Tesis sobre el tema "Ioni zinco"
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DALLA, POZZA Elisa. "Meccanismi molecolari dell'attività antitumorale associata alla modulazione degli ioni zinco in cellule di adenocarcinoma pancreatico". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2008. http://hdl.handle.net/11562/337588.
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Granzotto, Alberto. "Role of metal ions dyshomeostasis in neurodegeneration". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423606.
Texto completoIl presente lavoro di tesi si è suddiviso in due filoni principali che hanno come filo conduttore la disomeostasi di ioni metallici nei processi neurodegenerativi. La prima parte riporta lo studio sul ruolo di alcuni ioni metallici (alluminio, ferro, rame e zinco) nel processo di folding della proteina β-amiloide (Aβ), ritenuta uno dei fattori eziopatogenici del morbo di Alzheimer. I dati ottenuti dimostrano come i complessi Aβ-metallo-ione acquistino una peculiare conformazione dipendente dal metallo legato, conferendo così all’Aβ particolari proprietà citotossiche. Tale citotossicità risulta particolarmente evidente per il complesso Aβ-Al che è in grado di aumentare, in maniera significativa, la tossicità data dalla sola Aβ o dalla stessa Aβ coniugata con metalli diversi dall’Al. All’interno di questo quadro sperimentale si è poi cercato di indagare più nel dettaglio i meccanismi con i quali Aβ, e i suoi complessi metallici, esercitassero la loro citotossicità. A questo scopo sono stati impiegati due composti quali il resveratrolo e il colesterolo, che vanno ad agire su due meccanismi che stanno alla base della tossicità dell’Aβ, come lo stress ossidativo e l’alterata fluidità delle membrane cellulari. Nel primo caso, i dati in vitro hanno permesso di dimostrare come, agendo in maniera selettiva sulla produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) Aβ-mediata, sia possibile ridurre la tossicità di Aβ e dei suoi complessi con metalli redox (rame e ferro) mediante un meccanismo di scavenging dei ROS ad opera del resveratrolo, dalle spiccate proprietà anti-ossidanti e neuro-protettive. A questo punto si è indagata la capacità dei vari complessi Aβ-metalloioni di alterare la struttura di membrane lipidiche attraverso l’uso di modelli di membrane cellulari. In precedenza si era dimostrato come il complesso Aβ-Al fosse l’unico complesso in grado di alterare significativamente la fluidità di layer lipidici. I dati ottenuti ci permettono di affermare che tale capacità è dovuta principalmente alla elevata idrofobicità superficiale del complesso Aβ-Al. Inoltre, agendo sulle membrane cellulari con concentrazioni fisiologiche di colesterolo è stato possibile ridurre l’”irrigidimento” delle membrane (lipidico) conseguente alla presenza di Aβ-Al, e ridurne la citotossicità. Si é quindi approfondito il ruolo geno-tossico dei succitati complessi Aβ-metalloioni andando ad indagare come questi siano in grado di modulare in maniera significativa (e metallo-dipendente) l’espressione genica di numerosi trascritti coinvolti nella patologia di Alzheimer. In particolare, il nostro interesse si è focalizzato sui complessi Aβ-Cu e Aβ-Zn, che si sono rivelati in grado di modulare selettivamente l’espressione di geni coinvolti in processi infiammatori, nello stress ossidativo e nella morte cellulare (apoptosi). Dopo questa serie di studi in vitro si è passati ad indagare l’espressione genica dell’intero genoma umano in un modello in vivo di patologia di Alzheimer. Lo scopo era quello di identificare il network o il pathway d’espressione coinvolti della disomeostasi cationica. I profili d’espressione del modello murino 3xTg-AD sono stati pertanto confrontati con quelli del controllo wild type. In questo contesto, si è scoperta una significativa sovrapposizione dei geni sovra- e sotto-espressi tra topi wild type anziani e topi 3xTg-AD giovani. Questo dato supporta l’idea che il substrato patologico dell’AD possa favorire un processo di invecchiamento precoce. All’interno del gruppo di geni trovati differenzialmente espressi, molti erano coinvolti nell’omeostasi del calcio, ione chiave per la fisiopatologia cellulare. Il secondo filone di ricerca ha riguardato lo studio del ruolo dello ione calcio nell’eccitotossicità dei neuroni dello striato. Tale fenomeno è particolarmente importante in alcune patologie neurodegenerative che hanno come segno caratteristico una progressiva e irreversibile perdita del controllo motorio, come ad esempio il morbo di Huntington. L’interesse si è focalizzato nel determinare il perchè una subpopolazione di neuroni striatali, caratterizzata dalla sovraespressione di nitrico-ossidosintasi, non vada incontro ad apoptosi in seguito a stress eccitotossico. I dati raccolti ci hanno permesso di stabilire che la resistenza di tale sottopopolazione al sovraccarico di calcio è dovuta principalmente ad una potenziata capacità di questi neuroni di detossificarsi rapidamente dalle specie ROS, di origine mitocondriale, specie che si generano durante fenomeni eccitotossici. Conclusione. Nel complesso i dati ottenuti sottolineano una volta di più un ruolo centrale degli ioni metallici nello sviluppo e/o nella progressione di alcune patologie a carattere neurodegenerativo. In particolare è importante notare come, a fianco di alcuni ioni metallici endogeni - che hanno un rilevante ruolo fisiologico (ferro, rame, zinco, calcio) -, anche altri ioni privi (apparentemente) di un ruolo biologico, ma coi quali ci interfacciamo quotidianamente, come ad esempio l’alluminio, sembrino svolgere un ruolo chiave in processi eziopatogenetici legati a fenomeni neurodegenerativi
Borba, Carlos Eduardo. "Estudos do proceso de troca ionica do sistema multicomponente cobre-zinco-sodio utilizando a resina Amberlite IR 120". [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/267139.
Texto completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Engenharia Quimica
Made available in DSpace on 2018-08-14T18:58:40Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Borba_CarlosEduardo_D.pdf: 1593358 bytes, checksum: 8ae06b7d3dd4c535d777a874b5dab2a6 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: O aumento da produção industrial tem proporcionado a geração de efluentes aquosos contaminados com íons de metais pesados. Estes devem ser tratados antes de serem descartados no meio ambiente. Colunas de leito fixo podem ser eficientes na remoção de íons de metais pesados de meios aquosos. Para o projeto destes equipamentos são necessárias informações a respeito do equilíbrio do sistema, bem como informações a respeito dos efeitos de transferência de massa no sistema. Os principais objetivos deste trabalho foram a interpretação e obtenção de dados de equilíbrio de troca iônica dos sistemas binários Cu+2 - Na+, Zn+2 - Na+ e Zn+2 - Cu+2 e do sistema ternário Cu+2 - Zn+2 - Na+ e interpretação e obtenção de dados experimentais da dinâmica de troca iônica em coluna de leito fixo. Neste trabalho, foram realizados experimentos para a obtenção de dados de equilíbrio para os sistemas binários e para o sistema ternário. Estes experimentos foram conduzidos em sistema batelada na temperatura de 25°C. Foram também realizados experimentos de troca iônica em coluna de leito fixo para os sistemas binários Cu+2 - Na+ e Zn+2 - Na+ e para o sistema ternário. Em todos os experimentos foi utilizada a resina Amberlite IR 120 como trocador iônico. No tratamento dos dados experimentais de equilíbrio foram utilizadas a isoterma de Langmuir competitiva e a Lei da Ação das Massas (LAM) ideal e não ideal. A utilização da LAM não ideal exigiu o cálculo do coeficiente de atividade das espécies em ambas as fases. Para o cálculo do coeficiente de atividade dos íons na resina foi empregado o modelo de Wilson. Para o cálculo do coeficiente de atividade dos íons em solução foi empregado o modelo de Bromley. Os resultados mostraram que a isoterma de Langmuir competitiva e a LAM ideal representaram satisfatoriamente os dados de equilíbrio dos sistemas binários Cu+2 - Na+ e Zn+2 - Na+. No entanto, não representaram adequadamente o equilíbrio do sistema Zn+2 - Cu+2. A LAM não ideal representou apropriadamente o equilíbrio de todos os sistemas binários. O equilíbrio de troca iônica do sistema ternário foi representado satisfatoriamente pela isoterma de Langmuir competitiva e pela LAM não ideal, a qual envolveu os parâmetros dos sistemas binários para predizer o equilíbrio do sistema ternário. Para representar a dinâmica de troca iônica em coluna de leito fixo foi utilizado um modelo em que foram consideradas como etapas controladoras da transferência de massa a difusão no filme externo e a difusão nas partículas da resina. Neste modelo foi considerado equilíbrio termodinâmico na interface sólido-líquido, o qual foi representado pela isoterma de Langmuir competitiva e pela LAM não ideal. Os resultados mostraram que o modelo representou satisfatoriamente a dinâmica de troca iônica em todos os casos investigados.
