Literatura académica sobre el tema "Inserimento nel gruppo dei pari"

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Artículos de revistas sobre el tema "Inserimento nel gruppo dei pari"

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De Matteo, Alice. "I primi mazziniani liguri e la Giovine Italia. Il caso di Elia Benza (1823-1833)". IL RISORGIMENTO, n.º 2 (noviembre de 2022): 38–57. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-002002.

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Quest'articolo ricostruisce la fisionomia del primo gruppo genovese che, negli anni Venti e Trenta dell'Ottocento, condivise il periodo universita- rio, l'esperienza carbonara e la fondazione della Giovine Italia assieme a Giuseppe Mazzini. Al fine di dimostrare l'importante influenza esercitata dalla prima generazione di mazziniani nella formazione dell'innovativo sistema associativo proposto dal Genovese, il saggio si concentra in parti- colare sul profilo biografico di Giuseppe Elia Benza, la cui esperienza in- dividuale viene criticamente analizzata all'interno del più ampio contesto del difficile inserimento dei territori liguri nel governo sabaudo.
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Forni, Marcella. "ImprenditorialitÀ e gestione: la formazione del Gruppo Rizzoli dalle origini alla seconda guerra mondiale". SOCIETÀ E STORIA, n.º 133 (octubre de 2011): 449–84. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133004.

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L'articolo ripercorre il percorso di formazione e strutturazione del gruppo editoriale Rizzoli, tra le protagoniste dell'industrializzazione del settore, nel periodo compreso tra i primi anni del novecento, che vede la formazione di un primo nucleo tipografico, e la fine del secondo conflitto mondiale. Lo studio prende avvio da un esame della formazione tecnica e imprenditoriale del tipografo nella Milano dei primi del secolo, e prosegue in una valutazione dell'ambito specifico di inserimento delle prime societÀ a marchio Rizzoli. Fondamentale per comprendere l'evoluzione societaria e gestionale dell'impresa, sia sul breve che sul medio periodo, č ritenuta la ricostruzione delle partnerships instaurate dall'azienda fin dai primi anni di attivitÀ, alla base dell'attestazione della ditta a livello nazionale. Parallelamente, vengono seguite le operazioni di diversificazione produttiva che porteranno l'azienda ad un'espansione nel settore editoriale, principalmente orientata verso produzioni a grande tiratura, per le quali verranno studiate dopo la metÀ degli anni venti apposite politiche pubblicitarie/di marketing: l'autore si sofferma a questo proposito sulla forte compenetrazione tra le attivitÀ del gruppo, estese nel corso degli anni trenta alla produzione cinematografica. Un'analisi delle vicende societarie di questo periodo evidenzia come il successo economico dell'attivitÀ porti ad un'emancipazione del gruppo dai suoi primi finanziatori, con un rientro della gestione nell'ottica tipicamente italiana della conduzione familiare delle imprese.
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de Filippo, Elena y Salvatore Strozza. "Le migrazioni interne degli stranieri in Italia". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 121 (febrero de 2011): 168–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121010.

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Una parte crescente dei trasferimenti di residenza tra comuni italiani riguarda cittadini stranieri. Questo articolo prova a dare conto di questo aspetto delle migrazioni interne cercando di rispondere ad alcuni quesiti. Esistono differenze per intensitŕ, tipologie e direttrici migratorie nella mobilitŕ interna degli stranieri rispetto a quella degli italiani? E tra gli stessi stranieri ci sono differenziali significativi per nazionalitŕ? Quanto giocano le caratteristiche personali e quanto il territorio a determinare la propensione degli immigrati a spostarsi verso altre regioni italiane? Infine, il Mezzogiorno e, in particolare, la Campania restano prevalentemente aree di transito dell'immigrazione oppure nel tempo il loro ruolo si è almeno in parte modificato? Da meno di 70mila nel 1998 i trasferimenti di residenza dei cittadini stranieri sono diventati a partire dal 2006 oltre 200mila per effetto della crescita della popolazione straniera residente che da sempre ha fatto registrare livelli di mobilitŕ interna pari a circa 3 volte quelli degli italiani. Particolarmente accentuata appare la mobilitŕ delle nazionalitŕ di più recente immigrazione e di quelle che per tipologia di inserimento lavorativo hanno molteplici riferimenti nei vari contesti geografici; meno mobili risultano alcune collettivitŕ di più antico insediamento soprattutto se concentrate nei poli delle principali aree metropolitane.
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Crisi, Alessandro. "Il test di Wartegg secondo la "metodica Crisi" nei processi di selezione e orientamento delle Forze Armate Italiane". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2010): 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003009.

