Literatura académica sobre el tema "Individuale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Individuale"

1

Bacci, Michele. "La Madonna della Misericordia individuale". Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia 21 (21 de septiembre de 2017): 171–95. http://dx.doi.org/10.5617/acta.5536.

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Resumen
Il presente articolo riprende la questione, già ampiamente dibattuta, della diffusione pressoché contemporanea in diverse aree del Mediterraneo verso la fine del secolo XIII del tema iconografico della Madonna che stende un lembo del suo velo sopra una o più figure di supplicanti. Si propone di leggerlo come una versione in chiave individuale del tema noto come “Madonna della Misericordia” e di ricercarne le origini non tanto in une deviazione iconografica dalla tradizionearmena, bizantina o italiana, bensì in una sensibilità religiosa condivisa che vede nell’immagine sacra uno strumento di espressione dell’ansia individuale per la propria sorte nel mondo a venire. Viene illustrata la dinamica dei gesti che trova espressione nelle testimonianze figurative attraverso la testimonianza offerta da un testo poco noto, la Vita della beata Gherardesca da Pisa (c. 1212-1269), che descrive numerose visioni in cui avevano luogo contatti ravvicinati e forme di interazione diretta tra un singolo e i suoi interlocutori celesti.
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2

Quiniou, Yvon. "L'alienazione individuale e l'essenza umana". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 62 (agosto de 2018): 47–50. http://dx.doi.org/10.3280/las2018-062010.

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3

Roda, Renato. "Meritocrazia e capitale sociale individuale". Quaderni di Sociologia, n.º 53 (1 de agosto de 2010): 35–63. http://dx.doi.org/10.4000/qds.703.

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Romei, Roberto. "L'autonomia collettiva nella dottrina giuslavoristica: rileggendo Gaetano Vardaro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 130 (junio de 2011): 181–223. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130001.

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Resumen
Il saggio prende spunto dalla rilettura delle due monografie che Gaetano Vardaro ha dedicato al contratto collettivo, per ripercorrere criticamente le principali teorie sull'autonomia collettiva elaborate dalla dottrina italiana. La tesi dell'A. č che l'autonomia collettiva č una forma di autonomia privata qualitativamente diversa dall'autonomia individuale, la cui funzione č quella di contribuire a modellare un'organizzazione di lavoro tramite il contratto collettivo e la cui efficacia sui contratti individuali poggia sulla scelta dell'imprenditore di assoggettarsi alla disciplina del contratto stesso e sul rinvio che ad esso viene fatto dai contratti individuali. L'A. inoltre pone in discussione teorie fondamentali del diritto sindacale, affermando che l'iscrizione del lavoratore al sindacato non č elemento che condiziona l'applicazione del contratto, che dipende, invece, dall'iscrizione del datore di lavoro. Il contratto collettivo non ha un'efficacia diretta sul contratto individuale e non č inderogabile, tanto da poter essere modificato dal contratto individuale sia in meglio sia in peggio.
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Berrini, Roberto y Anna Maria Sorrentino. "I colloqui di presa in carico nella terapia individuale relazionale-sistemica". TERAPIA FAMILIARE, n.º 95 (abril de 2011): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095002.

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Resumen
Scopo dell'articolo č di individuare un modello di presa in carico per pazienti che richiedono una psicoterapia individuale, in un ottica relazionale/sistemica. Gli autori lavorano come docenti della "Scuola di Psicoterapia Mara Selvini" di Milano, dove sempre piů frequentemente le allieve presentano richieste di supervisione per situazioni di presa in carico individuale di pazienti richiedenti, che provengono dai contesti di cura dove operano. In primo luogo vengono delineate le condizioni generali che permettono di accogliere la richiesta di terapia individuale. Successivamente il terapeuta deve riuscire a cogliere la dimensione esistenziale del paziente, ossia «che persona sia», seguendo una modalitŕ di incontro individuale/relazionale, centrato sull'attaccamento, allo scopo di creare un'alleanza terapeutica positiva. Inoltre č possibile utilizzare la classica modalitŕ sistemica del genogramma per indirizzare il pensiero del paziente verso una dimensione relazionale della sua sofferenza. Sono illustrati tipologie generali di pazienti: il primo mostra un'adeguata competenza autobiografica, mentre il secondo manifesta difficoltŕ rispetto alla verbalizzazione dei costrutti dell'attaccamento e porta il terapeuta a mettere a fuoco le sue modalitŕ procedurali e implicite relative a "come stare" con gli altri.
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Menafra, Teresa, Paolo Melani y Pio Enrico Ricci Bitti. "Disposizione alla gratitudine e salute individuale". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (enero de 2021): 99–119. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001007.

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Resumen
In anni recenti la ricerca in alcuni ambiti della psicologia, tra cui quello clinico e della per-sonalità, ha riscontrato l'importanza della disposizione alla gratitudine per la comprensione di diversi aspetti del benessere, ciononostante nell'ambito della psicologia della salute la gratitu-dine rimane ancora poco studiata. Sebbene alcuni interventi, scientificamente fondati, finalizzati all'induzione di gratitudine abbiano mostrato di migliorare la salute, i meccanismi che spiegano la relazione fra gratitudine e salute non sono ancora del tutto chiariti. Il presente lavoro ha in-dagato la relazione tra disposizione alla gratitudine e alcuni indicatori della salute individuale: orientamento positivo, qualità di sonno e veglia e benessere psicologico e le differenze fra soggetti con alti e bassi livelli di gratitudine disposizionale rispetto a tali parametri. Lo studio ha interessato 172 studenti universitari (42 maschi, 130 femmine, età media=21.16, DS=3.3) cui sono stati somministrati quattro questionari che misurano le variabili di interesse. I risultati ottenuti hanno evidenziato correlazioni significative fra disposizione alla gratitudine e parametri di salute e confermato differenze significative fra soggetti con alta e bassa gratitudine disposi-zionale rispetto a quasi tutte le variabili considerate. Questi risultati forniscono dati sul ruolo della gratitudine utili al miglioramento di alcuni indici relativi al benessere individuale eviden-ziandone al contempo l'importanza nell'ambito della psicologia della salute.
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Chittň, Monica. "Il limite fra individuale e collettivo". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 18 (diciembre de 2009): 69–72. http://dx.doi.org/10.3280/cost2009-018007.

