Literatura académica sobre el tema "Il cavaliere e la morte"

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Artículos de revistas sobre el tema "Il cavaliere e la morte"

1

Montante, Michela, Leonardo Sciascia y Leonardo Sciascia. "Il cavaliere e La Morte". World Literature Today 64, n.º 4 (1990): 625. http://dx.doi.org/10.2307/40146923.

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Schembari, Andrea. "Maestri del dissenso: Leonardo Sciascia e la lezione degli scrittori polacchi". Poznańskie Studia Polonistyczne. Seria Literacka, n.º 39 (15 de diciembre de 2020): 39–59. http://dx.doi.org/10.14746/pspsl.2020.39.3.

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Resumen
The article focuses on the intertextual presence of Polish writers in Leonardo Sciascia’s work. Highlighted in this context is the possible influence on the Sicilian writer of the peculiar expression of “dissent” by writers such as Sienkiewicz, Brandys and Lec. The article closes with a brief comparison between the protagonists of Il cavaliere e la morte by Sciascia and Odpocznij po biegu (Rest after run) by Terlecki, both restless investigators disobedient to the authorities.
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Stroppa, Sabrina. "Differire o uccidere: la morte tra i duelli del "Furioso"". AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 2, n.º II (30 de diciembre de 2021): 93–113. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/17259.

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Resumen
In un genere, come quello cavalleresco, nel quale l’esercizio d’armi è la manifestazione più insigne del valore del cavaliere, una parte consistente della narrazione si risolve in una serie di duelli. Il Furioso si struttura fin dall’esordio come radicalmente diverso rispetto all’Innamorato: se la sequela di duelli che punteggiano il poema boiardesco culminano, già nel libro primo, nel lungo e mortale duello tra Orlando e Agricane, Ariosto oppone una struttura basata sul differimento e l’elusione. Il saggio mira a evidenziare come nella prima parte del Furioso i duelli siano più giochi d’arme che battaglie sanguinose, e come, procedendo con la narrazione, il romanzo si incupisca e vada verso una fine tragica.
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4

Serrano Puche, Javier. "Formas de intertextualidad en Il cavaliere e la morte de Leonardo Sciascia". Quaderns d’Italià 15 (2 de noviembre de 2010): 155. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.282.

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Briziarelli, Susan. "Of Valiant Knights and Labyrinths: Leonardo Sciascia's Il cavaliere e la morte". Italica 68, n.º 1 (1991): 1. http://dx.doi.org/10.2307/479428.

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Tomasi, Franco. "«Questa che ’l vulgo appella morte»: il martirio (e la morte) degli eroi nella "Gerusalemme liberata"". AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 2, n.º II (30 de diciembre de 2021): 183–204. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/17267.

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Resumen
Il pensiero della morte quale esito possibile del destino di un eroe costituisce un momento cruciale nella definizione etica dei cavalieri della Gerusalemme liberata. È in particolare la fortitudo di marca aristotelica a guidare alcuni cavalieri cristiani che dimostrano di affrontare la morte con piena consapevolezza in nome della logica del martirio: Sofronia, Goffredo e Sveno rappresentano tre diverse manifestazioni di questa ideologia in nome della quale la morte si configura come una vittoria. Anche i cavalieri pagani, soprattutto la figura di Solimano, illustrano spesso una visione pienamente consapevole della propria morte in nome di un valore collettivo, alternando così la partecipazione allo spettacolo orroroso della guerra con momenti di introspettiva riflessione.
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Fabbricotti, Emanuela. "Statuette in Calcare da Bu Senab". Libyan Studies 25 (enero de 1994): 219–30. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006361.

