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1

De, Leo Rocco. "Spazio vissuto e spazio rappresentato". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1858.

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Resumen
2012-2013
Autobiography is a highly problematic genre whose main features are commonly considered memory, experience and identity. Nonetheless, there is also an inevitably degree of fiction-making concerned with the autobiographical act, as most autobiographies are inspired by a creative, and therefore fictional, impulse to select only those events and experiences in the writer’s life that build up an integrated pattern. As such, this encourages questions about fact and fiction, about the relations between reality and the text, and about origins: in this sense, there is a necessary link between the conditions – political, economic, and social – in which writers find themselves and the kinds of stories they choose to tell. The space they inhabit and the accrued meanings of space and time play a constitutive role in their narratives; but space is not given: it is culturally constructed or produced, it incorporates temporal change. The progresses in technology, the new media and migrations have finally led to «time-space compression», and to the concept of nonplaces, where the individual is out-of-the-world. In this sense, Canada perfectly represents what it means to live in a «third space» of in-betweenness: so, we will see how German-Canadian writer Frederick Philip Grove avoids categorization of literary nationalism locating himself in an isolated and paradigmatic position between literatures; we will appreciate Mordecai Richler, whose irony is crucial in order to describe the moments and spaces given to a Canadian Jew in Montreal’s ghetto; finally, we will look at Michael Ondatjee’s continuous references to the cultural and political situation in Sri Lanka, and how he uses these connections to build a sort of third-person autobiography through which he can recover the memory of the places from his Ceylonese childhood. At the end of this analysis, it will be clear how many difficulties the autobiographical impulse has to face, how many parameters it has to respect, and how much truth and fiction influence and corrupt each other. [edited by author]
XII n.s.
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2

Giancecchi, Fabiana. "L'architettura dello spazio interno". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3896/.

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3

Bentini, Alessandro. "Lo spazio collettivo dell'architettura". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5580/.

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4

PERUGINI, ALICE. "Mimesi e osmosi: spazio turistico e spazio urbano : il turismo balneare come laboratorio insediato". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/11578/278099.

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5

D'Alonzo, Andrea. "Lo spazio dodecaedrico di Poincaré". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9447/.

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Resumen
Si descrive lo spazio di Poincaré tramite la sua descrizione come dodecaedro con identificazioni sul bordo. A tal proposito sono analizzate le proprietà di gruppo su S^3 (quaternioni) e le proprietà dei politopi regolari in 4 dimensioni. Infine sono calcolati gruppo fondamentale e omologia dello spazio, si dimostra che è una sfera d'omologia e vengono descritte le sue principali proprietà ponendo l'accento sull'importanza storica e matematica di questo spazio.
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6

Cicolini, Simone. "Spazio-tempo di De Sitter". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14604/.

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Resumen
La presente tesi è un elaborato sulla teoria della Relatività Generale. Nel capitolo 1 si introduce la teoria, partendo dai difetti della teoria della Relatività Ristretta e dal Principio di Equivalenza, l'essenza della Relatività Generale, fino ad arrivare alla struttura delle equazioni di campo di Einstein. Nei capitoli 2 e 3 evidenzieremo come le ipotesi di simmetria sferica ci condurranno a due importanti soluzioni delle equazioni di Einstein, dovute a Schwarzschild e a de Sitter. Nel capitolo 2 si studierà la soluzione di Schwarzschild, dando particolare attenzione al legame tra le singolarità della soluzione e la scelta del sistema di coordinate. Il capitolo 2 farà da guida per la costruzione della soluzione di de Sitter in coordinate statiche, che verrà trattata nel capitolo 3 dopo una breve introduzione alla costante cosmologica.
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7

CAPPELLOTTO, Anna. "Durs Grünbein: poetiche dello spazio". Doctoral thesis, --, 2012. http://hdl.handle.net/10278/41666.

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Resumen
La mia dissertazione è dedicata allo studio degli spazi e dei luoghi nell’opera del poeta tedesco Durs Grünbein. Il primo capitolo è focalizzato sulla «Raumtheorie» a partire da alcuni pensatori classici dal XX secolo fino ai giorni nostri e va a costituire una base metodologica per la successiva analisi dell’opera grünbeiniana. Esso si chiude con un tentativo di applicare gli studi sullo spazio, in particolare il cosiddetto spatial turn, alle scienze letterarie. La tesi si sviluppa successivamente secondo un criterio tematico: il secondo capitolo passa in rassegna i testi avvalendosi delle categorie tratteggiate nella prima parte della mia tesi (eterotopie, nonluoghi, luoghi di memoria), mentre il terzo capitolo si concentra su alcune poetiche spaziali grünbeiniane come quella del confine, sull’esempio del poemetto su Cartesio ‒ e si conclude con una possibile lettura post-DDR dell’opera. Il quarto capitolo studia il topos acquatico: dopo aver fatto luce su una linea di continuità che porta Grünbein alla costante tematizzazione dell’acqua come luogo ne ho studiato il valore sia poetico che poetologico, nonché la sua vicinanza al mito (Atlantide) e, attraverso di esso alla recente «deutsch-deutsche Geschichte».
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8

Vacirca, Silvia <1981&gt. "Stanley Kubrick: architetture dello spazio". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3058/1/vacirca_silvia_tesi.pdf.

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9

Vacirca, Silvia <1981&gt. "Stanley Kubrick: architetture dello spazio". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3058/.

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10

Lazzarini, Giulia <1985&gt. "Luigi Nono: spazio e composizione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6529/1/lazzarini_giulia_tesi.pdf.

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Resumen
Architettura e musica. Spazio e tempo. Suono. Esperienza. Queste le parole chiave da cui ha preso avvio la mia ricerca. Tutto è iniziato dall’intuizione dell’esistenza di un legame tra due discipline cui ho dedicato molto tempo e studio, completando due percorsi accademici paralleli, la Facoltà di architettura e il Conservatorio. Dopo un lavoro d’individuazione e analisi degli infiniti spunti di riflessione che il tema offriva, ho focalizzato l’attenzione su uno degli esempi più emblematici di collaborazione tra un architetto e un musicista realizzatasi nel Novecento: Prometeo, tragedia dell’ascolto (1984), composta da Luigi Nono con la collaborazione di Massimo Cacciari e Renzo Piano. Attraverso lo studio di Prometeo ho potuto affrontare la trattazione di molte delle possibili declinazioni del rapporto interdisciplinare tra musica e architettura. La ricerca si è svolta principalmente sullo studio dei materiali conservati presso l’Archivio Luigi Nono e l’archivio della Fondazione Renzo Piano. La tesi è organizzata in tre parti: una prima parte in cui si affronta il tema del ruolo dello spazio nelle opere di Nono precedenti a Prometeo, facendo emergere l’importanza dell’ambiente culturale e sonoro veneziano; una seconda parte in cui si approfondisce il processo compositivo che ha portato alle rappresentazioni di Prometeo a Venezia, Milano e a Parigi; una terza parte in cui si prende in considerazione quanto avvenuto dopo Prometeo e si riflette sui contributi che questa esperienza può portare alla progettazione di spazi per la musica, analizzando diversi allestimenti dell’opera senza arca e prendendo in considerazione i progetti dell’auditorium dell’International Art Village di Akiyoshidai e della sala della nuova Philharmonie di Parigi. Lo studio dell’esperienza di Prometeo ha lo scopo di stimolare la curiosità verso la ricerca e la sperimentazione di quegli infiniti possibili della composizione architettonica e musicale di cui parla Nono.
Architecture and music. Space and time. Sound. Experience. These are the key words on which my research is based. It all started from the intuition of the existence of a link between two disciplines to which I have devoted much time and study, along two parallel academics paths: the school of architecture and the conservatory. After a long process of identification and analysis of the infinite possible approaches to the topic, I chose to focus on one of the most emblematic example of collaboration between an architect and a musician of the twentieth century: "Prometeo, tragedia dell'ascolto” (1984), composed by Luigi Nono in collaboration with Massimo Cacciari and Renzo Piano. Through the study of Prometeo, I was able to deal with many possible interpretations of the interdisciplinary relationship between music and architecture. The research was mainly carried out by analysing the writings of Nono and by studying the documents stored at Archivio Luigi Nono and Fondazione Renzo Piano. The dissertation consists of three parts: the first part deals with the role of space in Nono's works preceding the Prometeo, highlighting the importance of cultural and sound environment in Venice; the second part explores the composition process that led to the set-up Prometeo in Venice, Milan and Paris; the third part deepens what happened after Prometeo, and reflects on the contributions that this experience can give to the design of spaces for music, analysing different setups of the play without the ark, and studying the projects of Akiyoshidai's International Art Village and the concert hall of the new Philharmonie in Paris. The study of the experience of Prometeo aims to encourage the curiosity to research, and the experimentation of those 'infiniti possibili' of the architectural and musical composition mentioned by Nono.
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Lazzarini, Giulia <1985&gt. "Luigi Nono: spazio e composizione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6529/.

