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1

Labanca, Nicola. "Settant'anni di "Italia contemporanea"". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 291 (enero de 2020): 9–13. http://dx.doi.org/10.3280/ic2019-291001.

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Redaelli, Paola. "Italia contemporanea. Covers (2021)". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 299 (octubre de 2022): 223–25. http://dx.doi.org/10.3280/icyearbook2021-oa012.

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Asquer, Enrica, Toni Rovatti, Alessandra Gissi y Alessio Gagliardi. "Foreword". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 299 (octubre de 2022): 5–6. http://dx.doi.org/10.3280/icyearbook2021-oa001.

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The second edition of our English-language "Yearbook", which we present here, consolidates the project launched over a year ago by the journal Italia contemporanea with the support of the Istituto Nazionale Ferruccio Parri and the publisher FrancoAngeli. With this new edition, the journal renews the practice of translating into English a selection of research articles and shorter discussion articles that the journal has published, in Italian, in the previous year. This initiative continues to represent a valuable form of transnational dissemination of the research and the historiographical and methodological debates that usually appear in the pages of Italia contemporanea. Indeed, the journal hopes to continue to make an innovative contribution to the project of making Italian historiography more competitive by overcoming the scarce global knowledge of its language and encouraging intellectual exchange with scholars of Italian history based abroad
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Ciglioni, Laura y Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Jean-François Sirinelli". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (febrero de 2022): 177–83. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002006.

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Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Jean-François Sirinelli.
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5

Ciglioni, Laura y Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Federico Romero". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (septiembre de 2020): 109–16. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001004.

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Resumen
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Federico Romero.
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Di Fabio, Laura. "Due democrazie, una sorveglianza comune. Note a margine di una ricerca". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 539–45. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173007.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice argomenta i motivi alla base del volume, da lei scritto, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), disegnandone un profilo.
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Labanca, Nicola. "Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298002.

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Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l'essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell'essere stato il più grande storico germanista dell'Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
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Canavero, Alfredo. "La storia religiosa contemporanea in Italia (1980-1993)". Anuario de Historia de la Iglesia 4 (14 de mayo de 2018): 307–30. http://dx.doi.org/10.15581/007.4.24938.

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Willson, Perry. ""Italia contemporanea" agli albori della storia delle donne". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 300 (noviembre de 2022): 17–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300002.

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Coco, Vittorio. "La polizia in Italia. Una storia complessa". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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Dipper, Christof. "La storia contemporanea in Italia vista dalla Germania. Un'istantanea". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 283 (mayo de 2017): 209–41. http://dx.doi.org/10.3280/ic283-oa1.

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Perry, Alan, Antonio Vitti y Roberta Morosini. "In Search of Italia: Saggi sulla cultura dell'Italia contemporanea". Italica 81, n.º 1 (1 de abril de 2004): 122. http://dx.doi.org/10.2307/27668893.

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della Redazione, A. cura. "Dal 1949 a oggi: "Italia contemporanea" nel dibattito storiografico". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 300 (noviembre de 2022): 13–16. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300001.

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Di Giorgio, Michele. "Per una polizia nuova: alcune riflessioni a margine di una ricerca". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 532–38. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173006.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume, da lui scritto, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), disegnandone un profilo.
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Camposano, Raffaele. "Storia della Polizia di Stato in Dura Lex sed Lex". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 523–31. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173005.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi spunti, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura Lex sed Lex. Storia e rappresentazione della polizia di Stato dal 1852 alla riforma del 1981, offrendone un profilo.
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Azzarelli, Andrea. "Per una storia delle polizie in epoca contemporanea. Alcune riflessioni a partire da due recenti volumi". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 546–55. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173008.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare il volume di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e il volume, curato da Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981.
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Antonielli, Livio. "Per una storia delle polizie in Italia in età contemporanea". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 521–22. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173004.