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Resumen
Nel Magazzino del Museo di Cirene vi sono numerose statuette in calcare, purtroppo acefale, rappresentanti uomini e forse donne con in mano offerte o attributi vari. Dovevano, quando intere, raggiungere un'altezza di circa cm. 50/60. Molte sono senza numero d'inventario e quindi senza indicazione della provenienza. Alcune sono immortalate in vecchie lastre fotografiche del magazzino-museo di Barce e provengono da Bu Senab. Riproducono i pezzi come erano dopo il ritrovamento, in condizioni notevolmente migliori. Di questi molti sono oggi scomparsi così come tutte le teste ed alcuni frammenti. Quelle conservate sono: (le descrizioni sono state fatte durante l'esame diretto delle statue e pertanto non sempre corrispondono alle fotografie eseguite dopo il ritrovamento).Nelle vecchie lastre di Barce vi erano altre statuette poi disperse: un togato (Fig. 14), un cavaliere a cavallo (Fig. 15), due personaggi maschili (Figg. 15 e 17) con mantello gettato dietro le spalle (uno dei quali con una pecora accanto), uno con il solito oggetto piegato ad angolo retto (Fig. 18), due con in mano un vitellino (Figg. 19 e 20), due frammenti della parte inferiore di personaggi panneggiati (Figg. 21 e 22), sette teste (Figg. 23–27) (otto con quella del n. 2), molti frammenti di basi con piedi umani (vedi Fig. 13) e zampe caprine ed altri poco leggibili.
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Cavaliere, Giuseppe, Luca De Angelis, Anders Rahbek y A. M. Robert Taylor. "DETERMINING THE COINTEGRATION RANK IN HETEROSKEDASTIC VAR MODELS OF UNKNOWN ORDER". Econometric Theory 34, n.º 2 (20 de septiembre de 2016): 349–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0266466616000335.

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Resumen
We investigate the asymptotic and finite sample properties of a number of methods for estimating the cointegration rank in integrated vector autoregressive systems of unknown autoregressive order driven by heteroskedastic shocks. We allow for both conditional and unconditional heteroskedasticity of a very general form. We establish the conditions required on the penalty functions such that standard information criterion-based methods, such as the Bayesian information criterion [BIC], when employed either sequentially or jointly, can be used to consistently estimate both the cointegration rank and the autoregressive lag order. In doing so we also correct errors which appear in the proofs provided for the consistency of information-based estimators in the homoskedastic case by Aznar and Salvador (2002, Econometric Theory 18, 926–947). We also extend the corpus of available large sample theory for the conventional sequential approach of Johansen (1995, Likelihood-Based Inference in Cointegrated Vector Autoregressive Models. Oxford University Press) and the associated wild bootstrap implementation thereof of Cavaliere, Rahbek, and Taylor (2014, Econometric Reviews 33, 606–650) to the case where the lag order is unknown. In particular, we show that these methods remain valid under heteroskedasticity and an unknown lag length provided the lag length is first chosen by a consistent method, again such as the BIC. The relative finite sample properties of the different methods discussed are investigated in a Monte Carlo simulation study. The two best performing methods in this study are a wild bootstrap implementation of the Johansen (1995, Likelihood-Based Inference in Cointegrated Vector Autoregressive Models. Oxford University Press) procedure implemented with BIC selection of the lag length and joint IC approach (cf. Phillips, 1996, Econometrica 64, 763–812) which uses the BIC to jointly select the lag order and the cointegration rank.
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D'Achille, Paolo. "Qual è il femminile di cavaliere?" XVII, 2021/2 (aprile-giugno), n.º 2 (20 de abril de 2021): 15–17. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.7518.

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Resumen
Sono arrivate varie domande sul femminile di cavaliere. Come si indica una ‘persona che va a cavallo’ o un ‘soldato a cavallo’ se di sesso femminile? E quando una donna viene insignita del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica è possibile rendere tale onorificenza al femminile?
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Montepaone, Claudia. "L'apologia di Alexidamos "L'avventura del cavaliere"". Mètis. Anthropologie des mondes grecs anciens 1, n.º 2 (1986): 219–35. http://dx.doi.org/10.3406/metis.1986.871.

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Tesis sobre el tema "Il cavaliere e la morte"

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Amazonas, Andréa Maria Mano. "O Princípio de Cavaliere e Aplicações com Uso de Material Manipulável". Instituto de Matemática. Departamento de Matemática, 2013. http://repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/22719.

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Resumen
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Approved for entry into archive by Vanessa Reis (vanessa.jamile@ufba.br) on 2017-06-02T14:42:38Z (GMT) No. of bitstreams: 1 Dissertação - Andrea Amazonas.pdf: 14450554 bytes, checksum: abb031ef7a88b2cbcd9303191ac5e15e (MD5)
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O presente trabalho apresenta o Princípio de Cavalieri e propõe aplicações deste princípio, para cálculo de volume, com o uso de modelos manipuláveis do acervo do Laboratório de Ensino de Matemática da Universidade Federal da Bahia. As aplicações propostas especi ficam um roteiro detalhado da utilização de materiais manipuláveis visando um melhor entendimento para fórmulas de volumes de cilindros, prismas, pirâmides, cones e esferas. As atividades sugeridas foram aplicadas em uma turma da 3ª série ensino médio e são relatadas ao final do trabalho.
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TRIACHINI, STEFANIA. "MONALDO LEOPARDI "CAVALIERE CRISTIANO". L'ESPERIENZA LETTERARIA GIOVANILE TRA CULTURA GESUITICA E ACCADEMIE RECANATESI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46248.

