Literatura académica sobre el tema "Immagine letteraria"
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Artículos de revistas sobre el tema "Immagine letteraria"
Sciacovelli, Antonio. "Restare o partire? Sulle rappresentazioni non stereotipate di Napoli". Italianistica Debreceniensis 25 (29 de marzo de 2020): 36–53. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5553.
Texto completoDi Pasquale, Fabrizio. "Approcci interdisciplinari: letteratura e cartografia. Tra immagini e parole". e-Scripta Romanica 4 (27 de diciembre de 2017): 43–53. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.04.04.
Texto completoVilei, Leonardo. "Il socialismo dei professori nella Torino di fine Ottocento: immagini letterarie ed echi cinematografici". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (17 de marzo de 2020): 277–96. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910904.
Texto completoFinozzi, Anna. "Riscrivere la storia coloniale tramite l’uso dell’oralità: Il caso di Adua (2015)". Memoria y Narración. Revista de estudios sobre el pasado conflictivo de sociedades y culturas contemporáneas, n.º 2 (5 de marzo de 2021): 131–45. http://dx.doi.org/10.5617/myn.8669.
Texto completoGiuffrč, Martina. "Immagini dell'Altrove a Capo Verde: Terra Longe e Terra Mamaizinha". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (marzo de 2011): 131–45. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003009.
Texto completoPontis, Annalisa. "Book Review: Il racconto delle immagini. La fotografia nella modernità letteraria italiana. Pisa". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 45, n.º 1 (marzo de 2011): 260–64. http://dx.doi.org/10.1177/001458581104500124.
Texto completoPonzio, Luciano. "Enunciazione non iterabile e interrelazione tra scrittura e immagini del mondo". Letrônica 14, sup. (31 de diciembre de 2021): e42539. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42539.
Texto completoLongo, Giorgio. "Gesualdo il cieco. Il gioco delle immagini in Bufalino e nella tradizione letteraria siciliana". PRISMI, n.º 3 (2 de octubre de 2022): 7–28. http://dx.doi.org/10.4000/prismi.404.
Texto completoFrancisca de Souza, Marinete Luzia. "Rapporti tra lettere e pastorali di Giovanni Franzoni e di Pedro Casaldaliga". Texto Poético 18, n.º 36 (29 de mayo de 2022): 95–113. http://dx.doi.org/10.25094/rtp.2022n36a862.
Texto completoRadici Tavernese, Livia. "Il pretesto. Insegnare a leggere letteratura per realizzare di essere come tutti". DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, n.º 1 (9 de noviembre de 2021): 101–15. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.05.
Texto completoTesis sobre el tema "Immagine letteraria"
Sini, S. "Retorica e topica della "Scienza nuova"". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2001. http://hdl.handle.net/2434/46572.
Texto completoKovačević, Zorana. "Mediazioni culturali: letteratura e società italiane nell'odeporica serba ed europea tra Ottocento e Novecento". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10150.
Texto completoLo scopo di questo lavoro è rappresentare l’immagine dell’Italia, della sua società, della sua cultura e soprattutto della sua letteratura nell’ambito dell’odeporica serba ed europea dell’Ottocento e del Novecento. Nonostante una sorprendente presenza dell’Italia nella letteratura di viaggio serba, i saggi, le monografie, i libri, le antologie e gli altri testi che ne trattano non sono particolarmente numerosi tanto in lingua serba quanto in quella italiana. Al contrario di ciò che accade per altri viaggiatori stranieri, la presenza di testimonianze scritte dai serbi in visita in Italia è dunque studiata relativamente poco: infatti, considerando la bibliografia generale relativa al viaggio in Italia, colpisce subito una notevole asimmetria e una grande lacuna. La tesi è divisa in due parti. Nella prima, tramite le pagine dei viaggiatori serbi che dell’Italia hanno lasciato testimonianza scritta sono illustrati, privilegiando un taglio cronologico, gli elementi essenziali a un ritratto del Belpaese, fra Ottocento e Novecento. Attraverso cinque capitoli, che corrispondono ad altrettante fasi dello sviluppo dell’odeporica serba, viene messo l’accento sull’immagine dell’Italia, mentre tutte le informazioni fornite sui viaggiatori e le loro opere sono ridotte all’essenziale in quanto maggiormente pertinenti all’ambito della slavistica. L’Italia, soprattutto per le sue bellezze e tradizioni, è senz’altro una meta d’obbligo per chi proviene dalle terre slave. Per quanto riguarda l’area serba, la presenza dell’Italia si può osservare principalmente attraverso la letteratura di viaggio a cui hanno contribuito, in più di due secoli, scrittori curiosi di conoscere questo paese, che fin dai tempi del Grand Tour ha attirato schiere di viaggiatori da tutta Europa. La prima