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Tesis sobre el tema "L 1529"

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FINOTTI, IRENE. "Le Jugement d'amour (Paris, Jerome Denis, 1529) : edition critique". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2005. http://hdl.handle.net/2434/49216.

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Davoli, Francesco <1994&gt. "Le "Rime" (1529) di G. G. Trissino: testo critico e commento". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22057.

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Resumen
La tesi fornisce un testo critico e un commento alle "Rime" di G. G. Trissino. Anzitutto, un’introduzione generale prende in esame la raccolta nel suo insieme e ne individua le connessioni con la poesia petrarchista di inizio Cinquecento. Segue il testo critico, fondato sull’editio princeps (1529), di cui si cercano di correggere le oscillazioni ortografiche grazie a un esame della maggior parte degli esemplari della stampa conservati e tramite un confronto con le altre opere trissiniane. Uno snello apparato critico rende conto delle lezioni sostituite. Un’introduzione a ogni singolo testo ne riassume il contenuto, ne individua le strutture logico-sintattiche e, quando possibile, tenta di stabilire la cronologia e le circostanze di composizione, ricorrendo soprattutto agli scambi epistolari; ne analizza inoltre la struttura metrica, anche in relazione ai passi della "Pωεtica" corrispondenti. Il commento in senso stretto individua e discute possibili loci similes, rintracciati a partire da un corpus di svariati autori: a tale scopo, si è in parte ricostruita una biblioteca trissiniana, soprattutto a partire dai testi citati nella "Pωεtica". Fornisce inoltre una parafrasi dei luoghi meno perspicui: talvolta, nel caso di problemi esegetici, si fa ricorso al resto della produzione trissiniana per rafforzare o addirittura confermare una determinata congettura interpretativa.
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Jarrah, Yousuf A. "The biology of the flounder, Platichthys flesus L. (Pisces: Pleuronectidae) in the Thames, a polluted estuary". Thesis, Queen Mary, University of London, 1992. http://qmro.qmul.ac.uk/xmlui/handle/123456789/1529.

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Resumen
Flounders (Platichthys flesus L. ) were sampled from the cooling water intake screens of West Thurrock power station, Essex, from September 1987 to October 1990. Changes in population structure are determined from age and morphometric data. Adult flounders congregate in the mid-estuary in late spring, prior to their spawning migration. New recruits arrive in the estuary in summer and disperse upstream after a few weeks. Dispersal appears to involve density-dependant population regulating mechanisms. Growth appears seasonal to an extent, being reduced during winter months. The gut contents were analysed and a trophic spectrum constructed. P. flesus is an opportunist predator, feeding predominantly on crustaceans in the mid estuary and molluscs in the outer estuary. There is some evidence of resource partitioning between adult and juvenile flounders. The significance of changes in the lipid reserves of 0-group flounders is discussed. The seasonal dynamics of external disease symptoms and parasite burden of these fish was evaluated, and related to population structure, dietary condition and water quality variables. 2 The prevalence of all external disease in flounders from Kest Thurrock is closely related to population structure. Younger fish generally display lower disease prevalences. -Increased prevalence of lymphocystis may be related to increases in the prevalence of ulcerations or heavy infections by the copepod Lepeophtheirus pectoralis. A correlation between the minimum monthly dissolved oxygen (D. O. ) level and the condition factor of flounders is demonstrated. Fewer epidermal ulcers are observed on flounders with a high condition factor. The prevalence of epidermal ulcerations, and to an extent lymphocystis, are thus indirectly associated with estuarine pollution. The use of external disease prevalence as a bioindicator of estuarine pollution is considered. Live flounders were observed in various lighting regimes using time-lapse video techniques to determine the nature and extent of intrinsic rhythmic behaviour. Observations were made on the behaviour modifying effects of contaminated sediments and hypoxic conditions. The findings are discussed in relation to the ecology of the flounder in the Thames estuary.
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SAMPIETRO, SARA. "Teen Television: televisione crossmediale e adolescenti in Italia". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1529.

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Obiettivo della ricerca presentata in questa tesi è la comprensione delle pratiche televisive convergenti degli adolescenti, a partire da una ricostruzione dei fattori che possono orientare i differenti atteggiamenti fruitivi. Al di là dell’adesione al mito dei “nativi digitali” come soggetti dotati di competenze e abilità superiori a quelle dei loro genitori appare infatti necessario studiare le esperienze crossplatform, contestualizzandole all’interno del set di opportunità e di vincoli, culturali, sociali e contestuali che strutturano la quotidianità dei ragazzi. L’importanza data ai molteplici fattori che, a diverso titolo, interagiscono nel modellare i consumi convergenti ha guidato l’intero processo di analisi dei risultati fin verso la definizione di uno sguardo interpretativo situazionale e multifattoriale, volto a interpretare la natura contingente e provvisoria degli equilibri su cui si reggono le differenti esperienze di consumo crossmediale. I dati descritti e analizzati sono frutto di un processo di ricerca etnografica che ha coinvolto adolescenti iscritti ai primi quattro anni della scuola secondaria di secondo grado e residenti in diverse province italiane.
The research presented in this thesis explores convergent television-related consumer practices of teenagers by mapping factors which potentially orient fruition patterns. The myth of “digital natives” as more skilled and resourceful than their parents does not suffice: it is necessary to study actual cross-platform experiences by contextualizing them within the sets of affordances and limitations (cultural, social and contextual) which structure the daily lives of teenagers. The centrality assigned to the many factors shaping convergent consumptions has driven the analysis towards the definition of a situational multi-factor interpretative view able to interpret the contingent and ephemeral nature of the balances underpinning convergent consumption experiences.
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SAMPIETRO, SARA. "Teen Television: televisione crossmediale e adolescenti in Italia". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1529.

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Obiettivo della ricerca presentata in questa tesi è la comprensione delle pratiche televisive convergenti degli adolescenti, a partire da una ricostruzione dei fattori che possono orientare i differenti atteggiamenti fruitivi. Al di là dell’adesione al mito dei “nativi digitali” come soggetti dotati di competenze e abilità superiori a quelle dei loro genitori appare infatti necessario studiare le esperienze crossplatform, contestualizzandole all’interno del set di opportunità e di vincoli, culturali, sociali e contestuali che strutturano la quotidianità dei ragazzi. L’importanza data ai molteplici fattori che, a diverso titolo, interagiscono nel modellare i consumi convergenti ha guidato l’intero processo di analisi dei risultati fin verso la definizione di uno sguardo interpretativo situazionale e multifattoriale, volto a interpretare la natura contingente e provvisoria degli equilibri su cui si reggono le differenti esperienze di consumo crossmediale. I dati descritti e analizzati sono frutto di un processo di ricerca etnografica che ha coinvolto adolescenti iscritti ai primi quattro anni della scuola secondaria di secondo grado e residenti in diverse province italiane.
The research presented in this thesis explores convergent television-related consumer practices of teenagers by mapping factors which potentially orient fruition patterns. The myth of “digital natives” as more skilled and resourceful than their parents does not suffice: it is necessary to study actual cross-platform experiences by contextualizing them within the sets of affordances and limitations (cultural, social and contextual) which structure the daily lives of teenagers. The centrality assigned to the many factors shaping convergent consumptions has driven the analysis towards the definition of a situational multi-factor interpretative view able to interpret the contingent and ephemeral nature of the balances underpinning convergent consumption experiences.
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De, Zuani Laura. "Bartolomeo Montagna (1450 c.- 1523)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423973.

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Resumen
This essay presents, in form of a classical monograph, the painter Bartolomeo Montagna founder of the Renaissance vicentine school of painting. He was born in Orzinuovi (a small town near Brescia, in Lombardia) and he lived in Vicenza. This essay strarts from his early production side by side with Gianfrancesco Somaio, to the direct comparison with venetian innovation, carried on by Giovanni Bellini. Bartolomeo Montagna faced with the venetian master during two journeys in Venice between 1469 and 1483. Looking at his eighties production, boundend to the venetian experience and to Antonello da Messina’s heritage, the monograph faces the complex connections among Bartolomeo Montagna, the inlayer Pierantonio degli Abati and the architect Lorenzo da Bologna. The collaboration within these three artists started with the great construction of the vicentine church of San Bartolomeo and then it went on thanks to the most important artistic workshops in Padua at the end of the Century. The first years of the painter in Padua are examined through archive documents and stylistic analysis, trying to make new hypothesis on his patrons. After explaining the complex cultural contributions matched by the painter, this dissertation takes care of the nineties production, touching connections with milanese figurative culture. The artist must have known it thanks to a journey to Lombardia, due to the chartusian patronage in Pavia (1490). Mature production is later examined, showing connections between prestigious commissions in Verona and Padua, when Montagna had the chance to compare with Mantegnesque culture. During the hard Cambrai war the artist, probably looking for a shelter in Padua, set one of his most famous works: the fresco representing the Recognition St. Anthony’s mortal remains (1512). The new raising star Titian, who had worked in the same Scoletta, affected Montagna’s production from his mature vicentine to his later provincial commissions (in Cologna Veneta). Paintings and drawings catalogue complete this monograph, in addition to a substantial historical document apparatus.
Nell’elaborato si affronta in forma di classica monografia la figura del pittore Bartolomeo Montagna, caposcuola della pittura vicentina rinascimentale. L’opera giovanile del pittore, nato ad Orzinuovi (BS) ma vissuto a Vicenza, è affrontata dagli esordi vicentini probabilmente svoltisi al fianco del poco noto Gianfrancesco Somaio, al successivo confronto con le novità veneziane di Giovanni Bellini, conosciute nel corso di almeno due soggiorni lagunari avvenuti tra il 1469 ed il 1483. Percorrendo la produzione degli anni Ottanta, fortemente legata all’esperienza di Venezia ed all’eredità di Antonello da Messina, la dissertazione affronta i complessi legami instaurati tra il pittore, l’intarsiatore Pierantonio degli Abati e l’architetto emiliano Lorenzo da Bologna. Iniziata all’interno della chiesa vicentina di San Bartolomeo, la collaborazione dei tre artisti continuò in alcuni fra i cantieri più importanti della Padova di fine secolo. I primi anni del pittore sono scandagliati attraverso la lettura dei documenti d’archivio e l’analisi stilistica delle opere, cercando di fornire un nuovo punto di vista per l’individuazione della committenza. Chiarita la complessa congerie di apporti culturali incontrata negli anni giovanili, il lavoro affronta la produzione pittorica degli anni Novanta impostando un possibile rapporto con la cultura artistica milanese attraverso l’analisi della scultura vicentina di ascendenza lombarda, giungendo ad ipotizzare un possibile viaggio del pittore nella città di Pavia occasionato dalla committenza certosina per Pavia del 1490. Il lavoro maturo di Montagna è in seguito indagato nelle nuove prestigiose commissioni ricevute tra Padova e Verona, foriere di un rinato interesse per la cultura mantegnesca. Durante i difficili anni della Guerra di Cambrai il pittore, rifugiatosi probabilmente a Padova, poneva le basi per la prestigiosa commissione ricevuta dalla Scuola del Santo, l’affresco raffigurante la Ricognizione delle spoglie mortali di Sant’Antonio (1512), occasione di un fruttuoso confronto con l’allora nascente astro del giovane Tiziano, destinato ad influenzare le sorti della pittura montagnesca sino alle ultime prove di committenza vicentina e provinciale (Cologna Veneta). Il catalogo delle opere pittoriche e dei disegni attribuiti a Bartolomeo Montagna conclude la monografia accanto ad un consistente apparato documentario.
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Viqueira, Albán Juan Pedro. "Chronotopologie d'une région rebelle : la construction historique des espaces sociaux dans l'"alcaldía mayor" du Chiapas (1520-1520)". Paris, EHESS, 1997. http://www.theses.fr/1997EHES0040.

