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Turi, Gabriele. "Lotta all'antisemitismo: cultura storica e azione politica". PASSATO E PRESENTE, n.º 104 (mayo de 2018): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/pass2018-104002.

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Moro, Domenico. "IL FEDERALISMO È UN’IDEOLOGIA POLITICA?" Il Politico 255, n.º 2 (10 de enero de 2022): 134–58. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.626.

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È un fatto noto e consolidato, nelle organizzazioni federaliste e al di fuori di queste, il contributo fondamentale di Altiero Spinelli al processo di unificazione europea. Norberto Bobbio ha messo bene in luce il significato della svolta che ha avuto luogo con la stesura del Manifesto di Ventotene3. Con quest’ultimo, l’obiettivo della federazione europea non era più materia esclusiva di pensatori illuminati, ma diventava oggetto di una lotta politica. Il palazzo del Parlamento europeo dedicato ad Altiero Spinelli è il più evidente riconoscimento alla sua figura da parte delle istituzioni europee.
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3

Fantacci, Giovanni y Michael G. Koch. "Lotta alla droga: la svizzera un modello? Prospettive dell’epidemiologia comparata". Medicina e Morale 49, n.º 5 (31 de octubre de 2000): 909–36. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.770.

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Il modello svizzero di politica in materia di droga è oggetto di discussione nel mondo intero. Scalpore ha suscitato soprattutto il progetto di prescrizione medica di eroina ai tossicodipendenti cronici di lunga data. Ma qual è in effetti la politica applicata in Svizzera in materia di droga? Quanti sono realmente i tossicodipendenti? La prescrizione di eroina ha davvero ridimensionato il mercato della droga? E i tossicodipendenti cronici ammessi al programma sono davvero giovati di questa politica? In base ai dati ufficiali e a un confronto con e politiche applicate in Europa, In Svezia e negli Usa gli autori constatano che il modello svizzero è stato un insuccesso. La politica permissiva della Svizzera ha avuto per risultato un incremento del consumo di droga, specie tra i giovani. Essa ha creato i consumatori dei prossimi decenni. Nessun indicatore (per es. il numero di denunce pe infrazione della Legge sugli stupefacenti o le quantità sequestrate di droga) fa intravedere un ridimensionamento del fenomeno della tossicodipendenza. Il numero dei morti per droga sale allorché si tollerano le “scene aperte” e cala invece l’azione repressiva della polizia.
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4

Tortora, Chiara. "Cura di sé e resistenza al potere in Michel Foucault". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 38 (septiembre de 2010): 44–53. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038005.

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Il saggio si concentra sul pensiero di Foucault tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta. La cura di sé e la nozione di soggettivitÀ proposte da Foucault in quegli anni sono lette come forme di lotta e resistenza ai molteplici poteri che nelle complesse societÀ contemporanee tentano di governare le nostre condotte pubbliche e private. La ricerca di uno stile di vita, la creazione permanente di se stessi, riprese dal mondo greco-ellenistico, diventano strategie attuali di lotta politica ed esercizio costante di libertÀ.
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5

Lerche, Jens. "Questioni agrarie o questioni del lavoro? La questione agraria e la sua irrilevanza per il lavoro rurale nell'India neo-liberista". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (diciembre de 2012): 76–105. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128006.

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Fra gli economisti politici classici, Terry Byres sostiene che una transizione agraria di successo conduce a uno sviluppo capitalista nazionale dinamico e che tali transizioni sono il risultato di specifiche lotte agrarie di classe. Decenni di sviluppo neo-liberista hanno mosso varie sfide a questa posizione, tra cui la visione che oggi la lotta č tra il "regime alimentare internazionale" e i contadini "come gruppo unificato". Un'altra posizione č quella di Henry Bernstein il quale sostiene che, per il capitale, una transizione agraria a livello nazionale non č piů necessaria né possibile. Il saggio indaga questa discussione in relazione all'India, attraverso l'analisi sia del dibattito riguardante l'economia politica agraria in India sia lo sviluppo agrario del paese oggi. La conclusione č che, mentre lo sviluppo capitalista ha avuto luogo nell'agricoltura indiana, a questo non si č aggiunta una transizione agraria di successo che č effettivamente stata superata in molte parti del paese, almeno nell'immediato futuro.
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Inglehart, Ronald. "LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, n.º 3 (diciembre de 1988): 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

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IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
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Pagano, Roberto. "In punta di matita: disegni, vignette e testi di Galantara, Scalarini e Podrecca". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (15 de abril de 2020): 189–225. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820911837.

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Il saggio fornisce spunti e chiavi di lettura su due figure fondamentali della stampa satirica in Italia, Gabriele Galantara e Giuseppe Scalarini, i più importanti disegnatori politici dell’Italia tra fine Ottocento e avvio del Novecento. In parallelo, uno sguardo sul sodale di Galantara, il giornalista Guido Podrecca, con la traiettoria politica che lo portò dalle comuni posizioni socialiste all’irreparabile frattura ideale e personale. Di Galantara e Scalarini si esaminano anche le relazioni con le vicende dei giornali e periodici di riferimento, L’Asino e l’ Avanti!. I due disegnatori sono protagonisti di una vera e propria lotta delle idee, per l’emancipazione sociale delle classi più umili. Vignette e iconografia diffondono tra grandi masse popolari, allora poco o punto alfabetizzate, elementi di immediata percezione ai fini della maturazione politica e della crescita culturale.
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Caciagli, Stefano. "Fra lotta politica e gruppi sociali: Solone e il suo pubblico". Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 145, n.º 2 (julio de 2017): 273–319. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123435.

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Scala, Spencer M. Di y Giovanni Spadolini. "Italia di minoranza: Lotta politica e cultura dal 1915 a oggi". American Historical Review 90, n.º 1 (febrero de 1985): 177. http://dx.doi.org/10.2307/1860850.

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Menditto, Francesco. "L'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati: quale futuro per i beni sottratti alle mafie?" QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 2 (junio de 2010): 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002004.

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Gli interventi cd. di riduzione del danno sono da oltre vent'anni al centro del dibattito e del conflitto sulla politica delle droghe. In questo arco di tempo il contesto storico-politico ha suběto trasformazioni di grande intensitŕ. Ciň pone alcune domande a cui si cerca qui di dare risposta: quali sono i punti forza che guidano la capacitŕ di espansione, ben oltre il continente europeo, delle politiche di riduzione del danno? E quali i punti critici che provocano le perduranti resistenze ad abbandonare la retorica bellica della lotta alla droga, per abbracciare la via pragmatica del contenimento dei rischi legati al consumo. La questione aperta č - e resta - quella di ri-orientare la politica delle droghe, passando dalla "soluzione finale" del problema alla "convivenza" con i consumi (e con i consumatori) di sostanze psicoattive.1. L'impatto delle norme processuali sulle sorti della giustizia civile2. Due approcci3. Aspetti critici4. Il protocollo di "Valore Prassi" di Verona5. Osservazioni conclusive.
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Orlandi, Renzo y Bruna Capparelli. "Editoriale del Dossier “Il contrasto alla corruzione come strumento di lotta politica”". Revista Brasileira de Direito Processual Penal 6, n.º 3 (27 de octubre de 2020): 1119–34. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v6i3.458.

