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OUCHTATI, Zoubeida. "Verso una ricerca identitaria al femminile in “L’età del malessere” di Dacia Maraini". ALTRALANG Journal 2, n.º 02 (31 de diciembre de 2020): 261–85. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.88.

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Resumen
ABSTRACT: Writing allows the woman to express herself and talk about her life by emphasizing her interiority. Unlike the other female literatures (English or French for example), the Italian one has been for a long time put in the shadow of “men”. In Italy, the interest in the writing of women was born in the second half of the twentieth century thanks to the feminist movement and the feminine literary criticism. In this article, we study “L’età del malessere”; a novel written by Dacia Maraini who is one of the most known Italian feminists and intellectuals. The main purpose of this study is to show how Dacia Maraini manages to deal with the theme of female identity through her protagonist “Enrica”. The writer highlights both the family and the social context in which Enrica grows because they affect the process of building her identity. Eventually, Enrica gains her identity by gaining her freedom after various vital and bodily experiences. RIASSUNTO: La scrittura permette alla donna di esprimersi e di parlare della sua vita mettendo in risalto la sua interiorità. A differenza delle altre letterature femminili (inglese o francese per esempio), quella italiana è stata per molto tempo messa all’ombra “maschile”. In Italia, l’interesse per la scrittura delle donne nasce nella seconda metà del XX secolo grazie al movimento femminista e alla critica letteraria a firma femminile. In quest’articolo, studiamo “L’età del malessere”; un romanzo scritto Dacia Maraini che è una delle più famose femministe e intellettuali italiane. Lo scopo principale di questo nostro studio è di mostrare come Dacia Maraini riesce a trattare il tema dell’identità femminile mediante la sua protagonista “Enrica”. La scrittrice mette in evidenza sia il contesto familiare sia quello sociale in cui cresce Enrica perché influiscono sul processo di costruzione della sua identità. Alla fine, Enrica conquista la propria identità ottenendo la sua libertà dopo varie esperienze vitali e corporali.
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Fragnito, Gigliola. "Censura ecclesiastica e identità spirituale e culturale femminile". Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 115, n.º 1 (2003): 287–313. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2003.9999.

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Zanini-Cordi (book author), Irene y Patrizia Bettella (review author). "Donne sciolte. Abbandono e identità femminile nella letteratura italiana". Quaderni d'italianistica 32, n.º 1 (6 de diciembre de 2011): 154–55. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i1.15948.

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Alicata, Maria. "Tra intimità e ricerca di sé: Pia Epremian e il cinema sperimentale in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta." Boletín de Arte, n.º 40 (28 de noviembre de 2019): 245–53. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2019.v0i40.5703.

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Il saggio vuole approfondire alcuni aspetti specifici della filmografia di Pia Epremian De Silvestri filmmaker nata a Chivasso in provincia di Torino nel 1942. Attraverso l'analisi dei suoi film è possibile ripercorrere la vicenda del cinema sperimentale in Italia che fiorisce nella seconda metà degli anni Sessanta epoca che vede nascere spazi di condivisione e collaborazione: collettivi di artisti, di cineasti come la Cooperativa Cinema Indipendente (1967-1971), di studenti, di femministe. Tra le poche donne filmmakerattive in quel periodo, i suoi lavori rispecchiano la ricchezza di questo momento storico tra produzione e sperimentazione artistica, dove la dimensione soggettiva e personale è predominante. Si tratta di un cinema girato in prima persona che caratterizza la sua produzione e che ha contribuito alla creazione di una nuova identità femminile.
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Zucchi, Valentina. "Il percorso esistenziale di Sibilla Aleramo: la scrittura verso una nuova identità, la libertà e l'amore". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 de junio de 2022): 357–68. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75861.

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L’articolo propone una riflessione sul percorso esistenziale di Sibilla Aleramo attraverso la scrittura e verso una nuova identità, la libertà e l’amore universale. Quest’ultimo costituisce il nucleo tematico del romanzo epistolare Amo dunque sono. Partendo da alcuni riferimenti alla lotta femminista della scrittrice e alla sua drammatica vicenda autobiografica narrata in Una donna, si metterà l’accento sulla poetica al femminile del diario che esprime, sia per i contenuti sia per lo stile di scrittura, la sensibilità della ‘nuova’ donna ormai emancipata, rinnovata e ricostruita; con una nuova identità. Vedremo come questo diario arrivi ad essere l’espressione piú alta della fede nell’amore, vissuto dalla scrittrice come unico mezzo per arrivare al principio divino e alla comprensione dell’invisibile delle cose.
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Neiger, Giovanna. "Letteratura femminile in mitteleuropa. Un breve confronto tra scrittrici ebree, triestine e austriache". iQual. Revista de Género e Igualdad, n.º 4 (24 de febrero de 2021): 161–71. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.442821.

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Il contributo che scrittrici triestine e austriache di origine ebraica hanno rispettivamente offerto alla cultura otto-novecentesca è oggetto del presente lavoro. Si sono prese in esame e sottoposte ad analisi comparativa le opere di autrici ebree triestine e di altrettante scrittrici ebree austriache. Tra le triestine, la cui identità ebraica si è affievolita, vi sono autrici che hanno svolto attività giornalistica, manifestato aspirazioni irredentistiche, scritto opere per un pubblico femminile e per l’infanzia, che non hanno superato l’usura del tempo. Diversamente dalle colleghe triestine, talune scrittrici austriache, femministe, giornaliste, pedagogiste o attiviste politiche hanno scritto testi che a tutt’oggi offrono spunti di riflessione. The object of this work is the contribution offered to the culture of XIX and XX centuries by women writers from Trieste and Austria.The works by Jewish authors from Trieste and Austria have been examined and a comparative analysis has been carried out.Among the women writers from Trieste, whose identity was wakened, there are authors who carried out journalism, shown irredentism aspiration, wrote works for women and for children that didn’t overcome the passing of time. Unlike other colleagues from Trieste, some Austrian authors, who were feminists, journalists, pedagogists or political activists, wrote some text that, even nowadays, are offering some reflections
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Gahl, Peter. "Identità femminile e generazionale in In principio erano le mutande di Rossana Campo". Cahiers d’études italiennes, n.º 7 (15 de mayo de 2008): 137–48. http://dx.doi.org/10.4000/cei.917.