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Architettura e musica. Spazio e tempo. Suono. Esperienza. Queste le parole chiave da cui ha preso avvio la mia ricerca. Tutto è iniziato dall’intuizione dell’esistenza di un legame tra due discipline cui ho dedicato molto tempo e studio, completando due percorsi accademici paralleli, la Facoltà di architettura e il Conservatorio. Dopo un lavoro d’individuazione e analisi degli infiniti spunti di riflessione che il tema offriva, ho focalizzato l’attenzione su uno degli esempi più emblematici di collaborazione tra un architetto e un musicista realizzatasi nel Novecento: Prometeo, tragedia dell’ascolto (1984), composta da Luigi Nono con la collaborazione di Massimo Cacciari e Renzo Piano. Attraverso lo studio di Prometeo ho potuto affrontare la trattazione di molte delle possibili declinazioni del rapporto interdisciplinare tra musica e architettura. La ricerca si è svolta principalmente sullo studio dei materiali conservati presso l’Archivio Luigi Nono e l’archivio della Fondazione Renzo Piano. La tesi è organizzata in tre parti: una prima parte in cui si affronta il tema del ruolo dello spazio nelle opere di Nono precedenti a Prometeo, facendo emergere l’importanza dell’ambiente culturale e sonoro veneziano; una seconda parte in cui si approfondisce il processo compositivo che ha portato alle rappresentazioni di Prometeo a Venezia, Milano e a Parigi; una terza parte in cui si prende in considerazione quanto avvenuto dopo Prometeo e si riflette sui contributi che questa esperienza può portare alla progettazione di spazi per la musica, analizzando diversi allestimenti dell’opera senza arca e prendendo in considerazione i progetti dell’auditorium dell’International Art Village di Akiyoshidai e della sala della nuova Philharmonie di Parigi. Lo studio dell’esperienza di Prometeo ha lo scopo di stimolare la curiosità verso la ricerca e la sperimentazione di quegli infiniti possibili della composizione architettonica e musicale di cui parla Nono.
Architecture and music. Space and time. Sound. Experience. These are the key words on which my research is based. It all started from the intuition of the existence of a link between two disciplines to which I have devoted much time and study, along two parallel academics paths: the school of architecture and the conservatory. After a long process of identification and analysis of the infinite possible approaches to the topic, I chose to focus on one of the most emblematic example of collaboration between an architect and a musician of the twentieth century: "Prometeo, tragedia dell'ascolto” (1984), composed by Luigi Nono in collaboration with Massimo Cacciari and Renzo Piano. Through the study of Prometeo, I was able to deal with many possible interpretations of the interdisciplinary relationship between music and architecture. The research was mainly carried out by analysing the writings of Nono and by studying the documents stored at Archivio Luigi Nono and Fondazione Renzo Piano. The dissertation consists of three parts: the first part deals with the role of space in Nono's works preceding the Prometeo, highlighting the importance of cultural and sound environment in Venice; the second part explores the composition process that led to the set-up Prometeo in Venice, Milan and Paris; the third part deepens what happened after Prometeo, and reflects on the contributions that this experience can give to the design of spaces for music, analysing different setups of the play without the ark, and studying the projects of Akiyoshidai's International Art Village and the concert hall of the new Philharmonie in Paris. The study of the experience of Prometeo aims to encourage the curiosity to research, and the experimentation of those 'infiniti possibili' of the architectural and musical composition mentioned by Nono.
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Cappellotto, Anna <1982&gt. "Durs Grünbein: poetiche dello spazio". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1197.

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Resumen
La mia dissertazione è dedicata allo studio degli spazi e dei luoghi nell’opera del poeta tedesco Durs Grünbein. Il primo capitolo è focalizzato sulla «Raumtheorie» a partire da alcuni pensatori classici dal XX secolo fino ai giorni nostri e va a costituire una base metodologica per la successiva analisi dell’opera grünbeiniana. Esso si chiude con un tentativo di applicare gli studi sullo spazio, in particolare il cosiddetto spatial turn, alle scienze letterarie. La tesi si sviluppa successivamente secondo un criterio tematico: il secondo capitolo passa in rassegna i testi avvalendosi delle categorie tratteggiate nella prima parte della mia tesi (eterotopie, nonluoghi, luoghi di memoria), mentre il terzo capitolo si concentra su alcune poetiche spaziali grünbeiniane come quella del confine, sull’esempio del poemetto su Cartesio ‒ e si conclude con una possibile lettura post-DDR dell’opera. Il quarto capitolo studia il topos acquatico: dopo aver fatto luce su una linea di continuità che porta Grünbein alla costante tematizzazione dell’acqua come luogo ne ho studiato il valore sia poetico che poetologico, nonché la sua vicinanza al mito (Atlantide) e, attraverso di esso alla recente «deutsch-deutsche Geschichte».
My doctoral thesis is dedicated to the study of spaces and places in the work of the German poet Durs Grünbein. The first chapter deals with an excursus on the space studies, beginning with some of the traditional authors of the 20th century, to arrive to its latest theorists, which constitutes a useful methodological ground for the development of my analysis. This section ends with the attempt to apply the space studies, in particular the so-called spatial turn, to the literary studies. Afterwards my dissertation is carried out through a thematic criterion: the second chapter consists of an analysis of Grünbein’s work according to the categories outlined in the first part (heterotopias, non-places, places of memory), while the third chapter focuses on some peculiarly grünbeinian poetics of space, such as that of the border, like in the long poem dedicated to the philosopher Descartes. The fourth and last chapter deals with the “water topic”: after shading light on Grünbein’s continuity with the theorization of water as a place I have investigated its poetic and poetological worth, as well as its proximity to the myth (Atlantis) and through it to the recent «German-German history».
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Veltcheva, Maria. "La nozione di spazio pubblico nei nuovi spazi collettivi in Europa : Italia, Francia, Germania". Paris 8, 2005. http://www.theses.fr/2005PA082523.

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Resumen
La recherche est orientée vers l'étude de ces espaces collectifs conçus ou construits après les événements européens de 1989 – ces espaces publics d'intérêts communs (centres commerciaux et culturels, multiplex), qui sont de plus en plus des éléments importants du projet urbain. Les nouveaux espaces publics en Europe – projets multithématiques de la ville hypertexte intégrants commerce pur et vie public – relève de la question du concept même de l'espace public de tradition européenne. Les progrès dans les structures et installations techniques (intelligent building) qui transforment les espaces construits en des espaces contrôlés, fermés, portent vers la réflexion sur la privatisation et l'intériorisation de l'espace public. La comparaison entre projets urbains et architecturaux conçus ou construits à Rome, Paris et Berlin, contribuera à la notion d'espace public. Ceci portera vers une réflexion sur l'influence des villes européennes sur le futur de l'espace public
This research focuses on the study of common spaces conceived after the European events of 1989: those public places of common interest (shopping malls, cultural centres, multiplexes), now more than ever before important elements in the urban project. The new common spaces in Europe, multithematic projects of the hypertext city integrate pure trade with public life, raising the question of the concept of public space according to European tradition. The progress in structural and installation technique (intelligent building) that has turned the construction into a controlled, enclosed space, has brought into discussion the privatisation and interiorisation of the public space. The comparison between urban and architectural multithematic projects in Europe-public spaces conceived or built in Rome, Paris and Berlin-will contribute to the notion of public spaces. That will give rise to reflections on the influence of the European city on the character of the public space in the future
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CALDAROLA, GIUSEPPE. "Tra spazio pubblico e spazio privato : l'In-Between come occasione di progetto della qualità urbana". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/11578/278179.

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VISMARA, GIULIA. "Corrispondenze e interazioni tra suono spazio e corpo, strategie per un design sonoro dello spazio". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/287422.

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Resumen
Con il diffondersi di tecnologie sofisticate e al contempo facilmente accessibili per la registrazione e la riproduzione surround del suono, emergono pratiche sonore eterogenee in cui l'impatto e la complessità della dimensione spaziale diventano parte integrante del processo di progettazione. Pertanto, grazie alla possibilità di ricreare un sound field sempre più simile a quello che ci circonda, l’esperienza dello spazio e’ espansa (dal suono) e al contempo predeterminata da risultati matematici, strategie compositive e modalità di ascolto specifiche. Si evidenzia, quindi come le tecnologie di integrazione del suono e dello spazio implichino una riconfigurazione delle interazioni tra spazio, suono e corpo. La proliferazione di questi metodi e sistemi conduce così alla necessità di una riflessione ontologica sulla natura stessa dello spazio, sulla sua interrelazione con lo spazio fisico di proiezione e con il corpo. La tesi qui di seguito presentata, si basa sugli approcci tra teoria e pratica specifici della musica elettroacustica, della sound art e del sound design, mirando però ad individuare le corrispondenze già esistenti e a delinearne di nuovi implementando un quadro transdisciplinare. L’analisi si inserisce in quella sfera relativamente recente di opere e autori che cercano di orientarsi al di là del paradigma binario di soggetto e oggetto, spazio e tempo, natura e cultura, mente e corpo, umano e non umano, reale e virtuale, per abbracciare una prospettiva ecologica che tiene conto della complessità delle relazioni dinamiche e dell’influenza reciproca tra gli elementi. La mappatura realizzata permette dunque di formulare un modello teorico tripartito, basato sul macro-concetto di spazio complesso, che a sua volta genera uno spazio potenziale da cui, a seconda delle interazioni attivate tra spazio corpo e suono, sono generate tre diverse tipologie di spazio. Per verificare il modello formulato, le tre categorie spaziali sono accompagnate da relativi esempi sonori. Il contesto così delineato contribuisce a creare un terreno fertile per ripensare i concetti e sviluppare strategie alternative per la pratica della composizione spaziale sonora. Si propongono infine due prototipi in via di sperimentazione: il primo legato alla stimolazione della sensazione di spazialità’, attraverso una composizione creata per mezzo di uno specifico sistema di spazializzazione 3D, mentre il secondo e’ un progetto collaborativo che riguarda l’investigazione della dimensione sonora nello spazio urbano.
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MAZZARINO, GIUSEPPE. "Farsi Spazio. Costruzione dello spazio e politiche di gestione del territorio in una piccola comunità galleggiante". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241105.

