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Tesis sobre el tema "Identità sociale"

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Grotto, Lidia <1996&gt. "Interculturalità. Identità, complessità, pedagogia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18313.

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Resumen
L’educazione interculturale è spesso pensata in relazione ai percorsi con cui gli alunni di recente immigrazione vengono accompagnati verso l’integrazione nella società di accoglienza. In realtà l’educazione interculturale, e più in generale l’interculturalità, vanno molto oltre questa nozione specifica, superando la visione che le costringe dentro una sorta di “pedagogia per stranieri”. L’interculturalità è prima di tutto un paradigma, una prospettiva pedagogica, e rappresenta il modello più adatto per pensare una formazione che sia efficace oggi e che al contempo guardi al futuro e alla sua incertezza; il paradigma interculturale insegna che la diversità e la pluralità si trovano nell’individuo stesso, prima di trovarsi altrove, e sollecita un ripensamento dell’identità a partire dall’alterità, sia a livello personale che collettivo. La prospettiva interculturale abbraccia molte scoperte proprie dell’epistemologia della complessità e rende necessaria una riforma del pensiero, attraverso l’apertura dei saperi disciplinari e lo sviluppo di una mente versatile, critica e multiculturale; nell’epoca della globalizzazione e dell’interconnessione non è più possibile mantenere le categorie disgreganti del pensiero unico, che è un pensiero al singolare. La pedagogia interculturale si pone quindi come necessità formativa per tutti e viene a coincidere in ultima istanza con la pedagogia generale stessa.
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BERLANDA, Sabrina. "L'educatore extrascolastico: identità e ruolo professionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2009. http://hdl.handle.net/11562/337656.

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Resumen
Le profonde trasformazioni della società contemporanea coinvolgono tutte le professioni, dalle più tradizionali a quelle più innovative e recenti. In questo complesso panorama di ridefinizione le professioni sociali occupano un posto privilegiato, visto che stanno attraversando un periodo particolare della loro storia. E tra queste, la professione dell’educatore extrascolastico, si caratterizza come protagonista indiscussa, dato che in questa fase si aprono nuovi spazi di riflessione e revisione, di ripensamento, riqualificazione e ricollocazione nel mondo del lavoro e nella società. I processi in atto oltre a ridefinire ruoli e funzioni, delineano un nuovo quadro, nel quale l’utente, non più oggetto dell’intervento ma risorsa, è libero di scegliere da chi farsi assistere aumentando il proprio potere contrattuale e riducendo l’asimmetria con il servizio ed i suoi professionisti; in tal modo, si assiste al passaggio dal progetto del servizio al percorso accompagnato ed individualizzato. Le evoluzioni del sistema dei servizi, le trasformazioni e l’emergere di nuovi bisogni sociali cui rispondere, costituiscono nuovi stimoli per ripensare la professione dell’educatore extrascolastico, sottoponendola ad un’opera di manutenzione, rafforzamento ed ampliamento. La presente tesi nasce dalla volontà di inserirsi in un quadro di riflessione, di conoscenza e di precisazione della professione dell’educatore extrascolastico, di cui forse ancora oggi si conosce troppo poco. Infatti, non è chiaro a tutti quali siano i suoi compiti, inoltre risulta ancora una professione in Italia in via di riconoscimento ufficiale, dato che non esiste un albo o delle norme che ne regolamentino l’accesso o i diritti, infine non esiste chiarezza circa i percorsi formativi. Per questo vi è l’esigenza di comprendere quanto, come e in quale direzione si sia ampliato lo spettro delle competenze e delle pratiche dell’educatore extrascolastico. L’obiettivo è quello di produrre un’istantanea della figura professionale, analizzando l’attuale scenario e verificando quanto questa figura sia cambiata e verso quali possibili orizzonti giungerà in futuro. La ricerca svolta in tre anni si pone un duplice obiettivo: ripercorrere la storia e la legislazione riferita al ruolo dell’educatore extrascolastico ed ai servizi alla persona; e presentare la percezione rispetto al ruolo ed alle pratiche professionali di educatori che operano con utenza diversificata nel territorio della Provincia Autonoma di Trento.
The transformations in contemporary society involving all professions, from the traditional to the most innovative and recent. social professions, in particular the profession of extra-school educator is the main protagonist of this ridefintion process. Because in this phase will open new spaces to think, to review and to retrain this profession in the workplace and in the society. These processes moreover outlining a new framework in which users are no longer the subject of the intervention, but they are free to choose those to be assisted by increasing their power and reducing the asymmetry with service and its professionals, so we see the transition to an individualized service. The evolution of the services system, the changes and the emergence of new social needs are pressure to rethink the profession of extra-school educator. This paper aims at providing some tentative answers and clarifications about the profession of the extra-school educator. It isn't clear its tasks. In Italy this is a profession in the process of official recognition, since there isn't register or rules that regulate the access or rights. Finally there isn't clarity about the training. For these reasons there is a need to understand what, how and in what direction it has expanded the range of skills and practices of the extra-school educator. The aim is to give a summary of the profession, analyzing the current scene and noting how this figure has changed and where possible will come in the future. This three years research has a double target: to retrace the history and legislation about the profession of the extra-school educator and the social services; and submit the perception about the role and the practices of this profession, that works with different users in Trento.
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Togni, Doriana <1973&gt. "Ragazze trasgressive in cerca di identità". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2051/1/togni_doriana_tesi.pdf.

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Togni, Doriana <1973&gt. "Ragazze trasgressive in cerca di identità". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2051/.

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Bortolotto, Melania. "Adolescenza e identità personale: fondamenti pedagogici". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426122.

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Resumen
This research represents the attempt to define a pedagogical analysis of adolescence at a historical time in which this particular stage of life has incorporated such new psycho-socio-pedagogical characteristics, as to need to classify it as an ‘education emergency’. In the last few years, Pedagogy, as a science of Education, seems almost indifferent to this problem in regards to theoretical considerations and scientific research. Because we consider Education as the process of building personal identity, this pedagogical study primarily takes into consideration the analysis of the relationship between adolescence and personal identity. This is the ultimate goal of the research: to try to analyze the problem of personal identity in order to understand the nature and characteristics of the current and potential educational process designed for adolescents. Current research has favored a phenomenological-ermeneutic approach to ensure unity in the analysis of the manifestations of adolescence, in accordance with the ‘personalistic’ pedagogy. The method of research has incorporated many different approaches which, in connecting quantitative with qualitative data, has allowed us to answer many of the thematic demands included in the research questions. The ‘focus group’ tool was used in gathering information to identify the concepts and experiences needed to interpret the perception that each adolescent has of their own personal identity. Three concepts have been noted as the main ones in adolescent development and also in the process of building personal identity: Body, thought, and relationship. These three concepts were used to create a questionnaire which was administered to a representative sample of adolescents. It was on the basis of the data found that the pedagogical interpretation of adolescence was developed.
La ricerca in oggetto rappresenta il tentativo di affrontare una tematizzazione pedagogica dell’adolescenza in un momento storico in cui questa età della vita sembra assumere nuove caratteristiche psico-socio-pedagogiche, tali da connotarla nei termini di un’emergenza educativa. A fronte di questa problematicità, la pedagogia come scienza dell’educazione appare negli ultimi anni, poco impegnata dal punto di vista della riflessione teorica e della ricerca scientifica. Assumendo l’educazione come processo di costruzione dell’identità personale, la proposta di lettura pedagogica passa attraverso l’analisi del legame che l’adolescenza intrattiene con l’identità personale. La finalità conoscitiva può essere così sintetizzata: mettere a fuoco la problematica dell’identità personale per comprendere la natura e le caratteristiche del processo educativo attuale e potenziale rivolto agli adolescenti. La presente ricerca ha privilegiato un approccio fenomenologico-ermeneutico per garantire, nella lettura delle manifestazioni dell’adolescenza, l’unità che viene raccomandata da una pedagogia di tipo personalista. La metodologia della ricerca si è avvalsa di un approccio multimodale che, nell'intersezione di dati quantitativi e qualitativi, ha permesso di rispondere alle esigenze conoscitive poste dalle domande di ricerca. Lo strumento del focus group è stato utilizzato nella fase esplorativa per far emergere le categorie concettuali ed esperienziali del vissuto identitario dell'adolescente. Corpo, pensiero e relazionalità si sono imposte come le sedi del cambiamento adolescenziale nonché le dimensioni costitutive dell'identità personale. Queste tre categorie hanno istruito la strutturazione del questionario che è stato somministrato ad un campione significativo di adolescenti. Sulla base dei dati raccolti, è stata sviluppata l’interpretazione pedagogica dell’adolescenza.
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Amor, Nadia <1991&gt. "Islam e identità: il disagio sociale e l'origine della radicalizzazione nelle periferie europee". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10197.

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Resumen
Negli ultimi decenni l’Europa ha assistito ad un notevole aumento della percentuale di cittadini musulmani. In paesi come la Francia e il Belgio, la questione dell’islam e dell’integrazione è stata per anni al centro del dibattito socio-politico. In seguito agli attentati di matrice terroristica islamica susseguitisi in Europa tra il 2015 e il 2016, è importante comprendere quale sia il ruolo dell’islam in questi paesi, e quali siano le cause che portano alla radicalizzazione di una parte della comunità islamica oggi presente in Europa. Le politiche di segregazione urbana attuate nelle principali città europee hanno di certo contribuito a creare un netto distacco tra le diverse comunità, scaturito in un sentimento di odio profondo da parte dei giovani di seconda generazione nei confronti delle istituzioni. Partendo da una breve introduzione storica sulla nascita delle prime cités francesi, cercheremo di portare alla luce quelle che sono le principali problematiche di natura sociale all’interno di questi grandi quartieri, determinando quali sono state le cause che nel 2005 in Francia hanno generato innumerevoli scontri tra la polizia e i giovani delle banlieue. Mostrare quale sia la relazione tra le conflittualità di ordine sociale e il processo di radicalizzazione rappresenta il punto focale dell’intero elaborato. Questa tesi in modo particolare mira ad evidenziare in che misura la religione musulmana negli anni è arrivata a costituire un vero e proprio fattore identitario, e perché oggi è oggetto di strumentalizzazione da parte di coloro che decidono di commettere attentati in nome dell’islam. Attraverso un’attenta analisi dell’ideologia che è alla base del processo di radicalizzazione, l’elaborato proseguirà evidenziando quelle che sono le dinamiche di tale processo, individuando una serie di fattori chiave che portano, coloro che vengono definiti soggetti sensibili all’interno della società ad abbracciare una visione estremista della religione. L’obiettivo finale della tesi sarà quello di far emergere in che modo lo Stato interviene nel processo di de-radicalizzazione, esaminando accuratamente le strategie di prevenzione attuate, prendendo come punto di riferimento il caso francese e belga.
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Mengozzi, Sara <1992&gt. "Identità in movimento: i cammini come strumento innovativo del Lavoro Sociale. L'esperienza di Pedalando Faticando". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15144.

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Resumen
Questo lavoro di tesi, ipotizzerà i cammini come dispositivi educativi e nuove pratiche in grado di portare non solo ad una maggiore conoscenza di se stessi, ma anche ad una ricerca di senso per guidare le scelte della propria vita, in un contesto liquido e sfuggente. Quanto riportato avrà una base teorica ed empirica, basata sui dati rilevati dall'esperienza di un progetto nato nel cremonese, "Pedalando Faticando".
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Hochdorn, Alexander. "Talking Gender: La costruzione con-testuale delle Identità di Genere". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423030.

