Literatura académica sobre el tema "Letteratura barocca"

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Artículos de revistas sobre el tema "Letteratura barocca"

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Mazzoni, Bruno. "Un poema eroicomico ai margini della mappa dell'impero delle lettere: la "Zingareide" di Ion Budei-Deleanu, a cavallo fra '700 e '800". AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, n.º 2 (31 de diciembre de 2022): 309–18. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19672.

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Resumen
L’opera più rilevante del Barocco letterario in lingua romena è il poema eroicomico in dodici canti, in sestine decasillabiche, Țiganiada (Zingareide ovvero L’accampamento degli zingari), che Ion Budai-Deleanu (1760-1820) scrisse approssimativamente negli anni 1790-1812. Grazie all'ampio uso di un repertorio di varie possibili forme di intertestualità, il poema Zingareide può essere agevolmente considerato come una delle illustrazioni migliori della “letteratura di secondo livello” di cui ha parlato Gerard Genette. L’autocommento di Ion Budai-Deleanu, con l’ampio spazio lasciato alle note a piè di pagina, può essere letto e considerato come parte integrante del poema: esso diventa così una sorta di «commedia filologica» (Nicolae Manolescu), dove i diversi caratteri dei commentatori, fittizi e nel caso di Mitru Perea/Petru Maior reale, con i loro nomi eloquentemente allusivi, interagiscono, spesso a un livello comico-burlesco.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)". Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, n.º 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Resumen
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Perkins, Phil y Sally Schafer. "The Villa Pigneto Sacchetti excavation: a new interpretation". Papers of the British School at Rome 77 (noviembre de 2009): 273–90. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000106.

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Resumen
I resti settecentesca della Villa Pigneto Sacchetti si trovano a Roma, a nordovest della Città del Vaticano, sul ripido fianco nella Valle dell'Inferno nel parco regionale di Monte Mario. Concepito per la famiglia Sacchetti da Pietro da Cortona, essa fu una delle poche tra i suoi progetti architettonici ad essere costruita. Nel 1990 si pensava che la villa fosse andata perduta, e così fu elaborato un progetto per collocare ed esplorare i resti materiali; nel 1992 abbiamo parzialmente scavato la villa e in seguito pubblicato una relazione di scavo (in Papers of the British School at Rome 68 (2000)). Nel 2008 è stata pubblicata la molto attesa monografia di Jörg Martin Merz, Pietro da Cortona and Roman Baroque Architecture. Senza alcun dubbio questo volume fornisce un importante contributo alla letteratura architettonica del Barocco romano. Esso include un capitolo dedicato alla Villa Pigneto Sacchetti, che prende in considerazione alcuni dei nostri rinvenimenti. Questo articolo riguarda vari punti sollevati sul nostro lavoro e offre una reinterpretazione della storia della costruzione della villa con lo scopo di riconciliare opinioni divergenti e di incorporare i progressi degli studi dal 2000.
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Ugolini, Paola. "Realismo barocco. Roberto Gigliucci.Biblioteca dell’Arcadia: Studi e testi 2. Rome: Edizioni di Storia e Letteratura, 2016. 286 pp. + 8 color pls. €28." Renaissance Quarterly 70, n.º 4 (2017): 1624–25. http://dx.doi.org/10.1086/696488.

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Tesis sobre el tema "Letteratura barocca"

1

BIGNOTTI, LAURA. "Convenzionalità barocca e coscienza individuale nella lirica religiosa di Johann Christian Günther". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/166.