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La formula adottata per discutere i volumi è stata in qualche misura inusuale: si è chiesto a quattro relatori (Andrea Azzarelli, Vittorio Coco, Roberto Cornelli, Simona Mori) di intervenire liberamente su tutti o solo su alcuni dei libri; nel contempo si è domandato ad autori e curatori (Raffaele Camposano, Laura Di Fabio, Michele Di Giorgio, Nicola Labanca) di delineare ragioni e domande alla base dei rispettivi lavori. Un ristretto pubblico di invitati ha infine partecipato al vivace dibattito conclusivo. Si riportano qui i testi di sette degli otto interventi, essendosi trovato Nicola Labanca nell'impossibilità di fornire il proprio. Nello stesso tempo non si è proceduto alla trascrizione e inserimento della pur interessantissima discussione conclusiva.
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Cardoza, Anthony L. y Amelio Tagliaferri. "I ceti dirigenti in Italia in eta moderna e contemporanea". American Historical Review 91, n.º 2 (abril de 1986): 425. http://dx.doi.org/10.2307/1858232.

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Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Cornelli, Roberto. "Spunti dalla storia per una teoria della polizia". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 565–74. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173010.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra il 2018 e il 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave interdisciplinare, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Santi, Gualtiero de. "L'ordine del discorso. Gli influssi della cultura francese contemporanea in Italia". Quaderni d'italianistica 6, n.º 2 (1 de octubre de 1985): 193–216. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v6i2.11073.

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Chinazzi, Anna. "Homeschooling e cultura prefigurativa in Italia". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (noviembre de 2020): 367–82. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9489.

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Nonostante la consistente ricerca condotta dagli studiosi all'estero, poco è stato detto della pratica di homeschooling in Italia, dove sta diventando una scelta contemplata da diverse famiglie. Attraverso un approccio di tipo etnografico, l'autrice ha investigato le principali motivazioni e le etnoteorie parentali che influenzano questa scelta. L'istruzione parentale è un movimento eterogeneo, ma punti di contatto fondamentali sono ravvisabili in una specifica visione della responsabilità genitoriale e in un atteggiamento critico e riflessivo. I genitori vogliono promuovere l'autostima, la creatività e la curiosità dei propri figli in qualità di strumenti utili per affrontare un futuro opaco. Inoltre, lo studio delle famiglie che in Italia hanno optato per l'homeschooling permette all'autrice di trattare cambiamenti più ampi in atto nella cultura genitoriale e nei modelli di trasmissione culturale nell'Italia contemporanea come l'affermazione della cultura prefigurativa. Molti sono gli interrogativi ancora inesplorati che richiedono un approccio empirico. È soprattutto lo sguardo pedagogico a essere sollecitato per fare luce sulle peculiari caratteristiche del fenomeno
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Favretto, Ilaria, Marco Meriggi, David Laven, Giulia Albanese y John Foot. "Round Table. The ‘British School’ and Italian Historiography". Modern Italy 22, n.º 4 (20 de septiembre de 2017): 471–83. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.46.

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Italian summaryI contributi sopra intendono riflettere sulla cosiddetta ‘scuola britannica’ di storici e ricercatori specializzati nello studio dell’Italia moderna e contemporanea. Facendo seguito ad una tavola rotonda tenutasi durante il Convegno ASMI 2016, abbiamo chiesto a coloro che vi hanno partecipato di pubblicare i propri interventi nella forma di brevi saggi. In essi viene discussa l’influenza della storiografia britannica sullo studio della storia italiana dal diciannovesimo secolo fino al Fascismo e il ventesimo secolo. Gli autori dei saggi riflettono pure sul ruolo e l’uso della storia in Italia, la strumentalizzazione di dibattitti storiografici che ha a lungo contraddistinto la politica italiana, editoria e strategie di divulgazione del sapere storico. Tutto ciò con un occhio di riguardo alla vita e alla produzione scientifica di Christopher Duggan a cui è dedicato questo numero speciale della rivista.
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D’Alessandri, Antonio. "Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (mayo de 2021): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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Di Giuseppantonio Di Franco, Paola. "ArcheoSocial. L’archeologia riscrive il web: esperienze, strategie e buone pratiche, A cura di Antonia Falcone & Astrid D’Eredità, DiElle Editore 2018". Ex Novo: Journal of Archaeology 3 (31 de diciembre de 2018): 139–42. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v3i0.385.