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8

Viaro, Maurizio. "Giochi interattivi familiari e terapia individuale". TERAPIA FAMILIARE, n.º 100 (noviembre de 2012): 259–70. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-100013.

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9

Dell'Olio, Cecilia, Maria Rosaria De Maria, Marisa Artioli, Matteo Guerrino y Uma Giardina. "Dalla vergogna individuale alla speranza collettiva". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (marzo de 2016): 87–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2016-001006.

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10

Bizzari, Valeria. "L'anima: una questione individuale o collettiva?" SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 57 (marzo de 2017): 81–84. http://dx.doi.org/10.3280/las2016-057017.

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Tesis sobre el tema "Individuale"

1

FERNÁNDEZ, SÁNCHEZ SONIA. "L'autonomia individuale nel passato e nel presente del diritto del lavoro". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/96.

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Resumen
Con il presente lavoro si cerca di ricostruire il percorso storico del diritto del lavoro, dalle sue origini sino ai nostri giorni, prendendo come punto di riferimento il ruolo svolto dall'autonomia privata individuale. si potrà osservare come la volontà delle parti contrattuali incide profondamente sulla nascita, creazione e sviluppo del diritto del lavoro. Il diritto del lavoro postindustriale nasce come conseguenza delle rivoluzioni borghese ed industriale, periodo governato dalla volontà individuale plasmata attraverso il contratto. successivamente, l'autonomia individuale perderà la iniziale supremazia come fonte e sarà relegata all'ultimo gradino delle fonti del diritto del lavoro, dopo la legge e l'autonomia collettiva. Infine, nell'epoca attuale, si assiste ad una sempre più marcata ripresa dell'autonomia individuale che si presenta come uno degli elementi qualificanti delle attuali trasformazioni del diritto del lavoro.
This paper tries to describe the historical path of the labour law, starting from its origin to present days, taking the role played by the private individual autonomy as a point of reference. It will be possible to acknowledge that contractors will deeply affect the origin, creation and development of the labour law. The post industrial labour law is the result of the bourgeois and industrial revolutions, when the individual will was shaped through the contract. Afterwards, the individual autonomy ceases to have its supremacy as source and is put amongst the less important level of the sources of labour law, after acts and collective autonomy. Then, a present, individual autonomy is increasingly affecting the recent transformation of labour law and represent one of the most important elements qualifying the process of change.
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FERNÁNDEZ, SÁNCHEZ SONIA. "L'autonomia individuale nel passato e nel presente del diritto del lavoro". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/96.

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Resumen
Con il presente lavoro si cerca di ricostruire il percorso storico del diritto del lavoro, dalle sue origini sino ai nostri giorni, prendendo come punto di riferimento il ruolo svolto dall'autonomia privata individuale. si potrà osservare come la volontà delle parti contrattuali incide profondamente sulla nascita, creazione e sviluppo del diritto del lavoro. Il diritto del lavoro postindustriale nasce come conseguenza delle rivoluzioni borghese ed industriale, periodo governato dalla volontà individuale plasmata attraverso il contratto. successivamente, l'autonomia individuale perderà la iniziale supremazia come fonte e sarà relegata all'ultimo gradino delle fonti del diritto del lavoro, dopo la legge e l'autonomia collettiva. Infine, nell'epoca attuale, si assiste ad una sempre più marcata ripresa dell'autonomia individuale che si presenta come uno degli elementi qualificanti delle attuali trasformazioni del diritto del lavoro.
This paper tries to describe the historical path of the labour law, starting from its origin to present days, taking the role played by the private individual autonomy as a point of reference. It will be possible to acknowledge that contractors will deeply affect the origin, creation and development of the labour law. The post industrial labour law is the result of the bourgeois and industrial revolutions, when the individual will was shaped through the contract. Afterwards, the individual autonomy ceases to have its supremacy as source and is put amongst the less important level of the sources of labour law, after acts and collective autonomy. Then, a present, individual autonomy is increasingly affecting the recent transformation of labour law and represent one of the most important elements qualifying the process of change.
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Aldrigo, Valentina <1988&gt. "La previdenza complementare individuale in Italia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8870.

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Resumen
La tesi si occupa del sistema di previdenza complementare in Italia, concentrandosi sulle forme previdenziali individuali. È strutturalmente suddivisa in quattro parti: la parte iniziale descrive in sintesi il sistema previdenziale italiano, fondato sulla previdenza obbligatoria di base e la previdenza complementare, attraverso la sua evoluzione fino ai nostri giorni; la seconda parte si concentra sui differenti prodotti previdenziali offerti dal sistema, focalizzando l'attenzione sui prodotti del cosiddetto terzo pilastro della previdenza, ossia i fondi pensione aperti e i piani individuali pensionistici; la terza parte continua con una panoramica sull'andamento del mercato di questi ultimi prodotti in Italia; l'ultima parte affronta il caso del gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo S.p.A. con un'analisi dei prodotti previdenziali offerti.
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Crema, Anna <1988&gt. "Sustainable HRM: dal contributo individuale all’impegno collettivo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15615.