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Resumen
Cette these analyse l'histoire du chiapas, mexique, depuis la conquete espagnole jusqu'a la grande rebellion indienne survenue en l'an de 1712, en s'attachant de pres aux transformations survenues dan l'organisation de l'espace. Chaque chapitre de la these etudie l'histoire d'un espace social different -- ecologique, linguistique, politique, administratif, religieux, demographique et economique, tributaire, d'entraide, et rebelle --, pour tenter, dans chaque cas, de mettre en evidence sa logique interne et les irreductibles accidents historiques qui lui ont donne forme
This thesis analyses the history of chiapas, mexico, from the spanish conquest to the 1712 great indian rebellion, with emphasis on the transformation in the organisation of space. The organisation of space is analysed from several dimensions (ecological, linguistic, political, administrative, religious, demographic and economic, tributary, mutual help relationships, and insurgent). Separate chapters, one for each one of these dimensions, look at the history of the social organisation of space from a different perspective. The thesis shows how the internal logic of each of these dimensions is disturbed by irreducible historical accidents
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Markert, Christina. "L-(1520)-Produktion [Lambda]-(1520)-Produktion in Proton-Proton- und zentralen Blei-Blei-Reaktionen bei 158-GeV-pro-Nukleon". [S.l. : s.n.], 2000. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?idn=96146576X.

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Rolland, Jean-Brice. "Roman, néoplatonisme et pastorale dans l'Astrée d'H. D'Urfé et ses sources espagnoles (La Diane de J. De Montemayor, La Diane amoureuse de G. Gil Polo, La Galatée de M. De Cervantès)". Paris 4, 2007. http://www.theses.fr/2007PA040271.

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L’Astrée passe pour le roman qui a implanté la politesse amoureuse dans la littérature et les mœurs du XVII ème siècle. H. D’Urfé aurait mis à la portée des aristocrates une réflexion sur l’amour d’inspiration néoplatonicienne jusqu’ici réservée à quelques érudits: sa fiction serait un artifice rhétorique mis au service d’une théorie définie. Son œuvre a pourtant donné lieu à une réception contradictoire. S’agit-il d’un phénomène de lecture ou d’un parti pris d’écriture ? L’inachèvement du roman – accidentel ou délibéré- ne permet pas de trancher. Remettant en question le postulat du néoplatonisme de l’œuvre, la présente thèse recentre la problématique en termes textuels et s’appuie sur les précédents espagnols pour monter comment le discours philosophique s’inscrit dans l’esthétique pastorale et le genre romanesque
L’Astrée is considered to be the novel that put amorous politeness in the literature and customs of the Seventeenth Century. H. D’Urfé gave the aristocracy an approach to Neoplatonic love previously reserved for a few intellectuals : his fiction was a rhetorical contrivance that served a definite theory. His work, however, received an ambiguous reception. Was this a result of the way it was read or was it intentional ? The fact that the roman was unfinished, either accidentally or deliberately, does not provide a definite answer. Questioning the Neoplatonic basis of d’Urfé’s novel, this thesis focuses on a textual interpretation and relies on Spanish precedents to show how philosophical discourse is embedded in the novelistic genre and the pastoral esthetic
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Ion, Cristina. "L'"arte dello stato" chez Machiavel : une lecture du prince". Paris, EHESS, 2001. http://www.theses.fr/2001EHES0076.

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MONTORFANI, PIETRO. "Le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/285.

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Resumen
La presente ricerca rappresenta la prima monografia complessiva sul teatro di Pomponio Torelli, conte di Montechiarugolo, con una lettura esaustiva delle cinque tragedie “Merope”, “Tancredi”, “Galatea”, “Vittoria” e “Polidoro”. Ampio spazio è dato alle fonti letterarie utilizzate, che danno ragione della vasta cultura del torelli (da Euripide a Dante, dal Tasso al Castiglione).
The goal of this dissertation is an introduction to Torelli's five tragedies (Merope, Tancredi, Galatea, Vittoria e Polidoro) and to his complex culture, engrained with ancient authors (Ovid, Euripides Vergil) and modern (Dante, Boccaccio, Tasso, Castiglione) .
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MONTORFANI, PIETRO. "Le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/285.

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Resumen
La presente ricerca rappresenta la prima monografia complessiva sul teatro di Pomponio Torelli, conte di Montechiarugolo, con una lettura esaustiva delle cinque tragedie “Merope”, “Tancredi”, “Galatea”, “Vittoria” e “Polidoro”. Ampio spazio è dato alle fonti letterarie utilizzate, che danno ragione della vasta cultura del torelli (da Euripide a Dante, dal Tasso al Castiglione).
The goal of this dissertation is an introduction to Torelli's five tragedies (Merope, Tancredi, Galatea, Vittoria e Polidoro) and to his complex culture, engrained with ancient authors (Ovid, Euripides Vergil) and modern (Dante, Boccaccio, Tasso, Castiglione) .
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Pomili, Luigi. "Geovisualizzatore di dati statistici attraverso Google App Engine". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1579/.

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Zoia, Giorgio. "L'Ordinarium divini officii della Cattedrale di Treviso (1524)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422429.

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Resumen
The Ordinarium divini officii of the Cathedral of Treviso is a paper manuscript consisting of 157 leafs, copied in 1524 by the curate Clemens a Stadiis, at that time choirmaster of plain chant. In my investigation I have transcribed 157 leafs recto and verso in a personalized handwriting of XVI century with humanistic conventions united to a composite abbreviating system. The thesis provides the materials for a critical edition: transcription, identification of handwritings; lists of chants, readings, rites and bells; comparisons with other similar books from known traditions (belonging to the Venetian area) and with scientific bibliography.
Lo Ordinarium divini officii della Cattedrale di Treviso e' un manoscritto cartaceo composto da 157 fogli, copiato nel 1524 dal canonico Clemente a Stadiis, alla epoca maestro di canto fermo. Nella mia ricerca ho trascritto 157 fogli recto e verso redatti in una grafia personalizzata del XVI secolo che unisce convenzioni umanistiche a un sistema abbreviativo composito. La tesi fornisce i materiali per una edizione critica: trascrizione, identificazione delle mani, liste di canti, letture, riti e campane; comparazioni con altri libri simili da tradizioni note (appartenenti alla area veneta) e con la bibliografia specifica.
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Diana, Francesca Valentina <1990&gt. "Il Seder Eliyyahu Zuṭa (1523) di Elia Capsali di Candia. Traduzione e commento del libro I". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9299/1/Diana_Francesca_Valentina_tesi-dottorato_cicloXXXII.pdf.

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Resumen
Le pagine di questa tesi vogliono presentare la cronaca ebraica sull’impero ottomano, il Seder Eliyyahu Zuṭa (1523) del rabbino della comunità ebraica di Candia Elia Capsali, nel suo complesso concentrando l’attenzione sui 36 capitoli del primo libro. Questo è dedicato alla nascita di Maometto e alla religione islamica, al sorgere della dinastia ottomana con ʻOthmān I fino ai fatti legati alla conquista di Costantinopoli (1453) e al rapporto tra Meḥmet II e la comunità ebraica. Dopo una breve biografia dell’autore si offre una descrizione della letteratura latina, bizantina ed ebraica prodotta sulla figura del turco in un arco temporale che si estende dal X al XVII secolo. Questa ampia sezione del lavoro si chiude con un breve capitolo sulla considerazione che i turchi ebbero di se stessi ripercorrendo alcuni episodi tramandati dalla storiografia turca concepita durante il regno di Meḥmet II e del suo successore. Segue l’esame della tradizione manoscritta del Seder, le sue edizioni e traduzioni nonché la sua struttura interna, il contenuto e, infine, lo stile e la lingua. Dopo l’esame del prologo della cronaca si descrive in maniera dettagliata il contenuto del libro primo proponendo successivamente la prima traduzione annotata di quest’ultimo basata sull'edizione israeliana del 1975. Il lavoro si chiude con un’appendice che propone la prima trascrizione, traslitterazione e traduzione dei ff. 2r-4v del ms. K.16 conservato all’Hebrew Union College di Cincinnati, il quale rappresenterebbe la versione più antica (XVII sec.) del SEZ in lingua ladina o giudeo-spagnola scritta quasi certamente a Costantinopoli. Le pagine di questo studio, che non pretendono certo di essere esaurienti, sono volte ad approfondire i motivi culturali e i modelli che mossero Elia Capsali a scrivere un’opera unica nel suo genere entro la cornice più ampia della vasta letteratura non ebraica prodotta tra Medioevo e Rinascimento.
This thesis presents the Seder Eliyyahu Zuṭa (1523) of rabbi Elia Capsali of Crete, focusing on the 36 chapters of the first book. This is dedicated to the birth of Prophet Muhammad and the Islamic religion, the rise of the Ottoman dynasty with ʻOthmān I up to the facts related to the conquest of Constantinople (1453) and the relationship between Meḥmet II and the Jewish community. After a short biography of the author, follows a description of the Latin, Byzantine and Hebrew literature produced on the figure of the Turk from the 10th to the 17th century. Then we exposed an examination of the Seder's manuscript tradition, its editions and translations as well as its internal structure, content and, finally, style and language. After the analysis of the prologue and the content of the first book follows its first annotated translation. The work ends with an appendix that proposes the first transcription, transliteration and translation of the ff. 2r-4v of the ms. K.16 kept at the Hebrew Union College of Cincinnati, which would represent the oldest (17th century) version of the SEZ in Judeo-Spanish language written almost certainly in Constantinople. This study want to deepen the cultural reasons and models that moved Elia Capsali to write an original work within the broader framework of the vast non-Jewish literature produced between the Middle Ages and the Renaissance.
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Milloni, Serena <1977&gt. "La Spagna contadina e proletaria a confronto nelle opere di denuncia di Vicente Blasco Ibanez e Pio Baroja". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1527/.

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Dong, Qian. "Functional Characterization of a Cathepsin L in Drosophila Melanogaster". TopSCHOLAR®, 2015. http://digitalcommons.wku.edu/theses/1525.

