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Torino, Raffaele. "Mercato interno". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (enero de 2014): 105–25. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2013-001007.

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Piciacchia, Paola. "Mercato interno". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (enero de 2014): 105–25. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2013-001008.

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Cedrola, Elena, Loretta Battaglia, Chiara Cantů y Alessandra Tzannis. "Relazioni di business Italia-Cina: quali opportunitÀ per le piccole e medie imprese italiane". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 4 (noviembre de 2010): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004004.

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L'affermarsi di mercati quali la Cina apre nuove opportunitÀ nel processo di internazionalizzazione. Per le piccole medie imprese il contesto internazionale rappresenta una sfida da affrontare mobilitando e condividendo risorse e conoscenze di altri attori. Ciň č subordinato all'instaurazione di relazioni strategiche sul mercato sia interno, sia estero, che incidano sull'intera supply chain aziendale. La tematica č stata indagata mediante una ricerca su un campione di imprese operanti su o per il mercato cinese. Il lavoro fornisce implicazioni manageriali basate su un modello evolutivo proposto per la lettura dei comportamenti delle imprese sui mercati internazionali.
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Passarelli, Giuseppina. "Le asimmetrie fiscali infrastatali nella cornice del mercato unico europeo". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (marzo de 2011): 127–60. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001008.

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L'autrice analizza il fenomeno delle asimmetrie fiscali infrastatali nella cornice del mercato unico europeo, con riguardo ai recenti casi decisi dalla Corte di Giustizia in cui emerge un mutevole indirizzo pretorio e il tentativo di bilanciare gli assunti del libero mercato con la tutela delle specificitŕ territoriale delle entitŕ infranazionali. L'indagine si sofferma sulla vicenda della ‘tassa sul lusso' della Regione Sardegna e si proietta, in prospettiva comparata, sulle tax laws statunitensi, giungendo ad una disamina degli ultimi tentativi di riforma. Nelle osservazioni conclusive l'autore propone un rinnovato balancing tra le varie forme della fiscalitŕ di vantaggio e i principi sul funzionamento del mercato interno europeo.
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Bazzo, Eleonora. "La riforma del credito al consumo". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 197–220. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002003.

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In questi ultimi anni tutti i maggiori paesi industrializzati, non solamente nell'ambito dell'Unione Europea, hanno approvato riforme nel settore del credito al consumo. L'esigenza di favorire la concorrenza tra le imprese e l'allargamento dei mercati ha imposto il coordinamento comunitario o federale delle differenti legislazioni e l'elaborazione di sistemi normativi certi, adeguati ed uniformi, che impediscano comportamenti scorretti e limitino i costi transattivi a carico delle parti, attraverso la standardizzazione delle principali regole di condotta e delle pratiche commerciali. L'Unione Europea, perciň, ha voluto fornire regole non solamente per armonizzare la pluralitŕ delle fonti normative, comunitarie e nazionali, che governavano il settore, ma anche per ottenere la piena realizzazione del mercato interno e per favorire l'intensificazione delle negoziazioni transfrontaliere. In tale ambito, la disciplina italiana, riformata per dare attuazione alla relativa direttiva, si č posta come obiettivi il conseguimento della trasparenza e dell'efficienza del mercato creditizio, favorendo anche il rafforzamento delle istanze di protezione dei consumatori. L'obiettivo di questo articolo č quello di fornire una visione d'insieme della materia, analizzando sia l'importanza che questo settore ha assunto nell'ambito dell'economia europea e nazionale, sia il sistema normativo costituito dalla direttiva 2008/48/CE e dalle relative fonti nazionali di attuazione.
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Zahn, Rebecca y Bruno de Witte. "La prospettiva dell'Unione europea: dare preminenza al mercato interno o rivedere la dottrina Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 131 (agosto de 2011): 433–46. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131006.

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La Corte del lavoro svedese ha deciso il caso Laval con sentenza del 2 dicembre 2009. Essa ha applicato ai privati i principi del diritto dell'Unione relativi alla responsabilitŕ dello Stato al fine di condannare al risarcimento dei danni un'organizzazione sindacale per aver intrapreso un'azione collettiva illegittima. L'ampia interpretazione del diritto europeo data dai giudici svedesi č problematica sotto diversi punti di vista. Il rinnovato quadro costituzionale europeo, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, pone in una nuova prospettiva non solo la decisione della Corte svedese, ma anche la stessa sentenzadella Corte di giustizia. Alla luce di ciň, gli autori si chiedono se la Corte svedese abbia adottato un'interpretazione corretta con riferimento alla questione della responsabilitŕ in caso di violazione del diritto dell'Unione, e discutono alcune delle piů vaste questioni sollevate dalla sentenza.
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Cirlŕ, Mario. "La cittŕ interiore". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 22 (diciembre de 2011): 77–86. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022007.

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La relazione tra cittŕ e periferia dispone la riflessione tra interno/esterno, tra finito/ infinito, tra contenitore/contenuto. Il rapporto tra mondo-cittŕ e cittŕ mondo pone il dilemma inclusione/esclusione. Il dibattito tra stato-nazione e mercato globale interroga la questione di sicurezza/insicurezza. Informato alla riflessione di G. Deleuze, l'intervento cerca nella teoria e nella pratica psicoanalitica prospettive non solo analogiche ma auspicabilmente operative.
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Orcalli, Gabriele. "Lo scambio talent for citizenship e la politica europea per l'immigrazione ad alta qualificazione". ARGOMENTI, n.º 32 (septiembre de 2011): 5–38. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-032001.

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La competizione internazionale per i lavoratori ad alta qualificazione si basa sia sull'offerta di condizioni di lavoro favorevoli sia sull'offerta di regole che assicurino vantaggi in termini di status giuridico, di diritti di permanenza e di accesso alle opportunitŕ del mercato interno del lavoro. Esiste uno scambioin base al quale l'offerta piů importante di uno Stato ad un lavoratore straniero č la facilitazione nell'ottenimento dei diritti propri della cittadinanza. Il saggio intende discutere la capacitŕ della UE, in base alla propria costituzione economica, di governare questa politica per l'immigrazione secondo criteri di competitivitŕ internazionale.
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Vuillermoz, Riccardo. "La disciplina dell'Unione europea in materia di aiuti di stato applicata al settore turistico-ricreativo". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 2 (agosto de 2011): 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002003.

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Dopo aver richiamato rapidamente le condizioni necessarie affinché una intervento pubblico possa essere qualificato aiuto di Stato, l'articolo analizza l'approccio della Commissione e la giurisprudenza in merito a queste stesse condizioni applicate a casi specifici relativi al settore turistico- ricreativo. L'articolo si concentra in particolare sulla prassi e giurisprudenza relative all'analisi sull'incidenza sugli scambi tra gli Stati membri, ma analizza anche altre condizioni: trasferimento di risorse statali, vantaggio economico e selettivitŕ, incidenza sulla concorrenza. Infine, l'articolo esamina alcuni aspetti dell'approccio della Commissione europea sulla compatibilitŕ con il mercato interno degli aiuti a questo settore.
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Costantini, Eleonora. "Mobilitŕ e invisibilitŕ. Le principali trasformazioni nel mondo della prostituzione migrante esercitata in luoghi chiusi". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (septiembre de 2010): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001004.

