dipinti antichi a Venezia durante la seconda e la terza dominazione austriaca (1815-1848 e 1849-1866). Si è proposta in apertura una prima analisi organica dello sviluppo delle iniziative di tutela del patrimonio artistico mobile della città. Si sono ripercorse, avvalendosi di fonti archivistiche, le difficoltose negoziazioni del Governo veneto con Vienna che portarono all’introduzione del divieto all’esportazione di opere d’arte nel 1818. Di quest’ultimo si sono esplorate le criticità di formulazione e applicazione, in particolare in merito all’incapacità istituzionale di prevenire il sempre più diffuso commercio illecito di dipinti. La possibilità di acquistare a Venezia molti dei quadri entrati in possesso del Demanio, ma anche dipinti da antiche collezioni cittadine in via di disgregazione, oltre a pitture che arrivavano dall’entroterra e dall’estero, ben si conciliava con l’alta domanda da parte di compratori esteri (collezionisti, agenti, direttori di nuovi istituti museali) che, arrivati in laguna, conclusero importanti acquisizioni. Investendo nell’affitto di sedi prestigiose e nell’acquisizione di opere di qualità, emergenti figure di antiquari misero in campo diverse strategie commerciali ed esercitarono una forte influenza sulle vicende critiche, collezionistiche e conservative delle opere da loro raccolte. Si sono ricostruite nel dettaglio le modalità di esportazione e trasporto delle opere d’arte dalla laguna in tutta Europa. Anche per quanto riguarda il collezionismo di dipinti nel periodo asburgico si presentano nella tesi primi appunti per un più ampio programma di ricerca. Le numerose informazioni reperite su singole personalità di importanti antiquari, collezionisti e intermediari finora poco indagate sono confluite in dodici schede di approfondimento che mettono a fuoco le loro biografie e le specifiche vicende collezionistiche e conservative delle opere in loro possesso. Conclude il lavoro un regesto delle richieste di esportazione dal 1829 al 1860.
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Franceschi, Stefano <1989&gt. "Aspetti del collezionismo e del mercato di stampe nella Venezia della seconda metà del XVI secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10150.

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Con la seguente ricerca si mettono in luce aspetti legati al mercato, al collezionismo di stampe e alle figure chiave del loro processo produttivo – incisori, stampatori, editori – nel secondo Cinquecento a Venezia, città che già ad inizio secolo era un crocevia di culture, artisti e fiorente centro editoriale. La personalità dominante è, ancora una volta, quella di Tiziano, che (ri)scopre la potenzialità del mezzo incisorio. Se nei primi decenni del XVI sec. aveva sfruttato la silografia per divulgare la sua opera, dal settimo decennio il suo interesse si sposta sul bulino, per una resa grafica più «morbida», unita ad un procedimento più snello. La bottega si arricchisce quindi con Cornelis Cort, talentuoso bulinista fiammingo, per una collaborazione di due bienni. Vengono incisi 12 soggetti, derivanti principalmente da modelli creati dal Tiziano per l’occasione, nei quali accanto all’inventor, spiccano anche il fecit di Cort ed il Privilegio. Altra figura degna di rilievo è quella di Hans Jakob König, gioielliere di Füssen, a Venezia dal settimo decennio del ‘500. Forte dei legami con gli Ott e i Fugger, egli aveva scelto Venezia come base per scambi commerciali - con i Medici, i Gonzaga e l’imperatore Rodolfo II – e luogo dove collezionare effigi di artisti. Del suo ruolo di editore, che in questa sede verrà particolarmente indagato, si conosce poco: una quinta edizione del Carro Trionfale di Massimiliano I del Dürer e alcune incisioni a lui dedicate di Sadeler e van Veen.
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BASSO, MADDALENA. "Il Palazzo dei Camerlenghi di Venezia : mercanti o magistrati a Rialto?" Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278527.

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Foffani, Anna <1989&gt. "La Finlandia alla Biennale di Venezia (1909-2015) : esposizioni nazionali e performance di mercato delle partecipazioni nel XXI secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8422.

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Percorso nell'arte finlandese attraverso la partecipazione alla Biennale di Venezia. Si analizzano le partecipazioni di anno in anno per ricostruirne la storia e il contesto artistico-culturale. Si analizzano inoltre le performance di mercato legate alla partecipazione nel XXI secolo.
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Vieceli, Matteo <1972&gt. "L'immagine per i mercanti di legname veneziani tra il XVI e XVII secolo: fluitazione di materiali e di idee". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2840.

