Literatura académica sobre el tema "Lingua istituzionale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Lingua istituzionale"

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Videsott, Ruth. "Plurilinguismo nell’area ladina dell’Alto Adige. Quando plurilinguismo istituzionale e individuale si intrecciano". DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, n.º 1 (9 de noviembre de 2021): 55–83. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.03.

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La convivenza storica di più lingue, elemento determinante delle vallate ladine in Alto Adige, ha contribuito all’instaurarsi di un plurilinguismo istituzionale sul territorio oltre che a creare un contesto sociolinguistico notevolmente eterogeneo, se si considerano i vari repertori linguistici individuali della comunità linguistica ladina. Con il presente contributo ci si propone di gettare luce sul ruolo del plurilinguismo scolastico/istituzionale per rafforzare la consapevolezza della diversità linguistica in merito al repertorio linguistico individuale e comunitario. Partendo da una breve analisi di interviste con bambini ladinofoni in età prescolare, si illustreranno alcuni brevi passaggi di lingua, per avanzare una riflessione sulla dimensione funzionale del plurilinguismo. Inoltre, alcune considerazioni in ottica di didattica delle lingue nelle scuole ladine amplieranno i risultati emersi.
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Mariottini, Laura y Veronica Sica. "Miembros y miembras de la Comisión de Igualdad. Lingua e genere nella comunicazione pubblica spagnola". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (marzo de 2012): 79–97. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001004.

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L'impegno istituzionale volto a garantire Pari Opportunitŕ tra donne e uomini implica un lavoro attivo di (ri)costruzione della categoria di genere attraverso e nella lingua usata nella comunicazione pubblica e politica. A partire dal riconoscimento di categorie linguistiche, č possibile consolidare il cambiamento socio-culturale che le sottende e, solo allora, la riflessione sul genere acquisirŕ un carattere sostanziale. Le autrici esaminano l'istanza riformista della lingua pubblica spagnola presentando il "caso miembra" che ha generato un acceso dibattito linguistico, socioculturale e mediatico dal 2008 ad oggi. La cornice teorica del lavoro č rappresentata dagli gender studies.
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Mariottini, Laura y Veronica Sica. "Le politiche e le pratiche linguistiche di genere del Ministerio de Igualdad". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 2 (julio de 2012): 79–97. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002005.

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Nella linea giŕ tracciata in un precedente lavoro (Mariottini, Sica, in stampa) di analisi della lingua usata nella comunicazione pubblica spagnola, derivante dal "caso miembra", le autrici sviluppano un'analisi delle politiche e delle pratiche linguistiche e discorsive del Ministerio de Igualdad, muovendosi nella cornice teorica degli gender studies e della Feminist Critical Discourse Analysis. Obiettivo del lavoro č presentare osservazioni qualitative corroborate da dati quantitativi per riflettere nuovamente (ma da prospettive diverse) sull'impegno linguistico istituzionale che la Spagna ha preso con fermezza per poter garantire pari opportunitŕ tra donne e uomini.
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Vogler, Stefanie Karin. "Didattica a distanza di Lingua tedesca in ambiente universitario". Altre Modernità, n.º 27 (30 de mayo de 2022): 131–44. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/17882.

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Negli ultimi due anni, la pandemia ha obbligato docenti e studenti ad adeguarsi a una nuova forma di didattica a distanza anche a livello universitario. Il contributo muove dall’esperienza nella Scuola di Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove l’inglese è la prima lingua obbligatoria, mentre il tedesco viene offerto in alternativa al francese e allo spagnolo. Insegnare una materia la cui caratteristica principale è la comunicazione in un contesto che per la sua stessa natura pone dei forti limiti all’interazione in quanto i partecipanti (sia docenti che studenti) rimangono fisicamente lontani fra di loro, presenta delle notevoli sfide. Attraverso esempi emersi nell’aula virtuale vengono esaminati i problemi riscontrati e le soluzioni sperimentate in diciotto mesi di didattica soltanto da remoto. L’analisi degli aspetti critici e degli elementi positivi emersi da questa esperienza porta a riflettere su alcuni concetti basilari dell’apprendimento autonomo e, di conseguenza, sul ruolo dei docenti e dei discenti. L’obiettivo è di esaminare le modalità con cui integrare tali concetti in un ambiente istituzionale quale l’università, per formulare proposte concrete per lo studio del tedesco sia a distanza che in presenza dopo il rientro (forse anche solo parziale) nell’aula reale.
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Bancheri, Salvatore. "Un viaggio nel mio nostos. La comunità siciliana globale di Delia tra tradizioni, teatro, dialetto ed italiese". Italian Canadiana 35 (18 de agosto de 2021): 129–51. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37223.

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L'articolo prende avvio da una riflessione privata sul sentimento del nostos che ha caratterizzato (e continua a caratterizzare) la vita di migliaia di italiani in emigrazione. La dimensione privata è però solamente un input per considerare il nostos e la sua valorizzazione anche da un punto di vista istituzionale e accademico, sia di ricerca letteraria che linguistica. Sono analizzate le opere in chiave migratoria della letteratura siciliana moderna e contemporanea, in particolare di due scrittori di Delia: Stefano Vilardo e Lina Riccobene. Sul piano linguistico è proposto un riferimento all’italiese come linguaggio creativo del nostos, una lingua a sé stante nello spazio linguistico italiano globale, capace di creare identità personale e sociale a gruppi di persone intragenerazionali.
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Paola, Galimberti. "Qualitŕ e disponibilitŕ dei dati sulla ricerca: l'archivio istituzionale fra intenzioni e realtŕ". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 48 (enero de 2012): 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048005.