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Fariello, Sara. "Work-life balance: la conciliazione resta un problema femminile?" SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 3 (noviembre de 2022): 27–50. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003003.

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Il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro è un oggi obiettivo fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori che vogliano coniugare carriera e vita privata. Il rag-giungimento di buon equilibrio dipende in gran parte dal grado di condivisione del lavoro familiare tra uomini e donne: una più equa distribuzione delle attività do-mestiche e delle responsabilità genitoriali all'interno della famiglia consente alle donne una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e, allo stesso tempo, promuove l'assunzione da parte degli uomini dei compiti di cura. Il modello "dual earner dual carer" - ossia un modello di gender arrangement che prevede il riequilibrio del tempo di lavoro retribuito e non retribuito nella coppia - sembra essere il più adatto a realizzare la parità di genere. L'analisi dei dati statistici sull'uso del tempo mostra però che - al di là di qualche eccezione - esiste ancora un forte gap di genere rispetto alla redistribuzione del carico di lavoro domestico e familiare poiché i sistemi nazionali di welfare non sembrano ancora in grado di offrire adeguate risposte ai mutamenti che hanno investito le identità femminili e i rapporti tra i sessi.
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Welch, Evelyn. "Engendering Italian Renaissance art — a bibliographic review". Papers of the British School at Rome 68 (noviembre de 2000): 201–16. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003925.

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L'IDENTITÀ SESSUALE NELL'ARTE RINASCIMENTALE ITALIANA — UNA RASSEGNA BIBLIOGRAFICAQuesto saggio fornisce una rassegna di precedenti approcci allo studio della figura femminile nell'arte rinascimentale italiana e dei recenti sviluppi negli studi femministi e sull' identità sessuale. Mentre gli storici hanno in anni recenti adottato nuovi metodi e domande di ricerca nell'esplorare in maniera produttiva il ruolo economico e sociale della donna, gli storici dell'arte rinascimentale si sono mostrati più reticenti verso queste innovazioni. Solo di recente sono venuti alla luce nuovi libri ed articoli che trattano della donna come pittrice, mecenate e come oggetto di rappresentazioni figurate. Tuttavia queste pubblicazioni vanno viste come episodi isolati in un campo che si mostra restio allo studio del ruolo della donna. In questo saggio l'attuale diversità di approcci allo studio dell storia dell'arte viene illustra to. L'importanza degli studi di identità sessuale come un concetto cruciale per gli studi rinascimentali viene proposta come un concetto fondamentale affinchè il campo mantenga la sua vitalità nel XXI secolo.
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Bibeau, Gilles. "Mariella PANDOLFI : Itinerari delle emozioni. Corpo e identità femminile nel Sannio campano, Milano, Francoangelli, 1991, 218 p." Anthropologie et Sociétés 17, n.º 1-2 (1993): 268. http://dx.doi.org/10.7202/015263ar.

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La Mantia, Cesare. "La stagione di Moda Polska nella Polonia socialista: aspetti interni e internazionali". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 343–60. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002017.

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Nel secondo dopoguerra il settore della moda fu tra i protagonisti della rinascita della Polonia. Le sarte polacche crearono da tendaggi e vecchi vestiti abiti per vestire nella maniera più elegante la popolazione, soprattutto femminile. Durante la stagione di Moda Polska e di figure di spicco quali Jadwiga Grabowska o Barbara Hoff, la moda polacca si pose in contrasto con quella sovietica e stabilì rapporti a livello internazionale, anche con le case di moda francesi. La moda polacca divenne un forte fattore identitario nella delicata fase in cui Mosca cercava di sostituire le precedenti e radicate identità nazionali degli Stati sotto la sua influenza con nuovi modelli culturali e politici. Il fascino della moda polacca e delle sue creatrici contribuì a rafforzare all'estero l'immagine di una Polonia insofferente verso il comunismo e a mantenere un ulteriore canale di comunicazione con l'Occidente oltre a quello già presente grazie ai rapporti con la Santa Sede.
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Trębski, Krzysztof. "LA QUESTIONE “GENDER”: UNA SFIDA PER L’ANTROPOLOGIA CRISTIANA". Forum Teologiczne 20 (13 de diciembre de 2019): 97–108. http://dx.doi.org/10.31648/ft.4806.

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La teoria del “gender” si riferisce all’opinione che l’identità sessuale non è determinata dal sesso biologico di una persona, ma indica il genere in cui un individuo si identifica in base ai propri desideri soggettivi. Tale teoria tratta le differenze tra i sessi come elettive e socialmente costruite. Sostiene che una persona può nascere con un corpo che non corrisponde all’identità maschile o femminile “percepita”. Questo ha profonde implicazioni sociali: nega la differenza e la reciprocità nella natura di un uomo e una donna e immagina una società senza differenze sessuali, eliminando così la base antropologica della famiglia.La Chiesa cattolica respinge questa ideologia, insegnando che Dio crea le persone come maschio o femmina e che il corpo e l’anima sono così uniti da formare un essere completo; quindi la differenza sessuale non è un incidente o un difetto, ma è un dono di Dio che aiuta le persone ad avvicinarsi l’uno all’altra e a Dio stesso. La Chiesa afferma altresì che il proprio sesso biologico fa parte del piano divino e che ogni persona dovrebbe riconoscere e accettare la propria identità sessuale basata sulla complementarietà dei sessi. Ogni persona è chiamata a sviluppare la propria identità sessuale in un modo che integri la propria mascolinità o femminilità nell’ambito delle relazioni con gli altri.L’articolo presenta l’insegnamento del Magistero della Chiesa cattolica e spiega che la complementarità tra i sessi non è intesa come fonte di oppressione o disuguaglianza, ma testimonia la bellezza del piano di Dio per l’umanità.
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Di Pietro, Maria Luisa y Elio Sgreccia. "Etica della responsabilità in oncologia ginecologica". Medicina e Morale 48, n.º 6 (31 de diciembre de 1999): 1057–71. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.787.