Abstract: The increase in industrial production has provided the liquid effluent generation compound by heavy metal ions. These must be treated before being thrown in environment. Fixed bed columns may be efficient in the removal of these ions in aqueous environment. Therefore, to the project of these equipments, information related to the system equilibrium is essential as well as information about the effects of mass transfer in the system. The main goals of this paper were the achievement and interpretation of the equilibrium data related to the ionic exchange of the binary systems Cu+2 - Na+, Zn+2 - Na+ e Zn+2 - Cu+2 and of the ternary system Zn+2 - Cu+2 - Na+, and the achievement and interpretation of the ionic exchange dynamics in these systems in fixed bed column. In this work, experiments were made to obtain equilibrium data, for binary and ternary system. These experiments were made in batch system at the temperature of 25ºC. Experiments in ionic exchange in fixed bed column were made to the binary systems Cu+2 - Na+ , Zn+2 - Na+ and to the ternary system. In all of the experiments were used the resin Amberlite IR 120 as ionic exchanger. In the treatment of experimental equilibrium data, the competitive adsorption isotherm of Langmuir, the Mass Action Law (MAL) ideal and non ideal were used. The utilization of MAL non ideal required the calculus of activity coefficient of species in both phases. For the calculus of the ions activity coefficient in the resin, the Wilson model equation was used. To calculate the activity coefficient of ions in solution, the Bromley model equation was used. The results showed the competitive isotherm of Langmuir and the ideal MAL represented properly the equilibrium data of the binary systems Cu+2 - Na+ e Zn+2 - Na+. However, they hadn't properly represented the equilibrium of the binary system Zn+2 - Cu+2. The non ideal MAL represented properly the equilibrium of all binary systems. The ionic exchange equilibrium of the ternary system was represented properly by the competitive isotherm and non ideal MAL, which used the binary system parameters to predict the ternary system equilibrium. For the representation of the dynamic of ionic Exchange in fixed bed column, was used a model that considered the diffusion in external film, and diffusion on the resin particles as controller steps of mass transfer. In this model was considered thermodynamic equilibrium on the interface solid-liquid represented by the competitive isotherm of Langmuir and by the non ideal MAL. The results showed the model represented properly the dynamic of ionic exchange in all of the cases investigated.
Doutorado
Desenvolvimento de Processos Químicos
Doutor em Engenharia Química
Bouhsira, Emilie Sautet Jean. "Interaction Zinc-Glutamate dans l'hippocampe dorsal de la souris". [S.l.] : [s.n.], 2007. http://oatao.univ-toulouse.fr/1805/1/debouch_1805.pdf.
Texto completoJiacheng, Wu. "Modelling 3D Zinc Anodes for Efficient Rechargeable Zinc-Ion Batteries". Thesis, Faculty of Engineering, School of Chemical and Biomolecular Engineering, 2022. https://hdl.handle.net/2123/29538.
Texto completode, Souza Ana Paula 1975. "Efeito de ions metalicos divalentes sobre a atividade de metaloproteases da matriz secretadas por celulas do tecido gengival". [s.n.], 2000. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/290002.
Texto completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Odontologia de Piracicaba
Made available in DSpace on 2018-07-25T22:41:33Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Pardo_AnaPauladeSouza_M.pdf: 11410425 bytes, checksum: f6efb6637f258eb5a7298cfac9025725 (MD5) Previous issue date: 2000
Resumo: Metaloproteases da matriz (MMPs) representam uma família de enzimas proteolíticas que participam da degradação da matriz extracelular. Estas enzimas são secretadas na forma de pró-enzimas inativas (zimógeno), sendo então ativadas na matriz extracelular por clivagem do pró-peptídeo. Todos os membros desta família apresentam um íon zinco e cálcio ligado ao seu sítio ativo. As MMPs estão envolvidas em fenômenos fisiológicos e patológicos, como o desenvolvimento das glândulas salivares e dos dentes, e na doença periodontal, respectivamente. Diversos íons metálicos divalentes, como zinco e cobre, estão contidos em materiais odontológicos, como o amálgama dental, e a interação entre metais e o meio ambiente oral têm sido assunto em pesquisa odontológica. Deste modo, o objetivo deste trabalho foi estudar o efeito de sais de diversos metais divalentes sobre a atividade de MMPs secretadas por células do tecido gengival. Fragmentos de tecido gengival foram incubados a 37° C por 24 h em DMEM e as enzimas secretadas foram caracterizadas por iminoprecipitação como MMP-2 e MMP-9. Posteriormente, o efeito destes metais sobre a atividade das MMPs foi testado utilizando zimografia de gelatina e também contra a degradação do colágeno tipo I desnaturado in vitro. Metais divalentes, como o zinco e cobre, mostraram potente efeito inibidor sobre a atividade da forma ativa e zimógeno da MMP-2 e MMP-9
Abstract: Matrix Metalloproteinases (MMPs) are a family of proteolytic enzymes that mediates the degradation of extracellular matrix. They are secreted as inactive proenzymes (zymogen), and they are thought to be activated in the tissue by cleavage of the propeptide. All members of this family have zinc and calcium binding to the active site. The MMPs take part in physiologic and pathologic events, as developmental of salivary glands and teeth and periodontal disease, respectively. Several divalent metal íons, as zinc and copper, are contained in dental materiaIs, as dental amalgam, and the interaction between metal íons and the oral environrnent is a major subject in dental research. The aim of this work was to study the effect of several of divalent metaIs on the activity of MMPs secreted by gingival tissue .cells. Gingival explants were cultured at 37° C for 24 h in DMEM and the secreted enzymes were characterized as MMP-2 and MMP-9 by immunoprecipitation. After, the effect of metaIs on the activity of the MMPs was tested using gelatin zymography and also against denatured collagen type I degradation in vitro. Divalente metaIs, as zinc and cupper, inhibited active and zimogen forms of MNrP-2 and MMP-9
Mestrado
Mestre em Biologia e Patologia Buco-Dental
Zanatta, Camilla dos Santos. "Preparação e caracterização de óxido de zinco nanoestruturado /". Bauru : [s.n.], 2009. http://hdl.handle.net/11449/88364.