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The Drosophila dorsal Air Sac Primordium (ASP) is a tracheal tube that invasively grows toward and into the wing imaginal disc. The unfolding of Drosophila wing is a process following eclosion with a cuticular bilayer replacing epithelial cells originally packing the wing. We reasoned that protease functions might be needed for the invasion of ASP into the wing imaginal disc as well as the rearrangement of epithelia cells during wing unfolding. Our study is particularly focused on understanding the role of a Cathepsin L like cysteine protease (CP1) in the development of dorsal ASP and wing development of Drosophila melanogaster. To analyze the function of CP1, we overexpressed and knocked down CP1, respectively, using UAS-GAL4 system in combination with RNA interference technology. We found that both the knockdown and overexpression of CP1 in ASP resulted in perturbed growth, migration and weakened invasion of ASPs. We further explored the mechanism by which CP1 regulates ASP development and found that CP1 is capable of degrading collagen IV, a component of extracellular matrix. For wing development, we observed that both the knockdown and overexpression of CP1 in wing imaginal discs interrupted with normal wing development. In summary, our study demonstrated that CP1 facilitates the normal development of ASPs by degrading extracellular matrix and regulates wing development via a complex network of signaling pathways and protein interactions. Knowledge gained from this study has the potential to help us better understand the invasion of tumor cells through the extracellular matrix in humans.
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Sellevold, Kirsti. "L' expression linguistique du doute dans les "Essais" de Montaigne : une approche polyphonique". Poitiers, 2001. http://www.theses.fr/2001POIT5018.

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Ce travail propose une analyse linguistique d'une sélection d'expressions modalisantes dans les "Essais" de Montaigne : l'adverbe d'énoncé "à l'avanture" (= peut-être) et les marqueurs évidentiels "il semble que, il me semble que, je trouve que" et "je pense que". L'objectif du travail est de démontrer que le doute est un composant de l'écriture même des "Essais", ressortissant à la structuration des énoncés : il surgit dans la distance entre le locuteur et les points de vue qu'il présente. Le cadre de nos analyses est constitué par le concept linguistique de polyphonie et le concept d'évidentialité. Ces concepts, qui précisent les rapports entre le locuteur et le(s) point(s) de vue qu'il présente, servent à cerner les réserves et les mises en doute inhérentes à la parole du locuteur dans les "Essais". Le premier chapitre mesure l'intérêt que porte Montaigne à ces expressions, en comparant leur distribution dans les "Essais" et dans une sélection de textes contemporains, après quoi nous situons les ressemblances et différences entre ce groupe d'expressions et leurs analogues dans la tradition sceptique. Le deuxième chapitre présente le cadre théorique, fondé sur le concept de polyphonie, qui régit nos analyses. Les troisième et quatrième parties consistent en l'analyse d'un corpus de dix exemples, démontrant que nos expressions sont un composant important d'une argumentation très complexe. Ces analyses particulières décrivent les principes d'une stratégie argumentative qui serait proche de l'argumentation pyrrhonienne ; elles proposent également une description linguistique de l'espèce de gradatio qui est à l'oeuvre dans les "Essais", ainsi que du fonctionnement de la citation montaignienne. Tout en évoquant donc des champs familiers aux spécialistes de Montaigne, les analyses proposées ici représentent une manière peu habituelle de lire les "Essais", visant à capter la pluralité des perspectives dans ce texte déconcertant.
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Daig, Ute. "NO-vermittelte Effekte der Aminosäure L-Arginin auf die TGF-beta-Überexpression im Modell der akuten Anti-Thy-1-Glomerulonephritis". Doctoral thesis, Humboldt-Universität zu Berlin, Medizinische Fakultät - Universitätsklinikum Charité, 2005. http://dx.doi.org/10.18452/15329.

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Resumen
Hintergrund. L-Arginin spielt eine komplexe Rolle in der renalen Matrixexpansion, eingeschlossen der endogene Stoffwechsel der Aminosäure in Stickoxid (NO), Polyamine, L-Prolin und Agmatin. Bei Ratten mit einer induzierten Anti-Thy1-Glomerulonephritis (GN) ist gezeigt worden, dass die diätetische Gabe von L-Arginin die Überproduktion von transforming growth factor (TGF)-beta sowie die Matrixakkumulation limitieren konnte. Die vorliegende Studie testet die Hypothese, dass die günstigen Effekte auf die Überexpression von TGF-beta in vivo durch die Generierung von NO vermittelt wird. Methoden. Einen Tag nach Induktion einer Anti-Thy-1-Glomerulonephritis wurden männliche Wistar Ratten, die mit normal proteinhaltigen Futter ernährt worden sind, in die folgenden Gruppen zugeordnet worden: (1) normale Kontrollen; (2) GN; (3) GN-Arg [plus 500 mg L-Arginin/die]; (4) GN-Arg-NAME [plus 500 mg L-Arginin/die und 75 mg/die des NO-Synthase-Inhibitors Nitro-L-Arginin-Methyl-Ester (L-NAME) im Trinkwasser] und (5) GN-Molsi [plus 10 mg/die des NO-Donors Molsidomin]. In Versuchsprotokoll 1 wurde die Behandlung bis Tag 7, in Protokoll 2 bis Tag 12 nach Induktion der Glomerulonephritis durchgeführt. Analysiert wurden die Daten des systolischen Blutdrucks, die histologische glomeruläre Matrixexpansion, die Proteinurie sowie die glomeruläre mRNA- und Protein-Expression des Schlüsselfibrogens TGF-beta, des Matrixproteins Fibronektin und des Protease-Inhibitors Plasminogen-Aktivator-Inhibitor Typ 1(PAI-1). Ergebnisse. Die Blutdruckwerte zeigten sich normal in unbehandelten Anti-Thy-1-Tieren und nicht signifikant beeinflusst durch eine der Behandlungen. Verglichen mit unbehandelten, nephritischen Ratten, reduzierten die Gabe von L-Arginin sowie von Molsidomin signifikant die glomeruläre TGF-beta Überexpression und auch in ähnlichem Mass in beiden Studienprotokollen. Die günstigen Effekte von L-Arginin wurden durch gleichzeitige Blockade der NOS-Synthese mit L-NAME aufgehoben. Die glomeruläre Matrixakkumulation, Fibronektin und PAI-1 mRNA- und Protein-Expression folgten eng der TGF-beta-Expression. Die Proteinurie wurde durch keine der Behandlungen signifikant beeinflusst.Schlussfolgerung. Die vorliegende Studie zeigt, dass die antifibrotischen Effekte der Aminosäure L-Arginin in der normotensiven Anti-Thy-1-Glomerulonephritis der Ratte hauptsächlich über die endogene Produktion von NO vermittelt werden. Diese Daten lassen vermuten, dass NO in vivo die TGF-beta-Überexpression auf einem blutdruck-unabhängigen Weg limitiert und dass NO-Donoren sich günstig in der Behandlung von menschlichen fibrotischen Nierenerkrankungen auswirken könnten.
Background. L-arginine olays a complex role in renal matrix expansion, involving endogenous metabolism into nitric oxide (NO), polyamines, L-prolin and agmatine. Supplementing dietary L-arginine intake has been shown to limit transforming growth factor (TGF)-beta1 overproduction and matrix accumulation in rats with induced anti-thy1 glomerulonephritis (GN). The present study tests the hypothesis that this beneficial effect on in vivo TGF-beta overproduction is mediated via the generation of NO. Methods. One day after inducion of anti-thy1 GN, male wistar rats fed a normal protein diet were assigned to the following groups: (1) normal controls; (2) GN; (3) GN-Arg [plus 500 mg L-arginine/day]; (4) GN-Arg-NAME [plus 500 mg L-arginine/day and 75 mg/day of the NO synthase inhibitor nitro-L-arginine-methyl ester (L-NAME) in the drinking water] and (5) GN-Molsi [plus 10 mg/day of the NO donor molsidomine]. In protocol 1, treatment lasted until day 7 and in protocol 2 until day 12 after disease induction, respectively. Analysis included systolic blood pressure, proteinuria, a glomerular histologic matrix score and the glomerular mRNA and protein expression of the key fibrogen TGF-beta1, the matrix protein fibronectin and the protease inhibitor plasminogen activator inhibitor type 1 (PAI-1). Results. Blood pressure was normal in untreated anti-thy1 animals and not significantly affected by any of the treatments. Compared to nephritic rats, administration of both L-arginine and molsidomine reduced glomerular TGF-beta1 overexpression significantly and to a similar degree in both protocols, while the beneficial effect of L-arginine was abolished by concomitant NO synthesis inhibition. Glomerular matrix accumulation, fibronectin and PAI-1 mRNA and protein expression cloxely followed the expression of TGF-beta1. Proteinuria was not significantly affected by any treatment. Conclusion. The present study shows that L-arginine´s antifibrotic action in normothensive anti-thy1 GN is mainly mediated by endogenous production of NO. The data suggest that NO limits in vivo TGF-beta overexpression in a pressur-independent manner and that NO donors may be of benefit in the treatment of human fibrotic renal disease.
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Eichler, Ernst y Hans Walther. "Historisches Ortsnamenbuch von Sachsen / Band I: A - L". Akademie Verlag, 2001. https://slub.qucosa.de/id/qucosa%3A15829.

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Das vorliegende dreibändige Werk stellt die Entwicklungsgeschichte von ca. 5300 Siedlungsnamen (einschließlich der Wüstungsnamen) dar, die in den Grenzen des heutigen Freistaates Sachsen überliefert wurden. Hinzu kommt der Namenbestand des thüringischen Kreises Altenburg (Altenburger Land), der siedlungs- und territorialgeschichtlich jahrhundertelang zum ehemaligen Reichsterritorium Pleißenland (in Westsachsen) und zum wettinischen Territorialstaat gehörte. Die schriftliche Überlieferung der Namen von Siedlungsplätzen im Raum östlich der Saale beginnt – abgesehen von seltenen Ausnahmen der fränkischen Zeit – mit der Errichtung der deutschen Oberherrschaft über das seit etwa 600 von (Alt-)Sorben besiedelte ostsaalisch-ostelbische Gebiet durch König Heinrich I. in den Jahren 929/930. Rund 60% der sächsischen Ortsnamen sind slawischer Herkunft, wobei dieses Sprachgut in der Mehrheit nicht von Slawen, sondern von Deutschen aufgezeichnet wurde. In den ersten beiden Bänden wird die in einer möglichst lückenlosen Belegkette erfasste Geschichte jedes einzelnen Namens dargestellt: von den ältesten urkundlich tradierten Schreibungen über die Entwicklung seiner weiteren Formen bis zur heutigen Gestalt einschließlich seiner mundartlichen Lautung. Geboten werden Informationen zu Herkunft, Wortbildung, Etymologie und Typologie, zu sprachgeschichtlichen Sachverhalten, Problemen der Integration slawischer (altsorbischer) Toponyme ins Deutsche sowie zu soziolinguistischen Merkmalen der Siedlungsbenennungen. Der dritte Band enthält neben dem Apparat auswertende Register, die das lexikalische Material detailliert erschließen. Das „Historische Ortsnamenbuch von Sachsen“ erschien als Band 21 der Schriftenreihe „Quellen und Forschungen zur sächsischen Geschichte“.:Vorwort Einführung 1 Zur Forschungsgeschichte 2 Namenüberlieferung und historische Quellen 2.1 Quellenübersicht 2.2 Quellenkritik 3 Historische Sichtung und geographische Verbreitung der Ortsnamen 4 Entwicklung der Ortsnamen 4.1 Entwicklung der altsorbischen Namen vor ihrer Eindeutschung zum Ansatz altsorbischer Grundformen 4.2 Die Namen als Zeugnisse der deutschen Sprachgeschichte 4.2.1 Namenlautung und Namenschreibung 4.2.2 Namenstrukturen und Namensemantik 4.3 Entlehnungserscheinungen: Lautersatz und Mischnamen 4.4 Soziolinguistische Merkmale der Siedlungsbenennungen Namenbuch Anlage der Namenartikel [A–L] Freistaat Sachsen. Übersichtskarte
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Turk, Sofia <1985&gt. "The defensive system of the late Roman limes between Germania Secunda and Britannia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1519.