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Resumen
Il presente lavoro si propone di studiare la produzione letteraria giovanile di Monaldo Leopardi (1776-1847), padre del celebre poeta Giacomo, contestualizzandola entro una cornice di carattere storico-culturale che possa restituirne le origini e gli sviluppi. Si è in primo luogo ricostruito il legame di Monaldo Leopardi e della sua famiglia con la Compagnia di Gesù (secc. XVI-XVIII), mettendo in luce il modello del «cavaliere cristiano» che il conte recanatese fu chiamato a impersonare negli anni della sua scuola domestica di stampo gesuitico. Si è quindi analizzata l'attività letteraria (1800-1806) di Monaldo Leopardi declinandola attraverso tre esperienze: quella delle Accademie, con particolare attenzione a quella da lui fondata, i Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803), di cui si è ripercorsa la storia attraverso fonti d'archivio; quella delle scritture poetiche; quella dei testi teatrali. Il volume di riferimento sono state le "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Di questa produzione, cristianamente connotata, si sono inoltre indagati gli sviluppi, mettendo a confronto la "letteratura" di Monaldo Leopardi con quella del figlio Giacomo e focalizzando, infine, l'attenzione sulla rivista "La Voce della Ragione" (1832-1835) e sulla corrispondenza che, in tale ambito, il conte intrattenne con il generale dei gesuiti Jan Philip Roothaan.
This work aims to study the first literary production of Monaldo Leopardi (1176-1847), Giacomo Leopardi’s father, according to a cultural and historical point of view. Initially, we rebuilt the relationship between Monaldo Leopardi and his family with the Society of Jesus (XVI-XVIII Century), pointing out the model of «Christian hero» he embodied during his jesuitical homeschooling. Then, we analysed Monaldo Leopardi’s literary production (1800-1806) considering three different aspects: first of all, the connection with the Italian Accademie that we investigated thanks to archives resources, with a special focus on the Accademia dei Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803) he founded; afterwards, we studied his poetic and theatrical works referring to the volume "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Finally, we decided to examine the development of this literary production with main Christian traits, by comparing father’s and son’s literature and by focussing on the journal “La Voce della Ragione” (1832-1835) and the letters between Monaldo and the jesuitical general Jan Philip Roothaan.
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TRIACHINI, STEFANIA. "MONALDO LEOPARDI "CAVALIERE CRISTIANO". L'ESPERIENZA LETTERARIA GIOVANILE TRA CULTURA GESUITICA E ACCADEMIE RECANATESI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46248.

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Resumen
Il presente lavoro si propone di studiare la produzione letteraria giovanile di Monaldo Leopardi (1776-1847), padre del celebre poeta Giacomo, contestualizzandola entro una cornice di carattere storico-culturale che possa restituirne le origini e gli sviluppi. Si è in primo luogo ricostruito il legame di Monaldo Leopardi e della sua famiglia con la Compagnia di Gesù (secc. XVI-XVIII), mettendo in luce il modello del «cavaliere cristiano» che il conte recanatese fu chiamato a impersonare negli anni della sua scuola domestica di stampo gesuitico. Si è quindi analizzata l'attività letteraria (1800-1806) di Monaldo Leopardi declinandola attraverso tre esperienze: quella delle Accademie, con particolare attenzione a quella da lui fondata, i Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803), di cui si è ripercorsa la storia attraverso fonti d'archivio; quella delle scritture poetiche; quella dei testi teatrali. Il volume di riferimento sono state le "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Di questa produzione, cristianamente connotata, si sono inoltre indagati gli sviluppi, mettendo a confronto la "letteratura" di Monaldo Leopardi con quella del figlio Giacomo e focalizzando, infine, l'attenzione sulla rivista "La Voce della Ragione" (1832-1835) e sulla corrispondenza che, in tale ambito, il conte intrattenne con il generale dei gesuiti Jan Philip Roothaan.
This work aims to study the first literary production of Monaldo Leopardi (1176-1847), Giacomo Leopardi’s father, according to a cultural and historical point of view. Initially, we rebuilt the relationship between Monaldo Leopardi and his family with the Society of Jesus (XVI-XVIII Century), pointing out the model of «Christian hero» he embodied during his jesuitical homeschooling. Then, we analysed Monaldo Leopardi’s literary production (1800-1806) considering three different aspects: first of all, the connection with the Italian Accademie that we investigated thanks to archives resources, with a special focus on the Accademia dei Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803) he founded; afterwards, we studied his poetic and theatrical works referring to the volume "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Finally, we decided to examine the development of this literary production with main Christian traits, by comparing father’s and son’s literature and by focussing on the journal “La Voce della Ragione” (1832-1835) and the letters between Monaldo and the jesuitical general Jan Philip Roothaan.
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Bottacin, Francesca. "Tiberio Tinelli pittore e cavaliere: vita e opere di un artista veneziano del Seicento". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1999. http://hdl.handle.net/10579/537.