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Resumen
Il tema della sostenibilità coniugato alla gestione delle risorse umane, il cosiddetto Sustainable Human Resource Management, è un tema abbastanza recente e ancora oggi ci si chiede quali siano i contributi che tale funzione aziendale possa fornire. Con questa tesi ci si pone il quesito di come la gestione del personale possa impattare nella sostenibilità organizzativa scissa nei suoi tre aspetti: economico, sociale e ambientale. L’elaborato inizia con una prima parte teorica, che raccoglie e analizza i contributi forniti dalla ricerca accademica. Vengono presi in esame i principali approcci implementati a livello organizzativo, i destinatari di queste politiche aziendali, cercando, infine, di delineare le principali finalità a cui conduce questo tipo di gestione del personale. Nella seconda parte, anch’essa teorica, si analizzano i principali modelli che hanno esplorato l’area della Sustainable HRM, contemplando i principali fattori che possono agevolarne l’implementazione e declinando i potenziali influssi per le tre aree economica, ambientale e sociale. La ricerca proposta si conclude con lo studio di alcuni casi concreti, andando a studiarne l’applicazione, e, in particolare, il percorso di implementazione di una scelta che coinvolge non solo una funzione aziendale, ma l’organizzazione nel suo complesso.
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Bussolaro, Alice <1986&gt. "Il ruolo dell'autonomia individuale nel rapporto di lavoro". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5638.

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Resumen
Il tema dell'autonomia individuale nel rapporto di lavoro è oggetto del presente scritto alla luce dei fortissimi mutamenti e tentativi di riforma di cui la materia è oggetto e teatro da qualche decennio. Le ragioni per cui il diritto del lavoro si pone come elemento chiave per la risoluzione dei problemi del sistema-paese, anche all'interno del contesto europeo, hanno radici profonde che si legano indissolubilmente con le questioni attinenti alla libertà contrattuale, alla tutela dell'autonomia e al contrappeso che, invece, nel diritto del lavoro italiano è sempre tradizionalmente esistito, e cioè il binomio inderogabilità della norma e indisponibilità dei diritti. L'ordinamento lavoristico italiano intesse una solida trama di disposizioni di carattere inderogabile che proteggono la posizione conseguita dal lavoratore nell'impresa sia sotto il profilo normativo che retributivo. Questa disciplina si è consolidata negli anni '70, in particolare con lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Essa presenta l'effetto indesiderato di limitare sensibilmente i margini di flessibilità di cui godono le imprese nella gestione della forza lavoro, complicando il loro adattamento al mercato esterno.In particolare, sulla tutela inderogabile del lavoratore ci si chiede, mantenendo sullo sfondo la questione circa l'erosione o l'ampliamento degli spazi di autonomia, se l’indisponibilità dei diritti costituisca l’altro volto della protezione inderogabile del lavoratore subordinato oppure un volto diverso, e per questo distinto, provvisto di un’autonoma e coerente funzione di tutela.
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CODELLA, SERGIO ALBERTO. "L'Autonomia individuale e l'autonomia collettiva nella previdenza complementare riformata". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1339.