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Tradicionalmente, segundo a gramática dos sistemas políticos-constitucionais modernos de civil law, os locais da política são o Parlamento e o governo; o Judiciário e o Ministério Público são regidos por outros princípios, os do mérito apurados com imparcialidade e em condições de igualdade. De um lado, o princípio eletivo, de outro, o princípio seletivo. Os juízes e os promotores se relacionam com a política apenas indiretamente, por meio da lei, a que Judiciário e MP devem obedecer. Parlamento e governo são os lugares da democracia, o outro é o local dos melhores, ou dos técnicos, ou da competência. No entanto, dogmas e conceitos que antes mantinham a distinção entre o que pertence ao judiciário e ao Ministério Público e o que, por outro lado, escapa ao seu domínio, tornam-se por sua vez elusivos e, para superar muitas dificuldades que derivam dessas ambiguidades, criou-se silenciosamente uma figura híbrida, a do “magistrado político” (o que, no sistema italiano, abrange a figura do juiz e do promotor). Passando pelo mito do “homem forte”, alimentado pelo espírito antielitista e pelo ressentimento social, até a atual ausência de gravitas na gestão das decisões coletivas, nas modalidades de formação da opinião pública e sua influência nas decisões políticas, neste editorial pretende-se refletir sobre os marcos interpretativos das transformações que estamos vivenciando - amplamente discutidas no sistema processual penal italiano - com o objetivo de estimular o debate sobre o tema da “luta contra a corrupção”, tanto em uma perspectiva geral, quanto, mais especificamente, em suas relações com o princípio de legalidade penal.
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Girardi, Giacomo. "Il mito della neutralitŕ violata. Lotta politica e rivolta in armi nelle Pasque veronesi". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (junio de 2016): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001003.

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L'articolo torna sulle Pasque veronesi, la rivolta cittadina di Verona contro i francesi del 1797, episodio a lungo rimasto confinato nell'ambito della storia municipale e da qualche tempo riscoperto, ma in una chiave identitaria dallo scarso rilievo storiografico. Avvalendosi di documenti d'archivio e di fonti a stampa coeve, si propone di accostare la controrivoluzione veronese alla caduta di Venezia. La spontaneita della rivolta di plebe viene cosi limitata e si insiste sull'esistenza di un progetto politico, orientato dal ceto dirigente della Serenissima, per tagliare i rifornimenti all'esercito francese e costringerlo a ripiegare. Le Pasque veronesi sarebbero cosi una manovra concertata a Venezia da un gruppo interno al Senato, che considerava inutile insistere sulla neutralita e chiamava alle armi per allontanare la minaccia francese. Il mito di una Venezia pacifica e ingiustamente tradita da Bonaparte viene cosi largamente ridimensionato a vantaggio di una lettura nella quale gruppi politici della Serenissima giocarono la carta della resistenza in armi all'arrivo dei francesi.
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Vezzani, Gabriele. "Leggevamo Gramsci e Marcuse". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2010): 377–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003007.

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L'autore descrive le origini dei Centri di Igiene Mentale (CIM) di Reggio Emilia, e piů in generale la nascita della psichiatria territoriale, attraverso il racconto delle sue esperienze personali agli inizi degli anni 1970. Voluta dall'Amministrazione Provinciale, la realizzazione dei CIM fu affidata alla fine degli anni 1960 allo psichiatra e noto intellettuale Giovanni Jervis (1933-2009), che inizialmente aveva lavorato con l'antropologo Ernesto De Martino e che proveniva dall'esperienza pionieristica di Gorizia condotta con Franco Basaglia. Viene descritta la situazione sociale e politica di Reggio Emilia in quel periodo, e raccontato come un gruppo di studenti di provincia si formň una coscienza civile attraverso l'esperienza di lotta antimanicomiale, in un periodo in cui si realizzň un'alleanza tra la classe politica della cittŕ e un gruppo di tecnici decisi a umanizzare e modernizzare l'assistenza psichiatrica.
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Nencioni, Tommaso. "Tra neutralismo e atlantismo. La politica internazionale del Partito socialista italiano 1956-1966". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 260 (febrero de 2011): 438–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260005.

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L'articolo illustra gli elementi di continuitŕ e di rottura nell'azione internazionale del Partito socialista italiano, e la stretta relazione tra i cambiamenti nei riferimenti internazionali del partito e le mutazioni nella strategia da esso adottata per la lotta politica in Italia. Nella prima parte, l'autore analizza i caratteri del dibattito teorico che si sviluppa all'interno del partito socialista nel periodo in cui esso definisce la sua strategia in termini neutralisti. Sono passati in rassegna i termini del dibattito ideologico tra la corrente autonomista guidata da Nenni e Lombardi e quella di sinistra sui temi del neutralismo: europeismo, sostegno al Movimento dei non allineati, riavvicinamento al socialismo europeo e azione da svolgere in politica estera col governo di centrosinistra. Nella seconda parte dell'articolo l'autore esamina il ruolo della politica internazionale nella definizione degli equilibri del centrosinistra e il dibattito sull'Europa e sulle rivoluzioni in atto nel "terzo mondo" che si sviluppa all'interno del Psi, fino alla riunificazione di questo col Partito socialdemocratico e il suo ingresso nell'alveo del socialismo europeo.
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Attiani, Caterina. "L'agricoltura urbana". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 98 (julio de 2012): 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098006.

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Analizzeremo il fenomeno dell'Agricoltura Urbana (AU). Definiremo il concetto, spiegando come si colloca all'interno delle politiche per lo sviluppo e nell'agenda politica brasiliana nella lotta contro la fame e per la sicurezza alimentare. L'AU sperimenta una riscoperta da parte del sapere accademico a partire dalle proiezioni delle Nazioni Unite di un mondo sempre piů urbano. Tuttavia, non inventa niente di nuovo, ma semplicemente fonde in maniera diversa, rispetto al passato piů recente, elementi che presi singolarmente appartengono ad un passato piů lontano (Ingersoll et al, 2007), riscattando una forma di welfare, giŕ utilizzata in altre epoche di crisi.
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Garano, Stefano. "L’urbanistica riformista nella complessa situazione italiana". Ciudades, n.º 18 (8 de noviembre de 2017): 143. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.143-162.

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La riforma urbanistica ha iniziato a svilupparsi in Italia attraverso la redazione di Piani che avevano come obbiettivo quello di sostitutire il “modello urbano basato nella rendita immobiliare” con nuove proposte impegnate nella lotta contro la produzione di questa “rendita”, promozionando un nuovo “modello urbano” maggiormente equo. Questa riforma urbanistica doveva anche svilupparsi attraverso un percorso legislativo, emanando leggi che a tutti i livelli amminstrativi stabilissero le regole da seguire. In questo modo, torniamo a proporre la giá tradizionale relazione urbanistica-politica: l’urbanistica come disciplina che concerne la gestione del piano e la politica come modo di agire civile che rende imprescindibile un governo della cittá che promuove la riforma intrapresa. Entrambe le categorie, gestire un piano in stretta vincolazione con una forma di governare la cittá, constituisco due degli aspetti alla quale si rivolge la riforma urbanistica. Si espone il caso di Roma come esperienza maggiormente rilevante, anche come fallimento, che tuttavia non ci fa perdere la speranza nella riforma intrapresa.
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Fournier-Finocchiaro, Laura. "Angelo Ventrone, Il nemico interno. Immagini, parole e simboli della lotta politica nell’Italia del Novecento". Laboratoire italien, n.º 7 (1 de noviembre de 2007): 241–44. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.158.

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Schefold, Bertram. "NELLA BUFERA DEL NOVECENTO. ANTONIO GRAMSCI E PIERO SRAFFA TRA LOTTA POLITICA E TEORIA CRITICA". Contributions to Political Economy 37, n.º 1 (2018): 143–47. http://dx.doi.org/10.1093/cpe/bzy007.

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Di Scala, Spencer M. "Il Feudo di Augusto Turati: Fascismo e Lotta Politica a Brescia (1922-1926). Paolo Corsini". Journal of Modern History 63, n.º 1 (marzo de 1991): 166–68. http://dx.doi.org/10.1086/244290.

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Holewińska-Łapińska, Elżbieta. "Separacja: nadzieja i rzeczywistość". Prawo Kanoniczne 52, n.º 3-4 (16 de enero de 2020): 263–83. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.13.