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La gestione di una patologia neoplastica della sfera ginecologica rappresenta sempre un momento carico di responsabilità e di tensioni per la paziente e il medico. Alla paura – della pazienza . di avere un cancro e all’incertezza dell’esito delle terapie, si aggiunge anche il dolore di subire una mutilazione in organi considerati basilari per la strutturazione e il riconoscimento della propria identità femminile con le conseguenti incapacità di procreare o difficoltà, nel caso in cui la donna sia gravida, di portare avanti la gravidanza. Le situazioni difficili e conflittuali, con cui la paziente e il medico si dovranno inevitabilmente confrontare, vengono affrontate nella letteratura bioetica con il riferimento al principialismo e, in particolare, al principio del rispetto dell’autonomia e al principio della beneficialità. Ma il riferimento al principialismo più che risolvere acuisce spesso le situazioni di conflittualità, soprattutto in questo caso ove i diritti da tutelare non sono solo e sempre quelli della donna e del medico, ma anche del feto qualora la donna sia in gravidanza. È per questo motivo che gli Autori propongono di far riferimento alla categoria morale della responsabilità, nella quale l’autonomia della paziente e del medico si incontrano con il bene da cui nascono e per cui vivono. Un’etica della responsabilità che nell’ambito della oncologia ginecologica viene chiamata in causa almeno in tre momenti: nella prevenzione, nella scelta terapeutico, nell’assistenza.
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Garista, Patrizia y Cristina Coccimiglio. "Digital resilient narratives. Pedagogic gender frailties crossing time and space in emergency". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 422–30. http://dx.doi.org/10.36253/form-12608.

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In times of crisis, vulnerable groups face more challenges and experience a greater sense of exclusion, due to being separated from positive relationships, caregivers, supporters. A challenge that many women face is having multiple identities as mothers, workers, wives, caregivers. However, fragility can become the wheel of positive change if well supported by technologies and appropriate educational strategies. We know how narratives can serve to hold all these identities together, creating a digital space, where everyone can recognize similar stories or share their own. This article proposes a theoretical reflection on gender frailties during the time of the pandemic, and reflects on spaces and time which generate digital resilient narratives. Narrazioni digitali resilienti. Le fragilità educative al femminile attraversano spazi e tempi dell’emergenza. In tempo di crisi, i gruppi vulnerabili devono affrontare più sfide e vivere di più la dimensione dell'esclusione, lontani da relazioni positive, caregivers, sostenitori. Tra loro, le donne si trovano a dover agire con le loro molteplici identità di madri, lavoratrici, mogli, caregivers. Tuttavia, la fragilità può essere riscattata se supportata da tecnologie e strategie educative e formative adeguate. Soprattutto sappiamo come le narrazioni condivise anche digitalmente creino uno spazio dove ognuno può riconoscere storie simili o condividerne una propria. Questo articolo propone una riflessione teoretica sulle fragilità attraverso uno sguardo di genere durante il periodo della pandemia, riflettendo su spazi e tempi che generano narrazioni resilienti digitali.
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Romano, Franca. "Corpi in disordine: Possessioni e identita femminili". La Ricerca Folklorica, n.º 50 (octubre de 2004): 75. http://dx.doi.org/10.2307/4141529.

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Tirone, Mariadonata Angela. "PETRA DELICADO: IDENTITÀ E RUOLI DI GENERE NELLA SERIE DI ALICIA GIMÉNEZ BARTLETT". Revista Internacional de Culturas y Literaturas, n.º 21 (2018): 174–85. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2018.i21.13.

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Questo lavoro esamina Petra Delicado (protagonista della serie poliziesca di Alicia Giménez Bartlett) come personaggio che rappresenta un processo dinamico di autorealizzazione del binomio identitario donna-detective. L’obiettivo sarà delineare quale identità rispecchia Delicado rispetto alle ideologie femministe e quale ruolo occupa in quanto donna nella società contemporanea di finzione e nel Giallo. Parole chiave: Petra Delicado, ispettrice, identità di genere, Giallo.
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Dell’Aglio, Monica. "Nomi personali femminili a Laterza. Tra vecchie e nuove identità". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 49, n.º 3 (29 de julio de 2015): 774–99. http://dx.doi.org/10.1177/0014585815592613.

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Vesce, Maria Carolina. "«Et io ne vidi uno in Napoli». Orientalismo e processi di patrimonializzazione dei femminielli napoletani". Storia delle Donne 16 (7 de julio de 2021): 55–73. http://dx.doi.org/10.36253/sd-11462.

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In Naples, as in several other cities of the Campania region (Italy), the word femminiello/femminella “traditionally” refers to effeminate men who behave and act as women. In the last decade femminielli/femminelle were the subject of a true heritagization process, intended to enhace and capitalize their “ancient identity”, now considered on the verge of extinction. Nonetheless, still today, people who self-identify as femminiello/femminella embody an “old-fashioned way” ideal of femininity, sometimes claiming the specificity of their local identity, and distancing themselves from the LGBTQI+ representations and identities. Based on the data collected during a long term fieldwork in Campania, this essay focuses on the processes of production, reproduction and manipulation of the femminielli/femminelle’ identities. More specifically by crossing literature and field notes, I will propose an analysis of the interactions between an orientalist and colonial imaginary that “produces” the femminiello/femminella as otherness (southern) and the reversal that occurs with the distinctive claim of gender experiences embodied by people who still identify as femminielli/femminelle. How do these imaginaries interact? And what implicit stereotypes lurk in such representations?
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Dentale, Rosa Celeste. "La solitudine di un corpo privato dei sensi". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (marzo de 2012): 126–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001009.

