Literatura académica sobre el tema "Innovazione, Unione Europea, Comunicazione"

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Artículos de revistas sobre el tema "Innovazione, Unione Europea, Comunicazione"

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Papa, Anna. "La complessa realtŕ della Rete tra "creativitŕ" dei fornitori di servizi Internet ed esigenze regolatorie pubbliche: la sottile linea di demarcazione tra provider di servizi "content" e di "hosting attivo"". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 221–53. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002004.

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Resumen
La Rete Internet si presenta come una realtŕ complessa nell'ambito della quale alla funzione di trasmissione di dati si associano, acquisendo sempre maggiore rilevanza, funzioni legate all'utilizzo diffuso degli strumenti propri della societŕ dell'informazione e della comunicazione. In costante crescita sono anche i soggetti che offrono servizi legati alle funzioni ora citate, in particolare fornitori di connettivitŕ e gestori di applicazioni in grado di consentire la comunicazione e la diffusione in Internet di notizie, opinioni e contenuti. A fronte di una cosě complessa realtŕ, la legislazione nazionale, in linea con la normativa europea, in materia si presenta ancora poco sensibile alle differenziazioni dei ruoli ricoperti dai soggetti operanti in Rete, come fornitori di servizi e come utenti. Essa attribuisce centralitŕ, soprattutto sul piano della responsabilitŕ, all'Internet provider, considerato come il soggetto centrale della fruizione dei servizi Internet, pur nella tripartizione ora prevista dalla normativa nazionale (in ossequio a quella comunitaria) che distingue tra access, caching e hosting. In realtŕ, pur certi dell'importanza dei Service per il funzionamento (e il controllo) della Rete, appare ormai evidente che i fornitori di servizi Internet si presentano come un universo ben piů articolato e dinamico, con prestazioni che vanno a collocarsi nello spazio creato dalla Rete e non semplicemente nella funzione di trasmissione o conservazione dei dati immessi o prodotti. Una prima importante conseguenza č la difficoltŕ di distinguere tra "hosting" e "content" provider. Sono soprattutto questi ad essersi molto evoluti negli ultimi anni. Nel saggio ne vengono forniti tre esempi: siti istituzionali, gestori di piattaforma e curatori di luoghi di discussione. In assenza di una regolamentazione normativa, a livello europeo e nazionale, la giurisprudenza sta cercando di individuare un punto di bilanciamento tra i diversi interessi coinvolti che tenga conto delle caratteristiche e del carattere innovativo della Rete rispetto ad esperienze e contesti preesistenti. Appare tuttavia evidente che l'azione giurisprudenziale da sola non č in grado di stabilizzare e di dare affidabilitŕ ad un comparto che necessita invece di regole, frutto di una riflessione condivisa, idonee a garantire una operativitŕ "regolata", rispettosa dei diritti individuali, della concorrenza ma nel contempo capace di assecondare la profonda innovazione dell'informazione e della comunicazione che la Rete sta realizzando
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Tesis sobre el tema "Innovazione, Unione Europea, Comunicazione"

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Pezze', Francesca <1990&gt. "EUROPA 2020: CRESCITA E INNOVAZIONE IN UNIONE EUROPEA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10588.

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Resumen
L’elaborato mira ad analizzare l'innovazione e la crescita con riferimento a Europa e Horizon 2020. Inoltre esamina il legame che intercorre tra la crescita e l’innovazione in Unione Europea, alla luce dell’analisi empirica.
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Resumen
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Resumen
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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Marchionne, Ilaria. "Il paradigma generativo per comunicare l’innovazione e il trasferimento tecnologico in Europa". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1157432.