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La valutazione č diventata e sarŕ sempre piů una delle strategie dei sistemi di governance delle universitŕ ma anche dei sistemi di ricerca nazionali. Anche in Italia si sta ponendo sempre di piů l'accento sull'efficacia e l'efficienza della ricerca finanziata con fondi pubblici. Gli atenei italiani si trovano perň ad affrontare un duplice problema: il primo č trasversale e riguarda la completezza e correttezza dei dati sulla produzione scientifica a disposizione di chi deve valutare a qualunque livello. Mancano in generale dati affidabili e completi a livello centrale e locale che permettano la costruzione di indicatori attendibili, robusti e comparabili a livello nazionale e internazionale. Il secondo problema č specifico e riguarda la difficoltŕ nell'individuare criteri adeguati, simili e coerenti per valutare (anche in termini comparativi) la produzione scientifica nelle scienze umane, che utilizzando canali di disseminazione dei risultati diversi dall'articolo e prevalentemente la lingua italiana, resta esclusa dai principali database citazionali. Dal 2004 l'universitŕ di Milano raccoglie i metadati relativi alla produzione dei propri ricercatori in un Archivio istituzionale (AIR) che rappresenta una vetrina esaustiva della produzione scientifica dell'ateneo, unica nel panorama italiano. Dal 2008 si č cominciato a pensare di utilizzare i dati contenuti nell'archivio ai fini della valutazione della produttivitŕ e della produzione di singoli gruppi e strutture (valutazione scuole di dottorato, valutazione dipartimenti). Gli esercizi svolti fino ad ora hanno messo in risalto criticitŕ e potenzialitŕ di questo strumento e hanno permesso un ripensamento e una messa a punto nell'ottica di una sua migliore performance e di possibili sviluppi futuri. Il presente lavoro prende in esame due esercizi (analisi della produttivitŕ della Facoltŕ di Lettere e Filosofia, Raccolta di dati ai fini di effettuare una prevalutazione in vista della VQR 2004-2008) che, pur facendo emergere alcune criticitŕ dell'archivio che necessitano di correzione, ne hanno confermato l'efficacia ai fini della disseminazione ma anche della valutazione della produzione dell'Ateneo.
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Deiana, Igor, Stefania Malavolta y Carla Marulo. "LA A23 SI RACCONTA: UNA VOCE PER CHI INSEGNA NELLA CLASSE DI CONCORSO DI LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 1–12. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17126.

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Malgrado la creazione della classe di concorso A23 abbia rappresentato un riconoscimento istituzionale per l’italiano L2 nella scuola, sembra che rispetto a quanto atteso ben poco sia cambiato. Infatti, pur essendo gli unici insegnanti della scuola italiana che sulla base di titoli ed esperienza possono essere considerati competenti in italiano L2, le e i docenti A23 costituiscono una piccola minoranza del corpo docente in servizio e sono stati assegnati esclusivamente ai CPIA. Visto che i CPIA sono l’unica scuola in cui al momento le e i docenti A23 lavorano, l’evento A023: un confronto di esperienze organizzato in occasione di FIERIDA 2021 è stata un’importante occasione che ha permesso di sondare l’attuale situazione di questa classe di concorso. L’iniziativa, inoltre, oltre a evidenziare problemi e criticità, ha permesso la condivisione di buone pratiche e la proposta di azioni costruttive. Dopo una breve presentazione di FIERIDA e di A023: un confronto di esperienze, il contributo si propone di fare un punto sul ruolo che le e i docenti A23 hanno nei CPIA attraverso le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’iniziativa. Sempre grazie alle osservazioni fatte dalla platea partecipante, sono presentate una serie di proposte attuabili e concrete per un migliore impiego della professionalità di questi docenti nei CPIA e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A23 tells her story: a voice for those who teach Italian language for foreign language learners Although the recruitment of A23 teachers (Lingua italiana per discenti di lingua straniera) can be considered a key moment for the institutional recognition for Italian L2 in school, it seems that very few things have changed compared to what was expected. In fact, even if since the school year 2017/2018 teachers that had successfully completed a structured course on teaching Italian as a second language have been included in the Italian public-school staff, nowadays it is evident that A23 teachers constitute a small minority of the teaching staff in service and have been assigned exclusively to the CPIA. Since the CPIAs are the only school where the A23 teachers currently work, the webinar “A023: un confronto di esperienze” organized during FIERIDA 2021 was an important opportunity that allowed to probe the current situation of these teachers. The webinar not only highlighted problems and criticalities, but also allowed the sharing of good practices and the proposal of constructive actions. After having briefly described FIERIDA and the aims and structure of the webinar, this paper focuses on the role that A23 teachers have in the CPIA. Furthermore, thanks to the observations made by the participating audience, in the second part of the paper we present a series of feasible and concrete proposals aimed to improve the quality of Italian L2 teaching in CPIA.
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Fisso, Maria Beatrice y Elio Sgreccia. "Etica dell’ambiente". Medicina e Morale 45, n.º 6 (31 de diciembre de 1996): 1057–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.892.

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Gli autori presentano in questa prima parte del loro scritto quella che sarà l’introduzione a una raccolta bibliografica commentata, di prossima pubblicazione, in merito ad alcune questioni di etica ambientale. Dapprima vengono indicate le tappe in cui l’evoluzione della civiltà è stata condizionata nel corso del tempo dal rapporto uomo-ambiente: civiltà primitiva, pastorale, industriale e tecnologica o nucleare o spaziale o, anche detta, della rivoluzione genetica. Successivamente viene mostrato come a partire dalla seconda metà degli anni Settanta si è data progressivamente una diversa rilevanza alla natura, non considerata più un semplice oggetto di studio da parte delle scienza, ma reputata degna di riflessione etica. Da questo momento infatti l’etica ambientale ha acquisito la forza di una disciplina istituzionale. Tuttavia il dibattito filosofico su questi argomenti si è sviluppato negli ultimi quindici anni soprattutto nei Paesi di lingua inglese, mentre in Italia si trova ancora in una fase iniziale. Il pensiero filosofico classico è sempre stato impostato in modo fortemente antropocentrico; ma negli anni Settanta alcuni filosofi hanno cercato di superare questo approccio per proporre una visione meno antropocentrica o addirittura ecocentrica. Dopo una accurata disamina di queste diverse correnti di pensiero gli autori concludono questa prima parte del loro articolo respingendo sia gli estremismi delle ecofilosofie, sia l’opinione di quanti credono nella illimitata possibilità di sfruttamento della natura, infatti le nuove acquisizioni scientifiche e culturali impongono di ripensare il rapporto uomo-natura al fine di stabilire dei principi etici che orientino la condotta umana in questo settore.
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Bunn, Daniela y Mariele Lúcia Tortelli. "A participação da língua italiana no Projeto Multidisciplinar PIBID/UFSC Línguas Estrangeiras/Adicionais: interação, cooperação e formação docente". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70752.