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Da alcuni anni la gamma degli strumenti utilizzati nei propri processi di Selezione e Orientamento dalla Polizia di Stato e dalle Forze Armate Italiane, in particolare dalla Marina Militare, dall'Aeronautica Militare e dall'Esercito Italiano, si avvale del contributo di un nuovo strumento: il test di Wartegg (Wartegg Zeichentest o WZT) applicato secondo una nuova metodica di interpretazione, pubblicata nel 1998 e in seconda edizione riveduta e ampliata nel 2007, dall'Autore del presente articolo. Tale metodologia nel corso degli anni e grazie ai numerosi riscontri ottenuti nei vari ambiti di applicazione, č risultata in grado di soddisfare le esigenze di valutazione sia a livello di clinical assessment (grazie al software Wartegg-Selezione) sia a livello di analisi delle potenzialitŕ attitudinali (software Wartegg-Orientamento). Tali esigenze sono alla base dei processi di Selezione delle Forze Armate Italiane e della Polizia di Stato. Il Test di Wartegg č un test grafico di personalitŕ; puň essere somministrato in gruppo e le sue caratteristiche principali sono rappresentate da una profonda capacitŕ investigativa accompagnata da una estrema rapiditŕ e facilitŕ di somministrazione, di siglatura e di inserimento dei dati nel software. Tali caratteristiche rendono lo strumento particolarmente idoneo ad una sua applicazione nel caso di selezioni con numerosi partecipanti. Lo strumento č dotato, a seconda delle esigenze, di diversi programmi computerizzati che forniscono un report valutativo conclusivo. Nel 1999 il test di Wartegg č stato oggetto di una specifica sperimentazione effettuata dalla Marina Militare Italiana che, al fine di valutarne la validitŕ e l'attendibilitŕ, lo ha sottoposto ad una comparazione con i risultati ottenuti dagli strumenti utilizzati nella Selezione. L'esito altamente positivo della sperimentazione ha determinato che, a partire dal 2002, il Test di Wartegg sia entrato a far stabilmente dei processi selettivi e di orientamento della Polizia di Stato e delle Forze Armate Italiane.
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Giannini, Marco, Alessio Gori y Valentina De Feo. "Un primo contributo allo studio della dimensionalitŕ dell'Early Intervention Gambling Health Test (EIGHT), uno strumento di misura per la valutazione del grado di coinvolgimento nel gioco d'azzardo". S & P SALUTE E PREVENZIONE, n.º 55 (diciembre de 2010): 69–81. http://dx.doi.org/10.3280/sap2010-055004.

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La presente ricerca si propone di verificare le proprietŕ psicometriche dell'(EIGHT), uno strumento costituito da otto item, utilizzato per misurare il grado di coinvolgimento nel Gioco d'Azzardo Patologico (GAP).. Il campione oggetto di studio č formato da 158 soggetti, per lo piů di sesso maschile (98,7%), con etŕ media di 45,51 anni (D.S.= 11.8). Ai 79 soggetti individuati nelle diverse sale da gioco č stata somministrata una batteria di test composta dall'(EIGHT), dalla quinta versione della(SSS-V), dal(LOT-R) e dalla(SES), con l'aggiunta di una scheda informativa sulle abitudini di gioco (tempo dedicato ai diversi giochi, preferenze dei luoghi da gioco). Ai rimanenti 79 soggetti č stato somministrato l'EIGHT insieme alla scheda informativa.. L'Analisi Fattoriale Esplorativa (AFE), effettuata con il Metodo degli Assi Principali, ha permesso di individuare una struttura unifattoriale dell'EIGHT. La coerenza interna ottenuta attraverso il calcolo dell'č pari a .82. L'Analisi della Varianza (ANOVA) ha permesso di individuare una differenza significativa tra il gruppo di giocatori (M=4.18, D.S.=2.20) e il gruppo di non giocatori (M=.81, D.S.=1.12) rispetto al coinvolgimento nel gioco d'azzardo (F = 146.3, p<.01).. I primi risultati su un campione italiano suggeriscono che l'EIGHT possiede buone proprietŕ psicometriche e puň essere utilizzato nel contesto italiano per la misura del grado di coinvolgimento nel Gioco d'Azzardo Patologico (GAP).
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Tosi, Marco, Camilla Borgna y Milena Belloni. "Quando lo studio non paga. Un'analisi sui differenziali salariali fra stranieri e italiani". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (junio de 2020): 42–59. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001003.

