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Nardi, Andrea. "PROGETTARE UN LIBRO DI TESTO DIGITALE TRA CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ". Media Education 9, n.º 2 (4 de mayo de 2020): 252–74. http://dx.doi.org/10.36253/me-8813.

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Resumen
In Italia la vigente cornice legislativa prevede nelle scuole la transizione al libro di testo elettronico e individua nei docenti i principali soggetti coinvolti nell’autoproduzione e valutazione di questi materiali didattici digitali. Nel presente studio vengono descritti il design, lo sviluppo e la valutazione di un prototipo di libro di testo digitale, multimediale e interattivo, nel tentativo di indagare le principali criticità poste dalla sua realizzazione, i possibili elementi di innovazione rispetto al tradizionale libro di testo, e fornire delle linee-guida ai docenti sempre più responsabili della scrittura e validazione di queste nuove tipologie di testi. Per valutare l’usabilità cognitivo-didattica del prototipo è stato somministrato un questionario a un panel di esperti. Nella prima parte dell’articolo vengono descritti i risultati della rassegna della letteratura svolta al fine di rintracciare buone regole e principi di design; la seconda parte descrive lo sviluppo del prototipo e la procedura di raccolta e analisi dei dati. I risultati ottenuti vengono successivamente discussi ed infine si cerca di trarre qualche conclusione da quanto emerso. In Italy the current legislative framework foresees the transition to the electronic textbook in schools and identifies teachers as the main subjects involved in the self-production and evaluation of these digital teaching materials. This paper describes the design, development and evaluation of a digital, multimedia and interactive textbook prototype, in an attempt to investigate the main critical issues raised by its implementation and the possible elements of innovation compared to the traditional textbook. In addition, it provides guidelines for teachers who are increasingly responsible for the writing and validation of these new types of texts. To assess the cognitive-didactic usability of the prototype, a questionnaire was given to a panel of experts. The first part of the paper describes the outcomes of the literature review carried out in order to draw effective design principles; the second part illustrates the prototype development and the procedure adopted to collect and analyze data. The results are then discussed and finally some conclusions are drawn.
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Dondi, Cristina y Matilde Malaspina. "L'ecosistema digitale del CERL per lo studio del libro antico a stampa: dal progetto 15cBOOKTRADE a oggi". DigItalia 17, n.º 1 (junio de 2022): 134–56. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00044.

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Resumen
Nel corso dei cinque anni del suo svolgimento, il progetto 15cBOOKTRADE, finanziato con un Consolidator Grant dello European Research Council (2014-2019) ha favorito il consolidamento e l’espansione di una serie di strumenti digitali e di una ampia rete di collaborazione tra individui, istituzioni e progetti di ricerca incentrati sull’utilizzo degli incunaboli, e più in generale del libro antico a stampa, come fonte storica. Dopo la conclusione ufficiale progetto, il lavoro dei membri e della rete di studiosi e bibliotecari costituita durante i cinque anni della durata del finanziamento è continuato. Singoli ricercatori o gruppi di ricerca hanno orientato le proprie indagini verso categorie ben precise di libri antichi a stampa: edizioni di testi di diritto, di materia medica, edizioni illustrate, collezioni di alcuni possessori antichi, biblioteche monastiche, censimenti illustrati, e così via. Vari tra questi progetti hanno esteso il limite cronologico dell’interesse di ricerca oltre il dicembre 1500, assottigliando la convenzionale distinzione tra incunaboli e post-incunaboli. Di fatto però, la metodologia per tutte queste nuove strade di ricerca resta basata sull’utilizzo delle informazioni di provenienza come dati storici; sull’integrazione di fonti bibliografiche e documentarie allo scopo di arricchire ulteriormente il dato materiale; sulla creazione di collaborazioni internazionali di ampio respiro che consentano di raccogliere dati che difficilmente sarebbero accessibili altrimenti (specialmente in questi anni difficili di pandemia); infine, sull’utilizzo di strumenti digitali efficaci per facilitare la raccolta dei dati e l’accesso agli stessi. Il presente contributo fornisce una panoramica sullo stato attuale di questi progetti e propone una serie di riflessioni sui benefici e sulle sfide connessi alla creazione di un ecosistema digitale per lo studio del libro antico a stampa, una necessità di recente condivisa anche dall’ICCU, quale soluzione intelligente e sostenibile.
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Ciotti, Fabio y Alberto Baldi. "Macchine per leggere: promuovere la lettura con il distant reading". ENTHYMEMA, n.º 30 (2 de enero de 2023): 173–92. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19557.

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Questo articolo presenta il progetto Macchine per leggere, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte dell’Università di Roma “Tor Vergata” e il Centro per il Libro e la Lettura del MiC. Scopo del progetto è la realizzazione di un ambiente digitale (desktop e mobile) che introduca gli studenti della scuola secondaria di secondo grado alla conoscenza e all’utilizzo delle tecniche di analisi computazionale dei testi, qui proposte come spunto per accostarsi alla lettura dei classici della letteratura italiana (tra gli altri che saranno resi disponibili sul sito, Il piacere, I Malavoglia, Il fu Mattia Pascal…). L’approccio del distant reading e gli strumenti informatici per l’analisi e la rappresentazione dei corpora e per il text mining (word cloud, indici di frequenza di termini e sintagmi, topic modeling, sentiment e network analysis), uniti ad altre risorse come la geolocalizzazione su mappe digitali dei luoghi letterari, saranno presentati sia come metodo per simulare in ambiente virtuale reading strategies, che come modelli per integrare le prassi ermeneutiche tradizionali – close reading. In una sezione del sito dedicata, gli algoritmi di cui si darà dimostrazione saranno a disposizione degli studenti in forma di web app, così che possano sperimentare in autonomia e su altri testi in loro possesso l’approccio distant proposto nell’ambito del progetto.
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Tavosanis, Mirko. "INTEGRAZIONE DI TESTO E IMMAGINE NELLA COMUNICAZIONE DIGITALE". Italiano LinguaDue 14, n.º 2 (17 de enero de 2023): 47–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19648.

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Il contributo presenta in modo critico i sistemi e le pratiche con cui testo e immagine sono (o non sono) integrati nella comunicazione digitale. Le situazioni descritte riguardano sia la comunicazione in lingua italiana sia, più in generale, il contesto della comunicazione in molte società contemporanee. Vengono inoltre presi in esame due casi particolari: il modo in cui l’integrazione tra testo e immagine viene trattata dai manuali universitari di scrittura e i casi di integrazione tra testo e immagine in un laboratorio di scrittura tenuto presso l’Università di Pisa e dedicato alla stesura di voci di Wikipedia. L’assieme delle esperienze fa ritenere che affrontare in modo consapevole il rapporto tra testo e immagine possa portare a effetti positivi a livello sia educativo sia comunicativo. Integration of text and image in digital communication The paper critically presents the ways and practices by which text and images are, or are not, integrated in contemporary digital communication. The situations described concern both Italian-language communication and, more generally, the context of communication in many contemporary societies. Two particular cases are also examined: the way in which the integration between texts and images is covered by university writing manuals and cases of integration between texts and images in a writing lab taught at the University of Pisa and dedicated to writing Wikipedia entries. Taken together, the experiences suggest that consciously addressing the relationship between text and image can lead to positive effects in a variety of educational and communicative settings
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Amezcua, José. "Studi sul "Palmerín de Olivia". T. 1: El libro del famoso e muy esforçado cavallero Palmerín de Olivia. Testo critico a cura di Giuseppe di Stefano. Istituto di Letteratura Spagnola e Ispano-Americana, Università di Pisa, 1966; 879 pp." Nueva Revista de Filología Hispánica (NRFH) 20, n.º 2 (1 de julio de 2007): 419–21. http://dx.doi.org/10.24201/nrfh.v20i2.3287.

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Canevacci, Mássimo. "Aria de pixel: riprodutibilità aurática digitale". Psicologia & Sociedade 22, n.º 1 (abril de 2010): 169–79. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-71822010000100020.

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Il saggio parte dalla riflessione del testo Writing Culture di Clifford-Marcus. Dopo più di 20 anni, è possibile verificare come questa critica, anziché aprire verso il futuro, ha chiuso una fase della mono-scrittura etnografica basata sul concetto di retorica e autorità. Già nella metà degli anni '80 stavano nascendo forme compositive multi-linguistiche sperimentali che applicavano una "etnografia indisciplinata" a design, architettura, pubblicità, musica, cinema, web. Si apre la sfida per una università non solo basata su Facoltà territoriali. Diverse modalità di comunicare attraverso il digitale mescolano e sincretizzano le visioni dualistiche di Benjamin su aura e riproducibilità. La mia prospettiva finale è la riproducibilità auratica digitale.
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Wesoły, Marian. "New Approaches to the Book Alpha Meizon of Aristotle’s Metaphysics and to its Unique Neoplatonic Commentary by Asclepius of Tralles". Peitho. Examina Antiqua, n.º 1(4) (3 de junio de 2014): 307–10. http://dx.doi.org/10.14746/pea.2013.1.18.