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5

Vieira, Alvaro Jose Camargo. "Pedagogia da morte". [s.n.], 2002. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252851.

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Resumen
Orientador : Joaquim Brasil Fontes Junior
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
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Mestrado
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Ferreira, Filipe Alexandre Pinheiro Rodrigues. "Esquizofrenizar a morte". Doctoral thesis, Faculdade de Ciências Sociais e Humanas, Universidade Nova de Lisboa, 2013. http://hdl.handle.net/10362/12476.

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Resumen
Tese apresentada para cumprimento dos requisitos necessários à obtenção do grau de Doutor em Filosofia (especialidade em Ontologia e Filosofia da Natureza)
Para edição
Que relação existe entre morte e psicose? Como abordaremos o grito psicótico que, sofrendo uma perda radical de realidade, repete insistentemente, obsessivamente, que é a própria vida, na sua faísca essencial, que se perdeu? Como será esta perda uma morte, um suicídio involuntário, impessoal, onde é em mim, num morrer eternamente anterior, que a própria morte acaba? Críticos à maneira em que tanto a psiquiatria como a psicanálise abordam estas questões, consideraremos - nos termos de uma análise ao conjunto da vida e obra de Antonin Artaud - como o corpo que ele nomeia sem órgãos é criado não só para as responder como também como ponto de partida para um projecto mais amplo: o de retomar a vida e a morte sobre novas bases. Como resposta ao corpo descorporizado, morto, suicidado, anunciado nestes gritos, investigaremos como Artaud propõe a produção do corpo sem órgãos do interior do corpo que, sofrendo uma morte anterior à morte, não só deixa de „corporizar a realidade‟ mas também, crucialmente, revela um Dentro mais profundo do que qualquer interioridade vivida por um sujeito „equilibrado‟ no seu eixo sensório-motor. Prosseguiremos em seguida à questão da vida: qual a relação entre o corpo sem órgãos e os corpos intensivos, duplos, que Artaud anuncia no seu „Théâtre de la Cruauté‟? A resposta que damos é a seguinte: que os corpos deste teatro nascem do corpo sem órgãos; que nascidos deste corpo, eles são os corpos do lado duplo da própria vida („do outro lado‟); e finalmente, que jamais transcendendo a vida, eles nos forçam a supor um sensível ilimitado que extravasa por todos os lados os ditos limites da experiência humana. É, portanto, a seguinte tríade de corpos que somos levados por Artaud a definir e em torno do qual giram os movimentos conceptuais propostos neste ensaio: corpo suicidado - corpo sem órgãos - corpo intensivo. É ao considerarmos uma análise mais filosófica (e clínica) desta tríade, que as três ou quatro páginas do Anti-Édipo onde Deleuze-Guattari introduzem a tarefa de „esquizofrenizar a morte‟ se apresentam como centrais. A nossa intenção é dupla: primeiro, clarificar o que eles definem como uma „experiência de morte no inconsciente‟; segundo, conceber esta experiência, a conversão ou mutação do corpo suicidado num corpo sem órgãos, como um acontecimento - acontecimento este que, para distingui-lo do que Deleuze propõe em Diferença e Repetição e Lógica do Sentido, definiremos como esquizofrénico: o Acontecimento esquizo. É ao expandirmos a concepção deste Acontecimento segundo o que definiremos como um espinosismo esquizo, que chegaremos - enquadrando certas passagens do O que é a Filosofia? de Deleuze-Guattari no conjunto do pensamento de Henri Bergson - ao conceito proposto na conclusão: o que, afirmando corpos que nascem no „outro lado da existência‟ e não „deste‟, anuncia um cérebro-espírito na imanência do qual todos eles sobrevivem enquanto „por vir‟ eterno da própria vida.
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Leite, Luís Maria Ribeiro da Silva Pinto. "Arquitetura, morte, silêncio". Master's thesis, Universidade de Lisboa, Faculdade de Arquitetura, 2019. http://hdl.handle.net/10400.5/18288.