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La sintesi di questo volume è sapientemente offerta nel titolo: AcheoSocial è una contrazione di ‘Archeologia Sociale’, un’archeologia che sappia parlare di sé, attraverso gli strumenti della comunicazione contemporanea, primi fra tutti social media e blog. Il volume è unico nel suo genere e si propone come strumento di conoscenza e comprensione delle principali piattaforme di divulgazione archeologica online e dei linguaggi comunicativi ad esse associati, fungendo da manuale per principianti e al tempo stesso fornendo approfondimenti legati a esempi virtuosi o buone pratiche di comunicazione online in ambito archeologico in Italia.
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Di Figlia, Matteo. "Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298013.

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La storia degli ebrei nell'Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell'Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
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Sampieri, Angelo y Beatrice Agulli. "Campagne italiane contemporanee. Spazi della produzione agricola specializzata a Capo Pachino". CRIOS, n.º 21 (noviembre de 2021): 58–69. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021006.

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La diffusione di produzioni agricole specializzate consente di osservare il modo in cui stanno cambiando porzioni importanti della campagna contemporanea italiana. Tali produzioni difatti assumono in Italia caratteri particolari che le sottraggono a molte delle osservazioni (e delle generalizzazioni) che nella letteratura internazionale guardano gli spazi dell'agricoltura specializzata come piattaforme monofunzionali, regolate da rigide infrastrutturazioni e da sofisticati programmi logistici che le escludono dai contesti entro i quali sono collocate. Le differenze appaiono particolarmente rilevanti a Capo Pachino, dove la produzione specializzata di pomodori, seppure presente da oltre mezzo secolo, e capace di generare un'economia di grande importanza a livello non solo locale, ha costruito spazi segnati da una certa instabilità delle organizzazioni e transitorietà delle forme. Questa infrastrutturazione debole di Capo Pachino, che da un lato comporta fragilità enormi di gestione e governo del comparto produttivo, garantisce dall'altro anche il suo dinamismo, la sua apertura e la sua capacità di essere attraversato da usi e relazioni molteplici. È in ragione di questi caratteri che l'articolo muove alcune riflessioni di natura progettuale e operativa sulla relazione tra produzione specializzata e trasformazione delle campagne contemporanee
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Bigatti, Giorgio. "Migranti. Lavoro, genere, politica nell'esperienza dell'emigrazione italiana nel Novecento. Presentazione". SOCIETÀ E STORIA, n.º 127 (julio de 2010): 97–100. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127004.

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Le ricerche pubblicate nella sezione Orientamenti e dibattiti di questo fascicolo sono dedicate all'emigrazione italiana nella seconda metÀ del novecento, un periodo finora poco praticato dalla storiografia sull'argomento. I saggi - pur nella varietÀ delle metodologie di indagine e dei temi, incentrati su varie destinazioni migratorie, tanto in Italia che all'estero - presentano alcune costanti: in primo luogo l'esigenza comune di indagare la storia dell'emigrazione come strumento di comprensione dei meccanismi di costruzione della societÀ italiana contemporanea; inoltre il ritorno alla storia delle istituzioni dell'emigrazione, l'utilizzo estensivo delle testimonianze dirette dei protagonisti dell'esodo e, attraverso la loro esperienza personale, la costruzione dell'identitÀ migrante.
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Allotti, Pierluigi. "La rinascita della scienza politica italiana nel carteggio Sartori-Bobbio (1958-1980)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (agosto de 2021): 143–71. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001005.