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Resumen
The topic of the following research is focused on discursive positioning amongst social actors, whose gender falls somewhere between or outside of the sexual dualism, and contexts, characterised by a dominant heteronormative imprint. The edges of agency have been investigated, according to which a person, who passes amongst genders, claims a self representation, with regard to the peculiar symbolical and normative structure of specific contexts of interaction. In order to isolate the processes, throughout which develops a self-representation as gender, the rank of agency has been analysed, according to practices of positioning within three contexts: prison reality, workplaces and family environment. The study, therefore, aims to understand how transgender reproduce certain genderized Ideal-types, with regard to the symbolical coordinates of the context, the situativity of everyday interaction, as well as the linguistic meta-artefacts, circumscribing zones of meanings, which move in a feminine or masculine direction. The representations of self and others, within a socio-constructive perspective, are articulated along discursive productions in relation to everyday interactions and cultural and normative superstructures. Discourse, according to this approach, could be considered as a mediation artefact, which generates social meanings. The corpus of data, therefore, consists in gathering discursive material within the following contexts: - six semistructured interviews with staff members of the Sollicciano prison near Florence - five in-depth interviews with transprisoners detained in the same institute - seven in-depth interviews with transgender in private and work contexts - three diaries, written by transgender, contacted by socio-political associations in north and central Italy. These textual datas have been studied according to two methodological perspectives: Critical Analysis of the ideological matrix of discourse, with regard to the production of implicit meanings. The symbolic repertoires have been associated to conceptual macro-categories, adopting the software Transana for computer assisted discourse analysis Quali-quantitative analysis of semantic content and lexical organisation with the program for textual data analysis Alceste Results show that the constitutive elements of discursive production (lexicon, semantics, semiotics) generate narrative repertoires, with similar structure and affine representations of self and others. These units of meanings constitute the research goals of this study, focused on positioning between gender and (con)text. There emerged a sequential intersectionaliy amongst the following variables: Gender dualism ➔ Asymmetry of power ➔ Inequalities ➔ Discrimination ➔ Reified representation of gender From this process emerged different normative, structural as well as interactive practices, which, throughout universes of sense and systems of actions, socially recognised, culturally legitimised and discursively institutionalised, produce genderized Ideal-types and meanings, embedded within temporal horizons, relational sceneries and contextual limelights. With regard to prison context the edges of positioning are relegated within the institutional parameters of the penitentiary system. Language, especially, assumes a reifying function, by the moment, that semantic categories define normative links between self and context. Gender identity, actually, is circumscribed by precise discursive borders. With regard to family and workplaces, self-representation as transgender changes, according to situated symbolic coordinates. Normative superstructures influences discourse mainly on an implicit level. Agency within processes of gender identity affirmation depend from specific contexts and different modalities of positioning amongst self and others
L’argomento della presente ricerca è incentrato sul posizionamento discorsivo tra attori sociali, la cui identità di genere si discosta da una prospettiva dicotomica dei sessi, e contesti caratterizzati da accezioni prevalentemente eteronormative. Sono stati indagati i margini di agency, entro cui una persona in transizione tra i generi rivendica una rappresentazione di sé, rispetto alle peculiari strutture simboliche e normative di specifici contesti d’interazione. Al fine di cogliere i processi, attraverso cui si sviluppa una rappresentazione di sé come identità genderizzata, è stato analizzato il grado di agentitvità rispetto alle pratiche di posizionamento in tre contesti: realtà carceraria, mondo del lavoro ed ambiente famigliare. L’obbiettivo dello studio è di comprendere quanto le/i transgender riproducono certi idealtipi genderizzati, rispetto alle coordinate simboliche del contesto, alla situatività delle interazioni quotidiane, nonché alla specificità dei meta-artefatti linguistici che circoscrivono zone di significati declinati al femminile o al maschile. Le rappresentazioni di sé e dell’altro, in un ottica socio-costruzionista, sono articolate lungo produzioni discorsive tra interazioni quotidiane e sovrastrutture culturali e normative. Il discorso secondo questa prospettiva è inteso in quanto artefatto di mediazione che genera significati condivisi. Il corpus dei dati consiste perciò nella raccolta di materiale discorsivo nei seguenti contesti: - sei interviste semi-strutturate con i testimoni privilegiati che a diverso titolo prestano servizio presso il Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano (FI) - cinque interviste in profondità con le detenute transgender recluse presso lo stesso istituto - sette interviste in profondità con persone transgender in contesti privati e lavorativi - tre diari scritti da persone transgender, contattati presso associazioni socio-politiche nel centro e nord Italia. Questi dati testuali sono stati studiati attraverso due prospettive metodologiche: Analisi critica della matrice ideologica del discorso, in riferimento alla produzione di significati impliciti. I repertori simbolici sono stati associati a macro-categorie concettuali, tramite il software per l’indagine computer assisted delle strutture discorsive Transana Analisi quali-quantitativa del contenuto semantico e dell’organizzazione lessicale con il programma per l’elaborazione di dati testuali Alceste Dai risultati è emerso che gli elementi costituenti la produzione discorsiva (lessico, semantica, semiotica) generano repertori narrativi simili nella struttura ed affini rispetto alla rappresentazione di sé e dell’altro. Queste unità di significato rispondono alla domanda conoscitiva della presente ricerca, focalizzata su posizionamento di genere e (con)testo. È stata, pertanto, individuata l’intersezionalità sequenziale tra le seguenti variabili: Dualismo di genere ➔ Asimmetria di poter ➔ Disuguaglianza ➔ Discriminazione ➔ Rappresentazione di genere reificata. Da questo processo sono emerse differenti pratiche normative, strutturali e d’interazione, le quali, attraverso universi di senso e sistemi d’azioni socialmente condivisi, culturalmente legittimati e discorsivamente istituzionalizzati, producono significati ed idealtipi genderizzati, annidati entro orizzonti temporali, scenari relazionali e ribalte contestuali. Per quanto riguarda il contesto carcerario i margini di posizionamento sono relegati entro i parametri istituzionali del sistema penitenziario. Il linguaggio, in particolare, assume una funzione reificante dal momento che le categorie semantiche definiscono i vincoli normativi tra sé e contesto. L’identità di genere, pertanto, risulta essere circoscritta da precisi confini discorsivi. Rispetto alle realtà famigliari e lavorative, le rappresentazioni di sé come transgender variano a seconda delle coordinate simboliche situate nel qui ed ora. Le sovrastrutture normative permeano il discorso a livello per lo più implicito. L’agency nel processo di affermazione della propria identità di genere dipende dalla specificità del contesto e dalle diverse modalità di posizionamento tra sé e l’altro
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FERRARA, PIERINA. "Cattolici ed ebrei nelle carte degli archivi romani: territorialità ed identità sociale nella Roma di antico regime". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/969.

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IBBA, ROBERTO. "Luoghi e identità: ricostruzione storica dello spazio agrario, sociale e politico della baronia di Monreale nella Sardegna dell’età moderna". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266239.

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Resumen
This study undertakes an analytical, historical reconstruction of the rural, social and political space of Baronia di Monreale, currently part of the Medio Campidano province of Sardinia, Italy. The expression “reconstruction of the rural, social and political space” entails an investigation into the various means by which the territory is exploited, the formation and development of economic and political élites in the villages, the various forms of property ownership (conveyancing of land and property), the urban demographic patterns of villages as well as the various typologies of dwellings . The investigation starts off with a historical exploration of the main events in Sardinia in modern times, focusing on those concerning the Monreale area. The central part of the present study is devoted to an in-­‐‑depth analysis of practices of the use of rural, agricultural space from the late Medieval period up to early contemporary times. The research has focused in particular on the creation and development of the estates of large landowners: records and maps in the Land Registry Office have been essential and fundamental research tools, thanks to which a graphic representation of the larger estates was made possible. The following section focuses on the social and political relations within and among the several communities. It was possible to reconstruct the dense network of family relations which linked the Monreale élite to people in the cities and in the rest of the region. In order to do this, both genealogical and the micro-­‐‑historical approaches have been employed, with the purpose of retracing the trajectories and the interconnections which enabled some of the representatives of Monreale families to occupy significant political and military roles in the national arena. The last part of the research has been devoted to the impacts and effects that human intervention had on the rural landscape. Land use, the testamentary dispositions, the conflicts between barons and communities have produced far-­‐‑reaching effects overtime, which have profoundly transformed the modern and contemporary landscape. The main objective of the study is to provide an overview of the several aspects that have contributed to shaping the places which are the subject of this research. The outcomes will have some practical applications in such areas as integrated planning, landscape conservation and development as well as in structured planning in sectors such as agriculture and handicrafts. Archive research was undertaken at Cagliari State Archives, Turin State Archives, Historical Diocesan Archives in Ales and the historical archives in Guspini, San Gavino and Sardara municipalities. The private archives of the Orrù and Diana families were consulted, as was that of the ecclesiastic Lorenzo Tuveri from Sardara.
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PICCO, Valentina. "Schiavitù e identità culturale: possono i diritti culturali diventare strumento di riappropriazione della libertà da parte della popolazione mauritana?" Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26724.

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GALVANI, SILVIA. "IDENTITA', BENESSERE E CONTESTO FAMIGLIARE: FATTORI DI RISCHIO E RISORSE IN ADOLESCENTI CHE HANNO VISSUTO UN CONFLITTO ETNICO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/852.

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GALVANI, SILVIA. "IDENTITA', BENESSERE E CONTESTO FAMIGLIARE: FATTORI DI RISCHIO E RISORSE IN ADOLESCENTI CHE HANNO VISSUTO UN CONFLITTO ETNICO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/852.

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GIRARDI, ANDREA. "Il ruolo delle pratiche di accounting, misurazione e governance nel mantenimento delle identità multiple all’interno di organizzazioni ibride". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2023. https://hdl.handle.net/11380/1298336.

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Resumen
Questa tesi si propone di esplorare come le pratiche di accounting, misurazione e governance possano contribuire a mantenere le identità multiple delle organizzazioni ibride. Le organizzazioni ibride, che combinano diverse forme e identità, si discostano da ciascuna di esse, dando luogo a tensioni interne ed esterne tra le forme e le identità che combinano (Greenwood et al., 2011; Kraatz & Block, 2008). Pertanto, devono mantenere la loro natura ibrida per perseguire la loro missione (Battilana et al., 2017). A tal fine, le organizzazioni ibride devono evitare lo spostamento verso un'unica identità o forma e mantenere la molteplicità al centro dei loro processi. A causa di queste sfide, le organizzazioni ibride devono sviluppare sistemi organizzativi che garantiscano la coesistenza continua di una molteplicità di identità e forme per mantenere la loro natura ibrida nel tempo (Kastberg & Lagström, 2019; Mair et al., 2015). Pertanto, questa tesi esplora le questioni relative all’accounting, alla misurazione e alla governance degli organizzazioni ibride e come queste possano favorire il mantenimento di un equilibrio tra identità e forme controverse. La tesi è composta da tre studi diversi.
This thesis aims to explore how accounting, measuring and governance practices can contribute to maintaining the multiple identities of hybrid organisations. Hybrids, combining multiple forms and identities, deviate from each, resulting in internal and external tensions between the forms and identities they combine (Greenwood et al., 2011; Kraatz & Block, 2008). Therefore, they need to maintain their hybrid nature to pursue their hybrid mission (Battilana et al., 2017). To do this, hybrids must prevent a shift toward a single identity or form and maintain multiplicity at the core of their processes. Because of these challenges, hybrid organisations must develop organisational systems that ensure the ongoing coexistence of a multiplicity of identities and forms to maintain their hybrid nature over time (Kastberg & Lagström, 2019; Mair et al., 2015). Therefore, this thesis explores accounting, measurement and governance issues in hybrids and how these can support maintaining an equilibrium between controversial identities and forms. The thesis is composed of three different contributions.
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Neri, Jessica. "Identità in trasformazione. Processi di costruzione narrativa dell'identità e della diagnosi nei percorsi di transizione di genere". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426698.

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Resumen
The research moves from a postmodern paradigm and from the theoretical perspectives of Symbolic Interactionism (Mead, 1934; Blumer, 1969) and of Social Constructionism (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966). According to this theoretical framework, the different aspects related to identities and gender are considered plural and mutable processes of construction, historically and culturally situated and interconnected to the dimensions of the discourse and narratives, of doing and of the performance in every context of daily life (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). There are three main objectives of the research and they concern the analysis of the discursive processes of construction of the identity related to the biographies and the narratives of gender transitions; the analysis of the discursive processes connected to the mental health professionals’ practices related to gender transitions, the diagnostic process and the psychological services, as well as possible attributions of sense on the interlocutors’ biographies by mental health professionals; and the reflection on the implications of such discursive processes and narratives in the psychological and psychiatric practices and in the processes of negotiation of meanings among professionals and people in transition, on the light of the complexity of the narratives and the exigencies of people. Narrative interviews (Hermanns, 2004) with 25 people in transition and episodic interviews (Flick, 2007) with 11 professional figures have been deployed. Both types of interviews allow to highlight points of view and personal theories used by the participants to give sense to the process of gender transition and the own experience, told and reconstructed in the dialogue. The methods for the analysis have included discourse analysis (Potter e Wheterell, 1987) and narrative analysis, in particular the version of dialogic-performative analysis (Riessman, 2008), through the identification of interpretive repertoires and self-positions. Narrative and discursive processes have been analyzed underlying the pragmatic and performative elements and the multivoiceness, mine included, as researcher in relation to the others. From the analysis of the interviews, different voices and discourses related to the own biography, as well as to the practices by the professionals, emerge. For the first objective, different narrative and discursive modalities underlie the impact and the pragmatic effect of some dimensions of meaning, such as those related to the ideal or reconstructed “normality”, to the “right-wrong body”, to the deterministic “nature”, to the interpersonal “recognition”, to “pathology” or “deviance” and finally, to the agency and the idiosyncraticity in the construction of the identity. For the second objective, it is possible to underlie the impact and the pragmatic effect of other dimensions of meaning, such as “gender dysphoria” as an ambiguous category, the “adaptation to reality” as an assumption in the transition, “subjectivity versus objectivity”, the “non-binary people” as a dilemma and finally, the “responsibility” and the “power” as critical and relevant aspects in the clinical practice. This research can contribute to highlight the narrative specificities and the exigencies of both groups, and in particular of the people in transition. This can be useful in order to inform and to offer further elements for the comprehension of trans experiences and life stories in the clinical field, problematizing the concept of diagnosis. Finally, the results can contribute to a reflexive knowledge of the clinical work for the gender transition, referring to the different modalities of signify both the diagnosis and the relationship and their pragmatic effects.
La ricerca muove da un paradigma epistemologico postmoderno e assume le prospettive dell’interazionismo simbolico (Mead, 1934; Blumer, 1969) e del costruzionismo sociale (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966) come cornici teoriche generali della ricerca. I diversi aspetti legati alle identità̀ e al genere sono letti come processi di costruzione plurali e mutevoli, storicamente e culturalmente collocati e legati alle dimensioni del discorso e delle narrazioni, del fare e della performatività in ogni contesto della vita quotidiana (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). Tre sono gli obiettivi principali della ricerca e riguardano l’analisi dei processi discorsivi di costruzione dell’identità̀ legati ai percorsi di transizione di genere e alle biografie da parte delle persone in transito; l’analisi dei processi discorsivi legati alle pratiche dei/lle professionisti/e inerenti ai percorsi di transizione di genere, il processo diagnostico e i servizi psicologici, nonché́ possibili attribuzioni di senso sulle biografie degli interlocutori da parte dei/lle professionisti/e della salute mentale e infine, la riflessione sulle implicazioni di tali processi discorsivi nelle pratiche e nei processi di negoziazione di significati tra professionisti e persone in transito, alla luce della complessità̀ delle narrazioni ed esigenze di questi ultimi. Sono state condivise interviste narrative (Hermanns, 2004) con 25 persone in transito e interviste episodiche con 11 professionisti/e della salute mentale (Flick, 2007). Entrambe le forme di intervista consentono di mettere in luce i punti di vista soggettivi e le teorie personali usate dalle persone per dare senso ai diversi aspetti del proprio percorso e della propria esperienza, raccontati e ricostruiti nel dialogo. I metodi di analisi scelti in questa ricerca hanno compreso l’analisi del discorso (Potter e Wheterell, 1987) e l’analisi dialogico-performativa (Riessman, 2008), attraverso l’individuazione di repertori interpretativi e posizionamenti identitari. I processi narrativi e discorsivi sono stati analizzati mettendone in risalto gli aspetti pragmatici e performativi, sottolineandone la multivocalità̀, compresa la mia voce come ricercatrice in relazione. Dall’analisi delle interviste emerge come diverse siano le voci e i discorsi che le persone raccontano e che mettono in relazione alla propria biografia, così come alle pratiche da parte dei/lle professionisti/e. Per la prima linea di indagine, diverse modalità̀ narrative e discorsive emergenti mettono in luce la portata e gli effetti pragmatici di diverse dimensioni di senso, ad esempio, relative alla “normalità̀” ideale o ricostruita, “al corpo giusto-sbagliato”, alla “natura” determinante, al “riconoscimento” interpersonale, alla “malattia” o alla “devianza” e infine, alla scelta intenzionale e alla soggettività̀ nella costruzione della propria identità. Per la seconda linea di indagine si possono mettere in luce la portata e gli effetti pragmatici di altre dimensioni di senso, ad esempio, la “disforia” come categoria ambigua, “l’adattamento alla realtà̀” come presupposto della transizione, “soggettività̀ versus oggettività̀”, la “non binarietà̀ come dilemma” e infine, “la responsabilità̀ e il potere” come aspetti critici e rilevanti nella pratica operativa. Questa ricerca può̀ pertanto contribuire a mettere in luce le specificità̀ narrative e le esigenze di entrambi i gruppi, e in particolare delle persone in transito. Ciò̀ può̀ essere utile al fine di informare e offrire elementi ulteriori per la comprensione delle esperienze delle persone in transito nell’ambito clinico, problematizzando il costrutto della diagnosi. Infine, i risultati possono contribuire ad una comprensione riflessiva del lavoro clinico per la transizione di genere, in riferimento ai diversi modi di significare sia la diagnosi sia la relazione e ai loro effetti pragmatici.
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PRATI, MARCO. "Dilemmi ideologici nel discorso della cooperazione internazionale allo sviluppo. La costruzione sociale del senso di inferiorità in nord Uganda". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/254373.