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Cismon-Brenta e Cordevole-Piave rappresentano gli assi di comunicazione fluviale che per secoli soddisfarono le necessità di legname della Serenissima, convogliando travi e tavole rispettivamente dai boschi del Primiero, del Cadore e dell'Agordino. Col tempo una rete di famiglie di mercanti approntò strategie per controllarne i redditizi traffici, per spartirsene il mercato, per intessere alleanze tra di loro o con i poteri civili e religiosi nelle aree attraversate. Necessariamente con il legname circolarono così anche uomini, che si insediarono nei luoghi strategici lungo il percorso di fluitazione, come pure in quel di Barbaria delle Tole, ultimo e decisivo approdo in Venezia. Interessante sarà a questo punto verificare come questi commerci possano aver contribuito nel portare non solo merci, ma anche idee, sia dalla Serenissima verso la “provincia” che, nel contempo, a veicolare istanze e pensieri dal pur sempre vicino Impero Asburgico, alla cui autorità gran parte dei boschi appartenevano. A tal fine si cercherà di lavorare non solo sui documenti di archivio o sui numerosi testi specifici sull'argomento, ma soprattutto su quei documenti ancora in loco, magari ancora “vivi” in parte delle loro originarie funzioni: edifici e immagini, residenze e dipinti, oratori e pale d'altare. Forse in essi, più che altrove, dovremmo ricercare il colore, il “timbro” di quell'epoca, trovare conferma di quel fluitare di idee dalla laguna ai monti, da Innsbruck e Augusta fino ai confini della Serenissima seguendo gli itinerari dei loro mercanti-committenti. Immagini e opere architettoniche non da guardare semplicemente come documenti “passivi” di un'epoca, ma illuminanti esse stesse quei contesti, alla luce delle loro funzioni e peculiarità comunicative evidenti . Fondamentale sarà quindi adottare un approccio il più possibile multidisciplinare incontrando per forza di cose in questo “viaggio” aspetti economici, contingenze politiche, documenti artistici, istanze religiose, comportamenti sociali e tutte quelle occorrenze storico-contestuali che dovranno essere sempre tenute presenti. Solo così potremo chiarire l'importante ruolo di mediatori della cultura veneziana svolto dai mercanti di legname, ma soprattutto il loro contributo nel portare e diffondere nella terraferma quell'istinto imprenditoriale, quell'orgoglio patrio, quella perseveranza e spirito pratico di cui è (era?) intrisa la cultura, anche economica, veneta.
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LOMBARDO, SIMONE. "La croce dei mercanti. Genova, Venezia e la crociata mediterranea nella seconda metà del Trecento". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/119855.

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La tesi è rivolta all’indagine dell’ideale crociato nel contesto veneziano e genovese durante la seconda metà del XIV secolo: il richiamo della crociata è un metro indicativo per approfondire la mentalità e la situazione dei ceti mercantili nel mondo mediterraneo. Ho indagato le reazioni umane e psicologiche alla «crisi del Trecento», analizzando i mutamenti subiti dall’idea di crociata, il cambio di obiettivi, partecipanti e attrattiva: la crociata non sembra più un oggetto in grado di rispondere alle esigenze spirituali del momento. È stata indagata la percezione della crociata e gli atteggiamenti di genovesi e veneziani, tra attrattiva e indifferenza. Ho approfondito la contrazione economico-navale dei due centri, la mutata sensibilità delle cronache, il distacco mentale dall’Oriente, il sentimento del pericolo turco, il cambio nella religiosità e l’inquietudine percepita negli ambienti marittimi. Ho indagato la frontiera del Mediterraneo orientale e la reale partecipazione di genovesi e veneziani alle crociate trecentesche, mostrando la condotta pragmatica dei mercanti. Genovesi e veneziani non sembrano dediti solo al guadagno, senza una spinta ideale: molti privati partecipano alle spedizioni crociate. Tuttavia essi erano coscienti della complessità della realtà e soggetti a nuove difficoltà, dunque la loro risposta era molto più cauta.
The thesis analyzes the impact of the Crusader ideal in the Venetian and Genoese context during the second half of the fourteenth century. The call for the Later Crusades seems an indicative case for delving into the mentality and situation of the merchant classes in the Mediterranean world. I investigated the human and psychological reactions to the “crisis”, analyzing the changes undergone by the idea of Crusade in objectives, participants and attraction: the Crusade no longer seemed to be capable of responding to the spiritual needs. The attitudes of Genoese and Venetians were then investigated, between attraction and indifference. It is analyzed the economic and naval contraction of the two centers, the changed sensitivity, the mental detachment from the East, the feeling of Turkish danger, the changes in religiosity and the anxiety perceived. Finally, I investigated the Eastern Mediterranean frontier and the real participation of Genoese and Venetians in the fourteenth-century Crusades, showing the pragmatic behavior of merchants. Genoese and Venetians did not seem to be only dedicated to profit and devoid of an idealistic drive: many private individuals participated in the Crusade expeditions. However, they were aware of the complexity of reality and were subjects to new difficulties.
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Di, Lenardo Isabella <1979&gt. "Artisti-mercanti-collezionisti : il ruolo delle comunità fiamminga e tedesca a Venezia nelle dinamiche artistiche della prima età moderna". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3007.