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Esponenti illustri della cultura politica europea del Novecento, Giovanni Sartori e Norberto Bobbio sono stati gli artefici principali della rinascita della scienza politica italiana negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Nata in Italia nel clima del positivismo di fine Ottocento, la scienza politica era stata presto soffocata al volgere del nuovo secolo da nuove correnti di pensiero (il formalismo giuridico e la filosofia idealista). Nel secondo dopoguerra era ancora negletta, nonostante l'idealismo stesse ormai perdendo terreno. Così Sartori, in particolare, influenzato dalla politologia statunitense, si adoperò sin dai primi anni Cinquanta per rilanciare la disciplina e assicurarle una piena legittimità accademica. Fondato sul carteggio inedito tra i due studiosi, questo articolo getta una nuova luce sul ruolo avuto da entrambi nella rifondazione in Italia della scienza politica contemporanea, evidenziando come Sartori e Bobbio, pur condividendo l'assunto che si trattasse in primo luogo di una scienza empirica, avessero in realtà visioni differenti riguardo alle sue finalità.
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Uva, Christian. "Nuovo cinema Italia: Per una mappa della produzione contemporanea, tra tendenze, formule e linguaggi". Italianist 29, n.º 2 (junio de 2009): 306–24. http://dx.doi.org/10.1179/026143409x12488561926621.

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Vallar, Giuseppe. "La neuropsicologia italiana contemporanea e il contributo del gruppo di Milano". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2021): 79–102. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11602.

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L'articolo si apre con una definizione di "neuropsicologia" e riassume le fasi iniziali dello sviluppo della neuropsicologia italiana contemporanea, con particolare riferimento all'approccio metodologico e alle prime attività del "Gruppo di Milano", formatosi, nei primi anni '60 del ‘900, attorno al neurologo Ennio DeRenzi, nella Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Università di Milano.La nascita di questo Gruppo, con lo sviluppo sistematico di ricerche su vari ed importanti temi (l'afasia e la sua riabilitazione, i deficit del riconoscimento degli oggetti, dell'intelligenza e del pensiero astratto, l'aprassia, la negligenza spaziale unilaterale) diede alla neuropsicologia italiana una visibilità internazionale mai raggiunta in precedenza. Prima dello sviluppo del Gruppo di Milano, in Italia gli studi neuropsicologici, per lo più di singoli pazienti con deficit appariscenti, pur presenti e con risultati talora di rilievo, erano rimasti episodi isolati, nel solco dei contributi maggiori degli autori Francesi, Tedeschi e dell'Impero Austro-Ungarico e Britannici, senza uno sviluppo organico di programmi di ricerca da parte di gruppi organizzati. Infine, sono ricordati i rapporti di Marcello Cesa-Bianchi con componenti il Gruppo di Milano e con l'autore di questo articolo.
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Gloudemans, Rachelle. "Gramsci and the Graphic Novel: Gramsci’s literary criticism as a form of commemoration in 'Cena con Gramsci' by Elettra Stamboulis and Gianluca Costantini". Incontri. Rivista europea di studi italiani 34, n.º 2 (31 de enero de 2019): 99–113. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.10318.

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Gramsci nel graphic novelLa critica letteraria gramsciana come forma di memoria in Cena con Gramsci di Elettra Stamboulis e Gianluca CostantiniIn seguito alla crisi del comunismo e al diffondersi del revisionismo storico dagli anni Novanta in poi, Gramsci è diventato in Italia una figura chiave nel dibattito sulla ‘memoria divisa’. L’avvio di tale dibattito in Italia, a sua volta, si è trovato a coincidere con quello sul New Italian Epic e con l’introduzione del graphic novel come forma letteraria che mette in discussione i limiti della letteratura tradizionalmente intesa. Nella presente ricerca si esplora la correlazione fra i tre fenomeni attraverso l’analisi della rappresentazione della critica letteraria gramsciana in Cena con Gramsci (2012). Nella prima parte si ipotizza che questo graphic novel scritto da Elettra Stamboulis e disegnato da Gianluca Costantini presenti un’allegoria metastorica in cui Gramsci stesso − prima oppresso dal fascismo e dopo dal revisionismo storico − è rappresentato come oggetto dell’egemonia culturale. Nella seconda parte si analizzano invece le strategie narrative attraverso cui Cena con Gramsci entra in dialogo con la critica letteraria gramsciana sull’interdipendenza fra contenuto e forma, proponendo il genere del graphic novel come forma in grado di rispondere alle dinamiche socio-politiche che interessano l’Italia contemporanea. Si conclude che, grazie alla riscrittura di questi concetti della teoria gramsciana, il graphic novel di Stamboulis e Costantini può essere considerato un atto di memoria metariflessiva che critica il revisionismo storico e, nello stesso tempo, crea uno spazio culturale per la commemorazione di una figura a lungo rimasta in ombra.
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Pasetti, Matteo. "Droghe e tossicodipendenze nella storia d'Italia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 294 (diciembre de 2020): 163–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294007.