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Partendo da una posizione epistemologica “socio-costruzionista” la ricerca si propone di esplorare due domande fondamentali: E’ possibile affermare che il discorso dei professionisti della cooperazione internazionale italiani impegnati in Uganda sia caratterizzato da una base ideologica? Base ideologica definibile come “etnocentrica”. E’ possibile che questa ideologia venga “accettata” e fatta propria dagli Ugandesi che in questo modo colludono nella costruzione di una “carriera” di sottosviluppo e quindi di stigma? E che questo abbia riflessi persistenti sulla loro identità e sul benessere. L’ispirazione fondamentale della ricerca viene da un analogia con il concetto di “carriere morali” proposto da E. Goffman. L’appoccio teorico di riferimento è quello multidisciplinare alle ideologie elaborato da Teun Van Dijk e la metodologia scelta è legata al panorama dell’”analisi del discorso” nel quale lo stesso Van Dijk è considerato uno dei fondatori. Il corpus dei dati è costituito da interviste a cooperanti italiani impegnati in Uganda e focus group con loro collaboratori locali. I risultati provvisori presentano un quadro identitario “minorato e subordinato” costruito a specchio dalle pratiche discorsive dei due gruppi. Viene proposta anche la difficile interazione dell’ideologia professionale (umanista, universalista, multiculturale) dei cooperanti con la contraddittoria “mission” del loro lavoro di promozione dello sviluppo e la base ideologica etnocentrica che la sostiene. Alcune possibili pratiche decostruttive saranno discusse nelle conclusioni.
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Brondi, Sonia. "Partecipazione pubblica, memoria collettiva e conflitti ambientali: Un'analisi psicosociali sul territorio della Valle del Chiampo". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422944.

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In the last years, public participation in debates on environmental issues is required by local, national and international political institutions. Moreover, according to recent Italian and European researches, citizens consider environmental threats as one of the most relevant problems and thinks that they are a responsibility of every person. This psychosocial research aims to interpret citizens’ disengagement from decision-making processes organized by Administrations in an attempt to mend the rift between economic development and environmental sustainability, specifically in contexts historically marked by environmental criticalities. Recent studies in social psychology have contributed to the debate on environmental issues and public participation: both with the formulation of theoretical models aimed at identifying the psychological processes that underlie opinions, experiences, practices 'environmentally' significant; both with potential applications and concrete proposals in terms of actions aimed at those sectors equally committed to finding a more efficient environmental management for ensuring sustainable development. Following a constructionist perspective, this research finds its epistemological framework in the theory of social representations (Moscovici, 1961/76). Related domains are: studies on collective memory (Halbwachs, 1925, 1950), as well as social identity theory (Tajfel, 1981) and processes of place identity (Proshansky, Fabian, Kaninoff, 1983). Research aims to investigate the role of psychosocial constructs of collective memory and social and place identity in contributing to co-construct a shared representation of the territory, as well as in their relations with citizens’ participation in debates on environmental issues in contexts marked by widespread environmental criticalities. Examined case is the the Chiampo Valley, near Vicenza (North-East Italy), characterized by the activity of the tanning industries so much that the area is one of the most prosperous industrial districts in this sector worldwide. Research design involves integration of some aspects of the case studies with those of retrospective and longitudinal studies; adopted methodological approach is multimethod (with particular attention to strategies of triangulation) and quali-quantitative. Main findings emerged from the four studies that comprise the plan of research show that the considered constructs (collective memory and social and place identity) contribute to the co-construction of a representation of the territory shared by the members of the community under study, that indicates their non-priority to a direct involvement in the discussion of environmental policies. In order to clarify this statement three dimensions - knowledge, methods and applications - are discussed as well as accurate and adequate reasons to support it are provided.
La partecipazione pubblica su questioni ambientali costituisce oggi un tema centrale di sempre maggior attualità nel dibattito politico e programmatico, nazionale e internazionale. Parallelamente, la crescente sensibilità sulle tematiche ambientali ha prodotto negli anni una diffusa consistente domanda di informazione da parte dei cittadini stessi, inducendo le Istituzioni ad affrontarle con particolare cura e attenzione. La presente ricerca si propone la finalità di rileggere con uno sguardo psicosociale la ridotta partecipazione dei cittadini ai processi decisionali proposti dalle Amministrazioni nel tentativo di ricomporre le fratture venutesi a creare tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale, particolarmente in contesti storicamente già ampiamente segnati da criticità in questo senso. La psicologia sociale nei suoi sviluppi recenti ha contribuito ampiamente alle riflessioni su questioni ambientali e partecipazione pubblica, sia con la formulazione di modelli interpretativi teorici che mirano a individuare i processi psicologici che sottostanno a opinioni, vissuti, pratiche ‘ambientalmente’ rilevanti sia con risvolti applicativi concreti in termini di proposte di linee di intervento indirizzate a quei settori ugualmente impegnati nella ricerca di una più efficiente gestione ambientale per consentire uno sviluppo sostenibile. Fondando i suoi presupposti in una prospettiva costruzionista, la presente ricerca trova la propria cornice epistemologica nella teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici, 1961/76). Altri domini ad essa strettamente intrecciati sono gli studi sulla memoria collettiva (Halbwachs, 1925; 1950), la teoria dell’identità sociale (Tajfel, 1981) e il costrutto di identità di luogo (Proshansky, Fabian, Kaninoff, 1983). La ricerca si pone l’obiettivo di indagare il ruolo dei costrutti psicosociali della memoria collettiva e dell’identità sociale e di luogo nel contribuire alla co-costruzione di una rappresentazione condivisa del territorio, oltre che nelle loro relazioni con la partecipazione dei cittadini al dibattito su questioni ambientali in un contesto diffusamente industrializzato e fortemente segnato da criticità in questo senso. Il caso di studio è quello della Valle del Chiampo, in Provincia di Vicenza, la cui principale attività economica è quella della concia delle pelli, tanto che la zona costituisce uno fra i più caratteristici e prosperi distretti industriali in tale settore a livello mondiale. Il disegno di ricerca prevede l’integrazione degli aspetti caratteristici degli studi di caso con quelli di studi retrospettivi e longitudinali; l’approccio metodologico adottato è multimetodo (con una particolare attenzione alle strategie di triangolazione) e quali-quantitativo. La rilettura unitaria dei principali risultati emersi dai quattro studi che compongono il piano della ricerca permette di rispondere che i costrutti considerati contribuiscono alla co-costruzione di una rappresentazione del territorio condivisa dai membri della comunità presa in esame, tale da far ritenere non prioritario un loro diretto coinvolgimento nella discussione di politiche ambientali. Per chiarire in modo esaustivo questa affermazione si sono approfondite tre dimensioni - di conoscenza, metodologica e applicativa - e fornite precise e adeguate motivazioni a ciò che si intende sostenere.
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Verza, Nicola. "Formarci all'intercultura". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427087.

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The present research focuses on the modern multicultural scenario that characterizes our Country and, in this specific case, the city of Padua. In this ever-changing situation, the professional role of educators, played in the different contexts where they perform, gains relevance. Therefore, the Paduan educators’ social representations on immigrants, built by their relational and communicative experiences in the professional and in the more broad social contexts, were explored. Moreover, this work analyses the formative fund owned by educators about intercultural issues and points out needs and expectations to be considered in a future perspective. This field research moves on the basis of the existing literature, where an interdisciplinary approach is preferred to better understand in their whole complexity the issues examined. The pedagogical point of view to the intercultural theme constitutes the core of the present research, even if it is enriched by the contribution of other disciplines in order to put the intercultural issue in a more broad system of meaning. This choice allows to retrieve, and better account, concepts and issues that concerns to pedagogy since its origins. Those are wide, deep and complex issues, such as the ones dealing with the topics of identity and otherness, that far from having unique and monolithic significance, refer to still-open questions and never-defined answers.
La presente ricerca focalizza la sua attenzione sull’attuale scenario multiculturale che caratterizza la realtà del nostro Paese e della città di Padova nello specifico. In tale contesto, peraltro in continua evoluzione, assume particolare rilevanza la figura professionale degli educatori e il ruolo che essi svolgono nei molteplici contesti in cui operano. Si è, quindi, voluto esplorare quali siano le rappresentazioni sociali degli educatori padovani relativamente agli immigrati, anche a partire dalle loro esperienze relazionali e comunicative nel contesto professionale e in quello sociale più in generale. Tale lavoro ha permesso inoltre di analizzare il bagaglio formativo posseduto dagli educatori in ambito interculturale, rilevando bisogni e aspettative a cui porre attenzione in prospettiva futura. Questa fase di ricerca sul campo ha preso avvio dallo studio della letteratura esistente, nel quale si è prediletto un approccio interdisciplinare, necessario per meglio comprendere nella loro interezza le complesse questioni in esame. Lo sguardo pedagogico alla tematica interculturale costituisce comunque il cuore del presente lavoro di ricerca, che si arricchisce del contributo di altre discipline al fine di collocare la questione interculturale in un più ampio sistema di significati. Tale modalità di lavoro permette di recuperare e valorizzare concetti e questioni care alla pedagogia fin dalle sue origini. Ci si riferisce a tematiche ampie, profonde e complesse come quelle relative ai concetti di identità e alterità, che, ben lungi dall’avere significati univoci e monolitici, rimandano a domande sempre aperte e a risposte mai definitivamente date.
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VERGINE, ILARIA. "(Inter)azioni Comunicative e Identità in Ambienti di Realtà Mista: Una Proposta Metodologica". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/107360.

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L’avanzamento delle tecnologie digitali ha permesso ai soggetti di interagire in ambienti diversi da quelli fisici causando cambiamenti nelle modalità di comunicazione. Il dispositivo Microsoft HoloLens (MHL) ha introdotto la possibilità di sperimentare un nuovo ambiente chiamato pure mixed reality. Questo lavoro consiste in una proposta metodologica interdisciplinare per studiare la comunicazione sincrona e il farsi dell’identità in essa quando viene utilizzato MHL. Per rispettare la complessità ontologica del fenomeno, ho combinato due prospettive: multimodality e social psychology of cyberplaces. L’adozione di queste prospettive ha permesso di ritagliare all’interno del fenomeno studiato un oggetto di ricerca definibile come (inter)azione comunicativa. Per studiarlo, ho elaborato una proposta metodologica che combina due metodi qualitativi: multimodal (inter)action analysis (MIA; dalla multimodality) e analysis of conversations (AC; dalla social psychology of cyberplaces). Per esaminare il farsi dell’identità nell’(inter)azione comunicativa, ho arricchito la proposta metodologica con l’intersubjectivity model, una proposta di modello teorico derivato da: MIA identity framework dalla multimodality e modello dell’intersoggettività enunciativa dalla social psychology of cyberplaces. L’intera linea argomentativa del lavoro è stata supportata da esempi di analisi utilizzando un corpus di 16 (inter)azioni comunicative diadiche videoregistrate. Ogni diade era composta da un soggetto che utilizzava MHL e uno che utilizzava un pc.
Advances in digital-based technologies have allowed subjects to interact in environments other than physical ones causing changes in communication modalities. Microsoft HoloLens (MHL) introduced the possibility of experiencing a new digital environment: pure mixed reality. This work consists of an interdisciplinary methodological proposal to study synchronous communication and the making of identity in it when MHL is used. To respect the phenomenon’s ontological complexity, I combined two perspectives in this work: multimodality and social psychology of cyberplaces. The adoption of these perspectives reduced the phenomenon in a research object called communicative (inter)action. To study it, I elaborated a methodological proposal that combines two qualitative methods: multimodal (inter)action analysis (MIA; from multimodality) and analysis of conversations (AC; from social psychology of cyberplaces). To examine the making of identity in communicative (inter)action, I enriched the methodological proposal with a theoretical model proposal. The theoretical model proposal is a model that I called intersubjectivity model derived from: MIA framework on multimodal identity from multimodality and utterance intersubjectivity model from social psychology of cyberplaces. The line of argument was supported by analysis examples using a corpus of 16 videotaped dyadic communicative (inter)actions. Each dyad had one subject using MHL and another using a pc.
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FERRARI, LAURA. "IDENTITA' ETNICA E BENESSERE DI ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI IN ADOZIONE INTERNAZIONALE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1210.

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La tesi si focalizza sui processi di costruzione dell’identità in adolescenti e giovani adulti in adozione internazionale analizzandone l’influenza sul benessere. L’approccio quantitativo e l’assunzione di una prospettiva familiare caratterizzano l’impianto di ricerca dei quattro studi che compongono questa ricerca. Il primo studio tratteggia un quadro della famiglia adottiva di fronte all’adolescenza dei figli adottivi prendendone esaminandone dimensioni specifiche a livello individuale, relazionale e sociale. Il secondo studio identifica una tipologia identitaria di adottati alla luce dei pattern di identificazione etnica e nazionale che discrimina rispetto alla qualità della relazione familiare, benessere e motivazioni identitarie dell’adottato. Il terzo studio evidenzia l’influenza di alcune variabili familiari e sociali sui processi identitari degli adottati ed analizza come i diversi esiti identitari siano legati al benessere. Il quarto studio si focalizza sulla socializzazione culturale e la percezione di discriminazione quali predittori della costruzione dell’identità etnica in Italia e negli U.S.A, mettendo in evidenza aspetti comuni e differenze culturali specifiche. Dai risultati emerge che il legame tra il benessere e la capacità di confrontarsi con la duplice appartenenza al proprio gruppo etnico e al nuovo contesto sociale di appartenenza. I genitori assumono un ruolo fondamentale nel sostenere tale processo tramite le strategie di socializzazione culturale.
This work is focused on the identity process among adolescents and young adults internationally adopted and their well-being. The four studies that compose this dissertation are characterize by the quantitative approach and the assumption of a family perspective. The first study explore well-being, ethnic identity, family relations and the perception of social context among adoptees and their parents. The second study identifies a type of identity of adoptees for different patterns of ethnic identification and national. The type of adoptees shows differences with respect to the quality of family relations, well-being and multiple motives on identity construction. The third study develops a model of the explanatory factors determining the adoptees well-being; it confirms the influence of some family and social variables on identity processes and assess whether adoptees’ identity is related to psychosocial well-being. The fourth study is focused on the perception of cultural socialization and discrimination as predictors of ethnic identity in Italy and the USA, highlighting common aspects and specific cultural differences. The results show that family relations and the degree of integration between two cultural identities are important protective factors for psychosocial adjustment and well-being of adoptees. Parents play a vital role in supporting this process through cultural socialization strategies.
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FERRARI, LAURA. "IDENTITA' ETNICA E BENESSERE DI ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI IN ADOZIONE INTERNAZIONALE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1210.

