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Ogliari, Elena. "“The Island without Peace” Reporting the Irish War of Independence in Corriere della Sera and La Domenica del Corriere". Studi irlandesi. A Journal of Irish Studies 12 (30 de junio de 2022): 129–47. http://dx.doi.org/10.36253/sijis-2239-3978-13744.

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The article investigates the coverage of the War of Independence in the visual and textual materials of Corriere della Sera and La Domenica del Corriere to show why these publications kept a mildly pro-British stance on the conflict while voicing their concerns. These leading publications gave extensive coverage to the Irish struggle for national self-determination, in which members of the Sinn Féin party were depicted as a dangerous minority and Ireland was called “troubled” or “the island without peace”. My contention is that such representations were infl uenced by the editorial staff ’s fears about the contemporary Italian socio-political situation, nationally and internationally. Therefore, the articles and illustrations on the confl ict should be read not only within the framework of the periodicals’ usual concern for international politics, but also by considering the anxieties haunting the Italian intellectual elite at the time.
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Barsotti, Susanna. "About Antonio Rubino’s Viperetta: coming-of-age novel and “imagining machine”". Studi sulla Formazione/Open Journal of Education 25, n.º 2 (31 de diciembre de 2022): 99–111. http://dx.doi.org/10.36253/ssf-13962.

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Resumen
Antonio Rubino’s novel Viperetta (1919) is the mature work of an author already known in the context of children’s literature mainly for his activity as an illustrator for some covers of “Il giornalino della Domenica” and drawings for Andersen’s fairy tales and as a contributor to the “Corriere dei Piccoli”. In this context, Viperettaimmediately presents itself as an editorial object of particular cultural-historical interest, both because of the specific relationship that Rubino establishes between the textual part and the body of the images, and because it is presented as a coming-ofage novel, with a female protagonist, which, fitting into the tradition of the marvelous journey to the moon, takes on the contours of a rite of passage, turning the protagonist into a fairy-tale child. The article purports to emphasize these aspects, trying to show how Viperetta bases on these two elements the distinctive features of its originality and narrative power, still alive after more than a hundred years.
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Francalanci, Lucia. "Derivati dei nomi dei mesi (Gennaio)". XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), n.º 1 (31 de enero de 2021): 41–46. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5466.

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Resumen
Vista la frequenza con cui giungono al servizio di Consulenza linguistica quesiti riguardanti i derivati dei nomi dei mesi, la Redazione ha deciso di proporre ogni ultima domenica del mese una rubrica con la trattazione, il più possibile completa, dei derivati del nome del mese che si sta concludendo.
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Colao, Floriana. "La sovranità della Chiesa cattolica e lo Stato sovrano. Un campo di tensione dalla crisi dello Stato liberale ai Patti Lateranensi, con un epilogo nell'articolo 7 primo comma della Costituzione". Italian Review of Legal History, n.º 8 (21 de diciembre de 2022): 257–312. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19255.

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Resumen
Il saggio ricostruisce la genesi della ‘Premessa’ al Trattato del Laterano del 1929, in cui le Due Alte Parti – governo italiano e Santa Sede, con le firme di Mussolini e del cardinale Gasparri – garantirono alla Chiesa «una sovranità indiscutibile pur nel campo internazionale». Da qui la «necessità di costituire, con particolari modalità, la Città del Vaticano […] con giurisdizione sovrana della Santa Sede», e l’art. 2, «l’Italia riconosce la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione ed alle esigenze della sua missione». Il saggio considera che i giuristi – Vittorio Emanuele Orlando, che, da presidente del Consiglio nel maggio giugno 1919 tentò una trattativa con la Santa Sede per la risoluzione della Questione romana, e Amedeo Giannini, che tra i primi suggerì a Mussolini un «nuovo codice della legislazione ecclesiastica» – legarono la Conciliazione alla crisi dello Stato liberale ed al «regime diverso», insediatosi in Italia il 28 Ottobre 1922. Il saggio considera che già nel 1925 il guardasigilli Alfredo Rocco coglieva nelle ‘due sovranità’ una pietra d’inciampo nella costruzione dello Stato totalitario, anche se dichiarava di dover abbandonare l’«agnostico disinteresse del vecchio dottrinarismo liberale». Il saggio considera che Rocco rimase ai margini delle trattative con la Santa Sede, dal momento che metteva in guardia dal riconoscimento del «Pontefice sovrano, soggetto di diritto internazionale», e da «un altro Stato nello Stato», principio su cui convergevano giuristi quali Ruffini, Scaduto, Schiappoli, Orlando. Le trattative segrete furono affidate a Domenico Barone – consigliere di Stato, fiduciario del Duce – e Francesco Pacelli, avvocato concistoriale e fiduciario del cardinal Gasparri; la sovranità della Chiesa ed un suo ‘Stato’ appariva come la posta in gioco. Il saggio considera che la nascita dello Stato della Città del Vaticano complicava l’‘immagine’ del Regno d’Italia persona giuridica unitaria, ‘costruita’ dalla giuspubblicistica nazionale, difesa anche da Giovanni Gentile sul «Corriere della Sera». Mostra che il fascismo intese riconoscere il cattolicesimo «religione dominante dello Stato» per rafforzare la legge 13 Maggio 1871 n. 214, «sulle guarentigie pontificie e le relazioni fra Stato e Chiesa», che aveva previsto un favor religionis per la Chiesa cattolica. La Conciliazione risalta come l’approdo di un lungo processo storico, che offriva forma giuridica al ruolo che il cattolicesimo aveva e avrebbe rivestito per l’identità italiana; non a caso nel Marzo 1929 Agostino Gemelli celebrava una «nuova Italia riconciliata con la Chiesa e con sè stessa, con la propria storia e la propria bimillenaria civiltà». Il saggio mostra che la sovranità della Chiesa e lo Stato della Città del Vaticano furono molto discusse nel dibattito parlamentare sulla ratifica dei Patti firmati l’11 Febbraio 1929, con i toni duri di Mussolini, che definì la Chiesa «non sovrana e nemmeno libera». Rocco affermò che il «regime fascista» riconosceva «de iure» una sovranità «immutabile de facto»; rispondeva agli «improvvisati e non sinceri zelatori dello Stato sovrano, ma anticlericale», che «lo Stato è fascista, non abbandona parte alcuna della sua sovranità». Jemolo e Del Giudice – estimatori delle « nuove basi del diritto ecclesiastico – colsero il senso di questa «pace armata» tra governo e Santa Sede. Il saggio esamina l’ampio dibattito sulla «natura giuridica» della sovranità della Chiesa e sulla «statualità» dello Stato della Città del Vaticano, tra diritto pubblico, ecclesiastico, internazionale, teoria generale dello Stato. Coglie uno snodo nel pensiero di Santi Romano, indicato da Giuseppe Dossetti alla Costituente come assertore del «principio della pluralità degli ordinamenti giuridici». Il saggio esamina poi il confronto sullo Stato italiano come Stato confessionale, teoria sostenuta da Santi Romano, negata da Francesco Scaduto. Taluni – Calisse, Solmi, Checchini, Schiappoli – guardavano ai Patti Lateranensi come terreno del rafforzamento della sovranità dello Stato; Meacci scriveva di «Stato superconfessionale, cioè al di sopra di tutte le confessioni»; Piola e Del Giudice tematizzavano uno «Stato confessionista». Jemolo – che nel 1927 definiva la «sovranità della Chiesa questione forse insolubile» – affermava che, dopo gli Accordi, «il nostro Stato non sarà classificabile tra i Paesi separatisti, ma tra quelli confessionali». Il saggio esamina poi il dibattito sulla sovranità internazionale della Chiesa – discussa, tra gli altri, da Anzillotti, Diena, Morelli – a proposito della distinzione o unità tra la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano – prosecuzione dello Stato pontificio o «Stato nuovo» – e della titolarità della sovranità. Il saggio si sofferma poi sul dilemma di Ruffini, «ma cos’è precisamente questo Stato», analizzando uno degli ultimi scritti del maestro torinese, il pensiero di Orlando, Jemolo, Giannini, una monografia di Donato Donati e una di Mario Bracci, due dense «Lectures» di Mario Falco sul Vatican city, tenute ad Oxford, Ordinamento giuridico dello Stato della Città del Vaticano di Federico Cammeo, in cui assumeva particolare rilievo la «sovranità, esercitata dal Sommo Pontefice», per l’«importanza speciale» nei «rapporti con l’Italia». Quanto agli ecclesiasticisti, il saggio esamina le prospettive poi sviluppate nell’Assemblea Costituente, uno scritto del giovane Giuseppe Dossetti – docente alla Cattolica – sulla Chiesa come ordinamento giuridico primario, connotato da sovranità ed autonomia assoluta non solo in spiritualibus; le pagine di Jannaccone e D’Avack sulla «convergenza tra potestas ecclesiastica e sovranità dello Stato come coesistenza necessaria della Chiesa e dello Stato e delle relative potestà»; un ‘opuscolo’ di Jemolo «per la pace religiosa in Italia», che nel 1944 poneva la libertà come architrave di nuove relazioni tra Stato e Chiesa. Il saggio conclude il percorso della «parola sovranità» – così Aldo Moro all’Assemblea Costituente – nell’esame del sofferto approdo all’articolo 7 primo comma della Costituzione, con la questione definita da Orlando «zona infiammabile». Sull’‘antico’ statualismo liberale e sul ‘monismo giuridico’ si imponeva il romaniano pluralismo; Dossetti ricordava la «dottrina dell’ultimo trentennio contro la tesi esclusivista della statualità del diritto». Rispondeva alle obiezioni dei Cevolotto, Calamandrei, Croce, Orlando, Nenni, Basso in nome di un «dato storico», «la Chiesa cattolica […] ordinamento originario […] senza alcuna compressione della sovranità dello Stato». Quanto al discusso voto comunista a favore dell’art. 7 in nome della «pace religiosa», Togliatti ricordava anche le Dispense del 1912 di Ruffini – imparate negli anni universitari a Torino – a suo dire ispiratrici della «formulazione Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Tra continuità giuridiche e discontinuità politiche, il campo di tensione tra ‘le due sovranità’ si è rivelato uno degli elementi costitutivi dell’identità italiana, nel segnare la storia nazionale dei rapporti tra Stato e Chiesa dall’Italia liberale a quella fascista a quella repubblicana, in un prisma di temi-problemi, che ancora oggi ci interroga.
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Di Marco, Emanuele Michele. "La nuova traduzione in lingua Italiana del Messale Romano. L'Opportunità di celebrare al passo col tempo". Roczniki Teologiczne 68, n.º 5 (14 de julio de 2021): 55–73. http://dx.doi.org/10.18290/rt.21685-3.