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Resumen
Da tempo la critica letteraria si interroga sulla possibilità di riconoscere nella lirica di Johann Christian Günther il primo esempio di lirica soggettiva dopo la grande stagione retorica seicentesca. Gli studi tesi ad indagare il valore innovativo della sua poesia sono stati sinora dedicati quasi esclusivamente ai suoi Liebeslieder o Klagelieder; il presente lavoro si concentra invece sull'analisi dei suoi canti spirituali. La ricerca qui condotta intende dimostrare come anche nella geistliche lyrik Günther proponga spesso una rilettura in chiave personale, se non talora autobiografica, di motivi tradizionali, per quanto sopravvivano in essa elementi tipici della poesia barocca. Se i canti giovanili rimangono per lo più ancorati all'imitazione, scarsamente originale, di modelli preesistenti, le composizioni attribuibili alla fase più matura della produzione del poeta testimoniano un'evoluzione nel suo approccio alla materia sacra; tale evoluzione, rispetto alla quale si ravvisa, in particolare, l'influenza del pietismo, prende forma nell'elaborazione sempre più consapevole ed originale di motivi e tematiche. Il lavoro prende in esame diversi gruppi di liriche: il ciclo di Perikopenlieder noti come Geistliche oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget; la Bibeldichtung güntheriana, i Weihnachtslieder e i Bußlieder dell'autore slesiano.
Critical interest in the rich literary production of Johann Christian Günther has been focussing on the possibility of recognizing in his poems the first example of subjective poetry after the great rhetoric season of the 17th century. Most studies investigating the innovative value of Günther's work concentrate on his Liebeslieder or Klagelieder. The present work concentrates instead on his religious poems, and aims to demonstrate that also in his geistliche Lyrik the author is able to offer a personal, sometimes autobiographical, reading of traditional themes, despite the persistence of typical baroque elements. While his early lyrics tend to remain faithful to the scarcely original imitation of pre-existing models, his later poems show a different approach to religious material. This evolution takes the form of a personal and conscious elaboration of spiritual themes, characterized by a considerable influence of pietism. The present research examines in particular Günther's Perikopenlieder, known as Geistliche Oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget, his Bibeldichtung, his Weihnachtslieder and his Bußlieder.
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BIGNOTTI, LAURA. "Convenzionalità barocca e coscienza individuale nella lirica religiosa di Johann Christian Günther". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/166.

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Da tempo la critica letteraria si interroga sulla possibilità di riconoscere nella lirica di Johann Christian Günther il primo esempio di lirica soggettiva dopo la grande stagione retorica seicentesca. Gli studi tesi ad indagare il valore innovativo della sua poesia sono stati sinora dedicati quasi esclusivamente ai suoi Liebeslieder o Klagelieder; il presente lavoro si concentra invece sull'analisi dei suoi canti spirituali. La ricerca qui condotta intende dimostrare come anche nella geistliche lyrik Günther proponga spesso una rilettura in chiave personale, se non talora autobiografica, di motivi tradizionali, per quanto sopravvivano in essa elementi tipici della poesia barocca. Se i canti giovanili rimangono per lo più ancorati all'imitazione, scarsamente originale, di modelli preesistenti, le composizioni attribuibili alla fase più matura della produzione del poeta testimoniano un'evoluzione nel suo approccio alla materia sacra; tale evoluzione, rispetto alla quale si ravvisa, in particolare, l'influenza del pietismo, prende forma nell'elaborazione sempre più consapevole ed originale di motivi e tematiche. Il lavoro prende in esame diversi gruppi di liriche: il ciclo di Perikopenlieder noti come Geistliche oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget; la Bibeldichtung güntheriana, i Weihnachtslieder e i Bußlieder dell'autore slesiano.
Critical interest in the rich literary production of Johann Christian Günther has been focussing on the possibility of recognizing in his poems the first example of subjective poetry after the great rhetoric season of the 17th century. Most studies investigating the innovative value of Günther's work concentrate on his Liebeslieder or Klagelieder. The present work concentrates instead on his religious poems, and aims to demonstrate that also in his geistliche Lyrik the author is able to offer a personal, sometimes autobiographical, reading of traditional themes, despite the persistence of typical baroque elements. While his early lyrics tend to remain faithful to the scarcely original imitation of pre-existing models, his later poems show a different approach to religious material. This evolution takes the form of a personal and conscious elaboration of spiritual themes, characterized by a considerable influence of pietism. The present research examines in particular Günther's Perikopenlieder, known as Geistliche Oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget, his Bibeldichtung, his Weihnachtslieder and his Bußlieder.
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MULAS, Margherita. "Los amantes andaluces de Alonso de Castillo Solórzano. Estudio y edición crítica". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2019. http://hdl.handle.net/11392/2478785.

