Tesis sobre el tema "Interessi, usura"
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GRANDESSO, SILVESTRI MATTIA. "L'anatocismo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266852.
Texto completoMAXIA, MARCO. "La rilevanza degli interessi moratori ai fini del sindacato in tema di usura". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2020. http://hdl.handle.net/11584/285093.
Texto completoRUGGIERO, VINCENZO. "Interessi ed usura nel diritto civile. Riflessioni, rimedi, percorsi giusprudenziali e profili applicativi". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/52463.
Texto completoCapoti, Paolo. "Il delitto di usura "bancaria"". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426568.
Texto completoLa legge 108 del 1996 ha trasfigurato il volto del delitto di usura introdotto dal Codice Rocco, nel quale si raffigurava perfettamente l’idealtipo criminologico dello «strozzino». Il nuovo art. 644 c.p., laddove contempla la modalità «presunta» di usura, prescinde, infatti, dal tradizionale binomio approfittamento-stato di bisogno, per fondare la punibilità su di un tasso-soglia individuato mediante elementi normativi giuridici e modulato sulle condizioni di mercato. L'usura è così trasformata in reato a presidio di una regolamentazione pubblicistica del mercato del credito, in buona parte demandata al Ministro dell'economia e delle finanze e, per suo tramite, alla Banca d'Italia, attraverso la definizione in concreto degli «interessi usurari» (art. 2 l. 108). Oggetto immediato della tutela penale non è più, pertanto, il patrimonio della vittima, ma – secondo uno schema diffuso nella legislazione penale complementare, specie in materia economica, ed espressione di uno Stato interventista – una «funzione» amministrativa di controllo del mercato del credito. Un tale modello di incriminazione, mutuato dalla legislazione francese, consente certo di superare le difficoltà probatorie che contribuivano all’ineffettività della precedente disciplina, a fronte di un fenomeno criminale dilagante; non si giustifica, però, in chiave di tutela anticipata della libertà patrimoniale del soggetto passivo, alla stregua dei criteri costituzionali di legittimazione dell'intervento penale (offensività/ragionevolezza). Ne deriva un reato di mero scopo, dove lo scopo dovrebbe esser quello – comune alla «legislazione dell’emergenza» – di contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nei circuiti finanziari ufficiali, con i conseguenti effetti distorsivi sull'economia lecita. Sicché, ancor più inaccettabili si rivelano le ripercussioni della funzionalizzazione dell'offesa sulle ulteriori istanze di garanzia che contribuiscono a delineare lo statuto costituzionale dell'illecito penale. Direttamente violata – malgrado la contraria opinione della Suprema Corte – è la riserva di legge, da un meccanismo di integrazione del precetto penale che lascia all'Autorità amministrativa l’incombenza di definire compiutamente l'assetto e i confini della tutela degli interessi in gioco. Ma in una fattispecie per tal modo disegnata con forti connotati di antigiuridicità speciale, pure la tenuta del principio della responsabilità penale personale è a rischio, a causa del consolidato orientamento giurisprudenziale – del resto, già confermatosi in tema di usura – che di fatto esclude qualsiasi efficacia scusante dell'errore su legge extrapenale. D'altra parte, gli stessi vantaggi che la figura presunta assicura in termini di determinatezza (e correlativamente, di colpevolezza) restano vanificati dalla previsione – in funzione antielusiva – di un'ipotesi sussidiaria di usura, detta «in concreto», poiché restituisce il giudizio di usurarietà alla discrezionalità giudiziaria e altresì ripropone il fattore soggettivo delle «condizioni di difficoltà economica o finanziaria» della vittima, che pare tuttavia svolgere, ora, il diverso ruolo di condizione obiettiva di punibilità. Ai fini della presente ricerca, peraltro, rileva principalmente l’effetto di «normalizzazione criminologica» del tipo d’autore, prodotto dall’opzione politico-criminale della riforma, ossia l’equiparazione allo strozzino dell'operatore