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1

Cognetti, Francesca y Alice De Carli. "Città/Università. Esperienze di "impegno civico"". TERRITORIO, n.º 66 (septiembre de 2013): 16–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2013-066002.

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2

Villares, Ramón. "Josep Fontana. Storia e impegno civile". PASSATO E PRESENTE, n.º 109 (marzo de 2020): 104–21. http://dx.doi.org/10.3280/pass2020-109006.

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3

Veneziani, Bruno. "Diritto e impegno civile. Una laurea honoris causa". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 123 (diciembre de 2009): 383–89. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-123001.

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Resumen
- In the laudatio given on the occasion of the conferral of the honoris causa degree granted by the University of Bari, the author outlines the scientific, academic and personal profile of Sir Bob Hepple, a major legal scholar who has made a huge contribution to the development of legal studies in the UK and internationally. His knowledge and experience in several fields of law as well as in the judiciary sphere, his engagement in public issues both at national and international levels, the many institutional functions he played in his adoptive country (Great Britain) as well as in his native one (South Africa) and his collaboration within European and extra-European institutions, are all combined in his scholarship and in his activity of research in the field of employment law and of industrial relations. The author touches upon Hepple's many scientific works and outlines his outstanding contribution in offering perspectives of investigation and techniques of protection, at times original and innovative, in keeping with the objectives of social justice which are clearly identified and pursued throughout his work.
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4

Fumagalli, Mario. "Ricerca geografica, impegno culturale e civile di Lelio Pagani". TERRITORIO, n.º 49 (julio de 2009): 166–70. http://dx.doi.org/10.3280/tr2009-049024.

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Resumen
- Lelio Pagani was a geographer well-known to the staff of this faculty. He was open to multi-disciplinary approaches which led him to work with urban planners, architects and Slavic students and he was also able to combine research with service to the community. This article gives a rapid profile of his very varied activities and is also a tribute to his human qualities, a fond memory of a friend and a colleague. A full professor at the University of Bergamo, Lelio Pagani filled an important role there: he was amongst other things the director of the department of letters, arts and multi-media studies and of the urban planning studies centre of the university, which today bears his name and which was founded by him. He brought the contribution of geography to the analysis and solution of problems in urban planning and landscape issues and to research into architectural design. He placed his specific expertise and uncommon knowledge of the province at the service of the community. He was president of the Consortium of the Regional Park of the Colli di Bergamo and of the University of Sciences, Letters and Arts, Provincial Councillor for the Environment and a leading figure in the Cultural Heritage Documentation Centre of the Province.
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Piaia, Gregorio. "Sul nesso tra lavoro storico-filosofico e impegno civile". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n.º 1 (marzo de 2016): 101–3. http://dx.doi.org/10.3280/sf2016-001006.

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Salvati, Mariuccia. "Un grande storico del Novecento europeo". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 35–42. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298004.

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Resumen
L'articolo rilegge il volume di Enzo Collotti (Impegno civile e passione critica, a cura di Mariuccia Salvati, Viella, 2010) sottolineando il carattere altamente rappresentativo della biografia intellettuale qui ricostruita - in un dialogo intergenerazionale - per la comprensione del Novecento europeo e delle sue grandi fratture.
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7

Ferrando, Anna. "Quando la traduzione si fa impegno civile. Conversando con Renato Solmi". HISTORIA MAGISTRA, n.º 13 (febrero de 2014): 90–99. http://dx.doi.org/10.3280/hm2013-013008.

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Caputi, Alessandra. "Il "mostro" di Fuenti. Una storia ambientale e di impegno civile". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 297 (enero de 2022): 141–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297007.

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Resumen
Nel secondo dopoguerra il paesaggio italiano è stato aggredito in maniera sistematica dalla speculazione edilizia, un fenomeno riconducibile all'assenza di pianificazione urbanistica e alla frammentazione delle competenze amministrative in materia ambientale e urbanistica. In quest'articolo si esamina un caso specifico che riguarda la Costiera amalfitana: quello del cosiddetto "mostro di Fuenti", un albergo costruito abusivamente negli anni Settanta del secolo scorso e abbattuto dopo trent'anni di lotte, proteste e azioni legali. Questo caso consente di indagare anche il ruolo cruciale delle associazioni ambientaliste che contrastarono l'ecomostro, in particolare quello di Italia Nostra. La maggior parte della documentazione consultata per la ricostruzione storica è conservata presso l'archivio di Elena Croce, custodito presso la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, e l'archivio di Antonio Iannello, custodito presso il Comune di Napoli.
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Fournier-Finocchiaro, Laura. "Alberto Brambilla, Spade, serti e diademi. Carducci fra poesia e impegno civile". Transalpina, n.º 24 (14 de octubre de 2021): 178–81. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.984.

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Chiodi, Giovanni. "Prove di democrazia". LawArt 1, n.º 1 (30 de enero de 2020): 82–138. http://dx.doi.org/10.17473/lawart-2020-1-5.

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Il saggio ricostruisce il profilo di Arturo Toscanini dal punto di vista dello stretto rapporto instauratosi, nella sua esperienza di artista, tra musica e lotta per le libertà, l’eguaglianza e i diritti dell’uomo. Il contributo intende da un lato analizzare le pratiche performative attraverso cui si manifestò il suo costante e coerente impegno attivo a favore dei valori della convivenza democratica, analizzando le prospettive di senso che orientarono le scelte di Arturo Toscanini sul palinsesto musicale e sui luoghi dove portarlo in scena. Da un altro versante, studiando in particolare i pensieri frammentari di Toscanini contro l’antisemitismo, le dittature, l’esercizio di potere sugli altri e la guerra, contenuti nel suo denso carteggio, l’indagine intende ricostruire nelle sue linee fondamentali la concezione toscaniniana di democrazia e di impegno civile dell’artista, nei difficili anni Venti e Trenta del Novecento, fino agli esiti successivi alla seconda guerra mondiale.
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Milani, Manlio y Susanna Vezzadini. "Memoria e testimonianza: le stragi del terrorismo in Italia". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2021): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-001006.