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RESUMO: Políticas públicas de formação de professores e incentivo à docência como o Programa Institucional de Bolsas de Iniciação à Docência (PIBID/MEC), que tem como objetivo antecipar o vínculo entre os futuros professores e a sala de aula, fazendo uma articulação entre a educação superior e as escolas estaduais e municipais, não contemplam línguas adicionais como o italiano, o francês e o alemão. Tendo em vista essa lacuna, num esforço de resistência e união, professores do Departamento de Metodologia do Ensino e do Departamento de Língua e Literatura Estrangeira, da Universidade Federal de Santa Catarina, refletiram sobre a possibilidade de um subprojeto multidisciplinar que apoiasse essas línguas não contempladas no programa. O objetivo principal deste relato é expor como a experiência da interação entre professores universitários dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês; professores de espanhol e inglês da rede pública de educação de Santa Catarina e graduandos dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês têm criado um espaço de res(ex)istência nas discussões sobre o fazer docente e o ensino de língua-cultura na escola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Como essa equipe e essa experiência multidisciplinar podem contribuir no processo de formação de professores em contexto remoto de ensino e como podemos fomentar o diálogo entre as línguas estrangeiras em nossas universidades são algumas questões norteadoras. É objetivo ainda apresentar o desenvolvimento do projeto durante a pandemia e sua contribuição para a formação dos alunos do curso de licenciatura, especialmente do curso de Italiano. Pela análise de material empírico e teórico estudado ao longo do projeto, procurou-se levantar algumas perspectivas tendo em vista que, de pequenas iniciativas como essas, como a proposta multidisciplinar, o empenho coletivo de professores de LE, a procura por uma bolsa alternativa à da Capes e o interesse e empenho da aluna bolsista, a área do italiano pôde acessar espaços mais democráticos dentro da Universidade e da escola.Palavras-chave: Ensino. Aprendizagem. Língua. Italiano. Pibid Multidisciplinar. ABSTRACT: Politiche pubbliche per la formazione degli insegnanti e incentivi come il Programma Istituzionale per le Borse di Iniziazione all'Insegnamento (PIBID/MEC), che mirano ad anticipare il legame tra i futuri insegnanti e l'aula, creare un collegamento tra l'istruzione superiore e le scuole statali e comunali, non include lingue aggiuntive come l'italiano, il francese e il tedesco. In considerazione di questa lacuna, in uno sforzo di resistenza e di unione, professori del Dipartimento di Metodologia Didattica e il Dipartimento di Lingua Straniera e Letteratura dell'Università Federal de Santa Catarina hanno riflettuto sulla possibilità di un sottoprogetto multidisciplinare che supportasse queste lingue non incluse nel Programma. L'obiettivo principale di questa presentazione è quello di esporre come l'esperienza dell'interazione tra docenti universitari di corsi di italiano, spagnolo, inglese e francese; insegnanti di spagnolo e inglese della rete di istruzione pubblica e laureandi di corsi di italiano, spagnolo e inglese hanno creato uno spazio di resistenza nelle discussioni sulla didattica e l'insegnamento della lingua-cultura a scuola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Come questo team e questa esperienza multidisciplinare possono contribuire al processo di formazione degli insegnanti in un contesto di insegnamento remoto e come possiamo promuovere il dialogo tra le lingue straniere nelle nostre università sono alcune questioni guida. Si propone anche di presentare lo sviluppo del progetto durante la pandemia e il suo contributo alla formazione degli studenti del corso di laurea, in particolare il corso di italiano. L'analisi del materiale empirico e teorico ci ha aitutato ad elevare alcune prospettive in vista di piccole iniziative come la proposta multidisciplinare, l'impegno collettivo degli insegnanti di LE, la ricerca di una borsa di studio alternativa e l'impegno della studente, così l'italiano ha potuto accedere a spazi più democratici all'interno dell'Università e della scuola.Parole chiave: Insegnamento. Apprendimento. Lingua. Italiano. Pibid Multidisciplinare. ABSTRACT: Public policies for teacher training and incentive to teaching such as the Institutional Program for Teaching Initiation Scholarships (PIBID/MEC), which aims to anticipate the link between future teachers and the classroom, making a link between higher education and state and municipal schools, does not include additional languages such as Italian, French and German. In view of this gap, in an effort of resistance and union, professors from the Department of Teaching Methodology and the Department of Foreign Language and Literature of the Universidade Federal de Santa Catarina reflected on the possibility of a multidisciplinary subproject that would support these languages not included in the program. The main objective of this presentation is to expose how the experience of the interaction between university professors of Italian, Spanish, English and French courses; teachers of Spanish and English of the public education and undergraduates of Italian courses, Spanish and English have created a space of res(ex)istência in the discussions on the teaching and language-culture teaching at school (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). How this team and this multidisciplinary experience can contribute to the teacher training process in a remote teaching context and how we can foster dialogue between foreign languages in our universities are some guiding issues. It also aims to present the development of the project during the pandemic and its contribution to the training of students of the undergraduate course, especially the Italian course. The analysis of empirical and theoretical material, also in view of the formal documents of Santa Catarina, sought to raise some perspectives with a view to small initiatives such as the multidisciplinary proposal, the collective commitment of LE teachers, the search for an alternative scholarship t and the interest and commitment of the scholarship student, the Italian area was able to access more democratic spaces within the University and the school.Keywords: Teaching. Learning. Language. Italian. Multidisciplinary Pibid.
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Minnaja, Carlo. "Etimologia in una lingua pianificata". Language Problems and Language Planning 26, n.º 1 (3 de mayo de 2002): 69–75. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.26.1.06min.