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Resumen
La “nuova” disciplina in materia di previdenza complementare, introdotta dal D. lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, “Disciplina delle forme pensionistiche complementari”, in attuazione della delega conferita dalla L. 23 agosto 2004, n. 243 “Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza ed assistenza obbligatoria”, è caratterizzata da alcuni elementi tipici del modello originario di derivazione (e, cioè, da quanto previsto dal D. lgs. 21 aprile 1993, n. 124 e, soprattutto, dalle successive modifiche ed integrazioni), ma anche da significative innovazioni rispetto al passato. Il tema d’indagine sarà limitato all’analisi del ruolo rivestito dalla autonomia individuale ed dalla autonomia collettiva nel sistema della previdenza complementare riformata. Invero, la nuova disciplina ha modificato, su alcuni aspetti di assoluta rilevanza, l’equilibrio precedentemente fissato tra il ruolo rivestito dall’individuo (inteso come aderente) e dai sindacati. La previdenza complementare che, con la disciplina dettata dall’originario D. lgs. n. 124 del 1993, sembrava essere un fenomeno prettamente sindacale, si è via via (ed anche con interventi legislativi “intermedi”) andata ad “individualizzare” e, cioè, il Legislatore ha cercato, in modo sempre più manifesto, di rendere “partecipe” l’aderente (o meglio il potenziale aderente, atteso che - nonostante gli originari principi espressi nella prima versione della legge di delega - anche con la L. 243 del 2004 e con il D. lgs. n. 252 del 2005, non si è “optato” per un sistema “obbligatorio” di previdenza complementare). Tale (innegabile) scelta di fondo è stata compiuta dal Legislatore del 2005 con scelte spesse poco nette (o, perlomeno, in modo certamente meno coerente rispetto a quanto stabilito dalla stessa L. 243 del 2004) e, in numerose occasioni, contraddistinte da tentennamenti, ripensamenti e contraddizioni. È quindi opportuno procedere ad un’analisi degli “attuali” equilibri sui ruoli dell’autonomia collettiva e dell’autonomia collettiva in alcuni punti “cruciali” della riforma e, cioè, quello relativo al “momento” istitutivo dei Fondi, ai compiti di controllo, vigilanza, informazione e normazione della COVIP (se non altro perché l’individuo potrà “effettivamente partecipare” solo se il sistema è trasparente), alle modalità di finanziamento, alla “portabilità” della posizione individuale, oltre che in tema di prestazioni, di riscatti e di anticipazioni. Se, invero, l’intenzione del Legislatore del 2005 è stata quella di far finalmente “decollare” (o meglio di tentare di fare decollare) il secondo pilastro previdenziale, sembrerebbe possibile, ad una prima (e forse approssimativa) lettura del D. lgs. n. 252 del 2005, ritenere che “la” soluzione sarebbe stata quella di investire l’individuo del ruolo di protagonista del “mercato”. Il Legislatore avrebbe così affidato all’autonomia individuale il compito di stimolare la concorrenza e di determinare un miglioramento dell’ “offerta” di “mercato”, gestita non più (o, perlomeno, non in modo gerarchicamente sovraordinato) dall’autonomia collettiva, ma da una serie (piuttosto variegata) di soggetti. D’altronde la necessità di offrire una “strumento” più appetibile per l’individuo (che, come detto, dovrà decidere “se” fare ingresso nel secondo pilastro previdenziale) è dovuta all’ormai fin troppo nota crisi della previdenza di base che, già dagli anni novanta, ha determinato (secondo una parte della dottrina “naturalmente”, secondo un’altra “per necessità”) l’ideazione di un sistema di previdenza complementare posto a sostegno di quello pubblico. Ed è forse questo legame con la previdenza pubblica (o, a dir si voglia, la funzionalizzazione della previdenza complementare a quella di base) a non avere permesso ed a non rendere neanche opportuna (come, peraltro, ritenuto dallo stesso Legislatore della riforma), una mortificazione del ruolo della autonomia collettiva che, comunque, dovrebbe continuare a fare da “garante” del fine mutualistico e solidaristico che deve continuare a caratterizzare la previdenza complementare. Se questo è vero, è altrettanto vera la sussistenza del rischio di avere “creato” una disciplina caratterizzata da forti momenti di tensione e di contraddizione tra le “due” differenti “anime” della previdenza complementare, divisa tra uno “spirito” mutualistico e solidaristico (anche di sostegno alla previdenza pubblica) ed una “vocazione” maggiormente egoistica e mercantilistica (vicina ad uno strumento di investimento a carattere individuale). Il D. lgs. 252 del 2005 intervenendo sugli equilibri tra autonomia individuale ed autonomia collettiva è andato ad incidere, in modo ancor più sensibile, su tali criticità di fondo, mostrando, ancor più palesemente, la sussistenza di un sistema “ibrido” e per molti aspetti insufficiente. La coppia di direttrici guida relative all’ autonomia individuale e all’autonomia collettiva ha poi rilevanti conseguenze su un tema che, nonostante una parte della dottrina tenda ora a minimizzare, continua ad essere di centrale importanza e, cioè, quello dell’incerta collocazione costituzionale della previdenza complementare, anche al fine di definire quali siano gli strumenti necessari per assicurare mezzi “adeguati” alle esigenze di vita. Se, invero, dopo le note decisioni della Corte Costituzionale, il tema della collocazione costituzionale della previdenza complementare sembrava essersi (almeno parzialmente) risolto, la disciplina del D. lgs. n. 252 del 2005 impone ulteriori riflessioni, atteso che un’ “esaltazione” dell’autonomia individuale (soprattutto con riferimento alla possibilità di “fuoriuscita” dal sistema attraverso scelte devolute all’autonomia individuale) mette in crisi un assetto che si ispirava ad un modello volto alla tutela anche (e soprattutto) dell’interesse collettivo e generale. Il tema di analisi relativo al ruolo rivestito dall’autonomia collettiva e dall’autonomia individuale si intreccia, quindi, necessariamente anche con quello relativo alla “natura” ed alla “funzione” delle medesima previdenza complementare. D’altronde, solo accettando una previdenza complementare “libera” sarà possibile ridurre “al minimo” i vincoli legislativi posti sia all’autonomia individuale sia all’autonomia collettiva, mentre una previdenza complementare “funzionalizzata” anche ad interessi collettivi e generali permette (rectius: impone) un intervento normativo del Legislatore certamente più invasivo e volto a limitare gli spazi lasciati all’individuo (il cui interesse si contrappone, spesso, a quello collettivo e generale) e ad investire l’autonomia collettiva del ruolo di garante del fine mutualistico e solidaristico nell’ambito del quadro normativo di riferimento. Orbene, il D. lgs. n. 252 del 2005 è una disciplina che risente innegabilmente di tutte le esposte criticità e contraddizioni e cerca - attraverso una ridefinizione dei ruoli dell’autonomia individuale e dell’autonomia collettiva - un significativo sviluppo del secondo pilastro previdenziale, senza, però, riuscire (ma, forse senza avere neanche l’ambizione) di risolvere alcune problematicità di fondo del sistema che, sotto numerosi profili, risultano essersi addirittura accentuate rispetto alla disciplina precedente.
The "new" discipline on complementary pensions, introduced by D. lgs. December 5, 2005, No 252, "Regulation of supplementary pensions, pursuant to authority granted by Law August 23, 2004, No 243 "rules on pensions and the government delegation in the field of public security, to support additional security and stable employment and the reorganization of security agencies and assistance required", is characterized by some typical elements of the original model of derivation (and, namely, to the D. Lgs. April 21, 1993, No 124 and above by subsequent modifications and integrations), but also by significant innovations in the past. The theme will be limited to the investigation of the role played by individual autonomy and collective autonomy in the system of complementary pension reform. Indeed, the new regulations has changed some aspects of absolute importance, the previously established balance between the role played by the individual (as a member) and the unions. Complementary pensions that with the aforementioned rules from the original D. lgs. No 124, 1993, appeared to be a phenomenon purely trade union, has gradually (and also through legislation "intermediate") went to "individualize" and, say, the Legislator has sought ever more manifest, to make "participant" the member (or potential member, since - despite the original principles expressed in the first version of the Law of delegates - even with the 243, L. 2004 and with the Legislative Decree no. No. 252 of 2005, there was "opted" for a "mandatory" additional security). The (undeniable) basic choice was made by the Legislature in 2005 with choices often little net (or at least so certainly less consistent than that established by the same 243, L. 2004) and, on numerous occasions, marked by hesitation , thoughts and contradictions. It is therefore appropriate to analyze the "current" balance the roles of collective autonomy and collective autonomy in some areas "crucial" and reform, namely, those relating to "time" establishing funds, the monitoring tasks , supervision, information and standardization of COVIP (if only because the individual can "effectively participate" only if the system is transparent) mode of financing, the "portability" of the individual position as well as in terms of performance, purchase and advances. If indeed the intention of the legislature of 2005 was to be finally "take off" (or rather groped to take off) the second pillar pension, it would seem possible at first (and perhaps approximate) reading D. lgs. No 252 of 2005, believing that "the" solution would be to invest the individual of the title role of "market". The legislator has thus given the task of individual autonomy stimulate competition and bring about an improvement of the 'offer "to" market ", operated no more (or at least not in a hierarchically higher-level) collective autonomy, but a series (rather diverse) of subjects. Besides the need to provide a "tool" more attractive to the individual (which, as mentioned, will have to decide "whether" to enter the second pillar pensions) is due to the now all too familiar crisis of basic security, since the nineties, led (according to some legal "course", according to another "necessity") to design a security system in place additional support from the public. It is perhaps this link with the public welfare (or, if you prefer, the functionalization of the supplementary pension to the basic one) not to be allowed and not even make appropriate (as, however, felt the same legislator of the reform) a mortification of the role of collective autonomy, however, should continue to act as "guarantor" of mutual purpose and solidarity which must continue to characterize the complementary pensions. If this is true, it is equally true that real risk of having "created" a discipline with strong moments of tension and contradiction between the "two" different "souls" of the supplementary pension is divided between a "spirit of solidarity and mutual (including support for public welfare) and a "calling" the most selfish and mercantile (close to an investment on an individual basis). D. lgs. 252 of 2005 acting on the balance between individual autonomy and collective autonomy has been an influence, even more sensitive about such critical background, showing even more clearly, the existence of a hybrid system and in many respects inadequate. The pair of driving guidelines relating to 'individual autonomy and collective autonomy has also significant impact on an issue that, despite the doctrine now tends to minimize, continues to be of central importance, that is, the constitutional position of the uncertain complementary pension schemes, even to define what are the tools needed to ensure means "adequate" to the needs of life. If, indeed, after the notes of the Constitutional Court decisions, the issue of constitutional position of the supplementary pension seemed (at least partially) resolved, the discipline of D. lgs. No 252 of 2005 requires further consideration, since an 'exaltation of individual autonomy (especially with reference to the possibility of "leakage" from the system through individual choices devolved autonomy) puts a strain on a structure that was inspired by a model face protection also (and especially) the collective and general. The subject of analysis on the role played collective autonomy and individual autonomy is intertwined, therefore, necessarily with that on the "nature" and "function" of the same supplementary pension. Moreover, only by accepting a complementary pension "free" will reduce "the minimum" legal constraints placed both individual autonomy and collective autonomy, and a supplementary pension "functionalized" also allows the general and collective interests (or rather : Force) regulatory intervention of the legislator certainly more invasive and to limit the spaces left to the individual (whose interest is opposed, often, the collective and general) and to invest the autonomy of the role of guarantor of the collective end mutual and solidarity within the regulatory framework. However, D. lgs. No 252 of 2005 is a discipline that undoubtedly affected all exposed weaknesses and contradictions and seeks - through a redefinition of roles of individual and collective autonomy - a significant development of the second pillar pension, without, however, succeed (but perhaps without even the ambition) to solve some problematic background of the system, a number of respects, appear to have widened even compared to previous arrangements.
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Simionato, Martina <1990&gt. "Costruire comunità : famiglie marocchine tra identità individuale e collettiva". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17893.