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Resumen
R. Loredana Cardullo (a cura di), Il libro Alpha della Metafisica di Aristotele tra storiografia e teoria, Catania 2009, pp. 294.R. Loredana Cardullo, A sclepio di Tralle. Commentario al libro Alpha Meizon (A) della Metafisica di Aristotele. Intoduzione, testo greco, traduzione e note di commento, Acireale-Roma 2012, pp. 512.Paris 2012, pp. 164.
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Zago, Giovanni. "Congetture per il testo del quinto libro di Marziale". Hermes 143, n.º 2 (2015): 250–56. http://dx.doi.org/10.25162/hermes-2015-0019.

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Viel, Riccardo. "Lessicografia e critica del testo:". Textual Cultures 12, n.º 2 (29 de agosto de 2019): 18–32. http://dx.doi.org/10.14434/textual.v12i2.27686.

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Attraverso una serie di tre esempî lessicali tratti dal corpus lirico del trovatore Giraut de Borneil, attestato nella seconda metà del XII secolo, si mostrerà come il modulo lessicale del database TrobVers sia in grado di aiutare il filologo nelle operazioni di sintesi e di valo- rizzazione della varia lectio dei manoscritti. Tali casi esemplari aiuteranno a riflettere circa il rapporto tra l’applicazione dei nuovi strumenti informatici a tradizioni testuali ecdotica- mente complesse e il metodo filologico, cercando di dimostrare che l’interfaccia digitale può aiutare nel difficile compito di coniugare la restitutio textus in termini neo-lachmanniani con la valorizzazione dei rapporti orizzontali e le redazioni lessicalmente significative delle differenti famiglie di manoscritti. Some lexical examples from Giraut de Borneil’s lyric corpus (2nd half of the twelfth century) will show how textual scholarship may benefit from the database TrobVers, especially in locating and assessing the manuscript variants. Some cases in point will help shed new light on the relationship between the application of humanities computing to complex instances of textual transmission and broad methodological issues in textual scholarship. The essay argues that the digital interface may help bridge the gap between the neo-Lachmannian recensio and the necessary consideration of contamination and other forms of lexical inno- vation in the various groups of MSS.
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BELMAR, ANTONIO GARCA y JOS RAMN BERTOMEU SNCHEZ. "ATOMS IN FRENCH CHEMISTRY TEXTBOOKS DURING THE FIRST HALF OF THE NINETEENTH CENTURY:". Nuncius 19, n.º 1 (2004): 77–119. http://dx.doi.org/10.1163/182539104x00034.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Gli ELMENS DE CHIMIE medicale di Mateu Orfila i Rotger (1787-1853) costituiscono una eccellente fonte storica per lo studio dell'ascesa e caduta della teoria atomica nella Francia della prima met dell'ottocento. Il libro fu ristampato otto volte fra il 1817 e il 1851; inoltre parecchie versioni ridotte furono pubblicate in inglese, spagnolo, tedesco, italiano e olandese. Vogliamo analizzare in primo luogo come la teoria atomica fu ricevuta dai libri di testo francesi appartenenti alle prime due decadi dell'ottocento. Gli atomi furono visti dagli autori francesi come strumenti pratici e non come novit teoriche. Vedremo come ci occorre nelle prime edizione dei libri di testo di Orfila e Thenard. Alla fine del 1820 nuovi metodi per il calcolo di pesi atomici furono introdotti nei libri di testo, insieme alle formule di Berzelius. Vedremo come la teoria atomica raggiunge il suo punto culminante nei libri di Orfila e Thenard tra le edizioni del 1827 e 1835. Per ultimo discuteremo perch Orfila cancell i pesi atomici della settima edizione del suo libro pubblicato nel 1843. Analizzeremo i suoi argomenti epistemologici, la sua visione della differenza fra atomi ed equivalenti, i suoi interessi per la chimica vegetale e animale e le costrizioni istituzionali (programmi ufficiali) per quello che si riferisce alla teoria atomica. Non si pu ridurre ad un solo motivo la reazione di Orfila rispetto alla teoria atomica nella decade del 1840. Lui scelse una posizione particolare fra le varie prese in quegli anni dagli autori francesi di libri di testo
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Bolko, Marianna. "Nota introduttiva al libro di Tilmann Moser. La psicoanalista sul divano. Frammenti di un'analisi didattica ; Studio e archivio di Paul Parin presso la "Universitŕ Privata Sigmund Freud Vienna Parigi"". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (junio de 2010): 201–6. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-002004.

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Viene ripubblicata la nota introduttiva, scritta da Marianna Bolko, dell'edizione italiana del libro di Tilmann Moser del 1974 Lo psicoanalista sul divano. Frammenti di un'analisi didattica (pubblicato da Feltrinelli nel 1975, con una lettera di Heinz Kohut), in cui Moser racconta aspetti personali della sua analisi didattica. Questo testo viene preceduto da una nota redazionale di Pier Francesco Galli che inquadra il libro di Moser come antesignano di alcuni sviluppi della psicoanalisi, in particolare delle self-disclosures o self-revelations, cioč delle "auto- rivelazioni" da parte degli analisti, che verranno di moda dagli anni 1990.
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Piwowar, Andrzej. "Słowo Boże jedynym źródłem najwyższej i doskonałej prawdy (Prz 30,1-6)". Verbum Vitae 13 (14 de enero de 2008): 53–86. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1459.

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L'ultimo redattore del Libro dei Proverbi doveva avere un motivo importante per inserire nel testo di questo libro sacro l'insegnamento di un pagano; proveniente da Massa, chiamato Agur. Dalla sua dottrina possiamo dedurre che egli era un proselita oppure un saggio pagano che conosceva benissimo la tradizione biblica sapienziale: lo fanno capire molte allusioni e riferimenti ai testi biblici deli'Antico Testamento.Il presente articolo e dedicato alla prima parte delle parole di Agur (Pr 30, 1-6), la quale si concentra sulla sua ricerca della sapienza. Essa ha carettere di una testimonianza che viene basata sull'esperienza personale dell'autore. Il testo possiede una struttura raffinata. Inizia con l'autopresentazione di Agur (v. 1a), poi segue il cosidetto enigma dei destinatari secondo l'interpretazione classica del testo ( v. 1b) che, in verita, e una confessione delia faticosa ricerca delia sapienza da parte del saggio. In seguito Agur ammette la sua incapacita di conoscere e di raggiungere la sapienza (vv. 2-3), perche nessun uomo puó conoscerla da solo, basandosi soltanto sulle sue proprie forze (v. 4). Alia fine il sapiente riconosce con umilta che la vera sapienza e contenuta nella Parola di Dio, che e la suprema fonte di essa (vv. 5-6). In questo modo l'insegnamento di Agur si avvicina e sostiene la tradizione biblica sapienziale che identifica la Sapienza con la Parola di Dio (cf. Sir 24,23; Ba 4,1).
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Filosofi, Fabio, Angela Pasqualotto y Paola Venuti. "Representation of disability within the school textbook: primary school teachers’ attitudes". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 106–19. http://dx.doi.org/10.36253/form-12559.

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The school textbook is a cultural artefact capable of conveying a particular cultural and social imagery that clearly affects the attitudes of teachers and learners towards disability. This paper presents an exploratory-descriptive study that aims to investigate the attitudes of primary school teachers towards the representation of disability within the school textbook. Correlation between attitudes and teaching qualifications and experience were also sought. For this purpose, a questionnaire was constructed starting from macro-themes that emerged from semi-structured interviews during the previous qualitative phase. Findings have shown that teachers, while aware of the low educational value of the textbook and the scarcity of images and texts related to disability, have positive attitudes towards inclusive representation, use and design of materials related to special needs. Finally, teachers with the specialization for support activities were found to have more positive attitudes towards the representation and management of materials representing the reality of disability. Rappresentazione della disabilità nei libri di testo: gli atteggiamenti degli insegnanti della scuola primaria. Il libro di testo scolastico costituisce un artefatto culturale che veicola un particolare immaginario destinato ad influenzare le percezioni di insegnanti e alunni. L’articolo presenta uno studio esplorativo-descrittivo che mira ad investigare gli atteggiamenti dei docenti nei confronti della rappresentazione della disabilità all’interno dei libri di testo scolastici. A tale scopo è stato costruito un questionario ad hoc a partire dai macro-temi emersi dalle interviste semi-strutturate durante la precedente fase qualitativa. La ricerca mostra che gli insegnanti, pur consapevoli dello scarso valore educativo del libro di testo e della scarsità di immagini e testi relativi alla disabilità, hanno atteggiamenti positivi nei confronti della rappresentazione inclusiva e delle competenze personali nella gestione di materiali relativi alla realtà dei bisogni speciali. Gli insegnanti in possesso della specializzazione per le attività di sostegno, infine, tendono ad avere atteggiamenti più positivi nei confronti della rappresentazione della e dell’utilizzo di immagini e testi disabilità all’interno dei libri di testo rappresentanti la disabilità.
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Bertorelli, Claudio. "Il Paese Plurale". Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, n.º 1 (26 de julio de 2021): 278–81. http://dx.doi.org/10.36253/rv-11385.