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Nell’articolo è stata presentata l’efficacia della separazione coniugale dal momento della sua approvazione nella legge polacca. I dati statistici di questo periodo dimostrano, che essa si è lentamente aumentata rispetto alla sua entrata in vigore, dal 3 % nel 2000 al 7 % nel 2008. Si può dire, che essa non è ancora accettata in modo sufficiente dalla popolazione polacca. Il suo concetto è conosciuto in maggior parte dalle persone con l’istruzione superiore, specialmente nella materia giuridica. La scarsa conoscenza della legge sulla separazione ha la sua fonte, in modo particolare, nella lotta politica tra i diversi esponenti politici, che spesso la loro discussione non toccava il merito di tale figura giuridica, ma si appoggiava sulla demagogia. Attualmente, col passare del tempo, la separazione coniugale non suscita più clamore, né interessamento dai mezzi di comunicazione sociale e in parte anche dell’opinione pubblica. Considerando tutto questo, si può adesso concentrare l’attenzione sulla dimostrazione dei veri contenuti della legge di separazione.
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Pisu, Stefano. "L'associazione "Italia-Urss" dal dopoguerra alla Guerra Fredda: diplomazia culturale ufficiosa e propaganda sovietica (1944-1960)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 21–43. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002002.

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L'articolo ricostruisce le principali tappe della storia dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica - conosciuta come "Italia-Urss" - fra il 1944 e il 1960. La genesi di "Italia-Urss" si inserisce nel contesto culturale internazionale del dopoguerra. La radicalizzazione dello scontro politico-ideologico nazionale e globale condusse l'associazione alla chiara virata politica: la lotta all'antisovietismo diventò celebrazione acritica dell'Unione Sovietica. "Italia-Urss" riuscì così in scarsa misura a essere un attore efficace della Guerra Fredda culturale, giacché poco capace di attrarre fasce di popolazione lontane dai socialcomunisti. La segreteria di Orazio Barbieri (1953-1958) volle rafforzare una conoscenza obbiettiva dell'Urss anche se il 1956 - così come il caso Pasternak - disorientarono una parte dei suoi membri. Paradossalmente, il dinamismo di Barbieri fu il vulnus principale nei rapporti con il Pci e gli interlocutori sovietici, che mal sopportavano l'autonomia di "Italia-Urss" nel lancio di iniziative considerate spesso troppo elitarie e lontane dalle masse. Il Pci intervenne per rafforzare il controllo politico sull'associazione proprio quando, invece, gli sforzi ufficiosi di "Italia-Urss" avevano contribuito alla firma dell'accordo culturale intergovernativo del 1960.
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Bechara Sanchez, Fabio José y Turatti Maria Cecília Manzoli. "Agricoltura famigliare ed etnicitŕ: le trasformazioni delle lotte contadine in Brasile". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (diciembre de 2012): 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128009.

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Nonostante la grande speranza depositata dai movimenti sociali legati alla lotta per la terra nell'ampliamento della riforma agraria durante il governo Lula, cioč, che finalmente sarebbe stata data prioritŕ alla riforma agraria da parte del governo e che sarebbe stata modificata la struttura fondiaria in Brasile, il fatto fu che la riforma agraria durante i due mandati del governo Lula alla presidenza del Brasile rimase molto al di sotto di quanto sperato Questo articolo voglia presentare ai lettori le dinamiche politiche e degli attori (gli agricoltori famigliari e i contadini etnici) che emergono del spostamento dela azione politica in relazione ai problemi fondiari e della riforma agraria in Brasile durante il governo Lula (2003-2010).
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D'Alimonte, Roberto. "DEMOCRAZIA E COMPETIZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 2 (agosto de 1989): 301–19. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012946.

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IntroduzioneSecondo Schumpeter la democrazia politica o, meglio, il metodo democratico è «quello strumento istituzionale per arrivare a decisioni politiche nel quale alcune persone acquistano il potere di decidere mediante una lotta per il voto popolare» (Schumpeter 1973, 257). È su questa definizione che poggia la cosiddetta «teoria competitiva della democrazia». La sua novità; e rilevanza sta nel fatto che la democrazia viene identificata nelprodottodella competizione traélitespolitiche. In altre parole, la democrazia rappresentativaderivadal fatto che il potere di scegliere tra i partiti in competizione è nelle mani del popolo. Il popolo non decide quindi sulle cose, ma decide solo su chi debba decidere. La competizione tra i partiti è il meccanismo che assicura al popolo questo potere e perciò la sua sovranità.
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CHEBINI, Sabrina. "La Numidia Post-massinissiana: la lotta di potere e le guerre giugurtine. Come Roma riuscì a sopprimere la minaccia giugurtina?" ALTRALANG Journal 3, n.º 01 (31 de julio de 2021): 90–107. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v3i01.105.

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ABSTRACT: With the Third Punic War, Scipio Emiliano had settled the African question, constituting a province which still had good relations with the kingdom of Numidia ruled by Massinissa, whose politics had attracted Roman merchants and businessmen to Africa, romans and italics. attracted by African riches, Rome was therefore grateful for the relations it had with Numidia. the kingdom after the death of Massinissa had passed to the eldest son Mecipsa, on the latter's death, the kingdom was disputed by the three main heirs, among them, the most unscrupulous was Giugurta, adopted son of Mecipsa, thus a long struggle for supremacy broke out. This article deals with the period of the Roman conquest in North Africa, with particular dedication to the period post- Massinissa and the analysis of the politico-social scenario of Numidia. What role did Giugurta play? How did Rome respond to this threat? RIASSUNTO: Con la terza guerra punica, Scipione Emiliano sbarcò sul territorio di Cartagine, dopo questa grandiosa vittoria, l’Africa del Nord divenne provincia romana, Roma e Numidia avevano sempre mantenuto buoni rapporti, infatti la politica di Massinissa aveva atterrato in Africa commercianti e uomini d’affari, romani ed italici attratti dalle ricchezze africane, dunque Roma era contenta dei rapporti che interattiva con la Numidia, il regno dopo la morte di Massinissa era passato al figlio maggiore Mecipsa, alla morte di quest’ultimo, il regno fu conteso dai tre principali eredi, tra i quali il più spregiudicato era Giugurta, figlio adottivo di Mecipsa, scoppiò cosi una lunga lotto per la supremazia. Nel presente articolo sono trattati i momenti della conquista romana in Nord-Africa, con particolare dedizione al periodo post-massinissiano e all’analisi dello scenario politico-sociale della Numidia. Quale il ruolo giocato da Giugurta ? Come Roma rispose a tale minaccia?
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Tyburowski, Krzysztof. "Wkład Damazego w Kościelne i świeckie umocnienie władzy papiestwa". Vox Patrum 46 (15 de julio de 2004): 211–22. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6751.

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Il papa Damaso I (366-384) si presenta come uno dei piu grandi pontefici neł periodo dełła Chiesa antica. Con ła sua persona sono łegati diversi awenimeti che fecero dalia Chiesa un organismo importante e forte nel mondo antico. Da una parte grazie a lui l'insegnamento cristiano divenne piu vicino al popolo (ad es. Finflusso su Girolamo a proposito della traduzione della Bibbia in latino, l'introduzione del latino alla liturgia), dalFaltra invece la sua politica sia alFinterno della Chiesa, sia alFesterno di lei consolidarono ii potere papale sia dal punto di vista ecclesiastico sia quello civile. L'articolo presente vuole occuparsi soprattutto di quell'uitimo problema. Il rafforzamento del potere papale fu causato dalie diverse circostanze: dalie capacita personali di Damaso, dai suoi probierni personali legati sia ai tumulti delFinizio del suo pontificato, sia dalie calunnie di cui Damaso fu oggetto, dalia situazione politica e religiosa della Chiesa nelFImpero Romano. Con la sua persona sono legati i primi seri privilegi da parte dello stato concessi sia alle istituzioni ecclesiastiche sia al clero. Dal punto di vista religioso invece Damaso ha dei meriti notevoli nella lotta contro le eresie del suo tempo e soprattutto nelFargomentazione teologica delFimportanza della Sede Apostolica di Roma.
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Mancini, Elena. "Il programma di eliminazione della filariasi linfatica in Bangladesh: un modello esportabile? / The lymphatic filariasis elimination programme in Bangladesh: an exportable model?" Medicina e Morale 66, n.º 4 (11 de octubre de 2017): 495–511. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.503.