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Resumen
Questa edizione critica si propone di strappare all’oblio Los amantes andaluces di Alonso di Castillo Solórzano, dato alle stampe nella tipografia barcellonese di Sebastián de Cormellas (1633) nel momento di massima frenesia editoriale dell’autore di Valladolid. Quest’opera è stata trascurata dalla critica forse in virtù delle numerose corruttele che pervadono il testo, forse per l’assenza del prologo al lettore —unico caso nella novellistica solorzaniana— e dei paratesti di rito, fondamentali per inquadrare un’opera nel clima culturale dell’epoca. I dodici esemplari a noi pervenuti non fanno che confermare l’ipotesi che questo testo sia stato scritto velocemente, dal momento che non presentano varianti di stato. Oltre a offrire uno studio sul contesto lavorativo in cui si muoveva Castillo e sulla dimensione musicale delle poesie cantate presenti nel testo, si è cercato di ricostruire le possibili fonti de Los amantes andaluces nel tentativo di far luce sui meccanismi che contraddistinguono l’officina letteraria dell’autore di Valladolid.
This critical edition aims at saving Los amantes andaluces by Alonso de Castillo Solórzano from oblivion. This book, published in Barcelona (Sebastián de Cormellas’s typography, 1633) in the editorial height of Castillo, has been neglected by critics, perhaps due to the numerous corruptions pervading the text, or to the absence of a prologue to the reader — the only case in the Solorzano’s production— and the paratexts, fundamental in order to frame a literary work within his cultural dimension. The twelve survived copies of Los amantes andaluces confirm the hypothesis that this text was written quickly, since they do not present variations of state. Besides inquiring into Castillo’s work context and into the musical poems present in the text, this thesis provides a picture of his universe of literary references in order to shed light on the creative dynamics of Castillo’s literary workshop.
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Rico, Dominguez Marcos <1979&gt. "Gadda neobarocco. Corrispondenze fra Barocco storico e Barocco moderno". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5516/1/Rico_Dom%C3%ACnguez_Marcos_tesi.pdf.

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Resumen
Nei primi due capitoli mi occupo del recupero del Barocco in ambito novecentesco e delle diverse letture e interpretazioni del Barocco e del Neobarocco, concetto che nasce dalla riflessione sul Barocco lungo tutto il Novecento. Riflessione che è stata anche una rivendicazione, a livello estetico, ma non solo, di una attualità o contemporaneità del Barocco, che accomuna tutta la riflessione sulla scoperta della cultura di un secolo, da Wölfflin a Benjamin, da Riegl a Anceschi. Si tratta anche di un rapporto fra Barocco storico e Neobarocco: se la stessa rivalutazione e riscoperta dell’arte del XVII secolo, dalla fine dell’Ottocento e lungo tutto il Novecento, ha coinciso con la sua costruzione terminologica ed ermeneutica, di questa nuova categoria è lo stesso approccio intellettuale contemporaneo che può definirsi, nella più ampia accezione, «neobarocco». Nel terzo capitolo, invece, ho approfondito il rapporto fra Gadda e il Barocco, partendo dal concetto di allegoria moderna di Walter Benjamin. Fondamentale per la mia ricerca è stato il libro di Gilles Deleuze, La piega. Leibniz e il barocco, che ha visto nell’opera del filosofo Leibniz (studiato anche dal proprio Gadda) la chiave di lettura per capire il Barocco nelle sue diverse manifestazioni. E anche il libro di Robert Dombroski, Gadda e il barocco, in cui si parte appunto dal concetto di barocco/neobarocco come punto di approccio per studiare il barocco di Gadda. Infatti, lo stile di Gadda risponde al canone barocco che il poststrutturalismo ha riaccolto nel vivo del dibattito estetico, si pensi ai contributi di Roland Barthes e di Severo Sarduy e, posteriormente, all’opera proprio di Deleuze. Nell’ultimo capitolo, poi, faccio un’analisi di Gadda traduttore di opere del Seicento spagnolo, opere che vengono da lui riscritte grazie alla rielaborazione del passato attraverso il suo linguaggio neobarocco.
In the first two chapters I deal with the recovery of the Baroque in the twentieth-century and the different interpretations of Baroque and Neo-Baroque, a concept that arises from a reflection on the Baroque throughout the twentieth century. Reflection that was a claim on an aesthetic level, but not only, of a contemporary Baroque, which unites the whole reflection on the discovery of the culture of a century, from Wölfflin to Benjamin, from Riegl to Anceschi. It is also an historical relationship between Baroque and Neo-Baroque: it is the same appreciation and rediscovery of Baroque art, that we have from the late nineteenth and throughout the twentieth century. This has coincided with its construction, terminology and interpretation, of this new category is the same approach that contemporary intellectual can be defined in the broadest sense, “neo-baroque”. In the third chapter, I explored the relationship between Gadda and the Baroque style, starting from Walter Benjamin’s concept of modern allegory. Gilles Deleuze’s The Fold. Leibniz and the Baroque was fundamental for my research. In this book the French philosopher has studied the work of the philosopher Leibniz (also studied by Gadda himself) and he has found the key to understand Baroque in its various manifestations. Following Deleuze’s concept baroque/neo-baroque, Robert Dombroski in Gadda and the Baroque, explore the Baroque’s way of Carlo Emilio Gadda. In fact, the style of Italian writer responds to the baroque canon that poststructuralism has welcomed back into the heart of aesthetic debate. Let’s think about the contributions of Roland Barthes and Severo Sarduy and, subsequently, the work of Deleuze. In the last chapter, I do an analysis of Gadda as a translator of Spanish works of the seventeenth century, works that are rewritten by him due to the revision of the past through its neo-baroque language.
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Rico, Dominguez Marcos <1979&gt. "Gadda neobarocco. Corrispondenze fra Barocco storico e Barocco moderno". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5516/.