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Resumen
Dissertação de Mestrado Integrado em Arquitetura, com a especialização em Arquitetura apresentada na Faculdade de Arquitetura da Universidade de Lisboa para obtenção do grau de Mestre.
Na presente dissertação, propõe-se uma reflexão sobre a forma como a sociedade atual lida com a morte. Um olhar crítico para a História das Civilizações, não nos deixa qualquer dúvida, sempre existiu uma forte ligação entre a arquitetura e a morte. Nos dias de hoje, o cemitério representa um local com uma carga negativa e a celebração do funeral deixou de ser o que era em tempos, passando para um plano de fundo. No que diz respeito à cultura ocidental, nas últimas décadas, a prática da cremação tem vindo a consolidar-se como uma nova e mais expressiva tipologia da celebração da morte. De uma proibição total por razões religiosas, até à sua aceitação, a cremação, parece-me ser, provavelmente a prática mais comum nos próximos anos, também dentro dos grupos cristãos. Os cemitérios são vistos como locais distantes e longe da vida quotidiana. Devido à falta de articulação arquitetónica do crematório com o cemitério e com a cidade, nota-se que não existe contacto com o morto e esta forma não tem, consequentemente, favorecido, aos vivos, a consciência sobre a morte. Existe uma oportunidade no desenvolvimento da arquitetura funerária, especialmente nos crematórios, que estão associados maioritariamente a edifícios pragmáticos, com pouca espiritualidade e relativamente banais. O objetivo deste trabalho é, justamente, repensar a tipologia do cemitério com crematório, permitindo recuperar a qualidade espiritual e reintroduzir a cerimónia como um aspeto essencial. Este projecto pretende transformar a ideia de cemitério sombrio numa experiência natural, simples e profunda, através de uma série de elementos naturais que exploram a Luz e a Sombra. A intenção é procurar uma resposta arquitectónica que dignifique as homenagens diárias prestadas nestes espaços. É uma busca pela aceitação da mortalidade e o ciclo da vida natural da vida e da morte. Por isso a proposta procura um espaço onde as pessoas possam sentir a presença espiritual
ABSTRACT: In the following dissertation, a reflection is proposed on how the present society deals with death. A critical look at the History of Civilizations, leaves us no doubt, there has always been a strong connection between architecture and death. Nowadays, the cemetery represents a place with a negative charge and the celebration of the funeral ceased to be what it used to be. As far as western culture is concerned, in the last decades, the practice of cremation has become consolidated as a new and more expressive typology of the celebration of death. From a total prohibition, for religious reasons, until its acceptance, cremation, seems to be, probably the most common practice in the next years, also within the Christian groups. The cemeteries are seen as far away from everyday life. Due to the lack of architectural articulation of the crematorium with the cemetery and the city, it is noted that there is no contact with the dead and this form has not, consequently, favored the living consciousness of death. There is an opportunity in the development of funerary architecture, especially in crematoria, which are mostly associated with pragmatic buildings, with little spirituality and relatively banal. The purpose of this work is precisely to rethink the typology of the cemetery with crematorium, allowing to recover the spiritual quality and reintroduce the ceremony as an essential aspect. This project aims to transform the idea of a dark cemetery into a natural experience, simple and profound, through a series of natural elements that explore Light and Shadow. The intention is to look for an architectural response that dignifies the daily honors given in these spaces. It is a search for acceptance of mortality and the natural life cycle of life and death. That is why the proposal seeks a space where people can feel the spiritual presence.
N/A
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Silva, Leonardo Oliveira. "Espaços da morte". reponame:Repositório Institucional da UnB, 2017. http://repositorio.unb.br/handle/10482/24110.

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Resumen
Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Arquitetura e Urbanismo, Programa de Pós-Graduação em Arquitetura e Urbanismo, 2017.
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Na tentativa de compreender, decifrar em sua totalidade e até “cientificizar” o fenômeno da morte, desde a Antiguidade o homem tem se utilizado de mitos e representações que, por vezes, se materializam em um espaço final: a sepultura. Seja por meio do retorno à terra – a inumação –, do esfacelamento em cinzas – a cremação –, do embalsamento ou do confiamento ao oceano, o indivíduo vivo tem sempre se preocupado com seus mortos, conformando atitudes que podem desvelar não só preocupação, mas também medo, fuga e horror à morte. Nesta pesquisa tentar-se-á compreender – a partir do método fenomenológico husserliano – a essência do ser humano por meio de sua lacuna mais remota, investigando os sentidos que tem atribuído à própria finitude e como isto se materializa nos espaços físicos, que são aqui chamados “espaços da morte”.
In an effort to understand, decipher its wholeness and even “scientificate” death, human race have been using myths and representations that sometimes materialize into a final place: the sepulture. Whether it be through the return to earth – inhumation –, the consumption by fire – cremation –, the embalmment or the entrustment to the ocean, the ones alive have always been concerned with their dead, displaying not only care but also fear, evasion and horror of death. Based on a Husserlian phenomenology method, this research has sought to address the human essence embodied in its most isolated gap, along with exploring the meanings human beings have attributed to its own ending and how these manifest in physical spaces, referred here as “spaces of death”.
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Trindade, Alessandra Accorsi. "Percorrendo os caminhos da morte rumo à personificação em 'As Intermitências da Morte' e 'O Triunfo da Morte'". reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2012. http://hdl.handle.net/10183/56036.