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Nel 1971, al termine della sanguinosissima guerra di separazione dal Pakistan, il Bangladesh appariva un paese senza speranza. L’elevatissima crescita demografica -una delle maggiori al mondo- le calamità naturali quali alluvioni e tifoni, la povertà grave e diffusa - con una percentuale di popolazione sotto la soglia di povertà intorno al 30% - la situazione politica interna, con instabilità sociale e latenti conflitti etnici, rendevano il pronostico più che verosimile. A distanza di 40 anni, il BGD è riuscito a smentire in gran parte tale previsione, conseguendo successi nello sviluppo economico, nella salute pubblica e nella trasformazione sociale. Il controllo del tasso di fertilità, la lotta a “big killer” quali la TBC e la diarrea infantile, il miglioramento delle condizioni igieniche e la realizzazione di presidi sanitari territoriali di prima assistenza (community-clinic), efficaci campagne sanitarie, il contrasto di malattie endemiche, sono stati ottenuti grazie all’impiego coordinato delle misure sanitarie dei programmi internazionali. Risultati, questi, conseguiti attraverso una politica sanitaria basata su una proficua collaborazione tra il Ministero della salute nazionale (Ministry of Health and Family Welfare), ONG, organismi sanitari internazionali, istituzioni e fondazioni internazionali. Il BGD ha così conseguito il traguardo della pressoché totale eliminazione delle malattie neglette endemiche nel paese (leishmaniosi viscerale, filariasi linfatica, dengue, lebbra, parassitosi intestinali – infezioni da elminti). L’articolo valuta i fattori che hanno caratterizzato il successo nel programma di eliminazione della filariasi linfatica. Dall’analisi di tali fattori è derivato un possibile modello di governance per la lotta alle malattie neglette in regioni endemiche comparabili sotto il profilo geo-politico. ---------- In 1971, at the end of the bloodstained separation war with Pakistan, Bangladesh appeared as a country without hope. The intense population growth – one of the highest in the world – natural disasters such as flooding and typhoons, acute and diffuse poverty – with a percentage of population below poverty line of 30% – the internal political scenario, with social instability and underlying ethnical conflicts – made this situation less likely to improve. 40 years later, Bangladesh succeeded in disproving such prevision, with a significant growth in economic development, public healthcare and social conditions. Birth control, countermeasures against “big killers” such as tuberculosis and diarrhea in babies, improvement of hygienic conditions and the implementation of local emergency units (community-clinic), effective sanitary campaigns and prevention of endemic diseases have been accomplished thanks to the coordinated use of sanitary measures in international programmes. Results obtained through a sanitary policy based on fruitful collaborations among the Ministry of Health and Family Welfare, NGOs, international health organizations, international institutions and foundations. This way Bangladesh achieved the result of an almost total elimination of neglected endemic disease in the country (visceral leishmaniasis, lymphatic filariasis, dengue, plague, intestinal parasitosys – helminth infections). The article analyses the factors contributing to the success of the Lymphatic Filariasis Elimination Programme. The study of such factors permitted to identify a governance model for fighting neglected diseases in endemic regions with similar geo-political environments.
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Cristarella Oristano, Mariaida. "Cambiamenti climatici e diritto dell'Unione europea". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (enero de 2022): 35–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002002.

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Il presente contributo si propone di esaminare le politiche ed il diritto dell'UE in materia di cambiamenti climatici, per comprendere il ruolo esercitato dall'Unione nella lotta a questo fenomeno e la relazione che intercorre tra le azioni di contrasto al medesimo, le disposizioni poste a tutela dei diritti fondamentali ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di cui all'Agenda 2030. A tal fine, l'analisi affronta la questione circa l'esistenza di una competenza interna ed esterna dell'UE in materia, e si concentra sul ruolo delle istituzioni europee nella definizione della politica climatica e della normativa di riferimento, con particolare riguardo al Green Deal europeo, nonché in tema di negoziati internazionali cui l'UE ha partecipato, ultimo tra tutti la Cop-26. Infine, alla luce della recente giurisprudenza della CGUE, particolare attenzione è rivolta agli aspetti problematici inerenti all'accesso alla giustizia climatica nell'UE
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Nencioni, Tommaso. "Un capitolo di storia della sinistra italiana Riccardo Lombardi, Lelio Basso e la crisi del Partito d'azione". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 267 (noviembre de 2012): 211–37. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267002.

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L'autore individua nel 1947 un anno di svolta nella lotta politica italiana e internazionale. Nell'ambito della sinistra, questo decisivo tornante sanziona tanto il passaggio all'opposizione dei partiti del movimento operaio con l'affermarsi del centrismo degasperiano, quanto, all'interno di quel campo, l'egemonia comunista. Questi fattori sono allo stesso tempo causa ed ef- fetto di profondi mutamenti nella galassia socialista. Sempre nel 1947 il Partito socialista italiano (Psi) inizia un percorso che lo porterŕ a una netta cesura sia con la tradizione prefascista, sia con le socialdemocrazie europee, e dunque alla costituzione insieme al Pci, in vista delle elezioni del 1948, del Fronte popolare. Infine, in quell'anno giunge a maturazione la definitiva crisi di un altro dei soggetti politici che, da sinistra, aveva contribuito all'abbattimento del fascismo: il Partito d'azione (Pd'a), la maggioranza del cui gruppo dirigente andrŕ a ingrossare proprio le file del Psi. Attraverso la ricognizione di come Riccardo Lombardi, ultimo segretario azionista, e Lelio Basso, allora segretario socialista, agirono nel corso di quei tumultuosi eventi, l'Autore intende gettare luce su alcuni aspetti di lungo periodo delle relazioni interne al campo della sinistra in Italia.
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Cattaneo, Marina. "Le scrittrici della rivista La Difesa delle Lavoratrici". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (13 de marzo de 2020): 166–88. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909297.

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Partendo dall’esperienza che alcune scrittrici socialiste lombarde avviano fondando, nel 1912, la rivista La Difesa delle Lavoratrici, viene effettuata un’analisi della produzione letteraria e politica di intellettuali donne che in quella rivista opereranno a vario titolo. Si tratta di: Anna Kuliscioff, Angelica Balabanoff, Rosa Genoni, Maria Gioia, Maria Giudice, Linda Malnati, Abigaille Zanetta, Enrica Viola, Maria Perotti Bornaghi. Alcune, come Kuliscioff e Balabanoff, sono ricordate soprattutto per il contributo dato alla lotta politica, anche se la poesia di Angelica Balabanoff è anche un riferimento obbligato nella storia letteraria del primo Novecento. Altre soprattutto per i valori che trasfondono nella loro narrativa, in particolare quando fanno scorrere le storie all’interno dei rapporti di classe dell’epoca, improntati all’atteggiamento padronale dei ceti più favoriti. La guerra, il dolore umano, la famiglia, il ruolo della donna nella società, la situazione di povertà di tanti bambini, sono tra i temi maggiormente trattati. Molti i riferimenti al proprio vissuto, anche quando non assumono la veste formale di vere e proprie autobiografie. Il fatto che la funzione pedagogica mostri, nel lavoro delle scrittrici qui presentato, una evidenza maggiore di quella estetica e puramente narrativa è inevitabile, data l’epoca e il contesto al quale i testi fanno riferimento.
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Bardi, Luciano. "IL VOTO DI PREFERENZA IN ITALIA E LA LEGGE ELETTORALE EUROPEA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, n.º 2 (agosto de 1985): 293–313. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200003154.