legale del credito, usuraio allo stesso modo di quello; anzi di più, perché agisce nell'esercizio di un'attività bancaria o di intermediazione finanziaria e perciò commette necessariamente un'usura aggravata, rischiando una pena che – per effetto del recente aumento dei limiti edittali, con valore evidentemente simbolico, e senza nemmeno considerare il possibile concorso di ulteriori aggravanti speciali, pur concepite per l’usura «criminale» – può arrivare fino ai quindici anni di reclusione. Nell’usura per così dire «bancaria» si palesa, dunque, un ulteriore profilo di irragionevolezza della fattispecie, derivante da un trattamento sanzionatorio del tutto sproporzionato – com’è confermato dal raffronto comparatistico con la legge francese, la quale per il reato di usura prevede una pena che non supera i due anni di detenzione, cui piuttosto si aggiungono, coerentemente, sanzioni penali all’impresa. In ogni caso, non desta quindi scalpore la notizia che esponenti anche apicali dei più importanti istituti creditizi del nostro Paese siano indagati o imputati per usura. Quel che sconcerta, invece, è che a fondamento degli addebiti stia la parziale disapplicazione della disciplina amministrativa di integrazione della fattispecie di usura (presunta), con sostituzione di criteri normativi di fonte giudiziale. In effetti, i decreti trimestrali non sono conformi a legge, nella parte in cui, sulla scorta delle Istruzioni della Banca d'Italia, in violazione del quarto comma dell'art. 644, escludono dal tasso effettivo globale medio, relativo ai rapporti di affidamento in conto corrente bancario, alcune componenti del costo del credito, tra cui, soprattutto, la commissione di massimo scoperto. Ma siccome illegittimi, decreti e Istruzioni dovrebbero essere integralmente disapplicati dal giudice penale, con la conseguente inapplicabilità della norma incriminatrice, per la mancata integrazione di alcuni requisiti di fattispecie. Ogni operazione di ortopedia interpretativa sulla ridetta normativa secondaria – alla quale soltanto la legge rinvia per la definizione in concreto degli interessi usurari – si rivela, infatti, ancor più illegittima, poiché viola la riserva di legge in materia penale; emblematico è il procedimento sostanzialmente analogico con cui, nella celebre sentenza 1732/2007 del Tribunale di Palmi, alla C.M.S. è attribuita rilevanza attraverso l'enucleazione di una condizione di usurarietà presunta autonoma rispetto al T.E.G.(M.) di marca amministrativa. Si tradisce nondimeno la logica, prima dei principi, quando, in altre decisioni, il giudizio di usurarietà del tasso praticato dalla banca, (ri)calcolato secondo criteri giurisprudenziali per lo più di matrice peritale, assume comunque a parametro il T.E.G.M. riportato nei decreti trimestrali e rilevato in base alle illegittime Istruzioni della Banca d'Italia. Dalla molteplicità delle metodologie elaborate in ambito peritale deriva, poi, uno scenario di intollerabile incertezza per gli operatori del credito, che palesa l'assoluta indeterminatezza della fattispecie, in mancanza di una scelta vincolante dell'Amministrazione, perciò proprio prevista dalla legge. Decisivi, peraltro, sono i riflessi sul piano della colpevolezza della disapplicazione-sostituzione giudiziale dei criteri stabiliti dalla normativa amministrativa: anche a voler ritenere che l'errore sulla determinazione dell'interesse usurario, in cui incorre l'esponente bancario che abbia confidato sulle Istruzioni di Bankitalia, cada sul precetto e non sul fatto, esso non potrebbe che ritenersi in questo caso inevitabile, quindi scusabile ex art. 5 c.p., quantomeno perché ingenerato dalle stesse Autorità alle quali la legge demanda di integrare il precetto penale. Non è la prima volta che la magistratura, anche di fronte al deludente controllo esercitato dalle competenti Autorità garanti, piega le proprie interpretazioni alle esigenze di tutela della clientela contro lo strapotere del sistema bancario – fin troppo noto è l’overulling giurisprudenziale sulla legittimità dell’anatocismo. Si comprende, allora, quanto la nuova fattispecie di usura, che tanto facilmente si presta