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Scolletta, Sabino, Paolo Simioni, Valter Campagnolo, Michele Celiento, Paolo Fontanari, Alberto Guadagnucci, Fabio Guarracino et al. "Patient blood management in cardiac surgery: The “Granducato algorithm”". International Journal of Cardiology 289 (agosto de 2019): 37–42. http://dx.doi.org/10.1016/j.ijcard.2019.01.025.

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Soper, Steve. "Moderatismo e amministrazione nel granducato di Toscana: La carriera di Luigi Serristori and La ‘civil difesa’: Economia, finanza e sistema militare nel Granducato di Toscana (1814–1859)". Journal of Modern Italian Studies 22, n.º 4 (8 de agosto de 2017): 530–32. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2017.1350028.

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Carnevali, Francesca. "Book Review: Leopoldo e il Treno: Le Ferrovie nel Granducato di Toscana, 1824–61". Journal of Transport History 14, n.º 2 (septiembre de 1993): 211–12. http://dx.doi.org/10.1177/002252669301400217.

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Bortolotti, Lando. "L'Arno come asse dello sviluppo toscano. Una funzione che si esaurisce". STORIA URBANA, n.º 125 (abril de 2010): 11–33. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125002.

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Resumen
L'argomento del saggio č il sistema di trasporto delle merci per vie d'acqua interne, fiumi canali e laghi, che faceva capo all'Arno, nel Granducato di Toscana e nel piccolo Stato di Lucca, fra il 1737 e il 1859 cioč nell'epoca dei granduchi Asburgo Lorena. Sono presi in esame l'organizzazione politico-amministrativa, e aspetti geografici e tecnici: l'Arno come confine e/o elemento di unitŕ, le infrastrutture della navigazione, le imbarcazioni; ed anche le politiche condotte dai Lorena, in base ai valori diffusi dall'illuminismo L'importanza del trasporto per via d'acqua cala, anche durante il regno del principe riformatore Pietro Leopoldo. Mancano riforme organiche, gli interventi sono pochi, piů per conservare che per riformare. In realtŕ la preminenza č data alle strade, conformemente alle teorie degli illuministi e agli esempi stranieri. Il cambiamento dei valori, l'eliminazione dei privilegi, dei vincoli e dell'assistenza ai poveri con i prezzi "politici" delle "grasce" porta trasformare il lago di Bientina, e vari decenni dopo quello di Fucecchio, in aree coltivate, a favore del ceto fondiario toscano.
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Casari, Federico. "“Con regolata indifferenza, con attenzione costante”. Potere politico e parola stampata nel Granducato di Toscana (1814–1847)". Italian Studies 72, n.º 4 (13 de septiembre de 2017): 475–76. http://dx.doi.org/10.1080/00751634.2017.1376474.

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Chiaruttini, Maria Stella. "‘Con regolata indifferenza, con attenzione costante’: potere politico e parola stampata nel Granducato di Toscana (1814–1847)". European Review of History: Revue européenne d'histoire 24, n.º 4 (13 de abril de 2017): 648–49. http://dx.doi.org/10.1080/13507486.2017.1303996.

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BOHR, MICHAEL. "ENGLISCHE UHREN FÜR GROSSHERZOG COSIMO III. UND DIE ANKUNFT VON IGNAZIO HUGFORD AM HOFE IN FLORENZ'". Nuncius 9, n.º 2 (1994): 593–618. http://dx.doi.org/10.1163/182539184x00964.

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Resumen
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Durante il suo soggiorno in Inghilterra, nell'anno 1669, il Granprincipe Cosimo, in seguito Granduca Cosimo III di Toscana, sviluppava un crescente interesse per le arti e le scienze britanniche. A Londra conobbe il mercante d'arte Francesco Terriesi che alcuni anni dopo nominò «Residente fiorentino» presso la corte inglese. Al suo ritorno a Firenze, Cosimo mantenne una fitta corrispondenza con il Terriesi, il quale acquistò per il Granduca strumenti scientifici quali bussole, telescopii ed astrolabii oltre a oggetti d'arte inglesi come quadri, tappeti, mobili ed orologi.In questi anni in Inghilterra furono fatti grandi progressi nello sviluppo e nel perfezionamento di strumenti per misurare il tempo. Le ordinazioni di orologi e pendole da parte di Cosimo confermano questi progressi: le ultime innovazioni sono puntualmente descritte infatti nella corrispondenza intercorsa tra il Francesco Terriesi al Granduca. Queste lettere costituiscono una valida documentazione per datare molte nuove invenzioni e per conoscere i nomi degli artefici.Nella seconda parte dell'articolo, l'autore pubblica quelle lettere di Cosimo e del Terriesi, che riguardano l'assunzione dell'orologiaio inglese Ignazio Hugford nelle botteghe granducali fiorentine. Tali lettere permettono di chiarire alcuni punti oscuri della biografia dell'Hugford, oltre fornire nuove informazioni sulla regolamentazione delle attività artistiche nella «Galleria dei Lavori» di Firenze.
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Farneti, Fauzia. "Il quadraturismo in Pallazzo Pitti da Cosimo II a Cosimo III de' Medici". Varia Historia 24, n.º 40 (diciembre de 2008): 369–86. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-87752008000200002.