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Il vocabolario Etimologia vortaro de Esperanto di Ebbe Vilborg, di cui è appena uscito il quinto ed ultimo volume, tratta con grande ampiezza l’etimologia delle parole esperanto “ufficiali”, cioè figuranti nel Fundamento e nelle otto aggiunte fissate dall’Accademia di Esperanto, istituzione che controlla l’evoluzione della lingua. La limitatezza delle radici scelte (poche migliaia rispetto alle 15.000 che compaiono nel più grande dizionario esperanto, il Plena ilustrita vortaro) non infirma affatto la validità dell’opera, che supera ampiamente ogni opera precedente dello stesso tipo; in particolare viene data non solo l’etimologia della parola esperanto in quanto scelta da Zamenhof da una data lingua, ma anche l’etimologia delle parole in lingue etniche da cui Zamenhof ha derivato i termini esperanto. Come esempio sono esaminate le radici anonc- e ŝajn-. Quasi ad ogni voce sono esposti i motivi, già noti o ricostruiti, che hanno indotto Zamenhof a fare quella scelta piuttosto che un’altra. Un paragone con il più voluminoso dizionario etimologico italiano, il Cortelazzo-Zolli, è in più punti favorevole al Vilborg.
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Tesis sobre el tema "Lingua istituzionale"

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Ceccarini, Chiara. "English as a Lingua Franca, multilinguismo e traduzione nel contesto istituzionale UE". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18410/.

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L’elaborato verte sulla traduzione istituzionale in contesti in cui l’inglese viene utilizzato come lingua franca e, partendo da una base teorica, si propone di analizzare un piccolo corpus di conferenze tramite le quali la BCE è solita a comunicare ai media le proprie decisioni in materia di politica monetaria. Da un’analisi del discorso di tipo qualitativo dei testi emergono caratteristiche lessico-grammaticali e strategie pragmatiche comuni in contesti ELF (English as a Lingua Franca); fra queste viene approfondito il processo di negoziazione di significato dell’espressione «through the summer of 2019». La tesi si articola in cinque capitoli, tre teorici e un case-study distribuito su due capitoli. Il primo capitolo descrive l’istituzione presa in esame e introduce alcuni temi che emergeranno nei capitoli 4 e 5. Il secondo capitolo si focalizza sull’ELF e partendo dalle origini del termine lingua franca delinea il campo di ricerca e illustra alcuni concetti chiave. Il terzo capitolo tratta di multilinguismo, traduzione ed ELF nelle istituzioni europee e funge da trait-d'union fra i capitoli precedenti e quelli successivi. Il quarto capitolo prende in esame una serie di conferenze stampa della BCE al fine di studiare la comunità ELF oggetto del presente elaborato. Il quinto capitolo illustra gli sviluppi del caso traduttivo a cui ha dato origine la frase «through the summer of 2019»; in particolare, presenta le risorse che sono state utilizzate per risalire alle ragioni che probabilmente hanno portato la BCE a modificare alcune versioni multilingue.
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Papaleo, Eva. "Terminologia accademico-istituzionale in inglese lingua franca: Revisione del database terminologico dell'università di Bologna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8986/.

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Resumen
Il presente lavoro rientra nella cornice dei progetti volti ad agevolare la traduzione e produzione da parte delle Università italiane di contenuti online e documentazione ufficiale anche in ELF, in modo da renderli più facilmente accessibili a livello internazionale. Uno strumento utile a questo scopo, di cui molte università si stanno dotando, è un supporto terminologico relativo al dominio accademico-istituzionale. Questo elaborato si suddivide in sei capitoli. Il primo capitolo, di introduzione, è seguito dal capitolo 2, che presenta la terminologia come disciplina, offre una descrizione dei concetti della terminologia classica rilevanti per il lavoro, seguita da una panoramica degli strumenti di sistematizzazione della conoscenza utilizzati. Il capitolo 3 introduce il processo europeo di riforma dei sistemi di istruzione superiore, che ha motivato la creazione da parte di diverse università europee di strumenti di gestione della terminologia accademico-istituzionale. Vengono anche illustrate alcune Banche Dati terminologiche reperite presso altre università europee. Segue l’analisi dei progetti avviati dall’Università di Bologna, in particolare della Banca Dati di terminologia riferita alla Didattica e all’Organizzazione dell’Ateneo creata dall’Ufficio Relazioni Internazionali. All’interno del capitolo 4 viene descritto il lavoro di analisi delle fonti utilizzate durante la creazione della Banca Dati. Il capitolo 5 introduce le fonti aggiuntive utilizzate nel processo di revisione e compilazione, ovvero i corpora specialistici di dominio accademico-istituzionale, e descrive il processo di analisi metodologica e le modifiche strutturali implementate sulla Banca Dati originale, per poi illustrare le modalità di ricerca e di compilazione dei campi della Banca Dati. L’ultimo capitolo descrive la Banca Dati finale, riassumendo brevemente i risultati del lavoro svolto e presentando la proposta del metodo di assegnazione della tipologia di scheda terminologica a ciascun termine in base alle sue caratteristiche funzionali come punto di riferimento per la successiva compilazione delle restanti sezioni della Banca Dati.
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Pozzetti, Serena. "Il progetto di localizzazione di AlmaRM: tradurre per l’Università in inglese lingua franca". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12675/.

