Literatura académica sobre el tema "Identità femminile"

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Artículos de revistas sobre el tema "Identità femminile"

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OUCHTATI, Zoubeida. "Verso una ricerca identitaria al femminile in “L’età del malessere” di Dacia Maraini". ALTRALANG Journal 2, n.º 02 (31 de diciembre de 2020): 261–85. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.88.

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Resumen
ABSTRACT: Writing allows the woman to express herself and talk about her life by emphasizing her interiority. Unlike the other female literatures (English or French for example), the Italian one has been for a long time put in the shadow of “men”. In Italy, the interest in the writing of women was born in the second half of the twentieth century thanks to the feminist movement and the feminine literary criticism. In this article, we study “L’età del malessere”; a novel written by Dacia Maraini who is one of the most known Italian feminists and intellectuals. The main purpose of this study is to show how Dacia Maraini manages to deal with the theme of female identity through her protagonist “Enrica”. The writer highlights both the family and the social context in which Enrica grows because they affect the process of building her identity. Eventually, Enrica gains her identity by gaining her freedom after various vital and bodily experiences. RIASSUNTO: La scrittura permette alla donna di esprimersi e di parlare della sua vita mettendo in risalto la sua interiorità. A differenza delle altre letterature femminili (inglese o francese per esempio), quella italiana è stata per molto tempo messa all’ombra “maschile”. In Italia, l’interesse per la scrittura delle donne nasce nella seconda metà del XX secolo grazie al movimento femminista e alla critica letteraria a firma femminile. In quest’articolo, studiamo “L’età del malessere”; un romanzo scritto Dacia Maraini che è una delle più famose femministe e intellettuali italiane. Lo scopo principale di questo nostro studio è di mostrare come Dacia Maraini riesce a trattare il tema dell’identità femminile mediante la sua protagonista “Enrica”. La scrittrice mette in evidenza sia il contesto familiare sia quello sociale in cui cresce Enrica perché influiscono sul processo di costruzione della sua identità. Alla fine, Enrica conquista la propria identità ottenendo la sua libertà dopo varie esperienze vitali e corporali.
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Fragnito, Gigliola. "Censura ecclesiastica e identità spirituale e culturale femminile". Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 115, n.º 1 (2003): 287–313. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2003.9999.

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Zanini-Cordi (book author), Irene y Patrizia Bettella (review author). "Donne sciolte. Abbandono e identità femminile nella letteratura italiana". Quaderni d'italianistica 32, n.º 1 (6 de diciembre de 2011): 154–55. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i1.15948.

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Alicata, Maria. "Tra intimità e ricerca di sé: Pia Epremian e il cinema sperimentale in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta." Boletín de Arte, n.º 40 (28 de noviembre de 2019): 245–53. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2019.v0i40.5703.

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Resumen
Il saggio vuole approfondire alcuni aspetti specifici della filmografia di Pia Epremian De Silvestri filmmaker nata a Chivasso in provincia di Torino nel 1942. Attraverso l'analisi dei suoi film è possibile ripercorrere la vicenda del cinema sperimentale in Italia che fiorisce nella seconda metà degli anni Sessanta epoca che vede nascere spazi di condivisione e collaborazione: collettivi di artisti, di cineasti come la Cooperativa Cinema Indipendente (1967-1971), di studenti, di femministe. Tra le poche donne filmmakerattive in quel periodo, i suoi lavori rispecchiano la ricchezza di questo momento storico tra produzione e sperimentazione artistica, dove la dimensione soggettiva e personale è predominante. Si tratta di un cinema girato in prima persona che caratterizza la sua produzione e che ha contribuito alla creazione di una nuova identità femminile.
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Zucchi, Valentina. "Il percorso esistenziale di Sibilla Aleramo: la scrittura verso una nuova identità, la libertà e l'amore". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 de junio de 2022): 357–68. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75861.