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Ramirez, Caro Maria Isabel. "Establishment of Arbuscular Mycorrhizal Fungi (AMF) on micropropagated teak (Tectona grandis L. F.)". Thesis, Edith Cowan University, Research Online, Perth, Western Australia, 2014. https://ro.ecu.edu.au/theses/1527.

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Improvement of root production and ability to establish mycorrhizas from different Arbuscular Mycorrhizal Fungi (AMF) inoculum sources on two micropropagated teak (Tectona grandis L. f.) clones was examined at the acclimatisation phase. Teak shoots were maintained on a multiplication medium containing Murashige and Skoog (MS) nutrients and organics, 30 g L-1 sucrose, 0.5 μM benzyl amino purine, 0.5 μM kinetin, 2.5 g L-1 agar, 2.5 g L-1 gelrite and pH 5.8. After 35 days shoots were exposed to a rooting medium (RM) containing ¼ strength MS macronutrients, ½ strength MS iron, full strength MS micronutrients, and 20 g L-1 sucrose, 2.5 g L-1 agar, 2.5 g L-1 gelrite and pH 5.5. This RM was supplemented with indole-3-butyric acid (IBA) ranging between 0 – 160 μM to evaluate the most suitable IBA concentration for producing roots without affecting survival and growth in soil. Minimum and maximum times of exposure to IBA were also examined for periods from 4 to 28 days. Rooting in vitro, using soils made by combining sand:perlite (1:1, v/v), sand:peat (1:1, v/v), sand:peat:perlite (1:1:1, v/v/v) and agar, were also investigated as mycorrhization in vitro was pursued. Rooted teak plants were inoculated with isolated AMF spores, or inoculum product, or soil-based inoculum. It was determined that exposure to IBA between 40 and 80 μM for 8 days, followed by transfer to RM without IBA for another 14 to 28 days, induced the most roots. Higher auxin concentrations (160 μM) did not produce more roots but decreased survival after transfer to soil. Rooting in vitro using pasteurised soils produced rooted plantlets with shorter roots than those produced on a solidified agar medium, but the plants were small and the roots did not develop so rooting ex vitro was adopted. Plants grown in inoculum comprising isolated spores showed significant differences in growth, although there were no visible features of AMF establishment. Similarly, plants grown with an unprocessed inoculum product showed hyphal development, but there were no arbuscules or vesicles evident. In contrast, 100% of the plants grown in an Australian organic farming soil treatment were colonized with AMF, and arbuscules, vesicles, spores and intra and extraradical hyphae formed. The latter plants were taller and had larger root surface areas than the other treatments after 20 weeks of acclimatisation. Surprisingly, mycorrhization was achieved despite a reasonable level of phosphorus in the soil. Variation in clone responses was also recorded. One of the clones, T201, showed a low multiplication rate and was less responsive to all treatments. Early mycorrhization of teak plantlets might provide advantages when transferring the plantlets to the field; for example early mycorrhization might reduce transplant shock, reduce the need for inorganic fertilizers, and the extraradical mycelium could help populate the soil with AMF. Increased growth and root area found in this research cannot be solely explained by mycorrhizal establishment; it could also be a result of nutrients in the soil. Standardised rooting and mycorrhization protocols were developed for teak, but these could also be applied or adapted for other forest trees.
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Da, Silva Queiroz Francoise <1979&gt. "L'"ENGAGEMENT" DEI RESIDENTI NELLA E-GOVERNANCE DEL TURISMO NELLA CITTA' DI VENEZIA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15529.

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L'idea centrale di questo lavoro è che la governance è una corrente teorica la quale, rappresentando un nuovo approccio di governo a supporto della crescente complessità della gestione delle destinazioni turistiche, assume un senso importante nel riflettere su come gestire il turismo urbano, con la partecipazione di tutti gli stakeholder nel momento di disegnare, pianificare, attuare e valutare la politica del turismo per soddisfare obiettivi comuni. L'obiettivo generale di questa ricerca, quindi, è quello di avanzare nello studio della governance del turismo. Inoltre, in questo lavoro, abbiamo proposto non solo di affrontare lo studio della governance delle destinazioni turistiche urbane, ma per farlo si è proceduto alla costruzione di un modello di analisi esplorativa che ha definito una serie di indicatori qualitativi per conoscere la misura in cui la città di Venezia si sta avvalendo del suo sito web ufficiale per promuovere la governance. La decisione di approfondire lo studio della governance del turismo, a partire dalla analisi della e-governance, è giustificato nella misura in cui crediamo che Internet sia uno strumento interessante per stimolare la partecipazione degli stakeholder, ma soprattutto perché permette di includere agenti meno tradizionali nella gestione del turismo, vale a dire i residenti, gli artisti, le piccole imprese e le associazioni. In questo senso, è nostro obiettivo delineare la governance del turismo urbano in ciò che meno si conosce, partendo da un modello generico-progressivo per l'analisi della governance ed avanzando verso l’engagement dei residenti nel processo di governance.
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Haan, Bertrand. "Les relations diplomatiques entre Charles Quint, Philippe II et la France au temps de la paix du Cateau-Cambrésis (1555-1570) : l'expérience de l'"amitié"". Versailles-St Quentin en Yvelines, 2006. http://www.theses.fr/2006VERS009S.

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Ce travail a pour objet de contribuer à une redéfinition de la nature des relations entre souverains sous l’Ancien Régime – volontiers assimilées aux relations internationales contemporaines –, par l’étude des formes que prend un rapprochement diplomatique. Un terme, qui n’a guère suscité d’intérêt, désigne en effet les liens entre princes lorsqu’ils sont alliés : l’« amitié ». Seule une analyse minutieuse du langage et des pratiques politiques anciennes, fondée sur les correspondances diplomatiques, permet de révéler toutes les facettes de cette notion. Dans un domaine où le pragmatisme prévaut, on a privilégié une étude de cas pratique à une approche purement théorique, en considérant la réconciliation puis l’alliance d’une décennie entre des souverains qui apparaissent comme des rivaux irréductibles, les rois d’Espagne et de France. Tels qu’ils se révèlent au milieu du XVIe siècle, les liens d’« amitié » présentent un fort caractère familial et personnel, nécessitant un engagement constamment renouvelé. L’« amitié » a aussi ses règles propres. Les sentiments qu’elle suppose doivent être affichés avec effusion et les obligations auxquelles elle engage, remplies à la lettre. Elle comporte, en effet, le respect d’un code de conduite fondé sur l’entraide et la réciprocité. Conseiller, informer de ses intentions, fournir une aide militaire, s’abstenir de tout acte ouvertement hostile : voilà les principaux témoignages que fournissent les deux alliés de leur volonté de préserver des relations privilégiées au cours des années 1560. Enfin, l’« amitié » ouvre la voie à la réalisation des idéaux propres à la chrétienté médiévale et moderne : l’instauration d’une paix générale et le rétablissement de l’unité de la foi. Même si elle a, dans la pratique, un impact limité et ne peut subsister que si les deux parties y trouvent leur intérêt, l’« amitié » entre princes est donc, dans l’esprit, subtilement mais fondamentalement différente d’une alliance entre États
The main purpose of this thesis is to contribute to a new definition of the nature of relationship between sovereigns during Modern Europe – usually considered as contemporary international relationship – through study of forms taken by diplomatic alliances. One term refers to links between princes when they are allied : “friendship”. A thorough analysis of language and political practice, based on diplomatic letters, is the best way to show all the aspects of this notion. When pragmatism gets first, a practical study was prefered to a purely theorical approach, considering reconciliation, then alliance during a decade between sovereigns who appear as out-and-out rivals, the Kings of Spain of France. As it appears in the middle of the 16th century, the friendship link is strongly familial and personal, which needs a permanently renewed engagement. “Friendship” has also its own rules. It supposes feelings must appear sincere and its engagement, honoured, as it is founded on a principle of reciprocity. Advising, giving information, affording military help, commiting no frontly hostile act, these are evidences mainly given by the two allies for they will to preserve the special relationship during the 1560’. In the end, “friendship” opens way to realizing ideals of medieval and modern Christendom : instauring global peace and restauring unity of faithThough it has a virtually limited impact and can’t exist without any interest of both parts, “friendship” between princes, in its principle, in a subtle but fundamental way is not an alliance between States
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Ceccon, Enrica Annamaria <1985&gt. "I concorsi di architettura all'Accademia di Belle Arti di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1549.

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La tesi tratta dei concorsi di architettura banditi all’Accademia di Belle Arti di Venezia nella seconda metà del Settecento. Nella prima parte si introduce l’istituzione dell’Accademia con una panoramica generale sulla sua struttura, attività e iniziale ubicazione. Nella seconda parte verranno esaminati i concorsi. Inizialmente saranno presentati i concorsi della classe di disegno del nudo per cominciare a comprendere le loro modalità di organizzazione; successivamente verranno analizzati i concorsi di architettura, soffermandosi sui regolamenti, i concorrenti, le votazioni e i premi. L’elaborato sarà completato dalle schede dei disegni e da un’appendice documentaria.
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Sbarzaglia, Marina <1989&gt. "L'archetipo della Grande Madre sulla scena teatrale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15209.

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La Grande Madre è un’immagine archetipica, una figura di femminilità ancestrale che si manifesta nella psiche e nella vita del genere umano sin dagli albori. La sua immagine emerge dal mito e percorre i secoli insinuandosi nell’immaginario collettivo, incarnandosi nei personaggi femminili generati dalla creazione artistica. Anche il teatro accoglie l’archetipo della Grande Madre: partendo dalle donne della tragedia greca, i caratteri archetipici si mantengono, con sfumature diverse, fino al melodramma ottocentesco.
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Truscia, Roberta <1994&gt. "Penélope tejiendo su existencia en Ítaca de Francisca Aguirre". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15219.