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L'articolo parla della nuova traduzione del Messale Romano in lingua italiana. Alla prima domenica di Avvento del 2020 in tutte le comunità di lingua italiana sono entrate in vigore diverse novità: oltre ad una attualizzazione delle orazioni e dell'ordinario della Messa, si può notare una maggiore sensibilità al rapporto tempo / eternità.
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Minoliti, Nino. "Il «Corriere della sera» e il mal d'Africa. Il primo colonialismo italiano nelle pagine del quotidiano milanese: 1878-1896". STORIA IN LOMBARDIA, n.º 3 (marzo de 2011): 55–86. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-003003.

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Anche l'Italia, sul finire dell'Ottocento, venne attratta dalle sirene colonialiste. Il «Corriere della Sera» scelse subito la linea della prudenza: cosě, quando i nostri bersaglieri sbarcarono a Massaua nel febbraio del 1885, il quotidiano milanese si mostrň molto guardingo verso le scelte di politica coloniale del governo, né l'atteggiamento cambiň di fronte ad alcuni importanti successi militari. La disfatta di Adua del marzo 1896, confermň nel modo piů amaro e tragico gli ammonimenti dei suoi principali editorialisti Vico Mantegazza e Adolfo Rossi, capaci di raccontare con luciditŕ vicende che hanno segnato la storia del nostro paese.
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Botero G.,, J. Silvio. "El matrimonio nace... el Dos posiciones de cara matrimonio muere... al fracaso conyugal". Estudio Agustiniano 47, n.º 1 (5 de septiembre de 2021): 101–22. http://dx.doi.org/10.53111/estagus.v47i1.202.

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La reflexión sobre “El matrimonio nace... el matrimonio muere...” surgió del hecho de una confrontación entre la visión de Benedicto XVI y la postura de un diario italiano (II Corriere della Sera) respecto del matrimonio. La Iglesia Católica mira al matrimonio en el momento de su nacimiento, el Estado civil lo mira en su momento final. La Iglesia católica ha estado tradicionalmente de parte de la indisolubilidad del matrimonio, mientras que el derecho civil, en general, mira a la posibilidad del divorcio. Al intentar hoy resolver el conflicto, se presentan algunas alternativas nuevas que miran a la posibilidad de conciliar el derecho con la pastoral, especialmente en lo que respecta a la indisolubilidad del matrimonio.
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Carton, Jessy. "Goffredo Parise, ‘figlio del peccato’ senza Chiesa". Mnemosyne, n.º 8 (15 de octubre de 2018): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i8.13903.

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Il contributo mira a chiarire le trasposizioni metaforiche dell’identità di figlio illegittimo nelle opere dello scrittore-giornalista Goffredo Parise (1929-1986). Questa condizione, considerata imbarazzante nel Veneto cattolico degli anni ’30, viene anche trasformata in una metafora con cui l’autore evidenzia la sua diversità nel campo letterario e intellettuale del secondo dopoguerra. Parise insinua per esempio che la sua identità di “figlio del peccato” gli impedisce di appartenere a una “Chiesa”, termine con cui si riferisce tanto alla religione cattolica quanto all’ideologia comunista, o asserisce di essere senza genealogia nella grande “famiglia” letteraria italiana. L’autoritratto parisiano come figlio di n.n. viene preso in esame nel bestseller Il prete bello, nel racconto incompiuto Arsenico e nel materiale raccolto negli Archivi Parise a Ponte di Piave e a Roma, che include articoli pubblicati sul “Corriere della Sera” e il romanzo inedito La Politica.
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Romoli, Francesca. "Lo Slovo o snjatii tela Christova s kresta di Kirill Turovskij: fonti bibliche, innografiche, patristiche e bizantine". Mediaevistik 31, n.º 1 (1 de enero de 2018): 153–84. http://dx.doi.org/10.3726/med.2018.1.09.

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Posti il legame con la liturgia e l’ispirazione patristica quali principi fondanti dell’omiletica di Kirill Turovskij (1130–1182, vescovo dal 1169) e suoi tratti di distinzione in seno alla predicazione slava orientale dei primi secoli (Romoli 2016c, 2017a-b, 2018, Romoli in stampa), il presente studio si propone di individuare le fonti bibliche, innografiche, patristiche e (medio-)bizantine dello Святого Кюрила мниха слово о сънятии тла Христова с креста, и о мюроносицах, от сказания евангельскааго, и похвала Иосифу, в недлю 3-юю по Пасц (Omelia del santo monaco Kirill sulla deposizione del corpo di Cristo dalla croce, e sulle mirrofore, dal racconto evangelico, ed encomio di Giuseppe, nella terza domenica di Pasqua), più comunemente noto come Slovo o snjatii tela Christova s kresta (Omelia sulla deposizione del corpo di Cristo dalla croce)1.
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Kluwak, Marek. "Znaczenie i ranga obchodzenia rocznicy poświęcenia kościoła w dniu dedykacji". Ruch Biblijny i Liturgiczny 59, n.º 4 (31 de diciembre de 2006): 307. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.416.

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La solennità della Dedicazione della chiesa, secondo le norme liturgiche, dovrebbe essere celebrata nel giorno in cui si è svolta la celebrazione del rito stesso e non nell’ultima domenica di ottobre. La soprannominata regola riguarda le chiese di cui si conosce il giorno preciso della dedicazione.Per capire meglio il senso di questa solennità dobbiamo utilizzare i termini precisi e adeguati. Soprattutto bisogna evitare il termine errato “consacrazione”, usando la parola “dedicazione”.La celebrazione stessa dovrebbe svolgersi in modo solenne, con il complesso liturgico completo, con la processione eucaristica fuori la chiesa e con la manifestazione dei punti dell’unzione delle mura sulla chiesa.
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Sensales, Gilda. "The communication systems of representations: psychosocial research into the representations of computers and information technology in Italian daily newspapers". Public Understanding of Science 3, n.º 4 (octubre de 1994): 347–63. http://dx.doi.org/10.1088/0963-6625/3/4/001.