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Nei primi due capitoli mi occupo del recupero del Barocco in ambito novecentesco e delle diverse letture e interpretazioni del Barocco e del Neobarocco, concetto che nasce dalla riflessione sul Barocco lungo tutto il Novecento. Riflessione che è stata anche una rivendicazione, a livello estetico, ma non solo, di una attualità o contemporaneità del Barocco, che accomuna tutta la riflessione sulla scoperta della cultura di un secolo, da Wölfflin a Benjamin, da Riegl a Anceschi. Si tratta anche di un rapporto fra Barocco storico e Neobarocco: se la stessa rivalutazione e riscoperta dell’arte del XVII secolo, dalla fine dell’Ottocento e lungo tutto il Novecento, ha coinciso con la sua costruzione terminologica ed ermeneutica, di questa nuova categoria è lo stesso approccio intellettuale contemporaneo che può definirsi, nella più ampia accezione, «neobarocco». Nel terzo capitolo, invece, ho approfondito il rapporto fra Gadda e il Barocco, partendo dal concetto di allegoria moderna di Walter Benjamin. Fondamentale per la mia ricerca è stato il libro di Gilles Deleuze, La piega. Leibniz e il barocco, che ha visto nell’opera del filosofo Leibniz (studiato anche dal proprio Gadda) la chiave di lettura per capire il Barocco nelle sue diverse manifestazioni. E anche il libro di Robert Dombroski, Gadda e il barocco, in cui si parte appunto dal concetto di barocco/neobarocco come punto di approccio per studiare il barocco di Gadda. Infatti, lo stile di Gadda risponde al canone barocco che il poststrutturalismo ha riaccolto nel vivo del dibattito estetico, si pensi ai contributi di Roland Barthes e di Severo Sarduy e, posteriormente, all’opera proprio di Deleuze. Nell’ultimo capitolo, poi, faccio un’analisi di Gadda traduttore di opere del Seicento spagnolo, opere che vengono da lui riscritte grazie alla rielaborazione del passato attraverso il suo linguaggio neobarocco.
In the first two chapters I deal with the recovery of the Baroque in the twentieth-century and the different interpretations of Baroque and Neo-Baroque, a concept that arises from a reflection on the Baroque throughout the twentieth century. Reflection that was a claim on an aesthetic level, but not only, of a contemporary Baroque, which unites the whole reflection on the discovery of the culture of a century, from Wölfflin to Benjamin, from Riegl to Anceschi. It is also an historical relationship between Baroque and Neo-Baroque: it is the same appreciation and rediscovery of Baroque art, that we have from the late nineteenth and throughout the twentieth century. This has coincided with its construction, terminology and interpretation, of this new category is the same approach that contemporary intellectual can be defined in the broadest sense, “neo-baroque”. In the third chapter, I explored the relationship between Gadda and the Baroque style, starting from Walter Benjamin’s concept of modern allegory. Gilles Deleuze’s The Fold. Leibniz and the Baroque was fundamental for my research. In this book the French philosopher has studied the work of the philosopher Leibniz (also studied by Gadda himself) and he has found the key to understand Baroque in its various manifestations. Following Deleuze’s concept baroque/neo-baroque, Robert Dombroski in Gadda and the Baroque, explore the Baroque’s way of Carlo Emilio Gadda. In fact, the style of Italian writer responds to the baroque canon that poststructuralism has welcomed back into the heart of aesthetic debate. Let’s think about the contributions of Roland Barthes and Severo Sarduy and, subsequently, the work of Deleuze. In the last chapter, I do an analysis of Gadda as a translator of Spanish works of the seventeenth century, works that are rewritten by him due to the revision of the past through its neo-baroque language.
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Giuliani, Anna <1981&gt. "La meraviglia e il contagio. Salman Rushdie scrittore barocco". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2201/1/Giuliani_Anna_tesi.pdf.