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Resumen
La tesi si propone di riflettere, con sguardo antropologico, sull’importanza che ricopre lo spazio nell’affermazione dell’identità politica dei gruppi svantaggiati che vivono nelle città. Il caso di studio preso in esame riguarda Harbor, una piccola comunità galleggiante sorta tra le acque di un canale nel centro della città di Copenaghen. Il lavoro è il frutto di un periodo di ricerca di campo della durata di un anno. Il periodo di ricerca è stato condotto nella capitale danese, dal giugno del 2016 al giugno del 2017. L’obiettivo principale della tesi è quello di analizzare le pratiche di produzione dello spazio e indagando il conflitto tra progettazione urbana e occupazione dello spazio della città da parte dei cittadini. A partire da alcune linee teoriche vicine alle recenti prospettive degli studi urbani in antropologia, la tesi di propone di analizzare la capacità umana di produrre significazione attraverso l’uso e la gestione delle risorse spaziali, concentrandosi sui modi di produzione semiotica degli spazi e sulla capacità di questi di veicolare significati. Lo spazio, considerato come vero e proprio linguaggio, risulta essere un mezzo attraverso cui instaurare nuove forme di dialogo tra cittadini e istituzioni che controllano il territorio. Il lavoro etnografico cerca di fare leva l’importanza che certe pratiche di occupazione e gestione del territorio hanno per migliorare le condizioni di riconoscimento dei gruppi in condizioni svantaggiate che vivono e occupano lo spazio della città. Verrà utilizzata l’espressione farsi spazio per indicare tutte quelle azioni politiche in cui lo spazio unico linguaggio attraverso il quale poter migliorare le condizioni di dialogo tra istituzioni e abitanti della città. Infine, la tesi cercherà, inoltre, di contribuire al dibattito, interno alla disciplina antropologica, sull’importanza dello studio dello spazio per un rinnovamento dell’antropologia urbana. Lo studio delle pratiche di produzione semiotica dello spazio verrà ritenuto l’oggetto principale degli studi urbani in antropologia.
This work wants to reflect on the importance given to the concept of space within the formation of political identity among marginal groups living in the city. The case study is a small “floating community” called Harbor located in the city center of Copenhagen. The research is based on a year-long fieldwork conducted in the Danish capital from June 2016 to June 2017. The main aim of this work is to analyze the practices of space creation within the tension between urban planning and citizen autonomous dwelling the urban space. Drawing upon the latest theoretical frameworks in urban anthropology and urban studies this work will look into Harbor settler’s capacity to use spatial resources and spatial practices for identity and political affirmations. We consider space as a language used by Harbor’s settlers to communicate with institutions, when performing political actions. In this regard we use the emic concept of “Take up space” to indicate those practices in which space is used as a language to communicate the instances and identities of marginal groups living in urban environments. Focusing on the importance of space analysis, we argue that our ethnographic case would enrich the discussion within the theoretical framework of urban studies in anthropology.
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Marenga, Bianca. "Lo spazio pedonale : indicazioni di metodo per il controllo di qualità degli spazi urbani pedonali /". Napoli : Luciano, 2003. http://opac.nebis.ch/cgi-bin/showAbstract.pl?u20=8888141499.

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Buda, Davide. "Lo spazio pubblico nel progetto urbano". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3609/.

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Resumen
Attraverso l’analisi di tre progetti elaborati durante il percorso di studi, la presente tesi curriculare pone l’attenzione sul tema dello spazio pubblico, in particolare della piazza. Elemento urbano di fondamentale carattere e valore sociale, la piazza riveste da sempre specifico interesse urbanistico ed architettonico, quale nodo della rete urbana e del tessuto viario. Determinante per lo sviluppo in termini di qualità e quantità, rappresenta lo spazio pubblico per eccellenza, nel quale si concentrano, sovrapponendosi nel tempo, le esperienze di vita comune. Punto di convergenza di percorsi, luogo dell’incontro, della sosta e del passeggio, sede di funzioni pubbliche, identifica la simbolica centralità della comunità rispetto all’indistinto mondo esterno.
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Mondaini, Luca. "Data Visualization di dati spazio-temporali". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16853/.

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Questa tesi propone, dopo aver introdotto le tipologie di dato esistenti e i concetti di Big Data, Open Data e Data Visualization, due obiettivi differenti: ottenere informazioni utilizzando le API di Google Maps, più precisamente, latitudine e longitudine di ogni indirizzo di domicilio degli studenti immatricolati in UniBo e la visualizzazione di questi dati, all'interno di un'applicazione web, mediante istogrammi e mappe digitali interattivi con l'utilizzo di tecniche di Data Visualization.
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CAVALLETTI, ANDREA. "Spazio e popolazione : per un'archeologia dell'urbanismo". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2000. http://hdl.handle.net/11578/278446.

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LAPIS, TERESA. "Diritto e diritti : spazio e luoghi". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/11578/278343.

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De, Rubertis Pia <1983&gt. "Persone senza dimora e spazio pubblico". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8700/1/derubertis_pia_tesi.pdf.

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Resumen
Questo lavoro di ricerca analizza il rapporto tra persone senza dimora e spazio pubblico, dedicando particolare attenzione alle recenti strategie di politica urbana mirate al disciplinamento dello spazio pubblico. Lo studio è diviso in due sezioni. Nella prima sezione viene delineato il quadro generale che si profila a livello internazionale, sottolineando tre dimensioni centrali: 1) il ruolo essenziale dello spazio pubblico nella quotidianità dei senza dimora; 2) i cambiamenti che investono lo spazio pubblico sotto la spinta di processi di rinnovo urbano; e 3) il crescente controllo degli spazi pubblici che conduce all'esclusione dei senza dimora. Ad imbuto, la ricerca si concentra su due realtà territoriali europee, Bologna e Amsterdam. Basandosi su una metodologia qualitativa, che privilegia interviste in profondità, osservazione diretta dello spazio pubblico e le tecniche proprie della sociologia visuale, creando e usando le immagini come indicatori visuali dei processi in atto, accanto all'analisi delle politiche sia sociali che urbane, l'indagine individua gli spazi urbani significativi per i senza dimora, tracciando le pratiche d'uso dello spazio pubblico e le sue caratteristiche, e le risposte che la città fornisce rispetto alla visibilità di questa popolazione che, soprattutto nel centro storico rinnovato, pone problemi di ordine, di decoro e di riorganizzazione dell'arredo urbano. La ricerca, pur cogliendo il carattere contingente e condizionale dei processi di controllo, mette in luce che, di fatto, vengono creati spazi di esclusione all'interno del contesto urbano che frequentemente coincidono con gli spazi vitali per la popolazione senza dimora. Si conclude riflettendo sull'immagine di "città vetrina" sottesa a questi processi, una città a uso e consumo di pochi che, evidentemente, non potrà mai essere una "città per tutti", alimentandosi, al contrario, di esclusioni.
This research project analyses the relationship between homeless people and public space, with particular attention given to the most recent strategies of urban policy aimed at regulating public space. The study is divided into two sections. The first section outlines the overall picture that emerges at an international level, highlighting three central dimensions: 1) the essential role of public space in the everyday life of the homeless; 2)the changes that take place in public space following urban renewal processes; and 3)the increasing control of public space leading to the exclusion of homeless people. Then using a funnel approach, the second section focuses on two European urban realities, Bologna and Amsterdam. The research is based on qualitative methods, namely in-depht interviews, direct observation of public space and the typical techniques of visual sociology, creating and using images as visual indicators of the ongoing processes, together with the analysis of both social and urban policies. The study identifies those urban spaces meaningful for the homeless, tracing their use of public space and its features, and the ways in which the city attempts to deal with the visibility of such population, which, especially in renovated city centres, poses problems of order, decorum and reorganisation of urban furniture. While realising the contingent and conditional character of control processes, the research reveals that in reality spaces of exclusion are being created within urban space which often correspond to exactly those spaces vital to the homeless. In conclusion, the analysis reflects on the image of a "showcase city" which underlies those processes; a city evidently not for the use of all but only for the use of some, relying as it does on exclusion.
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Cecchi, Andrea <1989&gt. "Lo spazio femminile nella monetazione bizantina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12952.