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Resumen
Nei primi decenni del Seicento la pittura decorativa a Firenze risulta ancora legata all'ornamentazione tradizionale tardomanierista attuata nei modi di Alessandro Allori o di Bernardino Barbatelli detto il Poccetti. L'interesse per le novità e per l'aggiornamento dell'ambiente artistico fiorentino portarono il granduca Ferdinando II a chiamare a Firenze tra il 1636 ed il 1637 Pietro da Cortona, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. I due bolognesi completarono il ciclo pittorico celebrativo del governo di Ferdinando cui aveva dato inizio Giovanni da San Giovanni, con la decorazione delle tre sale di rappresentanza del quartiere estivo di palazzo Pitti realizzata tra il 1637 ed il 1641. L'intervento, condotto secondo il più moderno linguaggio barocco che vede la perfetta integrazione dell'illusionismo architettonico, che supera i limiti dello spazio reale, con le scene figurative, verrà a costituire nell'ambiente fiorentino un ineludibile modello di riferimento nella decorazione d'interni, soluzioni di grande modernità su cui si formerà Jacopo Chiavistelli e i giovani della sua scuola. Anche Giovan Carlo, fratello del granduca, nel 1637 diede inizio ad una serie di trasformazioni che si protrassero per oltre un ventennio, trasformando gli ambienti a lui assegnati in Pitti in veri e propri luoghi di delizie, decorati dagli artisti più significativi del momento quali ad esempio Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli, Pietro da Cortona, Jacopo Chiavistelli. Fu quest'ultimo frescante che con i suoi 'scolari', fin dagli anni Cinquanta fu attivo in palazzo Pitti, decorando a quadratura gli ambienti dei quartieri dei membri della famiglia granducale, ambienti che in gran parte sono andati perduti in quanto interessati dalle ristrutturazioni lorenesi e sabaude. Con i lavori commissionati dal gran principe Ferdinando si chiude in palazzo Pitti la grande stagione del quadraturismo barocco fiorentino.
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Barker, Sheila. "La farmacia granducale di Firenze". Ambix 66, n.º 4 (25 de abril de 2019): 368–69. http://dx.doi.org/10.1080/00026980.2019.1611018.

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Sear, Frank. "Cisterns, drainage and lavatories in Pompeian houses, Casa del Granduca (VII.4.56)". Papers of the British School at Rome 72 (noviembre de 2004): 125–66. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002695.

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Resumen
CISTERNE, DRENAGGI E LATRINE NELLE CASE DI POMPEI, CASA DEL GRANDUCA (VII.4.56)L'articolo delinea la complessa cronologia del lato orientale dell'Insula 4, Regio VII e procede con l'esame dettagliato del sistema idrico della Casa del Granduca. All'interno della casa si hanno evidenze di canali e di una cisterna relativi alla fase precedente la costruzione della dimora nella sua forma attuale. La prima casa ad atrio del sito sembra avere utilizzato questa cisterna e, quando essa fu ampliata, furono costruite altre cisterne. La cisterna del peristilio è di particolare interesse perché la sua parte superiore è ricavata da un capitello dorico che probabilmente apparteneva al colonnato sannitico del lato meridionale del Foro. Altri capitelli dorici, più piccoli, sono stati riutilizzati nel peristilio e questi potrebbero essere appartenuti all'ordine superiore dello stesso colonnato. Intorno al 40 d.C. fu installato un sistema di acqua corrente con tubi in piombo e fu costruito un ninfeo, probabilmente il primo di Pompei. Viene discussa brevemente anche la tecnica dei mosaici e la loro importanza. L'articolo termina con alcune osservazioni sull'utilità di installare sistemi di acqua corrente nelle case pompeiane.
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MINIATI, MARA. "ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, La Toscana dei Lorena nelle mappe dell'Archivio di Stato di Praga. Memorie ed immagini di un Granducato. Catalogo e mostra documentaria Firenze, 31 maggio-31 luglio 1991. Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1991, 430 pp., fig." Nuncius 7, n.º 1 (1992): 264–67. http://dx.doi.org/10.1163/182539192x00307.

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BERNI, STEFANO. "VINCENZIO CHIARUGI". Nuncius 7, n.º 2 (1992): 97–113. http://dx.doi.org/10.1163/182539192x00875.