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This paper presents the results of research on representations of computers and information technology in the three daily Italian newspapers ( La Gazzetta del Mezzogiorno, La Repubblica, and II Corriere della Sera), between 1976 and 1984. The titles of 2816 articles were analysed by categorial content analysis. The aim of the research is the exploration of structural latent dimensions and of differential aspects of representations of computers in terms of `central nuclei' with respect to the three newspapers and to the nine years. The data were analysed by several steps of multiple correspondence analysis (statistical package: SPAD-N). Five dimensions were identified. They together accounted for 74% of the total variance ( optimistic formula of Benzecri) and were defined as: 'secondariness/emphasis in the typography of newspaper space dedicated to computers': `ambivalent/positive attitudes toward the computer': `descriptive/evaluative elements of opinions about the computers': `educative-performative/productive applications of the computer': `supplements/articles as editorial characterizations of news about computers'. With the DEMOD step of SPAD-N, eleven `central nuclei' were also recognized. They show the utilization of a `diffusion system' for La Gazzetta del Mezzogiorno and La Repubblica, of a `propagation system' for II Corriere della Sera; and a movement from `diffusion' to `propagation' over the period considered. The outcome of the results is discussed in relation to the naturalization of technical language, and with respect to results of other researches on attitudes towards, opinions about, and representations of the computer in Italy.
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Alongi, Salvatore. "L’Archivio privato Galanti di Santa Croce del Sannio, Introduzione di Sebastiano Martelli e Domenica Falardo". Diciottesimo Secolo 7 (18 de noviembre de 2022): 185–87. http://dx.doi.org/10.36253/ds-13315.

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Moro, Renato. "Il tramonto di una nazione: discutendo un'interpretazione della crisi italiana". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (septiembre de 2020): 85–108. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001003.

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Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del Corriere della sera ma anche stu-dioso di storia, ha raccolto in un recente volume gli articoli da lui pubblicati sul maggiore quotidiano italiano negli ultimi anni. Nell'introduzione ha anche proposto una lettura della crisi italiana di oggi, definendola come «il tramonto di una nazione». Il suo libro fornisce così sia l'opportunità di ripercorrere quanto avvenuto nella società, nella politica, nella cultura del paese negli ultimi decenni, sia di riflet-tere su tutto ciò dal punto di vista storico. Il saggio analizza e discute la ricostru-zione e l'interpretazione di Galli Della Loggia, mette a confronto quest'ultima con altre ipotesi di lettura fornite dalla storiografia e conclude suggerendo l'opportunità di una profonda riconsiderazione dei limiti di lungo periodo della democrazia ita-liana.
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Diamanti, Ilvo y Fabio Bordignon. "La mobilitazione inattesa. Le primarie del centrosinistra: geografia, politica e sociologia". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, n.º 1 (30 de junio de 2006): 63–89. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12710.

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Le primarie, organizzate dall’Unione di centrosinistra, domenica 16 ottobre 2005, costituiscono un caso singolare. Hanno, infatti, offerto molti motivi di sorpresa agli osservatori e agli analisti, ma anche ai leader della coalizione. Ha sorpreso, sicuramente, l’afflusso alla consultazione. Più di quattro milioni di elettori. Ha sorpreso, altresì, l’alto livello dei consensi attribuiti a Prodi, il candidato dei partiti dell’Ulivo. Nessuno si attendeva un partecipazione così ampia, né un consenso tanto elevato all’ex presidente della Commissione europea. D’altra parte, trattandosi di primarie “di coalizione”, esse costituivano un’esperienza “singolare”. Inedita, in ambito europeo. E, per questo, “sorprendente”. Sicuramente diversa dal “modello americano”, dove la competizione è davvero aperta: non c’è un vincitore sicuro; si rivolge agli elettori di un “partito” (per quanto ampio, trasversale e focalizzato sulla missione “elettorale” e, parallelamente, sulla selezione dei candidati alle cariche di governo), non di una coalizione; e si svolge attraverso una sequenza di consultazioni, nei diversi stati. Da ciò la sorpresa per una partecipazione tanto elevata che suscita interesse. In particolare, il confronto si concentra su due questioni: 1) le ragioni di una partecipazione tanto ampia; 2) la riproducibilità dell’esperienza.
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Buoncompagni, Giacomo y Annalisa Plava. ""Modernità perduta". Donne e giornalismo nella nuova società afghana". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (febrero de 2023): 64–81. http://dx.doi.org/10.3280/pri2021-001005.

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I diritti che alcune donne (e) giornaliste afghane avevano faticosamente conqui-stato negli ultimi due decenni sono stati cancellati dopo la restaurazione del go-verno talebano nell'agosto 2021. Attualmente in Afghanistan la discriminazione delle donne è un modus operandi concreto, che permea profondamente ogni ambito sociale, e sebbene il radicali-smo islamico non rifiuti né l'editoria tradizionale né quella digitale, non sembra essere d'accordo nel dare alle donne la possibilità di raccontare e diffondere au-tonomamente fatti e notizie oltreconfine. Prendendo a riferimento la realtà politico-economica e culturale dell'Afghanistan, attraverso un'analisi del contenuto di articoli di stampa estra-polati all'interno degli archivi digitali di quattro importanti testate giornalistiche, The New York Times, The Guardian, Le Monde e Il Corriere della Sera, è stato possibile osservare come i media globali abbiano tentato, con limitato successo, di costruire uno spazio informativo "polifonico" alternando l'agenda politica internazionale a quella sociale-umanitaria.
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Zampa, Marta y Daniel Perrin. "Arguing with oneself". Argumentation in Journalism 5, n.º 1 (24 de marzo de 2016): 9–28. http://dx.doi.org/10.1075/jaic.5.1.01zam.

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Argumentation is generally conceived of as a dialogic activity between two or more participants. Nonetheless, it operates also at an intrapersonal level (Rocci 2005), in a soliloquy where protagonist and antagonist of the critical discussion are embodied in the same person. We argue this case by analyzing journalists’ argumentation about linguistic choices in newswriting processes. Empirically, we draw on data generated with progression analysis (Perrin 2003), in particular with cue-based retrospective verbal protocols. The data was produced by the journalists under investigation when they, while watching video recordings of their text production processes, reconstructed and verbalized their decisions (Perrin 2011: 60). In the detail analysis, we focus on one editorial by an experienced journalist of Corriere del Ticino, the main Italian-language newspaper in Switzerland.
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Hussein, Sameh. "Problematiche Traduttive Delle Funzioni Di "Più" Nel Corriere Della Sera Del 2014 – 2015. Analisi Morfo-Sintattica E Semantica". Bulletin of The Faculty of Languages & Translation 22, n.º 2 (1 de enero de 2022): 205–31. http://dx.doi.org/10.21608/bflt.2022.247430.

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Giardina, Francesca y Esther Marquez-Lepe. "La representación de la mujer migrante musulmana en la prensa italiana". Migraciones. Publicación del Instituto Universitario de Estudios sobre Migraciones, n.º 52 (30 de junio de 2021): 1–30. http://dx.doi.org/10.14422/mig.i52.y2021.001.

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Este trabajo analiza, desde una perspectiva de género, las representaciones que transmite la prensa italiana sobre las mujeres migrantes musulmanas. Una imagen que condiciona la manera en que la sociedad percibe a este grupo de población. Para ello se propone un análisis cualitativo de las noticias de tres periódicos italianos de tirada nacional: La Repubblica, Il Resto del Carlino, Corriere della Sera. Indagamos en el tipo de representaciones discursivas (temáticas e imágenes) que se hace sobre estas mujeres desde 2001 a 2018, así como en los contextos de producción (autoría, encuadre y temporalidad) de las noticias en las que aparecen. El análisis de la información nos muestra como la imagen de las mujeres migrantes musulmanas sigue construyéndose desde una mirada cosificada, patriarcal y etnocéntrica, asociada a estereotipos justificados en las ideas de sospecha, sumisión y opresión.
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Álvarez Monzoncillo, José María, Antonio Díaz Lucena y Victoria Mora de la Torre. "YouTube y el nuevo rumbo de la prensa española". Revista Latina de Comunicación Social, n.º 80 (12 de abril de 2022): 47–67. http://dx.doi.org/10.4185/rlcs-2022-1549.

