Literatura académica sobre el tema "Identita' dell'architettura"

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Artículos de revistas sobre el tema "Identita' dell'architettura"

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Galliani, Pierfranco. "Identitŕ dell'architettura del XX secolo e progetto contemporaneo". TERRITORIO, n.º 62 (septiembre de 2012): 76–80. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062015.

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Resumen
Considering the enormous amount of the architecture built in the 20th century, only the most significant instances will be able to be restored in the true sense of the term. To do this a positive assessment must be made of the many forms of the general orientation towards the restoration of modern architecture. The difficult and operational relationship proposed by the design of restoration for buildings or modern urban fabrics can in fact highlight the issues of the ‘critical continuity' between the past and the present and also the actions designed to maintain architecture and to modify contexts may constitute supports for each other for development which looks to the future. As an alternative to the analogical relationship between the concepts of protection and conservation which usually compress use objectives, the search for the identity of a work of architecture is a path which connects ‘value judgements' with the objective of contemporary design itself, fully representing the idea of ‘active protection'.
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Galliani, Pierfranco. "Identità, spazio e riuso dell'architettura industriale del XX Secolo". TERRITORIO, n.º 89 (noviembre de 2019): 21–23. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-089002.

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Santi, Ettore. "Il ‘dispositivo' dell'architettura sperimentale cinese. Identità e soft power nell'era del sogno cinese". TERRITORIO, n.º 76 (marzo de 2016): 131–40. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-076018.

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Tesis sobre el tema "Identita' dell'architettura"

1

BOJKOVIC, VLADIMIR. "Transformation of architectural/urban identity of Nikšić city, Montenegro". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/253050.

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Resumen
Questo lavoro si è concentrato sulla definizione della nozione di identità dalla prospettiva dell'architettura e dell'urbanistica, o se vogliamo dirlo in maniera diversa, dalla prospettiva della fenomenologia dell'architettura. Questo studio porta alla luce due nuovi concetti, un'identità di base e un'identità vibrante. Questi due concetti sono stati creati sulla base della sintesi di diverse visioni di fondo del fenomeno dell'identità, dalla posizione della sociologia, della psicologia, teoria dell'architettura. La sintesi di queste opinioni offre un quadro che ha sradicato alcune delle caratteristiche chiave del fenomeno dell'identità. Questo quadro è servito come base per la definizione dell'identità architettonica/urbana in accordo con le definizioni di base dell'architettura e dell'urbanismo. Dopo ciò, la base per definire l'identità di base e l'identità vibrante è stata ottenuta come manifestazione dell'identità architettonica/urbana di una città. In breve, l'identità di base rappresenta la relazione tra gli oggetti più antichi/piani urbani rispetto alle condizioni naturali e storiche in cui sono stati creati. L'identità vibrante rappresenta lo stato dell'identità di base nel momento dell'osservazione. Poiché l'identità architettonica/urbana è una struttura dinamica, la trasformazione di un'identità di base è data sotto forma di un'identità vibrante e può essere positiva o negativa a seconda che rappresenti un degrado o un miglioramento. Questo ci porta al prossimo fenomeno che è strettamente legato all'identità e che è la continuità. La città di Nikšić in Montenegro è un esempio particolarmente interessante per la ricerca. Nel corso del tempo, la genesi dell'identità della città ha avuto manifestazioni drammatiche, a seconda dell'ambiente politico e sociale. In questo contesto, è stato particolarmente importante e interessante studiare l'anello urbano con edifici del periodo del modernismo e del postmodernismo progettati da alcuni dei più importanti architetti montenegrini e jugoslavi.
This work put focus on defining the notion of identity from the perspective of architecture and urbanism, or in other words from perspective of architecture phenomenology. This work brings two new concepts, basic identity and vibrant identity. These two concepts were created based on synthesizing several fundament views on the phenomenon of identity, from the position of sociology, psychology, the theory of architecture. The synthesis of these views gives a framework that abstracted some of the key features of the identity phenomenon. This framework served as a basis for defining architectural/urban identity in accordance with basic definitions of architecture and urbanism. After this, the basis for defining Basic identity and vibrant identity has been obtained as a manifestation of the architectural/urban identity of a city. In short, the basic identity represents the relation of the oldest objects/urban plans to the natural and historical conditions in which they were created. Vibrant identity represents the state of the basic identity in the time of observation. Since architectural/urban identity is a dynamic structure, the transformation of a basic identity is given in the form of a vibrant identity, and it can be positive or negative depending on whether it represents degradation or upgrade. This leads us to the next phenomenon that is closely linked to the identity and that is continuity. Nikšić city in Montenegro is especially interesting example for research. Over time, the genesis of the city's identity had dramatic manifestations, depending on the political and social environment. In this context, it was particularly important and interesting to study urban ring with buildings from the period of modernism and postmodernism designed by some of the most important Montenegrin and Yugoslav architects.
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VO, NGOC DUC. "The quality of hue citadel in the urban development of vietnam, approach from architectural heritage and landscape value". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263645.