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La tesi si focalizza sui processi di costruzione dell’identità in adolescenti e giovani adulti in adozione internazionale analizzandone l’influenza sul benessere. L’approccio quantitativo e l’assunzione di una prospettiva familiare caratterizzano l’impianto di ricerca dei quattro studi che compongono questa ricerca. Il primo studio tratteggia un quadro della famiglia adottiva di fronte all’adolescenza dei figli adottivi prendendone esaminandone dimensioni specifiche a livello individuale, relazionale e sociale. Il secondo studio identifica una tipologia identitaria di adottati alla luce dei pattern di identificazione etnica e nazionale che discrimina rispetto alla qualità della relazione familiare, benessere e motivazioni identitarie dell’adottato. Il terzo studio evidenzia l’influenza di alcune variabili familiari e sociali sui processi identitari degli adottati ed analizza come i diversi esiti identitari siano legati al benessere. Il quarto studio si focalizza sulla socializzazione culturale e la percezione di discriminazione quali predittori della costruzione dell’identità etnica in Italia e negli U.S.A, mettendo in evidenza aspetti comuni e differenze culturali specifiche. Dai risultati emerge che il legame tra il benessere e la capacità di confrontarsi con la duplice appartenenza al proprio gruppo etnico e al nuovo contesto sociale di appartenenza. I genitori assumono un ruolo fondamentale nel sostenere tale processo tramite le strategie di socializzazione culturale.
This work is focused on the identity process among adolescents and young adults internationally adopted and their well-being. The four studies that compose this dissertation are characterize by the quantitative approach and the assumption of a family perspective. The first study explore well-being, ethnic identity, family relations and the perception of social context among adoptees and their parents. The second study identifies a type of identity of adoptees for different patterns of ethnic identification and national. The type of adoptees shows differences with respect to the quality of family relations, well-being and multiple motives on identity construction. The third study develops a model of the explanatory factors determining the adoptees well-being; it confirms the influence of some family and social variables on identity processes and assess whether adoptees’ identity is related to psychosocial well-being. The fourth study is focused on the perception of cultural socialization and discrimination as predictors of ethnic identity in Italy and the USA, highlighting common aspects and specific cultural differences. The results show that family relations and the degree of integration between two cultural identities are important protective factors for psychosocial adjustment and well-being of adoptees. Parents play a vital role in supporting this process through cultural socialization strategies.
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NICOLOTTI, MATILDE. "ON BECOMING ONESELF - Autenticità nell’adultità emergente". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/325879.

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Il presente lavoro di tesi affronta il tema dell’autenticità tra gli adulti emergenti, soffermandosi in particolare sui legami dell’autenticità con lo sviluppo identitario e sul ruolo del contesto familiare di riferimento nel supportare un funzionamento autentico e il benessere dell’individuo. Definire la propria identità è un compito complesso per l’adulto emergente che si trova ad affrontarlo, in particolare nel contesto sociale odierno, caratterizzato da una moltitudine di possibilità identitarie da selezionare e integrare. L’adulto emergente è chiamato a compiere delle scelte e in questo contesto si tratta da un lato di una sfida ricca di stimoli, dall’altro di una fonte di distress non indifferente. La qualità delle domande che guidano l’esplorazione in questa fase, inoltre, porta l’adulto emergente a confrontarsi con la propria conoscenza e consapevolezza di Sé, mettendo in luce il tema dell’autenticità dell’individuo e dell’identità che va costruendosi. Sebbene vi sia un’ampia letteratura teorica e una crescente letteratura empirica relativa al costrutto di autenticità, alla sua definizione e alle sue implicazioni per il benessere della persona, scarsa attenzione è stata dedicata alla relazione tra autenticità e identità, nonostante il forte nesso teorico riscontrabile tra i due costrutti. Muovendo da queste considerazioni, la prima parte del presente elaborato è dedicata al rapporto tra autenticità e identità nell’adulto emergente. Viene dato spazio alla definizione dell’adultità emergente, dei processi di formazione dell’identità e del costrutto di autenticità, a partire dalla sua storia nel pensiero filosofico e psicologico. A seguire, un primo contributo empirico presenta un’analisi dei rapporti tra autenticità e formazione dell’identità nell’adulto emergente e pone a confronto due modalità di analisi degli stessi, evidenziando i potenziali vantaggi di un approccio analitico centrato sulla persona. La seconda parte dell’elaborato volge invece l’attenzione agli elementi del contesto sociale, in particolare del contesto familiare, in grado di supportare uno sviluppo e un funzionamento autentico. La letteratura teorica ed empirica converge infatti nel suggerire che elementi di accettazione incondizionata, supporto all’autonomia e calore nella relazione con i genitori siano fondamentali per lo sviluppo di consapevolezza e autonomia, elementi centrali nella definizione di autenticità, nonché per sostenere il benessere dell’individuo anche nella fase dell’adultità emergente. A seguito dell’esposizione delle principali formulazioni teoriche sull’argomento e dei principali contributi della ricerca in merito, vengono presentati i risultati di due studi empirici. Il primo studio sottopone a verifica empirica il modello che vede l’autenticità come mediatore nella relazione tra dette caratteristiche della relazione con i genitori e il buon adattamento psicologico dell’adulto emergente. Il secondo prende in considerazione diadi di genitori e figli in questa fase dello sviluppo approfondendo i legami tra caratteristiche della relazione, autenticità di genitori e autenticità dei figli e tenendo in considerazione possibili differenze nelle diadi materne e paterne. I risultati degli studi presentati sostengono l’importanza di promuovere un funzionamento autentico, in particolare nella componente relativa alla consapevolezza di Sé, in relazione alla formazione dell’identità degli adulti emergenti. Mettono inoltre in luce la rilevanza di relazioni significative caratterizzate da calore, vicinanza e accettazione a sostegno dell’autenticità dei giovani in questa fase evolutiva e del loro benessere.
The present work takes on the topic of authenticity among emerging adults, reflecting in particular on the ties between authenticity and identity development and on the role of the family context in supporting authentic functioning and individual well-being. Defining one’s identity is a complex task for the emerging adult who faces it, in particular in the modern social context, which is characterized by a multitude of identity possibilities to be selected and integrated. Emerging adults are called to make choices and in this context this is on one hand a stimulating challenge, on the other a source of considerable distress. Moreover, the quality of questions which guide exploration in this phase brings about confrontation with one’s knowledge and awareness of one’s own Self, highlighting matters of authenticity of the individual and of the identity that is being built. Although there is broad theoretical literature and growing empirical studies on the concept of authenticity, its definition and its implications for personal well-being, scarce attention has been dedicated to the relationship between authenticity and identity, despite the strong theoretical link between the two constructs. Moving from these considerations, the first part of the present work is dedicated to the relationship between authenticity and identity in emerging adults. The concepts of emerging adulthood, identity formation and authenticity are defined thoroughly, the latter starting from its history in philosophical and psychological thinking. Following, a first empirical study presents an analysis of the connections between authenticity and identity formation in emerging adulthood and confronts two different analytical approaches, underlining potential advantages of a person centered statistical approach. The second part of the essay turns its attention towards the elements of the social context, particularly the family context, able to support an authentic development and functioning. Indeed, theoretical and empirical literature converge in suggesting that elements of unconditional acceptance, autonomy support and warmth in the relationships with one’s parents are fundamental for the development of awareness and autonomy, central elements in the definition of authenticity, as well as for sustaining individual well-being also in emerging adulthood. Following an exposition of the main theoretical formulations and empirical contributes on the subject, the results of two empirical studies are presented. The first study verifies the goodness of a model which sees authenticity as a mediator in the relationship between the aforesaid characteristics of the relationship with parents and god psychological adjustment in emerging adult children. The second study considers dyads formed by parents and emerging adult children and it focuses on the links between characteristics of the relationship, parents’ authenticity and children’s authenticity, taking into account possible differences in maternal and paternal dyads. Results of presented works highlight importance of promoting an authentic functioning, especially in the component relative to one’s Self awareness, relative to identity formation in emerging adults. They also underline the relevance of significative relationships characterized by warmth, closeness and acceptance to sustain authenticity and well-being of youth in this developmental phase.
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BRIVIO, ELEONORA. "VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1208.

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Il presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti.
The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.
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BRIVIO, ELEONORA. "VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1208.

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Il presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti.
The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.
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Parisini, Laura <1977&gt. "Lavoro e identità sociale nella documentazione epigrafica della gente di mestiere di Roma (I secolo a.C. - III secolo d.C.). I professionisti del lusso (gioielleria, abbigliamento, cosmesi)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8873/1/parisini_laura_tesi.pdf.

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Questa ricerca ha come oggetto la documentazione epigrafica relativa agli artigiani e ai commercianti di Roma (I sec. a.C. - III sec. d.C.) attivi in settori economici particolarmente prestigiosi e remunerativi come l'abbigliamento di lusso, la cosmesi e la gioielleria (Cap. I). Al centro dell'indagine si trovano pertanto aurifices, gemmarii, margaritarii, plumarii, purpurarii, sericarii, unguentarii e molte altre figure professionali attive a Roma nella produzione e nel commercio di beni esclusivi (Cap. II). Quello che si vuole sottolineare è il valore dell'epigrafia come espressione della forma mentis di una categoria sociale: in particolare, l'obiettivo primario della ricerca consiste nel mettere in luce il significato della registrazione epigrafica del lavoro, che nel mondo romano costituisce il fattore determinante dell'ascesa economica e sociale di singoli professionisti e di intere familiae, a dispetto della concezione prevalentemente negativa dell'artigianato e del commercio al dettaglio, attività che furono più volte condannate dalla letteratura moralista di stampo aristocratico (Cap. III).
This thesis analyzes the epigraphic sources relating to the artisans and merchants of Rome (1st century BC - III century AD), active in particularly prestigious and remunerative economic sectors such as luxury clothing, cosmetics and jewellery (Chapter I). At the center of the investigation are therefore aurifices, gemmarii, margaritarii, plumarii, purpurarii, sericarii, unguentarii and many other professionals active in Rome in the production and trade of exclusive goods (Chapter II). The aim of this work is to highlight the value of epigraphy as an expression of the forma mentis of a social category: in particular, the primary objective of the research is to highlight the meaning of the epigraphic recording of work, which in the Roman world constitutes the main factor in the economic and social ascent of individuals and families, in spite of the predominantly negative conception of craftsmanship and retail trade, activities that were repeatedly condemned by aristocratic moralistic literature (Chapter III).
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Hoxha, Jetmira <1977&gt. "Analisi comparativa relativa all'impatto sociale, culturale e linguistico dell' immigrazione contemporanea albanese all'interno della realtà veneta". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1185.

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Questa tesi analizza gli aspetti peculiari caratterizzanti il fenomeno migratorio contemporaneo degli albanesi dall’area balcanica nell’area veneta. Esplora tre diversi ambiti disciplinari: studi sociali, studi culturali e studi sociolinguistici. La prima parte ricostruisce la fenomenologia e il quadro storico degli eventi migratori esplorandone le caratteristiche delineanti e viene studiato il background della società albanese contemporanea, al fine di comporre una visione integrale delle traiettorie incrociate degli albanesi nella storia comune della loro terra di origine, prima dell’arrivo nella loro terra di immigrazione. La seconda parte comprende i risultati delle ricerche sul campo relative alla questione sociale dei vari focus groups esaminati in Veneto e in Albania, in linea con la visione transnazionale della migrazione come fatto sociale duplice, studiato sia nel contesto di emigrazione che in quello di immigrazione. La terza parte concerne lo studio di alcuni aspetti della cultura albanese esportati, evoluti oppure trasformati dall’evento migratorio nei soggetti indagati, soprattutto negli albanesi di seconda generazione. Nella quarta parte si analizzano le produzioni linguistiche degli albanesi di seconda generazione per verificare le problematiche della preservazione della lingua albanese e le pratiche linguistiche differenziate di L1 e L2 (bilingual mode e code-switching) nei domini di riferimento (sociale o familiare).
This thesis is concerned with the analysis of the peculiar aspects characterizing the contemporary migration phenomena of the Albanians from the Balkan area to the Venetian region. It explores three disciplinary fields: the social, the cultural and sociolinguistic studies. In the first part, the respective phenomenology and historical framework of the migration’ events (1990-2010) are reconstructed in order to explore their delineating features. Besides, the contemporary Albanian society’s background (1985-2010) is studied with the purpose of compounding an integral view of the intersected trajectories of the Albanians in the history of their land of origin/of emigration, before their arrival in their land of immigration. The second part of this thesis includes the fieldworks’ results related to the social question of the different Albanian focus groups examined in Venetian region and Albania, compatible with the transnational vision of migration as a double social fact that concerns the researches conducted in either the emigration or the immigration contexts of the migrant. The third part of the study is concerned with the exported, evolved or transformed aspects of Albanian culture in the observed subjects, with particular attention to the second generation’ Albanians. In the fourth part, the linguistic productions of the second generation’ Albanians are analysed in order to verify the difficulties of preservation of the Albanian language, the differentiated linguistic practises of L1 and L2 (bilingual mode and code-switching) in the respective domains (social or family).
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Randimbiarisoa, Ravaka. "Les fans de marques et les réseaux sociaux numériques : approche par le concept d'identité sociale". Thesis, Aix-Marseille, 2015. http://www.theses.fr/2015AIXM5902.