a strumento per rivendicazioni di natura contrattuale, possa indurre in tentazione la giurisprudenza – mentre il Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura ha finito per incentivare denunce pretestuose. Come nella precedente vicenda dell’usura sopravvenuta, è così dovuto intervenire il Legislatore; ma la l. 2/2009 risolve solo parzialmente la questione, che rimane aperta riguardo alle ulteriori voci escluse dal T.E.G.M., tra cui la stessa capitalizzazione degli interessi. Nondimeno in punto di condotta, la recente giurisprudenza in materia di usura bancaria si è lasciata andare a interpretazioni assai poco rispettose della tipicità, quando ha senz'altro ravvisato il delitto nel caso in cui, per effetto dell'esercizio del jus variandi, il tasso praticato a un rapporto di apertura di credito in conto corrente sia stato fissato dalla banca in una misura che supera il tasso-soglia di riferimento. Il fatto di reato è per tal modo ridotto alla mera contabilizzazione di interessi usurari. Ma, in mancanza di una promessa dei più alti interessi richiesti, per mezzo di una specifica accettazione delle nuove condizioni economiche da parte del cliente, la norma incriminatrice pretende un'effettiva dazione degli stessi e, pertanto, l'accertamento di una congrua rimessa sul conto, a seguito della variazione unilaterale del tasso. Qui, però, la giurisprudenza cade su un terreno reso ancor più scivoloso dalla stessa dottrina, la quale muove da un'interpretazione riduttiva della formula legislativa «si fa dare o promettere», per arrivare, attraverso la norma sulla prescrizione dell'art. 644 ter, a ricostruire il delitto di usura come reato permanente, dove la condotta finisce per dissolversi in un comportamento di pura attesa del pagamento degli interessi usurari. Il dato tipico, invece, colloca la condotta del reato nella fase di determinazione degli interessi, attribuendole un contenuto di pretesa, che oltretutto consente un parziale recupero in termini di extrema ratio dell'intervento penale, rispetto alla pena privata del secondo comma dell'art. 1815 c.c. In definitiva, la l. 108 è il frutto dell'ennesima illusione del diritto penale post-moderno: di poter esso prevenire l'usura mediante la moralizzazione del mercato del credito. Il risultato è una disciplina, non solo fortemente compromessa sul piano della legittimità costituzionale, sotto ogni profilo (dalla offensività/ragionevolezza alla sussidiarietà, dalla legalità alla colpevolezza), ma addirittura, controproducente rispetto all'obiettivo perseguito, in quanto – costringendo i circuiti ufficiali del credito col tasso-soglia – contribuisce al razionamento dei soggetti più deboli e così favorisce il mercato illegale; e a parte rimane l'ulteriore irrigidimento causato da certe applicazioni giurisprudenziali. La verità è che la difesa contro l'usura non può affidarsi completamente al diritto penale, richiedendo, piuttosto, un'adeguata politica economica e sociale, che incida sulle cause del fenomeno criminale. E tali cause stanno, in primo luogo, proprio nell'inefficienza del sistema creditizio, che la nuova configurazione del delitto ha finito per aggravare. Una seria politica antiusura dovrebbe, dunque, anzitutto impegnarsi nell'assicurare l'accesso (e il mantenimento) al credito legale dei soggetti meritevoli, anche proseguendo lungo una strada appena imboccata dalla l. 108, con la creazione del fondo di prevenzione dell'usura e con le modifiche al regime dei protesti. Qualcosa, di recente, si è fatto, con i diversi provvedimenti per la competitività o con il protocollo di intesa A.B.I. del 2003; ma è ancora troppo poco. In ogni caso, la fattispecie di usura presunta dev'essere eliminata, quantomeno in ambito bancario e finanziario, dove restano ipotizzabili meccanismi di controllo in via amministrativo e magari penale, in chiave preventiva, contro indebiti approfittamenti, ma con la dovuta precisione e adeguatezza nell'individuazione delle condotte antigiuridiche; e soprattutto, andrebbe rafforzato il regime di vigilanza, per impedire ogni strumentalizzazione da parte della criminalità usuraia (specialmente quella organizzata).