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Resumen
La tesi si focalizza sul processo di formazione urbana della città vietnamita di Hue. Le attività della dinastia Nguyen (1802-1883) e la successiva invasione coloniale da parte dei francesi (1884-1845), crearono una città unica in Vietnam. In questo contesto, Hue Citadel è ancora oggi un esempio rilevante di pianificazione urbana in favore di uno lo sviluppo sostenibile. Fu costruito nel 1803, con un'insolita combinazione di elementi umani e naturali, con elementi architettonici tratti sia dalla tradizione militare occidentale, sia dalla filosofia orientale che dall'architettura tradizionale vietnamita. La Cittadella esterna seguiva il modello di fortificazione di Sébastien Le Prestre de Vauban, mentre i due bastioni interni - la Città Imperiale e la Città Proibita - erano costruiti secondo tipologie già presenti nell'antica architettura orientale. Il modello di fortificazione di Vauban si è unito armoniosamente ai principi del Feng Shui, armonizzandosi con gli elementi naturali (la montagna, l'acqua, la topografia del sito) e creando l'identità della città ecologica e storica. Inoltre, il processo di espansione urbana da parte dei francesi è stato rispettoso dell'identità architettonica locale e ha fornito un modello di sviluppo in armonia con ila popolazione locale e il clima tropicale. Negli ultimi decenni, Hue City ha subito i principali cambiamenti dovuti agli effetti dell'urbanizzazione, quali l'aumento della popolazione, i consumo di suolo, l'inquinamento ambientale, le inondazioni, causando pesanti alterazioni dei caratteri tradizionali del paesaggio e il danneggiamento del patrimonio architettonico. L'urbanizzazione e l'espansione urbana recente non hanno saputo comprendere le qualità della città storica, anche grazie al fatto che sia le moderne tecnologie, sia le idee urbanistica della prima metà del XX secolo tendono a ignorare l'identità locale dei luoghi. È molto importante capire il vero significato della forma urbana e i suoi valori storici. L'agenda per la salvaguardia di un modello sostenibile è orientata verso la metodologia del Feng Shui, che identifica la struttura urbana e i caratteri del paesaggio. Allo stesso modo, la teoria della città giardino è suggerita da un modello di chiara gerarchia e cooperazione tra il centro e la struttura urbana satellite. Dal 1993, il complesso dei Monumenti di Hue è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dall'UNESCO.
Process of Hue urban formation, in the periods of the Nguyen feudal Dynasty during 1802-1883 and colonial invasion by the French during 1884-1845, created a unique city in Vietnam. In this context, Hue Citadel is a relevant example of urban planning for sustainable development. It was built in 1803, as an unusual combination of human and nature, the East-West architecture, i.e. the principles of Western military architecture meeting the ideology of Eastern philosophy and Vietnamese traditional architecture. The outer Citadel followed the fortification model of Sébastien Le Prestre de Vauban, while the two inner ramparts - the Imperial City and the Forbidden City - were built according to the type of the ancient oriental architecture. The fortification model of Vauban type harmoniously united with Feng Shui principle, applied local natural elements such as mountain, water, topography to form the identities of ecological and historical city. Besides, the process of urban expansion by the French was respectful of the local architectural identity, and provided a model of development in harmony with local characters and the tropical climate. In the last decades, Hue City has experienced major changes by the impacts of urbanization such as the increase in population, land encroachment, environmental pollution, flood, causing heavy alteration of the traditional landscape characters, and damaging of the heritages. The urbanization and expansion of urban planning have not totally evaluated the urban qualities, modern technologies and ideas in the late 20th century tend to ignore the identity of local place. It is very important to understand the true meaning of the urban form and the historical values. The agenda for the preservation of a sustainable model is oriented towards the Feng Shui methodology, which will identify the urban structure and the characters of the landscape. In the same way, the theory of the garden city is suggested a model of clear hierarchy and cooperation between the centre and the satellite urban structure. Since 1993, the complex of Hue Monuments has been written on the List of World Heritage by UNESCO.
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Renard, Thomas <1980&gt. "Architecture et figures identitaires de l'Italie unifiée (1861-1921)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1260.