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Due libri recenti hanno rotto il silenzio su un tema finora largamente trascurato nella storia dell'Italia contemporanea: La minaccia stupefacente. Storia politica della droga in Italia di Paolo Nencini (il Mulino, 2017) e Piccola citta. Una storia comune di eroina di Vanessa Roghi (Laterza, 2018). Sebbene con approcci differenti, entrambi hanno affrontato da un punto di vista storico il consumo di stupefacenti e la diffusione di tossicodipendenze come fenomeni con rilevanti ripercussioni non solo nella sfera privata, ma anche in quella pubblica e sul piano sociale. Partendo da una rilettura di questi due testi, l'autore ricostruisce una periodizzazione relativa al caso italiano, mette in evidenza gli snodi tematici piů significativi, incrocia vari scenari storici e diverse prospettive disciplinari, al fine di delineare nuove piste d'indagine storiografica.
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Colafranceschi, Simone. "La storiografia sui consumi in Italia e lo studio dei luoghi del commercio in età contemporanea". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 268 (mayo de 2013): 540–50. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-268010.

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La Torre, Massimo. "Teoria del diritto e punto di vista interno. Sviluppi e ripensamenti". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 3 (diciembre de 2012): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003001.

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L'articolo intende innanzitutto tematizzare la recezione del cosiddetto punto di vista interno nella teoria del diritto contemporanea. Introdotto fondamentalmente da Herbert Hart, l'approccio "interno" non ha riscosso tra i giusfilosofi quella fortuna che sembrava in un primo tempo dovergli arridere. Molti degli sviluppi post-hartiani gli sono francamente ostili, a partire da Joseph Raz e dalla sua scuola. Del resto, la prospettiva "interna" (che č quella del partecipe alla pratica giuridica e non dell'osservatore) sembra confliggere con l'impassibilitŕ e neutralitŕ che il giuspositivismo si attende dal teorico del diritto. In Italia tale movimento di ripensamento rispetto al punto di vista interno si manifesta nell'opera ambiziosa e imponente di Luigi Ferrajoli, la cui metodologia "assiomatica" risulta decisamente impraticabile al partecipante ed č solo assumibile dalla posizione di un algido e lontano osservatore e sistematizzatore. Di ciň l'articolo vuole infine dare conto.
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Rivoletti, Christian. "Dissonanze e incontri possibili: il dibattito sul nuovo realismo nella letteratura contemporanea in Italia, Francia e Germania". Narrativa, n.º 38 (1 de diciembre de 2016): 173–83. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.881.

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Cavazzoli, Luigi. "La Polenghi Lombardo e le istituzioni sperimentali e formative del Lodigiano". STORIA IN LOMBARDIA, n.º 1 (julio de 2010): 5–40. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001001.