Canado, Vítor Hugo Ferreira da Cruz. "Evolution of religious restrictions against interest". Master's thesis, Instituto Superior de Economia e Gestão, 2017. http://hdl.handle.net/10400.5/14694.
Texto completoEste trabalho propõe a comparação entre as restrições religiosas sobre usura nas religiões do Livro e também a análise das origens, manutenção e desaparecimento das proibições. Foi possível concluir que houve uma diluição do conceito de usura e que as restrições tiveram impacto nas actividades bancárias. Além disso, para contornar as proibições, a usura foi escondida em contractos complexos. Como o Islão é actualmente a religião com a maior taxa de crescimento da sua população também foi possível prever possíveis desenvolvimentos futuros da proibição islâmica da usura.
This work proposes a comparison of the religious restrictions on usury in the religions of the book and also the analysis of the origins, the maintenance and the disappearing of the prohibitions. I was able to conclude that there was a dilution in the concept of usury and that these restrictions had an impact in banking activities. Furthermore in order to circumvent the prohibition usury was concealed in complex contracts. As Islam is currently the religious group with the highest population growth I was also able to predict the possible future developments of the Islamic prohibition of usury.
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Filho, Francisco Tavares de Miranda. "OperaÃÃes de crÃdito: um estudo de caso sobre financiamentos para os setores rural, comercial e industrial". Universidade Federal do CearÃ, 2008. http://www.teses.ufc.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=2359.
Texto completoEste trabalho trata de um estudo de caso que tem como objetivo investigar os efeitos da usura e do anatocismo no processo de endividamento bancÃrio em uma amostra de 60 operaÃÃes de crÃdito. Todas as observaÃÃes sÃo devedores inadimplentes e aguardando decisÃo judicial pertinentes à comarca de ParnaÃba, norte do estado do PiauÃ, tendo operaÃÃes contratadas no perÃodo de 1994 a 2003. Foi feita uma breve anÃlise dos aspectos histÃricos, jurÃdicos e econÃmicos da polÃtica de crÃdito no Brasil envolvendo os setores rural, comercial e industrial, declinando sobre os aspectos legais da cobranÃa bancÃria ante a conjuntura econÃmica. Como metodologia, utilizou-se uma pesquisa de campo, realizada com os 60 mutuÃrios quando do ajuizamento das operaÃÃes para auxiliar na avaliaÃÃo dos efeitos da usura e do anatocismo quanto à evoluÃÃo das dÃvidas. A conclusÃo a que se chegou à que a usura e o anatocismo foram fatores que contribuÃram para que tais operaÃÃes chegassem à situaÃÃo de inadimplÃncia. Ressalte-se, porÃm, que o poder de generalizar tais resultados à limitado, dada a falta de informaÃÃo do efeito da usura e do anatocismo sobre os tomadores adimplentes.
This case study aims to investigate the effects of usury and compound interest in the process of acquiring bank debt. The sample was made up of sixty (60) credit transactions, initiated from 1994-2003, all of which are in default and awaiting judicial rulings in the district court of ParnaÃba. A brief analysis of the historical, judicial and politico-economical aspects of credit in Brazil relating to the rural, commercial and industrial sectors is included with emphasis given to the legal aspects of debt collection and economic status. As methodology, a field study was undertaken, achieved with the sixty (60) borrowers during their judgment in order to assist the evaluation of the effects of usury and compound interest in the evolution of the debts. The conclusion reached is that usury and compound interest application were factors that contributed to the debt arriving at the point of default. It should be emphasized, however, that the power of said result does not extend to any and all type of credit transaction.