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Alcuni mercanti e agenti d’arte che facevano parte della comunità fiamminga e tedesca che risiedevano a Venezia ma erano in continuo movimento lungo le rotte commerciali tra il Nord e il Sud d’Europa, furono figure decisive per gli scambi artistici tra l’ultimo quarto del XVI secolo e il primo Ventennio del XVII. Questo studio ha indagato, proponendosi anche metodologicamente in modo nuovo, come la trama del network internazionale di cui questi mercanti, fini collezionisti e agenti d’arte facevano parte, sostanziasse la circolazione di artisti e opere d’arte. Grazie al focus su alcuni casi studio di pittori che giungevano in Italia per compiere il tradizionale percorso di apprendimento, è stato possibile ricondurre dati documentari inediti, e altri già acquisiti dalla storiografia artistica, in un nuovo quadro coerente di relazioni sociali, culturali, più specificatamente artistiche.
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Guazzetti, Fabio. "Produrre il reale - analisi della produzione e distribuzione del cinema documentario italiano contemporaneo (2000 - 2019)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25139/.

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Nell’ultimo ventennio, il genere documentaristico ha conosciuto una rinnovata popolarità in Italia, con un considerevole aumento dei volumi produttivi e numerosi autori in grado di ottenere importanti riconoscimenti a livello tanto nazionale quanto internazionale; nonostante ciò, sono tutt’ora ben pochi gli studi dedicati agli aspetti più economici ed industriali alla base di tale “rinascita del documentario”. Scopo di questa tesi è dunque quello di analizzare la contemporanea produzione e distribuzione di documentari in Italia, al fine di individuarne le caratteristiche fondamentali e delinearne le principali dinamiche evolutive. Un’analisi che non può prescindere dal prendere in considerazione il più ampio contesto audiovisivo in cui opera la cinematografia italiana: proprio per questo nel primo capitolo è proposta un’analisi del contemporaneo mercato audiovisivo europeo (con particolare riguardo alle misure di sostegno economico sovranazionali previste dalle principali istituzioni europee), per poi procedere nel secondo capitolo ad analizzare il più delimitato contesto italiano in una prospettiva storico-economica, al fine di individuare appunto le caratteristiche della contemporanea produzione documentaristica italiana; il terzo e ultimo capitolo è invece dedicato all’analisi della produzione e distribuzione di tre documentari del regista Gianfranco Rosi, che appaiono esemplificativi dello stato di salute del documentario italiano contemporaneo e permettono di verificare in maniera operativa quanto analizzato nelle due sezioni precedenti della tesi.
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SOGLIANI, Daniela. "La Serenissima e il Ducato. Arte, diplomazia e mercato nel carteggio tra Venezia e Mantova (1613-1630)". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11562/957740.