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Negli ultimi dieci anni il mercato della prostituzione ha suběto costanti mutamenti, alcuni dei quali particolarmente complessi da indagare a causa delle sempre piů frequenti strategie di mascheramento della vendita di sesso e del conseguente sfruttamento, in appartamenti o in locali di intrattenimento, soprattutto della componente migrante. L'analisi - utilizzando i principali concetti della sociologia dalle migrazioni - si propone di ripercorrere queste trasformazioni a partire dai concetti di mobilitŕ e visibilitŕ, utilizzando i dati e le informazioni provenienti da due ricerche realizzate negli anni 2003-2005 e 2007-2008, sul territorio della regione Emilia Romagna. Oggi la prostituzione si presenta come un mercato altamente differenziato al proprio interno, con almeno tre segmenti prevalenti, funzionalmente interrelati tra loro: quello della strada, quello degli appartamenti e quello dei locali. Riguardo alle soggettivitŕ coinvolte la componente migrante rappresenta ancora quella piů significativa, sia in termini di genere femminile che transessuale. L'esercizio della prostituzione in luoghi chiusi, inoltre, ha favorito la trasformazione e la proliferazione delle reti di supporto necessarie al buon funzionamento del mercato: la prostituzione in appartamento, ad esempio, richiede agenzie e intermediari immobiliari, figure di protezione e/o controllo, o agenzie sovra-locali in grado di gestire spostamenti di lavoro tra cittŕ diverse. I locali, d'altra parte, si stanno evolvendo verso forme sempre piů simili a pub o birrerie, discoteche o disco-pub, in cui si accede prevalentemente per bere, ascoltare musica e in cui si puň assistere agli spettacoli delle intrattenitrici. In un mercato con queste nuove caratteristiche, la prostituzione rappresenta oggi per la componente migrante un lavoro redditizio che permette una certa mobilitŕ sociale anche in patria; da qui l'idea di realizzare percorsi migratori ripetuti nel tempo, il cui obiettivo č l'accumulo di risorse economiche in tempi rapidi. Il meccanismo del debito contratto per il viaggio e per il supporto logistico una volta a destinazione, rende tuttavia l'esercizio della prostituzione una risorsa logorante, ossia una risorsa che nel lungo periodo puň imbrigliare il percorso migratorio verso il basso. Le principali ragioni che connotano in questo senso l'esercizio sono la sempre forte concorrenza verso il basso che si registra nel mercato; l'investimento individuale richiesto in termini di risorse economiche e fisiche; la pericolositŕ dell'esercizio che si lega alla natura deviante del mercato; infine, la raggiunta competenza e specializzazione delle reti criminali nelle molte attivitŕ che l'esercizio in appartamento e nei locali richiedono
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Rosato, Paolo, Raul Berto y Chiara D'Alpaos. "Risk and returns in real estate development projects at the black swan test [Rendimento e rischio d’investimento immobiliare alla prova del cigno nero]". Valori e Valutazioni 31 (febrero de 2023): 15–31. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223103.

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The real estate market is affected by great uncertainty due to the nexus of various factors: a) the specificity of the assets traded, which are illiquid, unique and very hetherogeneous from each other; b) the ‘structural disequilibrium’ of the market caused by the differences emerging in elasticity of supply with respect to demand; c) the non-competitiveness of the market, which often turns into a bilateral monopoly; d) the great variability of market prices. Since the subprime mortgage crisis that broke out at the end of 2006 in the United States, it has clearly emerged that, in a sector that represents about a third of world wealth, it is necessary, on the one hand, to implement proper and increasingly sophisticated valuation tools, to support the design of effective risk management strategies and, on the other hand, to improve the reliability of real estate data, in order to allow for a more robust verification of the hypotheses on the trend of the cash flows generated by the investment and a more accurate valuation of the investment risk and, consequently, of the project expected rate of return. The main objective of this work is to investigate the accuracy and robustness of the estimates of real estate investors of the expected returns on an urban development project in a medium-sized city representative of the North East of Italy. Using a simulation-based approach, the gap between the observed internal rate of return, estimated ex post on the basis of the actual trend of the parameters that influence investment returns, and the expected internal rate of return, calculated ex ante on the basis of the information available at the time of the investment decision. Firstly, we constructed the time series from 1995 to 2015 of the expected and observed internal rates of return of investments in the residential sector. We obtained the time series of the cash flows generated by the investment under investigation by implementing a simulation-based approach. Starting from the comparison between observed internal rate of return and expected internal rates of return, we identified ex post the risk implicitly assumed by the investor at the time of the decision to undertake the investment. Secondly, the effectiveness of the Capital Asset Pricing Model as a method for estimating the return on a property investment was verified, by comparing the project’s observed (ex post) internal rate of return with its ex ante rate of return, estimated through the Capital Asset Pricing Model. To carry out the above analyses, we constructed the time series of observed and expected internal rate of returns from 1995 to 2015 of investments in the residential sector. The time series of the internal rate of returns of real estate investments were obtained by implementing a simulation-based approach to determine the cash flows of real estate investments representative of the context under investigation and by adopting as model inputs the parameters usually adopted in ex-ante and ex-post real estate valuations. Starting from the comparison between observed and expected internal rate of returns, we identified ex-post the risk implicitly assumed by the developer at the time of the decision to undertake the investment. Finally, by investigating the determinants of the divergence between the investment’s observed and expected internal rate of return and cyclical variables, we identified the factors (i.e., the macroeconomic fundaments) which, in the period under investigation, affected investment risk and, consequently, investment return. Finally, by investigating the relationships that account for the difference between the observed and expected internal rate of return and the economic factors that can determine the current stage in economic cycles, we identified the determinants of invetment risk and returns. Il mercato immobiliare è affetto da grande incertezza dovuta a una concatenazione di diversi fattori: a) la specificità dei beni scambiati che sono illiquidi, unici e molto eterogenei tra loro; b) il “disequilibrio strutturale” del mercato causato dalla diversa elasticità del- l’offerta rispetto alla domanda; c) la non concorrenzialità del mercato che, assume spesso le caratteristiche del monopolio bilaterale; d) la grande variabilità dei prezzi di mercato. A partire dalla crisi dei mutui sub- prime scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, è emerso chiaramente come, in un settore che rappresenta circa un terzo della ricchezza mondiale, sia necessario, da un lato, operare con strumenti valutativi adeguati e sempre più sofisticati, in grado di suppor- tare l’individuazione di strategie efficaci di gestione dei rischi e, dall’altro, migliorare l’affidabilità dei dati immobiliari, in modo da consentire una verifica più ro- busta delle ipotesi sull’andamento dei flussi di cassa generati e una stima più accurata del rischio e, conseguentemente, del tasso di rendimento atteso. Obiettivo principale del presente lavoro è di investigare l’accuratezza delle previsioni effettuate da un ipotetico operatore immobiliare sul rendimento di un investi- mento a sviluppo in una città di medie dimensioni rap- presentativa della provincia dell’Italia settentrionale. Attraverso un approccio basato sulla simulazione, è stato calcolato lo scarto fra il tasso interno di rendimento effettivo, stimato ex post in base all’andamento effettivo dei parametri influenti sul rendimento stesso, e il tasso interno di rendimento atteso, calcolato ex ante sulla base delle informazioni disponibili al mo- mento della decisione d’investimento. In primo luogo, è stata costruita la serie storica dal 1995 al 2015 dei tassi interni di rendimento attesi ed effettivi dell’investi- mento immobiliare residenziale a sviluppo. Le serie storiche sono state ottenute mediante la simulazione dei flussi di cassa di investimenti immobiliari rappresentativi della realtà indagata. A partire dal confronto fra tassi interni di rendimento effettivi e tassi interni di rendimento attesi è stato individuato, ex post, il rischio assunto implicitamente dall’investitore al momento della decisione di intraprendere l’investimento stesso. In secondo luogo, è stata verificata la bontà del Capital Asset Pricing Model come metodo di stima del rendi- mento di un investimento immobiliare a sviluppo, confrontando il tasso interno di rendimento effettivo e il tasso di rendimento ex ante stimato attraverso il Capi- tal Asset Pricing Model stesso. Infine, indagando sulle relazioni che intercorrono fra lo scarto fra tasso di rendimento interno effettivo e atteso e le variabili congiunturali, sono stati individuati i fattori che, nel periodo considerato, hanno maggiormente influito sul rischio al quale si è esposto l’investitore al momento di investire.
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Gerbasi, Giampaolo. "La risposta dell'Unione europea e il PNRR italiano allo specchio della crisi pandemica: un ritorno alle finalità emancipanti del costituzionalismo democratico e sociale?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (junio de 2022): 81–129. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-001004.