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Resumen
Este estudo investiga a personificação da morte como um dos grandes elementos de ruptura entre a literatura portuguesa tradicional e a contemporânea e como subsídio para reflexão acerca da realidade pós-moderna portuguesa. Diante de uma tradição estagnada em torno do lirismo, surgem produções artísticas que buscaram matéria literária no imaginário europeu para desenvolver uma literatura de cunho crítico. A importância do imaginário da morte medieval como referência cultural é comprovada através da gama de iconografias e de textos escritos encontrados ao longo dos tempos, inclusive na contemporaneidade e na preservação de festas populares ainda no século 21. Seguindo essa tendência, a personificação da morte é o elemento central desenvolvido no romance de José Saramago As intermitências da morte, e de Augusto Abelaira O triunfo da morte, literatura pós-74, como via para renovação literária e exercício crítico da sociedade. Também é através da figura da morte que são desenvolvidos três conceitos pós-modernos: ruptura entre ficção e realidade, paródia e ironia. Essas abordagens são trabalhadas a partir da teoria de Käte Hamburger e Linda Hutcheon, entre outros, em função da possibilidade de unir o tema da morte e a teoria pós-moderna no percurso teórico específico definido neste estudo.
This study investigates the death personification as one of the great elements of rupture between the Portuguese Traditional Literature and the Contemporary Literature as a subsidy for reflection on the Portuguese post-modern reality. Facing a stagnant tradition around the lyric, artistic productions appear which searched literary subject from the European imaginary to develop a literature on a critical way. The importance of the imaginary of medieval death as a cultural reference is proved through a great deal of iconographies and from written texts found along the ages also in the contemporaneity and in the preservation of popular parties and feasts still in the 21st century. Following this tendency, the death personification is the central element developed in the novel by José Saramago As intermitências da morte, and by Augusto Abelaira O Triunfo da morte, literature post-74, seen as a way to literature renovation as well as a critical society exercise. It is also through the death figure that three post-modern concepts are developed: rupture between fiction and reality, parody and irony. These approaches are worked and developed from the theory by Käte Hamburger and Linda Hutcheon, among others, because of the possibility of uniting the death theme and the post-modern theory on the theory specific course defined in this study.
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Gasparetto, Anna <1990&gt. "Il Cavaliere, la Porta di rame, il Cerchio delle Samodive. Traci, Protobulgari e Slavi nel Primo Impero Bulgaro". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5471.

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Resumen
Analisi dell'incontro culturale (storico, politico, religioso, rituale) tra Slavi, Protobulgari e Traci nel periodo di formazione del primo Regno bulgaro danubiano (anno di nascita 681 d.C, secoli VII-X),in specifico durante il così denominato "Periodo pagano" di quest' entità statale. Durante questo periodo la cultura slava e protobulgara collaborarono nella creazione di questo regno, ed entrando in relazione tra loro, posero le basi di una nuova cultura,quella bulgara, mettendo a contatto le diverse percezioni cosmologiche, le diverse tipologie religiose (cultuali e rituali) e le diverse concezioni politiche. Nonostante la prevalenza di queste due culture, nel contesto danubiano rimasero tracce dell'elemento tracio più antico. L'importanza di questo periodo si riflette tuttora nella percezione culturale bulgara e nelle tracce che ha lasciato nella rielaborazione e nella performance in diverse pratiche, tradizioni e festività, ma si riflette anche negli studi etnografici, etnologici e folkloristici bulgari che prestano attenzione a questi elementi, che nella ricreazione di un'identità bulgara, vengono considerati come la base di questa e quindi ricreati, rielaborati e reinventati.
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Libros sobre el tema "Il cavaliere e la morte"

1

Sciascia, Leonardo. Il cavaliere e la morte: Sotie. Milano: Adelphi, 1988.