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A través del poema largo de Francisca Aguirre, Ítaca, mi tesis se propone analizar la posibilidad de que la versión de Penélope, símbolo de fidelidad conyugal desde siempre, se pueda considerar feminista a pesar de que la intención de la poeta no haya sido crear una obra de este tipo. La obra se divide en dos partes: en la primera, Penélope espera a Ulises; en la segunda, se describe el periodo sucesivo al regreso de él: Francisca Aguirre parece mostrar que, en tiempo de guerra, una mujer que está obligada a esperar al marido o a los hijos no depende emocionalmente solo de esa espera y de ese dolor ni, después del regreso, ella depende solo de la felicidad que el regreso provoca. En otras palabras, las mujeres nunca se sintieron simplemente esposas o madres de hijos o, por lo menos, esto nos da a entender Francisca Aguirre cuando su Penélope habla de la vida, de la muerte, de la verdad o de dios. Estas son cuestiones existenciales que alejan a Penélope del modelo y la acercan a Francisca Aguirre, cuya voz se enlaza a menudo con la de la reina; a todas las mujeres que además de esperar a un hombre y amarlo, aman la vida; y, por último, a todo ser humano que conozca la experiencia del absurdo y que, sin embargo, tenga una esperanza que lo anima a seguir.
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Spader, Selena <1992&gt. "Luca di Leida nell’Italia del XVI secolo. La ricezione critica e la fortuna artistica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15290.

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Lo studio ha come soggetto la ricezione dell’opera grafica di Luca di Leida nell’Italia del XVI secolo. Si è tentata una prima e parziale catalogazione della letteratura artistica italiana che ha trattato di questo incisore neerlandese, prendendo in considerazione gli scritti entro il 1568 – anno di pubblicazione dell’edizione giuntina delle Vite vasariane, che fisserà un perentorio turning point sul giudizio generale di questo artista. Si è quindi proceduto all’analisi e al commento di tali fonti scritte, presentate in ordine cronologico, per osservare i caratteri della fortuna critica che ha coinvolto l’incisore. Si sono poi analizzate le riprese della produzione incisoria di questo autore nell’ambito pittorico, a riprova del successo goduto dai suoi motivi figurativi, che è stato precocissimo e durevole lungo l’intero secolo: viene dunque riepilogata l’opera di artisti centro-italiani – tra cui Raffaello, Andrea del Sarto, il Pontormo e il Bachiacca – da tempo riconosciuta dagli studiosi, ma sono state individuate anche sue citazioni da parte di artisti veneti, rese qui note per la prima volta. Questo lavoro – che fissa dei contorni netti sia in termini cronologici che geografici – ha l’obiettivo di individuare tempi e modalità di ricezione nel panorama italiano del Cinquecento, mostrando come la fortuna in ambito artistico abbia preceduto la ricezione critica e presentando il contorno di una figura che per la prima volta viene indagata nelle sue relazioni con l’Italia e che ha ancora molto da rivelare.
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Hoffmann, Toni. "Cloning and characterisation of the HMA3 gene and its promoter from Arabidopsis halleri (L.) O'Kane and Al'Shehbaz and Arabidopsis thaliana (L.) Heynhold". Phd thesis, kostenfrei, 2007. http://opus.kobv.de/ubp/volltexte/2007/1525/.

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Da, Ros Giulia <1992&gt. "Cómic y glotodidáctica: un enfoque en alumnos con Dificultades Específicas de Aprendizaje". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15249.

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Abstract italiano: L’obiettivo di questo studio è quello di esplorare il fumetto come strumento didattico nell’insegnamento delle lingue straniere, prestando particolare attenzione agli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Dopo una breve panoramica per chiarire il significato del fumetto, identificarne le caratteristiche e il suo impiego nella didattica, l’elaborato inquadra la questione dei DSA e le sue implicazioni nell’educazione linguistica, mettendo in luce le potenzialità del fumetto nello sviluppo dell’abilità di scrittura, nell’ottica di una didattica inclusiva. A seguito di questo inquadramento teorico, si presenta un’attività di didattizzazione del fumetto, proposta ad una classe di Scuola Secondaria di primo grado, che focalizza lo sviluppo della produzione scritta in lingua spagnola. Abstract spagnolo: El objetivo de este estudio es explorar el cómic como herramienta didáctica en el enseñamiento de las lenguas extranjeras, prestando especial atención a los alumnos con Dificultades Específicas de Aprendizaje (DEA). Después de un breve resumen para aclarar el significado del cómic, identificar sus características y su empleo en la didáctica, el trabajo enmarca la cuestión de los DEA y sus implicaciones en la educación lingüística, destacando las potencialidades del cómic en el desarrollo de la habilidad de escritura, en la perspectiva de una didáctica inclusiva. A raíz de este marco teórico, presentamos una actividad de didactización del cómic, propuesta a un grupo de estudiantes de la Escuela Secundaria de primer grado, que enfoca el desarrollo de la producción escrita en español.
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Nercessian, Eric. "Formation de molécules interstellaires : observations millimétriques et modélisations de sources moléculaires : [thèse en partie soutenue sur un ensemble de travaux]". Phd thesis, Grenoble 1, 1987. http://www.theses.fr/1987GRE10107.

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Une simulation numerique resolvant les equations cinetiques de la chimie des especes moleculaires interstellaires et des observations millimetriques effectuees sur pom1 ont permis: - l'etude de la correlation **(13)co/av dans 2 nuages sombres (l 1506 et l 1529) du complexe du taureau; - la modelisation d'un nuage moleculaire moyennement dense; - l'etude de la chimie de l'azote dans les enveloppes circumstellaires oxygenees
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Milloni, Serena <1977&gt. "La Spagna contadina e proletaria a confronto nelle opere di denuncia di Vicente Blasco Ibanez e Pio Baroja". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1527/1/LA_SPAGNA_CONTADINA_E_PROLETARIA_A_CONFRONTO_NELLE_OPERE_DI_DENUNCIA_DI_VICENTE_BLASCO_IB%C3%81%C3%91EZ_E_P%C3%8DO_BAROJA.pdf.

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Urbano, Francesca. "Alterazioni secretorie nel diabete. Oltre l'insulina: ruolo delle alfa cellule pancreatiche e delle L cellule intestinali". Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1528.

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L introduzione nella pratica clinica delle incretine ha rappresentato una significativa innovazione nel trattamento del Diabete Mellito di Tipo 2. Il loro più esteso impiego ha messo in evidenza nuovi quesiti che meritano indagini più approfondite. La nostra ricerca si è focalizzata sull analisi dell azione del GLP-1 a livello dell isola pancreatica, con particolare attenzione all alfa cellula e sulla valutazione dell ipotesi per cui fattori ambientali, quali per esempio la glucotossicità, possano essere la causa della disfunzione a carico del sistema incretinico osservata in corso di diabete. Il DMT2 è una malattia a eziopatogenesi eterogenea, caratterizzata da una diminuita sensibilità all azione insulinica dei tessuti periferici, difetti della secrezione insulinica da parte della beta cellula pancreatica, alterazioni funzionali dell alfa cellula e degli ormoni incretinici. Queste alterazioni forniscono il razionale per un intervento terapeutico basato sul ripristino di equilibrate concentrazioni di insulina e glucagone mediante l impiego di agonisti del recettore del GLP-1 o inibitori del DPP-IV. L infusione di GLP-1 è in grado di normalizzare la glicemia potenziando la secrezione insulinica ed inibendo quella di glucagone. Noi abbiamo studiato gli effetti di un trattatamento cronico con GLP-1 in dettaglio sull alfa celllula pancreatica e sulla secrezione di glucagone. I nostri dati, inoltre, forniscono evidenza che tali effetti si verificano mediante meccanismi diretti attraverso specifici recettori per il GLP-1 posti sulla membrana plasmatica delle alfa cellule. Ma l aspetto più originale dei nostri risultati riguarda la dimostrazione che l esposizione cronica al GLP-1 sia capace di amplificare la produzione insulare di GLP-1. Non è stato totalmente chiarito se un difetto di secrezione e/o azione delle incretine abbia un ruolo primario nella fisiopatolgia del DMT2 o se invece sia secondario alle alterazioni metaboliche presenti nella patologia. Molteplici studi hanno evidenziato che le alterazioni ormonali a carico dell asse incretinico possono essere secondarie ai difetti dell omeostasi glucidica ed i dati ottenuti nei nostri studi sulla linea murina di L cellule GLUTag confermano l ipotesi per cui alterazioni metaboliche, secondarie all instaurarsi del diabete, siano responsabili del compromesso effetto incretinico tipico della patologia. Nel nostro modello, lo stato di iperglicemia cronica, simulata mediante trattamento prolungato con alti livelli di glucosio, è causa di una sensibile riduzione della risposta secretoria agli stimoli acuti dei nutrienti. Tale effetto si associa ad una disfunzione del metabolismo mitocondriale. Come già osservato in modelli di alfa e beta cellule pancreatiche, le alterazioni a carico del macchinario metabolico, dovute peraltro ad una condizione di tossicità cronica da metaboliti, conducono ad un alterazione funzionale anche nelle L cellule intestinali. Tale disfunzionalità si esplica in una ridotta secrezione di GLP-1. Tale difetto potrebbe essere uno degli elementi all origine dell alterazione dell effetto incretinico in pazienti affetti da DMT2. Le terapie sinora sviluppate mirano unicamente a prolungare il mantenimento del GLP-1 in circolo; alla luce dei dati da noi acquisiti una diretta evoluzione in tal senso potrebbe consistere nel valutare l eventuale modulazione della produzione/secrezione di GLP-1 in situ direttamente da parte delle stesse L cellule. Le informazioni riguardanti le alterazioni metaboliche a monte della disfunzione delle L cellule diventano di fondamentale importanza perché forniscono utili spunti per sviluppare strategie terapeutiche che si approccino alla patofisiologia del diabete in maniera innovativa, mirando cioè ad ottenere una maggiore quantità di GLP-1 circolante mediante la modulazione fisiologica della sua produzione in situ.
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Citera, Emanuela. "La ceramica arcaica dai contesti di Poseidonia. Produzioni, tipologie e funzioni". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/1519.