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Resumen
Il lavoro di dottorato presentato in questa sede nasce dalla constatazione che il modello comunicativo promosso oggi dall’Unione Europea (UE) tenda a affermare e a replicare dinamiche esclusivamente top-down e unidirezionali, sia quando si rivolgono alla società civile e alle istituzioni politiche, che al mondo della ricerca e al tessuto produttivo. Tali dinamiche mettono in evidenza la difficoltà dell’Unione di attivare occasioni di interazione e confronto con i diversi stakeholder che facciano emergere i loro reali bisogni: nel momento in cui si individuano obiettivi strategici e si definiscono attività specifiche per raggiungerli, infatti, l’ascolto dei portatori d’interesse e la co-progettazione di interventi, basati su istanze avanzate da quest’ultimi, sono quasi del tutto inesistenti. Partendo dall’analisi della relazione che si è instaurata negli ultimi quaranta anni tra UE e le Micro, Piccole e Medie Imprese (PMI) all’interno delle iniziative di innovazione e trasferimento tecnologico, lo scopo della ricerca è quello di definire e proporre, attraverso un caso di studio specifico, il paradigma generativo come modello comunicativo per ridefinire in maniera significativa la centralità delle PMI all’interno dei processi comunicativi e, di conseguenza, produttivi incentivati dall’UE. Il motivo della scelta delle PMI risiede soprattutto nella convinzione che siano veri e propri ambienti di conoscenze, saperi e sperimentazione all’interno dei quali è necessario che si instauri quanto prima un indissolubile legame fra impresa, ricerca e formazione che potrebbe segnare il primo passo verso la costruzione di un’Unione Europea finalmente nuova e orientata all’innovazione. Del resto l’Europa stessa, negli anni, ha individuato proprio nelle attività produttive delle PMI una delle priorità politiche da perseguire, poiché ritenute il motore dell’intera economia del vecchio continente. Per raggiungere l’obiettivo prefissato, l’intero progetto di ricerca è stato guidato dalle seguenti domande: 1. Nel modello politico, sociale e culturale promosso dall’Unione Europea, la comunicazione è interpretata come uno strumento di coinvolgimento attivo e di partecipazione della società civile, o solo come mezzo per legittimare l’operato dell’UE? 2. Il modello di comunicazione promosso dall’Unione Europea prevede delle dinamiche bottom-up che tengano realmente conto delle esigenze dei diversi stakeholder a cui si rivolge? 3. Che ruolo hanno le PMI nei programmi di ricerca UE? Sono solo realtà produttive chiamate ad adottare soluzioni pensate e realizzate da altri, o sono soggetti invitati a partecipare attivamente alla progettazione di interventi che potrebbero avere conseguenze anche significative sul loro operato? Il caso di studio attraverso il quale si approfondisce ulteriormente la riflessione proposta, si inserisce nell’area dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, da sempre caratterizzata da una fortissima interazione tra le tradizionali pratiche agricole e le nuove tecnologie, siano esse legate allo sviluppo di prodotti per il miglioramento dei processi produttivi, che dell’organizzazione aziendale, dei servizi etc. Le soluzioni presenti oggi sul mercato, o che saranno disponibili da qui a pochissimi anni, tuttavia rischiano di non tener conto di quelle che sono le reali esigenze, le necessità e i bisogni d’innovazione sia degli imprenditori agricoli e di tutti i player coinvolti nel settore agroalimentare, che dell’identità produttiva del territorio su cui vanno ad intervenire. I player di cui sopra, infatti, rischiano di essere considerati come utilizzatori finali di prodotti o di servizi, e non soggetti da coinvolgere sin dall’inizio all’interno dell’intero processo di analisi, ideazione e progettazione dell’innovazione da proporre, introdurre e sviluppare in agricoltura. Proprio per far fronte a tale situazione il Center for Generative Communication (CfGC), il Centro dell’Università di Firenze con il quale ho sviluppato la ricerca proposta in questo percorso di dottorato, ha deciso di partecipare al progetto Gruppo Operativo Tinia, così da applicare il paradigma generativo della comunicazione all’interno di un bando dell’Unione Europea che miri proprio a ridefinire la relazione tra i diversi portatori d’interesse coinvolti all’intero dei progetti di ricerca e trasferimento tecnologico finanziati in ambito agricolo. La partecipazione del CfGC a tale attività ha, infatti, permesso di: 1. Rafforzare l’idea che la vera innovazione è quella che porta gli imprenditori agricoli ad avere un ruolo attivo, propositivo nei confronti dei processi produttivi e non ad essere meri esecutori finali di strategie e interventi pianificati a monte; 2. Sottolineare l’importanza di applicare un modello di comunicazione che abbia come scopo principale quello di creare una rete di relazioni fra i diversi portatori d’interesse del mondo agricolo, mettendo la persona e i suoi bisogni – espressi e inespressi – al centro dell’intero processo produttivo. È stato possibile raggiungere tali risultati attraverso l’individuazione di uno specifico Oggetto Comunicativo Matrice: l’ideazione e la conduzione di un’indagine relativa all’impatto sociale che potrebbe avere l’introduzione dell’Agricoltura di Precisione (AP) nella quotidianità delle diverse realtà produttive, misurando il grado di consapevolezza e l’atteggiamento dei cerealicoltori toscani rispetto alle forme d’innovazione tecnologica proposta. Per orientare la lettura, si riporta di seguito la struttura in tre parti del lavoro di ricerca svolto: • Parte I | Comunicare l’innovazione e il trasferimento tecnologico: la fragilità del modello europeo; • Parte II | Il paradigma generativo della comunicazione per un’inedita relazione fra ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico; • Parte III | Il ruolo dell’imprenditore agricolo all’interno dei processi d’innovazione e trasferimento tecnologico: la proposta del paradigma generativo della comunicazione
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MARCHIONNE, ILARIA. "Il paradigma generativo per comunicare l'innovazione e il trasferimento tecnologico in Europa". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1232641.