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IntroduzioneIl voto di preferenza è da tempo uno degli elementi più discussi del sistema elettorale italiano. Nel corso del dibattito apertosi in concomitanza con i lavori della commissione bicamerale per le riforme istituzionali, è emerso un quasi unanime orientamento a favore di una soppressione di tale strumento. Si ritiene che il voto di preferenza favorisca i processi disgregativi all'interno dei partiti e che una sua eliminazione, o quanto meno una revisione dei meccanismi che lo regolano, possa avere l'effetto «di moralizzare la vita politica e di evitare una malsana lotta fratricida all'interno dei partiti». Tale opinione riassume, forse un po’ enfaticamente, alcune delle osservazioni di quanti hanno studiato il voto di preferenza nel contesto del sistema e del comportamento elettorale in Italia. Il voto di preferenza sembra infatti essere maggiormente utilizzato in presenza di situazioni clientelari (quali il ‘voto di scambio’) e caratterizzate da un alto grado di frazionismo dei partiti.
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Armano, Emiliana, Cristina Morini y Annalisa Murgia. "Per un'ontologia precaria. L'approccio orientato alla soggettività". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 2 (noviembre de 2022): 48–62. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002006.

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Se all'inizio della pandemia ci chiedevamo se non fossimo in presenza di una ristruttura- zione delle relazioni di classe entro l'ambito domestico, che provava a fare delle case un laboratorio per il capitale, oggi abbiamo moltissimi elementi per mappare questa controver- sia. Risollevare lo sciopero femminista dopo la pandemia aggiunge elementi pratici e rifles- sivi per confrontarsi su questo piano. La domanda è come continuare a costruire un sinda- calismo che travalichi la cornice della domanda delle lavoratrici salariate per portare l'agilità e l'astuzia della lotta rivendicativa sui terreni della riproduzione sociale: casa, salu- te, istruzione, cura, sicurezza nei quartieri. In alleanza con i lavoratori e le lavoratrici di ogni settore, ma al tempo stesso raggiungendo un'agenda che va oltre perché include abi- tanti dei quartieri, utenti, inquiline, lavoratrici precarizzate. È una domanda-orizzonte che sorge perché, quando ci fermiamo, produciamo anche il tempo per l'invenzione politica.
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Rolandi, Francesca. "Un trionfo mai richiesto? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 293 (agosto de 2020): 73–98. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293003.

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La Grande guerra sconvolse non solo l'assetto geopolitico di una parte del continente europeo, ma anche le precedenti frontiere di genere e gli equilibri familiari. Le confinanti città di Fiume e di Susak si trovarono a vivere, dopo la fine del conflitto, una lunga transizione caratterizzata da instabilità amministrativa, insicurezza economica e tensioni politiche e nazionali, per poi essere inglobate, rispettivamente, nel Regno d'Italia e nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Focalizzandosi sulle fonti disponibili in lingua italiana e croata, l'articolo analizzerà il caso studio di un'area di frontiera per indagare la presenza femminile nella sfera pubblica, mettendo in luce sia la partecipazione politica legata alle diverse forme di suffragio in atto, che il tessuto dell'associazionismo, all'interno di organizzazioni politiche e filantropiche. Inoltre, per tracciare le reazioni al protagonismo femminile, verranno analizzate le rappresentazioni di genere presenti sugli organi di stampa locali, legati in massima parte alle maggiori fazioni politiche in lotta, e quasi esclusivamente dominati da voci maschili.
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Christie, Neil. "Byzantine Liguria: an imperial province against the Longobards, A.D. 568–643". Papers of the British School at Rome 58 (noviembre de 1990): 229–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011661.

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LIGURIA BIZANTINA: UNA PROVINCIA IMPERIALE CONTRO I LONGOBARDI,568–643 D.C.L'invasione longobarda dell'Italia bizantina nel 568 d.C. restrinse in maniera consistente i territori imperiali costringendoli alle regioni costiere della penisola. La provincia della Liguria, rapidamente privata di legami terrestri con le altre zone imperiali sopravvissute, ha visto una rapida militarizzazione della sua amministrazione, rimedio supremo nella sua lotta per contrastare l'invasione longobarda. Sebbene solo sporadicamente documentata dalle fonti letterarie, la Liguria beneficia di una messe di dati archeologici, soprattutto in forma di repertori tipologici dettagliati da scavi urbani (fra cui Luni, Albenga e Ventimiglia), che forniscono indicazioni importanti sulle trasformazioni sociali presenti in questa fase così poco studiata. Sistemi di popolamento urbano, militare e rurale sono ampiamente esaminati e riportati all'interno di un'intelaiatura politica, militare e amministrativa della provincia e in generale dell'Italia bizantina. In particolare, molta attenzione viene data alle strutture di difesa e che contribuirono alla sopravvivenza della Liguria bizantina fino alla metà del VII seeolo d.C.
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Gainot, Bernard. "Katia Visconti, L’ultimo Direttorio ; la lotta politica nella Repubblica cisalpina tra guerra rivoluzionaria e ascesa di Bonaparte (1799 – 1800)". Annales historiques de la Révolution française, n.º 371 (1 de marzo de 2013): 227–30. http://dx.doi.org/10.4000/ahrf.12746.

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Nozifora, Enzo. "Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale". Revista Latina de Sociología 1, n.º 1 (26 de diciembre de 2011): 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Paksuniemi, Merja y Lauri Keskinen. "The ‘Guardian Group’ of Finland: Socializing Measures in the Little Lotta Organization during the 1930s and 1940s". Cultural History 6, n.º 2 (octubre de 2017): 190–208. http://dx.doi.org/10.3366/cult.2017.0149.

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The purpose of this article is to explore the education that a Finnish voluntary organization, Pikkulotat, the Little Lottas, provided for girls aged 8–17 in Finland during the turbulent and highly political 1930s and 40s. Little Lottas, and their adult counterparts the Lotta Svärd, were nationalistic organizations designed to work on the home front in case of war. From an outside perspective, their activity resembled the scout movement. The aim of the organization was to teach girls skills and knowledge that were to be used in national defence work. The Little Lotta organization had approximately 13,000 members in 1935, 24,000 members in 1939 and 52,000 members in 1944 when its activities were shut down due to political reasons. The primary data of this article consists of magazines Pikkulotta [Little Lotta] (1938–1943), Lottatyttö [Lotta Girl] (1943–1944) and Lotta Svärd (1934–1943). The specific aim of this article is to answer, by using Critical Discourse Analysis as a theoretical tool, the following questions: What were the attributes of a stereotypical Little Lotta? What ideology, skills and guidelines were passed on to readers of previously mentioned magazines? What do texts reveal about the historical context and prevailing culture in which the Little Lotta organization functioned? Results show that members of Little Lotta were given instructions, advice and recommendations that covered all aspects of life: physical appearance, morals, ideology, religion and so on. These measures had three somewhat overlapping aims: 1) to incorporate women into service for the country, 2) to spread officially approved ideologies to homes and, finally, 3) to raise future mothers.
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GUIMARÃES, Carlos Augusto Sant’Anna. "Das Mobilizações à Política de Educação das Relações Étnico-raciais". INTERRITÓRIOS 6, n.º 12 (7 de diciembre de 2020): 64. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248990.