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L’articolo propone una riflessione sul percorso esistenziale di Sibilla Aleramo attraverso la scrittura e verso una nuova identità, la libertà e l’amore universale. Quest’ultimo costituisce il nucleo tematico del romanzo epistolare Amo dunque sono. Partendo da alcuni riferimenti alla lotta femminista della scrittrice e alla sua drammatica vicenda autobiografica narrata in Una donna, si metterà l’accento sulla poetica al femminile del diario che esprime, sia per i contenuti sia per lo stile di scrittura, la sensibilità della ‘nuova’ donna ormai emancipata, rinnovata e ricostruita; con una nuova identità. Vedremo come questo diario arrivi ad essere l’espressione piú alta della fede nell’amore, vissuto dalla scrittrice come unico mezzo per arrivare al principio divino e alla comprensione dell’invisibile delle cose.
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Neiger, Giovanna. "Letteratura femminile in mitteleuropa. Un breve confronto tra scrittrici ebree, triestine e austriache". iQual. Revista de Género e Igualdad, n.º 4 (24 de febrero de 2021): 161–71. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.442821.

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Resumen
Il contributo che scrittrici triestine e austriache di origine ebraica hanno rispettivamente offerto alla cultura otto-novecentesca è oggetto del presente lavoro. Si sono prese in esame e sottoposte ad analisi comparativa le opere di autrici ebree triestine e di altrettante scrittrici ebree austriache. Tra le triestine, la cui identità ebraica si è affievolita, vi sono autrici che hanno svolto attività giornalistica, manifestato aspirazioni irredentistiche, scritto opere per un pubblico femminile e per l’infanzia, che non hanno superato l’usura del tempo. Diversamente dalle colleghe triestine, talune scrittrici austriache, femministe, giornaliste, pedagogiste o attiviste politiche hanno scritto testi che a tutt’oggi offrono spunti di riflessione. The object of this work is the contribution offered to the culture of XIX and XX centuries by women writers from Trieste and Austria.The works by Jewish authors from Trieste and Austria have been examined and a comparative analysis has been carried out.Among the women writers from Trieste, whose identity was wakened, there are authors who carried out journalism, shown irredentism aspiration, wrote works for women and for children that didn’t overcome the passing of time. Unlike other colleagues from Trieste, some Austrian authors, who were feminists, journalists, pedagogists or political activists, wrote some text that, even nowadays, are offering some reflections
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Gahl, Peter. "Identità femminile e generazionale in In principio erano le mutande di Rossana Campo". Cahiers d’études italiennes, n.º 7 (15 de mayo de 2008): 137–48. http://dx.doi.org/10.4000/cei.917.

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Fariello, Sara. "Work-life balance: la conciliazione resta un problema femminile?" SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 3 (noviembre de 2022): 27–50. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003003.

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Resumen
Il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro è un oggi obiettivo fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori che vogliano coniugare carriera e vita privata. Il rag-giungimento di buon equilibrio dipende in gran parte dal grado di condivisione del lavoro familiare tra uomini e donne: una più equa distribuzione delle attività do-mestiche e delle responsabilità genitoriali all'interno della famiglia consente alle donne una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e, allo stesso tempo, promuove l'assunzione da parte degli uomini dei compiti di cura. Il modello "dual earner dual carer" - ossia un modello di gender arrangement che prevede il riequilibrio del tempo di lavoro retribuito e non retribuito nella coppia - sembra essere il più adatto a realizzare la parità di genere. L'analisi dei dati statistici sull'uso del tempo mostra però che - al di là di qualche eccezione - esiste ancora un forte gap di genere rispetto alla redistribuzione del carico di lavoro domestico e familiare poiché i sistemi nazionali di welfare non sembrano ancora in grado di offrire adeguate risposte ai mutamenti che hanno investito le identità femminili e i rapporti tra i sessi.
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Welch, Evelyn. "Engendering Italian Renaissance art — a bibliographic review". Papers of the British School at Rome 68 (noviembre de 2000): 201–16. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003925.