Pinheiro, Ivan Nogueira. "Juros e usura no direito brasileiro: uma reflexão sob a perspectiva Tomista". Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/2/2131/tde-29102012-155620/.
Texto completoThis study proposes an analysis of the theme of usury in the thinking of St. Thomas Aquinas to determine its applicability to the question of compensatory interest as it is now understood under Brazilian Law. Initially Aquinass concept is evaluated in the light of its triple base: Natural Law, which considers the sterility ofmoney and natural justice; Human Law, seen here as Roman Law, from which the notion offungibility of money and the conceptualization of mutuum agreements are derived; and Divine Law, taken by St. Thomas as a means of corroborating what is deduced from the other laws.Next, the critical issues involving interest and their usurious extrapolation are evaluated in the sphere of our national legal system, from both the perspectives of its historical evolution and of the discussions that involve the subject today. And finally, beginning with an appraisal of interest and usury compatible with the thinking of the Angelic Doctor, we will evaluate what woulddetermine the just price in mutuum contracts,seeking to establish parameters for an eventual limitation ofinterest rates in Brazilian Law, both in transactions involving non-banking entities and in those contracted within the National Financial System.
Villagrasa, Alcaide Carlos. "Deuda de intereses, La". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 1998. http://hdl.handle.net/10803/1391.
Texto completoDesde planteamientos globales, el fundamento económico que parte de la productividad del capital, a través de teorías justificativas del devengo, coincide con la legitimidad de la deuda.
La evolución histórica explica su dimensión moral y dogmática y la intervención del legislador en la actualidad en un doble sentido: para advertir que no es libre el mercado monetario y para reprimir la usura, favoreciendo el equilibrio patrimonial.
Definición: obligación legal o voluntaria de entregar al acreedor una suma o cosa fungible homogénea con la principal y calculada por su disponibilidad temporal. De su naturaleza jurídica destacan tres caracteres estructurales: accesoriedad genética (no funcional, como manifiesta, por ejemplo, la posible prescripción extintiva independiente de la relación jurídica justificativa de su nacimiento), proporcionalidad (respecto a dos parámetros: la cuantía principal y el tiempo de disponibilidad) y pecuniariedad o fungibilidad, que configuran esta deuda genérica peculiar, con máxima aplicación del principio "genus nunquam perit".
El binomio Ley-voluntad privada debe relacionarse con la fuente de la obligación y con su determinación cuantitativa. La variación periódica del tipo de interés legal no evita la situación privilegiada de las deudas de demora tributarias y la desproporcionalidad comparativa e injustificada con deudas de intereses legales a tipo fijo. La cuantía de los intereses voluntarios se limita por la Ley de Usura de 1908, escasamente aplicada por la ausencia de criterios objetivos actualmente criticable, y por Derecho del consumo mediante el establecimiento de criterios esenciales de "transparencia" dirigidos a facilitar una correcta y adecuada información. La corrección del TAE se plantea, de "lege ferenda", precisamente por incumplir su pretendida función informativa sobre el coste total del crédito.
La productividad del capital justifica la equiparación frutos-intereses, destacándose devengo objetivo, independiente del rendimiento efectivo. Además, fundamenta la regla general de imputación preferente del pago de intereses en relación al capital, e incide en la posible resolución del contrato con obligaciones recíprocas por su impago, como indicio fundado de voluntad rebelde al cumplimiento.
Destacan dos funciones: retributiva (de contraprestación al acreedor principal por la detentación temporal del capital) y resarcitoria (que refuerza a la anterior a través de la presunción "iuris et de iure" del daño mínimo resarcible por mora "debitoris", especialidad del régimen de responsabilidad contractual).