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Partendo dalle prime imperatrici di Bisanzio analizzerò i loro ritratti presenti nella emissione monetaria imperiale (fornendo un catalogo)descrivendo poi il loro vestiario comparandolo con alcune immagini della cultura bizantina.
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Arese, Sophie <1996&gt. "La Cina e l'immaginario dello spazio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21185.

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Resumen
L’elaborato si pone come obiettivo l’analisi dell’evoluzione del programma spaziale cinese sia dal punto di vista storico che culturale. Nello specifico, verrà fatta una suddivisione in quattro capitoli: il primo sarà dedicato alla nascita del programma spaziale e alla sua evoluzione sino al lancio in orbita del primo taikonauta. Il secondo capitolo si concentrerà sugli aspetti culturali, pertanto verranno trattati i temi dei metodi di divulgazione della scienza popolare tramite l’arte e la letteratura. Il terzo capitolo si focalizzerà su una figura di spicco del programma spaziale, ovvero Qian Xuesen 钱学森, considerato l’ideatore dei primi progetti. Infine, nel quarto ed ultimo capitolo verranno analizzate le ultime conquiste del PCC nell’ambito spaziale e come sono state narrate alla popolazione cinese. Inoltre, verranno esaminate le prospettive di sviluppo future del paese in questo settore anche in relazione alla geopolitica.
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CARPI, PAOLO. "Demolizioni. Fare spazio alla città nuova". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/943984.

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OGGETTO DELLA RICERCA La città, intesa come manufatto, ovvero come “cosa umana per eccellenza” (Lévi-Strauss), è lo sfondo su cui questa ricerca mette a fuoco, in primo piano, uno strumento particolare per trasformarla: la demolizione. La storia dell’evoluzione delle città (di tutte le città) non è altro che la storia del conflitto tra l’inerzia della città stessa in quanto luogo dei significati consolidati e la volontà degli uomini di trasformarla nel luogo dei significati possibili. Questa tesi si occupa di progetti di demolizioni: progetti architettonici per la soluzione positiva di quel conflitto nella città. OBIETTIVI Obiettivo della ricerca è mostrare come, spostando l’attenzione da ciò che viene demolito a ciò che non viene demolito, sia possibile intendere la demolizione come uno strumento costruttivo, volto alla conservazione della città nel suo complesso. Questa prospettiva è, contemporaneamente, più pertinente alla città e più promettente per la città. Allora, la demolizione potrà apparire come uno strumento utile anche per la trasformazione delle città contemporanee. METODOLOGIA Nella prima parte della tesi vengono individuate le caratteristiche proprie della demolizione. Esse emergono dallo studio della trasformazione di Parigi, sognata e faticosamente realizzata tra il 1789 e il 1889. In particolare, viene messo a fuoco lo spazio delle demolizioni: lo spazio in cui si materializzarono le forze politiche, sociali ed economiche in atto in quel periodo; lo spazio che fu usato per costruire la città moderna/capitalista a partire da una città medievale/feudale. I casi analizzati nella seconda parte della tesi (dalla Roma di Sisto V alla Barcellona di Bohigas) mostrano, più in generale, come sia stato possibile usare le demolizioni per trasformare le città esistenti in altre città. Da un lato, la demolizione si rivela come il detonatore che fa esplodere, in tutti i sensi, il rapporto tra un manufatto (statua, edificio o città) e il suo significato consolidato; dall’altro, il disegno dello spazio delle demolizioni si rivela come lo strumento per progettare il suo nuovo significato. CONCLUSIONI Lo spazio delle demolizioni è una forma negativa, frutto di una sottrazione di volume. In quanto negativo, quello spazio ha un rapporto con la forma positiva, che giace sia dentro al suo perimetro (i pezzi della città nuova che lì vengono costruiti), sia fuori dal suo perimetro (i pezzi superstiti della città vecchia). Lo spazio delle demolizioni è aperto nella città vecchia per fare spazio alla nuova. Attraverso il suo disegno, è possibile stabilire una relazione precisa tra le due città. Per questo, le demolizioni sono lette come atti di architettura; in questo senso, se osservate dal punto di vista della città, esse sono atti positivi. Se “l'architettura è la volontà di un'epoca, tradotta in spazio” (Mies), la demolizione è uno strumento per aprire quello spazio nella città.
SUBJECT The city, as an artifact, as “the human invention par excellence” (Lévi-Strauss), is the background upon which this research wants to focus, in the foreground, on a specific instrument for its transformation: the demolition. The history of the evolution of the city (of any city) is the history of the conflict between the inertia of the city as the place of consolidated meanings and the will of the humans to transform it into the place of new possible meanings. This research is about projects of demolitions: architectural projects for the positive solution of that conflict within the city. PURPOSE The research wants to show how, moving the attention from what is demolished to what is not, it is possible to see demolition as a constructive instrument to preserve the city as a whole. This perspective is at the same time more pertinent and more promising for the city. Therefore, demolition could stand out as a useful tool to transform contemporary cities. METODOLOGY The first part of the thesis focuses on the distinguishing features of the demolition, emerging from the analysis of Paris transformation, dreamed and laboriously realized between 1789 and 1889. In particular, attention is focused on the space of the demolitions: the space where conflict between political, social and economical forces took place; the space used to build the modern/bourgeoise city starting from a medieval/feudal city. The cases analyzed in the second part of the thesis (from Sixtus V’s Rome to Bohigas’ Barcelona) show how demolitions have been used in order to transform the existing cities into other cities. On the one hand, demolition is revealed as the trigger that makes the relations between artifacts (monuments, buildings or cities) and their own consolidated meaning explode; on the other hand, the design of the space of the demolitions is revealed as the instrument to project their new meaning. CONCLUSIONS The space of demolitions has a negative form, since it is the result of a subtraction of volume. As negative, that space has a close relationship with the positive form lying inside it (the parts of the new city) and outside it (the surviving parts). The space of demolition is opened inside the old city to make room to the new city. The relationship between the two cities is defined through its design. For this reason, demolitions are acts of architecture; for this reason, from the point of view of the city, demolitions are positive acts. If “architecture is the will of the epoch translated into space” (Mies), demolition is a tool to open that space in the city.
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Bravin, Carlo. "Eventi Molecolari in uno Spazio Confinato". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426785.