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Resumen
L'IDENTITÀ SESSUALE NELL'ARTE RINASCIMENTALE ITALIANA — UNA RASSEGNA BIBLIOGRAFICAQuesto saggio fornisce una rassegna di precedenti approcci allo studio della figura femminile nell'arte rinascimentale italiana e dei recenti sviluppi negli studi femministi e sull' identità sessuale. Mentre gli storici hanno in anni recenti adottato nuovi metodi e domande di ricerca nell'esplorare in maniera produttiva il ruolo economico e sociale della donna, gli storici dell'arte rinascimentale si sono mostrati più reticenti verso queste innovazioni. Solo di recente sono venuti alla luce nuovi libri ed articoli che trattano della donna come pittrice, mecenate e come oggetto di rappresentazioni figurate. Tuttavia queste pubblicazioni vanno viste come episodi isolati in un campo che si mostra restio allo studio del ruolo della donna. In questo saggio l'attuale diversità di approcci allo studio dell storia dell'arte viene illustra to. L'importanza degli studi di identità sessuale come un concetto cruciale per gli studi rinascimentali viene proposta come un concetto fondamentale affinchè il campo mantenga la sua vitalità nel XXI secolo.
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Bibeau, Gilles. "Mariella PANDOLFI : Itinerari delle emozioni. Corpo e identità femminile nel Sannio campano, Milano, Francoangelli, 1991, 218 p." Anthropologie et Sociétés 17, n.º 1-2 (1993): 268. http://dx.doi.org/10.7202/015263ar.

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Tesis sobre el tema "Identità femminile"

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SPECCHIO, ANNA. "Technologizing womanhood. Corpo e identità nella letteratura giapponese femminile in epoca digitale". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/945775.

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Resumen
Starting from the assumption of Donna Haraway for which the cyborg, a hybrid entity between organic body and cybernetic mechanism, embodies the ability to interrupt the dualism that sees the natural body in opposition to the technologically reconstructed body and becomes a starting point for the development of the perspective of posthuman thought, I analyze how Japanese women respond to socio-cultural changes and technological and biomedical developments, and how many technologies have contributed and still contribute to the construction of new female subjectivities. In this perspective, I examine three contemporary authors (Wataya Risa, Taguchi Randy and Murata Sayaka) with the aim of analyzing the relationship between bodies and female identities and the different technologies in the digital age.
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Valsecchi, Giulia. "Identità in transito: prove di riscrittura del sé nella memorialistica e narrativa femminile irano-americana". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77199.

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Resumen
Before and after the Iranian Revolution, the experience of restrictions and gender confinement drove many Iranian women writers to fight for their forbidden role. What many of them now call their first exile at home went on until the chance of migration, above all to Europe and to the Usa, changed the perils of writing under Iranian censorship into a free, but unbalanced condition aware of cultural dissociations. Those dissociations are not simply due to diasporic estrangement, but to a more confused doubling, which is rooted in a quest for the self that passes through hyphenation and in-betweenness. Moreover, if the veil often emerges as a narrative symbol of women’s oppression, it sometimes acquires the valency of a dramatic “fourth wall”. This thesis aims to overthrow that “invisible wall”, in order to show a relationship between dramatization and new writing by the women of the Iranian diaspora. In line with Brechtian epic drama based on the concept of estrangement, it will explore estrangement both as an existential condition and as the distance required to rewrite the self through new roles. More in detail, if the author lives between two worlds and tries to depict their dualisms, she also becomes the playwright of her past and present selves. The metaphors and dualisms will be examined through a comparison of some memoirs and novels by Iranian-American women writers – such as Azadeh Moaveni, Firoozeh Dumas, Nahid Rachlin, Porochista Khakpour and Azar Nafisi – coming from different generations and cultural heritages. Each narration will be analysed as a dramatic scene of memories and linguistic splits, which dramatize recurring senses of estrangement and turn them into a more “visible wall” of identities in transit.
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COMINELLI, CLAUDIA. "Generi e generazioni nei processi migratori: le trasformazioni dell'identità femminile nel rapporto madri e figlie". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/181.