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L'inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro italiano è caratterizzato da tassi di disoccupazione relativamente bassi ma importanti divari nell'accesso a professioni di status medio-alto. La letteratura ha inoltre mostrato che, al contrario di altri Paesi europei, i divari di status occupazionale sono maggiori fra i lavoratori con un più elevato livello di istruzione. Questo articolo si concentra sui divari retributivi fra italiani e immigrati analizzando una ricca base dati costituita dall'integrazione di due indagini Reddito e condizioni di vita delle famiglie con stranieri (2009) e l'indagine Istat IT-Silc (2009). I risultati indicano che, anche in termini di reddito, lo svantaggio legato allo status migratorio è particolarmente accentuato per i lavoratori più qualificati. Per questo gruppo, il divario rimane significativo anche al pari di caratteristiche socio-demografiche e lavorative e dell'eventuale riconoscimento formale del titolo di studio, che pure ha un effetto positivo per le lavoratrici donne. La persistenza di uno svantaggio retributivo anche all'interno delle singole occupazioni potrebbe essere frutto di meccanismi discriminatori, ma anche della selezione avversa all'interno del gruppo dei lavoratori altamente qualificati che decidono di emigrare e rimanere nel nostro Paese, proprio in ragione delle caratteristiche strutturali del mercato del lavoro italiano.
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Tambasco, N., F. Lalli, A. Rossi, V. Gallai, G. Guercini y G. P. Pelliccioli. "Attivazione delle aree corticali motorie nel morbo di Parkinson Studio funzionale con risonanza magnetica". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 105–9. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300119.

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I pazienti affetti da morbo di Parkinson (MP) sperimentano nella bradicinesia uno dei sintomi più disabilitanti, verosimilmente determinato da una deafferentazione dai nuclei della base di alcune aree corticali motorie. Scopo di questo studio è stato quello di evidenziare mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI) differenze nell'attivazione delle aree corticali motorie primarie e secondarie in risposta a compiti motori specifici tra un gruppo di pazienti affetti da MP iniziale e un gruppo di soggetti di controllo di pari età. Abbiamo inoltre studiato l'effetto dell'apomorfina, farmaco dopaminoagonista efficace nella bradicinesia, per verificare se al miglioramento clinico corrispondesse una variazione di attivazione delle aree corticali motorie. I pazienti hanno mostrato una riduzione significativa del numero di sequenze motorie effettuate con la mano destra, lato più affetto, rispetto al controlato ed ai controlli. Dopo somministrazione di apomorfina si è verificato un incremento della media delle sequenze motorie, senza però raggiungere i valori dei controlli. L'esame con fMRI ha fatto evidenziare che il numero totale di pixel non differiva tra i vari gruppi. Nei pazienti si è osservata una attivazione statisticamente inferiore dell'area corticale motoria primaria (M1) controlaterale al lato più affetto e una maggior attivazione, statisticamente significativa, dell'area corticale premotoria laterale (PML) nell'emisfero più affetto. La riduzione di attivazione nella Ml è in relazione principalmente con il rallentamento motorio, mentre l'iperattivazione della PML potrebbe essere il correlato neuroradiologico delle alterazioni che sottendono una disfunzione delle afferenze dai nuclei della base.
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Canzi, M., P. Coral, T. Roggio, L. De Filippo y G. Panarello. "Valutazione clinico/morfologica di Amukine Med® e Braunol®, su CVC in spisilicone". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 2 (24 de enero de 2018): 19–22. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1431.