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Il rapporto madre-figlia. La complessitŕ e l'ambivalenza dei segni intricati, a volte brucianti, a volte lievi, dell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimitŕ e specularitŕ con la madre alla costruzione della propria personale identitŕ femminile.
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Lupoi, Sergio, Mauro Falchetti y Milena Jedlowski. "La casa degli specchi. Le identitŕ di genere come processo evolutivo nella differenza e nella reciprocitŕ". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 30 (junio de 2010): 19–33. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030002.

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Nella prima parte del testo gli autori provano a dare delle risposte ad una serie di quesiti riguardanti le identitŕ di genere, cercando di rintracciare i meccanismi che permettono la sopravvivenza e la trasmissione delle identitŕ (attraverso i processi relazionali), partendo da quattro dimensioni specifiche in cui si sviluppa l'essere umano: genetica, evoluzionistica, neurobiologica e antropologico-culturale. Nella seconda parte, ipotizzando l'esistenza di una trasmissione transgenerazionale dell'identitŕ di genere, gli autori si chiedono in che modo questa avvenga tra le mura domestiche e quale peso giochi la presenza di generazioni diverse nella famiglia nel creare le condizioni per un certo sviluppo del maschile, del femminile e della relazione tra i due.
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Fiorelli, Vittoria. "La rete mediterranea della devozione. Le teresiane della provincia di Napoli". SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 6, n.º 6 (29 de diciembre de 2015): 155. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.6.7828.

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Riassunto: Filo conduttore del saggio è la vita di madre Serafina di Dio, carismatica caprese fondatrice, nel secolo XVII, di sette congregazioni femminili ispirate alla spiritualità teresiana. L’affiliazione alla santa di Avila e l’adesione alla matrice della sua riforma hanno consentito alle nuove comunità devote nate da un’iniziativa periferica di collocarsi nell’alveo della Chiesa nella prospettiva istituzionale della trasformazione in monasteri di clausura.Due i focus della ricerca. Da un lato ci si è soffermati sull’omogeneità organizzativa e spirituale dei conservatori garantita da reti devozionali saldamente dipendenti dal carisma della fondatrice secondo un meccanismo nel quale resta assai difficile determinare i confini tra una vita modellizzata dalla santità e il progetto di santificazione della propria vita. Dall’altro si è evidenziata l’importanza della tradizione religiosa e devozionale nel processo di costante contaminazione dell’identità culturale delle due principali penisole del Mediterraneo mai trasformata in fusione, nonostante gli intensi rapporti e la subalternità politica di Napoli a Madrid. Parole chiave: reti devozionali e religiose, spiritualità femminile, Mediterraneo Abstract: The underlying theme of the essay is the life of Mother Serafina di Dio from Capri, the charismatic founder, in the seventeenth century, of seven women’s congregations inspired by the Teresian spirituality. The affiliation to the saint of Avila and the connection to the matrix of her reform allowed these peripheral and devoted communities to position themselves within the fold of the Church, from the perspective of institutional transformation in cloistered monasteries.The first research focus is about the uniformity of organization and spirituality within the retreats guaranteed by devotional networks firmly dependent on the charisma of the founder. A mechanism in which is very difficult to determine the boundaries between a life modeled on the holiness and a project of sanctification of her own life.The other one, is about the importance of religious and devotional traditions in the process of constant contamination of the cultural identity of the two main peninsulas in Mediterranean, never turned into fusion, despite the penetrating contacts and the political subordination of Naples in Madrid. Keywords: religious and devotional networks, women’s spirituality, Mediterranean
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Pasquinelli, Carla. "Identita di genere e prezzo della sposa. Antropologia delle mutilizioni dei genitali femminili". La Ricerca Folklorica, n.º 44 (octubre de 2001): 5. http://dx.doi.org/10.2307/1480013.

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Miazzi, Lorenzo. "Il diverso trattamento giuridico delle modificazioni genitali maschili e femminili, ovvero: dai reati culturali ai reati coloniali". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 3 (noviembre de 2010): 103–13. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-003007.

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1. Due vicende simili, due diverse soluzioni giuridiche - 2. Il processo per mutilazione genitale femminile: il fatto - 3. segue: la (difficile) qualificazione giuridica del fatto - 4. La "sunna" č una lesione personale dolosa? E con quali finalitŕ? - 5. La circoncisione maschile: una lesione lecita? - 6. Le due condotte di modificazione genitale: identici effetti e motivazioni culturali, ma diverse conseguenze giuridiche - 7. Conseguenze della diversa qualificazione giuridica del fatto - 8. Dal reato culturale al reato coloniale
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Geloso, Livia. "La questione del "genere" nel contesto della complessitŕ tardo-moderna". GROUNDING, n.º 2 (diciembre de 2011): 81–100. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002007.

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L'articolo descrive come il concetto di "identitŕ di genere" emerga, nel contesto della tarda modernitŕ, dal crogiolo composto dalle ricerche sul transessualismo, dai dibattiti psicanalitici sulla sessualitŕ e sull'identitŕ femminile, dal femminismo in relazione al fenomeno del postcolonialismo e dei "nuovi movimenti sociali". La scelta del termine "genere" viene correlata alla "svolta linguistica" avvenuta nella cultura anglosassone. Il contributo intende essere uno strumento di orientamento in un campo particolarmente complesso, con un'attenzione particolare al rischio che la questione del corpo, cosě come la si intende nell'Analisi bioenergetica, possa essere bypassata.
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Locatelli, Carla. "Confini di genere e generi di confini: genealogie postmoderne". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 18 (septiembre de 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018004.