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2

Sciascia, Leonardo. Il cavaliere e la morte: Sotie. Milano: Adelphi, 1988.

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3

Sciascia, Leonardo. Il cavaliere e la morte: Sotie. Milano: Adelphi, 1988.

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4

Il cavaliere, la morte e il diavolo. Roma: La lepre edizioni, 2021.

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5

Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo. Torino: Lindau, 2009.

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6

1987-, Cortesi Simone, ed. Enrico Mattei: Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario. [Levada di Ponte di Piave, Italy]: BeccoGiallo, 2012.

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7

Sirchia, Davide. La zucca, la morte e il cavaliere: Reminiscenze druidiche di un Halloween del 1200 in Terra di Puglia. Napoli: Stamperia del Valentino, 2015.

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8

Rossi, Luciano. La vita la morte la sopravvivenza dei Cavalieri Templari. Piombino (Livorno): Tracce, 2001.

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9

Vita e morte del Cavalier Marino: Edizione e commento della Vita di Giovan Battista Baiacca, 1625, e della Relazione della pompa funerale fatta dall'Accademia degli umoristi di Roma, 1626. Bologna: I libri di Emil, 2011.

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10

Filograsso, Nando. Il cavaliere azzurro. Cosenza: Periferia, 1991.

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Capítulos de libros sobre el tema "Il cavaliere e la morte"

1

Faust, Helmuth. "Calvino, Italo: Il cavaliere inesistente". En Kindlers Literatur Lexikon (KLL), 1–2. Stuttgart: J.B. Metzler, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-05728-0_2959-1.

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2

Hobbs, Jim. "Nature Morte". En Sound and Image, 219–25. New York : Routledge, 2020. | Series: Sound design: Focal Press, 2020. http://dx.doi.org/10.4324/9780429295102-15.

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3

Capelli, Roberta. "Tirant e il paradosso del Cavaliere inesistente". En IVITRA Research in Linguistics and Literature, 153–66. Amsterdam: John Benjamins Publishing Company, 2015. http://dx.doi.org/10.1075/ivitra.10.10cap.

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4

Elytis, Odysseus y David Connolly. "La Pallida Morte". En The Oxopetra Elegies, 30–33. London: Routledge, 2021. http://dx.doi.org/10.4324/9781315077963-8.

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5

Batt, Catherine. "Structures and Traditions". En Malory’s Morte Darthur, 1–35. New York: Palgrave Macmillan US, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-11183-8_1.

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6

Batt, Catherine. "Desire, History, Violence: Merlin’s Narratives". En Malory’s Morte Darthur, 37–70. New York: Palgrave Macmillan US, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-11183-8_2.

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7

Batt, Catherine. "Narrative Form and Heroic Expectation: The Tale of Arthur and Lucius, The Noble Tale of Sir Launcelot du Lake, and The Tale of Sir Gareth of Orkney". En Malory’s Morte Darthur, 71–101. New York: Palgrave Macmillan US, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-11183-8_3.

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8

Batt, Catherine. "Setting Limits: Textual Parameters and Sites of Resistance in The Book of Sir Tristram". En Malory’s Morte Darthur, 103–29. New York: Palgrave Macmillan US, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-11183-8_4.

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9

Batt, Catherine. "Spiritual Community, Gender, and Fatherhood in The Tale of the Sankgreal". En Malory’s Morte Darthur, 131–58. New York: Palgrave Macmillan US, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-11183-8_5.

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10

Batt, Catherine. "Displaced Persons: Readers, Love, Death, and Commemoration". En Malory’s Morte Darthur, 159–81. New York: Palgrave Macmillan US, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-11183-8_6.

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Actas de conferencias sobre el tema "Il cavaliere e la morte"

1

Pereira, Wiviane Kelly De Sousa. "PRECISAMOS FALAR SOBRE MORTE". En II CONGRESSO NACIONAL DE RESIDÊNCIAS EM SAÚDE (ONLINE). Editora Omnis Scientia, 2022. http://dx.doi.org/10.47094/iiconres.2022/38.

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2

TAROUQUELLA SCHILKE, ANA LUCIA, Patrícia Ponte y Fátima Júlia Martins. "MORTE É ASSUNTO DE CRIANÇA?" En Forúm Nacional de Atendimento Escolar Hospitalar. São Paulo - SP, Brazil: Galoa, 2010. http://dx.doi.org/10.17648/afnaeh-2010-74601.