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L'articolo prende in esame il tema della memoria nelle sue dimensioni privata e pubblica al fine di evidenziare la centralità della testimonianza quale atto pubblico e di impegno civile. In tale prospettiva il contributo si avvale della testimonianza di Manlio Milani, superstite della strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974, nella quale persero la vita la moglie ed alcuni amici. Il valore della testimonianza pubblica è qui affrontato con riguardo ai temi del riconoscimento, della giustizia e del rapporto con la verità.
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Gastaldi, Francesco. "Leonardo Benevolo, la città e la storia. Un intellettuale fra impegno sociale e civile". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 129 (diciembre de 2020): 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129001.

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Rodriguez, Sandra. "Inform, engage, click forward: citizen engagement among a Web 2.0 driven generation". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 40 (junio de 2010): 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040006.

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Questo intervento esplora la relazione complessa fra ICT e impegno civile dei giovani. Sulla base dell'analisi empirica condotta nel 2008-2009 sui giovani della fascia 20-35 anni, il lavoro va oltre la classica caratterizzazione di una generazione immersa nella tecnologia, cercando di comprendere come il Web stia modificando il suo grado di partecipazione sociale e politica. Mentre una larga parte del dibattito relativo alla partecipazione dei giovani sottolinea il loro rifiuto di strumenti tradizionali, la tecnologia Web sembra in grado di fornire alle generazioni piů giovani strumenti che li aiutano a creare nuove vie, per modificare la vita sociale, culturale e politica a livello globale. Tuttavia, se una gran quantitŕ di studi sottolinea ora l'importanza di comprendere l'impegno giovanile nell'era dell'informazione, č difficile capire come e se il web stia modificando per i giovani il significato dell'impegno civile. Ben poca attenzione č data alla valutazione delle alternative, dei valori e dei significati che spingono i giovani a dar luogo ad azioni specifiche mirate al cambiamento sociale, o che al contrario glielo impediscono. Richiedendo un approccio multidisciplinare di natura flessibile, il lavoro suggerisce la necessitŕ di ripensare concetti come impegno, partecipazione, azioni rivolte al cambiamento sociale. Invece che cinici, apatici o tecnofili disimpegnati, il disegno che emerge dalla nostra ricerca rivela l'esistenza di giovani responsabili, caratterizzati dalla partecipazione ai networking del web e dalla mobilitŕ sociale, che dimostrano grande abilitŕ nell'uso dell'ICT per promuovere valori di giustizia e solidarietŕ.
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Catalan, Tullia. "Enzo Collotti e il processo della Risiera di San Sabba: la storia come impegno civile". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 53–57. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298006.

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Negli anni Settanta Enzo Collotti si spese come storico, collaborando con la magistratura, affinché fosse avviata l'istruttoria per il processo della Risiera di S. Sabba di Trieste. Successivamente, egli intervenne in più sedi per esprimere la delusione provata dagli storici per la sentenza del 1976. Collotti infatti definì il processo come "dimezzato", in quanto a suo avviso la magistratura locale non aveva voluto fare un processo politico, e quindi affrontare le responsabilità del fascismo e del collaborazionismo per i fatti del 1943-1945.
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Haaland, Torunn. "Le vie verso la ragione: i segni del nuovo realismo in Gomorra". Quaderni d'italianistica 37, n.º 2 (27 de enero de 2018): 191–210. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i2.29235.

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Il saggio si concentra sui concetti di realtà e impegno etico e civile in Gomorra. Il romanzo-inchiesta di Roberto Saviano viene in­serito nel contesto del ritorno al realismo e dell’emergere di “oggetti narrativi non-identificati” nella narrativa contemporanea, per poi es­sere associato al dibattito sul nuovo realismo sviluppatosi nell’ultimo decennio in campo filosofico. Costituiscono un punto di riferimento essenziale il Manifesto del nuovo realismo ed altri scritti di Maurizio Fer­raris, così come La questione morale di Roberta de Monticelli. Il primo approfondisce la natura inemendabile della realtà ontologica, separan­dola nettamente dalla realtà epistemologica, mentre la seconda riven­dica il valore della ragione pratica come base di conoscenza e giudizio. Entrambi i filosofi si oppongono allo scetticismo etico in favore di una rivalutazione della capacità della percezione d’accertare tutto ciò che non è socialmente costruito o che non è vero. Il fatto che ci sia una re­altà esterna e indipendente dal sapere umano permette di formulare dei giudizi intesi a indirizzare l’agire umano. L’analisi di Gomorra mostra, precisamente, una tendenza a ricorrere ai sensi come prove dei fatti e alla ragione per acquisire una conoscenza approfondita dei fatti stessi. Le esperienze sensibili si trasmettono, inoltre, nella parola testimoniale e nella presenza fisica sul territorio dell’autore-testimone: due elementi chiave su cui si costruiscono le condanne delle realtà rivelate. I giudizi morali pronunciati suggeriscono che la libertà consiste nel dovere di portare a compimento i diritti civili e di rendere ragione e chiedere agli altri di rendere ragione del proprio agire. In fine, una tale concezione della scrittura e dell’impegno civile rivendica la capacità della parola scritta di documentare, come propone Ferraris, fatti e azioni, e la poten­za della ragione quale fondamento per un dialogo critico con i lettori.
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Giordana, Emanuele. "La crisi dell'opzione civile nella palude afgana". FUTURIBILI, n.º 1 (marzo de 2011): 187–94. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001013.