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Resumen
Lo studio e la ricerca svolti, affrontano il tema delle trasformazioni che investono, nei contesti migratori, le rappresentazioni e i modelli relativi all'identità femminile, in particolare nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, allo scopo di indagare sia rispetto a uno snodo strategico per il processo di integrazione della componente straniera, ma anche al fine di prendere in esame l'evolversi della nostra società, dal punto di vista della produzione di inedite identità. Questo lavoro si articola in due sezioni: una teorica, in cui si approfondiscono l'evolversi del concetto di identità nella tradizione culturale occidentale, fino all'attuale post-modernità, in rapporto alla dimensione culturale e all'appartenenza di genere, in particolare considerando l'agenzia di socializzazione della famiglia e il periodo dell'età adolescenziale e una empirica, in cui sono riportati i principali esiti di una ricerca qualitativa svolta nel corso degli anni 2005-2006, intervistando i componenti di 8 famiglie albanesi presenti in Italia, di cui facesse parte almeno una figlia adolescente. Ne è emerso un quadro composito dove la comunità albanese, presente ormai da diversi decenni nel nostro paese, tuttavia ancora particolarmente stigmatizzata, mostra, attraverso le speranze delle sue seconde generazioni femminili e la capacità di tenuta delle loro famiglie, creative costruzioni di identità ibride, nonché originali possibilità di integrazione.
The present study and analysis examine the transformations in the representations and the models of the female identity occurring in migratory contexts, particularly focusing on those from the first to the second generation. The aim of this research is both to study the strategic step for the integration process of the foreigner and the evolution of our society from the point of view of the birth of new identities. The study develops into two sections. A theoretic one that deeply goes into the analysis of the development of the identity concept from west cultural tradition until post-modernity. This approach takes into account the cultural dimension and the gender belonging, especially considering the family and the adolescence. The second part - empirical - summarizes the results of a qualitative research carried out between 2005 and 2006 interviewing the members of eight Albanian families living in Italy, composed of at least one adolescent daughter. The results show that the Albanian community, that despite living in our country for some decades now is still stigmatized, through the hopes of its second female generation and the "seal capacity" of the family, is able to creatively build hybrid identities, as well as original possibilities of integration.
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COMINELLI, CLAUDIA. "Generi e generazioni nei processi migratori: le trasformazioni dell'identità femminile nel rapporto madri e figlie". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/181.

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Lo studio e la ricerca svolti, affrontano il tema delle trasformazioni che investono, nei contesti migratori, le rappresentazioni e i modelli relativi all'identità femminile, in particolare nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, allo scopo di indagare sia rispetto a uno snodo strategico per il processo di integrazione della componente straniera, ma anche al fine di prendere in esame l'evolversi della nostra società, dal punto di vista della produzione di inedite identità. Questo lavoro si articola in due sezioni: una teorica, in cui si approfondiscono l'evolversi del concetto di identità nella tradizione culturale occidentale, fino all'attuale post-modernità, in rapporto alla dimensione culturale e all'appartenenza di genere, in particolare considerando l'agenzia di socializzazione della famiglia e il periodo dell'età adolescenziale e una empirica, in cui sono riportati i principali esiti di una ricerca qualitativa svolta nel corso degli anni 2005-2006, intervistando i componenti di 8 famiglie albanesi presenti in Italia, di cui facesse parte almeno una figlia adolescente. Ne è emerso un quadro composito dove la comunità albanese, presente ormai da diversi decenni nel nostro paese, tuttavia ancora particolarmente stigmatizzata, mostra, attraverso le speranze delle sue seconde generazioni femminili e la capacità di tenuta delle loro famiglie, creative costruzioni di identità ibride, nonché originali possibilità di integrazione.
The present study and analysis examine the transformations in the representations and the models of the female identity occurring in migratory contexts, particularly focusing on those from the first to the second generation. The aim of this research is both to study the strategic step for the integration process of the foreigner and the evolution of our society from the point of view of the birth of new identities. The study develops into two sections. A theoretic one that deeply goes into the analysis of the development of the identity concept from west cultural tradition until post-modernity. This approach takes into account the cultural dimension and the gender belonging, especially considering the family and the adolescence. The second part - empirical - summarizes the results of a qualitative research carried out between 2005 and 2006 interviewing the members of eight Albanian families living in Italy, composed of at least one adolescent daughter. The results show that the Albanian community, that despite living in our country for some decades now is still stigmatized, through the hopes of its second female generation and the "seal capacity" of the family, is able to creatively build hybrid identities, as well as original possibilities of integration.
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Moine, Cecilia <1984&gt. "Un velo di silenzio : l’identità delle comunità monastiche femminili nel tardo Medioevo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4631.