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La gestione infermieristica riveste un ruolo importante per la sopravvivenza dell'accesso vascolare per emodialisi, soprattutto quando per la sua realizzazione sono stati utilizzati materiali protesici etcrologhi. Scopo di questo studio è di valutare in vitro e in vivo gli eventuali effetti collaterali e l'efficacia di due disinfettanti tra i più comunemente usati (ipoclorito di sodio allo 0,057 Amukine Med® e iodopovidone al 10% Braunol®,) per le medicazioni dei cateteri venosi centrali. Lo studio è stato effettuato da gennaio 2003 a gennaio 2004. In tale periodo abbiamo valutato in vitro mediante esame morfologico gli effetti sui cateteri incubati a breve e lungo termine nei 2 disinfettanti e in vivo l'incidenza di reazioni cutanee locali e la positività dell'esame colturale del tampone cutaneo, in 17 malati uremici con “Tesio cat®” Medcomp (spisilicone) come accesso vascolare per emodialisi. Non si sono notate differenze morfologiche significative nello studio in vitro tra i campioni trattati con i due disinfettanti. Il contatto prolungato dello spisilicone con Amukine Med e Braunol anche in ambiente libero non ha determinato alterazioni morfologiche della parete all'esame macro e microscopico. Nello studio in vivo, condotto su due gruppi composti da 10 pazienti nel gruppo Amukine Med e 7 pazienti in quello con Braunol, sono state effettuate 1088 medicazioni (640 con Amukine Med pari al 58,8% medicazioni totali e 448 con Braunol pari al 41,2% medicazioni totali) pari al 40,5% delle sedute dialitiche con ambo le tecniche di disinfezione. Dagli esami colturali (271 tamponi) in 71 casi è stata riportata crescita batterica; 68 Staphilococcus Epidermidis; 2 Escherichia Coli (gruppo Amuchina Med) 1 Pseudomonas Aeruginosa (gruppo Braunol). Negli ultimi 3 casi (1/68 mesi d'esposizione) era presente sepsi locale. Non si sono rilevate differenze nell'incidenza di infezioni locali o di effetti collaterali indotti dai due disinfettanti.
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Perini, Edoardo. "La consulenza nel contesto scolastico: una proposta di intervento sistemico con l'uso del sociogramma". TERAPIA FAMILIARE, n.º 126 (noviembre de 2021): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126003.

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L'autore propone un modello di intervento nell'ambito della psicologia scolastica, che si ispira all'approccio sistemico-relazionale. Attraverso l'esemplifi cazione di casi clinici, viene sottolineata l'importanza di lavorare a scuola in un'ottica preventiva. Tenendo conto delle gerarchie presenti nella scuola in cui si trova ad operare ed evitando di contrastarle, lo psicologo scolastico può utilizzare lo strumento della convocazione in un modo nuovo per la tradizione sistemico-relazionale, estendendo l'invito agli incontri a docenti e dirigente. L'autore sottolinea altresì l'importanza di utilizzare il sociogramma, un'ecomappa che integra i classici strumenti sistemici e permette di comprendere le interazioni orizzontali tra i compagni di classe, offrendo una visione "globale" sulle preferenze soggettive di ciascun alunno. Lo psicologo scolastico ha così la possibilità di individuare vincoli e risorse nel gruppo dei pari ed effettuare una diagnosi della situazione di un alunno raffrontando la storia vissuta a scuola con le narrazioni che gli vengono riferite nel corso della consultazione.
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Storai, Francesca y Valentina Pedani. "Uno studio sul gradimento del feedback in due corsi universitari online". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 296–308. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12487.