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Les marques suscitent un engouement particulier qui témoigne de la place qu’elles prennent désormais dans la vie d’un grand nombre de personnes, notamment dans la construction de leur identité sociale. Ce phénomène est encore plus accentué pour les fans de marques. Elles deviennent ainsi des symboles sociaux qui servent de supports de communication pour l’expression de leur identité sociale. C’est en effet à travers la communication que se développe cette construction identitaire. Or, depuis quelques années, les réseaux sociaux numériques sont devenus d’importants espaces de communication pour les marques mais également pour leurs fans, nécessitant dés lors de repenser les relations entre la communication des marques et ce type particulier de public. Le principal objectif de cette thèse est de mieux comprendre les internautes des réseaux sociaux numériques quand ils sont face aux actions de communications des marques dont ils sont fans, leurs perceptions de cette communication ainsi que d’étudier les processus identitaires qui s’opèrent dans le cadre de cette communication. Dans une perspective communicationnelle pluridisciplinaire, nous avons donc notamment mobilisé des concepts issus de la recherche en marketing et de la psychologie sociale parmi lesquels les concepts de fans, d’identité individuelle, sociale et numérique pour étudier ce phénomène
The spread of the Internet and the simultaneous development of Web 2.0 have led to the emergence of a digital presence for internet users which is an extension of the identities of the Internet users. In the Internet, identity is characterized by various highly patterns of self-expression on the social networks websites and on Facebook in particular. Simultaneously, the emancipation of the individual from traditional social frameworks leads that individual to construct and re-shape his or her identity which is now seen as a process of identity construction based on a search for benchmarks and relationships. The results show that in the context of brand - fan interactions, social networks websites allow new spaces for individual and collective expression that are implementing unprecedented social groups and coconstruction process. By relating distant fans, the multiplication of such links creates a social identity that can be described as "digital" and a particular form of digital capital. Through their interactions, the fans contribute to the maintenance of this capital. Fan pages and become a shared social territory, a space for co-building and their identity but also a place of confrontation identity for the fans. Depending on the brand they are fans, individuals have tendencies to intra- groupal or intergroupal comparisons
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Forni, Manuela. "L’architettura come motore di interazione sociale e recupero di un’identità di quartiere: nuovi centri di aggregazione al CEP Barca di Bologna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Una delle tematiche che più stanno interessando sempre le città moderne è la gestione dei quartieri periferici, in particolare le aree caratterizzate da interventi di edilizia popolare, che spesso si trovano ad affrontare, parallelamente a dinamiche sociali e politiche, la mancanza di servizi e spazi di aggregazione, alimentando una posizione d'isolamento sociale rispetto alle comunità delle aree urbane più centrali. Con questa tesi si è voluto indagare le dinamiche spaziali, e il loro ruolo sociale, che interessano i quartieri periferici popolari urbani analizzando il caso del quartiere Barca, a sud-ovest dell’area metropolitana di Bologna. Il quartiere, disegnato dall’architetto Giuseppe Vaccaro (1896 – 1970) tra il 1962 e il 1967, fa parte infatti degli interventi attuati durante gli anni del piano Fanfani gestiti da INA-CASA (1949 - 1963), per la realizzazione di abitazioni popolari che potessero risolvere le problematiche del lavoro e della residenza sviluppate durante il secondo dopoguerra. Dopo una fase di analisi urbanistica – percettiva, e l’uso degli strumenti messi in campo dal Comune di Bologna (Bilancio Partecipativo, Laboratorio di Quartiere, ecc.), questo elaborato si è posto l’obiettivo di ridefinire attraverso l’uso dell’architettura l’identità di un quartiere e di una comunità attualmente mancanti, utilizzando i principi della rigenerazione urbana. La necessità di dotare l’area di nuovi spazi sociali ha portato all’inserimento di un nuovo centro di quartiere sotto forma di spazio coperto e piazza e un padiglione sociale inserito in un’area boschiva del parco del fiume Reno, limite naturale fisico della Barca, con il fine di realizzare un quartiere policentrico.
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GAZZONI, Valentina. "Contributo alla ricostruzione delle identità regionali e della differenziazione sociale presso i gruppi di cacciatori-raccoglitori paleo-mesolitici. Studio della ritualità funeraria in Italia e Francia e analisi degli isotopi stabili sul campione umano del versante alpino sud-orientale". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2388827.

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The aim of this study is to provide a contribution to the reconstruction of the social organisation of human groups who occupied the Italian peninsula between the end of the Pleistocene and the beginning of the Holocene (30-6 kyr BP). The research focuses on burial contexts and employs two different methodologies. The first one concerns the study of the mortuary practices of hunter-gatherers in Italy during the Upper Palaeolithic and the Mesolithic (78 burials, 89 individuals) and it includes the Mesolithic French sample (57 burials, 89 individuals) by comparison. The analysis of the variability of rituals allows to define a “funerary norm”; the identification of changes of this norm in time and space can infer transformations in the social and symbolical sphere of human groups. The application of this approach has thus allowed: (1) to recognise the appearance of ritual changes during the Late Epigravettian and the Mesolithic corresponding to the environmental and climatic transformations that occurred in the Late glacial and the Early Holocene; (2) to identify the presence of ethnic groups characterised by different rituals over the analysed territory; (3) to infer the persistence of local traditions along the time. The second method is based on stable isotope analysis (!13C, !15N) which was applied to the Epigravettian and Mesolithic human and faunal sample from the south-eastern Alps (Tagliente, Mezzocorona, Vatte di Zambana, Mondeval de Sora). The reconstruction of the ancient diet is a source of knowledge of the dietary proteins consumed by the individuals and therefore of subsistence strategies; it has therefore provided useful information about: (1) the adaptability of human subsistence strategies to local environmental conditions and to climatic changes; (2) the exclusion of marine resources from the diet of inland groups; (3) a different consumption of terrestrial and freshwater-derived protein by Mesolithic male and female individuals; as an hypothesis this difference can be connected to the different activities carried out by individuals or to the existence of food restrictions. The data obtained by the anaysis of mortuary practice and stable isotope analysis confirm the progressive reduction of the occupied areas and the subsequent regionalisation of the hunter-gatherers at the end of Pleistocene and the beginning of Holocene. This regionalisation is supposed to have an impact on the social organisation of human groups.
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Hayel, Kélig. "Processus identitaires en jeu dans la représentation sociale des régions : identités endogroupes et différenciations intergroupes". Thesis, Montpellier 3, 2015. http://www.theses.fr/2015MON30051.

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Cette thèse s'attache aux liens existant entre la théorie des représentations sociales et celle de l'identité sociale dans le domaine des espaces régionaux. Plus précisément, nous avons cherché à mettre en évidence les processus identitaires en jeu dans la représentation sociale des régions.A travers nos expériences, nous avons pu dégager deux concepts sous-jacents aux dynamiques des représentations sociales. Nous avons ainsi mis en évidence l'existence d'une part, d'identités endogroupes à l'intérieur des représentations sociales des régions, et d'autre part, de différenciations intergroupes dans les représentations sociales des régions. Ces identités régionales endogroupe et ces différenciations régionales intergroupes sont donc perçues comme des supports des représentations sociales des régions.Ainsi puisque nous avons pu déduire que les représentations sociales des régions soutiennent ces deux types d'identités, il nous reste enfin à déterminer si l'image des régions s'appuie sur les identités régionales endogroupes ou sur les différenciations régionales intergroupes
The goal of the research proposed in this thesis, is to enforce the links between socialrepresentation theory and social identity theory in the regional geographical area context.Precisely, we wanted to put in evidence the identity processes involved into the social representation of the regional identity. Based on our experiments, we have found two main concepts based on social representation dynamics. First, we proved the existence of endogroupes identytites inside social representation of regional identity. Second, we show the existence of inter-group differenciation of the social representation of the regional identity. The endogroupe and intergroup regional identities build the basement of the social reprensentations of the regionalidentities.Finally, as we have been able to deduct that the social representations of the regional identities are absed on these two types of representation, we have determined if the outside point of view of a region, is based on the endo-group identity or the inter-group differenciations of the social representation
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CANALE, Lorenzo. "IL RUOLO DELLE AREE AGRICOLE NELLA PROGETTAZIONE TERRITORIALE. Gli aspetti sociali come forma di rivitalizzazione del territorio". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91192.

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La tesi indaga il tema della multifunzionalità applicata all’agricoltura come strumento per riattivare territori abbandonati, degradati, a rischio di uso improprio o di nuova edificazione. L’agricoltura ha sempre avuto un rapporto fondamentale con l’Uomo e con gli insediamenti. Il rapporto tra centri abitati e aree agricole è stato un rapporto di unione e di contrapposizione. Nel passaggio da agricoltura di sussistenza a quella di tipo intensivo e specializzato sono stati coinvolti gli spazi, le tecniche, gli strumenti, le opere legate all’attività agricola e, infine, il rapporto con il territorio. L’agricoltura, benché produca beni di prima necessità, nei decenni scorsi è stata considerata un elemento secondario per motivazioni economiche. Sono chiari i valori culturali, paesaggistici, ecologici, sociali, economici dell’agricoltura ma questa è diventata sempre meno redditizia e oggi si trova in grave difficoltà rispetto alla produzione, alla sostenibilità economica, al ruolo paesaggistico e a quello sociale. Le difficoltà dell’agricoltura causano anche l’incapacità delle aree di “difendersi” dalla logica della rendita fondiaria e dall’uso legato al guadagno immediato, come succede nel caso degli impianti di energia da fonti rinnovabili. Tutto questo deve richiamare l’attenzione di chi pianifica il territorio affinché trovi strumenti di valorizzazione delle potenzialità delle aree agricole. Chiaramente le cause non sono esclusivamente economiche ma legate anche ai modelli culturali e agli stili di vita. Affrontare i temi delle aree rurali, della loro produttività, del consumo di suolo e degli usi impropri, è necessario per procedere ad una pianificazione corretta e sostenibile sotto più punti di vista: non solo quello economico, ecologico, storico e sociale ma l’insieme di questi. La tesi approfondisce le diverse politiche europee adottate per frenare la crisi dell’agricoltura. Studi e documenti europei individuano nel principio di multifunzionalità in agricoltura uno strumento per rendere il territorio agricolo più forte. È utile indagare, quindi, sui rapporti tra agricoltura multifunzionale e progettazione territoriale. In particolare si è voluta puntare l’attenzione sugli aspetti sociali come forma di rivitalizzazione del territorio e, quindi, sull’agricoltura sociale come servizio e attività che crea coesione. Le domande che la ricerca si è posta sono due: le attività agricole multifunzionali e la loro declinazione particolare in quelle sociali, possono essere uno strumento di riattivazione economica, culturale e sociale di territori rurali, periurbani e urbani in stato di abbandono, degrado, a rischio di uso improprio o nuova edificazione? Attraverso quale strumento o quali strumenti la progettazione territoriale può utilizzare e valorizzare le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale? Per rispondere a queste due domande non si è potuto trascurare il fatto che dal punto di vista spaziale ed economico, l’agricoltura è misurabile in maniera relativamente semplice. Più complesso è misurare gli aspetti paesaggistici e sociali, quindi, serve fare riferimento ai sistemi di analisi qualitativi. Inoltre l’agricoltura sociale ha scopi riabilitativi, formativi e lavorativi ma ha anche finalità legate alla pianificazione territoriale (ambientali, economici, storico-culturali e sociali) e di questo si è grandemente tenuto conto. Altro aspetto oggetto di analisi sono i diversi approcci europei alle forme di agricoltura multifunzionale e sociale e, in ambito italiano, si indaga sugli strumenti nazionali e regionali che valorizzano le attività agricole multifunzionali. Così come si approfondisce il rapporto particolare tra forme di agricoltura sociale e aree confiscate alle criminalità organizzata. Infine, la rassegna di esempi di attività multifunzionali e l’approfondimento dei casi studio selezionati, mostrano come forme di agricoltura multifunzionale possono rivitalizzare il territorio rurale, periurbano e urbano per arrivare alla proposta di azioni relative all’integrazione di strumenti di governo del territorio, all’integrazione di politiche con strumenti tradizionali, alla logica spaziale utile affinché le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale possano essere considerate servizi al territorio e all’abitante.
The thesis explores the theme of multifunctionality applied to agriculture as a means to reactivate the abandoned territory, degraded, at the risk of misuse or new construction. Agriculture has always had a fundamental relationship with the man and with the settlements. The relationship between urban and agricultural areas has been a relationship of union and opposition. In the transition from subsistence farming to intensive and specialized agriculture, have been involved spaces, techniques, tools, architectures related to agricultural activity and, finally, the relationship with the land. Agriculture, although produce essential goods, in the past decades has been considered a secondary element for economic reasons. There are clear cultural, scenic, ecological, social and economic values of agriculture but this is becoming less profitable and today agriculture is in serious difficulties involving the production, the sustainability , the role of the landscape and the social issues. The difficulties of agriculture also cause the inability of the areas to "defend" itself from the logic of land rent and use linked to immediate profit, as occurs in case of energy plants from renewable sources. All these issues should make territory planner to be careful so that he can find tools to enhance the potential of the agricultural areas. Clearly, the causes are not only economic but also linked to cultural patterns and lifestyles. Addressing the issues of rural areas, their productivity, land use and misuse, it is necessary to carry out a proper planning and sustainable points of view: not only the economic, ecological, historical and social but all of these together. The thesis explores the different European policies adopted to curb the crisis of agriculture. Studies and European documents identify the principle of multifunctionality in agriculture the tool to make the strongest agricultural land. Is useful to investigate, therefore, on the relationship between multifunctional agriculture and regional planning. In particular, we wanted to focus attention on the social aspects as a form of revitalization of the territory and, therefore, on agriculture as a service and social activity that creates cohesion. The questions that the research has set are two: multifunctional agricultural activities and their declination in particular social ones, can be a tool for economic revitalization, cultural and social development of rural areas, periurban and urban areas in a state of abandonment, deterioration, at the risk of misuse or new construction? Through what instrument or instruments such as the regional planning can use and exploit the potential of multifunctional agriculture? To answer these two questions we can't overlook the fact that, from the point of view of spatial and economic, agriculture is measurable in a relatively simple way. It is more difficult to measure the social aspects of the landscape and, therefore, need to refer to the qualitative analysis systems. In addition, the social farming purposes have rehabilitative, educational and business purposes but also related to spatial planning (environmental, economic, historical, cultural and social) and this has greatly been taken into consideration. Another aspect analyzed is the different European approaches to the forms of multifunctional and social agriculture, in the Italian context, and it investigates national and regional instruments that enhance agricultural activities multifunctional. It also explores the relationship between particular forms of social agriculture and areas confiscated from organized crime. The review of examples of multifunctional activities and the deepening of the case studies selected, showing how forms of multifunctional agriculture can revitalize the rural areas, periurban and urban areas. Finally, we arrive at the proposal of actions related to the integration of tools of territorial government, the integration of policies with traditional instruments, the spatial logic necessary to enable the potential of multifunctional agriculture can be considered service to the area and inhabitant.
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LIBERATI, ELISA GIULIA. "Riorganizzare l’ospedale secondo un modello per Intensità delle Cure: Uno studio dell’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10811.