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Resumen
Il lavoro di dottorato presentato in questa sede nasce dalla constatazione che il modello comunicativo promosso oggi dall’Unione Europea (UE) tenda a affermare e a replicare dinamiche esclusivamente top-down e unidirezionali, sia quando si rivolgono alla società civile e alle istituzioni politiche, che al mondo della ricerca e al tessuto produttivo. Tali dinamiche mettono in evidenza la difficoltà dell’Unione di attivare occasioni di interazione e confronto con i diversi stakeholder che facciano emergere i loro reali bisogni: nel momento in cui si individuano obiettivi strategici e si definiscono attività specifiche per raggiungerli, infatti, l’ascolto dei portatori d’interesse e la co-progettazione di interventi, basati su istanze avanzate da quest’ultimi, sono quasi del tutto inesistenti. Partendo dall’analisi della relazione che si è instaurata negli ultimi quaranta anni tra UE e le Micro, Piccole e Medie Imprese (PMI) all’interno delle iniziative di innovazione e trasferimento tecnologico, lo scopo della ricerca è quello di definire e proporre, attraverso un caso di studio specifico, il paradigma generativo come modello comunicativo per ridefinire in maniera significativa la centralità delle PMI all’interno dei processi comunicativi e, di conseguenza, produttivi incentivati dall’UE. Il motivo della scelta delle PMI risiede soprattutto nella convinzione che siano veri e propri ambienti di conoscenze, saperi e sperimentazione all’interno dei quali è necessario che si instauri quanto prima un indissolubile legame fra impresa, ricerca e formazione che potrebbe segnare il primo passo verso la costruzione di un’Unione Europea finalmente nuova e orientata all’innovazione. Del resto l’Europa stessa, negli anni, ha individuato proprio nelle attività produttive delle PMI una delle priorità politiche da perseguire, poiché ritenute il motore dell’intera economia del vecchio continente. Per raggiungere l’obiettivo prefissato, l’intero progetto di ricerca è stato guidato dalle seguenti domande: 1. Nel modello politico, sociale e culturale promosso dall’Unione Europea, la comunicazione è interpretata come uno strumento di coinvolgimento attivo e di partecipazione della società civile, o solo come mezzo per legittimare l’operato dell’UE? 2. Il modello di comunicazione promosso dall’Unione Europea prevede delle dinamiche bottom-up che tengano realmente conto delle esigenze dei diversi stakeholder a cui si rivolge? 3. Che ruolo hanno le PMI nei programmi di ricerca UE? Sono solo realtà produttive chiamate ad adottare soluzioni pensate e realizzate da altri, o sono soggetti invitati a partecipare attivamente alla progettazione di interventi che potrebbero avere conseguenze anche significative sul loro operato? Il caso di studio attraverso il quale si approfondisce ulteriormente la riflessione proposta, si inserisce nell’area dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, da sempre caratterizzata da una fortissima interazione tra le tradizionali pratiche agricole e le nuove tecnologie, siano esse legate allo sviluppo di prodotti per il miglioramento dei processi produttivi, che dell’organizzazione aziendale, dei servizi etc. Le soluzioni presenti oggi sul mercato, o che saranno disponibili da qui a pochissimi anni, tuttavia rischiano di non tener conto di quelle che sono le reali esigenze, le necessità e i bisogni d’innovazione sia degli imprenditori agricoli e di tutti i player coinvolti nel settore agroalimentare, che dell’identità produttiva del territorio su cui vanno ad intervenire. I player di cui sopra, infatti, rischiano di essere considerati come utilizzatori finali di prodotti o di servizi, e non soggetti da coinvolgere sin dall’inizio all’interno dell’intero processo di analisi, ideazione e progettazione dell’innovazione da proporre, introdurre e sviluppare in agricoltura.
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BONAVOLONTA', MARIANO. "Autorappresentazione dell’Unione europea. Verso uno shift comunicativo". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1079277.