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In questo studio che prende in esame gli insegnamenti online Pianificazione e Valutazione della didattica e Attività sperimentali per la prima infanzia dell'Università Telematica degli Studi IUL, si sono analizzate le schede di valutazione compilate dai corsisti al termine del percorso di formazione nel corso di quattro anni accademici (2017/2018, 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021) al fine di osservare il gradimento di un approccio didattico fortemente orientato verso un processo di feedback molto strutturato. Si sono analizzati i giudizi dei corsisti su aspetti inerenti a: l'appropriatezza degli strumenti di comunicazione di gruppo e di telecomunicazione previsti dalla piattaforma di formazione, i mezzi e i linguaggi multimediali predisposti dai docenti e dalla tutor, la capacità dei docenti di motivare interesse verso la disciplina. Il principale risultato a cui si è giunti è che la soddisfazione generale degli studenti sia preponderante soprattutto in presenza di elementi quali: la facilitazione del confronto con i pari (feedback interno); la restituzione continua dei docenti e la mediazione della tutor disciplinare (feedback esterni).
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Tesis sobre el tema "Inserimento nel gruppo dei pari"

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BELTRAME, Rossella. "Acquisizione della lingua italiana e integrazione sociale in bambini d'età prescolare figli di immigrati: Fattori di promozione vs. ostacolo". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11562/350733.