La regla general presuntiva de la onerosidad resuelve la aparente antinomia entre los artículos 1755 y 1756 del Código Civil, mediante la presunción "iuris tantum" de que los intereses pagados no estipulados eran debidos, por lo que no pueden repetirse, e implica una inversión de la carga de la prueba en contra del deudor, que deberá probar el error en el concepto del pago si pretende la restitución.
La exigibilidad de la deuda, tras el devengo determinado por su vencimiento, se relaciona con el replanteamiento jurisprudencial del principio "in illiquidis non fit mora", que permite reclamar intereses moratorios sobre la parte indiscutida reconocida por la resolución judicial.
El anatocismo, siempre de origen legal, confirma la tesis de la sustantividad funcional de la deuda, ya que consiste en un régimen propio de intereses moratorias sobre los compensatorios vencidos y no satisfechos que principia con su reclamación judicial, aunque el potencial sobreendeudamiento del deudor debiera corregirse.
The interest debt lacks a unitary regulation.
This thesis remarks the structural and substantial peculiarities conferred by its specific treatment in the area of the Law of Obligations, having considered its economic basis.
The historical evolution explains its moral and dogmatic dimension and the legislative intervention to indicate that the credit market is not free and to restrain usury, favouring patrimonial balance.
Definition: legal or voluntary obligation consisting of handing the creditor a sum or fungible thing homogeneous to the principal and calculated in proportion to the period of availability. This peculiar generic debt, for which the rule "genus nunquam perit" has its maximum applicability, is genetically accessory (whilst not functionally, as proven, for instance, by the possibility of independent lapse), proportional (to the principal and to the period of availability) and pecuniary or fungible.
The dualism Law-private will have to be connected with the source and with the quantitative determination of the obligation. The periodical variation of the legal interest rate does not prevent the privilege of tax paying delay or the disproportion with debts at a fix rate. The Spanish Usury Law (1908), very seldom implemented, limited the quantity of interest established voluntarily, and Consumers Legislation prescribes "transparence". The "T.A.E." should be corrected for it does not attain its informative purpose.
The productivity of capital justifies the equalization fruits (returns)-interest, emphasizing its objective yield, independently of the effective one. It also explains the preferential imputation of payment to interest and it affects the possibility of rescission of a contract generating reciprocal obligations when interest is not paid.
Two functions stand out: retribution (exchange) and reparation ("iuris et de iure" presumption of minimum due compensation for delay in payment: speciality of contract responsibility).
Onerousity solves the apparent contradiction between articles 1755/1756 Cc, presuming "iuris tantum" that paid interest was owed in spite of non-stipulation.
Judicial revision of the rule "in iliquidis non fit mora" allows interest tor delay to be claimed on the uncontested fraction previously declared by the Court.
The specific rules for interest yielded by interest ("anatocismo") require correction to prevent potential overindebtment.
Souza, Mauricio de Castro e. "O empréstimo a juros em João Calvino". Universidade Presbiteriana Mackenzie, 2006. http://tede.mackenzie.br/jspui/handle/tede/2510.
Texto completoFundo Mackenzie de Pesquisa
The practice on interest on lent is present in everyday life. The Bible dealt with this issue, and the matter was a subject treated in the Code of Hammurabi and in the Roman Law. The loan interest, in the Middle Ages, was important to promote development, trade, marine exploration trips, and even in the Crusades. The Christian Church simultaneously condemned the practice of usury, that is, the lent on interest. But sometimes it not only authorized the practice, the Church did also benefit from it. Calvin, although personally contrary to the practice of lent on interest, realized the impossibility of its abolition and showed himself in favor of the lent on interest. Nonetheless, he separated between the loan for consumption and the loan for production, to be used to promote development. In his understanding, the loan for production was fair because the borrower, working out the money, intends to obtain a superior amount than the money taken. However, conscious that the interest affects directly the cost of living, resulting negatively to the poor, Calvin restricts and systematizes the loan on interest to aim two targets: 1) Our actions must glorify God; 2) Our benefits must affect positively the surrounding community.