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Le dimissioni anticipate di Kai Eide, il capo della missione Onu in Afghanistan, il fallimento del processo elettorale per l'elezione del presidente - vessato da frodi e brogli manifesti - ma soprattutto la decisione di Barack Obama di inviare nuovi soldati sembrano dire, sul futuro dell'Afghanistan, una sola cosa: nonostante le speranze di una svolta che sapesse coniugare la presenza dei soldati della Nato a un cambio di strategia che tenesse in maggior conto le esigenze e le necessitŕ della popolazione, il conflitto nel paese asiatico sembra rimanere prigioniero della sola opzione militare. La decisione di Obama di inviare trentamila marine, seguita dalla promessa della Nato di cercarne in Europa altri diecimila (tra cui mille italiani) non solo non č stata accompagnata da una riflessione sulla necessitŕ di un maggior impegno civile in Afghanistan nella ricostruzione e per soddisfare le necessitŕ primarie, ma sembra significare che la Comunitŕ internazionale non č in grado di formulare alternative alla sola azione militare. Se non un generico appello per una miglior qualitŕ del governo nazionale di Kabul. Gli ultimi mesi sono significativi da questo punto di vista e vale la pena di ripercorrerli. Cercheremo anche di indicare qualche possibile suggerimento che, in primo luogo, dovrebbe coinvolgere un cambio di strategia del nostro Paese.
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Rossi, Luigi y Marco Mariano. "Lo storico nel suo labirinto: Arthur M. Schlesinger Jr. tra ricerca storica, impegno civile e politica". American Historical Review 106, n.º 2 (abril de 2001): 533. http://dx.doi.org/10.2307/2651626.

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Mirabella, Jean-Claude. "Marco Tullio Giordana et Daniele Vicari : deux générations d’héritiers du cinéma d’« impegno civile » de Francesco Rosi ?" Transalpina, n.º 19 (1 de octubre de 2016): 31–46. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.434.

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Todaro, Letterio. "La cultura dell’educazione e le sue trasformazioni nel passaggio critico degli anni Sessanta /Settanta: conversazioni con Carmen Betti". Espacio, Tiempo y Educación 5, n.º 1 (1 de enero de 2018): 281. http://dx.doi.org/10.14516/ete.198.

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Carmen Betti è tra le figure di riferimento della ricerca italiana in area storico-educativa. Per diversi anni ha insegnato presso l’Università di Firenze, rappresentando con i suoi lavori e con i suoi studi, una voce autorevole e notevolmente qualificata nel panorama italiano della disciplina. L’incisività dei suoi lavori ha contribuito a rafforzare il riconoscimento di una tradizione che porta a individuare nella sede fiorentina una «scuola» di alto profilo dell’accademia italiana nell’ambito degli studi di storia dell’educazione. La sua ricerca ha evidenziato un costante impegno a segnalare lungo i sentieri della storia dell’educazione un cantiere aperto per la costruzione di valori civili, indicando quali criteri «orientatori» dell’impegno intellettuale che caratterizza il lavoro dello storico dell’educazione la tensione a legare la lettura storica dei processi formativi con i motivi della conquista collettiva di spazi di libertà, di democrazia, di emancipazione. Recentemente ha ricoperto la funzione di Segretaria del Centro Italiano per la Ricerca Storico Educativa, segnando con il suo impegno l’attivazione di importanti strumenti di raccordo a servizio della comunità scientifica italiana degli storici dell’educazione e offendo un contributo qualificante per spingere in avanti le piste della ricerca sul terreno della storia dell’educazione.Per dare avvio alla conversazione mi sembra perciò utile chiedere all’interlocutrice una breve presentazione del proprio percorso professionale e un aiuto nel ricordare, attraverso anche spunti di memoria personale, i punti salienti che hanno segnato l’evoluzione del suo profilo di studiosa.
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Savio, Valerio. "Responsabilità civile dei magistrati. L'elaborazione delle linee di una possibile razionale riforma quale impegno ineludibile per l'associazionismo giudiziario". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 5 (febrero de 2014): 50–63. http://dx.doi.org/10.3280/qg2013-005007.

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Frau, Ombretta. "Fra la virago e la femmina: emancipazione e etica del lavoro nelle eroine di Jolanda". Quaderni d'italianistica 29, n.º 1 (1 de enero de 2008): 125–44. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v29i1.8496.

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La narrativa della scrittrice centese Maria Majocchi Plattis (Jolanda), a torto segnata dal marchio di "letteratura rosa", dà prova del suo fermo impegno civile. Jolanda esamina l'universo femminile da un punto di vista decisamente intellettuale e privilegiato e nell'originale galateo Eva regina si sofferma in dettaglio sul rapporto fra la donna moderna e il mondo delle professioni. Il presente studio si concentra su uno dei romanzi meno conosciuti di Jolanda, Dopo il sogno (1906), e sulla rinascita della giovane protagonista Camilla, in seguito a una delusione amorosa. Saranno i consigli della sua illustre vicina di casa, la scrittrice Viola d'Alba, palese alter-ego di Jolanda, a spingere Camilla a dare un significato diverso alla sua vita, a intraprendere una carriera professionale nella fabbrica paterna, e a dare inizio a una serie di miglioramenti delle condizioni di lavoro delle giovani (e bambine) impiegate in fabbrica.
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Vieira Puerta, Rodrigo. "Editorial - Beneficio de competencia en la ética social". Summa Iuris 4, n.º 1 (19 de julio de 2016): 16. http://dx.doi.org/10.21501/23394536.2080.

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La litúrgica severidad del ius civile, inspirada en el apotegma Dura Lex, sed lex, declina el rigor operativo de sus fórmulas, el deshumanizante imperio de su objetivismo procesal en la ejecución personal del deudor, como resultado de una nueva y vivificante concepción que, vertebrada en la bona fide del ius honorarium y la aequitas helénica, fecunda el brocardo del summum ius, summum iniuria como supuesto teleológico de la ciencia jurídica al servicio del hombre en su dimensión relacional y política.
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Brogiolo, Gian Pietro. "L'archeologia dell'architettura in Italia nell'ultimo quinquennio (1997-2001)". Arqueología de la Arquitectura, n.º 1 (30 de diciembre de 2002): 19. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.3.