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RESUMOO presente artigo examina episódios e iniciativas que possibilitaram o agendamento do combate ao racismo e outras demandas do Movimento Negro brasileiro no final do século XX, culminando na política de promoção da igualdade racial. O texto debruça-se em especial sobre a política de educação para as relações étnico-raciais. Uma inovação institucional em termos de política curricular. O aporte teórico alicerça-se na teoria do processo político, no modelo dos múltiplos fluxos e no debate sobre federalismo. A análise efetivou-se mediante o esquadrinhamento de fontes secundárias: a produção acadêmica disponível (artigos, teses e dissertações) e documentos públicos (legislação e planos de elaborados pelos agentes públicos e documentos produzidos pelo Movimento Negro). Os resultados evidenciam que a implementação da política de educação para as relações raciais enfrenta óbices de natureza institucional e política, como, por exemplo, a ausência de uma estrutura de incentivos que promova a adesão dos entes federativos, além de, sobretudo, deparar com o que pretende destruir: o próprio racismo nas mais distintas facetas.Agendamento. Relações Étnico-Raciais. Política Curricular. Inovação Institucional. ABSTRACTThis article examines episodes and initiatives that enabled the topic of fighting racism and other demands from the Brazilian Black Movement to be placed on the agenda in the late 20th century, culminating in policy to promote racial equality. The paper addresses education policy for ethnic-racial relations. This was an institutional innovation in terms of curricular policy. The theoretical contribution is based on political process theory, the multiple flow model and the debate on federalism. The analysis was conducted by investigating secondary sources: the academic production available (articles, theses and dissertations) and public documents (legislation and plans prepared by public officials and documents produced by the Black Movement). The results demonstrate that the introduction of education policy for racial relations faces obstacles of an institutional and political nature, such as the absence of a structure of incentives that promotes adherence by the federative units, and, above all, encountering what it intends to destroy: the distinctive aspects of racism.Agenda Setting. Ethnic/Racial Relations. Curricular Policy. Institutional Innovation. RESUMENEste artículo analiza episodios e iniciativas que permitieron poner en la agenda la lucha contra el racismo y otras demandas del Movimiento Negro Brasileño a fines del siglo XX, culminando con la política de promoción de la igualdad racial. El texto se centra en particular en la política de educación para las relaciones étnico-raciales. Una innovación institucional en términos de política curricular. El aporte teórico se basa en la teoría del proceso político, en el modelo de múltiples flujos y en el debate sobre el federalismo. El análisis se llevó a cabo mediante el escaneo de fuentes secundarias: la producción académica disponible (artículos, tesis y disertaciones) y documentos públicos (legislación y planes elaborados por agentes públicos y documentos elaborados por el Movimiento Negro). Los resultados muestran que la implementación de la política de educación para las relaciones raciales enfrenta obstáculos de carácter institucional y político como, por ejemplo, la ausencia de una estructura de incentivos que promueva la adhesión de entidades federativas, además de, sobre todo, encontrar con que pretende destruir: el racismo mismo en las más diversas facetas.Agendamiento. Relaciones Étnico-Raciales. Política Curricular. Innovación institucional. SOMMARIOQuesto articolo analizza episodi e iniziative che hanno permesso di mettere all'ordine del giorno la lotta al razzismo e altre rivendicazioni del Movimento nero brasiliano alla fine del XX secolo, culminando nella politica di promozione dell'uguaglianza razziale. Il testo si concentra in particolare sulla politica di educazione alle relazioni etnico-razziali. Un'innovazione istituzionale in termini di politica curricolare. Il contributo teorico si basa sulla teoria del processo politico, nel modello dei flussi multipli e nel dibattito sul federalismo. L'analisi è stata condotta scansionando fonti secondarie: produzione accademica disponibile (articoli, tesi e dissertazioni) e documenti pubblici (legislazione e piani preparati da agenti pubblici e documenti preparati dal Movimento Nero). I risultati mostrano che l'attuazione della politica educativa per le relazioni razziali incontra ostacoli di natura istituzionale e politica come, ad esempio, l'assenza di una struttura di incentivi che promuova l'adesione degli Stati, oltre, soprattutto, l'incontro che mira a distruggere: il razzismo stesso nelle più diverse sfaccettature.Pianificazione. Relazioni etnico-razziali. Politica curricolare. Innovazione istituzionale.
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Veronesi, Umberto. "Ricordo Di: Pietro Bucalossi". Tumori Journal 78, n.º 2 (abril de 1992): 1. http://dx.doi.org/10.1177/030089169207800201.

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Contrariamente a quanto ci saremmo attesi, la scomparsa di Pietro Bucalossi è passata quasi inosservata ed è stata come frettolosamente archiviata dalla memoria collettiva nella categoria dei politici e dei personaggi sociali più che in quella dei medici e degli uomini di scienza. Eppure, se può avere senso che per molti italiani Pietro Bucalossi venga ricordato per la legge che porta il suo nome e per quanto ha fatto come Sindaco di Milano, per chi lavora nel vasto campo della lotta contro il cancro, egli va onorato dai più anziani e raccontato ai più giovani per le grandi energie dedicate allo sviluppo della oncologia, anzi della « cancerologia », come egli amava definirla. E, come la sua figura politica appare oggi di statura ancora maggiore per la sua integrità morale e per l'infinita distanza dai personaggi che negli ultimi anni hanno invaso le nostre istituzioni, così il suo contributo all'oncologia emerge oggi ancora più evidente per essere stato tra i primi a credere nella specificità di questa scienza e nella sua autonomia culturale e operativa rispetto al resto della medicina. Perché proprio in questo sta l'originalità del suo pensiero, nella determinata certezza che a occuparsi dei malati di cancro dovessero essere i « cancerologi » e che l'oncologia clinica fosse quindi l'ambito corretto in cui chirurghi, medici e radioterapisti potessero esprimere collettivamente un equilibrato piano di cura. Convinto assertore quindi dell'interdisciplinarietà dell'oncologia ma anche della necessità di un dialogo continuo fra ricercatori clinici e sperimentali, Pietro Bucalossi ha lasciato un'eredità scientifica di alto profilo all'intero Paese ed un imperativo morale di intransigenza ed onestà intellettuale per le nuove generazioni.
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MONIZ, Elias Alfama y Victoria Maldonado BAUTISTA. "La Etnoeducación como Posicionamiento Político e Identitario del Pueblo Afroecuatoriano por Rocio Vera Santos". INTERRITÓRIOS 6, n.º 12 (7 de diciembre de 2020): 272. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.249000.