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La presencia del vídeo en la prensa española ha ido adquiriendo en estos últimos años una importancia creciente. La audiencia más joven empatiza mejor con el vídeo que, además, aporta nuevos ingresos, fundamentales para sostener un negocio en claro declive. Las inversiones en creación de contenido para ser distribuido en las redes sociales han crecido de forma considerable en todas las rotativas. Por otro lado, la plataforma de distribución dominante, tanto por su potencial como por su flexibilidad, sigue siendo YouTube, puesto que permite abrir canales específicos. Mediante la cuantificación de los vídeos distribuidos en YouTube por los diarios El País, El Mundo, La Vanguardia, El Español, elDiario.es y El HuffPost, y del volumen de sus visualizaciones, así como a través de entrevistas a algunos de los responsables de negocio de los mismos, y un análisis comparado con otros doce diarios internacionales de gran relevancia (Le Monde, Le Parisien, Figaro Live, Bild, Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), Corriere della Sera, La Repubblica, The Guardian, The Guardian News, The Times y Sunday Times, The Washington Post y The New York Times), se deducen las estrategias de las cabeceras, las tendencias del mercado de la información y la importancia que está adquiriendo el vídeo para la supervivencia de las empresas periodísticas. Concluimos que el desarrollo de las redes sociales se ha vuelto un impulsor de la innovación en los modelos de negocio del sector.
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Zampa, Marta y Marina Bletsas. "On the production of a multimodal news item: An argumentative approach". Semiotica 2018, n.º 220 (26 de enero de 2018): 155–72. http://dx.doi.org/10.1515/sem-2017-0149.

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AbstractThe present paper deals with the production of a multimodal news item from an ethnographic perspective, aiming at fully understanding the role played by news values, i.e. shared criteria for news selection, in newsroom argumentation. The news item we consider is the picture news from Corriere del Ticino, the main Italian-language newspaper in Switzerland. As the Italian name fototesto says, this news item combines a verbal and a photographical component, presenting the journalists with particular challenges in its selection. To shed light on this production process, we take as a case study a picture news on eco-friendly heat distribution and the editorial conference leading to its choice, which took place on January 24, 2013. We analyze the interaction from the viewpoint of argumentation theory, combining Pragma-Dialectics (van Eemeren and Grootendorst) and the Argumentum Model of Topics (Rigotti and Greco Morasso 2009, 2010, under review), and unravel the reasons behind choices in content and form taken collaboratively by the journalists.
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Fornari Čuković, Maria. "“LA NAZIONE GIOVINETTA RESISTEVA AL COLOSSO”: FRACCAROLI E L’IMMAGINE DELLA SERBIA NEL LIBRO LA SERBIA NELLA SUA TERZA GUERRA: LETTERE DAL CAMPO SERBO (1915)". Филолог – часопис за језик књижевност и културу 13, n.º 25 (30 de junio de 2022): 389–405. http://dx.doi.org/10.21618/fil2225389f.

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Questo contributo ha come intento quello di presentare il rapporto tra uno dei giornalisti italiani più importanti di inizio Novecento, Arnaldo Fraccaroli, e la Serbia nei primi mesi della Grande Guerra. Fraccaroli viene annoverato dagli studiosi tra quei giornalisti quali Barzini, Civinini, Ojetti e altri che, con il loro lavoro e il loro stile di scrittura, hanno rappresentato un punto di svolta nella storia della carta stampata italiana. Piuttosto noto al grande pubblico durante la lunga carriera, il giornalista veronese, in parte fnito nel dimenticatoio dopo la sua morte, è stato riportato di recente all’attenzione dei lettori da un’accurata biografa scritta nel 2019 da Gian Pietro Olivetto. “La dolce vita di Fraka, cronista del Corriere della Sera” è il titolo dell’opera, da cui questo lavoro attinge parte delle informazioni sull’autore. La riscoperta di Fraccaroli, però, non si limita soltanto al libro di Olivetto, poiché nel 2017 la casa editrice Prometej di Novi Sad ha pubblicato la traduzione del libro “La Serbia nella sua terza guerra: lettere dal campo serbo”, scritto dal cronista italiano nel 1915. Questo testo, una raccolta di osservazioni e impressioni di viaggio annotate dal giornalista durante un viaggio da Salonicco a Belgrado nell’inverno del 1915, offre la possibilità, fnora poco approfondita, di considerare il lavoro di Fraccaroli nella prospettiva di un tramite tra i lettori italiani e la difcile realtà serba in quei primi mesi di guerra.
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RUTHERFORD, SUSAN. "‘La cantante delle passioni’: Giuditta Pasta and the idea of operatic performance". Cambridge Opera Journal 19, n.º 2 (julio de 2007): 107–38. http://dx.doi.org/10.1017/s0954586707002303.

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ABSTRACTThis essay explores the artistry of the nineteenth-century Italian singer Giuditta Pasta within the broad context of an ‘artwork’ (Goehr) and ideas of ‘presence’ (Gumbrecht). Pasta was the acknowledged diva del mondo during the 1820s, famed not only for an extraordinary if flawed voice, but also for the physicality of her performance modes. Her innovative practices contributed to the development and reconceptualisation of opera’s dramatic potential on the early Romantic stage. Making her reputation in roles such as Medea (Mayr) and Semiramide (Rossini), Pasta later inspired the composition of three of the most striking operatic heroines of the period: Amina in La sonnambula (Bellini) and the title-roles of Norma (again Bellini) and Anna Bolena (Donizetti). Focusing on her performance as Norma, I consider a polemical debate in 1835 in the Italian periodicals Il Figaro and Il corriere delle dame that illuminates aspects of Pasta’s gestural style in relation to those of her younger colleague and rival, Maria Malibran, and ultimately raises questions about the ‘authenticity’ of performance in the emerging economy of the operatic marketplace.
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Cagnolati, Antonella. "LOS JÓVENES UNIVERSITARIOS Y LA OPINIÓN PÚBLICA EN ITALIA DURANTE EL ’68". História da Educação 22, n.º 54 (abril de 2018): 29–46. http://dx.doi.org/10.1590/2236-3459/76897.

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Resumen Uno de los ejemplos más representativos de los nuevos movimientos sociales que surgieron durante los largos años 60 fueron las movilizaciones estudiantiles, principalmente universitarios, que se desarrollaron en Europa y America, con el proposito de dinamizar, democratizar y hacer más justa, libre y solidaria la sociedad occidental. Especialmente intensa fue la oleada de 1968, que logró dimensiones internacionales y un gran impacto mediático y social, hasta el punto de convertirse en un icono, entre el mito y la realidad, en los imaginarios simbólicos y en la memoria colectivas. En este artículo se profundizan las representaciones de la Universidad y la juventud en los imaginaros colectivos italianos configurados por la prensa diaria, prestando especial atención a la organización, los reclamos, las motivaciones y las aspiraciones de las movilizaciones de los estudiantes universitarios, que fueron los protagonistas de la revolución del ’68 y los artífices, en última instancia, de los cambios operados en las universidades. Las fuentes manejadas en este estudio están constituidas por los editoriales, artículos de opinión y entrevistas sobre el tema objeto de estudio publicados en el principal diario italiano de difusión nacional vigentes durante el ’68: il Corriere della Sera.
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Simone, Sara. "Paola Lombroso e Zia Mariù: l’ispirazione socialista negli scritti sull’infanzia e per l’infanzia". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (2 de marzo de 2020): 331–53. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820908693.

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Paola Lombroso, psicologa, pedagogista, antropologa e scrittrice, dedicò la sua creatività letteraria, la sua riflessione scientifica e il suo impegno politico ai più indifesi, per età e per condizioni materiali. Cresciuta alla scuola scientifica del padre criminologo e antropologo Cesare Lombroso, affascinata dalle idee socialiste e solidaristiche che apprendeva anche dagli amici di famiglia, fra i quali Filippo Turati e Anna Kuliscioff, si impegnò per realizzare opere di sostegno ai bambini delle classi popolari, alla diffusione della lettura e della cultura nelle aree più disagiate e povere dell’Italia. Con i suoi saggi scientifici analizzò la psicologia dell’infanzia e la formazione della personalità nel processo di crescita, affrontando anche la questione dell’emancipazione femminile attraverso l’istruzione delle bambine. L’attività letteraria spaziò dalla novellistica alla raccolta di bozzetti descrittivi, alle fiabe per ragazzi; collaborò a numerose riviste letterarie, politiche, per l’infanzia. Da una sua idea nacque il Corriere dei Piccoli e, sulle pagine di questo, la rubrica di corrispondenza sotto lo pseudonimo di Zia Mariù. Fu promotrice anche della nascita e diffusione delle “Bibliotechine”, per sostenere l’acculturazione dei bambini delle classi popolari e rurali attraverso la lettura.
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Formato, Federica. "Linguistic markers of sexism in the Italian media: a case study of ministra and ministro". Corpora 11, n.º 3 (noviembre de 2016): 371–99. http://dx.doi.org/10.3366/cor.2016.0100.