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Resumen
Gli alunni con cittadinanza estera presenti nella scuola sono oltre 600.000 (M.i.u.r., 2009) e, secondo il Ministero, presentano tassi di ripetenza doppi rispetto ai coetanei italiani. Tra i fattori che incidono maggiormente sulle prestazioni scolastiche, le difficoltà nell’acquisizione della lingua italiana e nella socializzazione con i compagni giocano un ruolo importante. Dover apprendere due lingue contemporaneamente può comportare forme di bilinguismo sottrattivo, con una padronanza ridotta in entrambe le lingue e il rischio di sviluppare pesanti deficit linguistici (Bialystok, 2007; Lindsey et al., 2003; Manis et al., 2004; Favaro & Napoli, 2002; Hakuta et al., 2000). Anche l’interazione sociale può essere ostacolata dalle differenze legate agli obiettivi di socializzazione e pratiche di cura della cultura di appartenenza e il comportamento atteso dagli insegnanti e dai pari italiani (Keller, 2007; Miller & Harwood, 2002). Un’importante risorsa per contrastare queste difficoltà è costituita dall’inserimento dei minori immigrati nella scuola dell’infanzia, come mostrano studi condotti con bambini figli di immigrati negli Stati Uniti e in Germania (Magnuson et al., 2006; Spiess et al., 2003). Il presente studio si propone di documentare il livello di acquisizione dell’italiano come seconda lingua in bambini figli di immigrati di età prescolare; documentare il livello di competenza e integrazione sociale dei bambini figli di immigrati nel contesto educativo, in relazione a età, genere e cittadinanza dei bambini e di analizzare la relazione tra alcuni fattori ipotizzati come potenziali promotori (vs. ostacoli) per lo sviluppo linguistico nella lingua italiana. Alla ricerca hanno partecipato 211 bambini figli di immigrati frequentanti le scuole dell’infanzia del Comune di Verona di età compresa fra i 3 e i 6 anni (media = 4.5; ds = 0.96). I bambini sono di nazionalità nigeriana (52), romena (46), marocchina (36), cingalese (23) e “altra” (50). Ognuno di loro è stato visto in più occasioni, durante le quali sono stati somministrati: il test per la valutazione della comprensione del testo orale TOR 3-8, il TVL per la valutazione della comprensione e produzione di parole e frasi e il PPTV-R per valutare il vocabolario ricettivo. La competenza e l’integrazione sociale dei bambini sono state valutate attraverso un approccio multimetodo che ha utilizzato 3 diverse fonti di raccolta dati: l’osservazione diretta del comportamento videoregistrato; la percezione delle insegnanti, che hanno compilato il Questionario per la Valutazione del Comportamento Sociale in bambini d’età prescolare e la nomina dei pari, limitata alla sola dimensione positiva della scelta. Attraverso colloqui con i genitori e le insegnanti sono state raccolte informazioni socio-demografiche sulla famiglia. Il confronto dei risultati ai test linguistici con i dati normativi evidenzia prestazioni linguistiche molto basse, coerentemente con i dati presentati dalle ricerche internazionali. L’ANOVA a 3 fattori (Età: 3 x Cittadinanza: 5 x L2incasa: 2) applicata alle diverse variabili dipendenti linguistiche mostra un effetto significativo non solo dell’Età dei bambini, ma anche dell’uso della lingua italiana in casa. Nessun effetto, invece, della Cittadinanza. L’ANOVA a 3 fattori (Età: 3 x Genere: 2 x GruppoStr-It: 2 o Cittadinanza: 6) e i relativi post-hoc applicati ai diversi dati emersi nel comportamento sociale mostrano un effetto significativo dell’Età del Gruppo e del Genere, con le differenze a favore dei bambini italiani che restano concentrate prevalentemente nella fascia dei 3 anni per le femmine, e in quelle dei 3-4 anni per i maschi, suggerendo che l’esperienza nella scuola dell’infanzia influenza positivamente l’integrazione sociale, in particolar modo delle bambine figlie di immigrati. Relativamente al 3° obiettivo, le regressioni effettuate mostrano come una parte considerevole della varianza linguistica sia spiegata da misure di competenza e integrazione sociale e viceversa, evidenziando una stretta relazione tra abilità sociali e linguistiche.
According to the Ministry of Education (2009), 600.000 students with non-European citizenship were enrolled in Italian schools in 2009. Ministry data also show that they are rejected twice as often as their Italian peers. Factors which more heavily affect their academic performance are difficulties in the acquisition of the Italian language and in socializing with their peers. Learning two languages simultaneously may lead to forms of subtractive bilingualism, with a low proficiency in both languages and the risk of developing heavy language deficit (Bialystok, 2007, Lindsey et al., 2003; Manis et al., 2004; Favaro & Napoli, 2002, Hakuta et al., 2000).. Even social development may be hampered by discrepancies between family and school behavioral expectations, educational goals and caring practices (Keller, 2007; Miller, Harwood, 2002). An important resource to counteract these difficulties is the inclusion of immigrant children in kindergarten, as shown by studies conducted in the United States and Germany (Magnuson et al., 2006, Spiess et al., 2003). The aims of this study are: to document the level of Italian as a second language acquisition in immigrant children of preschool age, to document the level of social competence and social integration in the Italian educational context - in relation to age, gender and citizenship of children - and to analyze the relationship between factors hypothesized as potential promoters (vs. barriers) for Italian language development. 211 immigrant preschool children participated in this study, (mean = 4.5, SD = 0.96). 52 children had a Nigerian passport, 46 had Romanian passports, 36 had a Moroccan passport, 23 had Sri Lankan passport and, finally, 50 children had passports of various foreign nationalities. Researchers visited the children several times for evaluation oral comprehension (TOR 3-8) in Italian language, as knowledge of words and phrases, both in comprehension and production (TVL), and receptive vocabulary (PPTV -R). In order to assess children’s social competence, a multi-method approach was employed, comprising three different sources for data collection: direct observation of videotaped behavior; the perception of teachers who filled out a questionnaire for the assessment of social behavior in preschoolers and, finally, a sociogram, limited to the positive dimension of choice. Socio-demographic information about the children’s families were gathered through interviews with parents and teachers Comparison between the results of the linguistic tests and normative data shows very low levels of language skills, consistent with the data presented by international research. The 3-factor ANOVA (Age: 3 x Nationality: 5 x L2incasa: 2) applied to the different linguistic variables shows a significant effect not only of the Age of children, but also of the use of Italian at home. No effect of the Citizenship variable is shown. The 3-factor ANOVA (Age: 3 x Type: 2 x Group: 2 or Citizenship: 6) and its post-hoc applied to the different social data show a significant effect of Age, Group and Gender, with the differences in favor of Italian children who remain concentrated mainly in the 3 years old range for females, and in those of 3-4 years for males, suggesting that the influence of social integration in school is positive, especially for girls. Regarding the 3rd research goal, the regressions show that a large portion of linguistic variance is explained by competence and social integration measures and vice versa, indicating a close relationship between language and social skills.
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