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Il contributo delinea un bilancio dell'Archeologia dell'architettura in Italia a partire dalla metà degli anni '90 del XX secolo, quando alcuni convegni e la neonata rivista "Archeologia dell'Architettura", misero a confronto le esperienze maturate in più centri di ricerca, che riguardavano non solo l’analisi stratigrafica delle murature il suo rapporto con il Restauro, ma anche allo studio delle tecniche costruttive, della mensiocronologia e dell’archeometria. Da questo punto di vista sono da segnalare da un lato le sperimentazioni nella costruzione delle sequenze degli equilibri statici, del degrado, degli intonaci e degli orizzontamenti lignei, dall'altro le proposte di metodologie di restauro fondate sull'analisi stratigrafica. Questo impegno ha però portato a trascurare l’obiettivo prioritario dell’archeologo: recuperare dalle sequenze di un edificio informazioni storiche, per le quali servono anzitutto corpora e censimenti esaustivi, e studi che pongano in relazione le architetture con l’organizzazione agraria, le trasformazioni dei paesaggi antropici, le trasformazioni economiche e sociali. Ed è su questo aspetto che converrà puntare nei prossimi anni, almeno da parte degli archeologi, senza per questo sminuire o vanificare il rapporto privilegiato che si è instaurato negli anni ‘90 con il Restauro Architettonico, con l'obiettivo comune di salvaguardare il patrimonio architettonico in una congiuntura nella quale sembra concluso un ciclo storico che aveva a cuore lo studio e la tutela del passato, attraverso il policentrismo culturale, la fervida circolazione delle idee, un saldo collegamento con la società civile.
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Guido, Alpa. "Responsabilitŕ sociale dell'impresa, enti non profit, etica degli affari". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (enero de 2012): 199–227. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002001.

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Č variegato lo scenario nel quale sta evolvendo la "responsabilitŕ sociale dell' impresa", un'idea, poi trasformatasi in corrente intellettuale e in iniziative di natura culturale ed istituzionale, che vede protagonisti le imprese, le categorie professionali, le Amministrazioni pubbliche, larghi strati della societŕ civile nonché Governi e Parlamenti. La responsabilitŕ sociale impegna gli operatori economici a valutare - nell'ambito di uno "sviluppo sostenibile" - gli effetti dell'attivitŕ economica sui suoi destinatari e sull'ambiente, e a contribuire alla formazione di un'etica sociale: l'ente organizzato in forma collettiva - corporate, come suona la formula importata dal mondo anglo- americano - č chiamato a prender consapevolezza della dimensione sociale dello sviluppo in cui si confrontano e si contemperano esigenze economiche ed esigenze della collettivitŕ e a recare il proprio contributo alla tutela di diritti e interessi individuali e collettivi sui quali si ripercuotono le scelte, i comportamenti, le strategie dell'agire economico. Č una delle risposte - tra le molte che si potrebbero dare - al progressivo sgretolamento dello Stato sociale, alle aggressioni all'ambiente, alla creazione dei bisogni consumistici, alla precarietŕ del lavoro, alla opacitŕ dei rapporti negoziali, alla ingovernabilitŕ della globalizzazione dei mercati. Questa risposta riposa sul contributo volontario degli operatori e si colloca dunque in uno spazio che va al di lŕ di ciň che ad essi č richiesto dagli obblighi imposti dalla legge.
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Polese Remaggi, Luca. "Pechino 1955. Intellettuali e politici europei alla scoperta della Cina di Mao". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (abril de 2011): 55–89. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003003.

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Questo saggio studia i viaggi che gruppi di intellettuali e politici europei (soprattutto italiani e francesi) intrapresero alla volta di Pechino nel 1955. L'attrazione intellettuale verso il regime di Mao si concretizzň in seguito all'invito che il primo ministro Zhou Enlai rivolse all'opinione pubblica mondiale nel corso della conferenza di Bandung. Il suo messaggio («venite a vedere») fu raccolto entusiasticamente da quegli intellettuali che faticavano a trovare una collocazione nel contesto della politica della guerra fredda in Europa. L'autore mostra che la formazione del nuovo regime comunista stimolň nel discorso politico l'immagine di una terza via rivoluzionaria e democratica. Nel corso delle visite degli intellettuali occidentali, le autoritŕ cinesi impiegarono i metodi che Mao aveva collaudato giŕ durante la Lunga Marcia: «sicurezza, segretezza, cordialitŕ e guide rosse». La volontŕ di credere dei visitatori rese il lavoro delle autoritŕ piů semplice. I viaggiatori infatti riportarono a casa l'immagine positiva di uno Stato-partito impegnato nello sforzo di sradicare la miseria e l'arretratezza. L'autore discute infine le ragioni per cui soltanto una parte dei viaggiatori si preoccupň della violazione dei diritti civili e delle libertŕ.
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Birocchi, Italo. "La fase attardata in cui è rimasto il Codice Civile italiano. Una felix culpa per la scienza giuridica degli anni dieci del novecento. Il giurista come intellettuale". Revista da Faculdade de Direito, Universidade de São Paulo 112 (28 de agosto de 2018): 439–84. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2318-8235.v112i0p439-484.

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Il saggio esamina l’affermazione della scienza giuridica italiana agli inizi del Novecento. Il processo di affermazione prende avvio con la crisi del modello liberale fondato sul codice civile, verso la fine dell’Ottocento, ma è soprattutto nel decennio della Grande Guerra che giunge a maturazione. Le diverse discipline giuridiche si rendono autonome dalla civilistica e si specializzano dandosi strumenti espressivi propri (riviste di settore; manuali). Mentre si specializzano, le diverse discipline predicano di essere accomunate dal metodo, che si asserisce essere scientifico perché depurato dalla storia e dalle ideologie. Perciò se ne accredita anche la neutralità. E però l’asserita neutralità della scienza giuridica non toglie, ed anzi implica, che il giurista si rivolga alla pratica e sia impegnato civilmente e nella politica (si teorizza anzi che compito del giurista sia quello di proporsi come legislatore, per incidere nel sociale). Queste linee generali di emersione della scienza giuridica vengono in particolare confrontate attraverso le figure di sei grandi giuristi nella loro formazione giovanile, considerati appunto ciascuno nel rispettivo specialismo disciplinare e nell’unità del metodo (Asquini, Betti, Calamandrei, Jemolo, Mossa, Vassalli).
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Gualtieri, Elena, Roberta De Filippis y Silvia Vayr. "I modelli teorici di matrice cognitivista nella consulenza tecnica in ambito civile nei casi di separazione divorzio: riflessioni ed esemplificazioni cliniche". QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 50 (agosto de 2022): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14084.