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Resumen
Il presente contributo ricostruisce le diverse misure poste in essere dall'Unione europea in risposta alle conseguenze economiche e sociali della pandemia. Dopo un breve raffronto con la strategia dell'austerità fiscale praticata dall'Unione europea nella crisi post-2008, ci si pone la domanda se la stagione dell'indebitamento e dell'interventismo pubblico inaugurata nell'ambito della crisi sanitaria possa considerarsi un'inversione di rotta nel processo di integrazione europea in direzione della promozione dei valori del costituzionalismo democratico e sociale. A tal fine, vengono esaminati in particolare il Recovery and Resilience Facility e il piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. La tesi sostenuta è che la finalità ultima di tali strumenti non è la realizzazione di un autentico progetto di emancipazione sociale ma quella di ristabilire il corretto funzionamento del mercato interno per assicurare una maggiore crescita attraverso la promozione di una maggiore coesione sociale e territoriale.
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Amato, Lucas Fucci. "Personalidade jurídica, mercado e opinião pública". Revista Brasileira de Sociologia do Direito 7, n.º 2 (1 de mayo de 2020): 78–96. http://dx.doi.org/10.21910/rbsd.v7n2.2020.395.

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Resumen
O objetivo do trabalho é defender um conceito de esfera pública ou ambiente interno específico ao sistema jurídico e revelar a importância da distinção entre esfera pública (ou ambiente interno) e esfera organizada para compreender a estrutura interna dos sistemas sociais – ou suas instituições. Com isso, desenvolve-se a distinção e o paralelo entre os ambientes internos dos sistemas jurídico, político e econômico: personalidade jurídica, opinião pública e mercado. Alia-se uma visão dos isomorfismos entre as estruturas institucionais desses sistemas sociais a uma análise de suas semânticas – de seus discursos de fundamentação e práticas decisórias. Enquanto a decisão política deve responsividade à opinião pública (à qual se vincula por meio do voto), a decisão jurídica (e especialmente judicial) vincula-se procedimentalmente a direitos, deveres, poderes e responsabilidades construídos como atributos subjetivos e garantidos pelo direito válido, que é a fonte autoritativa da motivação das sentenças.
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Nebbia, Paolisa. "Book Review: La concorrenza tra professionisti nel mercato interno dell’Unione Europea, by Elisabetta Bergamini. (Napoli: Editoriale Scientifica, 2005)". Common Market Law Review 43, Issue 6 (1 de diciembre de 2006): 1778–80. http://dx.doi.org/10.54648/cola2006114.

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Tassoni, Giorgia. "Aggiornamenti 2017 su pagamenti pecuniari e contratti turistici". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 20 (octubre de 2018): 207–23. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020002.

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Il d.lgs. 25 maggio 2017, n. 90 ha modificato la normativa in materia di riciclaggio, pur mantenendo il limite massimo di tremila euro per i pagamenti in contanti, in assenza di tracciabilità. Tale decreto ha tuttavia modificato la cosiddetta soglia antiriciclaggio, riducendo l'importo da 15.000,00 a 10.000,00 euro. Con riferimento ai pagamenti elettronici non rifiutabili, i decreti - previsti dal co. 5 dell'art. 15 d.l. n. 179/2012 così come modificato dalla l. 208/2015 - non sono stati emanati, nonostante ciò fosse previsto. Il d.lgs. n. 218/2017 attua la Direttiva (UE) 2015/2366 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno e il rispetto delle norme interne al Regolamento (UE) 2015/751 relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carte. La mancata approvazione, nel 2017, dei decreti interministeriali contenenti le sanzioni applicabili in caso di diniego dell'operatore, unitamente alla percezione sociale della disuguaglianza implicita nella norma, rappresenta un chiaro indice della mancanza di efficacia della norma stessa. Ciò merita una riflessione seria, dato che una determinata modalità di pagamento può essere imposta dal legislatore solo se corrisponde a un comportamento sociale consuetudinario che è significativamente e ampiamente riconosciuto. Al contrario, i progetti legislativi in corso sembrano andare nella direzione opposta, dato che includono alcune proposte legislative volte a costruire, in caso di rifiuto dei pagamenti elettronici, una tipologia di reato analoga a quella prevista dall'art. 693 cod pen. ovvero il rifiuto di accettazione della moneta avente corso legale.
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Fauri, Francesca. "La special relationship Fiat-Chrysler Dall'accordo del 10 aprile 1947 a quello del 30 aprile 2009". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 258 (septiembre de 2010): 57–72. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258003.

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L'articolo ripercorre le origini della relazione preferenziale che ha legato Fiat a Chrysler dall'immediato dopoguerra e in particolare durante gli anni del piano Marshall. Grazie ai contatti fra Vittorio Valletta e Philip Hills, dirigente della divisione esportazioni della Chrysler, tra il 1945 e il 1947 l'azienda torinese riuscě a concretizzare la prima importante intesa con una casa automobilistica americana in base alla quale gli ingegneri Fiat avrebbero avuto libero accesso alle risorse tecnologiche e di progettazione della Chrysler. Oggi invece la storia ha cambiato la posizione degli attori, la Chrysler per non chiudere ha dovuto ricorrere all'aiuto della Fiat. L'accordo di partnership siglato il 30 aprile 2009 permetterŕ la ristrutturazione e il rilancio del brand americano sul mercato interno e internazionale grazie alla condivisione della piů innovativa tecnologia Fiat per quanto riguarda i motori ecologici e a risparmio energetico (Multi-air) e l'impiego della tecnologia Chrysler nei propulsori elettrici per la progettazione di una nuova auto elettrica.
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Mattina, Liborio y Alessandro Tonarelli. "I CANDIDATI. VISIONI POLITICHE E CARRIERE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, n.º 3 (diciembre de 1996): 483–517. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024497.

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L'analisi delle candidature è suscettibile di diverse letture. In questo saggio ne privilegeremo due. La prima, prevalente, individuerà le caratteristiche dell'offerta di rappresentanza, la seconda le modalità di selezione del ceto politico parlamentare. L'una ci spiega la «proposta» che partiti e schieramenti elaborano per catturare il voto dell'elettore suggerendogli di essere rappresentato all'interno delle loro fila meglio che in quelle dei concorrenti. L'altra esamina il processo, più interno ai partiti, attraverso il quale avviene la riproduzione del ceto dirigente partitico e parlamentare.Nel nostro saggio manterremo distinta l'analisi delle due questioni esaminando l'offerta di rappresentanza con riferimento alle attività professionali dei candidati, e i percorsi di formazione del nuovo ceto con una ricognizione sulle esperienze politiche dei candidati precedenti la loro designazione. I risultati della ricerca verranno presentati dedicando particolare attenzione all'analisi su base sovraregionale in considerazione della rilevanza che la segmentazione territoriale del mercato elettorale italiano ha assunto nella elaborazione delle strategie elettorali dei partiti.
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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi y Mauro Panebianco. "Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 3 (septiembre de 2011): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Hott, Erica Aparecida y Edevaldo De Castro Monteiro. "AUDITORIA INTERNA: SUA IMPORTÂNCIA NAS ORGANIZAÇÕES EMPRESARIAIS NO ÂMBITO COMPETITIVO". Revista Univap 22, n.º 40 (16 de marzo de 2017): 642. http://dx.doi.org/10.18066/revistaunivap.v22i40.1339.

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A auditoria interna passou a ser um instrumento de amplo controle para os gestores, através de atividades que auxilia a administração como meio de identificar que os processos internos e políticas definidos pela companhia, assim como sistemas contábeis e de controle interno, estão sendo efetivamente seguidos e que as transações realizadas estão refletidas contabilmente em concordância com os critérios definidos previamente, permitindo-lhes exercer com segurança o processo decisório sobre as importantes transações empresariais, sendo um diferencial no meio competitivo. Neste contexto, o presente trabalho teve por objetivo apresentar a importância da auditoria interna dentro do âmbito organizacional nos dias atuais. Utilizou-se uma pesquisa descritiva, com base em estudos publicados que abordam o tema central deste estud. Conclui-se que a organização que investir na contratação do auditor interno terá mais chances de se alavancar no mercado competitivo diante dos avanços econômicos.
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Nascimento, Rosane Rosário do y Alvani Bomfim de Sousa Júnior. "Auditoria, controle interno e gestão de risco: importantes aliados na tomada de decisão". Entrepreneurship 4, n.º 2 (7 de abril de 2020): 1–12. http://dx.doi.org/10.6008/cbpc2595-4318.2020.002.0001.