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Resumen
This dissertation concentrates on the translation of institutional academic texts. The translation is part of a larger project aimed at localising AlmaRM, an online platform used to monitor international mobility and managed by DIRI, the International Relations Division of the University of Bologna. The present work is divided into four chapters. Chapter 1 gives an overview of localisation and provides information on its history, definitions, and role in GILT model. Web localisation is also analysed in depth, considering both aspects of cultural adaptation and web usability. Chapter 2 offers an insight into the target language of the translation: English as a Lingua Franca (ELF). English language varieties are listed and a few definitions of ELF are provided. Some attempts made by scholars to determine its status as a language variety are reported. Subsequently, aspects such as internal variability and importance of function and context in ELF communication are described, while taking into account the role of the English native speaker and of ELF in Europe. Chapter 3 identifies the causes and consequences of the internationalisation process experienced by the academic world, with a focus on its outcomes, such as the creation of academic websites and of institutional-academic genres. It also introduces the AlmaRM platform and the features of its localisation project, whose tasks were assigned to four students. The resources provided for translation, namely monolingual corpus, translation memory, and terminological database are also presented. Moreover, an overview of the CAT tool is provided: MateCat is analysed and evaluated from the translator’s point of view. Chapter 4 contains an analysis of both the source text and its translation. After assessing the translation skopos and analysing the source text, some strategies for translating into ELF are mentioned. Several issues and problems faced during the translation process are then examined through different examples.
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Rustighi, Lorenzo. "La lingua dei liberi: istituzione e governo in Rousseau". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423135.

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Resumen
The present reasearch work aims at tracing within Rousseau's thought a few philosophical issues that allow us to read his political elaboration in a different way than a certain line of interpretation – from Hegel and more recently the Begriffsgeschichte – that is inclined to include it absolutely in the pattern of modern history of power, sovreignty and representation. It is clear that, in order to reach such a target, an outplacement of the Social Contract is needed, by reshaping it on the basis of a problematic context that has been very often ignored by the historiography of political thought. The first and most important problem that needs to be discussed is Rousseau's philosophy of history, that appears radically conflicting with the classical theory of the social pact and with its epistemological and anthropological premises. The second fundamental step lies in pointing out that the political dimension in Rousseau is entirely marked by the crucial role of the social space and of its autonoumous set of rules, especially as concerns the decisive relationship between institutions and the forms of knowledge and opinion: this allows us to understand the importance of a certain interpretation of the topic of social needs. Besides, the research work underlines how the problem of the law might and should be assumed on a governmental level, that can be observed in its whole extension only if we understand Rousseau's pedagogical issues as a paradigmatic structure that must replace any possibile anthropology, focusing on a matter of permanent balance between resources and needs: in such a perspective, pedagogy in Rousseau turns out to be a philosophical operation that is capable to assume liberty in a dynamic relationship with institutions, romovimg from the notion of individual any political potential. In the end, all these aspects give us the chance to reconsider the role of the law in Rousseau from a different point of view on the basis of its relationship with the right, showing that it can be read as the materialization of a balance between commom needs and common forces, and not simply as the intersection of independent wills and particular interests: if we follow this path, the problem of generality, that makes up the Social contract, does not merely appear as a perfect expression of the sovreign model any more, but as the space of production of institutional structures that configure the community's liguistic pattern and its necessary frames of communication. The whole conceptual itinerary was also made possibile thanks to the firm belief that Rousseau was influenced by a specic inheritance of the scientific thought, that he grasped above all from Condillac (whose importance has not been appropriately pointed out yet) and that carries out in his philosophical reflection a radical displacement of the juridical field from the cartesian reason to Newton's hypothetical patterns, within a critical genealogy of rationality
Il presente lavoro di ricerca si propone di rintracciare all'interno del pensiero di Rousseau una serie di nuclei filosofici fondamentali che ci permettono di leggere la sua riflessione politica in una direzione diversa – in parte nuova e in parte già seguita da alcuni interpreti – rispetto a quella chiave interpretativa che, a partire da Hegel e poi dalla Begriffsgeschichte, tende ad includerlo senza resto nel perimetro della storia moderna del potere, della sovranità e della rappresentanza. È chiaro come a questo scopo si renda necessario ricollocare il Du contrat social, la sua opera politica più nota, in una posizione critica, e ridimensionarlo all'interno di un contesto di problemi che sono stati spesso trascurati dalla storia del pensiero politico. Il primo e più importante problema da affrontare è quello della filosofia della storia di Rousseau, che appare radicalmente incompatibile con la teoria classica del patto sociale e con le sue premesse epistemologiche ed antropologiche. Un secondo importante passo consiste nel mettere in evidenza come in Rousseau la dimensione politica sia interamente attraversata dalla centralità del piano sociale e delle sue forme autonome di ordinamento, specialmente nel rapporto decisivo tra istituzioni e figure del sapere e dell'opinione: questo consente di comprendere l'importanza di una particolare interpretazione del tema del bisogno. Si tratta, in seguito, di portare alla luce in che modo la questione della legge possa e debba essere assunta all'interno di un piano governamentale, che appare in tutta la sua estensione solo a partire dall'interpretazione della pedagogia di Rousseau come paradigma che si sostituisce a quello dell'antropologia, e che si concentra su un problema di equilibrio costante tra risorse e bisogni: in questa ottica, la pedagogia si manifesta in Rousseau come operazione filosofica capace di pensare la libertà in una relazione dinamica con l'istituzione, sottraendo alla nozione di individuo ogni significato politico. Tutti questi aspetti ci offrono infine la possibilità di riconsiderare in una prospettiva diversa il ruolo della legge in Rousseau e il suo rapporto con il diritto, mostrando come essa possa essere letta in quanto materializzazione di un relazione tra bisogni comuni e comuni risorse, e non come il semplice intersecarsi di volontà indipendenti ed interessi particolari: in questa direzione, la questione della generalità che fonda il Du contrat social appare non più come compiuta espressione del modello politico sovranista, ma anzi come incarnazione di strutture istituenti, come il linguaggio più proprio della comunità, figura di una necessaria comunicazione. L'intero percorso è reso possibile, inoltre, a partire dalla convinzione che su Rousseau agisca una certa eredità del pensiero scientifico che egli assorbe soprattutto attraverso Condillac (la cui importanza non è stata adeguatamente sottolineata), e che produce all'interno del suo pensiero un radicale spostamento del piano giuridico dalla ragione cartesiana all'ipotesi newtoniana, in funzione di una genalogia critica della razionalità.
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Olivotto, Rebecca <1991&gt. "I riflessi istituzionali dei dati di lingua: il caso venetico. Terminologia ed espressione delle relazioni sociali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9880.