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La ricerca è dedicata all’analisi e alla trascrizione del carteggio degli inviati del ducato di Mantova presso la Serenissima Repubblica di Venezia negli anni di governo di Ferdinando Gonzaga (1612-1626) fino al Sacco della città del 1630. Sono state vagliate circa 13.000 lettere, ordinate in diciannove buste dell’Archivio Gonzaga conservate presso l’Archivio di Stato di Mantova, e oltre 700 sono state trascritte seguendo il criterio delle informazioni artistiche (la pittura, la scultura e l’architettura) ma senza tralasciare le notizie relative alla letteratura, le scienze e il mercato veneziano in genere. Questo studio intende precisare i contorni delle relazioni culturali e diplomatiche tra i due stati in anni cruciali per la storia della famiglia mantovana che, dopo un periodo glorioso, si avvia verso un declino inesorabile con il Sacco del 1630 e l’arrivo dei Gonzaga Nevers di Francia. Figura chiave è il duca Ferdinando, la cui cultura enciclopedica è evidente nell’acquisto di volumi delle più svariate materie a Venezia. Il Gonzaga è anche impegnato nella ricerca di denaro a sostegno del suo stato presso i Monti di Pietà della Serenissima e di Verona in cambio del pegno di gioielli e di argenti della sua collezione ma anche presso i mercanti che operano in città come Bartolomeo e Grazioso Bontempelli detti dal Calice. Bartolomeo dalla Nave, noto mercante e collezionista, propone invece agli inviati mantovani l’acquisto di opere, mentre il fiammingo Daniel Nijs è noto per la vendita della collezione Gonzaga al re Carlo I Stuart, il più “grande affare d’arte” del XVII secolo, che spostò a Londra il baricentro degli scambi collezionistici europei. Gli episodi artistici che si ritrovano nel carteggio, in cui sono presenti diversi intermediari, ambasciatori, artisti, comici e inviati, riguardano la costruzione della villa Favorita nei pressi di Mantova, l’arrivo di ritratti della famiglia Gonzaga a Venezia, l’attività di Domenico Fetti, pittore di corte, e dell’incisore Justus Sadeler. Le molte voci che s’intrecciano nei documenti forniscono un quadro articolato dei rapporti tra i Gonzaga e la Repubblica veneziana, alleato indispensabile nei fragili equilibri europei e indiscutibile centro di smistamento di tutte le notizie che arrivano alle altre corti. Venezia è anche una miniera inesauribile di opere e di artisti per i Gonzaga che, per questo motivo, trattano la vendita della loro collezione proprio nella città lagunare.
This study was dedicated to the analysis and transcription of the correspondence from the ambassadors sent by the Duchy of Mantua to Republic of Venice during the reign of Ferdinando Gonzaga (1612-1626) and until the city was sacked in 1630. Approximately 13,000 letters, stored in nineteen envelopes in the Gonzaga Archive conserved in the State Archive of Mantua, were evaluated and over 700 were transcribed, following the criterion of artistic information (painting, sculpture and architecture), but without omitting news about literature, science and the market. The purpose of the study was to better define the configuration of the cultural and diplomatic relations between the two states during crucial years in the history of the Mantuan family. After a period of glory, it was slipping toward its inevitable decline with the defeat and sack of 1630 and the arrival of the Gonzaga Nevers from France. Duke Ferdinando was the key figure. His encyclopaedic culture is revealed by his acquisition in Venice of books on a great variety of subjects. The Duke was also very busy searching for funds to sustain his state from pawnbrokers in Venice and in Verona, in exchange for pawning the jewels and silverwares of his collection, but also from merchants who were operating in the city such as Bartolomeo and Grazioso Bontempelli, known as dal Calice. Bartolomeo dalla Nave, a well-known merchant and collector, proposed to the envoys to buy the works, while the Flemish intermediary, Daniel Nijs, is known for having sold the Gonzaga collection to king Charles I of England, the “best art deal” of the 17th century, which made London the European collectors’ exchange centre of gravity. The artistic episodes that appear in the correspondence, with their various intermediaries, ambassadors, artists, actors and envoys, concern construction of the Villa Favorita near Mantua, arrival of the Gonzaga family portraits in Venice, the activities of Domenico Fetti (the court painter) and of the engraver Justus Sadeler. The many voices that are entwined in the documents provide a detailed image of the relations between the Gonzaga family and the Venetian Republic, an indispensable ally amidst the fragile European equilibriums and, unquestionably, the clearing house for all news that arrived from other courts. Venice was also an inexhaustible mine of artists and works of art for the Gonzaga family, which for this reason negotiated the sale of their collection in the city on the lagoon.
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BRESSAN, GIORGIA. "L'impatto del confine sul mercato dei carburanti per autotrazione: il caso del Friuli Venezia Giulia". Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/917176.