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Em um mercado cada vez mais competitivo, as empresas que investem em um bom trabalho de auditoria se destacam das demais. A importância da Auditoria se constata no dia-a-dia das empresas. A auditoria de gestão auxilia a empresa, fazendo com que os planos traçados pelos gestores, sejam executados como os planejados. A auditoria proporciona para as empresas vantagens que irão influenciar os seus processos, sua produtividade a tomada de decisão e o desenvolvimento da empresa. Além de evitar irregularidades contábeis, é uma oportunidade para melhores os processos e controles. Diante disso, o artigo tem o intuito de identificar as funções da auditoria e controle internos associados à gestão de riscos para tornar as empresas mais competitivas. Refere-se à pesquisa bibliográfica e exploratória acerca da influência e benefícios do uso da auditoria interna nas organizações, buscando focalizar a atenção para a importância da auditoria e controle interno bem como a implantação da gestão de riscos nas novas formas de administrar e obter mais controle e sobreviver no mercado cada vez mais competitivo. A pesquisa revela que quando bem executada, a auditoria interna é um sistema de controle e planejamento, com informações valiosas que são a chave para a solução, que os administradores tanto procuram. A auditoria interna não é somente um detector de falhas e erros, mas uma parceira na busca por melhorias, assim, com o mercado competitivo, as empresas precisam adotar ferramentas de controle interno como a auditoria, que reduzem riscos e impacte positivamente seus resultados, ou seja, que contribuem para seu desenvolvimento.
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Laganŕ, Francesco y Alberto Violante. "Rocco e i suoi eredi: permanenza e mutamento nelle migrazioni Sud-Nord". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 121 (febrero de 2011): 30–50. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121003.

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Revisionando la letteratura economica e sociologica sul tema si possono sottolineare delle fallacie esplicative nell'identificare le novitŕ dei flussi migratori interni. Gli economisti hanno enfatizzato la rigiditŕ dei salari per dimostrare la propensione a non emigrare osservata fino agli anni '90, mentre una parte dei sociologi ha assunto la teoria del Capitale Umano per indicare il brain-drain come il principale nuovo tratto delle migrazioni interne. I risultati presentati contrastano con queste posizioni. Le fonti utilizzate sono due database longitudinali sul mercato del lavoro: Ilfi e Whip. In contrasto con gli approcci menzionati sopra gli autori identificano la forma circolare delle migrazioni come vera novitŕ dei flussi interni. Inoltre si mostra come il carattere qualificato della migrazione interna rappresenti una costante sia delle vecchie che delle nuove migrazioni.
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Claro, Aline Manhago, Cristine Raquel Steffens, Criziane de Bairros dos Santos, Fábio Cauduro, Jaime Peixoto Stecca, Marcia Helena Dos Santos Bento y Gustavo Fontinelli Rossés. "UMA ANÁLISE DO PROCESSO DE COMUNICAÇÃO INTERNA DA COOPERATIVA DE CRÉDITO CRESOL". SINERGIA - Revista do Instituto de Ciências Econômicas, Administrativas e Contábeis 22, n.º 2 (4 de diciembre de 2018): 75–86. http://dx.doi.org/10.17648/sinergia-2236-7608-v22n2-8241.

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Resumen
A comunicação vem adquirindo cada vez maior relevância, pois o mercado tem se mostrado mais exigente diante do cenário econômico. Assim, o presente estudo tem como objetivo analisar o processo de comunicação interna da Cooperativa Cresol, localizada no município de Santa Maria/RS. Os objetivos específicos deste estudo são: identificar, por meio de pesquisa, como a comunicação é vista pelos colaboradores e verificar os instrumentos ou meios utilizados pela entidade para se comunicar com o público interno. A pesquisa foi classificada como descritiva com análise quantitativa. O instrumento de pesquisa foi o questionário aplicado aos Colaboradores da cooperativa, buscando analisar a qualidade do processo de comunicação interna, os canais utilizados, bem como a satisfação dos usuários. Com a pesquisa, percebeu-se a existência da comunicação interna entre colaboradores ocorrendo de forma unilateral, sendo os principais instrumentos utilizados e-mail e reuniões gerenciais. Com base nos resultados, sugeriu-se que a instituição fizesse maior uso do instrumento Intranet (Coopnet), já que a mesma é direcionada à comunicação interna que só pode ser acessada pelos seus usuários ou colaboradores internos.
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Dos Santos, Zamora Cristina, Romulo Matos De Moraes, Emerson Wagner Mainardes y José Marcos Nunes Benevenute. "Orientação para o Mercado Interno no Serviço Público de Ensino". Revista Organizações em Contexto 13, n.º 26 (28 de junio de 2017): 291. http://dx.doi.org/10.15603/1982-8756/roc.v13n26p291-310.

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Resumen
O presente estudo é baseado na teoria do Marketing Interno (MI) e sua aplicação por meio da Orientação para o Mercado Interno (OMI) no contexto do serviço público. O objetivo é identificar quais fatores da OMI afetam a satisfação dos servidores de uma instituição de ensino pública de forma a contribuir com as políticas públicas. Trata-se de um estudo descritivo, com corte transversal e abordagem quantitativa. A investigação empírica ocorreu a partir de um questionário estruturado com base no modelo de Gounaris (2006), respondido por 405 servidores da instituição de ensino estudada. Os resultados obtidos apresentaram que o serviço público tem baixa orientação para o mercado interno, mostrando que satisfação no trabalho e OMI são conceitos inter-relacionados, mas que, para o serviço público, existem outras variáveis que impactam na satisfação, porém não estão contempladas no modelo. Dos 10 fatores testados, apenas os seguintes mostraram-se significativos para satisfação do servidor: Comunicação interna com os colaboradores; Comunicação interna entre gerentes e Atenção aos grupos com necessidades comuns.
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Fand, David I. "Classical Mercantilism, Neomercantilism and Contemporary Rent Seeking*". Journal of Public Finance and Public Choice 7, n.º 1 (1 de abril de 1989): 3–16. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344640.

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Resumen
Abstract Il mercantilismo costituisce un sistema di politica economica del periodo pre-industriale che, sebbene sia stato sottoposto a critiche radicali nella Ricchezza delle Nazioni di Adamo Smith e dopo di allora da parte dei più eminenti economisti, è tuttavia rimasto un punto di riferimento molto importante del pensiero popolare e anche di quello politico.Le idee mercantilistiche hanno ricevuto incoraggiamento dalla crisi del 1929 e sono state quindi riprese nel mondo occidentale dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza del ruolo crescente dello Stato. Tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono influenzati negativamente da un cambiamento economico, chiedono un intervento pubblico di sostegno.Si tratta di fenomeni che si possono inquadrare nella categoria del rent-seeking ed i cui effetti negativi sono stati sottovalutati dagli studi tradizionali, basati su analisi statiche di equilibrio parziale.Gli studi più recenti, tuttavia, condotti sulla base di impostazioni di equilibrio generale, hanno dimostrato la rilevanza dei costi di questi interventi, in relazione al prodotto interno lordo. Tali costi, inoltre, tenderanno ad aumentare nel tempo secondo un tasso composto.Inoltre, rispetto ai tradizionali interventi protezionistici, essenzialmente di natura doganale, il moderno mercantilismo fa ricorso a tutti gli strumenti d’intervento disponibili, ivi inclusa la politica della difesa. Anche sotto questo profilo, quindi, il nuovo protezionismo costituisce una seria minaccia per le economie di mercato.
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Esquivel Villegas, Francisco. "Los problemas actuales del desarrollo y la vigencia del pensamiento de Rodrigo Facio Brenes". Política Económica para el Desarrollo Sostenible 6, n.º 1 (12 de noviembre de 2020): 1–24. http://dx.doi.org/10.15359/peds.6-1.1.