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Resumen
Questa tesi si occupa del ruolo svolto dall’architettura nel processo di costruzione della nazione italiana tra XIX e XX secolo. A questo fine abbiamo scelto di isolare alcune figure identitarie studiandole attraverso il prisma delle commemorazioni organizzate in Italia nei primi decenni dell’Unificazione (1861 – 1921). Il nostro studio é scandito dall’analisi di tre distinte commemorazioni accomunate dall’attività dello storico dell’arte Corrado Ricci. L’ottavo centenario della fondazione dell’Università di Bologna nel 1888 e le opere architettoniche di Alfonso Rubbiani si configurano come uno dei primi esempi di celebrazione segnata dalla reinvenzione di un monumento antico. La commemorazione del cinquantenario dell’Unità d’Italia nel 1911, e in modo particolare la mostra regionale ed etnografica organizzata a Roma, permettono di definire una nuova articolazione tra le identità regionali e quella nazionale. In seno a questa celebrazione, l’unità del genio artistico nazionale emerge dalla giustapposizione dei molteplici genius loci regionali manifestati attraverso forme architettoniche del Medioevo comunale e del primo Rinascimento. Infine i festeggiamenti per il seicentenario della morte di Dante Alighieri nel 1921 costituiscono il centro della presente analisi. In questa occasione furono restaurati numerosi edifici su tutto il territorio nazionale e in particolare a Firenze e Ravenna. In queste due città i lavori si estesero alla scala urbana portando alla creazione di zone dantesche e alla reinvenzione di un’immagine dell’architettura medioevale a vocazione identitaria.
This dissertation questions the place and role of architecture in the Italian national building process at the turn of the twentieth century. We chose to isolate several paradigmatic figures of identity (such as Dante or some distinctive features of medieval architecture) and to study them through the prism of a number of commemorations held in Italy in the first decades after unification (1861-1921). The analysis of three commemorations bound together by the activity of the art historian Corrado Ricci constitutes the core of our study. The eighth centenary of the creation of the University of Bologna in 1888 and the architectural activity of Alfonso Rubbiani are studied as one of the first examples of a commemoration not marked by the construction of a new monument but by the reinvention of an old one. The careful consideration of the 1911 celebrations for the 50th anniversary of Italian unification and especially the regional and ethnographic exhibition held in Rome on this occasion allowed us to define a new articulation between national and regional identity, defined as a unity of national artistic genius through a multiplicity of genius loci “rediscovered” in the architecture of late Middle Ages and early Renaissance Commune. The third and main object of our analysis are the commemorations for the 600th anniversary of Dante's death in 1921. For this event many buildings were restored throughout Italy, especially in Florence and Ravenna. In both cities, the impact of commemorations reached an urban scale, leading to the creation of whole areas known as zone dantesche: spatial evidences of the powerful myth that the figure of Dante embodied in this historical conjuncture. Supported by the newly acquired value of heritage in the national building process, this commemoration was a crucial step in the invention of a neomedieval city and its mass diffusion through a set of visual stereotypes.
Ce travail porte sur la place et le rôle de l’architecture dans le processus de construction de la nation italienne au tournant des XIXe et XXe siècles. Pour cela, nous avons choisi d’isoler un certain nombre de figures identitaires et de les étudier à travers le prisme de commémorations organisées en Italie durant la première période de l’unification (1861-1921). Notre étude est rythmée par l’analyse de trois commémorations liées entre elles par l’activité de l’historien d’art Corrado Ricci. Le huitième centenaire de la création de l’université de Bologne en 1888 et les travaux architecturaux d’Alfonso Rubbiani nous offrent un des premiers exemples d’une fête marquée par la réinvention d’un monument ancien. Les célébrations du cinquantenaire de l’unité italienne en 1911, et plus particulièrement l’exposition régionale et ethnographique organisée à Rome, nous ont permis de définir une nouvelle articulation entre les identités régionales et l’identité nationale ; selon l’idée de l’époque l’unité du génie artistique national émergerait de la diversité des genius loci illustrée par l’architecture des communes de la fin du Moyen Âge et de la première Renaissance. Enfin, les commémorations du 600e anniversaire de la mort de Dante en 1921 constituent le pivot de notre étude. Au cours de ce centenaire, on restaura un grand nombre d’édifices dans toute l’Italie, et plus particulièrement à Florence et à Ravenne. Dans ces deux villes, les travaux s’étendirent à l’échelle urbaine, aboutissant à la création de zones dantesques et à la réinvention de l’image d’une architecture médiévale à vocation identitaire.
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BAXHAKU, ARBA. "Identità sospese. Letture sulla trasfigurazione del paesaggio architettonico di Tirana dopo la caduta del regime comunista". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1100371.