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RESUMENLa presente reseña es un resumen crítico sobre el artículo académico La etnoeducación como posicionamiento político e identitario del pueblo afroecuatoriano, de Rocío Vera Santos. Un texto científico que dilucida a través de una investigación de corte cualitativo y una puesta teórica postcolonial y decolonial el proceso de consolidación y ejecución del proyecto de etnoeducación afroecuatoriana. Se trata de un proyecto político, epistemológico y educativo que se viene gestando en las últimas tres décadas, y con el cual el movimiento social afroecuatoriano se posesionan frente al Estado; intentando subvertir el legado de la colonización, mediante estrategias, practicas pedagógicas e iniciativas autónomas que revitalizan y rescatan los saberes ancestrales, la memoria y la tradición oral. El objetivo de esta propuesta de educación étnica busca el fortalecimiento de la identidad, la reparación histórica y sostener la lucha antirracista.Etnoeducación afroecuatoriana. Identidad. Políticas de representación. Saberes ancestrales. Movimiento social afroecuatoriano. RESUMOEsta revisão é um resumo crítico do artigo acadêmico a etnoeducação como posição política e identitária do povo afro-equatoriano, de Rocío Vera Santos. Um texto científico que elucida por meio de uma investigação qualitativa e de uma configuração teórica pós-colonial e descolonial o processo de consolidação e execução do projeto de etnoeducação afro-equatoriana. É um projeto político, epistemológico e educacional que vem se desenvolvendo nas últimas três décadas, e com o qual o movimento social afro-equatoriano se posesiona diante do Estado; tentando subverter o legado da colonização, por meio de estratégias, práticas pedagógicas e iniciativas autônomas que revitalizam e resgatam saberes ancestrais, memória e tradição oral. O objetivo desta proposta de educação étnica busca fortalecer a identidade, reconstruir a história e sustentar a luta anti-racista. Etnoeducação afro-equatoriana. Identidade. Políticas de representação. Saberes ancestrais. Movimento social afro-equatoriano.ABSTRACTThis review is a critical summary of the academic article Ethno-education as a political and identity position of the Afro-Ecuadorian people, by Rocío Vera Santos. A scientific text that elucidates through a qualitative investigation and a postcolonial and decolonial theoretical setting the process of consolidation and execution of the Afro-Ecuadorian ethno-education project. It is a political, epistemological and educational project that has been developing in the last three decades, and with which the Afro-Ecuadorian social movement takes possession in front of the State; trying to subvert the legacy of colonization, through strategies, pedagogical practices and autonomous initiatives that revitalize and rescue ancestral knowledge, memory and oral tradition. The objective of this ethnic education proposal seeks to strengthen identity, historical reparation and sustain the anti-racist struggle.Afro-Ecuadorian ethno-education. Identity. politics of representation. Ancestral knowledge. Afro-Ecuadorian social movement.SOMMARIOQuesta recensione è una sintesi critica dell'articolo accademico Etnoeducazione come posizione politica e identitaria del popolo afro-ecuadoriano, di Rocío Vera Santos. Un testo scientifico che delucida attraverso un'indagine qualitativa e una impostazione teorica postcoloniale e decoloniale il processo di consolidamento ed esecuzione del progetto etno-educativo afro-ecuadoriano. È un progetto politico, epistemologico ed educativo che si è andato sviluppando negli ultimi tre decenni, e di cui il movimento sociale afro-ecuadoriano si impadronisce di fronte allo Stato; cercando di sovvertire l'eredità della colonizzazione, attraverso strategie, pratiche pedagogiche e iniziative autonome che rivitalizzano e salvano la conoscenza ancestrale, la memoria e la tradizione orale. L'obiettivo di questa proposta di educazione etnica cerca di rafforzare l'identità, la riparazione storica e sostenere la lotta antirazzista.Etnoeducazione afro-ecuadoriana, identità, politica di rappresentanza, saperi ancestrali, movimento sociale afro-ecuadoriano.
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Viparelli, Irene. "La Teoria de A. Negri. Tra "Pensare Nella" e "Pensare Sulla" Congiuntura". Perspectivas - Journal of Political Science, n.º 6 (1 de diciembre de 2011): 157–79. http://dx.doi.org/10.21814/perspectivas.32.

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Il presente articolo si propone di reflettere sull' evoluzione della teoria di Negri, dagli scritti "marxiani" degli anni Sessanta e Settanta, fino all´último testo, scrito in collaborazione con M. Hardt, Commonwealth. La nostra ipotese à che sia possibilecogliere la logica di sviluppo della teoria di Negri soltanto ipotizzando la sua apparteneza alla tradizione del pensiero rivoluzionario; una tradizione che si caratterizza per líntimo legame tra sviluppo teorico e movimento ciclico del capitalismo. Utilizzando il lessico althusseriano, abbiamo definito tale dinamica di svilluppo del pensiero rivoluzionario come alternarsi "pensare nella" e del "pensare sulla" congiuntura. La prima parte dell´articolo è consacrata all´analisi dei testi del cosiddetto "perioso operaista": tali testi, sia per la loro subordinazione alla specifica congiuntura italiano degli anni sessanta e alla crisi internazionale degli anni settanta, sia per la loro ricerca di una strategia politica adeguata alla lotta di classe in questo specifico contesto, non possono che essere considerati come espressione emblematica di un "pensare nella" conguintura. Nella seconda parte ci siamo occupati della produzione teorica di Negri, dagli scritti degli anni Ottanta fino a Multitude, mostrando come l'obiettivo fondamentale sia quello di portare "alla forma del concetto" una serie di intuizioni teoriche sviluppate nel corso della "riflessione congiunturale". Infine, nell'ultima parte, abbiamo formulato l'ipotesi che, con Commonwealth, si compia un nuovo "dislocamento teorico": la crisi finanziaria del 2008 impone a Negri di abbandonare nuovamente l'"astratto" terreno della riflessionare teorica, per immergersi nella "concretezza" della riflessione congiunturale, al fine di definire una strategia rivoluzionaria adeguata alle forze produttive contemporanee, alla Moltitudine biopolitica.
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Carter, John. "Giuseppe Zecchini, Il Carmen de Bello Actiaco: storiografia e lotta politica in età augustea (Historia, Einzelschriften LI). Stuttgart: Steiner, 1987. Pp. 109. ISBN 3-515-04887-1." Journal of Roman Studies 78 (noviembre de 1988): 236–37. http://dx.doi.org/10.2307/301484.

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Collin-Bouffier, Sophie. "Domenica Paola Orsi, La lotta politica a Siracusa alla metà del IV secolo A. C. Le trattative fra Dione e Dionisio II, Bari, Ediprint, 1994, 109 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 54, n.º 5 (octubre de 1999): 1187–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900047570.

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Runschke, Florian. "Das Generalkommissariat in Italien von 1624 bis 1632". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, n.º 1 (1 de noviembre de 2019): 201–42. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0010.

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Riassunto Nella storia moderna il Regno d’Italia fu, dopo la morte di Carlo V, una seria fonte di preoccupazione per gli imperatori tedeschi. Mentre la Spagna con i suoi possedimenti (Napoli, Sicilia e Milano) svolgeva un ruolo predominante sulla penisola, e Stati come Genova, Toscana e Savoia estendevano la loro area di dominio, l’Impero non disponeva di una base attraverso cui esercitare la sua influenza sulla politica italiana. Vi erano tuttavia, in Italia, tra i 250 e 300 vassalli imperiali minori residenti, in gran parte, in Lunigiana, nelle Langhe e nella pianura padana. Essi si mostravano fedeli alla causa imperiale, ma temevano quasi sempre di essere conquistati dagli Stati più grandi. Per ovviare a questo rischio, Ferdinando II nominò, nel 1624, Ferrante II Gonzaga a commissario generale in Italia. I suoi compiti consistevano, tra gli altri, nel rafforzare l’autorità dell’imperatore, nell’esigere i contributi economici dai vassalli e nell’informare Vienna su quanto avveniva nel territorio imperiale. In pratica, però, la riscossione dei tributi fallì completamente, mentre l’autorità imperiale fu rafforzata solo in parte. I rapporti per Vienna, invece, venivano stilati con un ritmo soddisfacente, sebbene fosse in realtà il subdelegato di Ferrante, lʼauditore Octavio Villani, a svolgere la maggior parte dei sondaggi tra i vasalli. Anche se i vassalli imperiali minori approvarono questo nuovo ufficio, non si comprende bene fino a che punto Ferrante Gonzaga abbia potuto aiutarli nella loro lotta contro gli Stati italiani maggiori. Dopo la morte del secondo commissario, Cesare II Guastalla, figlio di Ferrante, avvenuta nel 1632, il Consiglio Aulico di Vienna sconsigliò all’imperatore di riassegnare quell’incarico. Ciò non di meno Ferdinando II nominò Giovanni Andrea Doria Landi a capo del Commissariato generale.
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Fusaro, Carlo. "La disciplina delle campagne elettorali nella prospettiva comparata: l'omaggio che il vizio rende alla virtù?" Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 51, n.º 1 (30 de junio de 2004): 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12734.