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Il testo propone un'angolatura critica sul recente libro "Italie", curato da Bianca Rinaldi e edito da Il Mulino, finalizzata ad esplicitare i caratteri contradditori ed evolutivi del modo di fare e vedere il Paesaggio presente.
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Stuart-Smith, Jane. "Two South Picene inscriptions reread — CH.2 and AP.4". Papers of the British School at Rome 68 (noviembre de 2000): 95–109. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003883.

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UNA RILETTURA DI DUE ISCRIZIONI MERIDIONALI PICENE — CH.2 E AP.4Il piccolo gruppo di iscrizioni picene meridionali antiche, principalmente rinvenute in Italia centrale ed orientale, rappresentano una fonte importante, sebbene di difficile interpretazione, per la conoscenza della storia delle popolazioni dell'Italia centrale pre-romana. I testi, sebbene per la gran parte oscuri, sembrano contenere riferimenti a strutture etniche e sociali riconosciute per questo periodo storico. Come è sempre il caso per ricostruzioni storiche che dipendano da iscrizioni, è essenziale che l'interpretazione del testo sia basata su una lettura affidabile. L'edizione definitiva del lavoro di Marinetti, Le iscrizioni sudpicene, pubblicato nel 1985, stabilisce una lettura attentamente annotata di ogni testo, per la maggior parte tramite autopsia. Tuttavia, all'epoca della ricerca per il suo libro, Marinetti non ebbe l'opportunità di esaminare le iscrizioni CH.2, AP.4 e AP.6. Nell'autunno del 1993 queste iscrizioni furono controllate. In questo articolo una nuova lettura delle iscrizioni CH.2 e AP.4, rispettivamente un braccialetto di bronzo ed una stele in pietra, viene presentata. In entrambi i casi il testo differisce leggermente da quello pubblicato da Marinetti. Entrambe le letture risultano nell'aggiunta di nuove parole all'attuale inventario per il Picene meridionale.
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Albertocchi, Giovanni. "Il "Cuore" censurato: Edmondo De Amicis e la formazione dello "spirito nazionale" in Argentina". Quaderns d’Italià 26 (3 de diciembre de 2021): 257–70. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.522.

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Nel 1884 Edmondo De Amicis si reca in Argentina invitato dal direttore del quotidiano El Nacional a tenere delle conferenze su Garibaldi, Cavour, Mazzini ed altri personaggi della storia italiana. In questo modo prepara anche il terreno per il libro Cuore che arriverà in Argentina tre anni dopo e che sarà accolto trionfalmente, venendo addirittura adottato come libro di testo nella scuola. Verso la fine del secolo però una recrudescenza della cultura nazionalistica che si vedeva minacciata da quella degli emigranti, soprattutto italiani, fa sì che il libro di De Amicis venga proibito dal Consejo Nacional de Educación e sostituito da traduzioni che manipolavano l’originale, nazionalizzandolo in modo da salvaguardare lo “spirito nazionale argentino”. L’articolo analizza la tipologia di tre diversi modelli di traduzione: Corazón argentino. Diario de un niño di Carlota Garrido de la Peña, del 1913; Corazón, Traducción y adaptación para el niño argentino di Germán Berdiales e Fernando Tognetti, del 1937; e Corazón. Adaptación escénica al ambiente nacional del libro de E. de [sic] Amicis, di Germán Berdiales e Pedro Inchauspe, del 1921.
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Paschetto, Walter. "IL RIASSUNTO AL BIENNIO". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (28 de julio de 2022): 720–42. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18324.

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Questo lavoro illustra un’esperienza di didattica del riassunto svolta in una classe seconda di Liceo Linguistico nell’anno scolastico 2020/2021. Il modello teorico di riferimento per l’analisi del testo è quello proposto da Angela Ferrari nel libro Linguistica del testo, 2017. Il percorso è stato realizzato su tre testi di tipo informativo con lezioni settimanali di due ore, per un totale di 26 ore complessive. Il percorso è stato dedicato alla comprensione del testo di partenza, alla sua divisione secondo i concetti di “Enunciato”, “Unità Informativa”, “Movimento Testuale”, all'individuazione della frase topica/tematica, alle relazioni logiche tra Enunciati. Durante tutto il percorso gli studenti hanno scritto dei riassunti. L’obiettivo del percorso didattico era di dare agli studenti una guida per le operazioni di riassunto: scegliere le informazioni principali, capire con quale logica le varie parti e le varie informazioni del testo fossero legate tra loro, cercare di restituire il testo di partenza ristrutturandolo, evitando la procedura del “copia-incolla”. L’analisi dei riassunti finali conferma l’efficacia della proposta didattica. Summary writing during the high school biennio This paper illustrates an experience of teaching summary writing carried out in a second-year Liceo Linguistico class during the 2020/2021 school year. The theoretical reference model for text analysis is the one proposed by Angela Ferrari in the book Linguistica del testo, 2017. The course was carried out on three informational texts with weekly two-hour lessons for 26 hours in total. The course was devoted to understanding the source text, dividing it according to the concepts of “Utterance,” “Information Unit,” “Textual Movement”, identifying the topical/thematic sentence, and logical relations between Utterances. Throughout the course, students wrote summaries. The goal of the course was to give students a guide for summary operations: to choose the main information, to understand the logic connecting the various parts and the information in the text, to restate the source text by restructuring it, avoiding the “copy-paste” procedure. Analysis of the final summaries confirms the effectiveness of this teaching proposal.
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Brambilla, Rossana. "Jacques Le Goff : denaro, quell'oggetto sfuggente che trasforma la societŕ. Una lettura-studio de "Lo sterco del diavolo"". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 21 (abril de 2011): 81–89. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021005.

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Nel suo libro piů recente, Jacques Le Goff dipinge e racconta scenari medievali che consentono di costruire una storia del denaro. Pur permettendo al lettore di notare alcune continuitŕ con la nostra epoca, il testo sostiene e argomenta una sostanziale differenza tra la nostra societŕ e quella medievale. Tale differenza emerge soprattutto guardando i diversi modi di intendere e gestire la dimensione economica. Lo studio storico, tra le righe, offre inoltre interessanti spunti di riflessione di tipo epistemologico, pedagogico e linguistico.
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Calzati, Stefano. "Cross-medialità odeporica: dai blogs all’intelligenza artificiale". Texto Digital 15, n.º 1 (21 de agosto de 2019): 95–111. http://dx.doi.org/10.5007/1807-9288.2019v15n1p95.

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In questo articolo si esplorano alcune forme di cross-medialità digitale della letteratura di viaggio: i blogs, i social network, le apps e il caso estremo in cui è una forma di Intelligenza Artificiale (IA) ad essere in controllo della stesura del testo. Dopo aver evidenziato la difficoltà di trovare una definizione condivisa degli scritti odeporici, si propone di considerarli non solo come un genere, ma anche come una prassi testuale che emerge dal viaggiare e dallo scrivere intese come pratiche sociali. Da questa prospettiva pragmatica si sottolinea il fatto che più la tecnologia è protagonista nel modo di concepire e mettere in forma (digitale) un viaggio, più tale esperienza e la sua testualizzazione sono oggettificate e trasformate in meri atti tecno-linguistici. Nel caso invece in cui un’IA è (messa) in controllo della narrazione, come l’esperimento 1 the Road mostra, si ritorna a una forma di testualizzazione che richiama gli hypomnemata degli antichi Greci, aprendo una nuova strada per una discussione sul piacere letterario, l’autorialità, e l’emergenza (forse) di un tecno-sé.
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López Sánchez, Marina, Rossella Salerno, Mercedes Linares, Gómez del Pulgar y Antonio Tejedor Cabrera. "Pianificazione del paesaggio e patrimonio digitalizzato: verso una convergenza necessaria". TERRITORIO, n.º 99 (agosto de 2022): 101–6. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099014.