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Alla luce delle molteplici valenze che il termine "genere" ha assunto storicamente, si rivisitano qui i suoi limiti semantici, non solo in relazione a dicotomie tradizionali (sesso/genere; maschile/femminile), ma anche a grappoli di concetti prodotti in diverse discipline e prassi che ne hanno appropriato valenze specifiche, funzionali a diverse "volontŕ di sapere". Prassi emancipatorie ed epistemologie decostruttive producono discorsi con finalitŕ radicalmente diverse: la realizzazione di progetti politici e/o la decostruzione della rappresentazione di genere. Il saggio cerca di delineare la co-esistenza di teorizzazioni e pratiche nella realtŕ contemporanea e gli effetti che producono nel pensare identitŕ e sessualitŕ.
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Bertellini, Giorgio. "Straniere a se stesse. Identità femminili e stilistica visuale nel cinema di Michelangelo Antonioni degli anni cinquanta". Italian Culture 37, n.º 2 (3 de julio de 2019): 173–75. http://dx.doi.org/10.1080/01614622.2019.1683274.

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Zucchi, Valentina. "Sibilla Aleramo. Una nuova donna". Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (28 de enero de 2022): 315–30. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6314.

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Nella cornice di una realtà storico-sociale fortemente ostile per le donne italiane del primo Novecento, molte voci femminili si ribellano scrivendo testi di denuncia sociale in cui il nemico è sempre il sistema patriarcale-misogino che riversa la sua violenza sulle donne. Tra queste voci urla con grande potenza quella di Sibilla Aleramo, la cui lotta femminista narrata nel suo romanzo autobiografico Una donna, dà impulso a un percorso esistenziale verso la conquista di una nuova identità. Nasce una nuova donna che ha saputo ascoltare la propria legge rinunciando perfino al figlio: il sacrificio umano per la libertà.
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Dal Pra, Daniela Cunico. "Andrea Malaguti. Straniere a se stesse. Identità femminili e stilistica visuale nel cinema di Michelangelo Antonioni degli anni cinquanta". Quaderni d'italianistica 41, n.º 2 (11 de junio de 2021): 227–29. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36785.

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Parmeggiani, Francesca. "Andrea Malaguti, Straniere a se stesse. Identità femminili e stilistica visuale nel cinema di Michelangelo Antonioni degli anni cinquanta". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 3 (13 de agosto de 2020): 844–46. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820950211.

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Gorla, Gioia. "Prima e dopo la legge 180: una psicologa in manicomio". SETTING, n.º 28 (mayo de 2010): 41–58. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028006.

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Resumen
L'Associazione di Studi Psicoanalitici (A.S.P.) ha ricordato il 24 ottobre 2009 Teresa Piacentini Corsi, psicoanalista e pediatra, scomparsa nel 2008, fondatrice dell'Associazione e psicoanalista che ha influenzato con la sua opera molti allievi e colleghi. Per il suo tempo Teresa Piacentini Corsi č stata un'innovatrice, una voce diversa in sede clinico-teorica, che ha saputo affrontare temi che sarebbero emersi nella psicoanalisi molti anni dopo, quali le tecniche dell'approccio relazionale e l'attenzione alla differenza di genere nel setting clinico. I due articoli qui pubblicati costituiscono gli interventi presentati da Eugenia Omodei Zorini e Claudia Zanardi il 24 ottobre 2009 in suo ricordo, lasciati nella loro forma spontanea ed emozionale in cui sono stati pronunciati, essi descrivono, attraverso i suoi scritti e le esperienze dirette di lei da parte delle Autrici, il vasto appassionato lavoro di Teresa nei campi della psicoanalisi individuale, di gruppo e nelle Istituzioni. Gli articoli mostrano anche il caldo e profondo legame delle Autrici con un'analista intuitiva, brillante, aperta; una straordinaria maestra, ed una libera pensatrice. Viene anche riproposto in questa sede un articolo del 1994 di Teresa Piacentini Corsi e Claudia Zanardi, scelto tra molti altri perché incentrato sullo sviluppo psichico femminile e sulla comunicazione pre-verbale nella relazione analitica, uno dei principali temi di interesse di Teresa. Esso prende in considerazione i sintomi del corpo delle donne come voci del conflitto tra l'attaccamento inconscio a vecchie identificazioni trasmesse per via intergenerazionale e i nuovi modelli di identitŕ femminile della societŕ in trasformazione. I disturbi alimentari delle donne sono ascoltati come linguaggio del corpo in una cornice psicologica/ sociale che legge gli esempi clinici attraverso la teoria psicoanalitica e quella del femminismo. Č grande l'affetto con cui tutti noi ricordiamo Teresa Piacentini Corsi.
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Ferrari, Stella. "Esperimenti urbani: insediamenti e spazi alle origini dei monasteri femminili". Fenestella. Dentro l'arte medievale / Inside Medieval Art 3 (30 de diciembre de 2022): 143–68. http://dx.doi.org/10.54103/fenestella/18840.

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Resumen
The paper deals with the development and settlement of female monasteries in the urban contexts of the early Middle Ages. Through a preliminary focus on the community founded by saint Cesarius in Arles during the 6th century, the article aims to identify some elements recognizable in this context and to investigate them in other towns. Important aspects like the liturgical organization of different oratoria, the placement of the burial church for the female community, and the role in the promotion of saints’ cult during the high Middle Ages represent an interesting possibility of comparison, in this case with the reality of Metz, specifically with Saint-Pierre-aux-Nonnains and Sainte-Glossinde. The last part of the paper is dedicated to a first analysis of the role and spatial organization of female monasteries in two Lombard towns: Milan and Pavia. Through a survey of the communities already existing in the 11th century and their position in the urban topography the paper opens to some remarks following the observations made for Arles and Metz, thus suggesting the necessity of an in-depth study of these north-Italian contexts.
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Orban, Clara. "Straniere a Se Stesse. Identità femminili e stilistica visuale nel cinema di Michelangelo Antonioni degli anni cinquanta, by Andrea Malaguti". Journal of Modern Italian Studies 24, n.º 4 (8 de agosto de 2019): 634–36. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2019.1646513.