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La mia ricerca è nata dalla frequentazione di alcune famiglie marocchine residenti nel comune di Quarto d’Altino. La prospettiva di un piccolo centro abitato ha reso possibile notare un intrecciarsi di vari livelli in cui si svolge la vita in immigrazione. Partendo da due associazioni in cui i residenti stranieri sono maggiormente coinvolti, ho spostato poi l’attenzione ai nuclei familiari e alle reti di relazione tra di essi, per poi seguirne il movimento nel territorio comunale. La scelta di circoscrivere il mio campo di ricerca a famiglie provenienti dal Marocco è stata determinata sia da una conoscenza precedente che ha agevolato il mio inserimento nelle loro reti di relazioni, sia un maggiore coinvolgimento che queste hanno all’interno delle associazioni citate. Ho quindi condiviso, per quanto mi è stato possibile, la vita quotidiana di 4 famiglie , a cui si aggiungono poi altri connazionali che fanno parte delle loro reti di amicizia e parentela . Questa frequentazione nel tempo mi ha portato a riflettere su tre questioni : il diverso modo in cui i membri di una stessa famiglia vivono l’esperienza immigatoria e come questo si riflette nel rapportarsi con gli spazi esterni a quello domestico e al sentirsi parte o meno di una comunità. Questi temi sono intrecciati e si influenzano reciprocamente, concorrendo a rinnegoziare l’ identità degli individui e ricostruire la vita nel paese di immigrazione. Parlare di una comunità marocchina a Quarto d’Altino porta alla luce delle problematicità e non si rivela il concetto adatto per spiegare le relazioni tra le varie famiglie: solleva piuttosto più visioni di comunità, date proprio da come uomini e donne vivono diversamente l’esperienza dell’ immigrazione.
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Zampieri, Giulia <1993&gt. "Benessere individuale ed organizzativo: il nuovo paradigma del welfare". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18010.