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This paper examines the way that the Italian media use language to refer to female ministers in the last three governments. While Italian is a gender-specific language (e.g., a root of the job titles can be followed by either feminine or masculine morphemes, singular and plural), it is common to use masculine forms to refer to and address women. Ministro is one of those cases where masculine forms replace feminine ones – a practice which could be construed as sexist, is only rarely challenged in institutions, and to which attention has only recently been paid in academia ( Fusco, 2012 ; and Robustelli, 2012a , 2012b ). The investigation presented here focusses on how grammar is translated in a way that reproduces women's invisibility in a sexist society. A corpus-based quantitative analysis of feminine and masculine forms of ministr– used in three widely read printed Italian newspapers (Corriere della Sera, Il Resto del Carlino and La Stampa) is undertaken. Newspaper articles were collected in the period 2012–14 to cover the Monti technocratic government (three female ministers), and left-winged Letta (seven female ministers) and part of the Renzi (seven female ministers) political governments. This paper contributes to the literature on language reform and sexist language in traditionally male-inhabited physical and metaphysical (stereotypes, prototypes) spaces such as the institutional public sphere.
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Collin-Bouffier, Sophie. "Domenica Paola Orsi, La lotta politica a Siracusa alla metà del IV secolo A. C. Le trattative fra Dione e Dionisio II, Bari, Ediprint, 1994, 109 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 54, n.º 5 (octubre de 1999): 1187–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900047570.

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Zetea, Simona Ştefana. "Il tema del (temibile) giudizio nella liturgia di una chiesa cattolica orientale. Un tentativo di lettura dell’innografia propria alla domenica di carnevale nella prospettiva della ricezione del concilio Vaticano II nella Chiesa rumena unita". Studia Universitatis Babeș-Bolyai Theologia Catholica 65, n.º 1-2 (30 de diciembre de 2020): 185–227. http://dx.doi.org/10.24193/theol.cath.2020.08.

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"Le thème du (terrible) jugement dans la liturgie d’une église catholique orientale. Essai d’une lecture de l’imnographie propre au dimanche gras dans la prospective de la réception du concile Vatican II dans l’Église roumaine unie. L’approchement au thème du jugement lors du dimanche gras dans le rite byzantin suppose une vision négative si non épouvantable sur les réalités ultimes et sur Dieu-même. L’autrice propose une réflexion sur l’opportunité de son aggiornamento dans la dynamique de la réception du concile Vatican II dans le contexte de l’Église gréco-catholique de Roumanie, en tenant compte du progrès des études bibliques, du développement théologique, de l’évolution des visions pédagogiques, etc. Paroles clés : eschatologie, Église roumaine unie gréco-catholique, réception du concile Vatican II, liturgie, jugement final, peur, espérance."
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Nicewicz-Staszowska, Ewa. "Moravia l’africano delle Storie della preistoria". Bergen Language and Linguistics Studies 10, n.º 1 (7 de noviembre de 2019): 12. http://dx.doi.org/10.15845/bells.v10i1.1415.

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In 1976 Alberto Moravia, then sixty-nine years old, won the Andersen Prize for the Mustafà, la volpe del Sahara, his first children’s tale. Then followed the stories about others humanized animals, first published in the “Corriere della Sera” and in the various editions of selected stories, and later collected in the volume Stories of Prehistory (1982), which brought Moravia the Viareggio Prize in 1983. Apart from the deep affection that Moravia felt for animals and nature in general, that form of narrative has its roots in the numerous African journeys he undertook since 1962. For Moravia, the Black Continent, “the most beautiful thing that exists in the world”, was an artistic discovery and an “antidote to the highly refined, sophisticated and mechanical civilization”. Africa, a place “still amid prehistory and history”, was for him – as in some respects it was for Pasolini – the depository of primordial values in the process of disappearing, due to the imminent industrialization. In the Stories of Prehistory Moravia speaks of those universal values, always opposed to the vices, and views them through curiosity that is usually inaccessible to adults. His children’s tales – always funny, sometimes hilariously merciless – occupies a separate position within the oeuvre of the Roman writer and gained him many fans. The aim of this paper is to provide an overview of those aspects of Moravia’s work which have not been reflected yet and are still very relevant today.
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Fusco, Francesca y Maria Vittoria Dell'Anna. "La divulgazione linguistica in RAI: "Le parole per dirlo"". Lingue e culture dei media 5, n.º 2 (29 de enero de 2022): 16–45. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/17218.

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Il lavoro – che vuole essere un contributo agli studi su lingua italiana, televisione e divulgazione linguistica - si occupa del programma tematico sull’italiano Le parole per dirlo, in onda ogni domenica mattina su Rai 3 dal mese di ottobre 2020, condotto da Noemi Gherrero con la partecipazione dei linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota. Le parole per dirlo è al momento in tv l’unica trasmissione interamente dedicata alla lingua italiana, dato significativo tanto più in un contesto televisivo che dedica ai programmi linguistici uno spazio di gran lunga inferiore a quello occupato da altri generi della divulgazione scientifico-culturale. Il lavoro presenta il programma in seno alla programmazione linguistica Rai dagli esordi (metà degli anni ‘50 del ‘900) a oggi e a correlati fattori storico-culturali, sociolinguistici, comunicativi (fasi e caratteri del mezzo televisivo e sua evoluzione tecnologica; missione di servizio pubblico della Rai; la “lingua” come oggetto di informazione culturale), descrive struttura delle puntate e aspetti crossmediali, illustra le strategie della divulgazione e i temi linguistici privilegiati, anche con focus su puntate specifiche, riportate secondo gli usuali criteri di trascrizione del parlato televisivo. Osservazioni su lingua e tecniche divulgative si basano su un totale di 28 ore e 20 minuti di materiali audiovisivi. The essay deals with a thematic programme on the Italian language, Le parole per dirlo, broadcast every Sunday morning on Rai 3 since October 2020. The programme is presented by Noemi Gherrero with the participation of two linguists, prof. Valeria Della Valle and prof. Giuseppe Patota and it is currently the only TV programme entirely dedicated to the Italian language (a very significant fact in a television programming scenario in which programmes about the Italian language are given less space than other scientific and cultural outreach programmes). The work presents the programme within the Rai linguistic programming from its beginnings (mid 1950s) to the present day and takes into consideration historical-cultural, sociolinguistic and communicative factors (phases and characteristics of the television medium and its technological evolution; Rai's public service mission; "language" as an object of cultural information). It describes then the structure of the episodes and cross-media aspects, the strategies of dissemination and the discussed linguistic themes: the analysis focuses on specific episodes, reported according to the usual criteria of transcription of television speech. Observations on language and dissemination techniques are based on a total of 28 hours and 20 minutes of audiovisual materials.
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Walbank, F. W. "Domenica Paola Orsi: L'Alleanza acheo-macedone: studio su Polibio. (Documenti e studi, 9. Collana del Dipartimento di Scienze dell'antichità dell'Università di Bari. Sezione storica.) Pp. 126. Bari: Edipuglia, 1991. Paper." Classical Review 43, n.º 1 (abril de 1993): 197–98. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00286757.

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Kaksic, Nikola. "Un salterio miniato quattrocentesco dal convento di San Francesco a Zara". Eikon / Imago 5, n.º 1 (8 de junio de 2016): 113–40. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73481.

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L'autore discute un manoscritto miniato dal convento di San Francesco a Zara. Nove fogli che caratterizzano le iniziali più rappresentative di questo manoscritto sono stati tolti nel 1974 e la loro ubicazione è sconosciuta fin da allora. Solo vecchie fotografie in bianco e nero di questo Salterio sono note nella letteratura scientifica. Con l'ausilio di particolari dei colori conservati su un rotolo di pellicola presso l'Ufficio della Conservazione a Zara, l'autore tenta di ricostruirne l'aspetto originario. Egli mette in evidenza il fatto che questo salterio non è stato analizzato a fondo o descritto consistentemente. Egli stabilisce che si tratta di un salterio liturgico (Psalterium feriale), che si distingue da un salterio biblico, e che contiene un innario (Psalterium cum hymnis). Ogni salmo e inno inizia con un’iniziale illuminata, la maggior parte delle quali sono decorative. Tuttavia, il salterio ha otto iniziali figurale (littera historiata), che l'autore analizza individualmente e stabilisce come un riflesso diretto della divisione del Salterio nei giorni della settimana liturgica. La decorazione figurale è stata data solo per le iniziali del primo salmo di ogni nuovo giorno liturgico (feria), che fanno sette in totale. Essi sono: i Salmi I, XXVI, XXXVII, LII, LXVIII, LXXX e XCVII, dove il Salmo I marca la Domenica, il Salmo XXVI il Lunedi e così via, fino alla fine della settimana liturgica. La decorazione figurale è stata data anche alla prima iniziale all'inizio del Salterio che si apre con un cosiddetto Invitatorium. Ogni iniziale figurale è descritta in dettaglio, e particolare enfasi viene data all’iniziale B nel folio 5, che rappresenta l'iniziale più ricca di tutto il Salterio. Nella sua parte inferiore c’è una rappresentazione di San Bernardino, invece di Sant'Antonio da Padova o di San Francesco come è stato suggerito. In questo lavoro, l'autore pubblica tutte le iniziali e le inserisce nel contesto dei rispettivi salmi. Il documento difrerenzia graficamente tre tipi di iniziali attraverso l'uso di differenti composizione. Le iniziali figurali, littera historiata, sono stampate in grassetto, il corsivo viene applicato alla littera dominicalis, mentre gli altri, 'littera ferialis', che costituiscono la maggior parte, sono stampati in caratteri regolare. Il colore rosso è utilizzato per una rubrica, che sono i sottotitoli che segnano le sezioni individuali del Salterio come l’Invitatorium, feria, inni, ecc. Questo permette anche coloro che non hanno il comando della lingua Croata di conoscere l'intero contenuto del salterio. Contrariamente all'opinione corrente che sostiene che il Salterio è l’opera di una scuola veneziana, e contrariamente a una visione isolata che è stato creato a Zara stessa, l'autore ritiene che il Salterio è stato creato nel cerchio di Bologna, molto probabilmente intorno al 1460 o appena dopo questa data.
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Orlović, David. "Celebrating Empire. Organization of "General Assemblies of the Forces of the Regime" 1935-6 in Italy's Province of Istria". Histria : the Istrian Historical Society review 4, n.º 4 (2014): 115–39. http://dx.doi.org/10.32728/h2014.04.