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Resumen
The title of this research is “A veil of silence”, because it aims to investigate the identity and daily life of female religious communities in Italy from an archaeological point of view. Usually, traditional historical studies are based on written sources, often elaborated in an official contexts by religious authority. This kind of documentation describes nunneries from the outside. The chronological range is between the late Middle Ages and the Early Modern Age, from the 13th to the 16th century, when the social role of nuns deeply changed. The “religious women affaire” literally exploded in the 16th century, at the dawn of the Council of Trento, when all nunneries were permanently conformed through standardized and detailed norms, in particular concerning the closure. The area of investigation is the Po Valley and the Adriatic Coast in Northern Italy. The research is based on different sources: historical and archaeological studies, late medieval and early modern texts, archival records, archaeological finds and sequences. Open-source GIS projects had been realised to manage the information.
Il titolo di questa ricerca, “Un velo di silenzio”, è ispirato dalla volontà di indagare l’identità e la vita quotidiana delle comunità femminili attraverso la cultura materiale, facendo emergere gli aspetti particolari, altrimenti taciuti dale fonti tradizionali. I testi scritti dell’epoca infatti erano redatti principalmente da esponenti della gerarchia ecclesiastica, che potevano osservare le dinamiche sociali di questi gruppi, solo dall’esterno. I limiti cronologici sono compresi tra il XIII e il XVI secolo, un epoca in cui il ruolo delle monache cambiò profondamente, attraverso la normative promulgate dal Concilio di Trento. Lo spazio geografico della ricerca è compreso tra la valle del Po e l’Arco Alto Adriatico. L’approccio è multidisciplinare. La gestione di una molteplicità di fonti è stata realizzata grazie a progetti GIS open-source.
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DEGAN, CRISTINA. "Le parole delle donne. Modalità del discorso di genere e costituzione dell'identità femminile". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23933.

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How women speak: Gender discourse and female identity construction. I would like to tackle some theoretical questions raised by feminist thought, particularly on the subject of gender discourse, in an effort to offer a wider re-thinking of the variables in play. We must not forget that life conditions for women everywhere are still marked by great disparities of treatment and opportunities. Gender difference is not totally biologically determined, but develops through unavoidable bio-cultural input. The “difference” question, then explores the meaning of this difference in its specificity, as it results from a complex biological and cultural process. This involves research in different fields, such as cultural anthropology and psychoanalysis, provided one does not forget to take into consideration, cautiously and determinedly, the material characteristics of each historical identity. The identity of women is historically unstable across cultures, which makes it necessary to give recognized legitimacy to individual identity, without invoking metaphysical categories but also without disembodying it. Individual, gendered, identity is the result of a long process of biological and cultural interactions buried in history. Now that neuroscience has given an important contribution to this debate, the principle of individuation has taken on dimension both scientific and cultural. A definition of difference can be based on this intersection between psychological and material cognition. This paper is aimed at identifying at least a descriptive outline of all the different issues raised by the question of gender, also through a review of the feminist positions of the 60’s, but keeping in mind the fact that the very tools of feminism have been “contaminated” by contributions from specialized fields , in particular the discovery of mirror neurons. It would be interesting to see if one could speak of “female” mirror neurons (for example, through breastfeeding) that would determine a “specialized” care-giving behavior . Women can generate a discourse no longer exclusively dependent on conceptual, asexual strictures, but open to metaphor and narrative . Along these lines we can start to build a common world, where a place is made for a“ feminine logic” that repudiates a generic neutrality of thought, and looks, instead, for the “sexed” character of each of all ideas.
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Duri', Lucia <1987&gt. "Nei racconti c'è veleno - Identità e immagini femminili in quattro racconti di Kirino Natsuo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2271.