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The scope of this Ph.D. thesis deals with the synthesis of molecular cages based on tris(2-pyridylmethyl)amines (TPMAs) scaffold and characterized by the presence of metals having a non-saturated coordination sphere in the inner part of the system. The new molecular architectures were synthesized taking advantage of Dynamic Covalent Chemistry DCC, in particular imine condensation, on opportunely functionalized TPMA metal complexes. The main objective was to control the self-assembly of the TPMA metal complexes in order to obtain new functional systems. The cages obtained have allowed to describe several molecular events within a confined space. In the Introduction chapter, after a brief overview of TPMAs synthesis and the coordination chemistry, the supramolecular applications of TPMAs complexes are reported. The latter is mainly focused on chirality sensing and recent supramolecular structures involving these ligands. A part of the survey is dedicated to the applications of TPMAs complexes as metal receptor and anion sensor and the capability of this ligand to coordinate the metal center in helical fashion which allowed the use of these ligands as molecular switches. Afterwards, this property is further analyzed toward the application of these metal complexes in the determination of enantiomeric excess (e.e) and other functions. In the last section, TPMAs are envisaged as capping agents to obtain several supramolecular structures. In Chapter 1 the synthesis of a novel supramolecular cage built from the self-assembly of TPMA zinc complexes through imine condensation chemistry is reported. The cage recognition properties over a variety of structurally related dicarboxylic acid guests, together with the kinetic study of the template assembly and disassembly, have been investigated in detail. This knowledge has been used to selectively modulate the rate of both assembly and disassembly processes. In particular, a novel disassembly method induced by strain release of the guest has been developed. In Chapter 2 is reported the extension of the cage series varying the structural parameter and the metal ion coordinated to the TPMA unit. These cages have been obtained through the self-assembly of modified tris(pyridylmethyl)amine complexes and different diamines have been chosen to vary their size and flexibility. The recognition properties of this cage series were characterized with a novel rapid method based on ESI-MS therefore the determination of binding profiles for linear saturated dicarboxylic acids within the cage series was studied. This methodology has allowed to gather how small changes in the structure of the host and guest can contribute to the recognition events. Moreover, it was possible to study molecular systems which contains paramagnetic metals that are not suitable for classical binding constant determination by 1H NMR. In Chapter 3 is discussed the synthesis of a novel chiral supramolecular cage and the capability of this structure to control the helicity of a perfluorinated carbon chain are reported. The helix configuration of the perfluoroalkyl chain was evaluated with a combination of theoretical calculations of the host-guest complex and the support of Vibrational Circular Dichroism (VCD) experiments In Chapter 4 a detailed study on homo and hetero co-encapuslation processes within a supramolecular cage is reported. In particular, the model case under study regards the possibility to have different p-substituted benzoic acid, within a supramolecular cage containing two metals. While electron-withdrawing EWG substituents are preferential guests, it has been possible to evaluate the conditions in which hetero co-encapuslation is favoured. This part of the study has been carried out in part at the University of Cambridge (UK) in the group of Prof. C.A. Hunter. In the Appendices are contained the experimental information related to each chapter.
Lo scopo di questa tesi di dottorato consiste nella sintesi di gabbie molecolari basate su tris(2-piridilmetil)ammine (TPMAs) e caratterizzate dalla presenza di metalli con centri di coordinazione non saturi nella parte interna del sistema. Le nuove architetture molecolari sono state sintetizzate traendo vantaggio della Dynamic Covalent Chemistry DCC, in particolare della reazione di condensazione imminica su complessi metallici di TPMA opportunamente funzionalizzati. Il principale obiettivo è stato il controllo del self-assembly dei complessi metallici di TPMA al fine di ottenere questi nuovi sistemi funzionali. Le gabbie ottenute hanno permesso di descrivere diversi eventi molecolari in uno spazio confinato. Nel capitolo introduttivo dopo una rapida panoramica sulla sintesi e sulla coordinazione delle TPMA vengono riportate le loro applicazioni in chimica supramoleculare. Quest'ultime consistono principalmente in sensori per la chiralità e recenti strutture supramolecolari che coinvolgono questi leganti. Una parte dell'indagine è dedicata alle applicazioni dei complessi metallici di TPMA come recettori di metalli e sensori di anioni e alla loro capacità di coordinarsi a centri metallici in maniera elicoidale, questo ha permesso di utilizzare questi leganti come switch molecolari. Questa proprietà è stata poi analizzata per ulteriori applicazioni di questi complessi metallici come la determinazione dell'eccesso enantiomerico (e.e) e altre funzioni. Nell'ultima sezione le TPMAs vengono descritte come capping agents al fine di ottenere diverse strutture supramolecolari. Nel primo capitolo viene riportata la sintesi di una nuova gabbia supramolecolare costitutita dal self-assembly di due complessi TPMA di zinco attraverso condensazione imminica. Le proprietà di riconoscimento molecolare della gabbia nei confronti di una serie di acidi dicarbossilici come guests sono state investigate in dettaglio, assieme allo studio cinetico del assemblaggio e disassemblaggio della struttura. Queste conoscenze hanno portato alla modulazione selettiva della velocità dei processi di assembly e disassembly ed in particolare è stato possibile programmare un nuovo metodo di disassembly basato sulla pressione esercitata dal guest all'interno della gabbia. Nel Capitolo 2 viene descritta una serie di gabbie omologhe ottenute variando i parametri strutturali e il metallo coordinato all' unità TPMA. Queste gabbie sono state ottenute attraverso il self-assembly di complessi trispiridilmetilamminici opportunamente modificati e varie ammine, scelte al fine di variare la dimensione e la flessibilità della strutture finali. Le proprietà di riconoscimento molecolare di questa serie di gabbie sono state investigate con metodo rapido e innovativo basato sull'analisi ESI-MS, in questo modo è stato possibile determinare diversi profili di binding per una serie di acidi dicarbossilici saturi. Questa metodologia ha permesso di concludere che piccole variazioni strutturali delle gabbie molecolari in questione modificano le loro proprietà di riconoscimento molecolare. È stato inoltre possibile studiare sistemi molecolari contenenti centri metallici paramagnetici che non risultano adatti per la determinazione delle costanti di binding via 1H NMR. Nel capitolo 3 viene descritta la sintesi di una gabbia supramolecolare chirale e la sua capacità di controllare l' elicità preferenziale in una catena perfluorurata inclusa nella cavità della struttura. La configurazione dell'elica della catena perfluoroalchilica è stata valuta con una combinazione di calcoli teorici del complesso host-guest e col supporto di esperimenti di dicroismo vibrazionale circolare (VCD). Nel capitolo 4 viene affrontato uno studio dettagliato sull' omo ed etero co-incapsulazione in una gabbia supramolecolare. In particolare il modello in esame ha riguardato la possibilità di incapsulare acidi benzoici diversamente sostituiti in posizione para in una gabbia contente due metalli. I gruppi elettronattratori risultano essere guest preferenziali ed è stato possibile valutare le condizioni in cui l'etero co-incapsulazione viene favorita. Questo studio è stato condotto in parte presso l'Università di Cambridge (UK) nel gruppo del prof. C.A. Hunter. Nelle appendici sono contenuti i dettagli sperimentali relativi ad ogni capitolo.
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Stefanovska, Ana. "Lo spazio narrativo del neorealismo italiano". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421858.

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This thesis tackles the problem of Italian Neorealism by taking into consideration three spatial aspects of its settings: referentiality, liminality and interior spaciousness. The first part focuses on one of the most challenging questions in today’s literary and geography studies, the interrelation between real and fictional spaces, or between the geographical referents and the ways artists use them in their worlds of fiction. Drawing upon Bertrand Westphal’s geocritique, this part of the analysis is especially useful for the reflection upon the realism of the novels. Focusing on the most common stereotypes of neorealist spatiality, the traditional dichotomy of North–South and city-countryside, the second part aims to point out that, at specific historical moments, the idea of a well distinguished “limit” that separates certain places from others becomes blurred and introduces liminal landscapes as main settings. The third part addresses the function of the projected settings in the Neorealist novels and examines the spaces that characters dream about, long for or remember. Their relationship with the physical world can vary on the referentiality scale, from places imported directly from the “geospace” to “elsewheres” impossible to locate. Since they are usually not anchored in the referential frame of the realist zone of action, the cognitive wanderings of the characters prove to be effective in questioning the limits of Neorealism and its relationship with other contemporary artistic movements.
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CAIANI, GIULIA. "Spazio e povertà: tre saggi empirici". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1110.

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Questa tesi si sviluppa secondo tre saggi empirici, indagando il rapporto tra spazio e povertà in un contesto urbano industrializzato, Milano. Il primo saggio, accogliendo lo schema concettuale unificante per l’analisi del suddetto rapporto illustrato in Chiappero-Martinetti, Moroni e Nuvolati (forthcoming), suggerisce un sistema di 27 indicatori riferito a 3 dimensioni chiave del benessere (infrastrutturale-ambientale, economica e socio-simbolica), ne testa la robustezza e fornisce l’indicazione di un profilo di povertà per ciascuna delle ex 20 zone di decentramento. Il secondo saggio considera esclusivamente la dimensione economica, estendendo il campo di indagine alle 180 aree funzionali. Da questa analisi si ottiene che, dal 2000 al 2006, il reddito medio procapite per componenti equivalenti risulta autocorrelato in modo significativo, secondo diversi regimi di concentrazione (cluster spaziali tipici e outlier spaziali atipici). Il terzo saggio considera le 3 dimensioni menzionate nel primo contributo, riferite alle 180 aree funzionali. All’approccio theory driven se ne contrappone uno data-driven, che consente di specificare la relazione che intercorre tra le variabili e le sottodimensioni del benessere, identificare sei distinti gruppi di cluster sulla base delle misure sintetiche ottenute e suggerire un profilo di policy che combini interventi a favore delle persone e dei contesti di vita.
This thesis is developed under three empirical essays, investigating the linkage between space and poverty in the urban industrialized Milan. The first essay, accepting the unifying conceptual framework for the analysis of such linkage issued by Chiappero-Martinetti, Moroni and Nuvolati (forthcoming), suggests a system of 27 indicators related to 3 key dimensions of wellbeing (physical, economic and social ), tests its robustness and provides the indication of a poverty profile for each of the former 20 areas of decentralization. The second essay considers only the economic dimension, extending the investigation to the 180 “aree funzionali”. From this analysis we find that, from 2000 to 2006, the average per capita income per equivalent components is significantly autocorrelated, according to various concentration schemes (typical spatial clusters, atypical spatial outliers). The third essay considers the three dimensions mentioned in the first contribution but related to the 180 “aree funzionali”. In opposition to that theory-driven, this data-driven approach allows to specify the relationship between the variables and sub-dimensions of wellbeing, to identify six distinct cluster groups on the basis of the synthetic measures obtained and to suggest a policy profile combining people and area-based interventions.
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CAIANI, GIULIA. "Spazio e povertà: tre saggi empirici". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1110.

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Questa tesi si sviluppa secondo tre saggi empirici, indagando il rapporto tra spazio e povertà in un contesto urbano industrializzato, Milano. Il primo saggio, accogliendo lo schema concettuale unificante per l’analisi del suddetto rapporto illustrato in Chiappero-Martinetti, Moroni e Nuvolati (forthcoming), suggerisce un sistema di 27 indicatori riferito a 3 dimensioni chiave del benessere (infrastrutturale-ambientale, economica e socio-simbolica), ne testa la robustezza e fornisce l’indicazione di un profilo di povertà per ciascuna delle ex 20 zone di decentramento. Il secondo saggio considera esclusivamente la dimensione economica, estendendo il campo di indagine alle 180 aree funzionali. Da questa analisi si ottiene che, dal 2000 al 2006, il reddito medio procapite per componenti equivalenti risulta autocorrelato in modo significativo, secondo diversi regimi di concentrazione (cluster spaziali tipici e outlier spaziali atipici). Il terzo saggio considera le 3 dimensioni menzionate nel primo contributo, riferite alle 180 aree funzionali. All’approccio theory driven se ne contrappone uno data-driven, che consente di specificare la relazione che intercorre tra le variabili e le sottodimensioni del benessere, identificare sei distinti gruppi di cluster sulla base delle misure sintetiche ottenute e suggerire un profilo di policy che combini interventi a favore delle persone e dei contesti di vita.
This thesis is developed under three empirical essays, investigating the linkage between space and poverty in the urban industrialized Milan. The first essay, accepting the unifying conceptual framework for the analysis of such linkage issued by Chiappero-Martinetti, Moroni and Nuvolati (forthcoming), suggests a system of 27 indicators related to 3 key dimensions of wellbeing (physical, economic and social ), tests its robustness and provides the indication of a poverty profile for each of the former 20 areas of decentralization. The second essay considers only the economic dimension, extending the investigation to the 180 “aree funzionali”. From this analysis we find that, from 2000 to 2006, the average per capita income per equivalent components is significantly autocorrelated, according to various concentration schemes (typical spatial clusters, atypical spatial outliers). The third essay considers the three dimensions mentioned in the first contribution but related to the 180 “aree funzionali”. In opposition to that theory-driven, this data-driven approach allows to specify the relationship between the variables and sub-dimensions of wellbeing, to identify six distinct cluster groups on the basis of the synthetic measures obtained and to suggest a policy profile combining people and area-based interventions.
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Placci, Jacopo. "Geometria delle ipersuperfici quadriche dello spazio proiettivo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9442/.