Texto completoBanca: Manuel Henrique Leite
Banca: Alejandra Hortencia Miranda González
Resumo: Materiais nanoestruturados vêm sendo amplamente estudados pela comunidade científica, devido às suas propriedades únicas obtidas com o controle da síntese dos materiais. Por meio do controle experimental, esses materiais podem ser utilizados em numerosas áreas, tais como na eletrônica e na fotônica. Dentre os vários métodos químicos, o processo poliol vem sendo utilizado devido à fácil obtenção de nanopartículas de óxidos e metais na sua forma elementar. O presente trabalho teve como objetivo a síntese do óxido de zinco nanoestruturado por meio do método poliol. Diferentes precursores metálicos, tais como acetato de zinco dihidratado, nitrato de zinco hexahidratado, sulfato de zinco monohidratado e cloreto de zinco anidro e diferentes tempos de permanência da síntese foram utilizados para verificar possíveis interferências dos ânions precursores na síntese e na morfologia do óxido de zinco quando obtido. Os materiais obtidos das sínteses foram caracterizados por difração de raios X (DRX), análises térmicas (TG/DTA), medidas de adsorção de gás nitrogênio, microscopia eletrônica de varredura (MEV), microscopia eletrônica de varredura de alta resolução (MEV-FEG) e cronopotenciometria. Por meio destas técnias mostrou-se a viabilidade da obtenção do óxido de zinco nanoestruturado dd maneira direta a partir do acetato de zinco, através de refluxo em etilenoglicol por 2, 4 e 8 horas seguido de lavagem e centrifugação. A menor nanoestrutura encontrada apresentou partículas com dimensão de aproximadamente 25 nm e formato poliédrico, as quais foram observadas pelo FEG. A técnica de cronopotenciometria, representada por meio das curvas de carga/descarga mostraram que a utilização do compósito contendo o óxido de zinco sintetizado apresenta melhores resultados quando comparados ao uso... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: Nanostructered materials have been extensively studied by the scientific community due to their unique properties obtained by controlled synthesis of materials. By means of the control of parameters, this new materials can be used in a number of applications in electronic and photonic technology. Among the several methods to obtain nanoparticles or nanostructured materials, the polyol method has been applied because it shows easy procedures to produce nanostructured oxides and elemental metals. The aim of this work is the synthesis of nanostructured zinc oxide, one of the most multifunctional oxides, by the polyol method. Different precursors salts like zinc acetate dihydrate, zinc nitrate hexahydrate, zinc sulfate monohydrate and zinc chloride anhydrate, as well as several times of reflux, were used to investigate the influence of the precursos anions on the synthesis and on the morphology of the crystals of zinc oxide whenever produced. The obtained powders were characterized by X-ray diffraction (DRX), thermal analyses (TG/DTA), and measurements of 'N IND. 2' gas adsorption, scanning electronic and field emission microscopy (MEV and FEG) and chronopotentiometry. These techniques showed the possibility of producing nanostructured zinc oxide in direct way from the reflux in etylenglycol for 2, 4 and 8 hours, followed by washing and centrifugation. The smallest nanostructure observed by FEG presented around 25 nm polyhedral particles. The chronopotentiometry, present charge/discharge curves showing better results for the electrode made of polimer composite containing ZnO nanoparticles than the obtaining results for the oxide alone. The best results showed reversibility of the lithium-ion cell upon 20 cycles, applying 3 μΑ electric current and showing a charge potential up to 4.2 V.
O Programa de Pós-Graduação em Ciência e Tecnologia de Materiais, PosMat, tem caráter institucional e integra as atividades de pesquisa em materiais de diversos campi da Unesp
Mestre
Hensley, Mart Patrick. "Zinc Homeostasis in E. coli". Miami University / OhioLINK, 2012. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=miami1333655875.
Texto completoLuo, Ming. "Transition-metal ions in II-VI semiconductors ZnSe and ZnTe /". Morgantown, W. Va. : [West Virginia University Libraries], 2006. https://eidr.wvu.edu/etd/documentdata.eTD?documentid=4630.
Texto completoTitle from document title page. Document formatted into pages; contains xiv, 141 p. : ill. (some col.). Includes abstract. Includes bibliographical references (p. 135-141).
Rivas, Charlotte. "Dual-modal imaging agents for zinc ion sensing". Thesis, Imperial College London, 2015. http://hdl.handle.net/10044/1/30814.
Texto completoFriedrich, Leidi Cecília. "Estudos mecanísticos da interferência de íons cobre(II) e zinco(II) na reação de Fenton". Universidade de São Paulo, 2011. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/46/46136/tde-01092011-101711/.
Texto completoThe principal objective of this work was a study of the interference of Cu2+ and Zn2+ ions on the degradation of phenol by the Fenton reaction (Fe2+/Fe3+ + H2O2). Both ions have a catalytic effect on the Fenton reaction, but act in different stages of the reaction. One of the first intermediates formed in the reaction, catechol, can reduce Fe3+ to Fe2+, which, in the presence of H2O2, forms an efficient catalytic redox cycle. Thus, this cycle becomes the principal route of thermal degradation of phenol and its oxidation products in the initial stages of the reaction. The Zn2+ interferes in the persistence time of catechol, probably via complexation with the corresponding semiquinone radical. A study of the cupro-Fenton reaction (Cu2+ + H2O2) suggests two principal modes of action of copper ions: (i) The reaction of Cu+ with H2O2 can regenerate Cu2+ via a reaction analogous to the Fenton reaction, forming the HO• radical. In the presence of excess H2O2, the HO• radical can react with another molecule of H2O2 to produce HOO•- and O2•-. (ii) In the final stages of the reaction, when the iron(III) in the solution is complexed in the form of ferrioxalate, the copper ions assume the role of the main catalyst of the degradation. As a result, the association of the Fenton reaction with the cupro-Fenton reaction leads to an overall improvement of the efficiency of the mineralization of phenol.
Xu, Amei. "Luminescence properties of Zinc oxide doped with rare earth ions". Ohio University / OhioLINK, 2001. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ohiou1174408190.
Texto completoBerezovskaya, Yana. "Investigation of protein-ion interactions by mass spectrometry and ion mobility mass spectrometry". Thesis, University of Edinburgh, 2012. http://hdl.handle.net/1842/7747.
Texto completoDjamei, Maryam. "Étude de l'implantation ionique des accepteurs de zinc dans InP et In₀,₅₃ Ga₀,₄₇ As suivis de recuits thermiques conventionnels et rapides". Paris 11, 1987. http://www.theses.fr/1987PA112272.
Texto completoZanatta, Camilla dos Santos [UNESP]. "Preparação e caracterização de óxido de zinco nanoestruturado". Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2009. http://hdl.handle.net/11449/88364.
Texto completoMateriais nanoestruturados vêm sendo amplamente estudados pela comunidade científica, devido às suas propriedades únicas obtidas com o controle da síntese dos materiais. Por meio do controle experimental, esses materiais podem ser utilizados em numerosas áreas, tais como na eletrônica e na fotônica. Dentre os vários métodos químicos, o processo poliol vem sendo utilizado devido à fácil obtenção de nanopartículas de óxidos e metais na sua forma elementar. O presente trabalho teve como objetivo a síntese do óxido de zinco nanoestruturado por meio do método poliol. Diferentes precursores metálicos, tais como acetato de zinco dihidratado, nitrato de zinco hexahidratado, sulfato de zinco monohidratado e cloreto de zinco anidro e diferentes tempos de permanência da síntese foram utilizados para verificar possíveis interferências dos ânions precursores na síntese e na morfologia do óxido de zinco quando obtido. Os materiais obtidos das sínteses foram caracterizados por difração de raios X (DRX), análises térmicas (TG/DTA), medidas de adsorção de gás nitrogênio, microscopia eletrônica de varredura (MEV), microscopia eletrônica de varredura de alta resolução (MEV-FEG) e cronopotenciometria. Por meio destas técnias mostrou-se a viabilidade da obtenção do óxido de zinco nanoestruturado dd maneira direta a partir do acetato de zinco, através de refluxo em etilenoglicol por 2, 4 e 8 horas seguido de lavagem e centrifugação. A menor nanoestrutura encontrada apresentou partículas com dimensão de aproximadamente 25 nm e formato poliédrico, as quais foram observadas pelo FEG. A técnica de cronopotenciometria, representada por meio das curvas de carga/descarga mostraram que a utilização do compósito contendo o óxido de zinco sintetizado apresenta melhores resultados quando comparados ao uso...
Nanostructered materials have been extensively studied by the scientific community due to their unique properties obtained by controlled synthesis of materials. By means of the control of parameters, this new materials can be used in a number of applications in electronic and photonic technology. Among the several methods to obtain nanoparticles or nanostructured materials, the polyol method has been applied because it shows easy procedures to produce nanostructured oxides and elemental metals. The aim of this work is the synthesis of nanostructured zinc oxide, one of the most multifunctional oxides, by the polyol method. Different precursors salts like zinc acetate dihydrate, zinc nitrate hexahydrate, zinc sulfate monohydrate and zinc chloride anhydrate, as well as several times of reflux, were used to investigate the influence of the precursos anions on the synthesis and on the morphology of the crystals of zinc oxide whenever produced. The obtained powders were characterized by X-ray diffraction (DRX), thermal analyses (TG/DTA), and measurements of 'N IND. 2' gas adsorption, scanning electronic and field emission microscopy (MEV and FEG) and chronopotentiometry. These techniques showed the possibility of producing nanostructured zinc oxide in direct way from the reflux in etylenglycol for 2, 4 and 8 hours, followed by washing and centrifugation. The smallest nanostructure observed by FEG presented around 25 nm polyhedral particles. The chronopotentiometry, present charge/discharge curves showing better results for the electrode made of polimer composite containing ZnO nanoparticles than the obtaining results for the oxide alone. The best results showed reversibility of the lithium-ion cell upon 20 cycles, applying 3 μΑ electric current and showing a charge potential up to 4.2 V.