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L'articolo valuta il ruolo dell'esperto impegnato nelle consulenze tecniche, nell'ambito delle vicende separative. Vengono analizzati gli strumenti a supporto del lavoro clinico forense e i modelli tecnico-teorici dei terapeuti cognitivisti che lavorano in questo ambito. Le autrici propongono il tema della valutazione della genitorialità, con particolare attenzione alla teoria dell'attaccamento, al modello dinamico-maturativo e al primario interesse del minore. Seguendo il modello cognitivista evoluzionista e quello post-razionalista, viene poi sottolineato il ruolo della relazione e del processo conoscitivo narrativo. Vengono messe in luce altresì le principali criticità che lo psicologo forense può dover affrontare in un contesto denso di conflittualità, come quello delle separazioni. Vengono affrontati i temi centrali da esplorare in CTU e gli interventi che si possono attuare durante l'iter peritale, al fine di promuovere il riconoscimento e la condivisione della sofferenza, oltre che la cooperazione, ritenuti elementi centrali del buon esito della consulenza. Vengono affrontati due casi clinici-forensi, rileggendoli alla luce dei modelli proposti. Le autrici auspicano inoltre che i professionisti in ambito forense acquisiscano competenze e riflessività sulle ricadute del proprio agire professionale, sufficienti a perseguire lo scopo, ovvero il benessere del minore e della famiglia.
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Hansen, Olaf y Marco Mariano. "Lo Storica nel suo labirinto: Arthur M. Schlesinger Jr. tra ricerca storica, impegno civile, e politica (The Historian in his Labyrinth: Arthur M. Schlesinger Jr. between Historical Research, Civil Appointment, and Politics)". Journal of American History 88, n.º 2 (septiembre de 2001): 716. http://dx.doi.org/10.2307/2675226.

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Barnish, S. J. B. "Transformation and Survival in the Western Senatorial Aristocracy, c. A.D. 400–700". Papers of the British School at Rome 56 (noviembre de 1988): 120–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009582.

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TRASFORMAZIONE E SOPRAVVIVENZA DELLA ARISTOCRAZIA SENATORIA OCCIDENTALE FRA V E VII SECOLOL'articolo studia le basi, i punti di debolezza e le capacità di sopravvivenza della classe senatoria italiana, e la pone a confronto con la sua omologa in Gallia. Si presta in primo luogo attenzione ai sistemi attraverso i quali avveniva il reclutamento dei senatori, ed alle relazioni complessive fra il Senato e la classe dei “nobiles” nel tardo Occidente Romano. Vengono quindi utilizzate delle statistiche per vedere come la categoria dei civili detentori del rango di “illustris”, fra 433 e 536 d.C., fosse in grado di autorinnovarsi — ed il Senato con essa—, o quanto invece avesse bisogno di reclutamenti esterni. Nell'articolo si esaminano altresi i rapporti di locale clientela fra senatori e aspiranti tali; i rapporti di parentela tra le famiglie senatorie dell'Italia Settentrionale e della Gallia; il ruolo antagonista della Chiesa nelle due aree; la posizione economica dei senatori, in progressivo deterioramento, e gli impegni politici e sociali derivanti dalla loro ricchezza. La situazione economica delle classi dominanti può essere esaminata in relazione a taluni sviluppi nelle modalità di trasferimento della proprietà, attraverso matrimoni ed eredità, nonché con mutamenti nella situazione demografica generale. In questo articolo vengono anche presi in esame gli effetti del Cristianesimo sui valori e sulla morale sessuale delia classe senatoria. Viene infine posto in rilievo che, a dispetto di una crescente debolezza e di un netto declino nel corso del VI secolo, l'aristocrazia italica, al pari di quella galloromana, mostrò una sorprendente capacita di sopravvivenza e di influsso nella società, sino alle soglie dell'era carolingia.
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Fernández-Sirvent, Rafael. "Educación física e inicios del proceso nacionalizador en las monarquías española y francesa del siglo XIX: una aproximación comparativa con el caso alemán". Historia Contemporánea 1, n.º 54 (11 de abril de 2017): 243–75. http://dx.doi.org/10.1387/hc.17584.

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Desde la crisis del Antiguo Régimen, la monarquía hubo de adaptarse a la revolución liberal y tuvo que diversificar sus fuentes de legitimidad, para lo cual se sirvió de nuevas estrategias propagandísticas con las que reforzar su autoridad ante sus súbditos. Este artículo analiza, en perspectiva europea comparada, las bases del sistema de educación física de Francisco Amorós, un método utilitarista destinado a la instrucción de la juventud y del ejército. El objeto de estudio se centra en el proceso de gestación de dicho método en España, en el seno del Real Instituto Militar Pestalozziano, bajo la protección de Carlos IV de Borbón, y en un análisis de su obra Cantiques religieux et moraux (París, 1818), cuya repercusión mediática posibilitó la financiación por parte de la monarquía borbónica de Luis XVIII del Gymnase normal militaire et civile de París, destinado a la formación de los futuros educadores físico-morales de la monarquía francesa y uno de los más prolíficos semilleros de patriotas franceses en la década de 1820. La urgencia de contar con un buen sistema nacional de gimnástica se hizo patente durante el Segundo Imperio, cuando en 1868 el ministro de Instrucción Pública del emperador Napoleón III envió una comisión a varios países europeos para estudiar cuál era el mejor sistema para contribuir al fortalecimiento interno del Estado. El modelo patriótico de gimnástica prusiano será el referente de casi todos los proyectos nacionalizadores europeos.
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Ribas-Bracons, José M. "La jerarquía de fuentes en el ordenamiento canónico". Ius Canonicum 13, n.º 26 (28 de marzo de 2018): 287–327. http://dx.doi.org/10.15581/016.13.21356.