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L’aumento della documentazione archeologica ed epigrafica venetica permette di tracciare un quadro meno sfumato degli aspetti istituzionali della società dei Veneti Antichi. La ricerca si occupa della raccolta dei dati relativi a questo ambito con l'obbiettivo di mettere in luce acquisizioni certe e problemi aperti.
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Bellomo, Valentina <1986&gt. "I distretti industriali nella RPC : da modelli di sviluppo locale a vettori di innovazione istituzionale e crescita socio-economica". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8332.

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Il presente lavoro si propone di tracciare un quadro delle traiettorie evolutive di distretti produttivi specializzati nella RPC a partire dall'esordio delle riforme economiche del 1978. Pur tenendo presente i concetti e i presupposti teorici che hanno progressivamente condotto al consolidamento di una concezione “occidentale” del fenomeno – spesso così defnita per accentuare il contrasto con i Paesi di nuova industrializzazione e, ancor di più, con quelli dell'area asiatica – la tesi cercherà di mettere in luce quali di essi possono rivelarsi utili alla descrizione della realtà cinese e quali tratti debbano essere invece necessariamente analizzati dal punto di vista dell'evoluzione storica e socio-economica del Paese nel corso dell'ultimo trentennio. Il primo capitolo ripercorrerà gli elementi assolutamente caratteristici e connessi alla trasformazione avviata dalle riforme economiche e istituzionali a partire dal 1978; solo attraverso questi sarà possibile individuare la serie di presupposti iniziali per l'origine del fenomeno. Oltre a mettere in evidenza le traiettorie spaziali fortemente connesse all'introduzione di nuove direttive di sviluppo e perciò di nuovi determinanti di disuguaglianza regionale, la comparsa di tre differenti assetti di concentrazioni industriali sarà inquadrato nella cornice più generale delle inedite confgurazioni economiche, proprietarie e istituzionali venutesi a determinare per mezzo di una combinazione di elementi formali e informali. Infne, saranno fatti alcuni cenni in merito alla diffcoltà di individuare uno schema di classificazione e mappatura univoco. Nel secondo capitolo, indirizzato a chiarire alcune questioni riguardanti l'ancora informe materia dei sistemi di governance attuati dai distretti cinesi, si è deciso di tralasciare la descrizione aneddotica di uno o più casi e di preferire invece un'osservazione che, dall'alto, metta in evidenza gli attori e i processi generali che sono andati negli anni a costituire il sistema di regolamento o autoregolamentazione esistente oggi. Seguendo un andamento cronologico, nel terzo capitolo verrà affrontato il nodo di questioni relative all'individuazione di strategie di sviluppo sostenibile per i distretti industriali, nelle loro diverse conformazioni. Un punto di vista privilegiato verrà mantenuto sul tipo di formazioni spontanee e dedite ad attività industriali tradizionali per via dell'ormai matura fase di sviluppo raggiunto. In particolare, si farà il punto sullo stato del dibattito che ha finora identifcato nei distretti cinesi anche specifci sistemi locali del lavoro, rifettendo l'escalation di importanza e urgenza del tema nelle agende di diversi attori in relazione alla crescente diversifcazione e frammentazione interna al mercato del lavoro cinese. Il quarto capitolo illustrerà dunque tre casi in cui un certo grado di innovazione istituzionale ha avuto luogo in maniera spontanea o indotta proprio in relazione alla necessità di stabilizzazione della forza lavoro e tramite il raggiungimento di accordi collettivi di categoria. Le esperienze permetteranno di rifettere sulla possibilità che una migliore defnizione dei rispettivi “mercati interni del lavoro” costituisca un tassello della futura strategia evolutiva delle economie specializzate cinesi.
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Arena, Rossella Maria <1995&gt. "Il percorso storico e istituzionale delle relazioni diplomatiche tra Europa e Giappone: il significato strategico del recente accordo di libero scambio e il cambiamento di leadership del Giappone nel contesto globale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21045.

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Le relazioni tra Europa e Giappone si sono storicamente caratterizzate da una certa freddezza in termini di dialogo diplomatico e politico, non attirando la stessa attenzione accademica delle relazioni tra USA e Giappone. Sebbene la storia diplomatica tra Europa e Giappone non abbia raggiunto importanti risultati prima degli anni novanta, in anni recenti le loro interazioni hanno assunto un valore significativo in termini strategici ed economici anche per via dei cambiamenti visti nel contesto geopolitico. Questo studio si pone come obiettivo l’andare ad individuare i motivi che stanno alla base del raggiungimento della partnership economica tra Europa e Giappone attraverso un’analisi del percorso storico delle loro relazioni diplomatiche e politiche, nonché le ragioni che spiegano il cambiamento di leadership del Giappone alla luce dei recenti avvenimenti che hanno influenzato il sistema internazionale. A questo proposito, la domanda di ricerca è la seguente: come ha influito il contesto globale nel cambio di actorness del Giappone e in che modo l’accordo di libero scambio siglato tra Europa e Giappone può essere considerato un elemento strategico nel sistema internazionale. Il metodo di ricerca utilizzato si basa sull’analisi di documenti e discorsi ufficiali, dichiarazioni diplomatiche, monografie, articoli e diplomatic bluebooks. Innanzitutto, il primo capitolo verterà sul ruolo dell’Unione Europea nel contesto internazionale e sulla leadership giapponese nel sistema internazionale liberale, con particolare riferimento ai principali accordi internazionali di cui il Giappone è firmatario e alle fasi che hanno caratterizzato i cambiamenti della politica estera giapponese nel corso della storia a partire dal dopoguerra. Il secondo capitolo prenderà in rassegna il processo storico di istituzionalizzazione e normalizzazione delle relazioni tra UE e Giappone, con particolare enfasi sui risultati di maggiore spessore, quali la Joint Declaration del 1991 e l’Action Plan for Japan-EU Cooperation lanciato nel 2001. Il terzo capitolo fornirà una panoramica del documento dell’Action Plan, nonché dei principali avvenimenti che caratterizzano il primo decennio degli anni duemila, noto come decennio della cooperazione. Verrà poi fornita un’analisi del contesto domestico delle due parti e di quello esterno, con particolare riferimento all’impatto della crisi finanziaria globale e degli effetti che questa ha avuto sul Giappone. Il quarto ed ultimo capitolo si concentrerà sul percorso negoziale che ha portato alla sigla del recente accordo di libero scambio siglato tra Europa e Giappone, nonché ad un altro accordo strategico riguardante questioni che si distaccano dal piano puramente economico. Il capitolo procede con una descrizione dei capitoli dei due recenti accordi per poi focalizzarsi sul significato strategico che questi assumono in un contesto globale che ha recentemente subito degli importanti cambiamenti.
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Magnani, Roberto. "Formula Zero: Traduzione trilingue inglese-italiano-spagnolo di un policy statement sulla sicurezza stradale della Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9828/.