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Innovare verso un modello per Intensità delle Cure (IdC) offre agli ospedali importanti potenzialità di miglioramento, tanto a livello di qualità delle cure quanto sul piano organizzativo e gestionale. L’introduzione del modello IdC può tuttavia implicare sostanziali modifiche nell’organizzazione sociale del lavoro clinico, modificando relazioni, confini e identità professionali. La tesi esamina i reciproci effetti tra il modello IdC e l’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero. Il disegno di ricerca è organizzato in tre fasi: una estensiva analisi documentale, uno studio esplorativo basato su interviste qualitative semi-strutturate, uno caso di studio etnografico in profondità condotto in un ospedale recentemente organizzato secondo il modello IdC. I risultati sono organizzati in tre studi. Il primo mostra come il cambiamento IdC sia stato diversamente interpretato dai manager ospedalieri e dai clinici in prima linea con i pazienti, costituendo così due discordanti ‘narrative di cambiamento’. Il secondo studio si focalizza sugli ostacoli alla creazione di team multidisciplinari negli ospedali IdC. Il terzo studio esamina l’impatto del modello IdC su relazioni e confini professionali tra medici e infermieri. Oltre a contribuire alle teorie socio-psicologiche riguardo a confini e identità professionali, la tesi propone riflessioni concrete su come colmare il divario tra programmi innovativi formali e pratiche di cura quotidiane.
The Patient-Centred Model (PCM) is described as an attempt to redesign the hospitals around the needs of the patients, thus contributing to costs reduction, increased efficiency, and improved care. However, the introduction of the PCM may have a profound impact on the social organisation of work, changing lines of demarcation, challenging well established inter-/intra-professional relationships, and prompting the development of new roles and modes of working. This thesis explores the mutual effects between the new organisational model and the pre-existent social organisation of hospital work. The research design is organised in three phases: an extensive document analysis; an interview study; an in-depth ethnographic case study conducted for over one year in a PCM hospital. The findings are organised in three studies. The first shows that the PCM was interpreted differently by hospital managers and by frontline clinicians, thus giving rise to two divergent narratives of change. The second study focuses on the boundaries to collaboration and care integration in newly created hospital teams within PCM hospitals. The third study looks at the impact of the PCM on the medical-nursing boundary. The thesis contributes to management learning and practice by providing recommendations on how to accompany complex innovations, comprising of both their expected and unexpected consequences. It also enriches academic debates on professional boundaries, relations, and identities in healthcare.
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LIBERATI, ELISA GIULIA. "Riorganizzare l’ospedale secondo un modello per Intensità delle Cure: Uno studio dell’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10811.

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Innovare verso un modello per Intensità delle Cure (IdC) offre agli ospedali importanti potenzialità di miglioramento, tanto a livello di qualità delle cure quanto sul piano organizzativo e gestionale. L’introduzione del modello IdC può tuttavia implicare sostanziali modifiche nell’organizzazione sociale del lavoro clinico, modificando relazioni, confini e identità professionali. La tesi esamina i reciproci effetti tra il modello IdC e l’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero. Il disegno di ricerca è organizzato in tre fasi: una estensiva analisi documentale, uno studio esplorativo basato su interviste qualitative semi-strutturate, uno caso di studio etnografico in profondità condotto in un ospedale recentemente organizzato secondo il modello IdC. I risultati sono organizzati in tre studi. Il primo mostra come il cambiamento IdC sia stato diversamente interpretato dai manager ospedalieri e dai clinici in prima linea con i pazienti, costituendo così due discordanti ‘narrative di cambiamento’. Il secondo studio si focalizza sugli ostacoli alla creazione di team multidisciplinari negli ospedali IdC. Il terzo studio esamina l’impatto del modello IdC su relazioni e confini professionali tra medici e infermieri. Oltre a contribuire alle teorie socio-psicologiche riguardo a confini e identità professionali, la tesi propone riflessioni concrete su come colmare il divario tra programmi innovativi formali e pratiche di cura quotidiane.
The Patient-Centred Model (PCM) is described as an attempt to redesign the hospitals around the needs of the patients, thus contributing to costs reduction, increased efficiency, and improved care. However, the introduction of the PCM may have a profound impact on the social organisation of work, changing lines of demarcation, challenging well established inter-/intra-professional relationships, and prompting the development of new roles and modes of working. This thesis explores the mutual effects between the new organisational model and the pre-existent social organisation of hospital work. The research design is organised in three phases: an extensive document analysis; an interview study; an in-depth ethnographic case study conducted for over one year in a PCM hospital. The findings are organised in three studies. The first shows that the PCM was interpreted differently by hospital managers and by frontline clinicians, thus giving rise to two divergent narratives of change. The second study focuses on the boundaries to collaboration and care integration in newly created hospital teams within PCM hospitals. The third study looks at the impact of the PCM on the medical-nursing boundary. The thesis contributes to management learning and practice by providing recommendations on how to accompany complex innovations, comprising of both their expected and unexpected consequences. It also enriches academic debates on professional boundaries, relations, and identities in healthcare.
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CLERICI, CLAUDIA. "Le nuove sfide per l'educazione alla pace in un mondo globalizzato". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/140.

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La tesi si occupa dell'educazione alla pace in prospettiva storica a partire dal Novecento, per cogliere come sia stata influenzata dai mutamenti culturali, sociali e antropologici di questo secolo. Si prende, poi, in considerazione lo scenario instauratosi con la guerra fredda e la minaccia nucleare, che pone l'uomo, per la prima volta, di fronte ad una prospettiva pantoclastica. La fine della guerra fredda, il postcolonialismo e nuove tipologie di conflitti permettono di cogliere le sfide che la globalizzazione pone al problema della pace. Si giunge a riflettere su come la riflessione pedagogica abbia fatto propri tali cambiamenti, per poi formulare itinerari educativi non anacronistici, ma capaci di aiutare a convivere con la complessità del reale, utilizzandola in maniera proattiva. Si conclude con un'analisi delle strategie concrete: conflict resolution e pratiche di memoria e riconciliazione.
Peace Education has been analyzed with an historical perspective since the twentieth century, in order to understand how it is affected by cultural, social and anthropological changes. Cold war scenery and nuclear threat are analyzed as specific situations that cause humanity to face a pantoclastic perspective for the first time. The end of the cold war, post-colonialism and new kinds of conflict allow globalization challenges to peace to be taken. The way pedagogical reflection has interiorized these changes is thus analyzed in order to propose non anachronistic educational programs that enable people to cohabit with contemporary complexity, using it in a proactive way. Analysis about practical strategies such as conflict resolution, memory and reconciliation conclude the research.
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CLERICI, CLAUDIA. "Le nuove sfide per l'educazione alla pace in un mondo globalizzato". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/140.

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La tesi si occupa dell'educazione alla pace in prospettiva storica a partire dal Novecento, per cogliere come sia stata influenzata dai mutamenti culturali, sociali e antropologici di questo secolo. Si prende, poi, in considerazione lo scenario instauratosi con la guerra fredda e la minaccia nucleare, che pone l'uomo, per la prima volta, di fronte ad una prospettiva pantoclastica. La fine della guerra fredda, il postcolonialismo e nuove tipologie di conflitti permettono di cogliere le sfide che la globalizzazione pone al problema della pace. Si giunge a riflettere su come la riflessione pedagogica abbia fatto propri tali cambiamenti, per poi formulare itinerari educativi non anacronistici, ma capaci di aiutare a convivere con la complessità del reale, utilizzandola in maniera proattiva. Si conclude con un'analisi delle strategie concrete: conflict resolution e pratiche di memoria e riconciliazione.
Peace Education has been analyzed with an historical perspective since the twentieth century, in order to understand how it is affected by cultural, social and anthropological changes. Cold war scenery and nuclear threat are analyzed as specific situations that cause humanity to face a pantoclastic perspective for the first time. The end of the cold war, post-colonialism and new kinds of conflict allow globalization challenges to peace to be taken. The way pedagogical reflection has interiorized these changes is thus analyzed in order to propose non anachronistic educational programs that enable people to cohabit with contemporary complexity, using it in a proactive way. Analysis about practical strategies such as conflict resolution, memory and reconciliation conclude the research.
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BRAMBILLA, MARIA. "Religiosità e processi identitari: aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1737.

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Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.
Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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BRAMBILLA, MARIA. "Religiosità e processi identitari: aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1737.

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Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.
Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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Obama, Boris. "Représentations sociales et identité sociale dans les groupes hiérarchiques : le cas du tennis". Thesis, Bourgogne Franche-Comté, 2019. http://www.theses.fr/2019UBFCH044.

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Ce travail doctoral s’appuie sur l’organisation sociale hiérarchique des joueurs de tennis, afin d’observer les effets de cette structure hiérarchique, sur les représentations sociales que les groupes de joueurs ont du tennis. Le positionnement d’un individu, ou d’un groupe au sein d’une structure sociale, a un impact sur la façon dont il est perçu et dont il se perçoit, cette perception résulte d’un processus de comparaison sociale. Ce positionnement a également un impact sur l’identification des individus. Trois études sont conduites. La première s’intéresse à la perception de l’organisation de la matrice sociale du tennis par les joueurs. Elle met en évidence l’existence de différentes groupes de pratiques : du joueur de tennis loisir, aux joueurs de tennis professionnels, et leur positionnement au sein de la matrice. Elle explore également l’identification au groupe, en fonction du positionnement au sein de la matrice, et mesure la représentation que ces groupes de joueurs, ont du tennis. La deuxième étude ouvre la matrice sociale, elle questionne un groupe composé de sportifs dont la discipline n’est pas le Tennis. Il s’agit de questionner certains résultats observés lors de la première étude, et plus particulièrement d’évaluer l’impact de la variable fréquence de la pratique. La troisième et dernière étude, utilise deux méthodes confirmatoires. Elle se centre sur la représentation du tennis chez les groupes cibles (Haut Niveau, Compétition, Loisir). Elle vise à mettre en lumière les effets de l’identification au groupe sur le contenu mais aussi sur la structure de la représentation sociale. Les résultats montrent un effet du positionnement du groupe et de l’identification au groupe sur la représentation sociale. En conclusion, nous envisageons les implications de nos résultats dans le cadre de la théorie des représentations sociales. Nous soulignons l’intérêt de définir la structure de la matrice sociale (hiérarchique) et le positionnement des groupes pour appréhender la représentation sociale
This doctoral work is based on the hierarchical social organization of tennis players. The ai mis to observe the effects of this hierarchical structure, on the social representations that groups of players have about tennis. The positionning of an individual, or a groupe within a social structure, has an impact on the way it is perceived and how he perceided himself. This perception results from a process of social comparison. This positionning also has an impact on the identification of individuals. Three studies are conducted. The first is interested in the perception of the organization of the social matrix of tennis by the players. It highlights the existence of different groups of practices : from leisure tennis player, to the professional tennis players and their positioning within the matrix. It also explore the identification to the group, according to the positioning within the matrix, and measures the representation that those groupes of players, have of tennis. The second stydu open the social matrix, by questioning a group composed of athletes whose discipline is not tennis. The goal is to question certain results observed during the first study, and more particulary to evaluate the impact of the level variable. The third and final study uses two confirmatory methods. It focused on the representation of tennis among the target groupes (High Level, Competition, Leisure). It aims to highlight the effects of identification with the group on the content but also on the structure of the social representation. In conclusion, we consider the implications of our results in the framework of the theory of social representations. We emphasize the interest of defining the structure of the social matrix (hierarchical) and the positioning of the groups to apprehend social representation
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Stagni, Andrea. "Dalla marginalizzazione alla rigenerazione delle aree interne: buone pratiche e prospettive". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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L’abbandono delle zone geografiche più periferiche e svantaggiate, prime fra tutti quelle montane e rurali, risulta essere un fenomeno storico-geografico di lungo corso che inizia con la crisi agraria di fine XIX secolo; e che si presenta oggi come un fenomeno assodato, in grado di inficiare le condizioni sociali, economiche e culturali dell’intero Paese. I suoi effetti, in organica relazione con i movimenti di scala globale, pongono in essere forti squilibri e scompensi territoriali segno di una nuova stratificazione spaziale che vede una forte dicotomia fra ambiti dinamici - agganciati al treno dello sviluppo e capaci di esplicare una propulsione endogena - e ambiti marginalizzati necessitanti azioni di riqualificazione e riprogettazione territoriale. Il presente lavoro indaga sui processi di marginalizzazione, su alcune delle più significative risposte messe in pratica a livello istituzionale per il loro contenimento, e sulle prospettive future per i territori marginali. Il primo capitolo esamina la de-territorializzazione partendo dal concetto stesso di luogo e dei valori che esso esplica, e i fattori che hanno causato la scomposizione di tali valori. Il secondo capitolo presenta le politiche di coesione territoriale poste in essere dalle istituzioni europee e analizza gli strumenti operativi più significativi tramite cui vengono applicate. Il terzo capitolo sposta l’obiettivo sulla dimensione nazionale con una disamina specifica della Strategia Nazionale per le Aree Interne, il paradigma metodologico in essa contenuto e i processi d’ingegneria territoriale che su di essa si sono innestati negli ultimi anni. Il quarto capitolo esamina alcune delle best practice già in essere, offre una mappatura delle stesse a livello nazionale e si interroga sul loro effetto ed efficacia progettuale, presentando possibili strategie di riqualificazione territoriale con le quali integrare gli attuali oggetti del dibattito specialistico in materia di riterritorializzazione.
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PARISE, MIRIAM. "Self-enhancement e relazione di coppia: positive illusions, self-serving bias e l'influenza del parenting intrusivo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1020.

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Il lavoro di tesi si focalizza su due meccanismi di self-enhancement, le positive illusions e il self-serving bias, e li analizza nel contesto della relazione di coppia, con particolare attenzione all’influenza che una strategia di parenting disfunzionale come l’intrusive parenting esercita su di essi. La tesi si articola in tre studi: il primo ed il secondo studio, adottando un approccio quantitativo, si focalizzano sul costrutto delle positive illusions, mentre il terzo, attraverso un disegno sperimentale, sul costrutto del self-serving bias.
Self-enhancement is a self-motive which pushes individuals to increase positive self-views and to protect their self-concept from negative information. Two mechanisms associated with the self-enhancement motive, positive illusions and the self-serving bias, will be analyzed in the context of couple relationship. Positive illusions deal with the tendency to perceive one’s relationship favorably when compared to the couple relationship of the average other. The self-serving bias relates to the tendency to make internal responsibility attributions for positive events but to make external responsibility attributions for negative events; however, when individuals collaborate with a close partner on an interdependent-outcome task, they refrain from self-serving attributions or even manifest the other-serving bias. These mechanisms serve the purpose of maintaining and protecting a relationship that is central in one’s couple identity. The present work will also focus on the influence that an insidious parental behavior like intrusive parenting exerts on these two biases pro-relationship and, consequently, on couple identity. Study 1 and 2 are dedicated to the examination of couple positive illusions in couples in transition to marriage whereas study 3 investigates the self-serving bias in dating partners.
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PARISE, MIRIAM. "Self-enhancement e relazione di coppia: positive illusions, self-serving bias e l'influenza del parenting intrusivo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1020.