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El desarrollo de las economías abiertas necesita la complementariedad del mercado externo con la dinámica interna del aparato productivo. La expansión económica de Costa Rica desde mediados del siglo XIX hasta la década del 30 del siglo anterior reveló las limitaciones de una estrategia que se basó en el predominio del crecimiento exportador, sin establecer los mecanismos apropiados para el estímulo del mercado interno. El análisis de Rodrigo Facio Brenes, elaborado a inicios de la década del 40 del siglo anterior, dio aportes significativos a la definición de una estrategia alternativa que se puso en práctica gracias a un período de transformaciones políticas de naturaleza progresista. Al respecto, el crecimiento de Costa Rica desde mediados del siglo anterior hasta la década del 70 mostró una superación del modelo exportador tradicional de naturaleza mono exportador. La crisis mundial de la década del 70 produjo un estancamiento productivo y una inflación elevada en los principales mercados internacionales, afectando el funcionamiento de la estrategia alternativa aplicada por Costa Rica. Esto condujo a una nueva etapa exportadora desde finales de la década del 80. Sin embargo; la estrategia que orientó esa nueva etapa deterioró la complementariedad del proceso exportador con la dinámica interna de la economía. Se produjo un crecimiento importante, pero sin generar los estímulos apropiados para el mercado interno. En consecuencia, es necesaria una revisión de la estrategia exportadora para que se restablezca la interrelación adecuada entre lo externo y lo interno de la economía. Por esto, las definiciones estratégicas de Facio siguen vigentes, aunque el contexto operativo sea diferente al de la época que le tocó vivir.
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Barbera, Marzia. "Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 126 (julio de 2010): 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Morais, Iara Dantas Cordeiro de y Ana Maria Soares. "Impacto do Marketing Interno sobre a Orientação para o Mercado em Empresas Brasileiras". Revista de Administração Contemporânea 20, n.º 2 (abril de 2016): 197–215. http://dx.doi.org/10.1590/1982-7849rac2016140069.

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Resumen
Resumo O conceito de marketing interno refere-se à visualização dos colaboradores como consumidores internos e assinala a necessidade de ouvir e satisfazer os colaboradores como requisito e satisfação dos colaboradores como requisitos para a satisfação dos clientes da empresa. Este artigo centra-se, assim, na influência do marketing interno na adoção de uma cultura empresarial orientada para os clientes, i.e., na orientação para o mercado. Com base na operacionalização do conceito de marketing interno de Lings e Greenley (2005), propõe-se um modelo conceitual das relações entre os conceitos de orientação para o mercado interno e orientação para o mercado. Os resultados de um estudo empírico baseado na aplicação de um questionário a 109 empresas brasileiras de diversos setores econômicos corroboram o modelo de investigação proposto. Desta forma, verificou-se que a adoção de um comportamento orientado para o mercado interno – nomeadamente as dimensões relativas à divulgação de informações e implementação de respostas – influencia a orientação para o mercado externo e suas dimensões (produção de informações, divulgação de informações e resposta).
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Soares, Naisy Silva, Márcio Lopes da Silva, Sebastião Renato Valverde, João Eustáquio de Lima y Uemerson Rodrigues de Souza. "Análise do mercado brasileiro de celulose, 1969-2005". Revista Árvore 33, n.º 3 (junio de 2009): 563–73. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-67622009000300018.

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Resumen
O segmento de celulose e papel contribui de forma significativa para a economia brasileira. O conhecimento da estrutura do mercado de celulose é fundamental para fins de planejamento da produção, comercialização e previsão para o setor. Este trabalho teve como objetivo principal especificar e estimar a oferta e demanda brasileira de celulose, bem como a oferta e a demanda de exportação, no período de 1969 a 2005. Os resultados, usando o método dos Mínimos Quadrados de Dois Estágios (MQ2E), indicaram que a oferta e a demanda interna de celulose, bem como a oferta e a demanda de exportação, são preço-inelástico. A demanda interna é inelástica com relação à renda. Já a demanda de exportação é elástica com relação à renda. A oferta interna é mais sensível a variações no preço das máquinas e equipamentos. A oferta de exportação é sensível a variações na produção e no consumo interno e a demanda de exportação, a variações na renda dos países importadores.
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Ferreira, Lucas Eduardo de Lima, Alisson Caetani Alves, Ana Maria Santana Amaral y Bruno César Góes. "Análise da concentração do mercado de exportação de pescados". Revista em Agronegócio e Meio Ambiente 14, Supl. 1 (1 de diciembre de 2021): 1–13. http://dx.doi.org/10.17765/2176-9168.2021v14supl.1.e9620.

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Resumen
O objetivo foi analisar a concentração do mercado de exportação de peixe e a vantagem comparativa revelada do Brasil no setor de pescados, além do comportamento da produção interna de peixes. O estudo contempla duas etapas de análise, a primeira do índice de vantagem Comparativa Revelada (IVCR) e a Razão de Concentração (CRk) do mercado de exportação de peixes, entre 1962 e 2018; e a segunda etapa consiste na análise do comportamento da produção interna de pescados entre 2013 e 2018, com dados obtidos do Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE). Foram utilizados os softwares Excel e SigmaPlot 12.0. A concentração do mercado de pescados apresenta-se em queda no período, classificado como mercado de baixa concentração. Constatou-se que o Brasil não possui nenhuma vantagem comparativa no mercado exportação de pescados, embora o mercado interno se apresente em crescimento nos últimos anos, com produção total, em 2018, de 722 mil toneladas de pescados. O mercado de pescados é considerado baixo sem domínio de nenhum país no comércio de exportação. O Brasil, embora não obtenha nenhuma vantagem comparativa no setor, apresenta a piscicultura em crescimento nos últimos anos, tendo a tilápia como a espécie comercial mais importante no mercado interno, representando mais de 90%.
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Milan, Edmilson y Marcelo Machado. "PERSISTÊNCIA DAS PMES BRASILEIRAS NA EXPORTAÇÃO: UMA ANÁLISE DOS FATORES INTERNOS E EXTERNOS DE ESTÍMULO". Revista Economia & Gestão 20, n.º 56 (17 de noviembre de 2020): 99–117. http://dx.doi.org/10.5752/p.1984-6606.2020v20n56p99-117.

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A atividade exportadora de pequenas e médias empresas (PMEs) tem sido estudada há décadas e vários fatores internos e externos de estímulo associados a esse tipo de organização foram identificados. Contudo, para PMEs de um país emergente com grande mercado interno, ainda há lacunas a serem exploradas para se compreender melhor a persistência de PMEs na exportação. Assim, o presente artigo buscou compreender os fatores internos e externos que interferem na persistência das PMEs brasileiras nas exportações. Com base no caso de 14 PMEs gaúchas que exportaram ininterruptamente de 2003 a 2017, foi realizada uma pesquisa com o método QCA para conhecer as principais combinações de fatores internos e externos que auxiliaram essas empresas a persistirem na exportação. Os resultados revelaram que os fatores internos na persistência de PMEs exportadoras provêm da combinação dos recursos humanos, dos ganhos financeiros da exportação, da existência de inovação e de competências de marketing. Já os fatores externos às PMEs surgiram da combinação de condições do mercado externo, do apoio do governo, da competição e das demandas dos clientes. Um elemento interno não apontado na literatura, e que surge como fator de persistência, foi o planejamento estratégico prévio para a exportação.
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Nogueira, Ingli Helen y Maria Erilúcia Cruz Macêdo. "Controle Interno como Ferramenta Essencial contra Erros e Fraudes nas Entidades". ID on line REVISTA DE PSICOLOGIA 13, n.º 43 (18 de diciembre de 2018): 670–83. http://dx.doi.org/10.14295/idonline.v13i43.1458.