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2010 - 2011
Poseidonia-­‐Paestum, per l’intensa attività di ricerca svolta dalla Soprintendenza archeologica in collaborazione con Istituiti e Università italiane e straniere, è una delle colonie della Magna Grecia meglio conosciute grazie ai numerosi studi incentrati su vari aspetti della città, dall’impianto urbanistico all’organizzazione della chora, alle aree sacre, all’ideologia funeraria, alle pitture funerarie e alle emissioni monetali. Oggetto della ricerca è stato lo studio della ceramica databile fra gli inizi del VI e la metà del V sec. a.C al fine di offrirne un’analisi sistematica, finalizzata a fissare produzioni, sequenze tipologiche orientate cronologicamente, comprendere e definire forme e modi della specificità culturale di Poseidonia attraverso l’analisi dei contesti funerari e le testimonianze mobili provenienti dai santuari e dai livelli urbani. La ricerca ha avuto inizio con la messa in sistema di tutti i dati editi, il cui censimento ha consentito di delineare un primo quadro delle ceramiche di età arcaica, a cui sono stati aggiunti gli elementi ricavati dall’analisi autoptica di alcuni contesti significativi, che hanno permesso non solo di ampliare lo stato delle conoscenze, ma di puntualizzare morfologie e cronologie degli oggetti al fine di disporre di una serrata griglia cronologica di riferimento. L’analisi filologica delle forme ceramiche attestate per ogni classe, è stata affrontata separatamente per le importazioni e le produzioni locali; per queste ultime la tipologia utilizzata è stata basata su un sistema aperto, organizzato in senso gerarchico, dal generale al particolare, in cui i diversi livelli di approfondimento sono indicati da codici alfabetici e numerici. I dati sono stati organizzati e commentati in base ad una sequenza cronologica delle classi e delle forme, volta a presentare un quadro complessivo degli elementi esaminati e documentati per l’orizzonte cronologico compreso tra la fondazione della città e la metà del V sec. a.C.; infine grazie alla messa in sistema dei dati disponibili, è stato delineato il quadro delle funzioni delle principali forme ceramiche nei contesti di rinvenimento, prevalentemente necropoli e santuari. [a cura dell'Autore]
X n.s.
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Cengia, Loredana <1964&gt. "HELIOPOLIS: MASR AL GADIDA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1526.

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HELIOPOLIS: IL NUOVO EGITTO. IL REGISTA INDIPENDENTE EGIZIANO AHMAD ABDALLA OFFRE UN RITRATTO DI COME UNO DEI QUARTIERI DEL CAIRO PIU' DIVERSI SOTTO IL PROFILO CULTURALE E' CAMBIATO NEL CORSO DEGLI ULTIMI ANNI
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Colonna, Roberta Maria <1993&gt. "Il “Virtual Museum of Iraq”: dal saccheggio dell'Iraq Museum di Baghdad alla creazione della sua proiezione comunicativa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15129.

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Obiettivo di questo contributo è quello di analizzare il lavoro di realizzazione del sito del Virtual Museum of Iraq e il suo ruolo nelle vicende che hanno visto protagonista l’istituzione irachena depredata durante la seconda guerra del Golfo del 2003, approfondire le relazioni intercorse tra gli artefici e le personalità internazionali coinvolte, nonché quello di studiare il suo proposito di ampliare la fruizione e la conoscenza dei beni trafugati e non ancora recuperati alla data di messa online del museo virtuale. Si delineerà, a tal fine, una panoramica sulla nascita e sulla storia dell'Iraq Museum di Baghdad e delle sue collezioni dalla sua fondazione alle guerre del Golfo, per poi ricostruire tutte le tragiche tappe che hanno segnato i momenti salienti dei saccheggi dell'aprile del 2003, tenendo presente il coinvolgimento e le responsabilità delle forze armate americane durante l’occupazione per poi illustrare e analizzare criticamente il ruolo della relativa legislazione interna ma soprattutto internazionale. Una volta chiariti i fondamentali antefatti, il focus si sposterà brevemente, per una dovuta premessa, sul concetto di digitalizzazione e su come questa possa essere applicata in molteplici casi, incluse situazioni particolari come quella del caso in questione, analizzandone alcuni aspetti peculiari a fronte di un mondo digitale sempre in continua evoluzione. Successivamente si procederà con l’analisi sistematica del progetto fulcro del lavoro, considerando ogni fattore che ha contribuito alla sua ideazione e allo sviluppo del progetto, dalle relazioni degli enti coinvolti all’ intervento di specialisti, caratterizzato da un assetto multitasking e finalizzato in particolar modo all’approccio didattico e alla comunicazione visuale delle collezioni in mancanza di una controparte fisica. Seguirà una parte critica, una retrospettiva sui risultati raggiunti dalla chiusura del progetto nel 2010, sul pubblico coinvolto, sulla risonanza mediatica e soprattutto su quanto è stato fatto e su quanto ci potrebbe essere ancora da fare in relazione ai nuovi sviluppi, tra i quali la riapertura del museo nel 2009. E proprio sui nuovi sviluppi si concluderà l’indagine, citando inevitabilmente quelli che sono alcuni dei momenti salienti della storia attuale dell’Iraq, ovvero l’insorgenza della minaccia di Daesh, i nuovi problemi e le nuove sfide legate al patrimonio e alla sua tutela nei paesi del vicino oriente, considerando il sempre crescente coinvolgimento delle forze sovranazionali quali l’UNESCO e le Nazioni Unite.
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Carletti, Irene <1993&gt. "Developing phonemic and phonological awareness in Italian EFL learners: a proposal of original and engaging teaching materials for primary school children". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15297.

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Several studies have suggested a correlation between phonological awareness skills and literacy development. The impact of phonemic and phonological awareness instruction in the L1, L2 and FL on a variety of learners has thus been increasingly investigated. However, phonological awareness instruction seems to be marginalized in foreign language teaching practices, especially in Italian EFL classrooms. The aim of the present research project was thus twofold. It primarily consisted of designing original phonemic and phonological awareness activities embedded in a narrative context that could be included in Italian primary three EFL curricula. Secondly, the effectiveness of the original teaching material was evaluated on typically developing Italian EFL learners. Four eight-year-old children were seen three times a week for seven weeks. Pre- and post-tests were administered in order to assess the impact of the activities on the participants’ phonemic and phonological awareness skills. The children were tested prior to and immediately after the instructional sessions, as well as three months after the conclusion of the study. Findings show that participants’ phonological and phonemic awareness skills improved and that their progress seemed to be long-lasting. The limits of the present study, along with suggestions for further research, are discussed.
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Memo, Francesca <1993&gt. "Choosing the FL/L2 teaching career: initial motivation of students of Italian Universities". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15298.

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After the mushrooming of studies and research about language students’ motivation, in the last decades language teachers’ motivation has started being investigated more thoroughly; however, some of its aspects remain for the most part unexplored, such as prospective teachers’ motivations to pursue the FL/L2 teaching career. Drawing from research studies on motivational matters carried out in various contexts, the present study sought to understand what motivates student enrolled in two Italian universities (Venice and Bologna) to prospect for and embark on a career as FL/L2 teachers. Moreover, the study aimed at understanding whether respondents’ personality traits correspond to those that, according to Holland’s theory about the personality-occupation compatibility, are held most compatible to the teaching career. 103 students were asked to complete an online questionnaire created by taking as example Watt & Richardson’s (2007) FIT-choice scale survey and adding elements drawn from Kyriacou & Kobori (1998), Kyriacou & Benmansour (1999) and Barnes (2005). Results showed that among the various personality codes of the prospective teachers in exam the most prominent are SOCIAL, INVESTIGATIVE and ARTISTIC, partly in line with those hypothesized by the leading theory. For what concerns their choice to teach the FL/L2, international posture is the leading motivational factor, followed by intrinsic value (passion for the FL/L2 and interest for the career) and social utility value (also known as altruistic motivation); such findings are in line with those revealed by most of teacher’s entry motivation literature carried out in western countries up to the moment.
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Martini, Silvia <1994&gt. "Implicación global del niño en el aprendizaje de una lengua". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15429.

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Existen numerosas hipótesis sobre los procesos de aprendizaje de una lengua segunda o extranjera. Las investigaciones sobre las representaciones cerebrales de las lenguas han probado que las áreas del cerebro que están implicadas en la elaboración de una lengua extranjera son más extensas que las que se activan en utilizar la lengua nativa, sobre todo si la competencia de esta lengua es medio-baja. Además las áreas que parecen activarse como complementos a las redes cerebrales naturales son las del hemisferio derecho. A partir de estas suposiciones podemos afirmar la importancia de la implicación de los factores emocionales y sensoriales en el proceso de aprendizaje de una lengua extranjera. A continuación de las conclusiones que acabamos de extraer, considero yo significativo el trabajo llevado a cabo por Josep Maria Artigal sobre la didáctica de las lenguas extranjeras para niños. Sus estudios se fundamentan en el hecho de implicar los alumnos como protagonistas en el proceso del aprendizaje, incluyendo todas sus capacidades cognitivas y motorias, sin dar excesiva importancia a los auxilios visuales a lo largo del proyecto didáctico. Por último, teniendo en cuenta todas las investigaciones realizadas sobre el tema y las propuestas presentadas por Artigal, quiero yo proponer mis personales consideraciones sobre el asunto. En concreto intento adaptar la metodología de Artigal según las necesidades de alumnos entre los 9 y los 11 años, basándome en mis experiencias laboriales dentro de la enseñanza de las lenguas en las escuelas.
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Paredes, Bertagnolli Elsa Maria. "Los caminos ecfrásticos de la palabra al borde de la visión: Valente, Durero y el «ovillo negro» de Interior con figuras". Doctoral thesis, University of Trento, 2015. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/1539/1/ParedesBertagnolli.pdf.

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Este trabajo analiza el territorio ecfrástico de la primera sección del poemario “Interior con figuras” de José Ángel Valente y la necesidad de su palabra de conquistar, sobre todo a través de un diálogo visceral con la pintura y el arte, un espacio interior de autoconocimiento cada vez más profundo. En particular, examina las imágenes y la simbología del oscuro poema “Una antigua representación” dedicado a la famosa obra “El caballero, la muerte y el diablo” de Durero. La larga historia generada por este grabado empieza en el siglo XVI y se transforma con el pasar del tiempo, de las distintas lecturas, de las reescrituras literarias y de las ideologías hasta alcanzar sus interpretaciones más extremas en los eslóganes propagandísticos del Tercer Reich: ¿por qué encuentra su lugar también en la poesía de Valente y bajo qué perspectiva es insertada? ¿Remite el poema a alguna tradición o a otras versiones literarias precedentes? ¿Por qué sus imágenes parecen imprescindibles para el descenso del poeta en el interior de su palabra? Como demuestran las fechas de composición de los poemas de “Interior con figuras”, para llegar a concebir “Territorio”, poema programático del entero poemario, Valente necesitó primero contemplar los objetos-talismanes de las pinturas de Luis Fernández, la material memoria de Antoni Tàpies, los sueños de Odilon Redon, el enigma de la mirada del ángel de la “Melancolía I” y los símbolos de esa “antigua representación” que encontró rescatada eternamente por un grabado de Durero, “El caballero, la muerte y el diablo”. Sólo entonces se abrió la visión consciente del territorio interior de su palabra: otredad, figuras solas y materia fracturada.
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Auda-Fraimout, Marianne. "L' "Uranologie" de Jean-Edouard du Monin : édition critique". Toulon, 1998. http://www.theses.fr/1998TOUL3001.