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The author describes the preparation and implementation of mass rallies marking the beginning and the end of the Italian invasion of Ethiopia (October 1935 – May 1936) in Italy’s province of Istria. Relying on official regime representation of these events through the writing of the regime-affiliated press and confidential documents, the paper discusses the main organizational and ideological features of the mass rallies, with an emphasis on the manner in which the fascist authorities prepared them and the way they were presented in the press. Throughout the war, mass rallies and events of public ritual contributed to the homogenization of the Italian people, culminating in May 1936 with oceanic assemblies celebrating the victory, and achieving the closest state of unity of the people with the Fascist regime. The country-wide preparations for the “General Assembly of the Forces of the Regime” (Adunata generale delle forze del regime) that marked the beginning of the Italian invasion of Ethiopia were strictly implemented in the Province of Istria in line with the regime’s expectations, and the general population was urged to participate in the mass demonstrations that were believed to have been marking the events of utmost historical significance. The preparations for the Assembly went to the minimal detail, ensuring the participation of every Fascist Party member in the event, while the local daily journal Corriere Istriano motivated the wide masses for this huge event. The Gathering took place in the late afternoon of October 2nd 1935, and both archival documents and the press (focusing on the provincial capital of Pula) emphasized the alleged utmost euphoria and enthusiasm that the event provoked, especially in its dimension of adoration of the Italian leader Benito Mussolini. The gatherings in the so-called “Radiant African May” (Maggio radioso africano) in Istria in 1936 formed an incessant period of mobilization and celebration from May 5th (after the announcement of the capture of the Ethiopian capital Addis Ababa) up to May 10th (after the proclamation of the Empire). In contrast to the initial grand adunata on October 2nd 1935, these gatherings were more hastily prepared but were again ideologically organized and controlled from the government’s centre in Rome. Two main gatherings (May 5th and May 9th) involved the listening to Mussolini’s speeches through speakers put in public places, one of which was the huge Roman-era Amphitheatre in Pula. Besides that, the gatherings followed an already established pattern of forming processions and playing music that captivated the people gathered until early morning hours. The events occurred in the whole Province, and local police were asked to report to the Prefecture in Pula in detail about the gatherings on each locality.
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Cagney, Liam. "Fausto Romitelli - FAUSTO ROMITELLI: Amok Koma; Flowing down too slow; Domeniche alla periferia dell’impero. Seconda Domenica; Nell’alto dei giorni immobile; The Nameless City. Ensemble Musiques Nouvelles c. Jean-Paul Dessy. Cypres, CYP5623. - FAUSTO ROMITELLI: Amok Koma; Domeniche alla periferia dell'impero; La sabbia del tempo; Nell’alto dei giorni immobili; Blood on the Floor, Painting 1986. Talea Ensemble c. James Baker. Tzadik, TZ8087." Tempo 68, n.º 267 (enero de 2014): 80–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0040298213001496.

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Agostini, Riccardo. "Daniele Del Giudice e «la varietà di tutto il resto»". Quaderni Veneti, n.º 1 (19 de diciembre de 2022). http://dx.doi.org/10.30687/qv/1724-188x/2021/02/003.

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According to a quite popular opinion, Daniele Del Giudice was not a very prolific writer. The modest number of his novels is taken into account both by his devotees and critics; however this may become an unfair distinctive element of a much more complex author. For about forty years, Del Giudice showed and produced ‘Culture’ throughout press, conferences, curatorships, with the same essential prose and immaculate style of his novels and short stories. He is the author of a consistent collateral anthology that needs to be placed side by side with his literature in order to establish organicity and continuity between the two. The article displays and comments his journalistic works for the Paese Sera and the Corriere.
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Milani, Tatiane y Angela Zamin. "O acontecimento renúncia de Bento XVI em jornais de referência". Cadernos de Comunicação 20, n.º 3 (2 de noviembre de 2016). http://dx.doi.org/10.5902/2316882x21940.

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O presente artigo analisa a produção do acontecimento jornalístico Renúncia de Bento XVI em dois jornais de referência, o brasileiro O Estado de São Paulo e o italiano Corriere della Sera, em suas versões digitais, em fevereiro de 2013. Por meio da Análise de Conteúdo (Bardin, 1979; Herscovitz, 2007), evidenciou-se que, nos jornais, o acontecimento foi assentado sobre escândalos ligados ao Vaticano, enquanto as razões apresentadas pelo Papa foram tomadas como condição que dificultaria trabalhar com tais questões.Palavras-chave: Jornalismo; Acontecimento; Papa Bento XVI; Análise de Conteúdo.Resignation’s event of Benedict XVI in elite newspapersAbstract: In this paper, we analyze de production of the journalistic event Resignation of Benedict XVI in two elite newspapers: the Brazilian O Estado de São Paulo and the Italian Corriere della Sera, in their digital versions, in February 2013. We have evidenced, through content analysis (Bardin, 1979; Herscovitz, 2007) that, in the newspapers, the event was settled about scandals related to Vatican, while the reasons presented for the pope were treated as a condition that would make it more difficult to work with these questions.Keywords: Journalism; Event; Pope Benedict XV; Content Analysis.El acontecimiento renuncia de Benedicto XVI en periódicos de referenciaResumen: Este artículo analiza la producción del acontecimiento periodístico Renuncia de Benedicto XVI en dos periódicos de referencia, el brasileño O Estado de São Paulo y el italiano Corriere della Sera, en sus versiones digitales, en el febrero de 2013. Mediante el análisis de contenido (Bardin, 1979; Herscovitz, 2007), la investigación muestra que, en los periódicos, el acontecimiento fue construido a partir de los escándalos vinculados con el Vaticano, mientras que las razones presentadas por el Papa se tomaron como una condición que haría más difícil trabajar con este tipo de problema.Palabras clave: Periodismo; Acontecimiento; Papa Benedicto XVI; Análisis de contenido.
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Schilling, Alexander M. "Der Friedens- und Handelsvertrag von 1290 zwischen der Kommune Genua und dem Sultan Qalāwūn von Ägpyten". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 95, n.º 1 (11 de enero de 2016). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2015-0005.

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RiassuntoL’articolo offre una nuova valutazione del trattato di pace tra il sultano mamelucco Qalāwūn e la Comune di Genova, stipulato nel 1290, la cui versione latina viene qui tradotta per la prima volta in una lingua moderna. Sulla base della testimonianza storiografica araba si sostiene che ci furono due procedure legali: la prima, che va datata al 4 maggio 1290, attesta il rinnovo dello status quo ante legale dopo l’attacco di una nave egiziana da parte dell’ammiraglio genovese Benedetto Zaccaria in seguito alla caduta di Tripoli nel 1289, mentre la ratifica della pax et conventio tra l’ambasciatore genovese Alberto Spinola e Ḥusām ad-Dīn, rappresentante del sultano, ebbe luogo sabato, 13 maggio; una conferma del giuramento da parte di Alberto Spinola, alla presenza del patriarca melchita di Alessandria, avvenne domenica, 14 maggio. Nel frattempo, dopo aver negoziato un trattato con un’ambasciata di Venezia, Qalāwūn doveva aver preso la decisione di stipulare una convenzione di pace anche con i genovesi.
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Zampa, Marta y Daniel Perrin. "Fragmentary narrative reasoning. On the enthymematic structure of journalistic storytelling". Studies in Communication Sciences 18, n.º 1 (14 de noviembre de 2018). http://dx.doi.org/10.24434/j.scoms.2018.01.012.