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The aim of this dissertation is to provide a trilingual translation from English into Italian and from Italian into Spanish of a policy statement from the Fédération Internationale de l’Automobile (FIA) regarding road safety. The document, named “Formula Zero: a strategy for reducing fatalities and injuries on track and road”, was published in June 2000 and involves an approach about road safety inspired by another approach introduced in Sweden called ‘Vision Zero’. This work consists of six sections. The first chapter introduces the main purposes and activities of the Federation, as well as the institutions related to it and Vision Zero. The second chapter presents the main lexical, morphosyntactic and stylistic features of the institutional texts and special languages. In particular, the text contains technical nomenclature of transports and elements of sport language, especially regarding motor sport and Formula One. In the third chapter, the methodology is explained, with all the resources used during the preliminary phase and the translation, including corpora, glossaries, expert consultancy and specialised sites. The fourth chapter focuses on the morphosyntactic and terminology features contained in the text, while the fifth chapter presents the source text and the target texts. The final chapter deals with all the translation strategies that are applied, alongside with all the challenging elements detected. Therefore, the dissertation concludes with some theoretical and practical considerations about the role of inverse translation and English as Lingua Franca (ELF), by comparing the text translated into Spanish to the original in English, using Italian as a lingua franca.
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LOMBARDI, GIULIA. "Capire i documenti in L2: dall'analisi della comprensibilità di un corpus di testi istituzionali per stranieri alla sperimentazione di approcci didattici e linguistici". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009653.

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La tesi verte sull’analisi della comprensibilità e della leggibilità di un corpus di testi istituzionali italiani destinati agli stranieri e sulla sperimentazione di soluzioni redazionali e didattiche efficaci. È noto che il linguaggio istituzionale italiano (soprattutto nelle varianti utilizzate dalle amministrazioni e dal diritto) spesso tende ad essere inutilmente complicato, soprattutto per gli stranieri che devono necessariamente far fronte a numerose pratiche burocratiche ed amministrative per poter risiedere sul territorio italiano; la ricerca intende agevolarne l’integrazione facilitando l’accesso ai documenti. Per poter raccogliere quante più informazioni possibili sugli elementi che definiscono comprensibilità e leggibilità di questa tipologia di testi riguardo all’utenza straniera, si è deciso di creare un corpus di testi istituzionali destinati ai migranti (ISTR) e di analizzarlo in maniera computazionale. Allo stesso tempo 101 studenti stranieri sono stati testati nella comprensione di diversi testi istituzionali a loro rivolti. Grazie all’analisi dei dati è stato possibile stilare un elenco delle marche linguistiche di difficoltà del linguaggio istituzionale destinato agli stranieri e dei fattori cognitivi, socio-linguistici ed emotivi che intervengono durante il processo di comprensione. In seguito, sono state selezionate due strategie per il miglioramento della comprensione: la semplificazione del testo e l’ideazione di un corso di formazione sul linguaggio istituzionale italiano. L’analisi statistica (dependent t-test e Anova test) dei dati e la comparazione tra i gruppi di studenti mostra che sia la semplificazione (df = 59, p- value = 1.066e-09) dei testi sia la frequenza del corso di formazione migliorano la comprensione dei testi istituzionali (F value = 4.56, p- value=0.037 *). I risultati mostrano che la congiunzione di sforzi istituzionali (con la redazione di testi a difficoltà controllata per gli stranieri) ed educativi (con la creazione di corsi di lingua specifici) può effettivamente agevolare l’integrazione dei migranti nel tessuto socio- politico delle comunità di accoglienza.
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Francalanci, Lucia. "Proposta di un metodo di valutazione automatica della leggibilità di pagine web in lingua italiana". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1218395.

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Lo scopo di questa ricerca era la costruzione di un metodo per la valutazione della leggibilità dei testi presenti nei siti web in lingua italiana. La prima parte del mio lavoro è rivolta alla ricostruzione dello stato della ricerca sulle formule di leggibilità; tale rassegna critica ha consentito di effettuare un’analisi comparativa dei criteri che hanno portato alla definizione degli indici di leggibilità, al fine di trovare i parametri statistici maggiormente collegati alla difficoltà dei testi e i migliori strumenti per la misurazione di tali variabili. In particolare, ci siamo concentrati sui metodi più recenti di valutazione della leggibilità, che prevedono lo sviluppo di strumenti avanzati basati sull'apprendimento automatico. La seconda parte della tesi è dedicata alla presentazione della metodologia proposta. In base ai risultati emersi dalla ricostruzione dello stato dell’arte delle ricerche sulla misurazione della leggibilità, abbiamo abbandonato il metodo tradizionale a favore dell’approccio della valutazione automatica. Tale approccio prevede la costruzione di un modello che permetta di classificare in modo automatico un insieme di documenti testuali in base al loro livello di leggibilità. Lo sviluppo di un tale metodo di valutazione, oltre ad essere specificamente tarato sulla lingua presente nei siti web, presenta il vantaggio di potersi riadattare in base a nuovi dati di input, come corpora appartenenti ad altre varietà testuali ed eventualmente a nuove classi di riferimento. Tale tipo di strumento presenta, inoltre, numerosi campi di applicazione: potrebbe costituire un supporto alla produzione di testi in tutti gli ambiti cruciali per la comunicazione (istituzionale, sanitario, giornalistico, aziendale, educativo); potrebbe essere incorporato direttamente nei sistemi di recupero delle informazioni per personalizzare le ricerche degli utenti in base ai loro livelli di lettura o alla difficoltà dei testi. Potrebbe, infine, essere impiegato come ausilio per la semplificazione dei testi e, in particolare, nei sistemi di semplificazione automatica.
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Libros sobre el tema "Lingua istituzionale"