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In Europa il paesaggio si è consolidato come un tema che richiede un nuovo approccio etico al governo del territorio. Con riferimento alla Convenzione Europea del Paesaggio, il paesaggio si è già confermato come l'attuale sfida della pianificazione territoriale. Derivante dalla revisione di diverse pratiche europee convergenti sul tema, questo testo evidenzia il ruolo centrale del patrimonio nell'affrontare sfide poste dalla visione paesaggista e sostiene la necessità di stabilire sinergie con ricerche che propongono una strategia della conoscenza del patrimonio basata sulla rappresentazione e visualizzazione digitale. Queste tecniche possono contribuire efficacemente all'inclusione della dimensione sociale nella pianificazione territoriale come oggi richiede l'approccio paesaggistico.
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Beneteau, David. "Per un'edizione critica della versione toscana dell'«Histoire ancienne jusqu'a Cesar» contenuta nel manoscritto Hamilton 67: «Le verace istorie romane»". Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 9, n.º 2 (30 de diciembre de 2021): 135–63. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/16066.

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Presento in quest’articolo una notizia della imminente pubblicazione di un libro, Le verace istorie Romane, basato sul manoscrittto Hamilton 67 della Bi- blioteca nazionale della Germania a Berlino, datato 1313. In questo articolo sot- tolineo il rapporto fra i diversi codici, la forma della scrittura dell’estensore Lapo Corsini e la sua storia, e il metodo unico di contaminare e di associare codici da lingue diverse. Alla fine dell’articolo presento due campioni del testo, dalla storia dell’invasione di Annibale e delle meraviglie che appaiono, e dal racconto della peste e dell’infestazione mortale dei grilli.
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Günther, Hans-Christian. "Properzio. Elegie. Libro II. Introduzione, testo e commento. A cura di Paolo Fedeli." Gnomon 81, n.º 5 (2009): 395–407. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2009_5_395.

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Miklič, Tjaša. "Uso cataforico del trapassato prossimo italiano: un espediente testuale per la messa in rilievo". Linguistica 38, n.º 2 (1 de diciembre de 1998): 183–95. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.183-195.

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Alcuni anni fa in un libro di testo per stranieri (Contesti italiani) mi sono imbattuta in un brano tratto dal romanzo di Giorgio Bassani Il giardino dei Finzi-Contini. Sebbene fosse costituito quasi per intero da Trapassati prossimi (brevemente TP) il commento pedagogico non sfiorava nemmeno l'argomento. Il materiale linguistico proposto non offriva una giustificazione sufficiente della scelta e, volendo scoprirla, ho cercato la risposta nel contesto dell'originale. Si trattava del capitol 5 della prima parte, che inizia così.
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Matassi, Elio. "Per un nuovo modello di responsabilitŕ. Etica e meta-etica in Franz Rosenzweig e nel giovane Lukŕcs". PARADIGMI, n.º 1 (abril de 2010): 49–58. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001004.

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Il saggio si propone di argomentare il complesso passaggio teorico dalla meta-etica all'etica che coinvolge in eguale misura il Rosenzweig de La Stella della Redenzione e il libro incompiuto su Dostoeskij del giovane Lukács. All'interno di questo passaggio si cerca di dimostrare una continuitŕ ideale tra l'etica kantiana e la storia universale hegeliana; la ricusazione č netta e non risparmia nessuna della due prospettive. Entrambe, infatti, nel frammentario testo di Lukács, vengono presentate come appartenenti allo stesso contenitore, la nozione di spirito oggettivo che deve essere condannata senza appello. Da questa condanna emerge un nuovo concetto di responsabilitŕ.
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Budge, Ian. "ANTHONY DOWNS, MAESTRO DI MOLTI MODELLI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, n.º 3 (diciembre de 2003): 375–408. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027398.

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IntroduzioneSe venisse chiesto loro di elencare i più importanti testi della disciplina degli ultimi cinquanta anni, molti scienziati politici — probabilmente un gran numero se non la maggioranza — opterebbero per Una teoria economica della democrazia. È un fenomeno quasi unico che questo libro sia più citato cinquanta anni dopo che all'epoca della sua pubblicazione, pur avendo attratto l'attenzione anche allora. È stato un testo seminale per lo sviluppo dell'approccio della «scelta razionale», ora egemonico nella disciplina. E il suo influsso si è esteso ben oltre la cerchia di chi fa uso di modelli matematici, sino a informare la prospettiva della gran parte degli scienziati politici del pianeta — non male per una tesi di Ph. D solo un po' rielaborata!
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Sikora, Adam R. "Kaszubskie przekłady Pisma Świętego". Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, n.º 4 (31 de diciembre de 2004): 301. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.526.

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Il casciubo è una lingua slava che si è formata in Pomerania quale lingua comune nel XVI sec. e dal XIX sec. si sviluppa anche quale lingua letteraria. Le traduzioni bibliche in casciubo sono state effettuate nei due periodi. Le prime, fatte dai pastori evangelici sulla base del testo tedesco, vengono dai sec. XVI e XVII. Esse contengono singole pericopi dell’Antico e del Nuovo Testamento, soprattutto i salmi e i cantici. Dalla metà del sec. XX invece i cattolici hanno cominciato il lavoro traslatorio. Nel 1992 sono apparsi I quattro Vangeli di d. Franciszek Grucza e nel 1993 Il Nuovo Testamento di Eugeniusz Gołąbek che prima, nel 1990, ha tradotto anche Il libro dei salmi. La base di queste traduzioni era la Biblia Tysiąclecia. Nel 2001 abbiamo ricevuto Il Vangelo secondo san Marco di p. Adam R. Sikora OFM, tradotto dal testo greco. Tutte queste traduzioni sono state approvate dalla Chiesa cattolica in Polonia. Adesso si prepara la traduzione casciuba di tutto l’Antico Testamento.Questa intensa attività traslatoria testimonia la vitalità della cultura e della fede dei Casciubi.
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Anzieu, Didier. "Ciò che può e non può il gruppo". GRUPPI, n.º 2 (octubre de 2021): 15–27. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12578.

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Presentiamo la traduzione di un testo di Anzieu del 1984, pubblicato nel libro di Kaës Le travail de l'inconscient. In questo testo Anzieu tocca molti aspetti della psicoanalisi di gruppo del suo tempo e ciò permette di cogliere le evoluzioni teoriche e tecniche di questa disciplina. Il saggio si apre con una breve introduzione di Kaës, che evidenzia come il metodo definisce in negativo ciò che non può conoscere, riconoscere e quindi trasformare: proprio questa è la chiave di lettura per approcciarsi e comprendere l'intero scritto. Anzieu apre il testo prendendo in esame l'interazione tra i partecipanti del gruppo, il conduttore e l'osservatore: in base al livello evolutivo il gruppo può reagire con vissuti persecutori o depressivi. I terapeuti devono far attenzione a non idealizzare il gruppo come oggetto totale onnipotente o parziale feticistico, e a non cadere quindi nell'illusione che il gruppo può tutto. L'autore prosegue parlando di diverse tecniche di conduzione di gruppo e delineando possibili scenari interattivi, spesso persecutori e conflittuali, che i gruppi stessi e i loro conduttori mettono inconsciamente in atto con e/o verso le istituzioni in cui sono inseriti. Le istituzioni, a loro volta, posso determinare e condizionare l'esistenza stessa dei gruppi e dei loro destini. Per l'autore diventa fondamentale la creazione temporanea di uno spazio transizionale in cui costruire un apparato psichico gruppale, intermedio tra quello individuale e quello istituzionale, che renda possibile la simbolizzazione, la catarsi e la perlaborazione dei conflitti vissuti tra terapeuta-gruppo-istituzione.
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Di Fonzo, Claudia. "Del Convivio e del perché Bartolo da Sassoferrato non lo conoscesse". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 55, n.º 2 (21 de junio de 2021): 642–52. http://dx.doi.org/10.1177/00145858211021553.

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Il contributo porta avanti l’analisi della repetitio alla lex si ut proponitis del dodicesimo libro del Codice del giurista Bartolo da Sassoferrato dedicata alla dignitas e alla nobilitas. Si dimostra, con elementi interni al testo, che Bartolo conosceva la canzone Le dolci rime d’amore ch’io solea, che commenta minuziosamente nel suo approfondimento giuridico (repetitio), ma che non conosceva il Convivio. Giunto a discutere la seconda delle opiniones in materia di nobiltà che Dante espone nella canzone Le dolci rime, Bartolo interpreta erroneamente il verso che recita “e altri fue di più lieve savere / che tal detto rivolse / e l’ultima particula ne tolse” dimostrando di non conoscere l’auto-commento che Dante fa della canzone medesima nel quarto libro del Convivio. Il volgarizzamento procurato da Lapo da Castiglionchio nella seconda metà del Trecento, fedelissimo al dettato latino della repetitio ci fornisce una controprova di questa posizione critica.
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Nardoni, Valerio. ""El libro, tras la duna" en el ritmo del italiano". Tropelías: Revista de Teoría de la Literatura y Literatura Comparada, n.º 29 (31 de enero de 2018): 222–28. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_tropelias/tropelias.2018292561.