Pourfallah, Ghazaleh. "Magnetic Nanostructures for Selective Detection of Zinc Ions in Aqueous Solutions". Thesis, Curtin University, 2018. http://hdl.handle.net/20.500.11937/68327.
Texto completoChen, Yuk-nga y 陳玉雅. "Ion implantation induced color emissions in ZnO". Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2010. http://hub.hku.hk/bib/B44679099.
Texto completoHallali, Paul-Eric. "Diffusion de zinc dans les materiaux algainas : application au transistor bipolaire a heterojonction". Paris 7, 1988. http://www.theses.fr/1988PA077071.
Texto completoMelo, Fábio Sebastião Duarte de. "Recuperação de metais e reutilização da água do efluente industrial do processamento de zinco por coluna de troca iônica e adsorção". CNEN - Centro de Desenvolvimento da Tecnologia Nuclear, Belo Horizonte, 2006. http://www.bdtd.cdtn.br//tde_busca/arquivo.php?codArquivo=258.
Texto completoA pesquisa consistiu no estudo de recuperação do zinco e metais associados presentes no efluente do processo industrial, como também na reciclagem da água para o processo produtivo da Votorantin Metais Unidade Juiz de Fora, empregando-se o processo de adsorção por troca iônica, visando obter condições operacionais que viabilizasse a implantação do sistema. Os principais constituintes do efluente estudado são: Zn, Ca, Mg, Mn, Cd, Cu e Pb. A investigação realizada, se aplicada ao processo industrial, possibilita a reciclagem de alguns destes metais, tais como: Zn, Cd, Cu e Pb. Os demais metais podem ser removidos do sistema viabilizando a reutilização da água, atualmente descartada. Para a recuperação dos metais foi utilizado o processo de adsorção com trocadores iônicos, tendo sido empregadas resinas de troca iônica, zeólitas e outros adsorventes naturais, que geralmente são empregados em soluções que contenham baixas concentrações de metais, tal como a amostra investigada. A amostra foi coletada na bacia de equalização, local este que recebe todo efluente da planta industrial para tratamento final e posterior descarte no corpo receptor.
The research consisted of the study of recovery of zinc and metals associates present in the effluent of the industrial process of the Votorantin Metais, Juiz de Fora Unit. The main constituent of the shedied effluent are: Zn, Ca, Mg, Mn, Cd, Cu and Pb. The experimental work, if applied to the industrial process, will enable the recovery of some of these metals, such as: Zn, Cd, Cu and Pb. The metals can be removed from the system enabling the recicling of the water curretly discarded. This research was developed considering the conditions that enabled tha set up of the system. For metals recovery it was used the adsorption process with ionic exchangers, such as exchange zeolites and other natural adsorbents. These materials are generally used in solutions that contain low metal concentrations, as the investigated sample. This sample was collected in the Bacia de Equalização where all effluentes generated in the industrial plant are sent and the final treatment befor discarding is made.
Azordegan, Amir R. (Amir Reza). "Charge State Dependence of L-Shell X-Ray Production Cross Sections of ₂₈Ni, ₂₉Cu, ₃₀Zn, ₃₁Ga, and ₃₂Ge by Energetic Oxygen Ions". Thesis, University of North Texas, 1996. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc277981/.
Texto completoDjoufac, Woumfo Emmanuel. "Comportement électrochimique de l'électrode de zinc en milieu basique concentré et applications aux accumulateurs alcalins". Lyon 1, 1988. http://www.theses.fr/1988LYO10148.
Texto completoSalter, Michael H. "The study of models for zinc(II) metalloenzymes in aqueous solution /". Electronic version (PDF), 2003. http://dl.uncw.edu/etd/2003/salterm/michaelsalter.html.
Texto completoYaman, Gülşah. "Chemistry of a new trispyrazolylborate ligand with some group 1 group 2 ions". Columbus, Ohio : Ohio State University, 2008. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc%5Fnum=osu1198505869.
Texto completoWellenius, Patrick. "Nitrogen Doping and Ion Beam Processing of Zinc Oxide Thin Films". NCSU, 2006. http://www.lib.ncsu.edu/theses/available/etd-01042006-015801/.
Texto completoSfiligoi, Sara <1994>. "Synthesis and characterization of novel materials for aqueous zinc-ion batteries". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20115.
Texto completoSantos, Ivory Marcos Gomes dos. "Síntese e caracterização de hidroxiapatita enriquecida com prata e zinco para aplicação em engenharia tecidual óssea". Universidade Federal de Sergipe, 2012. https://ri.ufs.br/handle/riufs/3519.
Texto completoThe main objective of this work was to study the individual and simultaneous incorporation of Zn2+ and Ag+ ions and their effects on physical-chemical characteristics of the hydroxyapatite (HA) for their application in bone tissue engineering. The chemical analyses confirmed the presence of 0.10% of Zn2+ and 0.13% of Ag+ (relatively to the quantity of Ca2+ ions). The insertion of the metal ions into HA did not cause significant modifications in the crystallinity index compared to pure HA. In the same way, no phase transformation was verified after insertion. No effect was noticed on the lattice parameters after the insertion of Zn2+ comparatively to those calculated to the pure HA. Conversely, the insertion of Ag+ induced a remarkable contraction of the unit cell volume. The thermal treatment strongly increased the crystallite growth for all samples, and also promoted the change from stretched crystals before calcination to spherical ones after calcination. The immersion of the specimens in the simulated body fluid (SBF) allowed the incorporation of carbonate into the HA structure, causing a significant reduction in the crystallite size, accompanied by a stretched and crystallinity index.
O principal objetivo desse trabalho foi estudar a incorporação individual e simultânea dos íons Zn2+ e Ag+ e seus efeitos sobre as características físico-químicas da hidroxiapatita (HA) visando sua aplicação na engenharia tecidual óssea. Análises químicas confirmaram a presença de 0,10% de Zn2+ e 0,13% de Ag+ (em relação à quantidade de Ca2+ presente). A síntese da HA enriquecida com os metais não causou modificações significativas do índice de cristalinidade em relação a HA pura e nem induziu a transformação de fases das amostras, após calcinação. O Zn2+ não afetou de forma significativa os parâmetros de rede em relação àqueles calculados para a HA pura. Já a entrada do Ag+ produziu uma grande contração da célula unitária. Com relação ao alongamento do cristal, foi possível observar que após a calcinação houve uma tendência dos cristais em adquirir formas mais esféricas. A imersão das amostras em solução simuladora do plasma sanguíneo (SBF) proporcionou a entrada de carbonato na HA, provocando ainda uma redução significativa do tamanho dos cristalitos, acompanhada de uma diminuição no alongamento e no índice de cristalinidade em relação aquelas que não entraram em contato com a solução.
Zhang, Le. "Fixation du phosphate et des ions (Zn²+, Mg²+) sur la phosphatase alcaline de mammifère et rôle de son activité phosphodiestérase dans le processus de minéralisation". Lyon 1, 2005. http://www.theses.fr/2005LYO10120.
Texto completoBACHIR, SAID. "Luminescence des ions de terre rare trivalents inseres dans l'oxyde de zinc polycristallin". Paris 6, 1994. http://www.theses.fr/1994PA066473.
Texto completoAiken, Stuart. "Porphyrins for optical limiting applications". Thesis, University of Aberdeen, 2001. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.369729.
Texto completoColares, Regilany Paulo. "Estudo da inibiÃÃo da corrosÃo do zinco por Ãons inorgÃnicos ecologicamente amigÃveis: molibdato, tungstato, silicato e fosfato". Universidade Federal do CearÃ, 2009. http://www.teses.ufc.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=5940.