A prática do empréstimo a juros sempre esteve presente na vida das pessoas, visto que a Bíblia, o Código de Hamurabi e o Direito Romano já tratavam do assunto. O empréstimo a juros na Idade Média foi importante para promover o desenvolvimento, sendo utilizado no comércio, nas viagens marítimas, e até mesmo nas épocas das Cruzadas. A Igreja Cristã, ao mesmo tempo em que condenava a prática da usura, isto é, empréstimo a juros, por muitas vezes não só autorizou mas, também, usufruiu de ganhos adquiridos com juros. Calvino, apesar de contrário à prática do empréstimo a juros, mas por perceber que seria impossível aboli-lo, manifestou-se de certa forma favorável à temática em questão. Todavia, separou o empréstimo de consumo, do empréstimo de produção, o qual foi utilizado para promover o desenvolvimento. No entender de Calvino, o empréstimo de produção era justo, pois, o que empresta nesta linha de ganho, pretende ganhar outro tanto superior o valor emprestado. Mas, consciente que os juros afetam diretamente o custo de vida, e os menos favorecidos financeiramente serão os mais afligidos, restringe e sistematiza o empréstimo a juros, com a dupla finalidade: 1) que as nossas atitudes glorifiquem a Deus; 2) que devem beneficiar a comunidade em que vivemos.
Davidson, Corinne. "Prohibitions against loans at interest : a pentateuchal problem". Thesis, McGill University, 1988. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=63963.
Texto completoChen, Li-Kanz. "Cost of Issuing Debt: An Analysis of the Factors Affecting the Net Interest Cost of State Bonds". Thesis, University of North Texas, 1995. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc278599/.
Texto completoLegnani, Nicole Delia. "Love Interest: Figures and Fictions of Venture Capital and the Law in Conquista". Thesis, Harvard University, 2014. http://dissertations.umi.com/gsas.harvard:11471.
Texto completoRomance Languages and Literatures
Althabity, Mohammad M. "Enforceability of arbitral awards containing interest : a comparative study between Sharia law and positive laws". Thesis, University of Stirling, 2016. http://hdl.handle.net/1893/23090.
Texto completoThiam, Mballo. "De la religion à la banque : Contribution à l'étude d'un droit bancaire islamique en France". Thesis, Toulon, 2013. http://www.theses.fr/2013TOUL0077/document.
Texto completoThe economic crisis of 2008 shook the worldwide economy by leaving after-effects in various sectors, in particular in that of the bank where its operating process and its role of intermediation showed their limits. The practice of the interest and the placement of the mechanism of the speculation were at the origin of these contemporary crises. The first returned reports and work all were almost directed towards common problems, the ones propose an alternative finance with conventional finance and others plead for a more ethical finance. These suggested solutions recut with the principles of Islamic finance. The latter functions in accordance with the rules of the Islamic law: the prohibition of the riba, the speculation and the application of the principle of division of the profits and the losses, the alternate one of the riba in the Islamic system. So from an economic standpoint the integration of Islamic industry in the French financial system does not pose a concern such does not seem to be the case taking into consideration those and legal rule which controls the organization and the operation of the banks in France which governs the contract law. It is the interest for this reason, that is it is necessary to see whether the Islamic bank meets all the requirements to be set up with the row of a bank within the meaning of the provisions of the monetary and financial Code, in other words a requirement for an operation of credit and allowing by the same occasion to qualify an institution of bank? These interrogations are not limited only on the organisational level, they also extend on operation from this bank, because their legal mode and the qualification of the products used in these Islamic banks deserves a judicious examination in order to deduce the applicable duty in the event of dispute from it. Our thesis is harnessed to bring solutions to these interrogations or at least to try to find ways to facilitate the reception and the integration of these banks in France
Bizzarri, Giacomo. "Interessi monetari e profili civilistici dell'usura". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1126378.