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3

ASSIS, FRANCISCO MAFFIA DE. "A ÚLTIMA FRONTEIRA: A MORTE". En Anais do IV Colóquio Internacional de História da África e VIII Semana de Ciências Sociais. Recife, Brasil: Even3, 2019. http://dx.doi.org/10.29327/14965.1-2.

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4

Vasconcellos, Rafael Guimarães y João Batista Ferreira. "Morte, Vida e a Clínica". En Anais da Jornada Giulio Massarani de Iniciação Científica, Tecnológica, Artística e Cultural. Recife, Brasil: Even3, 2021. http://dx.doi.org/10.29327/131086.1-32.

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5

Maria da Fonseca Penna, Júnia. "A MORTE DIANTE DOS OLHOS". En 30º Encontro Nacional da ANPAP - (RE)EXISTÊNCIAS. ,: Even3, 2022. http://dx.doi.org/10.29327/30enanpap2021.383738.

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6

Akira Goto, Roberto y Poliana Murer Cavalcante Doi. "Pedagogia da Morte: aprender a morrer." En XXIII Congresso de Iniciação Científica da Unicamp. Campinas - SP, Brazil: Galoá, 2015. http://dx.doi.org/10.19146/pibic-2015-37740.

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7

Benedito, Caterina Germino, Vinicius de Lima, Marina Valente Ribeiro, Bruna França Silva y Daniela Lima de Souza Oliveira. "EXPERIÊNCIA DE QUASE MORTE: BASES FISIOLÓGICAS". En VII Congresso Médico Universitário São Camilo. São Paulo: Editora Blucher, 2020. http://dx.doi.org/10.5151/comsuc2019-11.

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8

Ribeiro, Juliana, Alice Marques Moreira Lima, Guilherme Luís Moura Sousa, Heline Alvarenga Fleury y Mônica Cecília Fernandes Clemente. "PRINCIPAIS CAUSAS DE MORTE MATERNA: UMA REVISÃO". En Anais do Congresso Nacional de Trauma e Medicina de Emergência. Recife, Brasil: Even3, 2022. http://dx.doi.org/10.29327/159410.1-20.

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9

Démoris, René. "Chardin et la nature morte : pouvoirs illégitimes ?" En Littérature et arts à l'âge classique 1 : Littérature et peinture au XVIIIe s., autour des Salons de Diderot, par R. Démoris. Fabula, 2007. http://dx.doi.org/10.58282/colloques.612.

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10

Roco, Mara Lucia Veloso y Maria Cristina Pauli da Rocha. "Enfermeiro neonatologista no processo de luto: estratégias de enfrentamento". En Congresso Científico da Faculdade de Enfermagem da UNICAMP. Universidade Estadual de Campinas, 2022. http://dx.doi.org/10.20396/ccfenf220224770.

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Resumen
Introdução: No ambiente da unidade de terapia intensiva neonatal o convívio entre o profissional e o familiar é marcado por tensão e desequilíbrio emocional, o profissional de saúde não possui estrutura para lidar com a morte e nem o familiar está preparado para lidar com a perda. Objetivos: Conhecer a experiência da equipe de enfermagem em relação ao processo de morte e do luto do neonato na unidade de terapia intensiva, conhecer o significado de morte digna e os sentimentos da equipe que vivencia o processo morte e luto. Método: Estudo descritivo, qualitativo, na qual foi utilizado para análise dos dados o discurso do sujeito coletivo. Foi abordado sete profissionais de enfermagem que trabalhavam na unidade neonatal. O trabalho foi aprovado sob o protocolo nº 131/2015. As perguntas norteadoras foram: Conte-me a sua experiência diante do processo de morrer e do luto do neonato em uma unidade de terapia intensiva; para você qual o significado da morte digna no contexto de unidade neonatal?; quais são os sentimentos que você vivencia durante o processo de morrer e do luto na unidade neonatal? E quais as estratégias de enfrentamento que você vivencia durante o processo de morte e luto? Resultados: Durante a análise das sete entrevistas, originou três temas: Sentido dificuldade em lidar com a morte, dando significado para morte digna e colocando em prática estratégias de enfrentamento para conseguir manejar a morte e o luto, que surgiram através das respostas da equipe que experimentaram esse processo. Conclusão: Observa-se a necessidade de uma assistência qualificada a esses profissionais para saber lidar de forma adequada diante do processo de morte e luto, para que a equipe de enfermagem saiba atuar melhor diante desse processo na qual influenciará na melhor assistência ao neonato e sua família em momentos de finitude.
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