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Giuliani, Anna <1981&gt. "La meraviglia e il contagio. Salman Rushdie scrittore barocco". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2201/.

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CUTRI', MAICOL. "Leggere il «libro aperto». Un’introduzione al «Cannocchiale aristotelico»". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/111138.

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Resumen
Il lavoro consiste in un’introduzione al "Cannocchiale aristotelico" di Emanuele Tesauro, che ne affronta le principali questioni testuali e interpretative proponendo dati aggiornati e nuovi approcci critici. Il primo capitolo tratta l’aspetto filologico. Sono ricostruiti la storia del testo e l’ambiente in cui esso prende forma; sono studiate le varianti delle edizioni riviste dall’autore; è proposta una nuova guida alla struttura definitiva dell’opera. Il secondo capitolo tratta i meccanismi compositivi del testo. Si studia, innanzi tutto, la fitta rete intertestuale, individuando le fonti e i metodi del loro utilizzo. Si propone poi un’interpretazione innovativa del tessuto narrativo dell’opera, fondato sul dialogo tra l’autore e Aristotele, e l’autore e il lettore: la conclusione è che quest’ultimo è invitato a partecipare dalla forma drammatica del testo, che ne favorisce lo sviluppo dell’apprendimento e, al tempo stesso, lo intrattiene. Il terzo capitolo è dedicato allo stile e all’uso della retorica. Dopo aver dibattuto la vicinanza al genere del panegirico in prosa, si mostrano le peculiarità del "Cannocchiale", che sfrutta tutte le possibilità della letteratura barocca per trasmettere più efficacemente, mostrandone concretamente i meccanismi, la teoria e la pratica delle argutezze.
This introduction to Emanuele Tesauro’s “Il Cannocchiale aristotelico” provides for the first time a unified research on different aspects of one of the most complex and eminent treaty of the Seventeenth Century European literature. First, philological questions are investigated, involving, through the treatment of new data, the history of the text, changes between the editions approved by the author and the general structure. Then, intertextual aspects, as quotations and imitations, are clarified, in order to make understandable the complex work of the author on the text. In add, a narrative pattern is discovered above the highly rhetorical composition of examples: it works as a dramatic dialogue on witty matters between the author and Aristotle, and then the author and the reader, who is fascinated and involved in this formative dramatization. The final chapter is dedicated to the style and the use of rhetoric. A connection with oratorical genres, such as panegyric, is pointed out, as are the philosophical peculiarities of the “Cannocchiale aristotelico”, a guide for human understanding which uses for its aim all the potentialities of the Baroque literature.
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ROSSINI, FRANCESCO. ""IO PER ME SONO UN'OMBRA". GIOVAN BATTISTA STROZZI IL GIOVANE (1551 - 1634) FRA POESIA E RIFLESSIONE LETTERARIA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/58409.