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In questo lavoro vengono analizzate due sottovarietà notevoli di P^5 legate allo studio delle ipersuperfici quadriche: la quadrica di Klein e la superficie di Veronese. La quadrica di Klein è una ipersuperficie di grado 2 di P^5 in corrispondenza biunivoca con l'insieme delle rette di P^3. Riguardando P^5 come lo spazio delle coniche di P^2, la superficie di Veronese corrisponde alle coniche di rango 1, cioè alle rette doppie.
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Matzeu, Giacomo. "Geodetiche su superfici dello spazio euclideo tridimensionale". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9723/.

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In questa tesi si studiano le geodetiche sulle superfici dello spazio euclideo tridimensionale. Tali curve, che godono di proprietà analoghe a quelle delle rette nel piano, vengono definite come quelle particolari curve sulle superfici il cui campo dei vettori tangenti e' parallelo, cioè ha derivata covariante nulla. Sulle superfici di rotazione le geodetiche sono tutti i meridiani, i paralleli aventi vettori tangenti paralleli all'asse di rotazione e tutte le curve soddisfacenti la condizione di Clairaut. Dopo aver studiato le geodetiche su alcune superfici significative si introduce la nozione di mappa esponenziale che permetterà di dimostrare le proprietà di minimo locale delle geodetiche.
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Decataldo, Loredana Valentina y Greta Casadio. "Spazio dell'abitare: tra città compatta e collina". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Per delineare la nuova identità dell’ex-complesso militare STAVECO non sono stati costruiti solo dei manufatti, dei begli oggetti, ma progettati dei veri e propri luoghi, degli spazi urbani e delle architetture capaci di offrire una nuova identità all’insediamento. Questo, riprendendo gli antichi segni e valorizzando le testimonianze materiali presenti nell’area.
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BALDUCCI, VALTER. "La nozione di spazio collettivo nell'architettura dell'abitazione". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1994. http://hdl.handle.net/11578/278075.

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LODDO, ISABELLA. "Lo spazio dell'interazione : interfacce oltre la superficie". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/11578/282343.

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Ascari, Stefano <1975&gt. "Il racconto per immagini dello spazio costruito". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7899/1/Stefano_Ascari_Il_racconto_per_immagni_dello_spazio_costruito.pdf.

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Questa ricerca analizza le modalità operative attraverso le quali il linguaggio del fumetto può permettere una migliore conoscenza e una più efficace rappresentazione dello spazio costruito o progettato. Fumetto quindi inteso come strumento conoscitivo, progettuale e di comunicazione. Vengono esaminati una serie di temi che, attraversando la storia della rappresentazione e della concezione dello spazio, costituiscono il contesto nel quale parola e immagine (racconto e spazio) intrecciano una sinergia che trova nel fumetto un’espressione articolata: evoluzione della percezione nel contesto urbano tra XIX e XX secolo, meccanizzazione del movimento e percezione degli spazi. Vengono quindi analizzati alcuni elementi dello spazio costruito rispetto ai quali il racconto dello spazio articola strategie visive specifiche (la pianta, la finestra, la facciata, la sezione e la scala). Lo sguardo che struttura uno spazio delimitato e che dialoga con l’intorno attraverso aperture complesse (tra tutte la finestra) conduce alla scoperta delle strategie rappresentative legate a uno spazio urbano nel suo complesso. La ricerca approfondisce, attraverso la comparazione di momenti narrativi legati alla città nella sua dimensione complessiva, l’oggetto urbano nel suo insieme con un approfondimento storico che mette in evidenza il rapporto elettivo tra fumetto e città. Vengono quindi esplorati, sulla falsariga di una serie di movimenti all'interno della città, temi come il riconoscimento, l'orientamento, l'attraversamento e il perturbante architettonico. Guida e elemento unificante di questo percorso è lo sguardo (la posizione della telecamera, se vogliamo utilizzare una metafora cinematografica) di un ipotetico osservatore che muove dall’interno di un edificio verso la città (e oltre). Un osservatore che esplora lo spazio traendone una sintesi e una lettura d’insieme articolata e che si rende capace, attraverso la mise en page del fumetto, di gestire la complessità urbana, tra il dettaglio e l’insieme.
La recherche enquête sur le fonctionnement du récit séquentiel par images (bande dessinée) pour une meilleure compréhension et une représentation plus efficace de l'espace bâti. Bande dessiné comme outil cognitive, de planification et de communication. Sont pourtant examinées les questions qui, à travers l'histoire de la représentation et de la conception de l'espace, forment le contexte dans lequel les mots et les images (narratifs et espace) tissent une synergie qui trouve son expression dans la bande dessinée: évolution de la perception dans le contexte urbain XIXe et XXe siècle, la mécanisation du mouvement et les modifications dans la perception de l'espace. Ils sont ensuite analysés les éléments de l'espace bâti par rapport auquels la bande dessinée articule des stratégies visuelles spécifiques (la plante, fenêtre, fa çade, la section et l'échelle). L'aspect et la structure d'un espace confiné qui communique avec l'environnement à travers des ouvertures complexes (par exemple les fenêtres) conduit à la découverte des stratégiesreprésentatives liées à l’espace de la ville dans son ensemble. La recherche explore, à travers la comparaison des moments narratifs liés à la ville dans sa taille globale (échelle urbaine), l'objet urbain dans son ensemble avec une étude historique qui met en évidence la relation élective entre la bande dessinée et les villes. Ils sont ensuite explorés, le long des lignes d'une série de mouvements dans la ville, des questions comment la reconnaissance, l'orientation, le passage et l'architecture “perturbante”. Elément conduisant de ce chemin est le regard (la position de la caméra, si l'on veut utiliser une métaphore cinématographique) d'un observateur hypothétique qui se déplace à l'intérieur d'un bâtiment à la ville. Un observateur qui explore l'espace pour nous montrer une lecture de l'ensemble qu'il est capable, par la mise en page de la bande dessinée, de gérer l'écart entre le détail et l'ensemble.
This research analyzes the operating modes through which the language of comics can afford a better understanding and a more effective representation of the built space. Comics therefore understood as cognitive, planning and communication tool. Issues are examinated that, through the history of representation and conception of space, form the context in which words and images (narrative and space) weave a synergy that finds expression in the comic: the evolution of the perception in the urban context the nineteenth and twentieth century, the mechanization of movement and the changing of the perception of urban space. They are then analyzed some elements of the built space with respect to which the language of comics articulates specific visual strategies (the plant, window, front view, the section and the scale). The look of a confined space that communicates with the surroundings through complex openings (for example the window) leads to the discovery of representative strategies linked to an urban space as a whole. The research explores, through the comparison of narrative moments related to the city in its overall size (urban scale with a historical study that highlights the elective relationship between comics and cities. They are then explored, along the lines of a series of movements within the city, issues such as recognition, orientation, crossing and “uncanny” architecture. Help and unifying element of this path is the gaze (the camera position, if we want to use a cinematic metaphor) of a hypothetical observer who moves from inside a building to the city (and beyond) . An observer who explores space drawing a synthesis and a reading of the city which seem precious and articulate and that it is capable, through the “mise en page” proper of the comic, to manage the gap between the detail and the whole urban space.
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Tognon, Alessandro <1970&gt. "Rudolf Schwarz. La costruzione dello spazio sacro". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8857/1/tognon_alessandro_tesi.pdf.