fase dell’odeporica serba sull’Italia si apre poco prima dell’inizio del secolo XIX e dura fino al Romanticismo, che ne costituisce la seconda fase, quando appaiono i notevoli contributi di Petar Petrović Njegoš e soprattutto il libro Lettere dall’Italia di Ljubomir Nenadović, che non rappresenta solo uno spartiacque nel genere, ma senza dubbio anche un passo notevole in tutta la letteratura di viaggio serba. La terza fase, che in qualche modo corrisponde al Realismo, si protrae fino all’apparizione di una generazione nuova che si afferma tra le due guerre mondiali e porta la letteratura di viaggio alla sua epoca d’oro in cui essa, ormai staccata e lontana dalla tradizione precedente, matura completamente. Siccome ripercorrendo le tappe dello sviluppo di questa tradizione risulta che il periodo tra le due guerre è fondamentale in quanto momento in cui avviene un grande cambiamento della poetica del viaggio stesso, si porrà l’accento proprio su questo quarto periodo, chiamato anche Modernismo, che costituisce una fase cruciale per l’odeporica serba. Infine, dopo la seconda guerra mondiale fino alla fine del secolo XX si snodano i decenni che corrispondo all’ultima e conclusiva epoca. A giudicare dai diari, dalle lettere, dai resoconti e da altro materiale riguardante il tema del viaggio, città come Napoli, Roma e Venezia confermano la loro prevedibile centralità in questa mappa, seguite a ruota dalle città toscane e da quelle siciliane. Anche se i viaggiatori serbi privilegiano le zone di cui si ha già una conoscenza dettagliata, soprattutto a partire dalla fine della prima guerra mondiale esse si moltiplicano e l’elenco dei nomi si arricchisce di località meno note. Mentre nelle pubblicazioni dedicate a questo tema, pur inquadrato da differenti angolazioni e metodologie, manca un approccio comparativo, nella tesi, sin dalla fase embrionale, si è cercato di descrivere il mondo dei viaggiatori stranieri che hanno deciso di rendere omaggio all’Italia con i loro scritti, stabilendo paragoni e confronti. Si inizia perciò una rapidissima panoramica sul viaggio raccontato nell’odeporica europea nel periodo che abbraccia l’Ottocento e il Novecento, soprattutto attraverso il più classico dei canoni il cui modello è diventato familiare anche all’odeporica serba. Partendo da Goethe, passando per Gogol’, arrivando a Stendhal, con qualche digressione sui viaggiatori meno conosciuti, si verifica in che modo le stazioni di un pellegrinaggio appassionato, e soprattutto le immagini dell’Italia e della sua cultura si sovrappongono con, o differiscono da, quelle relative ai viaggiatori serbi. Inoltre, all’occorrenza, come termine di paragone, si affronta anche il viaggio degli italiani in Italia. Invece la seconda parte, divisa in cinque capitoli, mostra l’immagine della letteratura italiana nelle testimonianze odeporiche, soprattutto del Novecento, un secolo cruciale per la presenza dell’Italia nella letteratura serba. Per quanto riguarda le preferenze dei viaggiatori, da un lato si nota la passione per i classici come Dante, Petrarca e Tasso, mentre dall’altro si manifesta anche l’interesse per scrittori come Gucciardini, Cecco Angiolieri, Santa Caterina da Siena o Giuseppe Gioachino Belli. Solo qualche sporadica menzione è riservata a D’Annunzio oppure al futurismo italiano. Il baricentro di quasi tutta la seconda parte della tesi è senz’altro il rapporto di Miloš Crnjanski con la letteratura italiana: egli, che ne fu un grande ammiratore e lettore, la affronta anche dal punto di vista critico utilizzando un ricco corpus di fonti che esamina con cura. Il primo capitolo è dedicato al rapporto di Crnjanski con Dante: nel corso del suo pellegrinaggio fiorentino che descrive nel libro L’amore in Toscana, lo scrittore approda a un’attenta lettura della Vita nuova, facendo, secondo consuetudine, alcune annotazioni a margine, grazie alle quali è possibile seguire un filo rosso che accomuna i due letterati, e rintracciare una serie di affinità tematiche che Crnjanski trova tra il suo diario di viaggio e quello che parla del primo amore di Dante. Se si osservano tutti i filoni tematici lungo i quali si dipana la ricezione di Firenze nell’odeporica serba, è evidente che in tale complesso manca un particolare interesse per la figura e l’opera di Dante, che è invece un topos importante affermatosi nella gran parte della produzione letteraria europea che ruota attorno all’Italia. È dunque proprio Miloš Crnjanski a colmare questa lacuna offrendo un piccolo ma piuttosto significativo tributo all’artefice della Commedia. L’immagine che Crnjanski ha di Firenze non consiste nella consueta descrizione della città e dei suoi itinerari, ma secondo la poetica del libro L’amore in Toscana l’idea di omaggiare Dante si realizza con l’inserimento all’interno della sua struttura di un saggio dedicato