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Resumen
La tesi propone uno studio monografico sul fiorentino Giovan Battista Strozzi il Giovane detto il Cieco (1551-1634), letterato e animatore di circoli culturali dalla Firenze medicea alla Roma barberiniana, attraverso la Milano borromaica e i cenacoli capitolini degli Aldobrandini e degli Umoristi. Nel primo dei tre capitoli che scandiscono la ricerca si è appuntata l’attenzione sulla partecipazione del Giovane alle attività di due vivaci consessi della sua città natale: l’Accademia Fiorentina e l’Accademia degli Alterati. Nel secondo è stata condotta una disamina dell’opera in versi – per la maggior parte ancora inedita – che comprende decine di epistole metriche in endecasillabi sciolti, un incompiuto poema in onore di Amerigo Vespucci, nonché un ricco corpus di madrigali, la cui stesura, nell’esperienza del Cieco, procedette di conserva con la speculazione teorica intorno alla nuova fisionomia cinquecentesca di questo antico genere lirico. La terza sezione si concentra invece sul contributo dello Strozzi alle discussioni di poetica (la ‘Commedia’ dantesca, il poema eroico, le unità aristoteliche) che accesero gli ambienti letterari italiani nella seconda metà del secolo XVI. Affiancando l’esegesi dei testi alla ricostruzione biografica – condotta su un ampio numero di documenti epistolari editi e inediti –, si è cercato di restituire il giusto spessore storico a ciascuno degli scritti presi in esame, ricostruendo i differenti contesti culturali in cui furono composti e scandagliando la fitta trama di relazioni – umane e letterarie – che si profila sullo sfondo di essi. Completano il lavoro una bibliografia delle opere antiche e moderne, un indice dei manoscritti e un indice dei nomi di persona.
The thesis proposes a monographic study on the Florentine Giovan Battista Strozzi the Younger also known as the Blind (1551-1634). He was a writer with connections in cultural circles across Renaissance Italy, including Medici’s Florence, Barberini’s Rome, Borromean Milan and the Roman cenacles of the Aldobrandini and the Humorists. The thesis consists of three chapters. The first chapter focuses on the participation of Strozzi the Younger in the activities of two lively groups in his hometown: the Florentine Academy and the Alterati Academy. The second chapter discusses his poetical works – for the most part still unpublished –, including dozens of versified epistles in loose hendecasyllables, an unfinished poem in honor of Amerigo Vespucci, as well as a rich corpus of madrigals. The drafting of this last corpus proceeded together with Strozzi the Younger’s theoretical speculation around the new sixteenth-century appearance of this ancient lyrical genre. The third section considers the contribution of Strozzi the Younger to the discussions on poetics (Dante’s ‘Comedy’, the heroic poem, the Aristotelian units) that went on in Italian literary circles in the second half of the sixteenth century. In this work, we aimed to restore the appropriate historical depth to each of the writings examined, through the exegesis of texts combined with the biographical reconstruction conducted on a large number of published and unpublished epistolary documents. We also tried to reconstruct the different cultural contexts in which these writings were composed and attempted to analyze the dense network of relationships, both human and literary, that loomed in the background. The thesis is completed by a bibliography of ancient and modern works, an index of manuscripts and an index of names.
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ROSSINI, FRANCESCO. ""IO PER ME SONO UN'OMBRA". GIOVAN BATTISTA STROZZI IL GIOVANE (1551 - 1634) FRA POESIA E RIFLESSIONE LETTERARIA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/58409.

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La tesi propone uno studio monografico sul fiorentino Giovan Battista Strozzi il Giovane detto il Cieco (1551-1634), letterato e animatore di circoli culturali dalla Firenze medicea alla Roma barberiniana, attraverso la Milano borromaica e i cenacoli capitolini degli Aldobrandini e degli Umoristi. Nel primo dei tre capitoli che scandiscono la ricerca si è appuntata l’attenzione sulla partecipazione del Giovane alle attività di due vivaci consessi della sua città natale: l’Accademia Fiorentina e l’Accademia degli Alterati. Nel secondo è stata condotta una disamina dell’opera in versi – per la maggior parte ancora inedita – che comprende decine di epistole metriche in endecasillabi sciolti, un incompiuto poema in onore di Amerigo Vespucci, nonché un ricco corpus di madrigali, la cui stesura, nell’esperienza del Cieco, procedette di conserva con la speculazione teorica intorno alla nuova fisionomia cinquecentesca di questo antico genere lirico. La terza sezione si concentra invece sul contributo dello Strozzi alle discussioni di poetica (la ‘Commedia’ dantesca, il poema eroico, le unità aristoteliche) che accesero gli ambienti letterari italiani nella seconda metà del secolo XVI. Affiancando l’esegesi dei testi alla ricostruzione biografica – condotta su un ampio numero di documenti epistolari editi e inediti –, si è cercato di restituire il giusto spessore storico a ciascuno degli scritti presi in esame, ricostruendo i differenti contesti culturali in cui furono composti e scandagliando la fitta trama di relazioni – umane e letterarie – che si profila sullo sfondo di essi. Completano il lavoro una bibliografia delle opere antiche e moderne, un indice dei manoscritti e un indice dei nomi di persona.
The thesis proposes a monographic study on the Florentine Giovan Battista Strozzi the Younger also known as the Blind (1551-1634). He was a writer with connections in cultural circles across Renaissance Italy, including Medici’s Florence, Barberini’s Rome, Borromean Milan and the Roman cenacles of the Aldobrandini and the Humorists. The thesis consists of three chapters. The first chapter focuses on the participation of Strozzi the Younger in the activities of two lively groups in his hometown: the Florentine Academy and the Alterati Academy. The second chapter discusses his poetical works – for the most part still unpublished –, including dozens of versified epistles in loose hendecasyllables, an unfinished poem in honor of Amerigo Vespucci, as well as a rich corpus of madrigals. The drafting of this last corpus proceeded together with Strozzi the Younger’s theoretical speculation around the new sixteenth-century appearance of this ancient lyrical genre. The third section considers the contribution of Strozzi the Younger to the discussions on poetics (Dante’s ‘Comedy’, the heroic poem, the Aristotelian units) that went on in Italian literary circles in the second half of the sixteenth century. In this work, we aimed to restore the appropriate historical depth to each of the writings examined, through the exegesis of texts combined with the biographical reconstruction conducted on a large number of published and unpublished epistolary documents. We also tried to reconstruct the different cultural contexts in which these writings were composed and attempted to analyze the dense network of relationships, both human and literary, that loomed in the background. The thesis is completed by a bibliography of ancient and modern works, an index of manuscripts and an index of names.
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Libros sobre el tema "Letteratura barocca"