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La ricerca si pone l’obiettivo di far emergere il programma compositivo che l’architetto Rudolf Schwarz ha messo a punto tra la fine del XIX secolo e l’anno 1961, nella definizione di una propria teoria progettuale sul tema dello spazio sacro liturgico. Egli era un uomo dalla visione ampia, il suo pensiero era l’emblema di un uomo vivente lo spazio del reale, che con discrezione si spinge ai confini dell’intelligibile. Con un certo grado di approssimazione le chiese di Schwarz, progetti e realizzazioni, possono essere classificate in grandi “famiglie” riconducibili a “forme corrispondenti”: il tipo a “basilica”, il tipo a “croce” e il tipo ad “aula”. Tuttavia bisogna precisare che questa classificazione è basata su un’interpretazione che considera altrettanto importanti le numerose e complesse variazioni e contaminazioni formali e tipologiche presenti in ogni progetto. All’interno di queste categorie di progetti che Schwarz nomina “prototipi”, intesi come semplificazioni formali che nel realizzarsi necessitano di una scelta tipologica, Rudolf Schwarz pose, a partire dagli anni venti, le basi per una moderna idea spaziale e collettiva di celebrazione del rito cristiano. Obiettivo della ricerca è comprendere a fondo quanto architettura e sacro, progetto e liturgia, coincidano da un punto di vista ideologico ancorché formale. Quanto cioé l’architettura, caratterizzata dalla permanenza delle sue forme ereditate dalla storia, risulti essere indipendente dalla funzione liturgica e quanto allo stesso tempo possa suggerirne nuove possibilità. Questo tra le dinamiche di un modernismo e di un tecnicismo incessante che in quel tempo consentivano di certo nuove possibilità costruttive ma anche il rischio di una perdita di valori dello spazio architettonico, nel rapporto tra il significato stesso dell’architettura con la sua costruzione.
The purpose of this research is to bring out the project range architect Rudolf Schwarz has developed from the end of the XIX century to 1961, while defining his own design theory about liturgical sacred space. He is a man of broad vision, his thought is the emblem of a man living the space of reality, which discreetly pushes himself to the intelligible boundaries. The selected Schwarz’s sixty churches, projects and buildings, can be classified in different “architectural types” : “Basilica” type; “Cruciform” type and “Hall” type. It is necessary to specify that this approach considers the several and complex modification and influences that are present in each project too. With these types that Schwarz names “prototypes”, as formal simplifications that need a typological choice while they are implemented, starting from the 20s, Rudolf Schwarz lays the groundwork for a general modern spatial and collective idea of the liturgical Christian rite celebration. Purpose of the research is understanding how much the architecture and the sacred, the project and the liturgy coincide from an ideological and a formal point of view. Understanding how much the architecture, that is permeated by historically inherited shapes, is independent form the liturgical rite and how much at the same time it can suggest new liturgical possibilities, in a period when modernism and constant improvement of building technologies ensures new construction possibilities but also takes the risk of loss of values of the architectural space and of the relation between the meaning of architecture and its building.
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Martelli, Cinzia. "Il paesaggio nella ridefinizione dello spazio dell'abitare". Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/967.

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La Convenzione Europea del Paesaggio ha richiamato l attenzione di amministrazioni pubbliche, tecnici e cittadini sul fatto che tutto il territorio è paesaggio e merita pertanto attenzione paesistica. Il paesaggio diventa il quadro di riferimento per la definizione di scelte di governo capaci di migliorare la qualità dei territori e la competitività economica, al centro di un processo democratico di vasta portata che implica la partecipazione delle popolazioni alla costruzione e al miglioramento dei paesaggi del quotidiano, dell abitare e del tempo libero, influenzando in maniera decisiva la qualità della vita della popolazione. Agli strumenti di pianificazione, ed in particolare ai regolamenti edilizi rivisti in chiave sostenibile, si chiede di individuare una nuova metodologia progettuale e costruttiva finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica che consentono di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Il paesaggio diviene il motore di un nuovo sviluppo qualitativo e sostenibile, con ripercussioni sull occupazione e sull intero sistema economico. Dopo un attenta analisi degli orientamenti e strumenti legislativi, del livello di definizione paesaggistica negli atti di pianificazione territoriale, della qualità dei luoghi dell abitare e dei dati forniti dall Onre, verranno passate in disamina le contraddizioni della pianificazione urbanistica in Sicilia e l esperienza positiva della Regione Puglia.
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Skansi, Luka <1973&gt. "Estetica dello spazio: Russia - Urss (1900 - 1925)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/206.

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Vettorato, Roberta <1980&gt. "SOSTENERE LA GENITORIALITA' NEI SERVIZI SPAZIO NEUTRO". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6967.

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Questa tesi vuole essere una riflessione ed un’analisi sullo sviluppo e sull’implementazione dei servizi Spazio Neutro, attraverso valutazioni di carattere legislativo, psico-pedagogico ed empirico. Si cercherà di dare identità allo Spazio Neutro, quale struttura finalizzata al mantenimento ed al recupero del legame tra figli e genitori non conviventi, nell’ambito del conflitto genitoriale, con funzione principale di “garantire il diritto del bambino a mantenere relazioni personali e contatti diretti in modo regolare con entrambi i genitori, salvo quando ciò è contrario al maggior interesse del bambino” (Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo) I coniugi, seppur separati come coppia, devono imparare a collaborare come coppia genitoriale, in quanto, la disgregazione del percorso di vita matrimoniale, non comporta l’interruzione delle reciproche responsabilità nei confronti dei figli. Trovare un equilibrio nella relazione come genitori, senza pertanto attuare comportamenti vendicativi ed ostili, costituisce la base per favorire uno sviluppo psico-affettivo dei bambini e/o ragazzi, armonico ed adeguato. L’esigenza di tutelare i minori, posta in luce anche dai recenti interventi legislativi, persegue l’obiettivo di promuovere il superiore interesse dei figli, in tutti quei casi in cui si sospetta la necessità di interventi giudiziari rispetto alla genitorialità. A partire dall’osservazione delle diverse metodologie e Linee Guida che si sono realizzate nel contesto nazionale, offrendo uno sguardo anche al contesto internazionale, in questa sede, si farà un approfondimento sull’organizzazione dei servizi Spazio Neutro dell’A.Ulss 17, cercando di rilevare le criticità che ancora permangono e sottolineando i punti di forza riscontrati. La lettura critica delle realtà esistenti e la conoscenza pragmatica, faranno da sfondo a tutte le argomentazioni che verranno trattate e le riflessioni che verranno svolte in merito.
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Patuzzi, Ylenia <1990&gt. "Spazio Grisù, un caso di riqualificazione urbana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7058.

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Attraverso l'esamina del processo di riqualificazione di una struttura pubblica da parte di un'associazione privata e del contesto d'inserimento di questa struttura, voglio porre l'accento sull'importanza di intervenire facendo attenzione alle necessità del territorio in cui si agisce affinché entrambi, contesto ed elemento inserito, possano trarne benefici.
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Doretto, Silvio <1968&gt. "Milena Milani. La donna e lo spazio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/11984.

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La tesi si propone di analizzare il profilo biografico e intellettuale della scrittrice Milena Milani, la sua opera artistica e letteraria. L'analisi si indirizzerà alla collocazione della sua traiettoria nell'ambito della cultura italiana e mondiale dell'epoca in particolare critica e letteraria. L'approfondimento verterà ponendo particolare accento all'opera romanzesca, analizzandone i personaggi per raccoglierne l'influsso dalla particolare condizione femminile, la psicanalisi e più in generale il momento storico.
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Calderai, Maria <1991&gt. "Lo spazio del dialogo in Hannah Arendt". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19550.

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Questa tesi intende indagare il rapporto fra linguaggio e identità personale nella riflessione di Hannah Arendt, ricostruendo le sue fonti filosofiche e il contesto delle relazioni instaurate attraverso le diverse forme di scrittura: autobiografia filosofica, analisi storico-critica, filosofia pratica e, con un’attenzione particolare, comunicazione epistolare. Attraverso una intensa autobiografia filosofica la narrazione del sé diventa occasione di scambio inter-soggettivo e analisi del soggetto nell’azione. Capire quale sia il linguaggio necessario per esprimere il proprio sé costituisce una condizione preliminare dell’analisi filosofica in Arendt che questa tesi vuole delineare, gettando luce su passaggi meno studiati del ricco materiale epistolario che testimonia l’attualità di una forma di nuovo dialogo filosofico.
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CUTTITTA, Chiara. "La protezione complementare nello spazio giuridico europeo". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2022. https://hdl.handle.net/11392/2497135.

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Il presente lavoro intende indagare quale sia il ruolo oggi rivestito dalle forme c.d. di protezione “umanitaria” nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Con tale espressione si fa riferimento a un complesso eterogeneo di forme di protezione, non rientranti nelle forme di protezione armonizzate in virtù del diritto dell’Unione, concesse o riconosciute dagli Stati membri in virtù del diritto nazionale o in attuazione del diritto internazionale. Dette forme di protezione, pur non essendo disciplinate dal diritto dell’Unione, sono espressamente contemplate da quest’ultimo. Invero, la direttiva c.d. qualifiche e la direttiva c.d. rimpatri, pur non offrendo una definizione dei motivi umanitari che possono giustificare il riconoscimento di un titolo di soggiorno e del relativo status, riconoscono in capo agli Stati la facoltà di adottare forme di protezione ulteriori, a patto che queste ultime risultino “compatibili” con il diritto dell’Unione. Con ciò esse intendono garantire due distinti obiettivi: consentire il mantenimento delle tradizioni costituzionali degli Stati membri, laddove prevedono standard di tutela dei diritti distinti e più elevanti e assicurare gli obiettivi perseguiti dall’Unione, tendenti ad aumentare la convergenza nelle decisioni da parte degli Stati membri, al fine di limitare i movimenti secondari dei richiedenti asilo e incrementare la fiducia tra Stati. Il ruolo di queste forme di protezione/permessi nazionali ricondotti al concetto di protezione “umanitaria”, potrebbe dunque essere quello di contribuire a “chiudere il cerchio”, assicurando la copertura di tutte le situazioni relative a individui ritenuti inespellibili, contribuendo peraltro anche a diminuire la presenza di soggetti irregolari sul territorio dell’Unione.
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MARTUFI, Adriano. "DIRITTI DEI DETENUTI E SPAZIO PENITENZIARIO EUROPEO". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2388982.