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Diante da globalização, as entidades sentiram a carência em aprimorar seus procedimentos internos usados na produção de bens ou serviços e na proteção dos seus ativos com o desígnio de se sobreviver na presença do mercado competitivo. O sistema de controle interno é uma ferramenta de suma importância para o desenvolvimento das organizações, pois atuante no auxílio à gestão assim como na proteção do patrimônio da entidade. Os distintos subsistemas do controle interno agem em cada departamento para especificar a visão do comportamento da entidade como de sua totalidade. Este estudo teve como propósito reconhecer o desenvolvimento organizacional através da utilização do sistemas de controles interno hábeis. A metodologia utilizada foi bibliográfica, onde através do referencial teórico. Diante das pesquisas observou-se que há um déficit de desempenho nos controles internos, carecendo de melhorias, em alguns aspectos, como por exemplo, na segregação de funções, incremento de treinamento para os colaboradores e no controle de seus ativos. Sendo perceptível que, controles internos eficientes contribuem diretamente para uma excelente prática das atividades diárias da entidade e impulsiona o desenvolvimento da mesma.
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Salvucci, Richard J. y Juan Carlos Garavaglia. "Mercado interno y economia colonial." Hispanic American Historical Review 65, n.º 3 (agosto de 1985): 561. http://dx.doi.org/10.2307/2514842.

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Salvucci, Richard J. "Mercado interno y economía colonial". Hispanic American Historical Review 65, n.º 3 (1 de agosto de 1985): 561–62. http://dx.doi.org/10.1215/00182168-65.3.561.

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Balboni, Paolo E. "Lo “stato generale” dell’italiano per stranieri". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, n.º 9 (2017): 289–96. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.26.

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Abstrakt Il saggio presenta una ricognizione dei problemi e delle prospettive per la diffusione della lingua italiana nel mondo: lo fa con una logica da saggio di pensiero e non di dati, anche se rimanda ai dati degli Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Gli assi costitutivi della riflessione sono due: una riflessione sul ‘mercato delle lingue’ in un mondo che, dopo gli entusiasmi della globalizzazione di vent’anni fa, ha una pericolosa tendenza a tornare ad occuparsi del proprio particulare, in una logica estremamente locale, molto diversa dalla glocalizzazione al cui interno la diffusione dell’italiano pare facilitata; in secondo luogo, gli elementi caratterizzanti di una ‘politica di qualità’ secondo le regole del marketing, applicato al ‘prodotto’ Italia/italiano. Il quadro che emerge è molto meno drammatico di quanto si ascolti di solito nei convegni di italianisti, e presenta punti di forza accanto a punti critici, che tuttavia appaiono superabili. „Stan generalny” języka włoskiego dla obcokrajowców Esej diagnozuje problemy i prezentuje perspektywy rozprzestrzeniania się języka włoskiego na świecie: choć logika wywodu jest eseistyczna, ważny punkt odniesienia stanowią także dane instytucji Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Obrano dwie zasadnicze osie refleksji: pierwsza z nich podejmuje tematykę “rynku języków” we współczesnym świecie, w którym, przy ostudzonym znacznie zachwycie globalizacją sprzed dwudziestu lat, daje się zauważyć niebezpieczna tendencja powrotu do partykularyzmów, według logiki skrajnego lokalizmu, odmiennego jednak od “glokalizacji”, w warunkach której rozprzestrzenianie się języka włoskiego wydaje się łatwiejsze. Drugą osią refleksji są charakterystyczne elementy “polityki jakości”, opracowywanej według reguł marketingowych i aplikowanej wobec “produktu” pod nazwą Italia. Obraz sytuacji wyłaniający się z takiej refleksji okazuje się dużo mniej dramatyczny od tego, który zwykło się odmalowywać na konferencjach italianistycznych; wyodrębnione zostają bowiem zarówno mocne strony, jak i punkty krytyczne, które jednak nie wydają się przeszkodami niemożliwymi do pokonania.
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Costato, Luigi. "Lo storico problema dell’alimentazione: la sicurezza degli approvvigionamenti, la food sovereignity e la nuova agricoltura". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 2(29) (30 de diciembre de 2021): 169–81. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.6.

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L’agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l’affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l’umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell’impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l’uomo incentiverà l’arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l’allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza.
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Polaquini, Luciano Eduardo Morello, José Gilberto de Souza y José Jorge Gebara. "Transformações técnico-podutivas e comerciais na pecuária de corte brasileira a partir da década de 90". Revista Brasileira de Zootecnia 35, n.º 1 (febrero de 2006): 321–27. http://dx.doi.org/10.1590/s1516-35982006000100040.

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Analisou-se o perfil da pecuária de corte brasileira diante das mudanças ocorridas no sistema de produção/comercialização, observando-se especificamente os índices zootécnicos e produtivos e os volumes de carne produzidos, consumidos e exportados a partir de 1990. Foram analisados dados de trabalhos científicos e de artigos técnicos publicados em jornais e revistas, além de informações veiculadas pela internet. Considerando os resultados obtidos, pode-se inferir que o país apresenta significativo potencial de expansão das exportações de carne bovina, o que exige ajustes internos, que envolvem aspectos sanitários, políticas setoriais e visão mais sistêmica de cadeia produtiva. Destaca-se que esses aspectos ganharam maior importância após a consolidação do Mercado Comum do Sul (Mercosul), quando as relações comerciais se intensificaram e as reações da produção nacional impediram inflexões na estrutura comercial de carne bovina nos mercados interno e externo.
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Pinto, Alberto Carlos de Queiroz, Francisco Pinheiro Neto y Tadeu Graciolli Guimarães. "Estratégias do melhoramento genético da manga a visando atender a dinâmica de mercado". Revista Brasileira de Fruticultura 33, spe1 (octubre de 2011): 64–72. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-29452011000500009.

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O Brasil é um dos seis maiores produtores de manga do mundo com 1,3 milhão de toneladas e uma área de 75,2 mil hectares. No entanto, a exportação de manga, em 2010, foi de cerca de 140 mil toneladas, o que representou apenas 10,3% dessa produção. A diversificação na oferta da manga para os mercados interno e externo tem sido feita desde o fruto fresco de produção convencional, à manga orgânica de manejo bastante específico e, mais recentemente, há uma tendência no aumento da demanda pela manga processada. Para atender a essa demanda, deve-se não somente melhorar o parque industrial, mas também o desenvolvimento genético, as estratégias e a seleção de cultivares e técnicas de manejo que atendam às diversas exigências do mercado para frutos frescos, orgânicos e processados. Este trabalho tem como objetivo sugerir aos melhoristas de manga, estratégias eficientes na obtenção e seleção da chamada "cultivar ideal", e aos produtores e exportadores discutir técnicas mais eficientes que atendam às exigências de maior produção e qualidade da manga como resposta à dinâmica de demanda dos mercados internos e externos.
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van Meerhaeghe, Marcel A. G. "Protection of Competition in Belgium*". Journal of Public Finance and Public Choice 8, n.º 2 (1 de octubre de 1990): 93–101. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345036.