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Iørn, Korzen y Lavinio Cristina, eds. Lingue, culture e testi istituzionali: Seminario italo-danese, Cagliari, 13-14 novembre 2007. Firenze: F. Cesati, 2009.

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Iørn, Korzen y Lavinio Cristina, eds. Lingue, culture e testi istituzionali: Seminario italo-danese, Cagliari, 13-14 novembre 2007. Firenze: F. Cesati, 2009.

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3

Società di linguistica italiana. Congresso internazionale di studi. La "Lingua d'Italia": Usi pubblici e istituzionali : atti del XXIX Congresso della Società di linguistica italiana : Malta, 3-5 novembre 1995. Roma: Bulzoni, 1998.

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Trabucchi, Alberto. Il Genere istituzionale e il diritto oggi: Giornata lincea in onore di Alberto Trabucchi : Roma, 20 novembre 1997. Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1998.

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5

Società di Linguistica Italiana. Congresso Internazionale. La "Lingua d'Italia": Usi pubblici e istituzionali : atti del XXIX Congresso Internazionale della Società di Linguistica Italiana, Malta, 3-5 novembre 1995. Roma: Bulzoni, 1998.

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6

italiana, Societa di linguistica. La "Lingua d'Italia": Usi pubblici e istituzionali : atti del XXIX Congresso della Societa di linguistica italiana : Malta, 3-5 novembre 1995 (Pubblicazioni della Societa di linguistica italiana). Bulzoni, 1998.

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7

Pieri, Bernardo. Usurai, ebrei e poteri della Chiesa nei consilia di Paolo da Castro. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg282.

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Lo iuris utriusque doctor Paolo da Castro (1360/62-1441), nella sua lunga ed onorata carriera accademica, lesse soltanto il gius civile. Il vasto – e ancora non sufficientemente esplorato – campo dei suoi consilia mostra però una profonda conoscenza anche del diritto canonico, fatto di cui anche il pubblico dei richiedenti dovette esser consapevole, vista la fiducia con cui sollecitò al giurista responsi in materia non soltanto civilistica. Partendo, perciò, da alcuni consilia che affrontano tematiche di attinenza canonistica (specialmente quando la competenza dei canoni entrava in concorrenza col diritto civile, come nel caso emblematico dell’usura cui finirono per connettersi le svariate questioni implicanti i mai pacificati rapporti istituzionali con le comunità ebraiche residenti nelle città italiane), si sono confrontate le opinioni espresse dal giurista con le posizioni che egli tiene nei passi corrispondenti delle lecturae accademiche e con quelle del suo maestro Baldo degli Ubaldi e di altri autori vicini, per tempo o per altre affinità (e.g. Bartolo, Lorenzo Ridolfi, Oldrado, Antonio Roselli, Giovanni da Imola), tentando di ricostruire la linea di pensiero di Paolo da Castro nella materia affrontata e la sua incidenza sulla communis opinio posteriore. Una dipendenza di Paolo da Castro da alcune teorie economiche e morali risalenti a Pietro di Giovanni Olivi (che aveva insegnato per qualche anno alla scuola teologica di Santa Croce a Firenze) è stata ipotizzata a partire da alcune possibili coincidenze favorite dal lungo soggiorno fiorentino del giurista. Queste avrebbero influenzato il pensiero di Paolo indirizzandolo verso posizioni etiche severissime, anche nei confronti di quella Chiesa di cui il giurista fu sempre un devoto, ma non inerte, seguace. Il panorama che si è venuto delineando durante il percorso d’indagine, perciò, non solo – secondo l’A. – mostrerebbe scenarî forse inattesi nel quadro giurisprudenziale relativo alle tematiche trattate e al pensiero di Paolo da Castro, specialmente nel suo formarsi; ma, soprattutto, consentirebbe di giustificare (e dunque elidere), su basi squisitamente tecniche ma anche intellettuali, le discrasie presenti in Paolo, non meno che in molti altri giuristi dei secoli tra Trecento e Cinquecento, tra l’opinio espressa come consulente e le interpretazioni sostenute leggendo dalla cattedra universitaria.
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Capítulos de libros sobre el tema "Lingua istituzionale"

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Balboni, Paolo E. "14 • Politica linguistica: rallentare Darwin nell’Europa plurilingue". En Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/014.

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Dalla fine degli anni Settanta a oggi ho studiato l’intreccio tra i diritti della persona a vivere più lingue e in più lingue e i diritti e doveri stabiliti dalle politiche linguistiche nazionali e internazionali. Così come per l’educazione linguistica ho affiancato ricerca teorica e creazione di materiali operativi, anche nel settore del plurilinguismo ho lavorato molto sul campo, con progetti scolastici e con interventi in ambito istituzionale, dal Consiglio d’Europa al Parlamento italiano, alle Regioni, ai Comuni, in parte descritti nella bibliografia. In questo settore ho contribuito in maniera originale in due ambiti: l’intercomprensione tra lingue affini, vista ottimisticamente come una risorsa per il futuro, e l’elaborazione di una prospettiva realistica, quindi pessimistica, sul futuro del plurilinguismo.
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