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MINUZZI, Sabrina. "Sul filo dei segreti medicinali: praticanti e professionisti del mercato della cura a Venezia (secoli XVI-XVIII)". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/397742.

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La ricerca ha per oggetto le autorizzazioni a manipolare e vendere medicamenti rilasciate fra XVI e XVIII secolo dai provveditori alla Sanità di Venezia a 375 fra medici, speziali, droghieri, etc. ma anche figure non appartenenti alla professione medica (eccetto ciarlatani, già ben indagati dalla letteratura come dalla recente produzione accademica). Nella prima parte si esamina l’evoluzione normativa fra gli anni 1549-1798, estremi della prima ed ultima autorizzazione rilasciata per segreti medicinali. Evoluzione che evidenzia come i soggetti produttori di segreti non siano solo ciarlatani, opinione invalsa negli studi, ma appartengano a varie categorie professionali, che negli anni si definiscono sempre più dettagliatamente. La manipolazione dei segreti si innesta quindi nel circuito del mercato della cura condividendo un tratto peculiare della farmacopea veneta: l’assenza di un codice farmaceutico di riferimento, che determina una grande libertà di invenzione e soprattutto una grande inclinazione chimica, spesso bandita dalle prime farmacopee ufficiali. La parte centrale della tesi si cerca di ricostruire, nei limiti concessi dalle fonti, le basi culturali che muovono i manipolatori di segreti ad interessarsi agli studi naturalistici e chimici, passando in rassegna una serie di casi-studio. Sulla base della variazione in percentuale delle professioni lungo i secoli XVI-XVIII, i manipolatori di segreti vengono così inseriti nella tradizione locale di studi chimici, botanici e di farmacopea. Nella terza parte si prende in esame l’ultima stagione dei segreti medicinali, la produzione tardo settecentesca, in cui vengono a maturazione una serie di caratteristiche di fondo: esigenza di rinnovamento e originalità, ricerca di un impatto terapeutico dolce e non invasivo, tendenza a costruire reti commerciali sovranazionali. Tra i manipolatori di segreti, gli speziali sono i professionisti che più sono aumentati dal XVI secolo, assecondati in ciò anche dalle autorità che vogliono ricondurre la produzione e vendita di segreti nelle botteghe medicinali. Il crepuscolo dei segreti è alle porte: la creatività di professionisti e praticanti è ricondotta nell’alveo di un sempre più capillare programma di disciplinamento socio-culturale.
The purpose of the research are the medicines and remedies (“secrets”) patented by Venetian Health authorities to 375 among physicians, apothecaries, grocers, practitioners etc. (except “charlatans”, already well explored) in sixteenth- to eighteenth-century Venice. In the first part we analyse the development of the regulatory framework from 1549 to 1798, dates of first and last licence for secrets. Development that highlights how the secrets manipulators are not exclusively charlatans, as most of the academic studies support, but they belong to various professional groups, defining them more and more minutely over the years. The manipulation of remedies and medicines is part of the care market, sharing a peculiar feature with the Venetian pharmacopoea: the lack of a binding pharmaceutical code, exciting a great deal of inventivness and above all a good tendency to chemical studies, usually avoided from the official pharmacopoeias. The central part of the research tries to reconstruct, to the extent permitted by sources, the socio-cultural background inducing the secrets manipulators to engage in naturalistic and chemical studies. We browse then a series of case studies along the XVI-XVIII centuries, concernig professionals and non professionals, inserting them in the local tradition of chemical, botanical and pharmaceutical tradition. The third part of the research is devoted to the last flowering of secrets, the late seventeenth-century one, when many features mature: the pursuit of therapeutical sweetness, together with a noninvasive therapeutical impact and the tendency to build large commercial networks. From the sixteenth century, among the manipulators of secrets, apothecaries are the most increasing group of professionals, facilitated by Health authorities that want to bring the care market back into the medicine shops. This is the twilight of the medicinal secrets: creativity of professionals and practitioners is shrinking day by day, while authorities are creating an increasingly widespread system of socio-cultural disciplining.
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