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Resumen
È evidente come, nel corso degli ultimi anni, sia cambiato il paradigma del sostegno alla collettività. Il sistema di welfare state, che si è realizzato in Europa occidentale dalla fine del Secondo Dopoguerra, si è indebolito al suo interno compromettendo la capacità di risposta in materia di protezione sociale spingendo i soggetti coinvolti a trovare nuovi strumenti giuridici idonei a concorrere alla sicurezza sociale. Tuttavia questi non hanno sconvolto le tutele tradizionali dello Stato, ma si sono inseriti negli spazi lasciati dal legislatore che ha taciuto a lungo sul tema e non ha saputo rispondere prontamente alle sfide del presente. In questo elaborato si tenterà di richiamare la storia del nostro sistema di previdenza, dalle sue origini alla sua più recente trasformazione, per proseguire dando attenzione al benessere organizzativo anche nella Pubblica Amministrazione, facendo emergere alcuni problemi legati alla eterogeneità degli strumenti di tutela e proponendo infine una tesi per la sfida al benessere tramite la digitalizzazione e la piattaforma Cloudify NoiPA.
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9

Galantucci, Federica <1991&gt. "La dimensione fisiologica dell'essere umano: l'esperienza individuale in Lucrezio". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/19514.

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Lo scopo di questa tesi è studiare i vari modi in cui è affrontata la questione dell'uomo e della sua essenza individuale nel De Rerum Natura di Lucrezio e analizzare la teoria fisiologica che ne è alla base. Posto che per Lucrezio è l'evidenza stessa a mostrare che l'uomo sia un essere autonomo e capace d'agire nel mondo, attraverso una ricostruzione della concezione fisico-atomica del dettato lucreziano in varie aree attinenti la dimensione individuale, si intende mettere in luce il modo peculiare in cui l'autore enfatizza e veicola l'immagine dell'essere umano. Ne emerge una concezione complessa che si snoda in un costante intreccio tra livello fisico-atomico e piano fisico-macroscopico dell'esperienza, con il risultato che l'aspetto individuale si afferma tanto riguardo la stessa struttura atomica di cui è composto l'organismo e le sue funzioni vitali e percettive, tanto in stati psicofisici che interessano l'individuo nella sua interezza.
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10

NEGRI, GIULIA. "L’AUTOTUTELA INDIVIDUALE DEL LAVORATORE E IL CONTRATTO DI LAVORO SUBORDINATO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170829.

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Resumen
L’elaborato è volto ad analizzare le principali problematiche relative al ricorso da parte del singolo lavoratore all’autotutela, quale strumento finalizzato alla salvaguardia dei diritti di quest’ultimo e a garantirne l'effettività, in alternativa al ricorso giudiziale. Dopo aver effettuato una generale rassegna delle caratteristiche dell’istituto all’interno del diritto civile, l’opera passa ad esaminare le ricadute sistematiche dell’autodifesa ove sia invocata all’interno di un contratto di lavoro subordinato da parte del prestatore di lavoro, in reazione a un utilizzo abusivo dei poteri datoriali. La parte finale è dedicata a verificare se il rimedio contrattuale basato sull’art. 1460 c.c. possa costituire uno strumento prezioso per contrastare, in particolare, demansionamenti ingiustificati o, in ogni caso, la violazione della normativa in materia di modifica delle mansioni, dopo la riforma dell’art. 2103 c.c. L’obiettivo dell’operazione consiste nel trovare un bilanciamento fra le prerogative imprenditoriali e la dignità professionale dei lavoratori, mediante l’uso delle clausole generali della buona fede e correttezza e alla luce della rilevanza della protezione del lavoro nella Costituzione italiana.
The essay aims to analyze the main problems related to the use of individual worker’s self defense, as a measure finalized to protect his rights and to enforce their effectiveness, as an alternative to a legal action in Court. After making some general remarks about the issue in civil law, the work moves on to examine the systematic effects of self defense, whenever it is used in employment contract by the employee to justify the refusal of job performance as a response to the unlawful use of employer’s powers. The final section is dedicated to check if the contractual remedy based on article 1460 of the civil code could be a useful tool particularly to counteract unjustified demotions or the breach of the regulation of the change of tasks after the reform of the article 2103 of the civil code. The research’s goal is to find a balance between managerial prerogatives and the human dignity and professionalism of workforce, using the general clauses of good faith and fair dealing, also considering the importance of Labour protection in the Italian Constitution.
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Libros sobre el tema "Individuale"

1

P, Jahier, ed. La Religione Individuale. Lanciano, Italia: Casa Editrice Rocco Carabba, 2008.

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2

Chericoni, Eldo. Il licenziamento individuale. Milano: Giuffrè, 1988.

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3

Calabrò, Gaetano. La legge individuale. Milano: Giuffrè, 1997.

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4

Gessa-Kurotschka, V. Elementi di etica individuale. Napoli: Guida, 1999.

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5

1953-, Ferrara Alessandro, Gessa-Kurotschka V y Maffettone Sebastiano 1948-, eds. Etica individuale e giustizia. Napoli: Liguori, 2000.

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6

Tatarelli, Maurizio. Il licenziamento individuale e collettivo. 2a ed. Padova: CEDAM, 2000.

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7

Tatarelli, Maurizio. Il licenziamento individuale e collettivo. Padova: CEDAM, 1997.

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8

Institutul de Investigare a Crimelor Comunismului și Memoria Exilului Românesc y Memorialul Rezistenței Anticomuniste Țara Făgărașului, eds. Destine individuale și colective în comunism. Iași: Polirom, 2013.

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9

Viganò, Francesco. La tutela penale della libertà individuale. Milano: Giuffrè, 2002.

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10

Patrizia, Catellani, ed. Psicologia dello sviluppo individuale e sociale. Milano: Vita e pensiero, 1985.