alla protagonista della Vita nuova intitolato appunto Sulla Beatrice fiorentina. Una lettura approfondita del saggio di Crnjanski rimanda subito alla sua fonte principale: lo studio di Alessandro D’Ancona del 1865 La Beatrice di Dante, le cui considerazioni preliminari sono servite allo scrittore serbo come punto di partenza da cui deriva anche il tono polemico con cui egli talvolta affronta l’argomento. Il secondo capitolo nasce sempre dal contatto con gli scrittori italiani avvenuto durante il pellegrinaggio descritto nell’Amore in Toscana, che mostra la particolare attrazione di Crnjanski per Siena, a cui dedica quasi la metà del libro, riservandole punti di vista e interpretazioni originali. Questo ritratto della città contiene diversi passaggi narrativi interessanti incentrati su alcuni momenti della vita degli scrittori e degli artisti italiani del medioevo tra i quali spicca Cecco Angiolieri, il più rappresentativo di quei poeti detti “giocosi” o “comico-realistici” che fiorirono in Toscana tra la seconda metà del Duecento e l’inizio del Trecento. Per affrontare sia l’universo poetico sia la vita privata del poeta senese Crnjanski si è servito dall’importante contributo di Alessandro D’Ancona intitolato Cecco Angiolieri da Siena, poeta umorista del secolo decimo terzo, del 1874. Per questo motivo, alla fine del capitolo è parso interessante soffermarsi brevemente su due saggi di Luigi Pirandello: Un preteso poeta umorista del secolo XIII e I sonetti di Cecco Angiolieri, scritti con lo scopo di confutare decisamente la tesi, protrattasi per secoli e sostenuta da D’Ancona, secondo cui Cecco sarebbe stato a tutti gli effetti un poeta umorista. Anche se queste pagine di Pirandello sono prive di punti di contatto con quelle dell’Amore in Toscana, esse completano il quadro della critica più antica sulla poesia di Angiolieri, e permettono di mostrare similitudini e differenze con la ricezione che ne ha Crnjanski. Anche nella seconda parte della tesi si privilegia un approccio comparativo, perché studiando i rapporti tra gli scrittori e i viaggiatori serbi e la letteratura italiana incrocia spesso il mondo di altri autori europei che viaggiando in Italia hanno affrontato temi legati alla letteratura del paese che stavano visitando. Così, per esempio, il terzo capitolo, incentrato su Tasso nell’odeporica di Miloš Crnjanski e Marko Car, è corredato da un capello introduttivo nel quale si affronta anche l’interesse per la figura e la vita di Tasso nella letteratura europea. È soprattutto tra Sette e Ottocento che la vicenda drammatica di Tasso offre elementi che entrano perfettamente in sintonia con il gusto del tempo e perciò proprio in quel periodo che egli diventa protagonista di un vero mito letterario, le cui radici, però, risalgono già al Seicento. Ma proprio nel Novecento, quando questa fortuna letteraria e anche figurativa, particolarmente duratura, che ebbe soprattutto echi internazionali, sembra ormai al tramonto, essa, invece, ebbe un suo ulteriore bagliore presso i letterati serbi, che non riuscirono a sottrarsi al fascino della vita di questo poeta, piena di laceranti contrasti che si inquadrano nella situazione politica e religiosa del suo tempo. Frutto di tale interesse sono due contributi non notevoli dal punto di vista della lunghezza, ma interessanti per un’impronta personale, nonostante talvolta si noti una significativa presenza delle letture fatte: si tratta di un capitolo delle Lettere estetiche di Marko Car intitolato Il monastero di Sant’Onofrio - Torquato Tasso - Panorama dal Gianicolo e di quello semplicemente intitolato Tasso parte del libro Presso gli Iperborei di Miloš Crnjanski. Similmente è impostato anche il quarto capitolo intitolato Crnjanski lettore dei sonetti romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli nel quale, oltre a approfondire il rapporto tra Miloš Crnjanski e Belli, è riservato un ampio spazio a quei grandi letterati europei che ebbero il merito di diffondere la fama dello scrittore romano oltre frontiera. Toccherà a Ivo Andrić chiudere la tesi, con un capitolo, il quinto, interamente dedicato al rapporto dell’unico vincitore jugoslavo del premio Nobel per la letteratura con la società, la cultura e soprattutto la letteratura italiane, che a più riprese hanno attirato l’attenzione di questo scrittore. Si tratta di un argomento poco indagato nel suo complesso, importante tuttavia per illustrare in che modo nel vasto corpus delle opere di Andrić si integri la passione per il Belpaese. Oltre al rapporto con il fascismo e con la letteratura italiana attraverso alcuni autori classici, un ampio spazio del capitolo è dedicato all’interesse dello scrittore per Francesco Guicciardini la cui vita e opera Andrić affrontò con una solida preparazione e nel cui pensiero riconobbe numerose affinità con il proprio.