Texto completoO cromato à amplamente utilizado como inibidor de corrosÃo. No entanto, à altamente tÃxico e carcinogÃnico, o que tem levado pesquisadores a buscarem alternativas ecologicamente amigÃveis a este inibidor. Dentre estes, molibdato, tungstato, silicato e fosfato surgem como potenciais candidatos por apresentarem propriedades inibidoras e serem atÃxicos. Assim, este trabalho tem por objetivo desenvolver um estudo sistemÃtico dos Ãons como inibidores da corrosÃo do Zn. Foram utilizadas soluÃÃes aquosas de NaCl 10-1 mol dm-3 com concentraÃÃes dos inibidores variando de 10-4 a 10-1 mol dm-3 . A eficiÃncia destes com relaÃÃo à corrosÃo do Zn foi avaliada empregando-se medidas do potencial a circuito aberto, curvas de polarizaÃÃo potenciodinÃmica e espectroscopia de impedÃncia eletroquÃmica. As tÃcnicas de Microscopia EletrÃnica de Varredura (MEV), Energia Dispersiva de Raios-X (EDX), DifraÃÃo de Raios-X (DRX) e Espectroscopia FotoeletrÃnica de Raios-X (XPS) foram usadas para caracterizar o Zn apÃs os ensaios de corrosÃo. Todos os Ãnions estudados inibiram a corrosÃo do Zn. Com as tÃcnicas de caracterizaÃÃo foi possÃvel identificar a presenÃa de filmes superficiais de silicato, tungstato, molibdato e fosfato na superfÃcie do Zn apÃs os ensaios de corrosÃo nas respectivas soluÃÃes contendo os inibidores
The chromate is widely used as a corrosion inhibitor. However, it is highly toxic and carcinogenic, which has done researchers to study environmentally friendly alternatives to this inhibitor. Among these, molybdate, tungstate, silicate and phosphate anions appear as potential candidates because they are non toxic. Thus, this work aims to develop a systematic study to investigate molybdate, tungstate, silicate and phosphate as corrosion inhibitors of zinc. Aqueous solutions of 10-1 mol dm-3 NaCl were used and the concentrations of the inhibitors ranging from 10-4 to 10-1 mol dm-3. The corrosion studies were carried out by open circuit potential measurements, potentiodynamic linear polarization and electrochemical impedance spectroscopy. The Scanning Electron Microscopy (SEM), X-Ray Dispersive Energy (XDE), X-Ray diffraction (XRD) and X-Ray Photoelectronic Spectroscopy (XPS) techniques were used to characterize the Zn after the corrosion tests. All the studied anions inhibited the zinc corrosion. The characterization techniques made possible to detect the presence of molybdate, silicate, tungstate and phosphate on the zn surface after the corrosion tests in the solution containing the corresponding inhibitors
Cho, Jun-Hyeong. "Acid-Sensing Ion Channels: Regulation And Physiologic Function". Columbus, Ohio : Ohio State University, 2008. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc%5Fnum=osu1204658790.
Texto completoWilcox, Jeffrey Kendall. "Influence of pH on zinc adsorption by kaolinite, montmorillonite, and Londonderry clay". Thesis, The University of Sydney, 1994. https://hdl.handle.net/2123/26746.
Texto completoMourão, Cecília Alves 1989. "Purificação de fragmentos Fab humano em níquel, cobre, cobalto e zinco quelatados ao CM-Asp". [s.n.], 2014. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/266104.
Texto completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Engenharia Química
Made available in DSpace on 2018-08-25T09:14:39Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Mourao_CeciliaAlves_M.pdf: 2559584 bytes, checksum: efe6b17b9b7e5ceb16ade74a6ae30629 (MD5) Previous issue date: 2014
Resumo: As imunoglobulinas G (IgG) e seus fragmentos Fab, F(ab)¿2 e Fv apresentam aplicações proeminentes nas áreas terapêuticas e de diagnósticos. Em determinadas situações em que a região Fc é dispensável e/ou deletéria, emprega-se preferencialmente fragmentos em relação à IgG não clivada. Tais aplicações requerem um elevado grau de pureza dessas biomoléculas. O elevado custo de obtenção de fragmentos pelas técnicas convencionais justifica a investigação de outras que possam proporcionar a obtenção dessas proteínas, combinando um menor custo com um elevado grau de pureza. Neste sentido, o objetivo deste trabalho foi avaliar e comparar a eficácia dos adsorventes agarose-CM-Asp-Ni(II), agarose-CM-Asp-Co(II), agarose-CM-Asp-Cu(II) e agarose-CM-Asp-Zn(II) na purificação dos fragmentos Fab de IgG humana policlonal, a partir de uma solução de IgG clivada pela enzima papaína. O efeito do sistema tamponante, do íon metálico e do cloreto de sódio foram avaliados. A seletividade das condições cromatográficas foi avaliada por eletroforese SDS-PAGE, Western Blotting e imunodifusão radial. Os resultados indicaram que nas cromatografias conduzidas com o quelato CM-Asp-Co(II) com Hepes e Tris-HCl, na ausência de sal, os fragmentos Fab foram obtidos separados do Fc nas frações de eluição. Nas cromatografias em CM-Asp-Ni(II) com Hepes e fosfato de sódio na presença de NaCl e em CM-Asp-Cu(II) com Tris-HCl e fosfato de sódio na presença de NaCl, a biomolécula alvo foi obtida seletivamente nas frações não retidas (cromatografia negativa). Nas cromatografias em CM-Asp-Zn(II) não houve a recuperação seletiva dos fragmentos Fab. Os resultados das curvas de ruptura com os quelatos CM-Asp-Ni(II), CM-Asp-Co(II) e CM-Asp-Cu(II) revelaram a recuperação de 3,4 mg, 17,1 mg e 8,6 mg de Fab, respectivamente. Os fragmentos Fab foram obtidos com pureza superior a 90%, sendo que para o ligante CM-Asp-Cu(II), segundo o western blot, os fragmentos Fab foram separados da IgG não clivada. Os resultados obtidos nas condições cromatográficas estudadas evidenciam a potencialidade do emprego dos quelatos CM-Asp-Ni(II), CM-Asp-Co(II) e CM-Asp-Cu(II), imobilizados em agarose, para purificação de fragmentos Fab obtidos da clivagem enzimática da IgG humana policlonal
Abstract: Immunoglobulins G (IgG) and their fragments Fab, F(ab)¿2 and Fv are prominently applied as therapeutic and diagnostic tool. Fragments are preferably used rather than the uncleaved IgG, specially when the Fc portion is dispensable or prejudicial. For the mentioned applications, high purity preparations are required. The high costs associated with the conventional downstream processing of these biomolecules is the driving force to investigate purification techniques that can combine lower cost with high purification factor. Therefore, the goal of this work is to evaluate and compare the efficiency of CM-Asp-Ni(II), CM-Asp-Co(II), CM-Asp-Cu(II) and CM-Asp-Zn(II) adsorbents in the purification of Fab fragments from papain-digested human IgG. The effects of buffers, metal-ion and NaCl addition were also studied. The adsorbent/buffer selectivity towards the targeted molecule was evaluated by SDS-PAGE, Western Blotting and radial immunodiffusion assays. Chromatography with CM-Asp-Co(II) as chelated using Hepes and Tris-HCl buffers resulted in Fab recovery in the elution fractions. Whereas the chromatography with CM-Asp-Ni(II) and CM-Asp-Cu(II) both as chelated using Hepes sodium phosphate buffers with NaCl addition resulted in Fab selective recovery in non-retained fractions (negative chromatography). The adsorbent CM-Asp-Zn(II) did not show Fab selective recovery. Breakthrough curves experiments with CM-Asp-Ni(II), CM-Asp-Co(II) e CM-Asp-Cu(II) showed recovery of 3.4 mg, 17.1 mg and 8.6 mg of Fab, respectively. Fab fragments were recovered with purity higher than 90%. When chelated CM-Asp-Cu(II) was use as ligand, Fab fragments were recovery separated from intact IgG as shown in western blot. Results obtained in the chromatographic conditions studied showed the potential use of CM-Asp-Ni(II), CM-Asp-Co(II) and CM-Asp-Cu(II) immobilized in agarose for the purification of Fab fragments from cleaved human polyclonal IgG
Mestrado
Desenvolvimento de Processos Biotecnologicos
Mestra em Engenharia Química
Felton, Cara E. "Synthesis and co-ordination chemistry of allosteric systems and sensors for zinc metal ions". Thesis, University of Huddersfield, 2009. http://eprints.hud.ac.uk/id/eprint/9238/.