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En este ensayo comento dos distintas traducciones mías de un mismo poema sacado de El libro, tras la duna de Andrés Sánchez Robayna, la primera publicada en 2004 en la revista florentina Città di vita y la segunda en la traducción integral del libro que salió en 2008. Utilizo como texto intermedio una traducción literal, texto neutro del que siempre me sirvo como punto de partida y del que me alejo según las necesidades semánticas y rítmicas que se presentan. Las diferencias entre las dos traducciones permiten formular algunas consideraciones sobre la traducción poética que he ido elaborando en varios años, precisamente a partir de esas primeras traducciones sacadas de El libro, tras la duna que se colocan al origen de mi carrera de traductor. Nel presente saggio rileggo due mie diverse traduzioni di una stessa poesia tratta da El libro, tras la duna di Andrés Sánchez Robayna, la prima uscita nel 2004 sulla rivista fiorentina Città di vita e la seconda pubblicata nel 2008 nella traduzione integrale del volume. Ho utilizzato come pietra di paragone dei due testi la traduzione letterale della poesia, testo neutro di cui io sempre mi servo come punto di partenza e dai cui mi discosto a seconda della situazione semantica e ritmica che di volta in volta si presenta. Le varianti fra le due diverse traduzioni permettono di formulare alcune considerazioni in merito alla traduzione poetica che sono andato elaborando nel tempo proprio a partire da quelle prime traduzioni tratte de El libro, tras la duna che sono agli albori della mia carriera di traduttore.
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Cascio, Antonio Roberto. "La funzione dell'emergenza in Teoria e pratica della terapia della Gestalt: vitalitŕ e accrescimento nella personalitŕ umana". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2011): 25–34. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-001003.

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La necessitŕ di fronteggiare eventi critici collettivi o individuali, di origine umana o naturale, pone sempre piů al centro dell'attenzione di psicologi e psicoterapeuti il tema dell'emergenza e delle sue implicazioni potenzialmente traumatiche. Tale esperienza puň infatti sconvolgere il normale e scontato funzionamento psicologico, ma, con gli opportuni supporti, puň anche rivitalizzarlo, diventando cosě una tappa decisiva della crescita personale, che porta ad abbandonare una visione ingenua della realtŕ. L'autore dice questo prendendo in esame il testo fondante la psicoterapia della Gestalt:, in cui l'emergenza, non solo č ricorrente come tema, ma anzi accompagna tutto il libro stabilendo una intensa connessione con il modello di psicoterapia e con la definizione di sofferenza e salute psicologica.
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Palmisano, Maria Carmela. "Studio delle immagini e delle metafore sul timore del Signore in Ben Sira". Bogoslovni vestnik 79, n.º 4 (2019): 891–907. http://dx.doi.org/10.34291/bv2019/04/palmisano.

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L'articolo presenta lo studio del timore del Signore nel libro del Siracide a partire da Sir 1 che riveste un valore programmatico nell'opera sapienziale. Il contributo presenta quattro diverse prospettive rilevate in Sir 1, secondo le quali Ben Sira presenta ai discepoli il timore del Signore. Le quattro prospettive ricorrono anche in altri passi del libro (Sir 2–51). A queste viene aggiunta in seguito una quinta, quella storica, presente solo in un testo dell'Elogio dei padri. Il contributo si sofferma ad analizzare in particolare l'aspetto simbolico e metaforico del linguaggio usato da Ben Sira per avvicinare al discepolo il timore del Signore nei suoi aspetti di bontà, bellezza, gioia e nel suo dinamismo che guida l'uomo sui sentieri dell'amore.
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Kotecki, Dariusz. "„Bądź wierny aż do śmierci” (Ap 2,10)". Verbum Vitae 11 (14 de enero de 2007): 159–84. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1426.

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L'articola affronta il tema della fedelta nel libro dell'Apocalisse sulla base dell'analisi di Ap 2,10: "Sii fedele alla morte". Questo testo fa parte della lettera alla Chiesa di Smirne e nella struttura della lettera costituisce l'esortazione particolare del Risorto alla sua Chiesa che vive nelle difficolta, tribolazioni, poverta e viene in certo modo perseguitata dai Giudei, chiamati "sinagoga di satana". La chiesa di Smirne e l'unica, accanto a quella di Filadelfia, alla quale Gesu non indirizza nessuna critica. L'esortazione "sii fedele fino alla morte" non significa necessariamente un invito al martirio, pero non si puo escludere tale interpretazione, perche i cristiani nel libro dell'Apocalisse sono visti com e potenziali martiri. Quest'esortzione e valida per tutte le communita ecclesiali di Asia Minore del tempo dell'Apocalisse e per tutta la Chiesa di ogni tempo e posto. Questa e un invito alla vita secondo lo stile pasquale, che ci ha insegnato Gesu Cristo - "testimone fedele". La realizzazione di quest'esortazione non e possibile senza una collaborazione continua con la grazia di Gesu, che proviene dal suo mistero pasquale. Cristano rimane fedele solo se assorbisce tutte le forze da Gesu Risorto, perció l'Apocalisse dice che cristiani "hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello" (Ap 12,11).
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Fornari Čuković, Maria. "“LA NAZIONE GIOVINETTA RESISTEVA AL COLOSSO”: FRACCAROLI E L’IMMAGINE DELLA SERBIA NEL LIBRO LA SERBIA NELLA SUA TERZA GUERRA: LETTERE DAL CAMPO SERBO (1915)". Филолог – часопис за језик књижевност и културу 13, n.º 25 (30 de junio de 2022): 389–405. http://dx.doi.org/10.21618/fil2225389f.

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Questo contributo ha come intento quello di presentare il rapporto tra uno dei giornalisti italiani più importanti di inizio Novecento, Arnaldo Fraccaroli, e la Serbia nei primi mesi della Grande Guerra. Fraccaroli viene annoverato dagli studiosi tra quei giornalisti quali Barzini, Civinini, Ojetti e altri che, con il loro lavoro e il loro stile di scrittura, hanno rappresentato un punto di svolta nella storia della carta stampata italiana. Piuttosto noto al grande pubblico durante la lunga carriera, il giornalista veronese, in parte fnito nel dimenticatoio dopo la sua morte, è stato riportato di recente all’attenzione dei lettori da un’accurata biografa scritta nel 2019 da Gian Pietro Olivetto. “La dolce vita di Fraka, cronista del Corriere della Sera” è il titolo dell’opera, da cui questo lavoro attinge parte delle informazioni sull’autore. La riscoperta di Fraccaroli, però, non si limita soltanto al libro di Olivetto, poiché nel 2017 la casa editrice Prometej di Novi Sad ha pubblicato la traduzione del libro “La Serbia nella sua terza guerra: lettere dal campo serbo”, scritto dal cronista italiano nel 1915. Questo testo, una raccolta di osservazioni e impressioni di viaggio annotate dal giornalista durante un viaggio da Salonicco a Belgrado nell’inverno del 1915, offre la possibilità, fnora poco approfondita, di considerare il lavoro di Fraccaroli nella prospettiva di un tramite tra i lettori italiani e la difcile realtà serba in quei primi mesi di guerra.
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D'Amico, Tiziana. "La Bibbia ceca del 1506. Sonda nella cultura del libro in Boemia a cavallo tra XV e XVI secolo". Fabrica Litterarum Polono-Italica, n.º 4 (16 de mayo de 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2022.04.07.

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Nel 1506 esce a Venezia, presso lo stampatore Liechtenstein, la Biblij Cžeská w Benátkach tisšten (Bibbia ceca stampata a Venezia). La Bibbia di Venezia (come è comunemente indicata) è in ceco ed è commissionata da tre cittadini praghesi. Il lavoro intende indagare la Bibbia ceca del 1506 come un “oggetto” curioso che, in qualche modo, unisce a inizio del XVI secolo due realtà culturali molto distanti tra loro: quella di Venezia, centro nevralgico della stampa europea e in particolare di quella umanista, e quella di Praga, centro dell’utraquismo. Tale indagine si soffermerà su tre aspetti: la situazione della stampa ceca a inizio Cinquecento, cui verrà dedicato maggiore spazio; i motivi alla base della Bibbia come testo da stampare; infine, le criticità della scelta di Venezia. Conclude il lavoro una breve riflessione sul lascito della Bibbia di Venezia, un ibrido di due culture del libro, nella storia della stampa ceca.
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Rusconi, Paolo. "Ambienti per design. Note di lettura". L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, n.º 19-20 (13 de diciembre de 2022): 176–201. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp176-201.