1

Il colore eloquente: Letteratura e arte barocca. Bologna: Il Mulino, 1995.

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2

La ragione barocca: Politica e letteratura nell'Italia del Seicento. [Milano]: B. Mondadori, 2006.

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3

Rescia, Laura. Il mito di Narciso nella letteratura francese dell'epoca barocca: 1580-1630. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1998.

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4

Storia dell'età barocca in Italia: Pensiero, poesia e letteratura, vita morale. Milano: Adelphi edizioni, 1993.

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5

La scena del mondo: Teatro e letteratura di Sicilia in età barocca. Palermo: Dharba, 1991.

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6

Rak, Michele. Napoli gentile: La letteratura in "lingua napoletana" nella cultura barocca (1596-1632). Bologna: Mulino, 1994.

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7

La letteratura instabile: Il teatro e la novella fra Cinquecento ed età barocca. Treviso: Santi Quaranta, 2006.

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8

Diversi fuochi della letteratura barocca, ricerche in corso (Conference) (2015 Genoa, Italy). I diversi fuochi della letteratura barocca: Ricerche in corso : atti del convegno di studi, Genova, 29-30 ottobre 2015. Genova: De Ferrari, 2017.

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9

Carcare, Italy) Maraviglia del mondo (Conference) (2013. Atti del convegno Maraviglia del mondo: Letteratura barocca tra Liguria e Piemonte : Liceo "San G. Calasanzio" (Carcare, 25 maggio 2013). Genova: Claudio Zaccagnino editore, 2013.

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10

Simona, Morando, ed. Instabilità e metamorfosi dei generi nella letteratura barocca: Atti del convegno di studi, Genova, Auditorium di Palazzo Rosso, 5-6-7 ottobre 2006. Venezia: Marsilio, 2007.

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Capítulos de libros sobre el tema "Letteratura barocca"

1

Noe, Alfred. "Galeazzo Gualdo Priorato filosofo morale Gli avvertimenti di un cortigiano avveduto del Barocco". En La res publica di Galeazzo Gualdo Priorato (1606-1678) Storiografia, notizie, letteratura. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-627-5/008.

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Resumen
In his last work, L’Huomo chiamato alla memoria di se stesso, e della morte, published 1671 in Vienna and dedicated to count Albrecht VII Zinzendorf, Galeazzo Gualdo Priorato describes the human condition from a baroque point of view. This rather conventional memento mori in 10 chapters reflects perfectly the erudition and argumentation of its century. The sources consulted by Gualdo Priorato and the metaphors used in the presentation of the topics are exemplary of the cultural heritage shared by a literary amateur and his contemporary public. The advices given by Gualdo Priorato conform to the ethics of the catholic Counter Reformation.
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