Texto completoKramer, Ulrike. "Complexation of divalent copper, zinc and calcium ions by phosphate esters in aqueous solution". Doctoral thesis, University of Cape Town, 1988. http://hdl.handle.net/11427/17083.
Texto completoQu, Xiaoguang. "NMR Study of Structure and Orientation of S4-S5 Linker Peptides from Shaw Related Potassium Ion Channels in Micelles and Binding of ZNF29R Protein to HIV RREIIBTR RNA". Digital Archive @ GSU, 2009. http://digitalarchive.gsu.edu/chemistry_diss/33.
Texto completoTottey, Stephen. "Copper transport and metal specificity in Synechocystis PCC 6803". Thesis, University of Newcastle Upon Tyne, 2001. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.391269.
Texto completoHerriot, Sandrine. "Source laser accordable pour le moyen infrarouge : Cr2+ : ZnSe polycristallin". Paris 11, 2002. http://www.theses.fr/2002PA112321.
Texto completoDevelopment of efficient, compact, tunable solid state laser for the mid-infrared (MIR) at room temperature has initiated the study of transition metal ion TM doped II-VI compounds. Among those compounds, chromium ion incorporated into ZnSe host crystal represent a solid state laser material allowing radiative emission at room temperature in the spectral range of 2-3 mM. This work concern the study and realization of tunable, room temperature operating, solid state laser for MIR based on Cr2+ :ZnSe polycrystal. Advantages of polycrystals are mainly based on the elaboration cost and available dimension compared to the single crystals. We have elaborated Cr2+ :ZnSe laser materials by thermal diffusion doping method using both single and poly-crystals of ZnSe. Different process involved during the diffusion were analyzed like incorporation of chromium into substitutional site, homogenization of the doping and the recrystallization process. We have thus determined parameters governing the diffusion of chromium into the ZnSe and elaborated single and poly-crystals with different concentration on Cr (since 2. 10^18 to 5. 10^19 ions. Cm^(-3)). Then, we have proceed to spectroscopic characterization of those materials. We observed no difference in the shape and bandwidth of the absorption spectrum (1400-2200 nm) associated to the optical transition 5T-2 → 5E of Cr2+, inserted either in single or poly-crystal of ZnSe. The same observation was done concerning the shape of the room temperature photo-luminescence spectra (2000-3000 nm) obtained with either single or poly-crystal of Cr2+ :ZnSe. Furthermore, a dynamical characterization of such materials indicated an excited state lifetime at 300K in the order of 4 to 5 ms for Cr concentration of 5. 10^18 ions. Cm^(-3). Finally, laser efficiency of those materials were also studied. A comparable optical-optical laser efficiency were obtained, in a same laser cavity, with both Cr2+ :ZnSe materials : single-crystal (33%) and poly-crystal (28%). This result is deeply associated to the high optical quality of the poly-crystal (large grain size) laser material obtained using our elaboration method : Thermal diffusion doping. We have also obtained with such materials a tunability between 2. 2 to 2. 7 mM at room temperature. We have thus demonstrated that Cr2+ :ZnSe poly-crystals are highly efficiency, tunable, room temperature operating, laser materials for the MIR and are in competition with Cr2+ :ZnSe single-crystals
Fortner, Stephanie A. "The effect of PAF, Lyso-PC, and Acyl-PAF on zinc diffusion and the comparison of transport mechanisms of cadmium, lead, copper, and manganese to zinc through a lipid bilayer". Virtual Press, 2000. http://liblink.bsu.edu/uhtbin/catkey/1164847.
Texto completoDepartment of Chemistry
Su, Chaoran. "Influence of lead impurity and manganese addition on main operating parameters of zinc electrowinning". Master's thesis, Université Laval, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.11794/27769.
Texto completoThe influence of Pb2+ ions on zinc deposition was investigated in acidic zinc sulfate electrolyte with and without Mn2+ ions. Galvanostatic polarization, potentiodynamic polarization, cyclic voltammetry (CV), electrochemical noise measurements (ENM) and electrochemical impedance spectroscopy (EIS) in conjunction with scanning electron microscopy (SEM) and X-ray diffraction (XRD) have been considered. Effects of different operating parameters such as Zn2+ ions concentration, sulfuric acid concentration, current density, electrolyte agitation and temperature were investigated in presence of Mn2+ and Pb2+ ions. The galvanostatic results using standard zinc electrolyte containing 12 g/L Mn2+ (SE) showed that lead ions added to the SE led to an increase in the cathodic potential and current efficiency (CE) of zinc deposit. Increasing Mn2+ concentration in the electrolyte resulted in decrease of cathodic potential and CE of zinc deposit due to the depolarization effect of formed MnO4-. In addition, increases of current density from 45 to 60 mA/cm2 and agitation from 60 to 412 rpm resulted in an increase of overpotential and decrease of CE. Increase of temperature from 35 to 45°C led to a decrease of cathodic potential. For long time electrolysis (72 h), the Pb content in zinc deposit using Pb-0.7%Ag anode was 1.90-1.98 ppm, almost equivalent to that employing Pt anode with addition of 0.15-0.2 mg/L of Pb2+. Electrolysis at 40°C and 52.5 mA/cm2 in presence of lead up to 0.1-0.2 mg/L in an electrolyte containing 12 g/L of Mn2+ could be considered as best conducted operating parameters for electrowinning process. EIS studies showed that zinc deposition on zinc is easier than that of zinc on aluminum. ENM revealed that increase of Pb2+ concentration (0.05-0.8 mg/L) in zinc electrolyte without Mn2+ is accompanied with a decrease of skew and increase of kurtosis values that could be correlated to the morphology of zinc deposit.
Laus, Rogério. "Extração líquido-líquido dos íons cádmio(II), cobre(II), manganês(II), níquel(II) e zinco(II) com o ligante N, N',N,N' -BIS[(2-hidroxi-3,5-DI-terc-butilbenzil)(2-piridilmetil)]-etilenodiamina". Florianópolis, SC, 2007. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/89842.
Texto completoMade available in DSpace on 2012-10-23T03:18:02Z (GMT). No. of bitstreams: 1 241207.pdf: 653236 bytes, checksum: a3d124330f2aa56901819c8e223ef38f (MD5)
O presente trabalho propôs avaliar o potencial do ligante N,N',N,N'-bis[(2-hidroxi-3,5-di-terc-butilbenzil)(2-piridilmetil)]-etilenodiamina na extração líquido-líquido dos íons Cd2+, Cu2+, Mn2+, Ni2+ e Zn2+. O ligante foi sintetizado e caracterizado por análise elementar de C e N, espectroscopia no infravermelho e ressonância magnética nuclear. Realizou-se estudos de determinação do pH ótimo de extração, determinou-se a capacidade máxima de extração, além da cinética de extração e suas constantes de velocidade. Verificou-se a seletividade de extração, bem como, realizou-se estudos de pré-concentração de íons Cu2+ e de interferência de outros íons. Os resultados obtidos permitem demonstrar que a extração dos íons metálicos é dependente do pH. Na determinação da capacidade máxima de extração, observou-se que o ligante foi mais efetivo na extração dos íons Cd2+, Cu2+ e Zn2+ do que os íons Mn2+ e Ni2+. Os estudos cinéticos revelaram que o tempo para atingir o equilíbrio de extração dos íons Cd2+, Cu2+ e Zn2+ foi menor quando comparado ao dos íons Mn2+ e Ni2+. A partir das constantes de velocidade, obteve-se a ordem de extração como sendo Cu >> Cd ³ Zn >> Mn >> Ni. O ligante apresentou alta seletividade na extração dos íons Cu2+ em pH 4,0. Por fim, nos estudos de pré-concentração, observou-se que o ligante foi capaz de extrair 100 % dos íons Cu2+ em solução tampão e em água mineral, mesmo em presença dos demais íons.
Ben, Farès Naïma. "Contribution à l'étude de l'élimination des ions zinciques : étude expérimentale et modélisation". Rennes 1, 2006. http://www.theses.fr/2006REN1S079.