Texto completoChen, Ying-Ju y 陳盈如. "Legally Protected Interest and Legitimacy of Usury(Article 344 of the Criminal Code)". Thesis, 2013. http://ndltd.ncl.edu.tw/handle/16775919250976707496.
Texto completo國立臺灣大學
法律學研究所
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Criminal law 344th - Crime of Usury is a law that is widely applicable and has been frequently used in judicial practice. However, the reasoning behind the designs and the explanations of this law — i.e. its legal interests — are highly questionable. This thesis, based on the legal interest theory, questions the justification of the usury law. In the financial history of Taiwan, usury could be seen as a negative indicator of the robustness of the financial system; the usury behavior increased when there were flaws or imperfections in the financial system at that time and played an important role in providing short term funds to the financial support demanders. In the current legal system, usury has been categorized as one kind of property crimes. However, by examining the current usury law with the victim commitment theory, the author found there is no justification for the “urgency” and “recklessness” scenarios, which are stated in the current usury law, to deny the genuineness of the victim’s commitment. After examining other possible legally protected interest and still failing to find any justification, the author concluded the current usury law is unjustifiable from the perspective of the personal legally protected interest theory. From the historical background of the usury law in Germany, we could find a close connection between the usury law and the reflection of the Liberalism; there is a clear sign that the society’s expectation to social welfare has had a significant impact on the legislation of the usury law. Similarly, due to the society’s disparagement and the harsh punishment against usury, the legislation of the usury law in Taiwan has become neither the concern about the legally protected interest nor the feedback of the social conscience, but the result of the political considerations instead. This thesis argues that, as usury is merely one way to provide financial funds, the law that forbids such behavior not only conceals the real problems of the financial system, but also impedes the liquidity demanders from obtaining necessary funds. Such a law cannot be justified by either the legal interest theory or the utilitarian benefit measurements. Thus, the author concludes usury should be decriminalized. Finally, even if usury cannot be immediately decriminalized due to the current legislation trends, the author still like to suggest law makers to reconstruct the current usury crime based on the constitution elements of the usury crime in Germany to justify its position as a property crime.
Casazza, Alberto. "Strategie di gestione dei costi nei finanziamenti bancari: tecniche contrattuali e rimedi privatistici". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1238916.
Texto completoHunter, Carla Rowlene. "The charging of interest and the validity of variable interest rate clauses". Thesis, 2015. http://hdl.handle.net/10210/13978.
Texto completoThe charging of interest and the variation thereof throughout the term of a credit agreement has, in a modern South Africa, become the rule rather than the exception. This is so because in a constant evolving economy it will not be viable for large financial institutions to commit themselves to fixed interest rates especially where a credit agreement such as a mortgage agreement may extend over many years. With this comes the question as to the extent of a credit provider’s discretion to vary interest rates and the manner in which it purports to do so. Naturally where the National Credit Act finds application in respect of a credit agreement the provisions thereof relating to interest and the variation thereof will determine whether a clause allowing a credit provider to vary the interest rate unilaterally is valid and enforceable. However in instances where the National Credit Act is not applicable to a certain credit agreement, especially in the case where the consumer is a juristic person, the interest rate levied and the variation thereof will fall to be decided in terms of the common law. The application of the common law in this regard is not without difficulty and there have been many conflicting decisions of our courts in this regard. Whilst the supreme court of appeal has finally decided on the matter of discretionary interest rate clauses it is no doubt that this issue will surface for many years to come. This dissertation explains the comparative positions of interest rate and variable interest rate clauses in terms of the National Credit Act and the common law.
Vopálková, Eva. "Islámské bezúročné bankovnictví". Master's thesis, 2014. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-332048.
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