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Capítulos de libros sobre el tema "Individuale"

1

Leone, Marialucrezia. "Bene comune e bene individuale in Enrico di Gand". En Textes et Etudes du Moyen Âge, 193–214. Turnhout: Brepols Publishers, 2010. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00866.

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2

Koslowski, Peter. "Individuale und staatliche Verantwortung in der sozialen Sicherung. Ein Vorschlag zur Reform der Sozialversicherung". En Verantwortlichkeit und Recht, 229–45. Wiesbaden: VS Verlag für Sozialwissenschaften, 1989. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-322-94169-5_13.

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3

Duží, Marie, Bjørn Jespersen y Daniela Glavaničová. "Impossible Individuals as Necessarily Empty Individual Concepts". En Logic in High Definition, 177–202. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-53487-5_9.

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4

Meixner, Uwe. "Individuals and Leibniz-Individuals". En Axiomatic Formal Ontology, 259–64. Dordrecht: Springer Netherlands, 1997. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-015-8867-6_44.

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5

Strawson, P. F. "Individuals". En Philosophical Problems Today / Problèmes Philosophiques d’Aujourd’hui, 21–44. Dordrecht: Springer Netherlands, 1994. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-017-4522-2_2.

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6

Stewart, Pamela J. y Andrew J. Strathern. "Individuals". En Breaking the Frames, 33–45. Cham: Springer International Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-47127-3_4.

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7

Lloyd, J. W. "Individuals". En Logic for Learning, 83–130. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-08406-9_3.

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8

Fink, Carole K. "Individuals". En Cold War, 288–93. Boulder, CO : Westview Press, [2017]: Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780429494079-13.

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9

Doel, Mark y Timothy B. Kelly. "Individuals". En a–z of Groups & Groupwork, 69–71. London: Macmillan Education UK, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-31527-4_29.

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10

Ziskin, Ian. "Individuals". En The Secret Sauce for Leading Transformational Change, 19–51. New York: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781003227137-7.

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Actas de conferencias sobre el tema "Individuale"

1

Gherman, Oxana. "Alecu Russo – promotor al idealurilor pașoptiste". En Conferinta stiintifica nationala cu participare internationala „Lecturi in memoriam acad. Silviu Berejan”. “Bogdan Petriceicu-Hasdeu” Institute of Romanian Philology, Republic of Moldova, 2021. http://dx.doi.org/10.52505/lecturi.2021.05.10.

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Resumen
Prezentul articol presupune o revizuire a moștenirii literare a lui Alecu Russo prin prisma modalităților artistice prin care scriitorul valorifică cele mai importante aspecte din programul cultural pașoptist. Este remarcată tendința autorului de a surprinde și reproduce artistic esența „spiritului local” în secvențele descriptive (portrete tipice, individuale și colective, ale românilor, peisaje din spațiul românesc ș.a.) din memoriale și jurnale de călătorie, de a literaturiza folclorul, mitologia, credințele și mentalitatea arhaică în scrierile sale ficționale. Alecu Russo formează, prin ansamblul lucrărilor sale, o reprezentare veridică a idealurilor culturale ale generației pașoptiste care constituiau impulsul procesului literar al epocii, devenit, în timp, o etapă importantă în istoria literaturii române.
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2

Zhou, Ruida, Chao Tian y Tie Liu. "Individually Conditional Individual Mutual Information Bound on Generalization Error". En 2021 IEEE International Symposium on Information Theory (ISIT). IEEE, 2021. http://dx.doi.org/10.1109/isit45174.2021.9518016.

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3

"Investigating Individual’s Engagement in Malleable IT within Adaptive Structuration Theory for Individuals". En 2018 the 8th International Workshop on Computer Science and Engineering. WCSE, 2018. http://dx.doi.org/10.18178/wcse.2018.06.063.

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4

Lopez, Christian E. y Conrad S. Tucker. "From Mining Affective States to Mining Facial Keypoint Data: The Quest Towards Personalized Feedback". En ASME 2017 International Design Engineering Technical Conferences and Computers and Information in Engineering Conference. American Society of Mechanical Engineers, 2017. http://dx.doi.org/10.1115/detc2017-67340.

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Resumen
Personalized and timely feedback has the potential to improve an individual’s performance on a wide variety of engineering tasks. The ability to capture an individual’s affective state(s) and performance on a task is a key component needed to advance personalization of feedback. While automated methods exist for quantifying task performance, the ability to quantify an individual’s affective state(s) remains an open research area. Existing methods for quantifying an individual’s affective state(s) are challenging to implement where real-time assessment is needed (e.g., engineering workshop environments). This has sparked a growing interest for automated systems capable of inferring individuals’ affective state(s), based on their projected facial or body cues. However, existing methods attempt to employ a general model to label an individual’s affective state(s) into discrete categories, such as fear, joy, surprise, etc. Nonetheless, emotional expressions are far more complex, as individual differences in facial expressions, may deteriorate the performance of these systems in providing personalized feedback. To overcome these limitations, this work proposes a machine learning method for predicting an individual’s performance on a task by utilizing his/her unique facial keypoint data, hereby bypassing the need to infer his/her discrete affective states. A case study involving 31 participants is presented. The support vector machine model employed to predict an individual’s performance yielded an accuracy of 77.15% for an individual-task specific model. In contrast, a general model yielded an accuracy of only 52.69%, hereby supporting the authors’ argument that individual-task specific models are more suitable for advancing personalized feedback.
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5

"INDIVIDUAL WAYS OF PROTECTING THE PERSONAL NON-PROPERTY RIGHTS OF INDIVIDUALS IN THE HEALTHCARE SECTOR". En Global Business and Law Development Imperatives. Київський національний торговельно-економічний університет, 2019. http://dx.doi.org/10.31617/k.knute.2019-10-10.63.