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Il lavoro di tesi si focalizza su due meccanismi di self-enhancement, le positive illusions e il self-serving bias, e li analizza nel contesto della relazione di coppia, con particolare attenzione all’influenza che una strategia di parenting disfunzionale come l’intrusive parenting esercita su di essi. La tesi si articola in tre studi: il primo ed il secondo studio, adottando un approccio quantitativo, si focalizzano sul costrutto delle positive illusions, mentre il terzo, attraverso un disegno sperimentale, sul costrutto del self-serving bias.
Self-enhancement is a self-motive which pushes individuals to increase positive self-views and to protect their self-concept from negative information. Two mechanisms associated with the self-enhancement motive, positive illusions and the self-serving bias, will be analyzed in the context of couple relationship. Positive illusions deal with the tendency to perceive one’s relationship favorably when compared to the couple relationship of the average other. The self-serving bias relates to the tendency to make internal responsibility attributions for positive events but to make external responsibility attributions for negative events; however, when individuals collaborate with a close partner on an interdependent-outcome task, they refrain from self-serving attributions or even manifest the other-serving bias. These mechanisms serve the purpose of maintaining and protecting a relationship that is central in one’s couple identity. The present work will also focus on the influence that an insidious parental behavior like intrusive parenting exerts on these two biases pro-relationship and, consequently, on couple identity. Study 1 and 2 are dedicated to the examination of couple positive illusions in couples in transition to marriage whereas study 3 investigates the self-serving bias in dating partners.
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Bonetto, Eric. "Représentations sociales et identité sociale : le rôle des représentations sociales et de leur structure dans l'affiliation au groupe". Thesis, Aix-Marseille, 2019. http://www.theses.fr/2019AIXM0282.

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L’observation de Jahoda (1988) concernant le manque de test de la théorie des représentations sociales demeure pertinente à propos des enjeux identitaires portés par les représentations sociales. Cette thèse s’intéresse tout particulièrement au rôle de ces représentations dans l’affiliation au groupe. Selon une telle perspective, elle se place à l’articulation de l’approche structurale des représentations sociales et de la perspective de l’identité sociale. Douze études testent différentes hypothèses dans le cadre de cette articulation. Les études 1a (N = 324) et 1b (N = 268) s’intéressent au potentiel effet de la structure des représentations sociales sur l’identification au groupe. Les études 2, 3a et b, 4a et b (de N = 143 à N = 358) s’intéressent au potentiel rôle des RS dans la reconnaissance des membres du groupe et la prototypicalité de ceux-ci. Les études 3a et b, 4a et b, 5a et b (de N = 161 à N = 358) explorent la valeur sociale des représentations sociales. Enfin, les études 6a, b et c (de N = 49 à N = 52) traitent du partage perçu dans le cadre de l’approche structurale des représentations sociales. Les conséquences pour la théorie des représentations sociales des résultats inconsistants observés sont discutées à la lumière des considérations d’ordre épistémologique de Popper et Lakatos. Différentes perspectives de recherches sont également présentées,certaines étant assorties d’études empiriques
The observation of Jahoda (1988) about the lack of test of the theory of social representations remains relevant about the identity features of SRs. This PhD thesis is particularly interested in the role of these representations in the affiliation to the group. In this perspective, it takes place at the articulation between the structural approach to social representations and the social identity perspective. Twelve studies test different hypotheses in the framework of this articulation. Studies 1a (N = 324) and 1b (N = 268) are interested in the potential effect of the structure of social representations on group identification. Studies 2, 3a and b, 4a and b (from N = 143 to N = 358) are interested in the potential role of SRs in the recognition of group members and in their prototypicality. Studies 3a and b, 4a and b, 5a and b (from N = 161 to N = 358) explore the social value of social representations. Finally, studies 6a, b and c (from N = 49 to N = 52) deal with perceived sharedness in the structural approach to social representations. The consequences for the theory of social representations of theinconsistent results observed are discussed in the light of Popper’s and Lakatos’ epistemological considerations. Different research perspectives are also presented, some being accompanied of empirical studies
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Sibony, Denis. "Capital social, philanthropie et identité : quelles implications pour l’économie sociale ?" Thesis, Paris, CNAM, 2013. http://www.theses.fr/2013CNAM0887/document.

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Comment expliquer les variations du niveau de don dans des pays comparables ? Dans tous les pays industrialisés, la crise économique des années 1980 a favorisé la recherche d'alternatives à l'État providence en incitant les organismes du Tiers secteur à jouer un rôle accru dans un partenariat pour la définition et la mise en œuvre des politiques publiques. Parmi les organisations du Tiers secteur, les fondations philanthropiques offrent un cadre juridique qui permet aux personnes qui le souhaitent de réaliser des actes de générosité en affectant une partie de leur fortune personnelle, sous forme de don, à des fins d'intérêt général. Le don peut être ainsi considéré comme une expression concrète de la coopération entre les citoyens en vue du bien commun. Tous les pays démocratiques essaient d’en favoriser le développement. Les explications classiques de la variation de niveau du don entre pays développés ne prennent pas en considération le don comme un fait social. Nous soutenons que le niveau du don dans une société ne peut être expliqué par la somme des dons individuels qui répondent chacun à des motivations personnelles mais bien par ce qui constitue son substrat social : l’état de la société dont la cohésion est déterminée à la fois par la présence de capital social et la représentation des identités. A la différence du capital humain qui regroupe les compétences, les qualifications et les connaissances des individus, le capital social peut être compris comme « l’ensemble des relations, des réseaux et des normes qui facilitent l’action collective ». Le capital social fait ainsi référence aux relations que les individus établissent entre eux au sein des réseaux sociaux ainsi qu'aux normes de réciprocité qui naissent de ces relations. L’hypothèse du don comme variable dépendante de l’état de cohésion sociale ouvre la voie à cette recherche doctorale axée d’une part sur le niveau de capital social dans les pays économiquement développés et d’autre part, sur la signification du don comme mode de représentation de l’identité. Elle contribue à définir les contours théoriques du capital social en mettant en évidence les liens étroits qui unit ce concept au don et par là, à la construction des identités. Cette analyse de la relation entre don, capital social et identité a des implications directes pour la recherche dans le champ de la société civile. La société civile est présentée sous deux perspectives différentes. La première, de tradition nord-américaine, associe le Tiers secteur à la condition exclusive du « non profit». La seconde perspective, de tradition européenne, retient l’idée d’une économie sociale hybride composée d’entreprises et organisations qui relèvent à la fois des secteurs marchand et non marchand. Ces entreprises et organisations de l’économie sociale sont des structures entremêlant dans leurs actions une pluralité de logiques économiques. En se fondant sur l’analyse de Polanyi sur l’encastrement de l’économie et ses différentes formes d’intégration, associée à la logique maussienne du don, nous tentons d’éclairer la dimension socioéconomique, voire politique des initiatives de l’économie sociale. L’économie sociale peut ainsi être appréhendée comme une « économie du don », comprise comme économie plurielle. Par ailleurs, la Nouvelle sociologie économique propose à la fois une analyse réticulaire de l’économie qui se fonde entre autre sur la présence et la densité des liens interpersonnels et une analyse culturelle de l’économie qui relie les marchés aux valeurs. A partir de là, il devient possible d’appréhender l’économie sociale comme une « économie du capital social », entendu comme facteur organisationnel et générateur de sens
How to explain variations in the level of donation in comparable countries? In all industrialized countries, the economic crisis of the 1980s encouraged the search for alternatives to the welfare state by encouraging third sector organizations to play a greater role in a partnership for the definition and implementation of public policies.Among Third sector organizations, philanthropic foundations provide a legal framework that allows people who wish to carry out acts of generosity by allocating a part of their personal wealth in the form of gift, for the purpose of general interest. Giving can be considered as a concrete expression of the cooperation between citizens for the common good.All democratic countries try to promote giving. The conventional explanations of the variation in level of gift among developed countries do not consider the gift as a social fact. We argue that the level of giving can't be explained by the sum of individual gifts that each respond to personal motives but by the state of the society whose cohesion is determined to both by the presence of social capital and the representation of identities.Social capital can be understood as " relationships, networks and norms that facilitate collective action." Social capital refers to relations that individuals establish them in social networks and the norms of reciprocity that arise from these relationships.This thesis is focused, first, on the level of social capital in economically developed countries and secondly on the meaning of the gift as a mode of representation of identity. It helps define social capital theory by highlighting the close relationship that unites the concept of the gift and hence the construction of identities.This analysis of the relationship between gift, identity ans social capital has direct implications for research in the field of civil society. Civil society is presented from two different perspectives. The first perspective, in a North American tradition, determines the Third sector to the sole condition of "non profit" sector. The second perspective, in an European tradition, consider social economy with organizations or enterprises within both profit and non-profit sector. These organizations and entreprises mix in their actions a plurality of economic logics.Based on the analysis of Polanyi on the embedding of the economy and its various forms of integration, associated with the Maussian logic of the gift, we try to shed light on the socio-economic dimension, or political dimension, of social economy. Social economy can be seen as a "gift economy", understood as a plural economy.Finally, the New Economic Sociology offers both an analysis of the reticular economy based on the presence and density of interpersonal ties and a cultural analysis of the economy that connects markets to values. It is possible to understand the social economy as a “social capital economy". Social capital is understood as an organizational factor and a meaning
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Strömberg, Anna y Nora Selin. "#Identitet #Socialt samspel : En studie om sociala mediers påverkan på ungdomar". Thesis, Högskolan i Gävle, Avdelningen för socialt arbete och psykologi, 2014. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:hig:diva-17366.

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Studiens syfte var att beskriva och analysera hur ungdomar anser att sociala medier påverkar identitet och socialt samspel ungdomar emellan. Genom en fokusgruppsintervju har ungdomar kommit till tals och sinsemellan fått chansen att diskutera frågor kring sociala mediers påverkan på såväl, beteenden och delaktighet, som självbilden. Resultatet ger en bild av att sociala medier riskerar att få konsekvenser på ungdomarnas självbild och interaktion. Främst då fokus hamnat på att via sociala medier förmedla och upprätthålla bilden av sig själv som den perfekta, med dyr livsstil och sunda levnadsvanor. Vilket ungdomarna anser problematiskt, stressfullt och ångestladdat, den negativa påverkan är dock bara en sida och de sociala medierna framstår som viktiga arenor i ungdomars liv.
The purpose of this essay was to describe and analyze the impact social media has on youths identity and social interaction from a youths perspective. We used a method of qualitative interview, by letting youths discuss the issue in a group, with consideration to our questions about behavior, participation, and self-image. The results showed that the respondents saw an impact on youths identity and social interaction. In social media youths wants to show themselves as perfect, with an expensive lifestyle and healthy habits. The participants saw this as a problem, causing stress and anxiety, the negative affection is on the other hand only one side of it all, and social media is of great importance in the life of youths.
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Sibony, Denis. "Capital social, philanthropie et identité : quelles implications pour l'économie sociale ?" Phd thesis, Conservatoire national des arts et metiers - CNAM, 2013. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00943009.

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Comment expliquer les variations du niveau de don dans des pays comparables ? Dans tous les pays industrialisés, la crise économique des années 1980 a favorisé la recherche d'alternatives à l'État providence en incitant les organismes du Tiers secteur à jouer un rôle accru dans un partenariat pour la définition et la mise en œuvre des politiques publiques. Parmi les organisations du Tiers secteur, les fondations philanthropiques offrent un cadre juridique qui permet aux personnes qui le souhaitent de réaliser des actes de générosité en affectant une partie de leur fortune personnelle, sous forme de don, à des fins d'intérêt général. Le don peut être ainsi considéré comme une expression concrète de la coopération entre les citoyens en vue du bien commun. Tous les pays démocratiques essaient d'en favoriser le développement. Les explications classiques de la variation de niveau du don entre pays développés ne prennent pas en considération le don comme un fait social. Nous soutenons que le niveau du don dans une société ne peut être expliqué par la somme des dons individuels qui répondent chacun à des motivations personnelles mais bien par ce qui constitue son substrat social : l'état de la société dont la cohésion est déterminée à la fois par la présence de capital social et la représentation des identités. A la différence du capital humain qui regroupe les compétences, les qualifications et les connaissances des individus, le capital social peut être compris comme " l'ensemble des relations, des réseaux et des normes qui facilitent l'action collective ". Le capital social fait ainsi référence aux relations que les individus établissent entre eux au sein des réseaux sociaux ainsi qu'aux normes de réciprocité qui naissent de ces relations. L'hypothèse du don comme variable dépendante de l'état de cohésion sociale ouvre la voie à cette recherche doctorale axée d'une part sur le niveau de capital social dans les pays économiquement développés et d'autre part, sur la signification du don comme mode de représentation de l'identité. Elle contribue à définir les contours théoriques du capital social en mettant en évidence les liens étroits qui unit ce concept au don et par là, à la construction des identités. Cette analyse de la relation entre don, capital social et identité a des implications directes pour la recherche dans le champ de la société civile. La société civile est présentée sous deux perspectives différentes. La première, de tradition nord-américaine, associe le Tiers secteur à la condition exclusive du " non profit". La seconde perspective, de tradition européenne, retient l'idée d'une économie sociale hybride composée d'entreprises et organisations qui relèvent à la fois des secteurs marchand et non marchand. Ces entreprises et organisations de l'économie sociale sont des structures entremêlant dans leurs actions une pluralité de logiques économiques. En se fondant sur l'analyse de Polanyi sur l'encastrement de l'économie et ses différentes formes d'intégration, associée à la logique maussienne du don, nous tentons d'éclairer la dimension socioéconomique, voire politique des initiatives de l'économie sociale. L'économie sociale peut ainsi être appréhendée comme une " économie du don ", comprise comme économie plurielle. Par ailleurs, la Nouvelle sociologie économique propose à la fois une analyse réticulaire de l'économie qui se fonde entre autre sur la présence et la densité des liens interpersonnels et une analyse culturelle de l'économie qui relie les marchés aux valeurs. A partir de là, il devient possible d'appréhender l'économie sociale comme une " économie du capital social ", entendu comme facteur organisationnel et générateur de sens.
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Roussillon, Alain. "Reforme sociale et identite : pensee, ideologies, societe en egypte". Paris 3, 1994. http://www.theses.fr/1994PA030194.

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En termes de "reformisme", l'objet de la recherche porte, sur le terrain egyptien, sur la recurrence de systemes d'action et de representation articules par une visee identitaire. Par "reformisme", j'entends la correlation etablie par les acteurs sociaux entre la question de la production du sens et celle de l'identite, meritee et a construire. Dans le contexte colonial et post-colonial, la logique de la reforme est celle a travers laquelle s'opere, ou tente de s'operer, l'autonomisation d'un champ intellectuel, d'un champ politique et d'un champ religieux. Pour ce qui est du champ intellectuel, la recherche porte sur les conditions de l'emergence en egypte des sciences sociales, et en particulier de la sociology. Dans le champ politique, elle porte sur le processus d'emergence de l'etat, sur la mise en place de ses modes d'actions et sur les differents expressions du naturalisme egyptien, y compris l'oralisme ou le socialisme orale. A l'intersection du politique et du religieux, de tente de rendre compte des differentes manifestations de l'islamisme en egypte - societes islamiques d'investissement et finance islamique, prise de controle des associations professionnelles, participation politique, violence. . .
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Perrin, Caroline. "Dynamique identitaire et partitions sociales : le cas de l'identité "raciale" des noirs en france". Phd thesis, Université de Bourgogne, 2011. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00732486.