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Notio sic dicta Status lurls, orta patrocinio doctrinae de tripartita potestatum separatione (legislativae, exsecutivae et iudicialis), pro Summo legjs imperio est; Status scilicet iuris Status quidem est legi pi ene subiectus. Haec notio Status necessario fontium hierarchiam ponit. Fons dicitur veluti productionis iuridicae; si autem normae iuridicae effectus fontium iuridicae pro ductionis intelliguntur, distinguendae sunt fontium productionis hierarchia (ordo cum sit fontium productionis secundum potestatem qua complectuntur et ordo etiam sit potestatum atque munerum) ac normarum iuridlca rum formalis hierarehia. Hierarchia fontium, principii legalitatis quod in statu iuris regit postulatio, via est apta ad iuridicam securitatem consequendam ac civium iurium tutelam adversus potestatis exercitationem arbitrariam. In ordinamento Ecclesiae fontium hierarchia non est nec normarum forma'lis hierarchia; quoquo modo organorum hierarchia gradu innixa quo in organizatione potitur. Sed ecclesiasticum magisterium uberius est in petitionibusa civili societate de iuridica curan da securitate civium ac de tutela iurium fundamentalium personae humanae. Huius doctrinae conscia sunt Principia quae Codicois luris Canoniei recognitionem dirigant, in I Synodo Episcoporum anno 1967 disputata. Ouamobrem necesse est in ordinamentum canonicum fontium hierarchiam indu. cere, ad huius rei partes transitis maximi nominis viris in doctrina canonica. Ouod in 'Ecclesia nec separatio potestatum exsistat huic proposito obex non est quia in eius sinu possibilis distinctio munerum et ea de causa legiferorum organorum, exsecutionis et iudicialium. De hoc sensu quidem servanda semper divinae constitutionis Ecclesiae structura et ordinamenti Ecclesiae species. Haec indagatio concluditur plurimis suggestis de iure ¡contiendo super ratione ordinamenti ECclesiae applicandi principii fontium hierarchiae. Fontium hie. rarchia in canonico ordinamentoesset: 1) lex funda. mentalis; 2) Ordinarie leges normativae; 3) Normae pro administratione; 4) Negotia administrativa; 5) Consue. tudo. Ut vero fidem nullam normam inferiorem aliae superioriexcellere opus est fontium hierarchiae iuris• dictionalem vigilantiam etiam introducere.
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Alanyà i Roig, Josep. "La carta de poblament de Pinyeres (Batea, Terra Alta) (1280)". Anuario de Estudios Medievales 21, n.º 1 (2 de abril de 2020): 97. http://dx.doi.org/10.3989/aem.1991.v21.1107.

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Voici des études faites sur le lieu, aujourd'hui dépeuplé, de Pinyeres (Terra Alta), qui dépend du bourg et terme municipal de Batea (Tarragone) depuis 1841; et au sujet de la charte de peuplement accordée par les templiers du château de Miravet. La charte de peuplement de Pinyeres, conférée en 1280, est aussi une charte agraire avec franchises, privilèges et obligations touchant les habitants, qui mainriennent avec les seigneurs un lien féodal de vassalité. La concession seigneuriale de peuplement et le paiement du cens sont établis selon les coutumes de Batea. II y a des réserves seigneuriales sur les pâturages, le bois, les pins pignons et leurs fruits en plus du droit de préemption. En vertu de la charte, les templiers ont, sur le lieu et sur ses habitants, la pleine juridiction civile et criminelle, mero et mixto imperio. Le texte de la charte, découvert par l'auteur, est divulgué ici pour la première fois. Jusqu’à présent, on ne connaissait que la brève référence que le docteur Josep M.ª Font i Rius en avait faite dans le premier volume de Varia de Cancelleria des Archives de la Couronne d'Aragon de Barcelone. L'auteur donne une explication documentée de l'histoire du lieu dit de Pinyeres et en décrit l'enceinte urbaine, en faisant ressortir les édifices les plus représentatifs tels que l'église, le château, la prison, la place, le four communal et la butte de la potence, endroit où se dressait le gibet de pierre pour exécuter les condamnés à la peine capitale. Dans un commentaire étendu et fourni sur le document juridique de peuple­ment, l'auteur explique aussi le changement de juridiction qu'a vécu Pinyeres au moment des partisans de Saint Jean, pendant le XVème siècle, quand, tout en faisant un échange avec les villes de Jatiel et de Samper de Calanda, Pinyeres et Nonasp passèrent de la juridiction du château de Miravet à celle du couvent de l'ordre de l'Hôpital de Caspe.
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Smith, Christine. "Arturo Calzona, Francesco Paolo Fiore, and Cesare Vasoli, eds. Leon Battista Alberti: Teorico delle arti e gli impegni civili del “De re aedificatoria.” 2 vols. Centro Studi L. B. Alberti Ingenium 9. Florence: Leo S. Olschki, 2007. xvi + 1028 pp. + 162 b/w pls. index. illus. tbls. €98. ISBN: 978–88–222–5605–8." Renaissance Quarterly 61, n.º 4 (2008): 1254–57. http://dx.doi.org/10.1353/ren.0.0275.

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Arpioni, Maria Pia. "Lo sguardo sul paesaggio nella fotografia di Giovanni Pasinato // The Look into Landscape in the Photography of Giovanni Pasinato // La mirada sobre el paisaje en la fotografia de Giovanni Pasinato". Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 6, n.º 1 (2 de marzo de 2015): 73–96. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2015.6.1.639.