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Resumen
La ricerca indaga la trasfigurazione spontanea del paesaggio architettonico della città di Tirana, dopo il crollo del regime comunista, prestando particolare attenzione ed approfondendo il tema dei fenomeni di trasformazione dell’edilizia abitativa. The research investigates the spontaneous transformation of the architectural landscape of the city of Tirana after the collapse of the communist regime, paying particular attention and deepening the theme of the housing transformation phenomena.
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ROMANO, ELISA. "FUTURAFRICA, sperimentare la tradizione nel contemporaneo. Il caso di Mali e Burkina Faso in area subsahariana". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1246861.

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Resumen
L’architettura Africana presenta da sempre una immensa varietà di colori e forme, forme che riflettono tanto l’articolata storia delle popolazioni locali, quanto il costante adattamento alle diverse condizioni politiche, sociali ed ambientali delle singole regioni, senza trascurare in alcun modo la creatività e l’originalità di ciascuna popolazione. Sebbene in campo architettonico lo sviluppo tecnologico risulti estremamente rapido, costante, immancabile ed imminente, esistono elementi costruttivi tradizionali destinati a non subire modificazioni, o a subirne di minimali. Il valore di tali elementi, rimarcato dalla sopravvivenza al tempo degli stessi, non è da considerarsi positivo unicamente in termini costruttivi, in quanto noto, collaudato e conosciuto, ma rappresenta quel carattere distintivo capace di preservare l’identità di queste culture, rimarcando fortemente il senso di individualità capace di renderle uniche, in un unico termine riconoscibili. La piena forza di tali elementi e metodi costruttivi è rappresentata dalla capacità di saper contestualizzare e radicare nel territorio ogni opera costruita, in un rapporto di piena integrazione con le preesistenze, rappresentando quell’ aspetto che ne influenza in maniera sostanziale l’efficacia, la credibilità, la forza e perfino l’interpretazione. È ciò che potremmo in qualche modo definire il “timbro dell’architettura”. Risultano emblematici le realtà più tribali dell’Africa Subsahariana, nello specifico Mali e Burkina Faso, dove gli elementi tradizionali ed autoctoni, in qualche modo primitivi, trovano ad oggi costante applicazione nelle più contemporanee realizzazioni architettoniche. Storicamente, partendo dagli assunti teorici di Hassan Fathy, ne sono esempio le opere di architetti quali Dibiedo Francis Kèrè, Albert Faus, Mokena Makeka, Kunle Adeyemi, Tsay, LEVS ma anche dell’italiano Fabrizio Carola, in coppia da pochi anni con Paolo Cascone, del gruppo Tam Studio e di Matteo ed Emilio Caravatti. ABSTRACT 15 “Migliorare i luoghi dove abita la mia gente rivisitando la nostra storia e accompagnando il nostro stile di vita, senza scimmiottare quello occidentale” è quanto afferma Mariam Kamara, donna ed architetto originaria del Niger sottolineando fermamente il ruolo politico dell’architettura nel coadiuvare la volontà di riscatto di popolazioni che per anni hanno emulato l’occidente, realizzando opere che “si sono tradotte in architetture realizzate in materiali per noi costosissimi. Perché non tengono conto delle problematiche climatiche ed economiche, perché non tengono conto di chi siamo (con conseguenze tragiche a livello di consumi energetici).” [2] La ricerca intende in tal senso approfondire il rapporto esistente tra l’architettura contemporanea in area Subsahariana e gli elementi costruttivi ed urbanistici archetipici di tale territorio, sottolineando l’efficacia in termini architettonici, economici e sociali di un modello costruttivo fondato sul recupero del vernacolare e degli elementi della tradizione, ed esplorandone, attraverso lo studio delle realizzazioni più contemporanee inquadrabili nell’ambito delle best practices, i limiti e le potenzialità. [1] Architecture for the poor: an experiment in rural Egypt (1973) , Hassan Fathy Fathy, padre dell’architettura africana, ha svolto significative ricerche centrate sulle peculiarità costruttive e sociali degli ambienti rurali, affrontando un riesame sociale e ambientale volto alla rivalutazione dei materiali e delle tipologie tradizionali contrastando la diffusione dell’International style nelle aree considerate. [2] Mariam Kamara, D (11/08/18), 100 donne che cambiano il mondo Mariam Kamara, personalità attivissima nell’area del Niger, ritiene che gli architetti africani dovrebbero smettere di emulare ciò che già esiste in Occidente, guardando alla propria storia e patrimonio con un rinnovato spirito critico, cin il fine di produrre un’architettura in grado di riflettere lo spirito della regione nella quale gli edifici andranno a sorgere.
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Libros sobre el tema "Identita' dell'architettura"