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Pasqualotto, Cristina <1993&gt. "Henry James, Two Countries or The Modern Warning An Essay in Translation". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15293.

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Coletti, Simone. "Sperimentazione di un nodo a quattro vie appartenente ad un sistema prefabbricato in cemento armato". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1519/.

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Zaccariotto, Giulia. "“In nulla parte alle antique inferiori di bellezza et arte” : le medaglie di Vittore Gambello detto Camelio (Venezia 1460-1527)". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/85783.

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Sacquegna, Maurizio. "Giovanni Matteo Asola (1524-1609) La Salmodia vespertina a più cori: Edizione critica". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3424670.

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La tesi costituisce l’edizione delle cinque salmodie policorali per il Vespro del musicista veronese Giovanni Matteo Asola (1524-1609), pubblicate tra il 1574 e il 1590. I salmi a due e tre cori dell’Asola, come in generale la sua vasta produzione, sono stati finora molto poco studiati e raramente eseguiti, nonostante egli sia l’autore più prolifico del suo tempo avendo pubblicato sessanta raccolte di musiche a stampa. Di conseguenza, oltre alle opere, anche la figura del compositore risultava priva di un profilo biografico aggiornato e sicuro. La trascrizione delle musiche si basa sulle fonti a stampa conservate in diversi archivi e biblioteche italiane e di altri paesi europei. Complessivamente, le raccolte recuperate contengono novantaquattro composizioni policorali, che intonano salmi, ma anche cantici e qualche invitatorio. Nella trascrizione sono stati adottati criteri di edizione filologici, aggiornati e condivisi dalla musicologia internazionale, ma in grado anche di assicurare a compagini corali e strumentali appositamente attrezzate la possibilità di leggere agevolmente ed eseguire con rigore le musiche. Sulla base dei dati forniti dagli elementi di natura stilistica emersi dalle trascrizioni musicali, è stata compilata una scheda analitica per ciascuna delle novantaquattro composizioni a due e tre cori di Giovanni Matteo Asola. Per tutte le composizioni le schede hanno la funzione di offrire agli studiosi e agli esecutori elementi utili di analisi e interpretazione relativamente ai seguenti campi: testimone, fonti concordanti, ristampe, forma del testo, forma della musica, intonazione salmodica, apparato critico, note alla musica, edizioni moderne, letteratura e osservazioni di carattere generale. Lo studio introduttivo contiene il profilo biografico aggiornato di Giovanni Matteo Asola, ricostruito attraverso una sistematica ricerca d’archivio volta a reperire la documentazione necessaria per ridisegnare con tratti compiuti e certi la vita e l’opera del musicista. Segue la descrizione della produzione dell’Asola, considerata anche attraverso i modelli e le fonti di ispirazione di cui il musicista si servì per le sue composizioni. La descrizione delle raccolte policorali per il Vespro, oltre a segnalare le istituzioni che conservano le fonti e permettere di conoscere l’organizzazione delle composizioni all’interno dei singoli testimoni, delle fonti concordanti e delle ristampe, fornisce la trascrizione delle lettere dedicatorie e degli indici. Infine, i dati musicali rivelati dalle schede analitiche sono discussi in relazione all’utilizzo delle intonazioni monodiche, dei modi liturgici, delle cadenze, delle modulazioni, del cantus firmus e delle figure retorico-musicali presenti nelle varie composizioni. Conclude lo studio introduttivo la rassegna delle altre edizioni moderne, poche e parziali, per un confronto sui criteri di edizione. Sono diversi i risultati raggiunti con questo progetto di ricerca: se analizzata con attenzione e nel suo insieme, la musica policorale composta dall’Asola tra il 1574 e il 1590 scandisce un percorso in cui il linguaggio del compositore, pur conservando la propria identità, evolve assimilando e integrando apporti mutuati da esperienze musicali diverse. Soprattutto durante gli anni trascorsi a Venezia, l’Asola venne a contatto diretto con le sfarzose intonazioni policorali prodotte per la cappella musicale di S. Marco. Egli non ha ignorato né rifiutato le conquiste di quello stile celebrativo e magniloquente, ma ha saputo ripensarlo e rielaborarlo all’interno di un linguaggio sempre sobrio e privo di eccessi, adatto al servizio della liturgia del Vespro. Anche in questo, egli dimostra di essere rimasto fedele al principio informatore di tutta la sua musica liturgica: una polifonia e una policoralità che non fossero di ostacolo alla piena comprensione della parola, nel rispetto delle direttive del Concilio di Trento.
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Lorenzin, Ruggero. "Francesco Zorzi Veneto - De harmonia mundi totius cantica tria (Venezia, 1525) - Teorie musicali e kabbalah". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3425263.

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Resumen
The work presents the results of the research project whose aim is to investigate the connection between the Renaissance music theory and the mathematical science; it takes into particular account the testimonies produced and collected in Veneto. In particular, the focus of the research is the link between the harmonic proportions, the numerology and the cabalistic symbolism contained in the treaty “Deh armonia mundi totius” by Francesco Zorzi, published in Venice, in 1525. The first section is focused on the work of Zorzi and on its musical sources, which have been identified through the perusing of “De harmonia mundi totius”. The analysis allowed to highlight a number of similarities and differences, which existed in the Venetian area in the16th Century, between the numerological system used by the traditional theory of music proportions and the Kabbalah. It has been verified how the numbers, used by the western culture to describe the tones and the tunes, can find symbolic and religious confirmations in the esoteric and mystical Hebraic teachings. So strong are these connections that they might provide the explanation for the universal order – in the duplex dimension of microcosm and macrocosm – and, therefore, stress the relation between music and the creative power of God. The passages of the treaty in which music is considered under this perspective are gathered in a specific appendix in which they are given both in Latin – the original language – and in Italian. The second section analyses the massive quantity of musical references, which can be found in “De harmonia mundi totius”, and which were examined by musicologists, but never with systematic criteria. Since Zorzi developed the theory of universal harmony from a philosophical, scientific and musical point of view, it has been of vital importance to determine the analogy with the Platonic and Pythagorean tradition. Particular attention has been paid to the fact that the position of the planets, the balance between the four elements (fire, water, air and earth), the numerical series, the geometrical figures and the bond between microcosm and macrocosm, appear to be following the same musical proportions. Moreover, the section describes the changes from the traditional musical theory to a new musical scale that followed a peculiar system of numerical series. Such is the originality of the relation between the cabalistic numerology and the musical proportions that the thesis analyses the connection established by the Kabbalah between every letter or word and the numerology. From the musicological point of view, De harmonia mundi totius is important because it offers many references to exoteric works such as Corpus Hemeticus, by Ermete Trismegito, De vita, by Ficino, and other texts connected with the cabalistic literature or the Bible tradition. As far as it is concerned, the iconographic elements from the Medieval tradition, such as the comparison between the mythological figures of the Muses and the Cherubs and Seraphs, can be studied following a new point of view. The investigation of the planets through musical scales, as far as the description of the “City of Light” through the musical concept of Apocalypse, were common at that time. Zorzi, though, crossed the boundaries and to explain these phenomena through a set of precise proportions connected one more time with the Kabbalah. The final section focuses on the correspondence between Zorzi’s theory and those of the distinguished Renaissance theorists, Franchino Garuffio and Gioseffo Zarlino. In particular, the section describes the analogies and the variances in treating the concepts of harmony and proportion. The research has been conducted through the constant consultation of the vast bibliography dedicated to Zorzi’s treaty and, from a musicological point of view, it has privileged the aspects concerning the musical repertoire and the executive praxis that characterised the period between the 15th and the 16th Century. As far as the connection between musical numerology and Kabbalah is concerned, the work aims to decode the complex system of calculations and iconographic correspondences, full of wisdom and even magical references, which represent the cornerstone of Francesco Zorzi’s theoretical system. The achieved results lead to the reevaluation of Zorzi’s figure as a music theorist. In fact, even though, from a certain point of view, De harmonia mundi totius aligns with the ancient and Medieval theories on consonances, it is evident that the author will is that of laying the foundations for the experimentation on the polyphonic language.
La tesi raccoglie i risultati del progetto di ricerca che ha avuto come obiettivo l’indagare i rapporti esistenti tra la teoria musicale rinascimentale e le scienze matematiche, considerando soprattutto le testimonianze prodotte in area veneta. In particolare, la riflessione si è concentrata sulle relazioni tra le proporzioni armoniche, la numerologia e la simbologia cabalistica contenute nel trattato di Francesco Zorzi De harmonia mundi totius, pubblicato a Venezia nel 1525. La prima sezione della tesi è dedicata all’opera dello Zorzi e alle sue fonti, specialmente a quelle di natura musicale che sono state individuate attraverso un’indagine analitica conseguente alla lettura e allo studio integrale del trattato De harmonia mundi totius. È stato così possibile enucleare una serie di analogie e divergenze presenti in area veneta nel secolo XVI tra il sistema numerologico utilizzato dalla teoria tradizionale delle proporzioni musicali e quello della kabbalah. In pratica, è stato verificato in quale misura i numeri utilizzati dalla cultura occidentale per descrivere gli intervalli e le consonanze musicali possano trovare precisi riscontri di ordine simbolico e religioso negli insegnamenti esoterici e mistici propri dell’ebraismo, fino a spiegare l’ordine dell’universo (nella duplice dimensione di macrocosmo e microcosmo) e, quindi, evidenziare sotto una nuova luce lo stretto rapporto che si voleva esistesse tra l’opera creatrice di Dio e la musica. In un’apposita appendice sono stati trascritti tutti i passi del trattato di Francesco Zorzi nei quali si parla di musica secondo questa prospettiva. Essi sono stati ordinati nell’originaria versione in lingua latina e nella traduzione in quella italiana, indicando per ognuno le fonti relative. La seconda sezione della tesi è dedicata all’analisi della ragguardevole quantità di riferimenti musicali disseminati nel trattato De harmonia mundi totius, ripetutamente presi in esame dai musicologi, mai però con criteri sistematici. Poiché lo Zorzi sviluppa la teoria dell’armonia universale da un punto di vista filosofico, scientifico e musicale che privilegia il linguaggio delle proporzioni, è stato prioritario stabilire i punti in comune con la tradizione platonica e pitagorica, con particolare riguardo per: l’utilizzo del linguaggio delle proporzioni musicali nella definizione della disposizione dei pianeti; il rapporto tra gli elementi naturali (terra, aria, acqua e fuoco), le serie numeriche e le figure geometriche; il legame del macrocosmo con il microcosmo, che si corrispondono secondo le medesime proporzioni musicali. Inoltre sono state illustrate le novità proposte dallo Zorzi rispetto alla teoria musicale tradizionale, in particolare il suo sistema di suddivisione della scala musicale e la sua rielaborazione del sistema delle serie numeriche. Risultando originale, per vari aspetti, anche l’accostamento che lo Zorzi propone tra la numerologia cabalistica e il linguaggio delle proporzioni musicali, si è cercato quindi di individuare e analizzare la natura del rapporto posto tra il valore numerico assegnato dalla kabbalah ad ogni lettera o parola e la numerologia delle serie musicali. Dal punto di vista musicologico, il trattato De harmonia mundi totius è importante anche per i numerosi riferimenti musicali ed organologici, che sono stati analizzati con attenzione per gli aspetti riconducibili in primo luogo a testi esoterici come il Corpus hermeticum di Ermete Trismegisto, alla letteratura cabalistica come il De vita del Ficino o, ancora, alla tradizione ebraica dei testi biblici. Considerati in questo contesto, assumono nuovi significati gli stessi elementi iconografici e organologici derivati dalla tradizione medievale, come l’accostamento delle figure mitologiche delle Muse a quelle delle schiere dei Cherubini o dei Serafini. Era consueto anche indagare i pianeti per mezzo degli intervalli musicali, come pure illustrare la «Città della luce» attraverso la visione musicale dell’Apocalisse, ma lo Zorzi si spinge oltre fino a descriverne le dimensioni attraverso precise proporzioni legate, ancora una volta, alla simbologia numerica della kabbalah. Considerato l’interesse che il trattato De harmonia mundi totius riserva alla teoria musicale e all’organologia, nella sezione conclusiva della tesi sono state indagate le corrispondenze esistenti tra le teorie dello Zorzi e quelle di alcuni tra i più autorevoli trattatisti del Rinascimento attivi in area veneta, quali Franchino Gaffurio e Gioseffo Zarlino. In particolare, sono stati verificati quali siano i punti in comune e le divergenze che intercorrono tra i vari teorici nella discussione dei concetti di armonia e proporzione, nell’interpretazione delle fonti iconografiche e nell’utilizzo delle testimonianze organologiche. La ricerca è stata sviluppata attraverso un costante confronto con l’ampia bibliografia dedicata al trattato di Francesco Zorzi e che, dal punto di vista musicologico, ha privilegiato gli aspetti che presentano un interesse prevalente per lo studio dei repertori musicali e la conoscenza della prassi esecutiva tra i secoli XV e XVI. Concentrandosi, invece, sul rapporto scarsamente indagato tra la numerologia della teoria musicale e quella cabbalitica, si è pervenuti a una decodificazione dei complessi calcoli numerici e delle corrispondenze simboliche e iconografiche, ricchi di rinvii sapienziali se non addirittura magici, che sono alla base del sistema teorico di Francesco Zorzi. È stata messa a fuoco l’originale rielaborazione della teoria delle proporzioni elaborata dal religioso veneziano attraverso un’abile combinazione di elementi matematici, costituiti dalla serie geometriche, aritmetiche e armoniche, e calcolo cabbalistico, fondato sulla permutazione, la duplicazione e il notariqon. I risultati ottenuti inducono a riconsiderare la figura di Francesco Zorzi come teorico musicale, superando gli schemi di lettura fin qui adottati. Infatti, se per certi aspetti il De harmonia mundi rimane in linea con la trattatistica antica e medievale, ora risulta alquanto evidente il proposito del suo autore di superare i limiti delle speculazioni tradizionali sulle consonanze e, più in generale, sull’armonia, nel tentativo di garantire delle basi scientifiche certe e aggiornate alle sperimentazioni del linguaggio polifonico.
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Al-Issawi, Mohammed Hamdan Edan. "The characterisation of the freezing damage response during flowering in European and Middle Eastern wheat cultivars (Triticum aestivum L.)". Thesis, University of Plymouth, 2013. http://hdl.handle.net/10026.1/1526.