Texto completoBasu, Debdipta. "Role of zinc containing compounds in nitrile rubber based micro-and nanocomposites". Doctoral thesis, Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2015. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-190225.
Texto completoAy, Hale. "Single And Multicomponent Ion Exchange Of Silver, Zinc And Copper On Zeolite 4a". Master's thesis, METU, 2008. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/2/12609882/index.pdf.
Texto completoC and 0.1 N. Binary ion exchange isotherms indicate that zeolite 4A has high selectivity for silver, zinc and copper with respect to sodium. All exchange isotherms lie above the diagonal over the whole range. Using the equilibrium data, the thermodynamic analysis of the binary systems were carried out. The thermodynamic equilibrium constants and the standard free energies of exchange were calculated as 340.9 and -14.5 kJ/mol for silver-sodium system, 40.5 and -4.6 kJ/mol for zinc-sodium system, and 161.2 and -6.3 kJ/mol for copper-sodium system, respectively. From these values, selectivity sequence of zeolite 4A was determined as Ag+ >
Cu2+ >
Zn2+. This selectivity sequence was also verified by the results of ternary ion exchange experiments. The experimental data were compared with the Langmuir and Freundlich isotherms. While Freundlich model gives a better correlation for Ag+-Na+ and Zn2+-Na+ exchange, Langmuir model represents a better fit to the experimental data of Cu2+-Na+ exchange.
Freixas, Jérémy. "Microbatteries 3D zinc-air ou comment repousser les limites des technologies lithium-ion". Thesis, Nantes, 2018. http://www.theses.fr/2018NANT4014/document.
Texto completoThe studies presented in the frame of this thesis are focused on zinc-air battery miniaturization, an electrochemical energy storage system that shows a higher volumetric and gravimetric energy density than the lithium-ion technology, mostly investigated in literature. The micromachining of a silicon substrate allows designing a high specific surface scaffold: 3D geometrical gain enhances the properties of charge storage for the electrodes of the microbattery. 3D microstructures exhibiting various geometrical designs have been studied: for instance, silicon micro-tubes (4,2μm outer diameter) 109 μm-depth (60:1 aspect ratio) provide a specific surface to the footprint ratio close to 70. Then, this scaffold is coated by the active materials using conformal depositions methods. This process leads to a 3D zinc metallic anode (300nm-thick) exhibiting a surface capacity of 1mAh.cm-2 in aqueous electrolyte (potassium hydroxide 0,7M). Cell voltage is 1,2V. For the first time in literature, a miniaturized air electrode has been manufactured, based on a porous microchannel network on the front side of silicon substrate, and the etching of a cavity on the back side. Once silicon wafer is micromachined, a platinum conformal thin film provides the conductive properties to the electrode while a manganese dioxide layer enhances the catalytic activity. This original concept of 3D air electrode presents a behavior similarly to a commercial one, but with a significant reduced size
Ahmed, Sabih. "The effect of zinc and copper ions on the degradation of the brightener benzylidene acetone". Thesis, Brunel University, 2004. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.402517.
Texto completoBorghesani, Valentina. "Impact des ions zinc et cuivre dans la cascade amyloïde liée à la maladie d'Alzheimer". Thesis, Toulouse 3, 2018. http://www.theses.fr/2018TOU30095.
Texto completoAlzheimer's disease (AD) is a neurodegenerative disease and it represents the 60-80 % of the dementia cases. It touched around 47 million people worldwide. Two hallmarks of AD were identified in post mortem brain: the intracellular neurofibrillary tangles of hyperphosphorylated Tau protein and the amyloid (or senile) plaques. The amyloid plaques are formed in the extracellular space in the synaptic cleft. These aggregates would prevent the neuronal connections. The major component of the senile plaques is the aggregated Amyloid-ß (Aß) peptide. An hypothesis concerning this disease proposed a metal ions dyshomeostasis and an accumulation of Aß. This hypothesis is called amyloid cascade hypothesis. According to this hypothesis, the monomeric Aß peptide, present also in the healthy brains, aggregates into dimer, trimer... and more generally into oligomers; and then into fibers, which constitute the amyloid plaques. It is considered that zinc ions stabilize the fibers and copper ions the oligomeric forms. These forms present a high toxicity linked to the production of Reactive Oxygen Species (ROS), in the presence of dioxygen and a reducing agent such as ascorbate. These oxidants species are toxic for the surrounding molecules. To better understand how Zn(II) and Cu(II), modulate and/or induce the aggregation of the Aß peptide, their impact was studied and compared to the murine amyloid-ß (mAß) peptide. Indeed, rats and mice share this peptide and do not develop AD. mAß peptide differs from the human (hAß) peptide at 3 only positions on the 40-42 amino acids which constitute the hAß sequence. For this reason, a study of the impact of the different Zn(II) and Cu(II) coordination on the aggregation and on the morphology of aggregates of both peptides was performed. This aims at helping to better describe amyloid cascade hypothesis. The second part of this thesis focuses on ROS production. Until recently, the studies were focused on the peptides Aß1-n (n=16 / 28 / 40 / 42). These peptides in presence of copper ions, O2 and ascorbate produce ROS. However, a high amount of N-truncated Aß peptides, in particular Aß4-n and Aß11-n, was found post mortem in AD brains. These two peptides have an ATCUN coordination site, which strongly coordinates the Cu(II). It is interesting to study their ability to produce or stop ROS production. Finally, the impact of the Zn(II) in the ROS production of AßCu complexes is evaluated. Indeed, the concentration of Zn in the synaptic cleft is around 100 times more than Cu
PICOTIN, GERARD. "Action de divers organométalliques sur des ions carboxonium et carbonium : nouvelle méthode d'activation du zinc". Poitiers, 1991. http://www.theses.fr/1991POIT2002.
Texto completoMondal, Suvendu Sekhar. "Design of isostructural metal-imidazolate frameworks : application for gas storage". Phd thesis, Universität Potsdam, 2013. http://opus.kobv.de/ubp/volltexte/2014/6969/.
Texto completoMetallorganische Gerüstverbindungen (MOFs) sind eine neue Klasse von porösen Koordinationspolymeren, die aus Metall-Knoten und verbrückenden Liganden bestehen. MOFs können Gasgemische trennen und Gase speichern. Aufgrund ihres modularen Aufbaus können die MOF-Eigenschaften systematisch variiert werden. Ein wichtiges Ziel für das Design von MOFs ist die Synthese von Materialien, die eine hohe selektive Aufnahmefähigkeit und -kapazität für Kohlenstoffdioxid besitzen. Im Rahmen der Arbeit ist es gelungen sechs neue MOFs (IFP-5, -6, -7, -8, -9 und -10) zu synthetisieren. Diese MOFs tragen die Kurzbezeichnung IFP. IFP steht als Abkürzung für Imidazolat-Framework-Potsdam (Imidazolat-basierte Gerüstverbindung Potsdam). In diesen IFPs wurde der Metallknoten (Zink, Cobalt, Cadmium) und der Brückenligand, ein 2-substituiertes Imidazolat-amid-imidat, in der Position variiert, um gute und selektive Sorptionseigenschaften für Kohlenstoffdioxid zu erzielen. Von den synthetisierten Verbindungen hat das IFP-5 die besten Sorptionseigenschaften für Kohlenstoffdioxid. Es konnte weiter gezeigt werden, dass sich die IFP-Struktur bei der Wahl von geeigneten Substituenten 2, wie z.B. Methoxy und Ethoxy auch für das Design von gate-opening (Tür-öffnenden) Effekten eignet. Diese Effekte können wiederum genutzt werden, um selektiv Gasmischungen zu trennen. Wenn man das 4,5-Dicyano-2-methoxy-imidazol in Gegenwart von Zink- und Cobalt-Salzen unter solvothermalen Bedingungen zur Reaktion bringt, erhält man beispiellose supramolekulare Wasserstoffbrückenbindungen zu einem dreidimensionalen Netzwerk, die mit Kanälen verknüpft sind. Diese Kanäle können von Lösungsmittelmolekülen (Wasser und Dimethylformamid) befreit werden und Gase aufnehmen. Insgesamt besteht nun die neue MOF-Klasse der Imidazolat-basierten IFPs aus Vertretern. Das Potential der 2-substituierten 4,5-Dicyanoimidazole ist nicht nur auf die Bildung von porösen Koordinationspolymeren beschränkt, sondern kann auch für die Synthese von bisher unbekannten supramolekularen Strukturen genutzt werden.