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Journalists worldwide conceive of their work mostly as writing stories, because the narrative mode is extremely effective in delivering information to all social categories. Nonetheless, journalists hardly ever tell a whole story that complies with the criteria contemplated by narratology. Instead, they tell parts of a story and let the audience supply the rest, an operation made possible by the fact that narrative patterns are culturally shared by newswriters and their audiences. In this paper, we investigate some examples of fragmentary narratives as well as the journalists’ strategic reasons for using them, combining approaches to storytelling and to argumentation. The case studies are taken from Corriere del Ticino, the main Italian-language newspaper in Switzerland.
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Araújo, Angela Amorim De, Arthur Tibério De Lacerda Vieira, Ivanilda Lacerda Pedrosa, Márcia Virgínia Di Lorenzo Florêncio, Pablo Raphael Oliveira Honorato Da Silva y Suely Amorim De Araújo. "Annegamento negli anziani in Paraíba-Brasile". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 15 de noviembre de 2020, 66–82. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/anziani.

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L’annegamento è un problema globale, ed è tra le principali cause di morte nel mondo, e gli anziani fanno parte di questa nuova realtà come gruppo speciale che subisce anche incidenti di immersione. Lo scopo di questo studio era analizzare le morti dovute all’annegamento negli anziani nello stato della Paraíba dal 2005 al 2015. Si tratta di uno studio retrospettivo e descrittivo associato all’analisi spaziale delle regioni con una maggiore incidenza di annegamento in persone di età pari o superiore a 60 anni nello stato della Paraíba. I dati sono stati raccolti dai registri IML (Gemol e Numol) dal 2005 al 2015, per un totale di 80 casi di annegamento. Caratteristiche sociodemografiche come fascia d’età, sesso, spazialità e descrizione locale dell’evento (fiumi, dighe, mare, cascata, cacimbas, dighe e ambienti domestici), fornitore di assistenza, file dell’Istituto medico legale della polizia scientifica, codice internazionale delle malattie – CID 10 (codice W74), spostamento dell’occorrenza. Come risultato abbiamo localizzato la regione del settore Mari della regione selvaggia di Paraíba- Açude Olho D’agua (Latitudine 7.11º S e Longitudine 35.2º ), era il luogo con il maggior numero di annegamenti, dove dighe/laghi (55%), maschi (91%), sposati (46%), di età compresa tra i 60 e i 69 anni (60%), la popolazione locale ha effettuato la prima assistenza (41%), 14 ore è stata di maggiore frequenza (11%) e la domenica (29%). Possiamo concludere che l’annegamento avviene in diversi scenari acquatici, e in questo studio si è verificato in acqua dolce, diversi fattori sono stati associati all’annegamento negli anziani, come deficit di cognizione, polifarmaci e limitazioni fisiche, tali risultati possono aiutare a incoraggiare le politiche di protezione per questo gruppo e i membri della famiglia guidano nelle regioni d’acqua dolce e accentuano l’assistenza.
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Mussinelli, Elena. "Editorial". TECHNE - Journal of Technology for Architecture and Environment, 29 de julio de 2021, 10–15. http://dx.doi.org/10.36253/techne-11533.