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Il saggio presenta il lavoro di un giovane fotografo del Nord Est italiano, Giovanni Pasinato (Venezia 1974-), attraverso l’analisi della sua opera e un’intervista all’autore, impegnato in un’attività dalle consistenti valenze cognitive ed etiche, ascrivibile alla Scuola italiana di fotografia del paesaggio (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), ma dotata di tratti originali in forte sviluppo. Il contributo intende mostrare come la fotografia di Pasinato—dalle esplorazioni del “terzo paesaggio” lungo strade e autostrade, alla ricerca condotta sulle scene urbane di Treviso e Venezia Mestre, fino alla più recente perlustrazione dell’antico bosco del Montello (sulla cui esistenza minacciata si era levato altissimo anche il canto poetico di Andrea Zanzotto, scomparso nel 2011)—sia tutta incentrata sulla funzione fondamentale dello “sguardo,” grazie alla quale il suo lavoro si caratterizza come indagine e strumento di consapevolezza, in senso lato “politica,” sul rapporto fra l’essere umano e i luoghi. Le immagini di Pasinato, sommesse, limpide e allo stesso tempo avvolte da vaghezza, interrogano l’osservatore, proponendogli un dialogo con gli spazi fotografati ed evidenziando l’inscindibilità stilistica fra forma e contenuto; si distinguono per l’assenza di ogni compiacimento soggettivistico ed estetico, a favore della riscoperta, realizzata per mezzo di una essenziale valorizzazione della “visione,” dello stretto nesso fra cultura e natura, fra l’essere umano e gli altri viventi. Proprio mentre sollecitano il senso della nostra responsabilità collettiva, tralasciando ogni cedimento sentimentalistico e nostalgico, queste fotografie invitano ad avere coscienza e perciò, in ultima analisi, speranza. Pasinato rivendica così alla fotografia un’alta funzione artistica e civile, spesso misconosciuta proprio da quegli enti e istituzioni che dovrebbero avere a cuore il bene comune. Abstract The analysis and the interview of the author contained in this essay portray the work of a young Italian photographer, Giovanni Pasinato (Venice 1974-), who lives in the North East of Italy and who devotes himself to an activity encompassing important cognitive and ethical aspects. His work can be included within the Italian School of Landscape Photography (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), but has original features in robust development. This essay will show how Pasinato’s photography—from his explorations of the “third landscape” along roads and highways, through his research in the urban scenes of Treviso and Venice Mestre, up to the latest reconnaissance of the Montello’s ancient wood (on whose endangered existence, Andrea Zanzotto, who died in 2011, wrote wonderful poems)—is entirely focused on the fundamental function of the “look,” thanks to which his work characterizes itself as an investigation, an instrument of the awareness, in the broad sense “political,” of the relationship between human being and place. Pasinato’s whispered, limpid yet at the same time ambiguous images, question their beholders, offering them a dialogue with the photographed spaces, underlining the stylistic indivisibility between form and content. In comparison to other landscape photography experiences, Pasinato’s works stand out, thanks to the absence of any subjective and aesthetic self-gratification and by favouring, through an essential enhancement of the “vision,” the revival of the close relationship between culture and nature and between human beings and other living beings. Just as his photographs stress the importance of our collective responsibility, ignoring any sentimental or nostalgic concession, they are an exhortation to raise awareness and, ultimately, hope. Thus, Pasinato ascribes to photography a highly artistic and civil function, which is often disregarded by those organizations and those authorities that should really care for the common good. Resumen El análisis y la entrevista del autor en que se centra este ensayo presentan la obra de un joven fotógrafo del noreste de Italia, Giovanni Pasinato (Venecia, 1974-), que se dedica a un actividad que abarca importantes aspectos cognitivos y éticos. Su trabajo puede incluirse en la Escuela Italiana de Fotografía del paisaje (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), pero tiene rasgos originales en fuerte desarrollo. Este ensayo mostrará como la fotografía de Pasinato—desde sus exploraciones del "tercer paisaje" en el camino de carreteras y autopistas, la investigación en las escenas urbanas de las ciudades de Treviso y Venecia Mestre, hasta la más reciente exploración del antiguo bosque de la colina llamada Montello (sobre el riesgo de su desaparición, también el poeta Andrea Zanzotto, fallecido en 2011, escribió algunas de sus mejores obras)—está completamente enfocada en la función fundamental de la observación, gracias al que su trabajo se caracteriza como una investigación, un instrumento de la concienciación, en el amplio sentido “político”, de la relación entre ser humano y lugar. Las imágenes de Pasinato, suaves, claras y al mismo tiempo envueltas en vaguedad, questionan a quien observa, le proponen un dialogo con los espacios fotografiados y subrayan la inseparabilidad estilística entre forma y contenido. En comparación con otras experiencias de fotografía del paisaje, las representaciones de Pasinato destacan gracias a la ausencia de autocomplacencia subjetivista y estética, tratando de descubrir nuevamente la estrecha interrelación entre naturaleza y cultura, entre los seres humanos y otros seres vivientes. En cuanto instan nuestro sentido de la responsabilidad colectiva, dejando de poner la atención en sentimentalismos y nostalgias, estas fotografías invitan a adquirir conciencia y, además, esperanza. Pasinato reclama para la fotografía una importante función artística y civil, muchas veces ignorada por las instituciones que deberían preocuparse por el bien común.
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Merlati, Mariele. "La lezione di Virginio Rognoni". Rivista di Studi e Ricerche sulla criminalità organizzata 8, n.º 2 (29 de diciembre de 2022). http://dx.doi.org/10.54103/cross-19497.