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Wheat (Triticum aestivum L.) is occasionally exposed to low temperature during flowering and huge economic losses can occur especially in some key production countries such as Australia. Although it is generally predicted that there will be a rise in global temperature there are still predicted to be risks associated with low temperature for temperate crops. Post head emergence frost damage remains a major constraint to increasing wheat production. Five Iraqi varieties (Abu-Ghariab, Fatah, Sham6, IPA95 and IPA99) were screened for their frost hardiness (LT50). Abu-Ghariab was chosen for further investigations along with the European cv. Claire because the acclimated frost hardiness level in these two varieties (LT50 -8.07 and -8.01°C for Claire and Abu-Ghariab respectively) was found to be significantly lower than the other varieties in this study. Several techniques were employed including REC%, IR thermography and molecular analysis of cold acclimation in order to characterise the frost resistance of those two varieties. REC% revealed that both Claire and Abu-Ghariab could tolerate some freezing when the spikes were just visible (ZCK 51-60) with an acclimation shift of the LT50 of -1.6 and -2.11°C respectively but this was not apparent at later growth stages. Based on molecular analysis, cold acclimation was shown to be activated at ZCK 51-60 in both varieties. Cbf14 was expressed after 8 hours exposure to acclimatising temperatures (4°C) and then declined to a low, but still up-regulated level in both varieties and this led to expression of the COR15a protein. These molecular changes correlated with the frost tolerance recorded at ZCK 51-60. It was concluded that the possibility existed to up-regulate cold acclimation after spike emergence if there was enough environmental stimulus. Molybdenum (Mo) was demonstrated to work synergistically with low temperature in increasing the expression of Cbf14 and COR15a. The European wheat cv. Claire showed a higher capacity (-8.14°C) to be acclimated than Iraqi wheat (-7.40°C) under the effect of both Mo and acclimation temperatures. Mo alone increased the expression of Cbf14 in both varieties but did not increase the frost tolerance. Observations of ice nucleation using an infrared thermography (IR) revealed that supercooling is highly likely in spikes and some spikes avoided frost damage even when the temperature fell to -12°C. It was observed that the proportion of frozen spikes was 22.8% while the remainder supercooled. Spraying plants with distilled water was not effective in facilitating ice nucleation in wheat spikes. Observations also revealed that spikes that did freeze started freezing at temperatures of -4 to -5 °C close to temperature of the putative constitutive frost hardiness of un-acclimated wheat and it is suggested that this may reflect that many laboratory freezing experiments may not actually freeze until -5°C. The anthesis stage of wheat was found to be the most vulnerable stage and it needs to be given more attention in terms of research to up-regulate cold acclimation. Frost damage to wheat during flowering continues to be a serious problem in certain production areas and therefore continued effort in characterising and finding suitable solutions to this are imperative.
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Gatto, Francesco <1993&gt. "HOODED ROLE PLAYERS: Humor, Racism, and Representation of the Ku Klux Klan in US Culture". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15289.

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“BLACKkKLANSAM”, il nuovo film di Spike Lee, ha gettato una luce ironica sul Ku Klux Klan, riuscendo a ridicolizzare le idee e le convinzioni sulle quali il Klan si fonda, definendo gli affiliati al clan come persone rozze e bigotte, il cui unico scopo è quello di sbarazzarsi degli Afro-Americani, considerati persone inferiori rispetto alla cosiddetta “razza bianca”. Dopo una breve introduzione sullo humor, in cui viene spiegato il funzionamento di questa pratica, esaminerò l’umorismo e l’ironia all’interno delle rappresentazioni culturali del Ku Klux Klan. Attraverso l’utilizzo di fonti differenti, le quali includono libri, podcast, brevi video e film, dimostrerò come sia la parodia che l’ironia siano caratteristiche intrinseche al Klan, nonostante gli omicidi ed i linciaggi non sono, e non furono, affatto ironici.
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VALESE, FRANCESCO. "Ragioni metriche del Seicento. La metricologia italiana da Chiabrera a Mattei (1599-1695)". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1088226.

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La tesi esamina la trattatistica teorica relativa alla versificazione italiana prodotta tra l'edizione delle "Maniere de' versi toscani" di Gabriello Chiabrera (1599) e quella della "Teorica del verso volgare" di Loreto Mattei (1695). Il corpus indagato consiste in una quindicina di testi di varia natura (dialoghi, trattati, prefazioni, discorsi...) e dedicati a specifici aspetti prosodici o a più ampie trattazioni degli istituti metrici (come l'"Arte del verso italiano" di Tommaso Stigliani o la "Rhythmica" di Juan Caramuel): tali opere, pur mantenendo una forte continuità con la metricologia del Cinquecento, presentano anche vari motivi di novità, come ad esempio l'acquisizione teorica della poesia per musica.
The thesis examines the seventeenth-century treatises on Italian versification. The corpus consists of about fifteen texts dedicated to specific prosodic aspects or to broader analyses of metrical forms (such as Tommaso Stigliani's "Art of Italian Verse" or Juan Caramuel's "Rhythmica"): these works, while maintaining a strong continuity with sixteenth-century metricology, also present several novelties, such as the theoretical acquisition of poetry for music.
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Zavaglia, Cecilia. "Canzoni della Cupa - la terra duplice di Vinicio Capossela tra musica e racconto". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15239/.

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Il presente elaborato si propone di analizzare il mondo duplice del libro e film “Il Paese dei Coppoloni” e del disco “Canzoni della Cupa” di Vinicio Capossela. In queste tre opere Capossela compie un viaggio, un vero e proprio nostos, ritorno alla ricerca della propria identità, o come scrive: “per dare uno stortonome ai riavoli che tengo dentro”. Ma a cosa torna? Non torna in patria, al luogo in cui è nato, né a quello che lo ha visto crescere. Torna alla sua Heimat. Heimat è una parola tedesca che esprime un concetto intraducibile in italiano. Il suo significato è simile a “terra madre”, femminile, contrapposta a fatherland, la terra dei padri. Ma per Capossela Heimat, più che un luogo, è una sensazione di appartenenza (chi siete? A chi appartenete?), un sentimento di sentirsi a casa. Il nostos, da viaggio di ritorno alla patria, diventa in questo caso viaggio nella propria Heimat, un viaggio che valica i confini dello spazio e del tempo e si inabissa nell’intimo dell’errante, scoprendo una vera e propria geografia dell’anima, fatta di colline di storie, fiumi di sensazioni, boschi di volti. Si forma in ognuno di noi una terra interiore in cui si specchia la vita tutta e che tutta la vita sa contenere, senza limitazioni di sorta, fermando sull’anima le ore e chiamando a raccolta paesaggi diversi e lontani per farne la nostra “casa”. È fatta di tutto ciò che sentiamo profondamente nostro anche se non si può possedere, luoghi, persone, emozioni, profumi…È la terra dell’inconscio, che, secondo lo psicanalista Ignacio Matte Blanco, non segue la logica aristotelica della differenziazione e della divisione spaziotemporale, ma crea una logica propria di omogeneità di elementi appartenenti a categorie diverse, uniti dall’onirico (MATTE BLANCO, 2000: 346).
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