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Con l'istituzione nel 1871 della Stazione di caseificio di Lodi. si apre il primo centro di ricerche in una zona di grande produzione di latte, che contribuě al progresso dell'industria lattiero casearia locale e nazionale. Inoltre, l'istruzione professionale si affermň in Italia con questa «Stazione»: e contribuě al lo sviluppo dell'industria lattiera italiana L'intreccio che nel Lodigiano si realizzň fra industria, sperimentazione e formazione nella filiera del latte č in gran parte dovuto alle proficue collaborazioni che s'instaurarono, fra istituzioni pubbliche e private; collaborazioni gestiste da scienziati e tecnici di notevole prestigio e da propensione all'intrapresa, che operarono in un ambiente particolarmente favorevole. Note biografiche: Luigi Cavazzoli dirige il Centro Studi Ivanoe Bonomi e collabora con il Dipartimento di Storia della societŕ e delle istituzioni dell'Universitŕ Statale di Milano, la Fondazione "F. Turati" di Firenze, l'Accademia nazionale virgiliana e l'Istituto mantovano di storia contemporanea. Email: luigi cavazzoli @tin.it
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Giliberti, Luca y Davide Filippi. "Fare etnografia delle migrazioni ai tempi della pandemia. Note di ricerca dal confine franco-italiano nel primo lockdown". REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 29, n.º 61 (abril de 2021): 67–82. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006105.

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Riassunto L’emergenza Covid-19 e le legislazioni d'urgenza emanate dai governi europei incidono in modo profondo sulla dimensione migratoria contemporanea, così come sulle forme e sui modi di studiarla. Il presente contributo, frutto di una “ricerca in quarantena”, si contestualizza nella prima fase dell’irrompere della pandemia in Italia e in Francia (fine febbraio - inizio giugno 2020), segnata dal lockdown nazionale in entrambi i Paesi. L’articolo propone, in primo luogo, una riflessione metodologica relativa al fare etnografia delle migrazioni in tempi pandemici e, di seguito, un’analisi delle conseguenze del Covid-19 sul confine franco-italiano e sull’azione delle reti solidali ai migranti in transito. Il materiale empirico è basato su venti interviste telefoniche semi-strutturate con interlocutori chiave della solidarietà ai migranti sul confine; è costruito inoltre attraverso tecniche di etnografia digitale, quali l’analisi di pagine Facebook e blog dei gruppi intervistati, e su una ricerca emerografica e documentale di carattere locale, nazionale ed internazionale.
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Braga, Piera Maria, Chiara Maria Bove, Mary Jane Moran, Robyn Brookshire y Maria Aparecida Antero Correia. "Reciprocal learning: il confronto interculturale come dispositivo per la formazione degli educatori - insights da una ricerca tra Italia e Stati Uniti". Zero-a-Seis 23, n.º 43 (12 de marzo de 2021): 495–523. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e72979.

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Il tema della formazione a una “postura interculturale” fin dai servizi per la prima infanzia è al centro della riflessione contemporanea su come sostenere gli educatori impegnati in contesti educativi multiculturali. Cambiare prospettiva, decentrarsi, provare a vedere i fenomeni educativi da un altro punto di vista, vedere altrimenti sono competenze oggi necessarie per garantire la qualità del lavoro educativo in contesti educativi complessi e multiculturali. Come formare gli educatori che già lavorano nei servizi per l’infanzia a una cultura pedagogica aperta al dialogo interculturale e capace di cogliere nello spiazzamento culturale un’occasione di formazione e di allenamento al pensiero critico-riflessivo?A partire dai dati emersi da una ricerca sulla formazione degli educatori che ha coinvolto alcune educatriciin Italia e negli Stati Uniti, l’articolo propone una riflessione su come i processi di dialogo, confronto e scambio interculturale, mediati da video, possano essere dispositivi interessanti per promuovere lo sviluppo di una postura e non solo di strumenti per l’azione educativa in contesti multiculturali.
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Paolini, Gabriele. "Pepe-Lamartine Una polemica letteraria e un duello per il Risorgimento". Italianistica Debreceniensis 25 (29 de marzo de 2020): 64–79. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5555.