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Nello scorso settembre si è spento nel sonno, nella sua amata casa di Pavia, Virginio Rognoni. Queste pagine sono dedicate alla sua memoria, tanto nel richiamo alla sua straordinaria biografia, fatta di impegno in ambito politico, giuridico e civile, quanto nel ricordo delle tante occasioni in cui ha voluto onorare della sua presenza la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano. I suoi insegnamenti, di cui qui si propongono brevi estratti, rappresentano, per chi ha avuto la fortuna di ascoltarli, un lascito prezioso e ragione di profonda gratitudine.
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"Marco Mariano. Lo Storico nel suo labirinto: Arthur M. Schlesinger Jr. tra Ricerca Storica, Impegno civile e politica. Milan: Francoangeli. 1999. Pp. 270". American Historical Review, abril de 2001. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/106.2.533.

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Lewandowski, Piotr. "L’obiezione di coscienza al giuramento nella giurisprudenza della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana". Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, 17 de diciembre de 2020, 127–42. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2020.008.

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La libertà relativa alle proprie convinzioni, la libertà di coscienza e quella che permette di far propria una determinata concezione del mondo, nella sua dimensione interiore, è un diritto assoluto che non può essere soggetto a limitazione. La coscienza, intima essenza del soggetto, formata e costituita da valori spirituali, etici, soggettivamente consapevoli e inderogabili unita al valore insostituibile della vita della persona umana si colloca alla base del rifiuto di obbedire a un ordine, a una prescrizione giuridica ritenuta fortemente contrastante con la propria scelta. In diversi settori ed attività umane vi sono persone sottoposte a situazioni che vanno a determinare conflitti con la propria coscienza e spingono ad agire in conformità al diritto suggerito dalla coscienza stessa nell’esercizio della libertà dalla coercizione contro la propria coscienza. Il conflitto che maggiormente rappresenta l’essenza di scelte interiori e coinvolge la coscienza riguarda il giuramento che l’individuo è tenuto a prestare in specifiche circostanze previste dalla legge. L’oggetto di questa elaborazione è l’analisi dell’obiezione al giuramento nelle sentenze e nelle ordinanze della Corte costituzionale della Repubblica Italiana. La Corte ha giudicato la legittimità costituzionale del dovere del testimone di prestare giuramento nel processo civile quanto in quello penale. La Corte costituzionale ha dichiarato che la formula del giuramento deve essere modificata a causa dell’obiezione di coscienza di coloro i quali intendono negare il riferimento a Dio, sostituendola con un impegno a dire tutta la verità senza riferimenti religiosi.
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"Osservatorio italiano. Leggi, regolamenti e decreti statali". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 1 (mayo de 2011): 265–96. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001020.

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1. Decreto-legge 29.12.2010 n. 225 - Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie, convertito con mod. nella legge 26.2.2011.2. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 17.12.2010 - Proroga dello stato di emergenza per la prosecuzione delle iniziative inerenti agli insediamenti di comunitŕ nomadi nel territorio delle Regioni Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto.3. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 12.2.2011 - Dichiarazione dello stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa.4. Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri 18.2.2011 n. 3924 - Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa, nonché per il contrasto e la gestione dell'afflusso di cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea.5. Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri 23.2.2011 n. 3925- Disposizioni urgenti di protezione civile.6. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 17.2.2011 - Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali per l'anno 2011.7. Decreto Ministro della salute 29.7.2010, n. 268 - Regolamento ai sensi dell'art. 24 del d.lgs. 9.11.2007, n. 206, recante disciplina delle misure compensative per il riconoscimento dei titoli professionali conseguiti nei Paesi comunitari ed extracomunitari ai fini dell'esercizio delle attivitŕ professionali di medico chirurgo, medico specialista, medico veterinario, farmacista, odontoiatra, psicologo, ostetrica, tecnico sanitario di radiologia medica, infermiere.CircolariCittadini comunitariLavoro e previdenza sociale1. Ministero interno e politiche sociali 31.1.2010 n. 707 - regime transitorio in materia di accesso al mercato del lavoro dei cittadini della Romania e della Bulgaria.Cittadini extracomunitariIngresso2. Ministero interno, lavoro e politiche sociali 3.1.2011 n. 18 - d.p.c.m. 30.11.2010. Programmazione transitoria dei flussi di ingresso per lavoratori extracomunitari non stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2010 .3. Ministero interno, lavoro e politiche sociali 25.2.2011 n. 1602 - d.p.c.m. del 17.2.2011, concernente la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2011 Lavoro e previdenza sociale.4. Ministero lavoro e politiche sociali 11.2.2011 n. 549 - reddito del datore di lavoro titolare di azienda agricola ai fini dell'assunzione di un lavoratore subordinato del settore domestico.Soggiorno5. Ministero interno 26.1.2011 n. 552 - reati relativi alla tutela del diritto d'autore ovvero in materia di contraffazione di marchi o introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. Conversione del permesso di soggiorno per lavoro autonomo in un permesso di soggiorno per lavoro subordinato.6. Ministero interno 22.2.2011 n. 1477 - rinnovo del permesso di soggiorno per studio nel caso in cui lo straniero sia impegnato nella frequenza dei c.d. corsi singoli.APPENDICE DI OSSERVATORIO ITALIANOLeggi, regolamenti e decreti stataliDecreto legislativo 30.12.2010 n. 235 - Modifiche ed integrazioni al d.lgs. 7.3.2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'art. 33 della legge 18.6.2009, n. 69.estrattoCircolari -Cittadini extracomunitariSoggiornoMinistero istruzione, universitŕ e ricerca 28.12.2010 - decreto 4.6.2010 (G.U. n. 134 dell'11.6.2010) - Accordo quadro 11.11.2010 tra il Ministero dell'interno - ed il Ministero dell'istruzione, dell'universitŕ e della ricerca, Dipartimento dell'istruzione - Trasmissione vademecum.
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Bernardini, Michele. "« Lapidi di militi e civili emigrati d’Italia in Persia », in : Mirella Galletti, ed., Medici, missionari, musicisti e militari italiani attivi in Persia, Impero ottomano ed Egitto. Quaderni di Oriente Moderno, LXXXVIII/6, 2008, p". Abstracta Iranica, Volume 31 (15 de mayo de 2011). http://dx.doi.org/10.4000/abstractairanica.39401.

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