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Every crisis at the same time reveals, forewarns and implies changes with cyclical trends that can be analyzed from different disciplinary perspectives, building scenarios to anticipate the future, despite uncertainties and risks. And the current crisis certainly appears as one of the most problematic of the modern era: recently, Luigi Ferrara, Director of the School of Design at the George Brown College in Toronto and of the connected Institute without Boundaries, highlighted how the pandemic has simply accelerated undergoing dynamics, exacerbating other crises – climatic, environmental, social, economic – which had already been going on for a long time both locally and globally. In the most economically developed contexts, from North America to Europe, the Covid emergency has led, for example, to the closure of almost 30% of the retail trade, as well as to the disposal and sale of many churches. Places of care and assistance, such as hospitals and elderly houses, have become places of death and isolation for over a year, or have been closed. At the same time, the pandemic has imposed the revolution of the remote working and education, which was heralded – without much success – more than twenty years ago. In these even contradictory dynamics, Ferrara sees many possibilities: new roles for stronger and more capable public institutions as well as the opportunity to rethink and redesign the built environment and the landscape. Last but not least, against a future that could be configured as dystopian, a unique chance to enable forms of citizenship and communities capable of inhabiting more sustainable, intelligent and ethical cities and territories; and architects capable of designing them. This multifactorial and pervasive crisis seems therefore to impose a deep review of the current unequal development models, in the perspective of that “creative destruction” that Schumpeter placed at the basis of the dynamic entrepreneurial push: «To produce means to combine materials and forces within our reach. To produce other things, or the same things by a different method, means to combine these materials and forces differently» (Schumpeter, 1912). A concept well suiting to the design practice as a response to social needs and improving the living conditions. This is the perspective of Architectural Technology, in its various forms, which has always placed the experimental method at the center of its action. As Eduardo Vittoria already pointed out: «The specific contribution of the technological project to the development of an industrial culture is aimed at balancing the emotional-aesthetic data of the design with the technical-productive data of the industry. Design becomes a place of convergence of ideas and skills related to factuality, based on a multidisciplinary intelligence» (Vittoria, 1999). A lucid and appropriate critique of the many formalistic emphases that have invested contemporary architecture. In the most acute phases of the pandemic, the radical nature of this polycrisis has been repeatedly invoked as a lever for an equally radical modification of the development models, for the definitive defeat of conjunctural and emergency modes of action. With particular reference to the Italian context, however, it seems improper to talk about a “change of models” – whether economic, social, productive or programming, rather than technological innovation – since in the national reality the models and reference systems prove to not to be actually structured. The current socio-economic and productive framework, and the political and planning actions themselves, are rather a variegated and disordered set of consolidated practices, habits often distorted when not deleterious, that correspond to stratified regulatory apparatuses, which are inconsistent and often ineffective. It is even more difficult to talk about programmatic rationality models in the specific sector of construction and built environment transformation, where the enunciation of objectives and the prospection of planning actions rarely achieve adequate projects and certain implementation processes, verified for the consistency of the results obtained and monitored for the ability in maintaining the required performance over time. Rather than “changing the model”, in the Italian case, we should therefore talk about giving shape and implementation to an organic and rational system of multilevel and inter-sectorial governance models, which assumes the principles of subsidiarity, administrative decentralization, inter-institutional and public-private cooperation. But, even in the current situation, with the pandemic not yet over, we are already experiencing a sort of “return to order”: after having envisaged radical changes – new urban models environmentally and climatically more sustainable, residential systems and public spaces more responsive to the pressing needs of social demand, priority actions to redevelop the suburbs and to strength infrastructures and ecosystem services, new advanced forms of decision-making decentralization for the co-planning of urban and territorial transformations, and so on – everything seems to has been reset to zero. This is evident from the list of actions and projects proposed by the National Recovery and Resilience Plan (NRRP), where no clear national strategy for green transition emerges, even though it is repeatedly mentioned. As highlighted by the Coordination of Technical-Scientific Associations for the Environment and Landscape1, and as required by EU guidelines2, this transition requires a paradigm shift that assumes eco-sustainability as a transversal guideline for all actions. With the primary objective of protecting ecosystem balances, improving and enhancing the natural and landscape capital, as well as protecting citizen health and well-being from environmental risks and from those generated by improper anthropization phenomena. The contents of the Plan explicitly emphases the need to «repair the economic and social damage of the pandemic crisis» and to «contribute to addressing the structural weaknesses of the Italian economy», two certainly relevant objectives, the pursuit of which, however, could paradoxically contrast precisely with the transition to a more sustainable development. In the Plan, the green revolution and the ecological transition are resolved in a dedicated axis (waste management, hydrogen, energy efficiency of buildings, without however specific reform guidelines of the broader “energy” sector), while «only one of the projects of the Plan regards directly the theme Biodiversity / Ecosystem / Landscape, and in a completely marginal way» (CATAP, 2021). Actions are also limited for assessing the environmental sustainability of the interventions, except the provision of an ad hoc Commission for the streamlining of some procedural steps and a generic indication of compliance with the DNSH-Do not significant Harm criterion (do not cause any significant damage), without specific guidelines on the evaluation methods. Moreover, little or nothing in the Plan refers on actions and investments in urban renewal, abandoned heritage recovery3, of in protecting and enhancing areas characterized by environmental sensitivity/fragility; situations widely present on the national territory, which are instead the first resource for a structural environmental transition. Finally yet importantly, the well-known inability to manage expenditure and the public administration inefficiencies must be considered: a limit not only to the effective implementation of projects, but also to the control of the relationship between time, costs and quality (also environmental) of the interventions. In many places, the Plan has been talked about as an opportunity for a real “reconstruction”, similar to that of post-war Italy; forgetting that the socio-economic renaissance was driven by the INA-Casa Plan4, but also by a considerable robustness of the cultural approach in the research and experimentation of new housing models (Schiaffonati, 2014)5. A possible “model”, which – appropriately updated in socio-technical and environmental terms – could be a reference for an incisive governmental action aiming at answering to a question – the one of the housing – far from being resolved and still a priority, if not an emergency. The crisis also implies the deployment of new skills, with a review of outdated disciplinary approaches, abandoning all corporate resistances and subcultures that have long prevented the change. A particularly deep fracture in our country, which has implications in research, education and professions, dramatically evident in the disciplines of architectural and urban design. Coherently with the EU Strategic Agenda 2019-2024 and the European Pillar of Social Rights, the action plan presented by the Commission in March 2021, with the commitment of the Declaration of Porto on May 7, sets three main objectives for 2030: an employment rate higher than 78%, the participation of more than 60% of adults in training courses every year and at least 15 million fewer people at risk of social exclusion or poverty6. Education, training and retraining, lifelong learning and employment-oriented skills, placed at the center of EU policy action, now require large investments, to stimulate employment transitions towards the emerging sectors of green, circular and digital economies (environmental design and assessment, risk assessment & management, safety, durability and maintainability, design and management of the life cycle of plans, projects, building systems and components: contents that are completely marginal or absent in the current training offer of Architecture). Departments and PhDs in the Technological Area have actively worked with considerable effectiveness in this field. In these regards, we have to recall the role played by Romano Del Nord «protagonist for commitment and clarity in identifying fundamental strategic lines for the cultural and professional training of architects, in the face of unprecedented changes of the environmental and production context» (Schiaffonati, 2021). Today, on the other hand, the axis of permanent and technical training is almost forgotten by ministerial and university policies for the reorganization of teaching systems, with a lack of strategic visions for bridging the deficit of skills that characterizes the area of architecture on the facing environmental and socio-economic challenges. Also and precisely in the dual perspective of greater interaction with the research systems and with the world of companies and institutions, and of that trans- and multi-disciplinary dimension of knowledge, methods and techniques necessary for the ecological transition of settlement systems and construction sector. Due to the high awareness of the Technological Area about the multifactorial and multi-scale dimension of the crises that recurrently affect our territories, SITdA has been configured since its foundation as a place for scientific and cultural debate on the research and training themes. With a critical approach to the consoling academic attitude looking for a “specific disciplinary” external and extraneous to the social production of goods and services. Finalizing the action of our community to «activate relationships between universities, professions, institutions through the promotion of the technological culture of architecture [...], to offer scientific-cultural resources for the training and qualification of young researchers [...], in collaboration with the national education system in order to advance training in the areas of technology and innovation in architecture» (SITdA Statute, 2007). Goals and topics which seem to be current, which Techne intends to resume and develop in the next issues, and already widely present in this n. 22 dedicated to the Circular Economy. A theme that, as emerges from the contributions, permeates the entire field of action of the project: housing, services, public space, suburbs, infrastructures, production, buildings. All contexts in which technological innovation invests both processes and products: artificial intelligence, robotics and automation, internet of things, 3D printing, sensors, nano and biotechnology, biomaterials, biogenetics and neuroscience feed advanced experiments that cross-fertilize different contributions towards common objectives of circularity and sustainability. In this context, the issue of waste, the superfluous, abandonment and waste, emerge, raising the question of re-purpose: an action that crosses a large panel of cases, due to the presence of a vast heritage of resources – materials, artefacts, spaces and entire territories – to be recovered and re-functionalized, transforming, adapting, reusing, reconverting, reactivating the existing for new purposes and uses, or adapting it to new and changing needs. Therefore, by adopting strategies and techniques of reconversion and reuse, of re-manufacturing and recycling of construction and demolition waste, of design for disassembly that operate along even unprecedented supply chains and which are accompanied by actions to extend the useful life cycle of materials , components and building systems, as well as product service logic also extended to durable goods such as the housing. These are complex perspectives but considerably interesting, feasible through the activation of adequate and updated skills systems, for a necessary and possible future, precisely starting from the ability – as designers, researchers and teachers in the area of Architectural Technology – to read the space and conceive a project within a system of rationalities, albeit limited, but substantially founded, which qualify the interventions through approaches validated in research and experimental verification. Contrarily to any ineffective academicism, which corresponds in fact to a condition of subordination caused by the hegemonic dynamics at the base of the crisis itself, but also by a loss of authority that derives from the inadequate preparation of the architects. An expropriation that legitimizes the worst ignorance in the government of the territories, cities and artifacts. Education in Architecture, strictly connected to the research from which contents and methods derive, has its central pivot in the project didactic: activity by its nature of a practical and experimental type, applied to specific places and contexts, concrete and material, and characterized by considerable complexity, due to the multiplicity of factors involved. This is what differentiates the construction sector, delegated to territorial and urban transformations, from any other sector. A sector that borrows its knowledge from other production processes, importing technologies and materials. With a complex integration of which the project is charged, for the realization of the buildings, along a succession of phases for corresponding to multiple regulatory and procedural constraints. The knowledge and rationalization of these processes are the basis of the evolution of the design and construction production approaches, as well as merely intuitive logics. These aspects were the subject of in-depth study at the SITdA National Conference on “Producing Project” (Reggio Calabria, 2018), and relaunched in a new perspective by the International Conference “The project in the digital age. Technology, Nature, Culture” scheduled in Naples on the 1st-2nd of July 2021. A reflection that Techne intends to further develop through the sharing of knowledge and scientific debate, selecting topics of great importance, to give voice to a new phase and recalling the practice of design research, in connection with the production context, institutions and social demand. “Inside the Polycrisis. The possible necessary” is the theme of the call we launched for n. 23, to plan the future despite the uncertainties and risks, foreshadowing strategies that support a unavoidable change, also by operating within the dynamics that, for better or for worse, will be triggered by the significant resources committed to the implementation of the Recovery Plan. To envisage systematic actions based on the centrality of a rational programming, of environmentally appropriate design at the architectural, urban and territorial scales, and of a continuous monitoring of the implementation processes. With the commitment also to promote, after each release, a public moment of reflection and critical assessment on the research progresses. NOTES 1 “Osservazioni del Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente e il Paesaggio al PNRR”, 2021. 2 EU Guidelines, SWD-2021-12 final, 21.1.2021. 3 For instance, we can consider the 7,000 km of dismissed railways, with related buildings and areas. 4 The two seven-year activities of the Plan (1949-1963) promoted by Amintore Fanfani, Minister of Labor and Social Security at the time, represented both an employment and a social maneuver, which left us the important legacy of neighborhoods that still today they have their own precise identity, testimony of the architectural culture of the Italian twentieth century. But also a «grandiose machine for the housing» (Samonà, 1949), based on a clear institutional and organizational reorganization, with the establishment of a single body (articulated in the plan implementation committee, led by Filiberto Guala, with regulatory functions of disbursement of funds, assignment of tasks and supervision, and in the INA-Casa Management directed by the architect Arnaldo Foschini, then dean of the Faculty of Architecture), which led to the construction of two million rooms for over 350,000 families. See Di Biagi F. (2013), Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Tecnica, Enciclopedia Treccani. 5 From Quaderni of the Centro Studi INA-Casa, to Gescal and in the Eighties to the activity of CER. Complex theme investigated by Fabrizio Schiaffonati in Il progetto della residenza sociale, edited by Raffaella Riva. 6 Ferruccio De Bortoli underlines in Corriere della Sera of 15 May 2021: «The revolution of lifelong learning (which) is no less important for Brussels than the digital or green one. By 2030, at least 60 per cent of the active population will have to participate in training courses every year. It will be said: but 2030 is far away. There’s time. No, because most people have escaped that to achieve this goal, by 2025 – that is, in less than four years – 120 million Europeans will ideally return to school. A kind of great educational vaccination campaign. Day after tomorrow».
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