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Ambienti per design un suono udito una cosa vista (EXIT) di Zeno Birolli uscì nel 1983, all’interno della raccolta Sorbi, tordi & nitidezze, un volume che radunava materiali vecchi e lavori nuovi con il sottotitolo di Arte in Italia dopo la Metafisica. Il libro, relativamente noto nella produzione storico artistica di Zeno Birolli, rappresenta il frutto di una stagione intensa di elaborazione intellettuale e progettuale: nell’idea dell’autore doveva presentarsi come una sorta di silloge di un decennio di riflessioni sulle arti nel periodo tra le due guerre. Tra i nuovi studi critici pubblicati nella raccolta, Ambienti per design risulta essere sia per numero di pagine sia per contenuti uno dei più autorevoli e impegnati. Il testo è la descrizione dettagliata di alcuni interni creati per le mostre dell’abitazione e dell’arredamento moderno della Triennale milanese del 1936, ma il tema dominante si raccoglie intorno all’idea che vi sia “un legame che procede dalla prima metafisica di De Chirico [...], si permuta nell’opera di alcuni pittori e scultori della postmetafisica e nel razionalismo architettonico degli anni trenta e quaranta, sino allo spazio scenico di Antonioni”.
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Ciglia, Paolo. "Fra problematicità e fattualità. Il Dio “Elementare” di Franz Rosenzweig". Filozofija i drustvo 23, n.º 2 (2012): 3–22. http://dx.doi.org/10.2298/fid1202003c.

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Il saggio si propone di analizzare criticamente la particolare comprensione di Dio che Rosenzweig elabora nel Libro Primo della Parte Prima del suo capolavoro filosofico, vale a dire, La Stella della Redenzione. Il Dio di cui si parla nel testo rosenzweighiano esaminato ? il Dio mitico della tradizione greca. Esso costituisce la condizione ?elementare? necessaria, ma non sufficiente, sulla quale potr? poi fondarsi il ben pi? complesso e articolato Dio della rivelazione biblica. Il Dio mitico presenta un profilo estremamente dinamico, contrassegnato da due polarit? in tensione - la sua stessa natura e la sua libert? - chegli conferiscono una straordinaria vitalit?. La libert? divina e la natura divina, nel passaggio dal Dio mitico al Dio rivelato, produrranno, attraverso una complessa trasfigurazione del loro assetto polare originario, rispettivamente, da un lato, la creazione del mondo, e dall?altro, la relazione d?amore che lo stesso Dio rivelato intratterr? con l?uomo.
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Santoro, Elisabetta. "Tra romanzo e autobiografia". Mnemosyne, n.º 2 (11 de octubre de 2018): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.11993.

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Si intitola madrelingua (Besa Editore, 2005) l’ultimo romanzo pubblicato da Julio Monteiro Martins, uno scrittore brasiliano che vive e scrive in Italia e in italiano. Oltre ai personaggi che danno vita al romanzo, entrano in scena nel libro un primo e un secondo narratore. Quest’ultimo compare sempre tra parentesi quadre e fa commenti in prima persona che per molti aspetti ricordano dati biografici dello scrittore, ‘confondendo’ in tal modo il lettore che finisce per non sapere chi sta parlando e per sovrapporre la figura di questo secondo narratore e quella dell’autore. In questo testo ci proponiamo di riflettere sul significato che una tale scelta può avere da un punto di vista ‘autobiografico’, visto che l’io si rivela e si nasconde e che una tenue linea separa e, al tempo stesso, permette um attraversamento che offre la possibilità di andare oltre i confini di un solo genere letterario.
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Rebellato, Elisa. "Vincenzo Errante, Fernando Palazzi e "La Scala d'Oro": due letterati-editori all'origine di una collana per ragazzi negli anni trenta". SOCIETÀ E STORIA, n.º 135 (julio de 2012): 89–118. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135005.

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Tra il 1932 e il 1936 la casa editrice Utet pubblicň "La Scala d'Oro", una collana graduata per l'infanzia che riscosse fin da subito un enorme successo. Ideatori e direttori della collana furono Vincenzo Errante e Fernando Palazzi, un germanista e un magistrato prestati al mondo dell'editoria. Collaboratori di numerose case editrici, concepirono il loro progetto durante la loro attivitÀ presso Mondadori, come tentativo di risposta ai mutamenti che stavano investendo il mercato del libro scolastico, a seguito dell'imposizione del Testo Unico per la scuola elementare. Tuttavia, le incomprensioni tra i direttori e Arnoldo finirono per favorire la casa editrice torinese. Numerosi corrispondenti scrissero a Palazzi in merito alla pubblicazione della collana. Da tali lettere emerge che punti di forza della serie furono la sapiente scelta dei testi, che mescolavano antico e moderno per fornire al giovane lettore un vasto panorama di conoscenze, e la ricchezza dell'apparato illustrativo, realizzato dai migliori artisti.
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Esposito, Lucia. "La letteratura si salverà dall’estinzione? Sulla sopravvivenza dei libri e delle storie in una prospettiva ecodistopica". ENTHYMEMA, n.º 30 (3 de enero de 2023): 118–38. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19554.

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L’articolo si concentra, da una prospettiva che si avvale dello strumentario terminologico e teorico dell’ecologia dei media, su alcuni testi di finzione – Generation A di Douglas Coupland e The Raw Shark Texts di Steven Hall – in cui viene trattato il tema della possibile estinzione o sopravvivenza del letterario in una chiave di lettura che potremmo definire ecodistopica. In un periodo caratterizzato da cambiamenti climatici e disastri ambientali, anche questi testi esprimono preoccupazioni profonde riguardo all’ambiente narrativo – radicalmente modificato dal digitale – attingendo a piene mani al campo metaforico della sostenibilità, dello sfruttamento ed esaurimento delle risorse e dell’evoluzione e rigenerazione delle forme, con un focus particolare sull’elemento acquatico.
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Cormier, Raymond. "Per una storia del testo di Virgilio nella prima età del libro a stampa (1469-1519). Matteo Venier". Speculum 79, n.º 3 (julio de 2004): 855–56. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713400090576.

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Lombardi, Andrea. "Il diavolo in corpo: una lettura del Decameron di Giovanni Boccaccio". Alea : Estudos Neolatinos 14, n.º 2 (diciembre de 2012): 180–200. http://dx.doi.org/10.1590/s1517-106x2012000200003.

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Considerare il Decameron esclusivamente un "classico" non rende giustiza alla sua struttura narrativa geometrica e complessa. Poiché ognuno dei suoi aspetti rivela il potenziale sovversivo della sua macchina narrativa. Le cento novelle con la loro cornice, che descrive l'epidemia della peste nera del 1348, ne fanno il primo libro organico della narrativa occidentale: un testo con una architettura peculiare. Una lettura attenta, però, può individuare una nuova novella, quella di numero 101 (nell'Introduzione alla quarta giornata): ciò che rivela la crisi finale della struttura chiusa, dell'architettura pianificata. Ciappelletto, protagonista della prima novella, diviene Santo da "peggiore uomo del mondo" che era; mentre Griselda, eroina dell'ultima delle cento novelle, mostra che la sua iperbolica virtù si trasforma in cinismo crudele. Così il Decameron crea il proprio futuro, rappresentando una mimesi ampia della sua epoca e, allo stesso tempo, avviando una rottura radicale ironica, o meglio elusiva: modello della commedia rinascimentale e dell'ermeneutica, nell'uso radicale dell'ironia. Possiamo forse considerare il Decameron una risposta istigante alla domanda attuale sulla natura di ciò che è contemporaneo.
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Bougard, François, Matthieu Cassin, William Duba, Claudia Fabian, Christoph Flüeler y Anne-Marie Turcan-Verkerk. "International Standard Manuscript Identifier (ISMI)". DigItalia 15, n.º 1 (junio de 2020): 45–52. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00003.

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Lo sviluppo delle risorse digitali e della ricerca scientifica online sta creando nuovi requisiti di interoperabilità e di vocabolario comune. Il libro manoscritto è direttamente interessato da questa sfida, a causa dell’eterogeneità dei sistemi di vocabolario e delle variazioni nell’espressione delle segnature: non solo lo stesso manoscritto è stato designato in diversi modi diversi nel corso della sua storia, in quanto è stato spostato e il patrimonio è stato riclassificato, ma è ancora oggi spesso designato in modi diversi. Queste ambiguità rendono difficile l’aggregazione delle informazioni su Internet. Per superare questi problemi, il Consorzio ISMI, costituito nel novembre 2018, propone di creare un identificatore numerico o alfanumerico universale per l’oggetto manoscritto (e non per la sua riproduzione digitale o la sua registrazione in un catalogo) sulla base di un accordo internazionale. I vocabolari così sviluppati, che si rivolgeranno inizialmente ai manoscritti medievali, saranno basati su Open Linked Data.
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Ravasini, Inés. "La Llegenda del llibreter assassí de Barcelona. Tradizione e traduzione. Note al margine dell’edizione italiana". SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 2, n.º 2 (16 de diciembre de 2013): 170. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.2.3106.