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Ce travail de recherche a pour but d'investiguer du point de vue psychosocial l'identité " raciale " de la population des Noirs en France en particulier dans leur rapport avec les Blancs afin de mettre au jour les dynamiques identitaires qui existent entre les groupes.Le cadre théorique relève de la catégorisation sociale et plus particulièrement de l'un de ses développements, à savoir le concept des partitions sociales. Cette conception postule l'existence de plusieurs types de relations intercatégorielles (les partitions) qui permettent d'appréhender la nature du positionnement identitaire des individus dans le cadre d'une relation intergroupe (en fonction de l'intérêt identitaire de chacun) en y ajoutant un aspect dynamique à travers la notion de co-construction. La méthodologie utilisée relève principalement des représentations mutuelles, c'est-à-dire des représentations intercatégorielles (la représentation que l'on a de sa catégorie d'appartenance et celle que l'on a de l'exogroupe considéré) qui nous permettent de dégager les dynamiques identitaires existant entre des groupes socio-culturellement différents. Dans cette perspective, une série de d'études a été mise en œuvre. La première a mis en évidence l'existence de stratégies identitaires différentes de la part des Noirs antillais selon qu'ils vivent en Métropole ou aux Antilles. Les Antillais de Métropole s'insèrent dans une partition communautaire alors que ceux des Antilles semblent adopter une stratégie d'évitement en se recatégorisant à un niveau supraordonné. La deuxième étude a montré qu'en fonction de leur interlocuteur (opérationnalisé par les mots inducteurs " Black ", " Blanc " et " Beur "), les Français d'origine Afro-antillaise, Européenne ou Maghrébine adoptaient des positionnements identitaires différents. Enfin, une troisième étude a permis de dégager l'existence d'une discrimination implicite vis-à-vis des Noirs en France s'appuyant sur un stéréotype structuré de la même façon qu'aux États-Unis mais ne s'exprimant pas explicitement. De façon générale, ces études semblent montrer que l'appréhension des relations interethniques par le biais des partitions (et non plus en simples termes d'endofavoritisme ou d'exodéfavoritisme) permet de mieux comprendre les relations existant entre différentes communautés dans un contexte intra-national.
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Conti, Luisa. "Interazione dialogica interculturale on-line. Sviluppo di un modello riflessivo. Webbasierte interkutlurelle dialogische Interaktion. Entwicklung eines reflexiv-orientierten Modells". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421726.

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Resumen
Goal of this dissertation is to discuss the possibility of using the web for projects of intercultural dialogue. But what is intercultural dialogue? This work tries to give a scientifical definition of it, through an intensive, multi- and interdisciplinary theoretical discussion which focus on following complex concepts: communication, dialogue, culture and intercultural dialogue as well as identity. Of particular interest is this work for scientists but also for practicioners, which deal with the conceptualization or facilitation of dialogical projects.
Questo lavoro nasce nell'ambito della comunicazione interculturale e assume nel suo percorso prospettive proprie della pedagogia interculturale, nutrendosi inoltre di ricerche originate in ulteriori settori disciplinari (in particolare: psicologia, sociologia, linguistica). La multidisciplinarità che caratterizza questa tesi e che in alcuni passaggi si trasforma in una vera e propria interdisciplinarità, permette un'analisi sfaccettata e il più possibile completa del suo oggetto. Al centro della ricerca si trova l'interazione dialogica, l'interazione cioè che ruota intorno allo sviluppo del sé tramite l'esperienza dell'altro. Di particolare interesse è per questo studio l'aspetto interculturale che può venire a caretterizzare tale interazione, aumentando la sua complessità a vari livelli. Imprescindibile si delinea dunque l'approfondimento degli ambiti teorici legati al concetto di comunicazione e a quello di cultura. Alla complessità del processo comunicativo viene dedicata la prima parte della tesi, il cui obiettivo è quello di discernere le diverse variabili che lo influenzano per poterle così analizzare. Il significato di cultura e interculturalità vengono invece discussi nella seconda parte del lavoro, permettendo così di specificare e delineare il significato di interazione dialogica interculturale. L'esplorazione di questo concetto svela la sua fragilità processuale, rendendo così evidente la necessità di creare un ambiente adatto al suo svolgimento, trasformando l'interazione dialogica, in maniera più o meno esplicita, in un percorso di apprendimento riflessivo. L'ideazione e lo svolgimento di progetti didattici orientati alla realizzazione di tali interazioni diventano dunque focus del lavoro di ricerca, il cui campo viene precisato ulteriormente scegliendo il web come campo d'azione. Nella terza e ultima parte della tesi vengono così discusse le variabili che lo rendono uno spazio potenzialmente adatto ad ospitare tali esperienze. Le peculiarità del gruppo di riferimento e i suoi possibili obiettivi dialogici specifici, la figura plurifunzionale del moderatore, la creazione di un'atmosfera di fiducia e l'offerta tecnologica attuale sono tra le dimensioni elaborate che si vengono a incrociare nelle diverse fasi del processo, dalla sua ideazione fino alla valutazione.
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Suchon, Rémi. "Essays on the economics of social identity, social preferences and social image". Thesis, Lyon, 2018. http://www.theses.fr/2018LYSEN080/document.

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Resumen
Cette thèse porte sur trois déterminants sociaux des décisions économiques : l'identité sociale, l'image sociale et les préférences sociales. Le premier chapitre rend compte d'une expérience visant à tester l'effet de la mobilité sociale ascendante sur la confiance interpersonnelle. Les individus se sont caractérisés à la fois par une identité de groupe naturelle et par un statut attribué au moyen de leur performance relative dans une tâche dans laquelle les identités naturelles prédisent fortement la performance. La mobilité ascendante se caractérise par l'accès au statut élevé des individus appartenant au groupe naturel associé à une performance attendue inférieure. Nous constatons que les personnes socialement mobiles font moins confiance que celles qui ne sont pas socialement mobiles, à la fois lorsque le l'autre individu appartient au même groupe naturel ou à un autre groupe naturel. En revanche, la mobilité ascendante n'affecte pas la fiabilité. Nous ne trouvons rien qui indique que l'interaction avec une personne mobile a une incidence sur la confiance ou la fiabilité. Dans le deuxième chapitre, nous testons si les individus intériorisent les effets de leur comportement sur l'image sociale de leur groupe. Dans notre expérience, nous recrutons des paires d'amis et étudions si le nombre de fausses déclarations diminue quand cela peut avoir des retombées négatives sur l'image de l'ami. Nous constatons que les participants nuisent à l'image sociale de leurs amis en faisant de fausses déclarations : les observateurs externes mettent à jour leurs croyances et s'attendent à juste titre à ce qu'un participant dont l'ami a fait de fausses déclarations soit susceptible de faire de même. Cependant, les participants font autant de fausses déclarations quand leur comportement peut nuire à l'image de leur ami que quand il ne le peut pas, même si le fait de nuire à l'image de leurs amis réduit leurs propres gains monétaires. Notre interprétation est qu'ils sous-estiment l'impact de leur comportement sur les croyances des observateurs externes concernant leurs amis. Nos résultats montrent que, même dans notre cas où l'appartenance à un groupe est évidente, les groupes peuvent avoir de la difficulté à se bâtir une bonne image. La bonne nouvelle, c'est que les observateurs externes peuvent utiliser les retombées d'images pour mettre à jour leurs croyances et interagir plus efficacement avec les membres des groupes. Dans le troisième chapitre, nous examinons expérimentalement si la sailliance des gains contre-factuels a une incidence sur la générosité. Les participants exécutent d'abord une tâche d'effort réel pour un salaire fixe, puis jouent au jeu du dictateur. Entre les conditions, nous faisons varier le niveau et le moment de la révélation du salaire. Dans certaines conditions, les participants connaissent le salaire avant la tâche de l'effort réel et ne sont pas informés des autres niveaux potentiels. Dans d'autres conditions, ils sont informés de la répartition des salaires avant la tâche d'effort réel, mais le salaire réel n'est révélé qu'ensuite. Notre hypothèse est que les participants à ces dernières conditions évaluent leur salaire réel par rapport aux autres niveaux potentiels, ce qui, à son tour, influe sur leurs transferts dans le jeu dictateur qui suit. Les résultats corroborent cette hypothèse : les participants qui obtiennent un salaire élevé ont tendance à transférer davantage lorsqu'ils sont informés des autres niveaux potentiels que lorsqu'ils ne le sont pas. Symétriquement, les participants qui reçoivent le plus bas salaire ont tendance à transférer moins quand ils sont informés des autres niveaux potentiels que quand ils ne le sont pas
The present dissertation studies three social determinants of economic decisions: Social Identity, Social Image, and Social preferences. The first chapter reports on an experiment testing the effect of upward social mobility on interpersonal trust. Individuals are characterized both by a natural group identity and by a status awarded by means of relative performance in a task in which natural identities strongly predict performance. Upward mobility is characterized by the access to the high status of individuals belonging to the natural group associated with a lower expected performance. We find that socially mobile individuals trust less than those who are not socially mobile, both when the trustee belongs to the same natural group or to the other natural group. In contrast, upward mobility does not affect trustworthiness. We find no evidence that interacting with an upwardly mobile individual impacts trust or trustworthiness. In the second chapter, we test whether individuals internalize the effects of their behavior on the social image of their group. In our experiment, we recruit pairs of real-life friends and study whether misreporting decreases when it may have negative spillovers on the image of the friend. We find that participants hurt their friends' social image by misreporting: external observers update their beliefs and rightfully expect that a participant whose friend misreported is likely to misreport himself. However, participants misreport as often when their behavior can hurt the friend's image as when it cannot, even though hurting their friends' image reduces their own monetary gains. Our interpretation is that they underestimate the impact of their behavior on external observers' beliefs about their friends. Our results show that, even in our case where group membership is salient, groups might have difficulties building a good image. The good news is that external observers may use image spillovers to update their beliefs and interact with members of groups more efficiently. In the third chapter, we experimentally test whether the salience of counter-factual payoffs impacts generosity. Participants first perform a real-effort task for a fixed wage, and then play a dictator game. Between conditions, we vary the level and the timing of the revelation of the wage. In some conditions, participants know the wage before the real effort task, and are not informed of the other potential levels. In some other conditions, they are informed of the distribution of the wages before the real effort task, but the actual wage is only revealed afterward. Our hypothesis is that participants in the latter conditions evaluate their actual wage relative to the other potential levels, which in turns impact their transfers in the subsequent dictator game. The results support this hypothesis: participants who get a the high wage tend to transfer more when they are informed of the other potential levels than when they are not. Symmetrically, participants who get the low wage tend to transfer less when they are informed of the other potential levels than when they are not
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Saimouaa, Khaled. "Rôle des identités sociales dans la représentation sociale de la fatigue en France et en Syrie". Thesis, Dijon, 2015. http://www.theses.fr/2015DIJOL021/document.

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Depuis quelques années, plusieurs facteurs comme la charge d’entraînement sont considérés comme liés aux problèmes d’adaptation des athlètes à l’entraînement. La fatigue est l’un de ces problèmes perçu par les athlètes. Physiologiquement, la fatigue peut se définir comme une diminution au cours du temps de la capacité d’un muscle à générer une force ou une puissance lors d’un exercice donné. Cependant, d’un point de vu social, la fatigue renvoie à une autre réalité qui varie en fonction des groupes sociaux. Cette représentation de la fatigue, propre à chaque groupe, doit être envisagée comme une forme de connaissance, socialement élaborée et partagée. Dans ce travail doctoral, nous nous intéressons à la représentation de la fatigue en France et en Syrie et plus précisément à la représentation sociale de l'athlète fatigué et de la personne non pratiquante fatiguée dans chacun des ces pays. La connaissance sociale de la fatigue est abordée par le biais des théories liées à la fatigue physiologique, à la catégorisation sociale et plus particulièrement à la théorie de l'identité sociale et à la théorie de la représentation sociale. À la suite de cette construction théorique, six études principales ont été réalisées afin de déterminer la représentation de la fatigue de chaque groupe dans les deux pays. Les deux premières études cherchent à mettre en évidence les éléments constitutifs de la représentation sociale de la fatigue issus du dictionnaire des synonymes en français et en arabe. Dans le domaine sportif, la fatigue et la forme restent à l'avantage des athlètes comparés au groupe non pratiquant le sport. C'est par le jeu de catégorisation les athlètes parviennent à établir une comparaison sociale favorable pour leur groupe. Les quartes études suivantes s'intéressent à la représentation de la fatigue à partir de deux groupes sociaux donnés dans les deux pays. À partir de l'utilisation de l'outil RepMut, nos résultats permettent de voir que la représentation de la fatigue est différente en fonction du groupe social interrogé (sportifs, non sportifs) et du pays d'origine de ses membres (France, Syrie). En France, il s'avère qu'au niveau catégoriel, seuls les athlètes sont en mesure de se positionner de façon satisfaisante face à la fatigue, alors qu'en Syrie les athlètes sont en mesure de se positionner favorablement aussi à une situation de fatigue que de pleine forme
For a few years, many factors, such as the burden of training, are considered to be linked to the athletes’ difficulties to get used to training. The fatigue is one of the perceived problems by the athletes. Physiologically, the fatigue can be defined as “the decrease of a muscle’s capacity over time to exert force or power during a given exercise”. However, from the social point of view, the interpretation of fatigue is different and varies according to the social groups. This representation of the fatigue, specific to each group, should be considered as “a form of knowledge, socially developed and shared. In this doctoral thesis, we focus on the representation of fatigue in France and in Syria, more precisely on the social representation of being fatigued (worn out/tired/exhausted) among athletes and non-athletes in these two countries. The form of social knowledge of fatigue is approached via theories related to the physiological fatigue, the social categorization and in particular, via the theories of social identity and social representation. After the construction of the theoretical framework, six studies have been carried out in order to ascertain the representation of fatigue in each group of the two countries.The first two studies sought to highlight the elements of the social representation of fatigue in the French and Arabic dictionary. In the field of sports, low fatigue and better physical shape remain more to the athletes benefit then the non-practicing sport group. That why athletes seek to establish a favorable social position in their group by using social categorization. In the following research, four of the studies are interested in the representation of fatigue from two groups coming from two differents countries. Results using our ‘RepMut’ tool allow us to see that the representation of fatigue is different depending on the social group interviewed (sports, non-sport) and the country of origin of its members (France, Syria). In France, it appears that on a categorical level, only athletes are able to position themselves satisfactorily in the case of fatigue only, while in Syria the athletes are able to position themselves satisfactorily in the cases of fatigue and well being
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