1

Zermani, Paolo. Identità dell'architettura. 2a ed. Roma: Officina, 1995.

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2

Identità dell'architettura. 2a ed. Roma: Officina, 2002.

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3

Università di Firenze. Dottorato di ricerca in progettazione architettonica e urbana., ed. Identità dell'architettura italiana. Reggio Emilia, Italia: Diabasis, 2006.

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4

Basili, Giulio. Identità dell'architettura italiana. Parma: Edizioni Diabasis, 2018.

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5

Gregotti, Vittorio. Identità e crisi dell'architettura europea. Torino: Einaudi, 1999.

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6

Gabriele, Szaniszlò y Cuomo Alberto, eds. L' identità plurale: Caratteri dell'architettura portoghese. Napoli: Guida, 2002.

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7

Germanà, Maria Luisa, ed. Permanenze e innovazioni nell'architettura del MediterraneoMediterranean Architecture between Heritage and Innovation. Florence: Firenze University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-007-5.

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Resumen
Il volume offre numerosi spunti sul tema Permanenze e innovazioni nell'architettura del Mediterraneo, dimostrandone l'ampiezza di aspetti riconducibili alla Tecnologia dell'architettura, di cui si evidenzia la flessibilità dei confini disciplinari con riferimento ai diversi significati assumibili dal concetto di risorsa. Letta in continuità con le precedenti pubblicazioni Osdotta, questa consente di seguire quanto si va sviluppando nel terzo livello di formazione in un momento particolarmente critico per l'istituzione universitaria, continuando a porre l'accento sul nodo domanda/offerta di ricerca, nel confronto con altre istituzioni e con il mondo della produzione di settore, nell'attuale scenario dominato da trasformazioni sempre più rapide e incisive. La qualificazione dei corsi di dottorato, attraverso la riflessione sugli esiti immediati e a lungo termine, parallelamente alla precisazione dei contenuti identitari del settore disciplinare, restano le principali sfide da continuare ad affrontare. This publication provides considerable material for reflection on the subject of Mediterranean Architecture between Heritage and Innovation, demonstrating the wide range of aspects linked to Architectural Technology, in which one is struck by the flexibility of the disciplinary boundaries with regard to the various meanings that can be applied to the concept of resource. Taken together with the previous publications of Osdotta, this consents one to trace the developments in the third level of education at a particularly critical time for the university institution; the emphasis continues to be placed on the crucial issue of supply/demand of research; the situation is compared with other institutions and with the world of production in this sector, in a present-day scenario dominated by ever more rapid and incisive transformations. The main challenges left to be faced are to improve the quality of PhD courses, after due reflection on the immediate and long-term results, whilst defining more precisely the identitary contents of the disciplinary sector.
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8

Identità dell'architettura italiana. Reggio Emilia: Diabasis, 2008.

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9

Identità dell'architettura italiana. Reggio Emilia, Italia: Diabasis, 2010.

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10

Identità dell'architettura italiana. Reggio Emilia: Diabasis, 2007.

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