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Il saggio ricostruisce le reazioni provocate a Firenze dalla pubblicazione di Le dernier chant du pelerinage d’Harold di Alphonse de Lamartine (1825), ispirato all'opera incompiuta di Lord Byron. Il ritratto dell'assoluta decadenza dell'Italia contemporanea, con la definizione dei suoi abitanti di "polvere d'uomini", indignò gli intellettuali, che avrebbero voluto rispondere nell'Antologia di Vieusseux, il periodico più importante dell'epoca. Pietro Giordani intendeva anche rispondere a Lamartine pubblicando un saggio sulle Operette Morali del giovane (e ancora sconosciuto) Giacomo Leopardi, interpretato come un grande e vivente italiano. La censura ha impedito questa e altre risposte, ma non un aspro riferimento contenuto in un opuscolo dell'esiliiato napoletano Gabriele Pepe. Ferito nell'orgoglio, Lamartine (all'epoca responsabile dell'ambasciata francese a Firenze) sfidò Pepe a duello. La vittoria di Pepe suscitò un grande entusiasmo a Firenze e in tutta Italia. Il tema dell'onore offeso e vendicato con una prova di valore divenne una costante e fu imitato molte altre volte, nella realtà e nella letteratura, alimentando l'immaginazione di diverse generazioni.
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Vassallo, Carmel A. "Book Review: La storiografia marittima in Italia e in Spagna in età moderna e contemporanea: Tendenze, Orientamenti, Linee Evolutive". International Journal of Maritime History 14, n.º 2 (diciembre de 2002): 420–22. http://dx.doi.org/10.1177/084387140201400247.

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Mancebo Roca, Juan Agustín. "Del legado vanguardista a la proyección multimedia. L’Archivio del ’900 del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto". Anales de Historia del Arte 32 (14 de julio de 2022): 47–75. http://dx.doi.org/10.5209/anha.83057.

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El Archivio del ’900 es uno de los centros de referencia para el estudio del arte y la arquitectura del siglo XX en Italia. A partir de la cesión de los archivos de Depero y Mazzoni, el Archivio del ’900 realizó una política de adquisición de fondos documentales que comprendían las vanguardias de la primera mitad del siglo XX, la de los arquitectos trentinos de relevancia internacional, las prácticas verbo-visuales de los sesenta y setenta, y los archivos de principios del siglo XXI. Este artículo estudia el origen y las transformaciones del Archivio del ’900, su inclusión en el organigrama del Mart Rovereto y la proyección de su acervo a través de inventarios, publicaciones, exposiciones, digitalización y volcado en la red que trasciende su límite físico, poniendo a disposición de los investigadores sus más de sesenta fondos de archivos y el fondo bibliográfico que contienen miles de documentos esenciales para el estudio del arte contemporáneo.
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Pironti, Pierluigi. "Daniele Menozzi / Giovanna Procacci / Soldani (Eds.), Un paese in guerra. La mobilitazione civile in Italia (1914–1918). (Biblioteca di storia contemporanea, 33.) Milano, Edizioni Unicopli 2010 Menozzi Daniele Procacci Giovanna Soldani Simonetta Un paese in guerra. La mobilitazione civile in Italia (1914–1918). (Biblioteca di storia contemporanea, 33.) 2010 Edizioni Unicopli Milano € 19,–". Historische Zeitschrift 295, n.º 1 (septiembre de 2012): 229. http://dx.doi.org/10.1524/hzhz.2012.0426.

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Bandinelli, Angela. "Paola Govoni (Editor). Storia, scienza e società: Ricerche sulla scienza in Italia nell'età moderna e contemporanea. (Bologna Studies in History of Science, 11.). 303 pp., tables. Bologna: Università di Bologna, 2006." Isis 99, n.º 3 (septiembre de 2008): 620–21. http://dx.doi.org/10.1086/593243.

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Balestra, Anna y Raul Caruso. "Le società benefit in Italia. Tra bene comune e identità". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 117–39. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001007.