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Riassunto: La recente pubblicazione in Italia della traduzione de La llegenda del llibreter assassí di Ramon Miquel i Planas offre lo spunto per un confronto con alcune precedenti traduzioni in castigliano e per una breve riflessione di metodo sulla traduzione. Le due versioni spagnole (1991 e 2011) si configurano infatti, a differenza di quella italiana, come libere rielaborazioni dell’originale dal momento che ne alterano la struttura, trasformando il testo e piegandolo a nuove finalità. L’elemento di interesse di questa «manipolazione» risiede nel fatto che essa è in qualche modo autorizzata dalla stessa natura miscellanea dell’opera di Miquel i Planas, al contempo libro erudito e antologia di materiali narrativi diversi, e dalle variegate forme di trasmissione dei materiali leggendari raccolti dallo studioso catalano. Le versioni della Llegenda consentono così d’iscrivere la riflessione sul tradurre nell’ambito della ricezione e dell’influsso esercitato dalla tradizione di un testo sulle sue modalità di traduzione. Parole chiave: Miquel i Planas; traduzione; rifacimento; tradizione Abstract: The recent publication of the Italian translation of La llegenda del llibreter assassí by Ramon Miquel i Planas provides an opportunity to make a comparison with some previous Spanish translations and to reflect briefly on translation methods. The two Spanish versions (1991 and 2011), unlike the Italian one, are free reworkings of the original, in the sense that they alter the structure, transform the text and shape it to new ends. What is interesting about this «manipulation» is that it is in some way legitimised by the heterogeneous nature of Miquel i Planas’s work, which is both an erudite volume and an anthology of different narrative materials, as well as by the varied ways in which the Catalan scholar handles materials relating to legends. The versions of Llegenda thus permit the inclusion of this reflection on translation in the sphere of the reception of a text and of the influence exerted by the tradition surrounding a text on the ways it is translated. Keywords: Miquel i Planas; translation; rewriting; tradition
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Pabst, Angela. "Giovanni Alberto Cecconi, Commento storico al libro II dell'epistolario di Q. Aurelio Simmaco. Con introduzione, testo, traduzione e indici". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 122, n.º 1 (1 de agosto de 2005): 254–58. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.2005.122.1.254.

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Tekavčić, Pavao. "Alcune riflessioni a proposito di una recentissima grammatica della lingua italiana". Linguistica 29, n.º 1 (1 de diciembre de 1989): 149–60. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.149-160.

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L'Italia, che neppure nel passato mancava di grammatiche di indirizzo normativo e descrittivo, si è arricchita negli ultimi anni di una serie di opere glottodidattiche dedicate all'italiano. Una delle ultime è il poderoso volume La lingua e i testi, Grammatica de/la lingua italiana di P. Agazzi, A. Fallica e A. Menegoi, edito da Minerva Italica, Bergamo, 1988. II libro non è soltanto una grammatica in senso usuale: infatti, vi si trattano le nozioni fondamentali della teoria linguistica attuale (comunicazione, segno linguistico, codice, funzioni della lingua, metafora e metonomia, denotazione e connotazione, fattori della comunicazione), della teoria del testo (con alcuni campioni di testi di vario genere), in seguito l'origine e lo sviluppo della lingua italiana (dall'Indovinello veronese ai nostri giorni), i dialetti e le comunita alloglotte, e nell'ultima delle quattro appendici si danno gli elementi della composizione scritta. Il volume include dunque in notevole misura la sociolinguistica, la pragmatica, la comunicazione e la teoria dell'informazione (invece di parlante o locutore e collocutore si usano conseguentemente i termini emittente e destinatario ), la storia della lingua, la cultura del parlato e dello scritto. Si cerca insomma di avvicinare il Linguaggio all'alunno e di sviluppare in lui non solo la competenza grammaticale ma anche quella comunicativa, attiva e passiva.
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Daalder, Hans. "SAMUEL E. FINER, L'INDIVIDUALISTA ERUDITO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, n.º 3 (diciembre de 2003): 409–26. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027404.

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IntroduzioneUn ritratto di Samuel E. Finer — Sammy per gli amici - deve inevitabilmente cominciare da due caratteri fuori dal comune: il suo è un caso di rara mobilità intellettuale, e di uno straordinario rapporto tra fratelli. Samuel Finer nasce nel 1915, figlio minore di una coppia di ebrei immigrati in Gran Bretagna dalla Romania nel 1900, e stabilitisi in uno dei più poveri quartieri londinesi. Il fratello, maggiore di 18 anni, sarebbe divenuto in breve un brillante junior lecturer alla London School of Economics, per poi spostarsi alla University of Chicago. Si narra che il giovane Sammy abbia presto detto: «voglio essere come mio fratello» (1980a). A circa 15 anni deve aver visto il fratello Herman affittare un cavallo e un calesse per portare al suo editore londinese un grosso manoscritto. Si trattava della prima stesura di The Theory and Practice of Modem Government. Secondo la tradizione l'editore insistette perché fosse ridotto della metà, ed esso apparve così nel 1932 in un'edizione in due volumi di più di 1.500 pagine fittamente stampate, più le appendici. Il libro fu una pietra miliare nella letteratura di comparative government, sostituendo i tradizionali confronti paese a paese con lunghe analisi istituzionali di Parlamento, Esecutivo e Civil Service, che comparavano dati inglesi, americani, francesi e tedeschi. Già nel 1934 usciva un'edizione ridotta di un solo volume, il che contribuì molto a diffondere il richiamo del libro (ma nella mia copia della nuova edizione del 1949 ci sono le 954 pagine a due colonne mancanti!). Con il successivo Constitutional Government and Democracy. Theory and Practice in Europe and America di Carl Friedrich (1937, e diverse altre edizioni con titoli leggermente differenti), l'opera di Herman Finer divenne per molto tempo il testo fondamentale di comparative government, rimpiazzando i seminali volumi di J. Bryce, A.L. Llowell et al. Esso divenne esemplare per la sua esaustività, per la forte componente storica delle analisi, e per l'erudizione generale. E tradiva anche il perenne problema di testi del genere, ovvero che la comparazione presuppone la conoscenza dei sistemi politici da comparare. Non stupisce quindi che Herman Finer abbia sentito la necessità di pubblicare un successivo libro dal titolo Governments of Greater European Powers (1956), che tornava sugli stessi quattro paesi con la vecchia formula dal confronto a due. Questo lavoro, che ebbe meno successo del primo pur se di pari erudizione, consta anch'esso di quasi 951 pagine a due colonne, con altre 94 pagine di appendici, commenti, indici, ecc.
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Bicciato, Stella. "MATERIALS AND RESOURCES FOR TEACHING ITALIAN PRAGMATICS". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 624–44. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17160.

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This study aims to describe the materials and the resources utilized for teaching Italian pragmatics, both in foreign and second language contexts. 139 teachers of Italian answered an online questionnaire which elicited information about the materials and resources they used in the classroom as well as information regarding their teaching techniques. Their answers were clustered into five main categories. The results revealed that the most commonly used materials were printed, audiovisual, self-produced, students’ oral production and digital materials. Within these categories, textbooks (printed materials) and videos (audiovisual material) were considered as the most preferred materials by the teachers. Regarding teaching techniques, the most frequently used by teachers were role plays, watching videos and listening exercises. The findings of the present study suggest that textbooks, the main resource for teaching pragmatics, should be implemented with specific activities on this topic. By receiving guidelines, teachers could appropriately teach pragmatics in their classes without the need to create their own materials. Materiali e risorse per l’insegnamento della pragmatica italiana Questo studio mira a descrivere i materiali e le risorse utilizzate per l’insegnamento della pragmatica italiana, sia in contesti di lingua straniera che di lingua seconda. 139 insegnanti di italiano hanno risposto a un questionario online predisposto allo scopo di raccogliere informazioni sui materiali e le risorse che usavano in classe e sulle loro tecniche di insegnamento. Le risposte degli insegnanti sono state raggruppate in cinque principali categorie. I risultati hanno rivelato che i materiali più comunemente usati sono a stampa, audiovisivi, autoprodotti, produzione orale degli studenti e digitali. All’interno di queste categorie, i libri di testo (materiali stampati) e i video (materiale audiovisivo) sono i materiali preferiti dagli insegnanti. Per quanto riguarda le tecniche di insegnamento, le più utilizzate dagli insegnanti risultano essere i giochi di ruolo, la visione di video e gli esercizi di ascolto. I risultati del presente studio suggeriscono che i libri di testo, la risorsa principale per l’insegnamento della pragmatica, dovrebbero essere implementati con attività specifiche a questo dedicate. Disponendo di linee guida, gli insegnanti potrebbero insegnare in modo appropriato la pragmatica nelle loro classi senza avere la necessità di creare materiali propri.
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Soriano Flórez, Irene. "Review/Reseña: Paulsrud, BethAnne, Tian, Zhongfeng, & Toth, Jeanette. (Eds.). (2021). English-medium instruction and translanguaging. Multilingual Matters." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 8, n.º 1 (31 de marzo de 2021): 82–86. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.13.239.