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Il 9 gennaio 2003 il primo ministro israeliano Ariel Sharon stava tenendo una conferenza stampa, ripresa in diretta radiotelevisiva, per difendersi da accuse di corruzione. Ma dopo nemmeno dieci minuti, il suo intervento veniva interrotto. Un annuncio comunicava subito dopo che la trasmissione era stata sospesa per ordine del presidente del Comitato elettorale centrale, giudice Mishael Cheshin, perché le parole di Sharon costituivano “propaganda elettorale”. Era infatti in svolgimento la campagna per le elezioni parlamentari del 28 gennaio e, durante questo periodo, la propaganda è vietata dalla legge in tutti i programmi su radio e tv tranne che negli appositi spazi a disposizione dei partiti. Un’esagerazione? Un’assurdità? Forse. Questa certo può essere l’impressione a prima vista. Ma è opportuno, invece, sfuggire alla tentazione di subire una sorta di crisi di rigetto. Questo lavoro presenta, con qualche osservazione generale, il quadro giuridico-formale all’interno del quale si sviluppano (o si dovrebbero oggi sviluppare) le campagne elettorali, intendendo per “campagne elettorali” tutte quelle attività specificamente volte a conquistare voti alle elezioni con particolare riferimento al periodo più o meno lungo (formalmente o sostanzialmente) che precede il giorno delle elezioni. Escludo la campagna elettorale referendaria che ha comunque caratteri propri. Vorrei escludere anche (ma alcune legislazioni lo includono, per cui qualcosa dovrò necessariamente dire al riguardo) il periodo di tempo che va dalle elezioni fino alla campagna elettorale successiva. È quello che la legge americana chiama electoral cycle, a indicare che in realtà il lavoro indirizzato alla conquista dei suffragi non si interrompe che per qualche ora, subito dopo un’elezione: ma ricomincia subito dopo in vista delle elezioni successive quando che siano. Ovviamente vi sono comunque nessi stretti con la disciplina dei partiti politici e, in particolare, la disciplina del loro finanziamento, nonché la disciplina dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare del settore radiotelevisivo. Tuttavia, nessuna di queste materie è oggetto specifico di questo scritto, anche se non potrò evitare riferimenti anche frequenti. Pure stretti sono i nessi con la disciplina del sistema elettorale e con la struttura e il formato della lotta politica. Va da sé che queste delimitazioni hanno, come si dice in questi casi, carattere meramente stipulativo e nessuna pretesa di intrinseca validità.
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Gramith, Luke. "Andreotti e l’Italia di confine. Lotta politica e nazionalizzazione delle masse (1947–1954), by Paolo Gheda and Federico Robbe, Milan, Edizioni Angelo Guerini e Associati, 2015, 279 pp., €24.50 (soft cover), ISBN: 9788862505857". Journal of Modern Italian Studies 26, n.º 2 (15 de marzo de 2021): 227–29. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2021.1923936.

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Roy, J. "D. P. Orsi: La lotta politica a Siracusa alia metà del IV secolo a.C. Le trattative fra Dione e Dionisio II. (Documenti e Studi, 18.) Pp. 112. Bari: Edipuglia, 1994. Paper, L. 25,000." Classical Review 45, n.º 2 (octubre de 1995): 471–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00295115.

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Lagomarsino, Francesca y Jacques Ramirez. "I coyotes del Pacifico. Quito-Los Angeles A/R". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (octubre de 2009): 147–60. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002010.

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In questo contributo presentiamo la storia di Luis (l'intervista qui riportata č stata raccolta a Quito nel 2008, dopo il suo rientro in Ecuador), giovane migrante ecuadoriano in transito verso gli Stati Uniti. Luis ha attraversato per alcune settimane paesi diversi, utilizzando mezzi di trasporto diversi, spesso nascondendosi, insieme ai suoi compagni, per non farsi prendere dalle polizie di frontiera dei numerosi paesi di transito. L'esperienza di Luis insieme a quella di migliaia di ecuadoriani e altri latinoamericani ripercorre quella che in letteratura viene definita "migrazione di transito". Partendo dall'esperienza di questo giovane migrante vogliamo qui riflettere sul significato che negli ultimi anni hanno assunto i cosiddetti "paesi di transito", paesi cioč che per la loro posizione geografica vengono attraversati da potenziali migranti diretti verso i paesi sviluppati del nord Europa o del nord America. Ci troviamo all'interno di un tema molto complesso, non a caso ad oggi non esiste una definizione universalmente accettata dei termini "migranti in transito" e i "paesi di transito" e soprattutto non esiste nel diritto internazionale una categoria specifica che li identifichi. Tuttavia il dibattito sul tema č oggi molto intenso non solo a livello accademico ma soprattutto a livello politico poiché la questione sul ruolo svolto dai paesi di transito nel controllo e nella gestione dell'immigrazione irregolare (come si puň osservare nel caso degli accordi tra Italia e Libia) appare sempre piů centrale e determinante. Come si puň facilmente intuire la preoccupazione politica attorno al ruolo dei paesi di transito č strettamente legata alle ansie sicuritarie e di controllo dei paesi ricchi loro confinanti; si parla di paesi di transito per lo piů da un punto di vista di politiche migratorie restrittive che cercano di bloccare flussi in entrata percepiti come pericolosi e sostanzialmente non desiderati. Č infine importante sottolineare che l'inasprimento dei controlli alle frontiere e le enormi difficoltŕ di accesso legale hanno agevolato lo sviluppo di un'industria della clandestinitŕ, in cui coyoteros, chulqueros, intermediari di vario tipo sono diventati soggetti indispensabili. In questo senso il caso del cammino verso gli Stati Uniti č paradigmatico: piů i controlli si sono inaspriti e piů si č sviluppato un sistema capillare e organizzato di gestione dell'immigrazione illegale. E cosě proprio quei paesi che retoricamente si dichiarano in lotta contro i trafficanti di esseri umani sono i primi a incrementare lo sviluppo di queste organizzazioni, attraverso politiche evidentemente fallimentari che non riescono a bloccare gli arrivi dei migranti ma rendono altamente rischioso il viaggio e violano i loro diritti innanzitutto come esseri umani.
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Liberti, Giuseppe Andrea. "Nel riflusso. Gianfranco Ciabatti tra poesia e critica politica". Italica 99, n.º 2 (1 de junio de 2022): 180–98. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.2.03.

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Abstract La crisi del movimento operaio ha influenzato in maniera eccentrica la poesia italiana, che ha poco discusso il chiudersi di un'epoca pur così ricca e intensa come quella segnata dalle lotte di classe. Tra le eccezioni figura l'esperienza di Gianfranco Ciabatti, sindacalista, quadro politico e autore di cinque raccolte poetiche. Il contributo intende offrire un profilo del Ciabatti poeta, soffermando l'attenzione sul rapporto tra crisi sociale e politica e produzione in versi. Partendo dal libro d'esordio Preavvisi al reo, frutto tardivo di una pratica scrittoria centellinata a causa della preminenza attribuita all'impegno politico e sindacale, si propone una ricognizione dei temi della crisi e del riflusso in una poesia da intendere come “servizio di classe”, che non sostituisce il documento politico ma traspone le istanze del materialismo storico e delle lotte di emancipazione e liberazione nello specifico letterario.
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Gabbas, Marco. "The Cuban Revolution, Che and Lotta Continua". Tensões Mundiais 16, n.º 31 (8 de junio de 2020): 219–45. http://dx.doi.org/10.33956/tensoesmundiais.v16i31.2887.

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The article analyses the influence of the Cuban Revolution and of Che on Lotta Continua (LC) – the main organisation of the Italian extra-parliamentary Left – from 1969 until 1974, through the pages of the newspaper Lotta continua. Che was a political and moral example for LC, which by 1974 went beyond myth and reached a balanced view on him. The issue of Che’s relevance in present-day Italy is also assessed.
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Stelliferi, Paola. "Soggettività dissonanti. Di rivoluzione, femminismi e violenza politica nella memoria di un gruppo di ex militanti di Lotta continua, by Stefania Voli, Florence, Florence University Press, 2015, 176 pp., €10,90, ISBN 978-88-6453-320-9 (paperback), e-ISBN 978-88-6453-321-6 (pdf)." Modern Italy 22, n.º 3 (agosto de 2017): 331–32. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.42.

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