XXV Ciclo
1985
Rigamonti, Federico <1990>. "Il ponte : immagini, simboli, narrazioni". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19529.
Texto completoCivai, Sara <1988>. "Immagini letterarie del Ghetto di Venezia tra il XX e il XXI secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9599.
Texto completoDi, Domenico Marilina. ""Tu sei la terra" percorsi di lettura tra simbolismo e suggestioni antropologiche, immagini femminili, identità sospese e coscienza della crisi nell'opera letteraria di Cesare Pavese". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4251.
Texto completoThe work on Pavese’s novels deals with the relationship between the image of women and the homeland, and also it analyzes a woman like as an “incognita energy”, as Sibilla Aleramo said in the 1910. It demonstrates the extraordinary capacity of Cesare Pavese to give to the femal character the ability to tell her stories also in first person and to interpret the difficult path of emancipation which realizes the passage of women’s role from the “object of desire” to the “desiring subject”. This work analyzes also the relationship between Cesare Pavese and Alba de Cèspedes, specially the novel named Nessuno torna indietro (1938) and Tra donne sole (1948) especially in relation to the issues related to the fascist regime. This thesis deals with the poetical matter, basing on the analysis of the importance of a word and its meaning, symbolical and mythological too: first, Lavorare stanca (1936), and afterwards “La Terra e la Morte” (1945). The analysis tries to give a possible interpretation of interlocutor whom poet it will appeal in his poetry; finally it seems to be a Poetry, precisely “The Art or a Woman- Poetry”. This work also tries to explain how the author has made a kind of “mimesis” between reality and writing, such as to render the complexity of human existence. [edited by Author]
XIV n.s.
Lenzo, Denise. "Il rapporto testo e immagine nel Medioevo, con un inedito esercizio di analisi sulle Tragedie di Seneca nel manoscritto angioino C.F. 2.5 della Biblioteca dei Gerolamini di Napoli". Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/955.
Texto completoCAVALLINI, ROMEDIO MARCELLO. "Immagine letteraria come identità per un marketing territoriale. L'area Baldo-Garda". Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11562/338158.
Texto completoNon disponibile
MIGNANO, Valentina. "Lo schermo dell'immagine. Condivisione e fruizione di immagini digitali al tempo dei new media". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95184.
Texto completoVALENTE, LAURA. "GREGORIO NAZIANZENO Eij" ejpiskovpou" [carm. II,1,13. II,1,10] Introduzione, testo critico, commento e appendici". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251619.
Texto completoALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.
Texto completoLibros sobre el tema "Immagine letteraria"
Le immagini letterarie nel calcio. Cagliari: La riflessione, 2007.
Buscar texto completoBarrocu, G. P. Le immagini letterarie nel calcio. Cagliari: La riflessione, 2007.
Buscar texto completoMario, Di Martino, ed. Regalpetra: Parco letterario Leonardo Sciascia : immagine e comunicazione. Trapani: Coppola, 2000.
Buscar texto completoMagherini, Simone, ed. Carte d'autore – il portale. Firenze: SEF - Centro studi "Aldo Palazzeschi", 2022. http://dx.doi.org/10.35948/9788860326072.
Texto completoOlivieri, Ugo M. Le immagini della critica: Conversazioni di teoria letteraria. Torino: Bollati Boringhieri, 2003.
Buscar texto completoCurletto, Silvio. Finestre: Immagini letterarie di uno spazio perduto. Pisa: ETS, 2003.
Buscar texto completoIl racconto delle immagini: La fotografia nella modernità letteraria italiana. Pisa: ETS, 2008.
Buscar texto completoAjello, Epifanio. Il racconto delle immagini: La fotografia nella modernità letteraria italiana. Pisa: ETS, 2008.
Buscar texto completoG, Zacchè, ed. Carpi: Immagini e immaginario : viaggiatori, storici, letterati, osservatori. Casalecchio di Reno: Grafis, 1987.
Buscar texto completoRassegna di poeti, scrittori e artisti: Immagini e parole. Padova: CLEUP, 2016.
Buscar texto completoCapítulos de libros sobre el tema "Immagine letteraria"
Manni, Paola. "Il Vocabolario Dantesco a cura dell’Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolario Italiano (CNR)". En L'illustre volgare, 35–47. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.03.
Texto completoFrancini, Marusca. "Immagini letterarie della schiavitù negli indovinelli dell’Exeter Book". En La tradizione gnomica nelle letterature germaniche medievali, 29–51. Ledizioni, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.9244.
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