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L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione apolitica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabilità economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Grendler, Paul F. "Massimo Firpo and Dario Marcatto, eds. Il processo inquisitoriale del Cardinal Giovanni Morone, vol. II in two parts: Il processo d'accusa. (Italia e Europa.) Roma: Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea, 1984. 1, 180 pp. L. 80,000." Renaissance Quarterly 38, n.º 3 (1985): 523–25. http://dx.doi.org/10.2307/2861087.

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Galli, Sara. "DEGENDERIZING THE ITALIAN SYLLABUS: REFLECTIONS AND SUGGESTIONS ON HOW TO MAKE THE ITALIAN LANGUAGE MORE INCLUSIVE IN ITALIAN COURSES". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (28 de julio de 2022): 1142–47. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18341.

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The first step in designing a course is writing the syllabus. This involves deciding the subject matter, the topics covered and the objectives. Today, it is more than ever important also to focus our attention on writing our syllabi to be as inclusive as possible to make all students feel welcome and safe. Furthermore, the materials in of some textbooks do not reflect contemporary Italian society both in language exercises (i.e., not allowing for answers like “voi vi siete sposate”) and in cultural readings (i.e., the woman takes care of the family). This paper focuses on providing suggestions on ways to degenderize an Italian language syllabus and to promote gender equity. Moreover, part of this article focuses on resources and activities to propose in class to help students understand the contemporary Italian society and reflect on the use of the Italian language in the LGBTQIA+ Italian community. Degenerizzare il syllabus di italiano: riflessioni e suggerimenti su come rendere la lingua italiana più inclusiva nei corsi di italiano La prima cosa da fare quando si progetta un corso è scriverne il sillabo. Si decide l’argomento delle classi, gli argomenti che si tratteranno e gli obiettivi. Nella società contemporanea è ancora più importante porre la nostra attenzione nello scrivere i nostri sillabi nel modo più inclusivo possibile in modo da far sentire tutti gli studenti benvenuti e sicuri. Inoltre, i materiali presenti in molti libri di testo non riflettono la società italiana contemporanea sia negli esercizi di lingua (per esempio non accettando come corrette risposte come “voi vi siete sposate”) che nelle letture culturali (per esempio “la donna si occupa della famiglia). Questo breve articolo si concentra sul dare suggerimenti su metodi per “degenerizzare” un sillabo di un corso di lingua italiana e promuovere l’equità di genere. Inoltre, una parte di questo articolo suggerisce una serie di risorse e attività che possono essere proposte in classe per aiutare gli studenti a capire la società italiana contemporanea, e per riflettere sull’uso della lingua italiana nella comunità LGBTQIA+.
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Słapek, Daniel. "Doppia coniugazione regolare del passato remoto in italiano contemporaneo". Zeitschrift für romanische Philologie 136, n.º 1 (6 de marzo de 2020): 246–62. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2020-0009.

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Resumen
AbstractThe Italian preterite (passato remoto, PR) is the only verb tense that has two series of equivalent endings for a single group of verbs ending in -ere. In the PR’s actual use, one notes, however, a strong preference for choosing one of the two inflexional paradigms of a given verb, which remains unattested in Italian grammatical studies. With this article, then, I intend to examine 1) what the actual usage is of the regular inflected forms of the PR in the largest corpora of written Italian; 2) how the regular second conjugation of the PR is presented in the most important Italian dictionaries. I believe that the results of this examination provide an important contribution regarding the formation of grammatical rules pertaining to the PR, but they also contribute to the debate on grammatical norms and on the actual usage of the Italian language.
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Lazar, Marc. "Rencontre sur l'histoire contemporaine en Italie". Vingtième Siècle, revue d'histoire 17, n.º 1 (1988): 115–16. http://dx.doi.org/10.3406/xxs.1988.1970.

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Lazar, Marc. "Rencontre sur l'histoire contemporaine en Italie". Vingtième Siècle. Revue d'histoire, n.º 17 (enero de 1988): 115. http://dx.doi.org/10.2307/3768805.

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