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The main objective of this thesis is to investigate the evolution of prison law in the light of human rights and supranational sources. Drawing on a critique of traditional penological theories according to which deprivation of liberty would also deprive inmates of their basic freedoms and rights, this work analyses the growing recognition of human rights of prisoners in the Italian and European context. As far as domestic law is concerned, this thesis builds upon the case-law of Italian constitutional Court, focusing on the development given by the latter to humanitarian and rehabilitation principles applying to criminal enforcement and sentencing. The analysis therefore reveals the full acceptance of the idea that deprivation of liberty is a punishment in itself and that no additional pains or restrictions should be inflicted upon the prisoners. As for European law, an in depth investigation is carried out focusing on the case law of the European Court of Human Right, whilst the recent measures adopted by the European Union in the field of prison law are also taken into account.
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Panzino, Roberta <1993&gt. "La Riforma del Terzo Settore e impatto sugli spazi indipendenti italiani. Analisi del caso studio Spazio Cordis". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18661.

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Il presente elaborato analizza le misure recentemente introdotte dalla Riforma del Terzo Settore (L. n. 106/2016) nell’ordinamento giuridico italiano, esaminando in particolare gli impatti sulle organizzazioni culturali “no profit” nonché sulle associazioni di promozione sociale (APS). Obiettivo del presente lavoro è quello di individuare le misure più efficaci che permettano a tali soggetti di garantire la continuità delle attività culturali svolte. All’interno del primo capitolo viene illustrata l’evoluzione storica delle organizzazioni senza scopo di lucro italiane, sino a descrivere le principali novità introdotte dalla Riforma del Terzo Settore, con particolare attenzione alle norme riguardanti le associazioni di promozione sociale. Nel secondo capitolo sono invece descritti gli spazi indipendenti, ripercorrendone l’evoluzione nel corso del tempo nonché individuando le principali caratteristiche che accomunano gli stessi. Inoltre, sono illustrati i principali impatti della Riforma sugli spazi indipendenti che non perseguono finalità di lucro e che ricadono sotto la definizione di APS, anche con riferimento alle possibili forme di auto-finanziamento previste dalle norme. Infine, l’ultimo capitolo esamina un particolare caso studio: Spazio Cordis, spazio indipendente veronese che ha adottato la forma giuridica dell’APS. In particolare, vengono illustrate le tappe che hanno portato alla sua costituzione nonché le attività artistiche svolte e le modalità di auto-finanziamento adottate.
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Di, Cintio Michela <1976&gt. "I POEMI OMERICI: LE "FONDAMENTA" DELLA CIVILTA' OCCIDENTALE. LO "SPAZIO" DEL MITO NELLO "SPAZIO" ARCHEOLOGICO: CASA, PALAZZI E CITTA' OMERICHE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4139.

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il presente lavoro si propone di analizzare i testi della tradizione omerica attraverso una scelta filologica e archeologica degli "spazi": le case, i palazzi e le città omeriche. tale analisi è tesa a creare un percorso analitico e interpretativo in un'ottica multidisciplinare e interdisciplinare anche in una concreta ottica didattica per i programmi della Secondaria di secondo grado e per i percorsi disciplinari di laurea triennale. Cap di introduzione: motivazioni del lavoro ed esplicitazione del valore sincronico e diacronico dei poemi omerici e la sua fondamentale ricaduta didattica, anche nei termini dell'intera civiltà occidentale. Omero "casa" di noi tutti:spazio dell'immaginario e del reale. Cap 1 Iliade: i passi in cui sono utilizzati i termini relativi agli spazi della casa, palazzo e città. Commento filologico. Cap 2 Iliade le evidenze archeologiche. Troia e le case, i palazzi e le città del modello iliadico. Cap 3 Odissea: i passi in cui sono utilizzati i termini relativi agli spazi della casa, palazzo e città. I luoghi odissiaci. Commento filologico. Cap 4 Odissea le evidenze archeologiche, con particolare rilievo ai palazzi di Pilo, Lacedemone e Scheria. Cap 5 Schliemann fra testo, mito e "archeologia". In particolare Micene. Cap 6 una nuova didattica dei poemi omerici: testo, questione omerica, inquadramento del tempo e dello spazio omerici, storia e archeologia. Cap 7 riferimenti ad Esiodo. Cap 8 conclusioni.
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Bernardi, Edoardo. "Stazione di Rimini - La geografia dello spazio urbano". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Il progetto di Tesi si fonda sulla ricerca sulle dinamiche geografiche, economiche, antropologiche e sociali che hanno determinato l’evoluzione morfologica della città di Rimini. La parte di ricerca sulla morfologia geografica della città e sulla sua evoluzione a partire dalla fondazione nel 268 a.C. fino ad oggi è stata indispensabile per la comprensione delle tematiche intrinseche all’area; un percorso di ricerca e analisi che ha permesso di svelare i temi che ogni progetto, in modo innato e differente, custodisce. La lettura dei testi di Antonio Monestiroli e di Oswald Mathias Ungers sull’argomento del tema in architettura è stata determinante, una costante guida in questa ricerca sul tema architettonico che, posto da una occasione storica, da uno stato di necessità, trova le sue ragioni collettive nel profondo legame con il contesto geografico e con la volontà sociale. È perciò nella storia stessa della città che si è ricercato un tema di progetto, come tentativo di superamento delle problematiche ad essa collegate. La lettura dei testi di Aldo Rossi, Carlos Martì Aris, Antonio Monestiroli, Arthur Smailes e Lewis Mumford hanno costituito una costante guida nella comprensione dell’architettura della città. L’indagine qui sviluppata si interroga quindi principalmente su questioni di metodo e il lavoro si configura come una ricerca sulla forma geografica della città, sul ruolo che questa forma ha in relazione agli elementi geografici, infrastrutturali ed antropologici, tentando di trovare una sintesi tra questi elementi attraverso una rinnovata coerenza geografica della città e soffermandosi in particolare su una nuova forma di paesaggio infrastrutturale urbano che possa stabilire un equilibrio tra le esigenze economiche di sviluppo e il miglioramento delle qualità ambientali urbane derivanti dal rapporto della città con l’infrastruttura, unite al desiderio contemporaneo di vivere in un ambiente naturale esteticamente equiparabile a quello naturale.
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Migliori, Jacopo. "Spazio pubblico e progetto d'architettura. Alcune esperienze didattiche". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Il concetto di spazio pubblico ha rappresentato, fin dal primo giorno del percorso di studi, uno dei temi oggetto di analisi più importanti nella progettazione. Questa tesi curricolare esamina il tema dello spazio pubblico, con brevi riflessioni sui cambiamenti delle caratteristiche e delle necessità di questi spazi all'interno delle nostre città e dei nostri quartieri, in relazione anche allo stato sociale che cambia nel tempo. Spazi che, facendo parte inevitabilmente della vita quotidiana, un architetto deve trattare con particolare attenzione e sensibilità, i quali diventeranno, nei casi migliori, luoghi simbolo di una determinata comunità. Nella seconda parte, verranno analizzati invece tre progetti realizzati durante il percorso di studi: un progetto urbanistico per la frazione di Classe realizzato durante il Laboratorio di Urbanistica, il progetto per la ricostruzione del complesso parrocchiale di San Felice sul Panaro, completamente crollato durante un terremoto nel 2012, realizzato durante il Laboratorio di Progettazione Architettonica III e, infine, la progettazione dell’Ex Caserma Sani a Bologna con un nuovo Auditorium per la musica come elemento principe dell’area. Durante il mio percorso di studi ho sviluppato vari progetti locati in zone profondamente diverse tra loro; infatti è stato importante approfondire la conoscenza di ogni territorio, dalle sue caratteristiche morfologiche, alla sua storia, ai suoi abitanti, al suo tessuto urbano e nel tempo stesso come questo si è andato a sviluppare. Chiaramente bisognerà sempre fare i conti con la società che cambia, le generazioni che si evolvono, così come le abitudini, i costumi, e le relazioni. Per questo ritengo importante instaurare un legame con la tradizione e le origini, che nel tempo non possono mutare, o per lo meno rimarranno ancore alle quali affidarsi sia per chi pensa quello spazio, contribuendo a renderlo concreto, sia per chi lo vive rendendolo mai più astratto.
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Pola, Tommaso. "Rivestimenti e gruppo fondamentale di uno spazio topologico". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1573/.

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Foschini, Federico. "Programmazione funzionale in spazio logaritmico: funzioni di ordinamento". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1627/.

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