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“Autorappresentazione dell’Unione europea. Verso uno shift comunicativo” è il titolo del lavoro che parte da una considerazione di fondo: l’esistenza di uno iato tra gli sforzi di comunicazione dell’UE ed i gradi di conoscenza, affiliazione e sentimento di appartenenza al progetto europeo da parte dei cittadini europei; tematiche tornate alla ribalta in occasione delle narrazioni e dei dibattiti trainati dalle celebrazioni dei Sessant’Anni dei Trattati di Roma. È noto l’atteggiamento profondamente prodromico dell’UE nei confronti della comunicazione istituzionale: l’UE ha sdoganato tecniche, messaggi e format innovativi, fronteggiando numerose difficoltà strutturali, a partire dal regime multilingue. Tuttavia, restano problematici la rappresentazione sui media dell’UE, il sentimento di cittadinanza e l’engagement democratico: ad esempio, difficoltà di penetrazione mediale e (unwitted) bias si mescolano a populismi, crisi economica ed a tutta un’altra serie di elementi, spesso estranei al raggio di azione della comunicazione, che corroborano una determinata percezione. Per descrivere e sondare l’implementazione della comunicazione ed inquadrare in maniera funzionale il problema, è stato necessario delimitare gli ambiti di indagine ad una prospettiva interna, concentrandosi sull’organizzazione e sulla strategia di comunicazione prodotta dall’UE, in quanto un’analisi della rappresentazione tout court dell’UE, avrebbe anche comportato una prospettiva esterna, inquadrata sul newsmaking. Come sostegno scientifico è stata sfruttata una prospettiva multidisciplinare derivante dalle scienze sociali, politiche e dell’organizzazione. L’impianto teorico scinde il lavoro in tre macro-comparti principali: i primi tre capitoli abbracciano una base scientifica ed empirica per inquadrare e descrivere l’oggetto di indagine in maniera funzionale agli altri capitoli; il quarto capitolo è utile per offrire un riscontro pratico agli approfondimenti precedenti; il quinto capitolo è la sede per esporre una proposta comunicativa. Il primo capitolo fornisce le principali basi epistemologiche per sostenere l’impianto teorico della tesi. Tale background permette di analizzare la questione identitaria, chiamando a sé (prevalentemente) teorie di stampo sociologico e politologico; di sondare la questione riguardante le dinamiche di civic engagement, anche alla luce degli entusiasmi (poi sopiti) delle nuove possibilità dei social media; di sfruttare le teorie delle relazioni pubbliche e dell’organizzazione aziendale per l’analisi della comunicazione dell’UE. Il secondo capitolo riguarda il contesto nel quale l’UE comunica, prevalentemente attraverso i dati dell’Eurobarometro, sviluppando una metodologia di analisi e giungendo alla costruzione di una matrice “sentimento di cittadinanza/fabbisogno informativo” che sarà poi funzionale all’elaborazione della proposta comunicativa. Il terzo capitolo si focalizza sulla comunicazione dell’UE, analizzandone l’evoluzione e l’organizzazione, con particolare riferimento alla Commissione europea, recuperando le teorie organizzative esposte nel primo capitolo. Con il quarto capitolo, la ricerca prosegue con l’analisi della comunicazione della campagna di “Invest EU” per comprenderne la declinazione dal livello centralizzato di Bruxelles, al livello locale. Il quinto capitolo ospita una proposta comunicativa. Quest’ultima prende in considerazione le analisi e le metodologie precedenti e ha carattere anche di format/metodologia di comunicazione, proponendo di partire da una base identitaria per elaborare dei core content per la comunicazione corporate dell’UE, in una necessaria prospettiva di continuo raccordo multilivello, puntando ad un cambiamento comunicativo, uno shift.
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Libros sobre el tema "Innovazione, Unione Europea, Comunicazione"

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Paola, Bensi, ed. L'esigenza di riposizionamento del servizio cinematografico in Europa: Evidenza empirica e ruolo della comunicazione. Milano: Vita e pensiero, 1996.

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