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Questa tesi si propone, in aggiunta alla traduzione di quattro testi dell'autrice (Tsukatteshimatta coin nitsuite 「使ってしまったコインについて」, Shokurin 「植林」, Shitto「嫉妬」 e Chikada ni yoru atogaki 「近田によるあとがき」, contenuti nella raccolta Hajimete no bungaku 『はじめての文学』), di fornire una breve introduzione alla carriera letteraria della scrittrice, contestualizzando gli stessi al suo interno. Attraverso un'analisi delle scelte stilistiche e dei contenuti di critica sociale e di approfondimento psicologico dei racconti tradotti ci si propone quindi di evidenziare la presenza di tematiche comuni all'opera di Kirino Natsuo, rintracciandone le radici in una precisa scelta di problematizzazione delle strutture sociali del Giappone moderno.
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SIRIMBELLI, Marta. "Scrittura e identità in Assia Djebar e Nawal El-Saadawi : voci femminili dall'Africa settentrionale arabo-musulmana". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2008. http://hdl.handle.net/10446/37.

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Lughezzani, Anna <1993&gt. "Corpi e identità femminili nello shushoku katsudo. Un'etnografia sulla ricerca di lavoro fra le studentesse universitarie di Tokyo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14686.

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Questa tesi è frutto di una ricerca etnografica svoltasi a Tokyo tra il 2017 e il 2018, fra le studentesse universitarie del terzo anno coinvolte nello shushoku katsudo (la ricerca del lavoro) e ha avuto lo scopo di analizzare le differenze di genere rilevabili nel processo di assunzione delle aziende e nel modo in cui ragazzi e ragazze fanno le loro prime scelte lavorative. All'interno del quadro teorico dell'antropologia del corpo, facendo riferimento al concetto di antropopoiesi di Remotti e all'analisi del discorso di Foucault, la tesi qui sostenuta è che lo shushoku katsudo sia interpretabile come un rito di passaggio all'età adulta in cui è soprattutto il corpo, le sue modificazioni estetiche e le sue funzioni biologiche (in particolare la fertilità femminile) ad essere al centro della riflessione sociale sul significato dell'essere donna, determinata nelle sue caratteristiche anche dagli interessi economici e dai meccanismi politici dell'enterprise-state giapponese.
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Gabbani, Ilaria. ""L'Italiano". Un foglio letterario nella Parigi della Monarchia di Luglio". Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2015. http://www.theses.fr/2015USPCA175/document.