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Fantuzzi, Anna Laura, Elisa Berri, Lida Tartaglione, Rossella Giannini, Sara Dominjianni y Silvia Porreca. "Salute renale per tutti e ovunque: riflessioni al femminile sul tema centrale della Giornata Mondiale del Rene 2020ondiale del Rene 2020". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 32, n.º 1 (19 de mayo de 2020): 73–80. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2020.2114.

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The goal of the World Kidney Day 2020 (WKD) is “the promotion of public health by ensuring universal, equitable and sustainable access to care, making access to health for all people and social categories equitable”. Chronic Kidney Disease (CKD) is a complex and “demanding” health problem for patients and professionals, particularly in the more advanced stages of the disease. In addition to factors such as the so-called systemic conditions and risk factors, sex-related factors intervene in women, which can further complicate the CKD trend. For these reasons, one of the objectives of the World Kidney Day is that prevention and early treatment are included in the Universal Health Coverage (UHC) and that common strategies are implemented to promote awareness of this pathology. The woman has always played a central role in the “coordination” of family life and “taking care”, a role transversal to the different ethnic groups, as evidenced also by the data relating to living kidney donation. This article gives a reflection on some issues related to prevention and treatment of CKD from a female perspective, such as what strategies to identify to implement prevention in the family starting from nutrition, such as the advice for the preparation of a diet plan respectful of the traditions of the country of origin, the identification and treatment of risk factors in order to implement strategies aimed at prevention dedicated to the female world and which style distinguishes the female approach to care.
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Beneduce, Roberto. "Recent Italian Literature in Medical Anthropology (1989-92): Medicine e magie: Le tradizioni popolari in Italia (Medicine and Magic: Folk Traditions in Italy) . Tullio Seppilli. ; Medecine traditionnelle: Acteurs, itineraires therapeutiques . Piero Coppo, Arouna Keita. ; Profeti in citta: Etnografia di quattro chiese indipendenti del Ghana (Town Prophets: Ethnography of Four Independent Churches in Ghana) . Pino Schirripa. ; Itinerari delle emozioni: Corpo e identita femminile nel Sannio campano (Itineraries of Emotions: Women's Bodies and Identity in Sannio, Campania) . Mariella Pandolfi. ; Sortilegio e delirio: Psicopatologia dell'emigrazione in prospettiva transculturale (Sorcery and Delusion: The Psychopathology of Emigration in Transcultural Perspective . Michele Risso, Wolfang Boker." Medical Anthropology Quarterly 8, n.º 2 (junio de 1994): 221–26. http://dx.doi.org/10.1525/maq.1994.8.2.02a00080.

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Fusco, Virginia. "Comizi d’amore. L’amore e il femminismo materialista = Love rallies: Love and materialist feminism". REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto) 31 (23 de septiembre de 2019): 145. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2019.4877.

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Resumen: Durante il ventesimo secolo, un gruppo di autrici legate alla tradizione marxista e materialista promosse la creazione di un nuovo campo concettuale per interpretare l’amore come sentimento con una dimensione politica e così porre in discussione l’abituale tendenza a relegarlo alla sfera privata e all’intimità. Nell’articolo mi propongo di illuminare un momento fondamentale di questo processo di definizione del sistema interpretativo; nella prima parte esporrò le riflessioni di Aleksandra Kollontaj e, successivamente, presenterò alcune riflessioni sull’amore della radicale Shulamith Firestone come espressione di un’iniziale torsione concettuale che ha avuto ampie ripercussioni sui modi in cui le femministe materialiste di epoche successive teorizzarono una possibile ‘economia amorosa’ nel processo storico in cui le donne si definiscono come soggetti politici che lottano per la loro emancipazione.Attraverso l’analisi di Largo al Eros alato! di Kollontaj e di La Dialettica dei sessi di Firestone, opere legate alla tradizione materialista, voglio mostrare il ruolo che l’amore gioca, come sentimento vertebrato politicamente, nel processo di emancipazione delle donne. Queste prime intuizioni si rivelano particularmente fruttifere per comprendere alcuni degli sviluppi successivi della critica femminista all’’amore romantico’ (Illouz, Esteban, Herrera). Nei testi in questione l’amore è rappresentato come il fulcro emozionale sul quale si fonda e consolida il dominio patriarcale delle donne nell’economia capitalista e nella società di classe. Ciononostante Kollontaj riconosce l’amore come energia psico-sociale con un gran potenziale creativo. Queste due prospettive contribuiscono a far luce sul complesso ruolo che l’amore occupa nella riflessione femminista contemporánea e rivela una profonda trasformazione che si registra tra gli anni venti e gli anni sessanta nella forma in cui si concettualizzano le donne come gruppo specifico dentro la società divisa in classi (Kollontaj) e le donne come classe di per sé nel contesto della società patriarcale (Firestone).Parola chiave: Amore, Femminismo materialista, Kollontaj, Firestone, Classi.Abstract: In the 20th century, a number of authors engaged with the creation of a new conceptual framework to interpret love from a political perspective. They interpreted it as a political feeling and questioned the practice of relegating it to the private and intimate dimensions. In this article, light is shed on a foundational moment in the definition of this conceptual framework, looking first at Alexandra Kollontai’s reflections and then introducing Shulamith Firestone’s take on love, as the expression of a first theoretical turn. This initial subversión had a great impact on the forms in which the subsequent feminist generations theorised a political economy of love in the context of women’s struggles to become political subjects themselves and fight for their own emancipation.Through an analysis of Kollontai’s Largo all’Eros alato! and Shulamith Firestone’s The Dialectic of Sex, both linked to materialist traditions, we identify the role that, according to the authors, love – as a political feeling – plays in women’s struggle for freedom. These first intuitions have been particularly fruitful in framing feminist contemporary approaches to “romantic love” (Illouz, Esteban, Herrera). In Kollontai’s and Firestone’s texts, love is presented as an emotional and psychic pivot upon which patriarchal domination is founded and consolidated in bourgeois-capitalist societies. Nevertheless, Kollontai argues that love also has to be understood as a psycho-social feeling with a great potential to promote emancipatory relationships for women. These two perspectives also reveal the complex role that love plays in contemporary feminist reflection and the profound transformation that emerged, between the 1920s and the 1960s, in the forms in which women were represented as a specific group in a class society (Kollontai) or as a class per se under patriarchy (Firestone).Key words: Love, Materialist Feminism, Kollontai, Firestone, Class.
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BARBOZA, Vanessa Maria Gomes y Ana Paula Abrahamian de SOUZA. "Mulheres Negras Evangélicas e o Processo de Autoformação". INTERRITÓRIOS 6, n.º 10 (14 de abril de 2020): 131. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244898.