Mnatsakanyan, Movsesyan Hayk. "ROLE OF IONS IN STEM CELLS SIGNALLING". Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2019. http://hdl.handle.net/10251/123063.
Texto completo[CAT] Els processos de comunicació cel·lular permeten a les cèl·lules desenvolupar una acció coordinada durant la embriogènesis y assimilar de forma coherent als senyals rebudes a través de l'entorn. Algunes de les molècules senyalitzadores més usades en la clínica i la investigació són les citocines. No obstant, hi ha una tendència creixent en l'ús d'un altre tipus de molècules, com els ions metàl·lics. Alguns ions com el calci i el zinc són capaços de dur a terme funcions de missatger secundari. Altres com el liti són capaços d'inactivar proteïnes quinasa alterant rutes de senyalització. Durant el desenvolupament d'aquest treball de tesi doctoral, s'ha estudiat l'efecte del zinc sobre mioblasts de ratolí, el paper del zinc en l'auto-renovació de les cèl·lules mare embrionàries (CMEs), i el paper del liti sobre la diferenciació de les CMEs. L'estudi de l'efecte del zinc sobre els mioblasts ha demostrat que el zinc és capaç d'incrementar la diferenciació dels mioblasts. L'anàlisi del zinc intracel·lular ha demostrat que els mioblasts diferenciats eren capaços d'albergar major quantitat de zinc intracel·lular. Els resultats han mostrat que suplementar les cèl·lules amb zinc extracel·lular produïx una major fosforilació i activació de la proteïna quinasa Akt. D'altra banda, s'ha observat que el transportador de zinc Zip7 es crític per a la diferenciació cel·lular mediada pel zinc. S'ha demostrat que l'activació d'aquest transportador mitjançant zinc extracel·lular és capaç d'incrementar la fosforilació d'Akt. La inhibició d'aquest transportador mitjançant ARN interferent ha donat com a resultat una menor fosforilació d'Akt i una menor diferenciació dels mioblasts exposats a zinc. Aquests resultats demostren que altes concentracions de zinc extracel·lular produeixen un incrementar la diferenciació dels mioblasts a causa de l'activació d'Akt per mitja de Zip7. Per al segon estudi, s'ha analitzat l'efecte del zinc sobre les CMEs. Com a control de manteniment de la pluripotència es va usar medi suplementat amb factor inhibidor de leucèmia (LIF). S'ha observat que les concentracions extracel·lulars de zinc a partir de 100 µM produïxen un increment immediat de la concentració intracel·lular, produint l'activació d'Akt per mitja de Zip7. Les CMEs tractades amb altes concentracions de zinc mantenen l'auto-renovació. Per demostrar que aquest efecte està associat a l'activació d'Akt mediada per Zip7, es va inhibir la fosforilació d'Akt i es va silenciar el transportador Zip7. Tots dos abordatges han donat com a resultat un increment en la diferenciació de les CMEs tractades amb zinc. D'altra banda, les CMEs van ser capaços de retenir la seva pluripotència després de ser cultivades durant 30 dies en presència de zinc, mentre que el control sense zinc presentava trets clars de diferenciació cel·lular. Finalment, la combinació de LIF amb zinc ha produit un increment sinèrgic de l'efecte del LIF. Finalment, també s'ha estudiat l'efecte del liti en la diferenciació de les CMEs. El liti és un inhibidor de la glicogen sintasa quinasa 3 beta (GSK3ß). En termes de CMEs, aquesta proteïna activa els mecanismes de diferenciació. Els resultats obtinguts indiquen que altes concentracions de liti (10 mM) tenen la capacitat de fosforilar i inhibir la proteïna GSK3ß. No obstant això, en lloc de mantenir la pluripotència, les CMEs es van diferenciar cap al llinatge del mesoderma després de 3 dies. Després d'un total de 6 dies, les cèl·lules tractades amb 10 mM de liti presentaven característiques d'endoteli hemogénic. La fosforilació de GSK3ß va donar com a resultat l'activació de la proteïna ß-catenina, l'activitat trasncripcional d'aquesta proteïna és necessària per a la hematogénesis embrionària. La capacitat de les cèl·lules endotelials amb potencial hemogénic obtingudes de derivar en cèl·lules mare hematopoètiques va ser confirmada després de la
[EN] The cell signalling process allows cells to develop a coordinated action during embryogenesis and assimilate coherently the signals received through the environment. Some of the most currently used signalling molecules in clinics and research are growth factors and cytokines. However, there is a growing trend in the use of other types of molecules, such as metal ions. Some ions such as calcium and zinc are able to carry out secondary messenger functions, transmitting signals in cascade. Others ions, such as lithium, are capable to inactivate protein kinases altering signalling pathways. During the development of this doctoral thesis, we investigated the effect of zinc on mouse muscle cells (myoblasts), the role of zinc in embryonic stem cells (ESCs) self-renewal, and the role of lithium in the differentiation of ESCs. In the first chapter, we showed that zinc is able to increase the differentiation of myoblasts. The analysis of intracellular zinc indicated that the differentiated myoblasts were capable to harbour higher concentration of intracellular zinc than undifferentiated ones. Addition of high concentration of extracellular zinc increased protein kinase Akt phosphorylation and activation. Akt activity is critical for myoblasts differentiation and has been well studied by other authors. Our results indicated that zinc transporter Zip7 was critical for zinc-mediated cell differentiation. It was prior demonstrated that the activation of this transporter by extracellular zinc increased the phosphorylation of Akt. The inhibition of Zip7 by interfering RNA resulted in a lower phosphorylation of Akt and reduced differentiation of the myoblasts exposed to extracellular zinc. These results demonstrated that high concentration of extracellular zinc enhances the differentiation of myoblasts through activation of Akt mediated by Zip7. In the second chapter, we have analysed the effect of zinc on ESCs. Leukaemia inhibitory factor (LIF) was used as pluripotency sustaining factor. We observed that extracellular supplementation of 100 ¿M zinc produced an immediate increase of the intracellular concentration, which resulted in the activation of Akt mediated by Zip7 transporter. ESCs treated with high concentrations of zinc maintained self-renewal. The role of Akt on ESCs self-renewal has been well established in the literature. To demonstrate that this effect is associated with the activation of Akt mediated by Zip7, we inhibited Akt phosphorylation and silenced the expression of Zip7. Both approaches resulted in an increase in the differentiation levels of the ESCs treated with zinc. We further demonstrated that ESCs treated with zinc during 30 days were able to retain their pluripotency, while the control condition cultured 30 days without zinc presented evident traits of spontaneous cellular differentiation. Finally, the combination of LIF with zinc produced a synergistic-like increase in the effect of LIF on ESCs self-renewal. Finally, we addressed the effect of lithium on the differentiation of ESCs. Lithium is an inhibitor of glycogen synthase kinase 3 beta (GSK3ß). In terms of ESCs, GSK3ß activates differentiation mechanisms. Our results indicated that high concentration of lithium (10 mM) was able to phosphorylate and strongly inhibit the activity of GSK3ß. However, instead of maintaining pluripotency, ESCs differentiated into the mesoderm lineage after 3 days of culture. After a total of 6 days, ESCs treated with 10 mM lithium showed haemogenic endothelium characteristics, expressing CD31, Sca-1 and CD31/Sca-1 positive cells. The phosphorylation of GSK3ß resulted in the activation of the ß-catenin protein, whose transcriptional activity is necessary for embryonic hematogenesis. The ability of endothelial cells with hemogenic potential obtained from lithium-treated ESCs to derive into hematopoietic stem cells was confirmed after maturation of these cells, resulting in rounded cell aggregates positive for Sox17.
Ministerio de Ciencia, Innovación y Universidades a través de la beca BES-2013-064052 y los proyectos MAT2012-38359-C03-01 y MAT2015-69315-C3-1-R.
Mnatsakanyan Movsesyan, H. (2019). ROLE OF IONS IN STEM CELLS SIGNALLING [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/123063
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