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Abstract Le recenti leggi sulla concorrenza introdotte in alcuni Paesi europei sono basate sulle norme comunitarie. È questo il caso della legge italiana del 10 ottobre 1990 e del progetto di legge belga del 10 settembre 1990.In Belgio è in vigore la legge 27 maggio 1960 contro l’abuso di posizione dominante, mentre non hanno concluso l’iter parlamentare altri progetti di legge sulla politica della concorrenza elaborati successivamente.Pertanto, il testo da esaminare (confrontandolo con la legge italiana e anche con quella comunitaria) è il progetto di legge del settembre 1990.Un primo problema è dato dal fatto che il Trattato di Roma non definisce il concetto di «concorrenza». Questa lacuna caratterizza anche molte leggi nazionali, inclusa quella belga del 1960, che contiene definizioni alquanto approssimative di «abuso» e di «posizione dominante». Il progetto di legge definisce solo tre concetti: «undertaking», «posizione dominante” e «ministro». Neppure la legge italiana fornisce definizioni.Il progetto di legge propone l’istituzione di un «Consiglio della concorrenza», con compiti sia di decisione circa attività anti-concorrenziali, sia di consultazione, di sua iniziativa o su richiesta del Ministro degli affari economici.Il consiglio è composto di dodici membri, di cui sei (compreso il presidente ed il vice-presidente) appartenenti alla magistratura ed altri sei designati sulla base della loro specifica competenza. Dodici membri supplenti sono designati sulla stessa base. Le nomine durano sei mesi e sono effettuate su deliberazione del Consiglio dei ministri. È facile immaginare che la Commissione sulla concorrenza sarà sottoposta a notevoli pressioni politiche. Inoltre, si prevede una commissione di consiglieri, rappresentanti le parti sociali, la cui consultazione ritarderà certamente le procedure.Il sistema previsto dalla legge italiana sembra preferibile, sia perché assicura una maggiore indipendenza dal potere politico, sia perché è più agile.Per quanto riguarda le operazioni di concentrazione, il progetto belga richiede una percentuale della quota di mercato (il 20%) che è inferiore a quella prevista dalla regolamentazione CEE (il 25%) ed inoltre il fatturato minimo richiesto, pari ad un miliardo di franchi belgi, appare eccessivamente basso, anche confrontato con quello della legge italiana, che è circa 15 volte più elevato e da commisurare ad un prodotto interno lordo cinque volte maggiore.Le procedure previste dal progetto belga (come, peraltro, anche quelle comunitarie) sembrano richiedere un eccessivo lavoro burocratico, anche a danno della riservatezza.Uno dei timori suscitati dalla regolamentazione comunitaria, attraverso le deroghe ai divieti di comportamento anticoncorrenziale, è quello di voler dar luogo a politiche industriali o sociali, piuttosto che ad una politica della concorrenza. In una parola, vi è il rischio che prevalga la «politica” vera e propria.Per quanto riguarda i rapporti tra normativa comunitaria e leggi nazionali, è possibile che ambedue siano applicate, purché non venga pregiudicata l’applicazione uniforme delle norme comunitarie.Le autorità nazionali possono vietare accordi rispetto ai quali la Commissione abbia dichiarato di non intervenire. Oltre a svolgere un ruolo di consulenza nei riguardi della Comunità, gli Stati possono inserirsi nel procedimento comunitario. Di fatto, per gli attori puo essere preferibile ricorrere alla magistratura, la quale può decidere il pagamento dei danni, anziché limitarsi ad imporre multe, come fa la Commissione.Con riferimento al sistema belga, si può dubitare che un Paese con un territorio così limitato possa regolamentare le concentrazioni, le quali sono già oggetto di normative comunitarie.Appare inoltre sorprendente, sia nel rapporto belga che nella legge italiana, l’assenza di norme che sopprimano il controllo dei prezzi.Poiché sia la legge italiana che il progetto belga si basano sulla normativa comunitaria, per fame una valutazione complessiva bisogna fare riferimento a quest’ultima, la quale si fonda sulla legislazione anti-trust statunitense che, tuttavia, negli ultimi anni e stata sottoposta a numerose critiche.Appare sempre piu di frequente che monopoli ed oligopoli non siano cosl preoccupanti come si pensava in passato. In particolare, un sistema oligopolistico può essere nella sua essenza concorrenziale.Non sembra quindi opportuno che, di fronte ad una revisione sostanziale di molte idee tradizionali in tema di funzionamento dei mercati, la Commissione e gli Stati membri accentuino il controllo delle concentrazioni.La politica comunitaria non sembra aver avuto un’evoluzione logica e coerente. In passato le concentrazioni mediante fusione venivano incoraggiate; dopo le si è considerate con diffidenza.Gli stessi concetti di «mercato rilevante», «pratiche concertate» e «posizione dominante” sono cambiati nel corso del tempo.Data l’ispirazione liberale del Trattato di Roma, la determinazione del «valore economico” dovrebbe essere lasciata al mercato, senza porsi il problema di identificare prezzi che siano «eccessivi». Anche per quanto riguarda gli accordi di distribuzione esclusiva, non sono chiari i danni che potrebbero conseguirne.In conclusione, le autorità nazionali farebbero meglio se cercassero d’influire sulla politica comunitaria della concorrenza piuttosto che adottarla senza i necessari approfondimenti.
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Ribas, Josep M. Delgado. "Mercado interno versus mercado colonial en la primera industrialización española". Revista de Historia Económica / Journal of Iberian and Latin American Economic History 13, n.º 1 (marzo de 1995): 11–31. http://dx.doi.org/10.1017/s0212610900004869.

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Resumen
RESUMENLa intención de este ensayo es analizar el papel del mercado hispanoamericano en el desarrollo de la industria española durante la segunda mitad del siglo XVIII. En especial, se discute la visión tradicional que enfatiza la importancia del comercio colonial en el desarrollo de la industria algodonera moderna en Cataluña. Con el apoyo de investigaciones recientes se concluye que el mercado interior actuó de motor de arranque de la industrialización española.
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Cervo, Amado Luiz. "Política de comércio exterior e desenvolvimento: a experiência brasileira". Revista Brasileira de Política Internacional 40, n.º 2 (diciembre de 1997): 5–26. http://dx.doi.org/10.1590/s0034-73291997000200001.

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Resumen
Expõe-se o pensamento do governo brasileiro e a política de comércio exterior entre 1930 e os dias presentes. Três constatações da diplomacia brasileira condicionaram o processo decisório: as doutrinas não presidem à prática das grandes potências, um país emergente dispõe de escasso poder nos foros multilaterais, experiências liberais radicais não produzem os efeitos apregoados por seus doutrinários. A política de comércio exterior evitou por essa razão obedecer a grandes princípios e modelos, orientando-se por crescente realismo. Foi historicamente concebida como instrumento de reforço à economia e ao mercado internos e evoluiu com base numa estratégia contraditória que protegia o mercado interno e reivindicava a abertura do mercado global. Cedeu nos anos noventa à tendência da globalização, não sem estender a introspecção para o mercado regional ampliado, o Mercosul.
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López Martínez, J. Jesús. "Reseña del libro: Mercados e historia, Grosso, Juan Carlos ; Silva Riquer, Jorge, comps." Secuencia, n.º 37 (1 de enero de 1997): 158. http://dx.doi.org/10.18234/secuencia.v0i37.570.

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Resumen
<p>Por medio de los estudios históricos el análisis de la formación del mercado interno ha contribuido a la re conceptualización del término mercado. En esta obra de consulta se exploran nuevas metodologías y avances en la investigación sobre mercados. El texto se divide en tres apartados: teóricos metodológicos, historiografía latinoamericana e historiografía mexicana. El eje central de la recopilación es proporcionar al lector un replanteamiento de la composición e integración del mercado internacional.</p>
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Cyrino, Álvaro Bruno y Moacir De Miranda Oliveira Junior. "Rota inexplorada". GV-executivo 1, n.º 2 (3 de octubre de 2003): 47. http://dx.doi.org/10.12660/gvexec.v1n2.2003.34802.

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Resumen
A maior parte das grandes empresas brasileiras engatinha nos mercados globais. Mais de um quarto delas atua apenas no mercado interno; mais da metade compete em outros pa&iacute;ses apenas com exporta&ccedil;&otilde;es &ndash; fase que envolve menor comprometimento de recursos e est&aacute; sujeita a menores riscos. O &ldquo;custo Brasil&rdquo; e o tamanho do mercado interno s&atilde;o apontados como as principais barreiras &agrave; internacionaliza&ccedil;&atilde;o. Esses dados constam de uma pesquisa realizada com apoio da Funda&ccedil;&atilde;o Dom Cabral, de Minas Gerais. A seguir, discutimos os resultados &ndash; por vezes surpreendentes &ndash; dessa investiga&ccedil;&atilde;o.
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Ferro Moreno, Santiago, Jorge Luis Paturlanne, Roberto Mariano y Santiago Agustín Pérez. "Desempeño exportador de carne bovina en La Pampa (Argentina): 2003-2019". Estudios económicos 38, n.º 77 (3 de mayo de 2021): 65–81. http://dx.doi.org/10.52292/j.estudecon.2021.2192.