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RESUMOO presente artigo é parte das análises da pesquisa autobiográfica em educação, movimentos sociais e práticas coletivas, sobre o processo de autoformação das mulheres negras evangélicas ativistas sociais no Brasil. O lócus da investigação é o movimento progressista evangélico, especificamente da recém-criada Rede de Mulheres Negras Evangélicas (2018) das quais fazem parte a pesquisadora as interlocutoras da pesquisa. Por meio do método autobiográfico e das epistemologias feministas construiu-se o caminho metodológico de aproximação e sistematização da realidade, e da analise interpretativa as reflexões das categorias: Experiência, Diálogo e Prática Política sobre as quais se buscou conhecer a importância do movimento social no processo de autoformação das sujeitas da pesquisa. Os resultados indicam uma autoformação comprometida com a mudança social, com a luta antirracista e antissexista, e com a construção de identidades dissidentes em meio ao conservadorismo e fundamentalismo religioso fortemente presente na sociedade brasileira.Autoformação. Negras Evangélicas. Movimento Social. Evangelical Black Women and the Self-Training Process ABSTRACT This article is part of the analysis of autobiographical research on education, social movements and collective practices, about the self-formation process of black evangelical social activists in Brazil. The locus of the investigation is the progressive evangelical movement, specifically the newly created Evangelical Black Women Network (2018) of which the researcher is the interlocutor of the research. Through the autobiographical method and feminist epistemologies, the methodological way of approaching and systematizing reality was constructed, and the interpretative analysis the reflections of the categories: Experience, Dialogue and Political Practice, which sought to know the importance of social movement in the process. self-training of the research subjects. The results indicate a self-formation committed to social change, anti-racist and antisexist struggle, and the construction of dissident identities amidst conservatism and religious fundamentalism strongly present in Brazilian society.Self-training. Black Evangelicals. Social Movement. Mujeres evangélicas negras y el proceso de Auto-FormaciónRESUMENEste artículo es parte del análisis de la investigación autobiográfica en educación, movimientos sociales y prácticas colectivas, sobre el proceso de auto formación de mujeres negras evangélicas activistas sociales en Brasil. El centro de la investigación es el movimiento progresista evangélico, específicamente la Red de Mujeres Negras Evangélicas (2018) recientemente creada, de la cual la investigadora y los interlocutores de investigación forman parte. A través del método autobiográfico y las epistemologías feministas, se construyó el camino metodológico de aproximación y sistematización de la realidad, y se construyeron las interpretaciones de las reflexiones de las categorías: Experiencia, Diálogo y Práctica Política sobre las cuales buscamos conocer la importancia del movimiento social en el proceso de auto-formación de las sujetas de investigación. Los resultados indican una auto-formación comprometida con el cambio social, con la lucha antirracista y antisexualista, y con la construcción de identidades disidentes en medio del conservadurismo y fundamentalismo religioso fuertemente presente en la sociedad brasileña.Autoformación. Negras evangélicas. Movimiento social. Donne evangeliche nere e processo di auto-formazione SINTESEQuesto articolo fa parte dell'analisi della ricerca autobiografica in educazione, movimenti sociali e pratiche collettive, sul processo di auto-formazione delle attiviste sociali delle donne di colore evangeliche in Brasile. Il focus della ricerca è il movimento evangelico progressivo, in particolare la nuova Evangelical Black Women Network (2018), di cui fanno parte il ricercatore e i partner di ricerca. Attraverso il metodo autobiografico e le epistemologie femministe, è stato costruito il percorso metodologico di approssimazione e sistematizzazione della realtà e sono state costruite le interpretazioni delle riflessioni delle categorie: esperienza, dialogo e pratica politica su cui cerchiamo di conoscere l'importanza del movimento sociale nel processo di auto-formazione delle materie di ricerca. I risultati indicano un'auto-formazione impegnata nel cambiamento sociale, con la lotta antirazzista e antisessualista e con la costruzione di identità dissidenti tra conservatorismo e fondamentalismo religioso fortemente presenti nella società brasiliana.Auto-allenamento. Neri evangelici. Movimento sociale.
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Butti, Fulvia. "Specchi romani tra Comprensorio del Ticino e Comasco". LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, 27 de diciembre de 2021, 22–34. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/16945.

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L’articolo cataloga gli specchi rinvenuti tra Verbano-Ticino e Comasco: essi ammontano a circa 70. Prevalgono i tipi più comuni: in bronzo, in prevalenza circolari, ma anche rettangolari. Si affermano tra l’età di Augusto e la prima metà del I sec. d.C., quando, alla fine della Romanizzazione, si crea una nuova identità femminile.
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"L'universo femminile, lo spazio domestico e la famiglia nelle opere di Clara Sereni". Studia Polensia 01, n.º 01 (15 de noviembre de 2012): 45–68. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2012.01.01.03.