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EN This text reviews English-Medium Instruction and Translanguaging, edited by Paulsrud, Tian, and Toth, published this year (2021) by Multilingual Matters. The book comprises eleven empirical studies from across the globe, by different authors, raising awareness of the multiple possibilities, challenges, and considerations that emerge when addressing translanguaging in English-medium instruction (EMI) today. The authors of this volume inspire new research paths towards translanguaging theory, practice, and policy. Key words: TRANSLANGUAGING, ENGLISH-MEDIUM INSTRUCTION (EMI), LINGUISTIC REPERTOIRE, L1 USE ES Este texto es una reseña de English-Medium Instruction and Translanguaging de Paulsrud, Tian y Toth, publicado este año (2021) por Multilingual Matters. El libro recoge once estudios empíricos procedentes de todo el mundo y de distintos autores, que permiten conocer las múltiples posibilidades, consideraciones y retos que surgen al abordar el translenguaje en contextos de inglés como Medio de Instrucción (IMI) hoy en día. Los autores de este volumen abren nuevas vías de investigación sobre la teoría y la práctica asociadas al translenguaje y sobre políticas educativas que lo incorporen. Palabras clave: TRANSLENGUAJE, INGLÉS COMO MEDIO DE INSTRUCCIÓN (IMI), REPERTORIO LINGÜÍSTICO, USO DE LA L1 IT Questo testo recensisce English-Medium Instruction and Translanguaging di Paulsrud, Tian e Toth, pubblicato quest’anno (2021) da Multilingual Matters. Il libro, che raccoglie undici studi empirici di diversi autori provenienti da tutto il mondo, permette di conoscere le molteplici possibilità, le considerazioni e le sfide originate dall’occuparsi di translanguaging in un contesto di inglese come lingua d’istruzione (EMI). Le autrici e l’autore del volume indicano nuovi sentieri di ricerca sulla teoria e la pratica associate al translanguaging e sulle politiche educative che lo includono. Parole chiave: TRANSLANGUAGING, INGLESE COME LINGUA D’ISTRUZIONE (EMI), REPERTORIO LINGUISTICO, USO DELLA L1
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D’Ascenzo, Mirella. "Sherlock Holmes inside a textbook. Archaeology of a teacher training text from the early 19th century". Cadernos de História da Educação 17, n.º 1 (16 de mayo de 2018): 7. http://dx.doi.org/10.14393/che-v17n1-2018-2.

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ABSTRACTIn Italy, since the late 1990s there have been many research works on school and educational publishing, interlacing with the current fields of investigation common in Europe and beyond. Numerous earlier studies offered historians deeper knowledge of school publishing, in terms of the production and distribution of school textbooks between the 19th and 20th centuries, school publishers, legislation on school textbooks and the ideologies and values underlying school text. However, very few studies have investigated the aspects specifically linked to the history of the subject teaching methods in these books, and their everyday practical use and application by the teachers in the class. This essay analyses a teacher training manual to identify the words and expressions that offer clues and signs of the underlying methodologicaland teaching traditions, revealing the pedagogic and educational knowledge used for teacher education. The work analyses a teacher training manual, like a young Sherlock Holmes searching with a magnifying glass for clues among single words or sentences that can reveal the archeologically stratified teaching traditions of the early 19th century.Keywords: Primary school. Textbooks. Teacher training. Material school culture.Resumo: Pesquisas sobre a história da editoria pedagógica e acadêmica conheceram um fecundo período de estudos, a partir do final dos anos de 1990, na Itália, entrelaçando-se com uma linha comum de investigação generalizada em nível europeu e internacional. Os numerosos estudos já realizados nos permitiram alcançar um conhecimento mais profundo da editoria educacional, ao nível de produção editorial e da circulação de manuais escolares entre o Oitocentos e Novecentos, sobre os editores para a escola, sobre disposições normativas relacionadas ao livro escolar e sobre aspectos ideológicos e valorativos subjacentes aos livros-texto. Todavía poco estudiados son los aspectos más relacionados a la historia de las metodologías y de la enseñanza disciplinar presentes en los libros destinados al aula y el uso real, la práctica concreta del libro en el aula en la mediación desarrollada por los docentes. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases eveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palavras-chave: Escola Elementar. Livro-texto. Formação de Professores. Cultura Material Escolar.Resumen: Investigaciones sobre la historia de la editorial pedagógica y académica conocieron un fecundo período de estudios, a partir de finales de los años 1990, en Italia, entrelazándose con una línea común de investigación generalizada a nivel europeo e internacional. Los numerosos estudios ya realizados nos permitieron alcanzar un conocimiento más profundo de la editorial educativa, al nivel de producción editorial y de circulación de manuales escolares entre los Ochocientos y Novecientos, sobre los editores para la escuela, sobre disposiciones normativas relacionadas al libro escolar y sobre aspectos ideológicos y valorativos subyacentes a los libros-texto. En el caso de los alumnos de la escuela primaria, los alumnos de la escuela primaria y secundaria de la escuela primaria y secundaria. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases reveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palabras clave: Escuela elemental; libro de texto; Formación de profesores; Cultura material de la escuela.Sommario: Le ricerche sulla storia dell’editoria pedagogica e scolastica hanno conosciuto una feconda stagione di studi dalla fine degli anni Novanta in poi in Italia, intrecciando il coevo filone di indagine diffuso a livello europeo e internazionale. Le numerose ricerche già svolte hanno permesso di giungere ad una conoscenza più approfondita dell’editoria scolastica, a livello di produzione editoriale e di circolazione dei manuali scolastici tra Ottocento e Novecento, sugli editori per la scuola, sulle disposizioni normative legate al libro scolastico e sugli aspetti ideologici e valoriali sottesi ai libri di testo. Ancora poco studiati appaiono gli aspetti più squisitamente legati alla storia delle metodologie e delle didattiche disciplinari presenti nei libri nonché l’uso reale, la pratica concreta del libro in classe nella mediazione didattica svolta dai docenti. In questo contributo si offre l’analisi di un manuale scolastico per coglierne parole e frasi rivelatrici di ‘indizi’ e spie’ di tradizioni metodologiche e didattiche sottese, capaci di rivelare la circolazione del sapere pedagogico e didattico destinato alla formazione dei docenti. Si analizzerà in particolare un manuale per maestri come novelli Sherlock Holmes, alla ricerca di tracce con la lente del detective sulle singole parole o frasi rivelatrici tradizioni didattiche archeologicamente stratificate nella prima metà dell’Ottocento.Parole chiave: Scuola Elementare; Libri di Testo; Formazione dei Maestri; Cultura materiale della scuola.
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Visconti, Agnese. "La fondazione dell’Orto botanico di Brera e gli anni della direzione dell’abate vallombrosano Fulgenzio Vitman (1728-1806) tra assolutismo asburgico ed età napoleonica". Natural History Sciences 153, n.º 1 (1 de enero de 2012): 27. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2012.27.

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Il saggio ricostruisce, sulla base di documenti per la massima parte inediti raccolti nell’Archivio di Stato di Milano, nella Biblioteca di Brera di Milano, nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel Museo di Storia Naturale di Milano e nell’Accademia delle Scienze di Torino, la storia della fondazione e dei primi decenni di attività dell’Orto, annesso alla cattedra di Botanica del Ginnasio di Brera, alla quale venne chiamato nel 1774 il padre vallombrosano Fulgenzio Vitman. La prima parte del lavoro descrive le operazioni materiali compiute per l’allestimento dell’Orto. Segue la descrizione dello svolgimento annuo dei lavori consistenti perlopiù nell’acquisizione e nei cambi di semi e piante, nell’adozione per la disposizione delle piante del metodo di classificazione di Linneo, nell’utilizzo delle piante per le lezioni. Si passa quindi all’analisi dei modi che Vitman adottò per arricchire l’Orto, sottolineando la sua convinzione dell’opportunità di privilegiare le piante necessarie alla didattica e alla ricerca scientifica. Purtroppo, mancando l’Orto di un proprio archivio e di raccolte di lettere, molte questioni restano ancora non risolte. Appaiono comunque evidenti sia l’appartenenza di Vitman alla fitta rete di scambi tra i botanici dell’epoca, sia l’utilizzo di canali diplomatici, in particolare per gli scambi con Francia, Olanda e Spagna. Il contributo si conclude con la descrizione dell’attività didattica e scientifica di Vitman, autore di un fortunato libro di testo, <em>De medicatis herbarum facultatibius liber</em>, Faventiae 1770, e di una importante <em>Summa plantarum</em>, Mediolani 1789-1792, in 6 volumi, nella quale l’autore segue il metodo di classificazione linneano.
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