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6

Sonalkar, Neeraj, Kathryn Jablokow, Jonathan Edelman, Ade Mabogunje y Larry Leifer. "Design Whodunit: The Relationship Between Individual Characteristics and Interaction Behaviors in Design Concept Generation". En ASME 2017 International Design Engineering Technical Conferences and Computers and Information in Engineering Conference. American Society of Mechanical Engineers, 2017. http://dx.doi.org/10.1115/detc2017-68239.

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Resumen
This paper investigates the relationship between interaction behaviors and the cognitive characteristics of participating individuals in engineering design teams engaged in concept generation. Individual characteristics were measured using the Kirton Adaption-Innovation inventory (KAI), which assesses an individual’s cognitive preference for structure in seeking and responding to change. Team interactions were measured using the Interaction Dynamics Notation (IDN), which allows interaction behaviors to be quantitatively analyzed. A correlation analysis revealed statistically significant correlations between individual characteristics and specific interaction behaviors, and ideation utterances. An interaction sequence analysis of the team data also revealed specific interaction sequences associated with greater probabilities of idea occurrence within the team. These findings serve as a first step towards building a cognitive-behavioral model of engineering design team performance.
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7

Sugimura, Daisuke, Kris M. Kitani, Takahiro Okabe, Yoichi Sato y Akihiro Sugimoto. "Using individuality to track individuals: Clustering individual trajectories in crowds using local appearance and frequency trait". En 2009 IEEE 12th International Conference on Computer Vision (ICCV). IEEE, 2009. http://dx.doi.org/10.1109/iccv.2009.5459286.

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8

Gyory, Joshua T., Jonathan Cagan y Kenneth Kotovsky. "Should Teams Collaborate During Conceptual Engineering Design? An Experimental Study". En ASME 2018 International Design Engineering Technical Conferences and Computers and Information in Engineering Conference. American Society of Mechanical Engineers, 2018. http://dx.doi.org/10.1115/detc2018-85602.

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Resumen
A commonly held presumption is that the production of a team is superior to that of individual performance. However, in certain scenarios, such as during brainstorming activities and in configuration engineering design problems, it has been shown that individuals working alone are more effective than teams working together. This research considers whether the same outcomes hold for a more open-ended scenario, in conceptual engineering design. Thus, a behavioral study is run with freshman engineering students solving a conceptual design problem working in teams or individually. Results corroborate previous findings, showing that individuals outperform teams in the quality of their design solutions. One of the primary differences between individuals and group problem solving is the fact that groups need to verbalize to communicate ideas. Consequently, this study also analyzes how verbalization, which may be one disadvantage of team problem solving, affects the performance of individuals in this context of conceptual engineering design. Individuals who verbalize throughout problem solving, however, perform similarly to those who did not. Overall, the results from this study suggest that, individuals are still better performers and teams may not always be the optimal circumstance. Moreover, verbalization does not seem to act as a cognitive barrier to problem solving, and further investigation needs to be done to diagnose the potential impediments which put teams at a disadvantage to individuals during conceptual design.
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9

Jayakody, Anuradha, C. I. Meegama, H. U. Pinnawalage, R. M. H. N. Muwenwella y S. C. Dalpathado. "AVII [Assist Vision Impaired Individual]: An Intelligent Indoor Navigation System for the Vision Impaired Individuals with VLC". En 2016 IEEE International Conference on Information and Automation for Sustainability (ICIAfS). IEEE, 2016. http://dx.doi.org/10.1109/iciafs.2016.7946526.

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10

Ertl, Bernhard, Birgitta Kopp y Heinz Mandl. "Effects of an individual's prior knowledge on collaborative knowledge construction and individual learning outcomes in videoconferencing". En th 2005 conference. Morristown, NJ, USA: Association for Computational Linguistics, 2005. http://dx.doi.org/10.3115/1149293.1149312.

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Informes sobre el tema "Individuale"

1

Terry, Rachel. Individual and Community Supports that Impact Community Inclusion and Recovery for Individuals with Serious Mental Illnesses. Portland State University Library, mayo de 2020. http://dx.doi.org/10.15760/etd.7338.

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2

Turalska, M. y B. J. West. Fractional Stochastic Individuals. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, abril de 2013. http://dx.doi.org/10.21236/ad1003075.

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3

Scott, Donald y David Dickason. Individuals Account Review. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, marzo de 2004. http://dx.doi.org/10.21236/ada421511.

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4

Eric J. Hall. Individual Genetic Susceptibility. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), diciembre de 2008. http://dx.doi.org/10.2172/943485.

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5

Johnston, William A., Kevin J. Hawley y M. J. Farah. Individual Differences in Attention. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, julio de 1988. http://dx.doi.org/10.21236/ada199624.

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6

Ang, Andrew, Marie Brière y Ombretta Signori. Inflation and Individual Equities. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, febrero de 2012. http://dx.doi.org/10.3386/w17798.

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7

Allen, Todd y Christopher Carroll. Individual Learning About Consumption. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, abril de 2001. http://dx.doi.org/10.3386/w8234.

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8

Lachance, Marie-Eve y Olivia Mitchell. Understanding Individual Account Guarantees. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, septiembre de 2002. http://dx.doi.org/10.3386/w9195.

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9

Gan, Li, Michael Hurd y Daniel McFadden. Individual Subjective Survival Curves. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, febrero de 2003. http://dx.doi.org/10.3386/w9480.

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10

Davidoff, Thomas, Jeffrey Brown y Peter Diamond. Annuities and Individual Welfare. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, mayo de 2003. http://dx.doi.org/10.3386/w9714.

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