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Nell'intervento si evidenziano alcuni aspetti della narrativa di Clara Sereni, prendendo in esame soprattutto due lavori: Casalinghitudine (1987) e Il gioco dei regni (1993). Il punto d'avvio per delineare il profilo dell'autrice è invece il Taccuino di un'ultimista (1998), nel quale la Sereni, a partire dalla sua molteplice identità, di donna, ebrea, comunista e madre "handicappata", propone una sfi da: non cancellare la diversità, ma accettarla e farne una risorsa utile ai fini della conoscenza degli altri e di se stessi. Inoltre, con l'analisi del romanzo genealogico Il gioco dei regni, il lavoro si propone di dare il giusto rilievo alla "diaspora aff ettiva" della Sereni, che ritorna nei luoghi dei suoi avi per rintracciare tutti quei fi li dispersi che, tessuti insieme, hanno dato vita a uno dei più bei "libri di famiglia" scritti in Italia negli ultimi anni. Il contributo esamina i personaggi e i cronotopi sereniani, evidenzia le caratteristiche della scrittura dell'autrice romana che tra femminilità, ebraismo e politica, è anche la ricerca di un ordine della memoria, un dialogo con fi gure storiche appartenenti a generazioni diverse, una presa in carico della quotidianità e della storia e insieme itinerario intellettuale.
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Heyer-Caput, Margherita. ""Dopo il divorzio" (1902, 1905, 1920) di Grazia Deledda: 'opus in fieri' sul riso del moderno". altrelettere, 17 de septiembre de 2013. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-13.

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Grazia Deledda, insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1926, è stata generalmente considerata una delle voci maggiori della scrittura al femminile di primo Novecento, sospesa tra Verismo e Decadentismo e spesso tacciata di regionalismo. Tuttavia la critica italiana e nordamericana più recente ha cominciato a sottolineare la rilevanza della narrativa deleddiana nel discorso sul moderno. Il romanzo "Dopo il divorzio", generalmente trascurato dalla critica, rappresenta un caso esemplare della riflessione deleddiana sulla crisi del moderno 'sub specie Sardiniae' per la sua tormentata vicenda editoriale. Pubblicato dapprima nel 1902, all’apice di una rovente polemica pluridecennale sull’introduzione del divorzio in Italia, "Dopo il divorzio" appare poi in una traduzione inglese corredata di alcune significative modifiche nel 1905, e infine in una seconda versione italiana nel 1920 con il titolo di "Naufraghi in porto". L’analisi delle varianti di carattere strutturale e semantico alla luce della critique génétique dimostrerà che il percorso seguito dall’autrice nella geografia culturale dell’Italia post-unitaria si snoda lungo la dialettica tra margine e centro che definisce la poliedrica identità del modernismo italiano. Inoltre "Dopo il divorzio", profondamente radicato nel paesaggio sardo dei più noti romanzi deleddiani, emerge come opus in fieri del moderno attraverso un dialogo intertestuale con le maggiori espressioni contemporanee della riflessione sull’umorismo, da "Le rire" (1900) di Bergson, a "Der Witz" di Freud (1905) al "Saggio sull’umorismo" di Pirandello (1908). La lettura di "Dopo il divorzio" quale work in progress a colloquio con le teorie sull’umorismo di primo Novecento sottolinea l’appartenenza di Grazia Deledda al modernismo europeo non a dispetto, bensì grazie al punto d’osservazione privilegiato offertole dalla insularità sarda. L’analisi di "Dopo il divorzio" nel suo percorso testuale e nella sua rilevanza extratestuale rivela dunque come Grazia Deledda, una scrittrice spesso stigmatizzata per le sue radici regionali «minori», abbia aperto la letteratura italiana alla riflessione sui più inquietanti elementi del modernismo europeo.
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Fantuzzi, Arianna. "Il corpo femminile nelle ricerche artistiche di fine Novecento". 28 | 2019, n.º 1 (11 de diciembre de 2019). http://dx.doi.org/10.30687/va/2385-2720/2019/01/010.

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Disguised, adorned, placed in space and obsessively controlled, the body exhibited in Vanessa Beecroft’s performances, drawings and photographs, highlights several key themes of contemporary debate, such as identity transformation, desire, gaze and obsession for perfection, shown from the artist’s perspective and impressed on her models’ bodies. The present essay aims to deepen these topics through the works of Vanessa Beecroft, with an emphasis on those realised in the early nineties – among which the drawings of deformed bodies and the compulsive annotations of the Libro del Cibo – and relating them to the contemporary research of Italian female artists, which reveal new declinations of art making, starting from the same subject: the female body and its symbolism.
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Di Iorio, Tiziana. "Oltre il maschile e il femminile. La famiglia tra i colori del gender". Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 24 de enero de 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17154.

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SOMMARIO: 1. Brevi considerazioni introduttive - 2. L’identità liquida del gender - 3. La famiglia nell’ottica del gender - 4. Gender inclusive language, genitorialità e modelli educativi - 5. La sfida antropologica del gender - 6. I riflessi sulla famiglia naturale - 7. In somma. Beyond the male and female. The family among the colors of gender fluid ABSTRACT: Gender ideology considers a person’s sexual identity, as male or female, according to personal sense. Thus, sexual identity is not linked to anatomical genitality and can be changed several times during the lifetime according to one’s own desires and choices. This ideology was considered as a cause of the weakening or breaking of the natural family. Notably, family is deprived of its anthropological, community, generative and pedagogical foundation. That is why gender ideology represents a challenge to the family. Nevertheless an appropriate solution must be fund to protect Lgbtq+ couples, regardless of sexual identity, individual tendencies and personal conditions and especially without ideological claims.
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GUERRA, Nicola. "LA RIVISTA EOWYN (1976 – 1982) E IL FEMMINISMO PERSONALIZZANTE DELLE DONNE NEOFASCISTE". Annals of the University of Craiova. Series Philology. Linguistics 44, n.º 1-2 (18 de noviembre de 2022). http://dx.doi.org/10.52846/aucssflingv.v44i1-2.68.

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Resumen
This study examines five issues of the neofascist magazine for women Eowyn Alternative Femminili, publishes in the second half of the 1970s and the first part of the 1980s and deals with them from a thematic, politological and linguistic point of view. The purpose is to determine the structure of the language of the militant policy of neofascist young women, to assess the magazine’s impact on the relevant political environment and on the Italian feminism at that time and also to identify the possible presence of a model of feminism adopted by the radical right, along with a primary description thereof.
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