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Ce travail se propose de reconstruire une page peu connue de l'histoire de la diaspora de l'époque du Risorgimento, écrite autour d'un journal littéraire publié à Paris entre les mois de mai et octobre 1836, «L’Italiano. Foglio letterario».Conçu en Suisse par Mazzini et certains de ses compagnons d'exil, «L’Italiano» vit le jour grâce à la collaboration d'un groupe d'exilés italiens résidant dans la capitale française.Par rapport à l'idée d'origine née au sein de la Jeune Italie, le journal dut se confronter à des intellectuels aux parcours culturels et politiques divers qui collaborèrent pour « inaugurer une nationalité, soit-elle littéraire ».Contrairement à son prédécesseur parisien, «L'Exilé» (1832-1834), qui avait l'ambition d'offrir au public italien et français une histoire de la littérature italienne, «L'Italiano» proposait un programme de « critique éducatrice » en s'adressant principalement aux intellectuels de la péninsule.Outre le partage d'une conception éthique et civique de la littérature, le socle culturel sur lequel reposait le journal se fondait sur l'adhésion à une philosophie spiritualiste qui, tout en se revendiquant exclusivement italienne, était alimentée par la rencontre avec certains penseurs français de la Restauration, comme Pierre Leroux et Philippe Buchez.Le programme littéraire du journal s'appuyait sur le théâtre dramatique et sur le mélodrame, considérés comme des dispositifs de mobilisation politique aptes à transposer l'idée de nation sur un plan émotif et symbolique mais aussi à toucher les classes populaires sans avoir recours à la médiation de la parole écrite
The research aims at reconstructing a neglected episode in the cultural life of the Italian exiles in the Age of the Risorgimento and is centered on a literary magazine published in Paris, from May to October 1836: «L'Italiano. Foglio letterario».«L'Italiano» was envisaged by Mazzini in Switzerland, together with his companions ofexile, and was eventually published with the aid of a group of Italian refugees in Paris. The journal was originally conceived within the context of the «Giovine Italia», but had to face up to a number of intellectuals whose cultural and political background was extremely various and whose intent was to cooperate in order to «principiare una nazionalità, sia pure letteraria».While «L’Exilé» (1832-1834) – the nearest antecedent of this magazine – aspired to provide an history of Italian literature for the Italian and French readers, «L'Italiano» presented rather a program of «critica educatrice» and it was especially addressed to the Italian intellectuals.The circle which arised around the journal was cemented not only by an ethic and engaged conception of literature, but also by a spiritualist philosophy: even if the proponents defended the Italian character of this philosophy, it was developed through a continuous exchange with French Philosophers of the Age of Reaction, such as Pierre Leroux and Philippe Buchez.The journal's proposal was centered on dramatic theatre and melodrama, insofar as theywere considered as instruments for political mobilization, apt to set on an emotional and symbolic dimension the idea of nation, as well as to affect the working-class, without the need for written words
Questo lavoro si propone di ricostruire una pagina poco nota della diaspora risorgimentale, sorta attorno a un giornale letterario che si pubblicò a Parigi tra il maggio e l'ottobre del 1836, «L’Italiano. Foglio letterario». Concepito in Svizzera da Mazzini e da alcuni suoi compagni d’esilio, «L’Italiano» vide finalmente la luce grazie alla collaborazione di un gruppo di esuli italiani residenti nella capitale francese. Rispetto all’idea originaria, sorta in seno alla Giovine Italia, il giornale dovette confrontarsi con intellettuali dai percorsi culturali e politici assai diversi tra loro, che si trovarono a cooperare per «principiare una nazionalità, sia pure letteraria».Diversamente dal suo precedente parigino, «L'Exilé» (1832-1834), che ambiva a offrire al pubblico italiano e francese una storia della letteratura italiana, «L'Italiano» proponeva, invece, un programma di «critica educatrice» rivolto principalmente agli intellettuali della penisola. Oltre alla condivisione di una concezione etica e civile della letteratura, il sodalizio culturale sorto attorno al giornale si fondava sull’adesione a una filosofia di stampo spiritualista che, pur rivendicando un’origine tutta italiana, si alimentava grazie al confronto con alcuni pensatori francesi della Restaurazione, come Pierre Leroux e Philippe Buchez.La proposta letteraria del giornale poggiava sul teatro drammatico e sul melodramma, in cui riconosceva dei dispositivi di mobilitazione politica che, oltre a proiettare l’idea di nazione su un piano emotivo e simbolico, potevano raggiungere le classi popolari senza la mediazione della parola scritta
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Libros sobre el tema "Identità femminile"

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Boella, Laura. Femminile plurale: Percorsi tra identità e differenza. Mantova: Tre Lune, 2003.

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Narrativa, memoria e identità: Il volto femminile d'Israele. Milano: Mimesis, 2011.

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3

Signorelli, Amalia y Anna Oppo. Maternità, identità, scelte: Percorsi dell'emancipazione femminile nel Mezzogiorno. Napoli: Liguori, 2000.

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Donne sciolte: Abbandono ed identità femminile nella letteratura italiana. Ravenna: Longo, 2008.

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Abbatecola, Emanuela. Il potere delle reti: L'occupazione femminile tra identità e riconoscimento. Torino: L'Harmattan, 2002.

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6

Il cielo vuoto dell'eroina: Scrittura e identità femminile nel Novecento italiano. Roma: Bulzoni, 2001.

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7

Campani, Giovanna. Genere, etnia e classe: Migrazioni al femminile tra esclusione e identità. Pisa: Edizioni ETS, 2000.

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8

Azzolini, Paola. Il cielo vuoto dell'eroina: Scrittura e identità femminile nel Novecento italiano. Roma: Bulzoni, 2001.

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9

Di silenzio e d'ombra: Scrittura e identità femminile nel Novecento italiano. Padova: Il poligrafo, 2012.

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10

Genere, etnia e classe: Migrazioni al femminile tra esclusione e identità. Pisa: ETS, 2000.

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