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Resumen
El complejo agroindustrial de carne bovina es el principal oferente de proteínas de origen animal en el mercado argentino y uno de los principales exportadores. En la provincia de La Pampa, el complejo tiene un peso relativo importante en la producción, transformación, consumo y exportación. El objetivo de este trabajo es identificar y jerarquizar los principales factores que impactaron en el desempeño exportador de carne bovina en la provincia de La Pampa entre 2003-2019. Se analizó el volumen exportado de carne y derivados como variable dependiente. Para su explicación, se pusieron en análisis 10 variables relacionadas al stock, la faena, el consumo, precios internos y externos, tipo de cambio y poder adquisitivo del mercado interno.
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Maestri Böell, Cristiane Rosália. "A ECONOMIA E A RELEVÂNCIA DA JURISPRUDÊNCIA DO TRIBUNAL DE JUSTIÇA DA UNIÃO EUROPEIA NO PROCESSO DE INTEGRAÇÃO: REFLEXÕES ACERCA DO ACÓRDÃO PROFERIDO NO PROCESSO C-393/16 - CASO CHAMPAGNER SORBET". Revista Brasileira de Filosofia do Direito 7, n.º 1 (13 de agosto de 2021): 61. http://dx.doi.org/10.26668/indexlawjournals/2526-012x/2021.v7i1.7645.

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O presente artigo tem por escopo examinar a tensão entre regulamentação e liberdade de mercado na União Europeia, por meio do estudo do Acórdão do TJUE no caso “Champagner Sorbet”, que aborda o mercado interno europeu, sustentáculo instrumental de integração da União, com enfoque na política adotada pelos mercados agrícolas e questões relacionadas às Denominações de origem protegida. O enfoque singe-se à participação ativa no projeto de integração europeia do pensamento ordoliberal e o importante papel do TJUE na salvaguarda da independência da organização do mercado comum.
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Uhthoff López, Luz María. "La industria del petróleo en México, 1911-1938: del auge exportador al abastecimiento del mercado interno. Una aproximación a su estudio". América Latina en la Historia Económica 17, n.º 1 (1 de enero de 2010): 5. http://dx.doi.org/10.18232/alhe.v17i1.427.

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En este trabajo se examina el crecimiento de la demanda interna del petróleo y sus derivados durante el periodo comprendido entre 1925 y 1938. En este lapso, México transitó de una industria eminentemente exportadora de petróleo crudo a la puesta en marcha de una refinadora, con la que el consumo interno de petróleo cobraría mayor relevancia. En este aumento del consumo fue importante la política económica de los gobiernos posrevolucionarios que, a través de estímulos fiscales, el establecimiento de organismos semioficiales y el control de precios favorecieron la expansión de este mercado.
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Urcid Puga, Rodrigo. "Video corporativo. Elemento de comunicación e imagen empresarial del siglo XXI". aDResearch ESIC International Journal of Communication Research 28 (26 de agosto de 2022): e221. http://dx.doi.org/10.7263/adresic-28-221.

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Los videos corporativos se han convertido en una herramienta de comunicación muy poderosa con el cual las empresas dan a conocer distintos aspectos internos y externos a sus stakeholders. Como consecuencia del uso de audiovisuales, la imagen identidad y la cultura corporativa encuentran nuevos escaparates en los que tanto el talento humano como los y las consumidoras finales logran comprender la filosofía corporativa. Así, el objetivo de este texto es poner de manifiesto la relevancia que tiene la creación de videos corporativos como elementos de comunicación a nivel externo e interno. El enfoque metodológico bajo el cual se trabaja es cuantitativo, y se apoya en un instrumento de medición aplicado a veinte representantes de empresas a las cuales se les realizaron una serie de producciones audiovisuales. Los resultados fueron contundentes, la propagación de estos materiales ayuda a que las organizaciones tengan mayor presencia con los clientes externos en diferentes canales de comunicación, y a nivel interno se refuerza la ideología corporativa. Se concluye que los videos corporativos son necesarios para mejorar la competitividad empresarial y logran mayor exposición en un mercado cada vez más competitivo, sumado al fomento del establecimiento de objetivos corporativos. En cuanto a las limitaciones, la muestra poblacional se enfoca en las compañías a las cuales se les realizaron los videos corporativos; sin embargo, el estudio tiene un elemento fundamental en cuanto la originalidad y es que existen pocos análisis que se enfoquen estudios de caso y de éxito con relación a los temas abordados, de ahí que se desprende la principal contribución, pues este documento sirve como base para entender por qué los videos empresariales se convierten en una herramienta de comunicación interna y externa.
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Quiñones, Victor y Javier Rebollo. "El mercadeo relacionado con una causa y sus efectos en los empleados". Fórum Empresarial 14, n.º 2 Invierno (30 de diciembre de 2009): 19–37. http://dx.doi.org/10.33801/fe.v14i2.3411.

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Lo que motivó el trabajo presentado en las páginas que siguen fue la ausencia de investigaciones relativas a las perspectivas de contadores profesionales y el grupo administrativo que labora en firmas globales sobre la involucración de su empleador en causas de naturaleza comunitaria -social. En su contenido pueden conocerse dichas perspectivas para el caso de una importante firma de contabilidad pública localizada en Puerto Rico. Entre los hallazgos destacables encontramos que los clientes internos (empleados) favorecen la involucración de su empleador en dichas actividades dado que la misma apoya favorablemente la imagen pública de la organización. Los participantes en el estudio indicaron que ellos, como grupo interno, sienten orgullo en trabajar para una institución que aporta al bienestar de su comunidad. Esta respuesta parece estar motivada por la creciente concienciación de la sociedad de la existencia de causas que vale respaldar al igual que el deseo de los grupos internos de las corporaciones, y otras entidades privadas, en contribuir al bienestar de la comunidad a la que pertenecen.
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Schram, Patricia Terezinha y Carla Fredrichsen Moya. "Bem-estar animal na ovinocultura no Brasil: Revisão". Pubvet 17, n.º 1 (enero de 2023): 1–5. http://dx.doi.org/10.31533/pubvet.v17n01a1332.

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O Brasil é um grande exportador de produtos de origem animal, e devido as grandes exigências do mercado internacional, o país está tendo que se adaptar a novas formas de produção, mas não apenas para exportação, como também para a comercialização interna do país. Os produtos provenientes da ovinocultura vêm ganhando espaço tanto no mercado interno, quanto externo, e com isso a atenção para os produtores dessa espécie também, pois os consumidores estão em busca de alimentos cada vez mais “limpos” e dentro das normas de bem-estar animal. O presente trabalho traz uma revisão bibliográfica sobre o bem-estar animal dentro da ovinocultura no Brasil, mostrando as principais formas de obtê-lo dentro dos sistemas de criação dessa espécie.
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Guimarães, Maria Helena. "The Internal Market: conceptual and empirical dichotomies". Boletim de Ciências Económicas 52 (2009): 55–76. http://dx.doi.org/10.14195/0870-4260_52_3.

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López Mas, Julio. "La Gran Industria Capitalista y el Mercado Interno". Allpanchis 11, n.º 13 (9 de octubre de 2020): 144–88. http://dx.doi.org/10.36901/allpanchis.v11i13.1116.

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El crecimiento de la actividad industrial urbana se percibe en primer lugar por su participación en el Producto Nacional Bruto (PNB). Los primeros datos de confianza nos señalan una participación del 13 0/0 del PNB para la industria en 1942, 21 años más tarde 17.6 0/0. Es importante señalar que mientras la participación de la agricultura es descendente, la de la industria progresa. Lo mismo sucede en la distribución económicamente activa. El auge de la industria es el reflejo de la ampliación del mercado interno pero a su vez favoreció del valor de las exposiciones.
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