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Abstract<title> SUMMARY </title>In 1788 the Bonifazio Hospital in Florence was again open to public and to its insane guests, after it had been restored following the illuministic ideas of the Granduca of Tuscany, Leopoldo I. Vincenzio Chiarugi became the head physician of the hospital and in 1789 he wrote the Leopoldian Regulation. In 1793 he published his new book, Della Pazzia [On Madness], on the grounds of the new rationalistic code.
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Barsanti, Danilo. "La politica granducale di frazionamento del latifondo nella Toscana litoranea dell'Ottocento". a. XXV, n. 2, dicembre 1985, n.º 2 (20 de abril de 1986): 41–112. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/1986.594.

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Sear, Frank. "Cisterns, drainage and lavatories in Pompeian houses, Casa dei Capitelli Colorati (VII.4.51), Casa della Caccia Antica (VII.4.48) and Casa dei Capitelli Figurati (VII.4.57)". Papers of the British School at Rome 74 (noviembre de 2006): 163–201. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003251.

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CISTERNE, DRENAGGI E LATRINE NELLE CASE DI POMPEI, CASA DEI CAPITELLI COLORATI (VII.4.51), CASA DELLA CACCIA ANTICA (VII.4.48), CASA DEI CAPITELLI FIGURATI (VII.4.57)L'articolo esamina le quattro cisterne, la latrina, i bacini idrici e parti del sistema di condutture della Casa dei Capitelli Colorati (VII.4.51); la grande cisterna, la piscina e le due latrine nella Casa della Caccia Antica (VII.4.48); e la cisterna sotto l'atrio della Casa dei Capitelli Figurati (VII.4.57). Il lavoro segue un precedente articolo (Papers of the British School at Rome 72 (2004): 125–66) concernente l'impianto idrico della Casa del Granduca (VII.4.56).
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DE CANDOLLE, AUGUSTIN PYRAMUS. "XX". Nuncius 4, n.º 2 (1989): 244–48. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00932.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title L'inventario del carteggio di Giorgio Santi conservato nella Biblioteca Comunale di Siena rivela i numerosi contatti di questo chimico, botanico e naturalista toscano, fra il 1776 e il 1822. Formatosi in Francia a stretto contatto con le nuove teorie di Buffon e Lavoisier, professore all'Universit di Pisa e direttore del Giardino Botanico dal 1782, Santi costituisce una delle personalit scientifiche di maggiore interesse fra diciottesimo e diciannovesimo secolo, esponente di punta di quel gruppo toscano impegnato nella realizzazione del vasto progetto del Granduca Pietro Leopoldo prima e della nuova amministrazione francese in seguito.
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Luatti, Lorenzo. "Durham x Chianina: storia di un incrocio fallito (1856-1859)". a. LXII, n. 1, giugno 2022, n.º 154 (1 de julio de 2022): 1–25. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2325.

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Resumen
Il contributo ricostruisce, attraverso le fonti archivistiche e a stampa coeve, il tentativo di incrocio tra razza bovina Durham e razza Chianina realizzato in Val di Chiana nel 1856-58, per volere del governo granducale, in contrasto con l’indirizzo zootecnico seguito dagli allevatori autoctoni. Ne esplora le motivazioni storiche, le fasi e le vicende specifiche di sua realizzazione, gli esiti, i ruoli degli attori a vario titolo coinvolti, e raccoglie la testimonianza del medico veterinario che seguì l’intera sperimentazione, oggetto, vent’anni più tardi (1875), di un’accesa discussione a un Congresso nazionale di veterinaria.&nbsp;The contribution describes the controversial attempt to crossbreed two cattle breeds, Durham x Chianina, in Val di Chiana, at the behest of the Grand Duchy of Tuscany between 1856 and 1858. Through the examination of authentic documents of that period and the important testimony of the veterinarian that led the trial, it was possible to reconstruct the reasons behind the crossbreeding trial, which actors were involved and their roles, the different phases, events, and conclusions of it.
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Talŕ, Paola. "Acque trasportate: l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno". STORIA URBANA, n.º 125 (abril de 2010): 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Resumen
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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Gelli, Annica. "Acque vive: le gore di Colle di Val d'Elsa e gli edifici andanti a acqua". STORIA URBANA, n.º 125 (abril de 2010): 133–49. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125007.

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La cittŕ di Colle di Val d'Elsa deve il suo sviluppo alla presenza dell'acqua e agli opifici che potevano funzionare mediante l'energia idraulica. Nella vallata sottostante il centro medievale di Onci ricche sorgenti perenni, opportunamente incanalate, vanno a rinvigorire il fiume Elsa. Nel XII secolo l'unico modo per sfruttare tali acque fu deviarne la quasi totalitŕ in un canale artificiale, la gora, la quale seguendo il naturale dislivello morfologico del terreno arrivava fin dentro il Piano della cittŕ, una vera e propria area manifatturiera. Successive scissioni e prolungamenti dei canali corrisposero all'aumento degli edifizi andanti ad acqua, gualchiere, roterie, mulini e soprattutto cartiere. Nel Settecento la forza delle acque, regolata ed aumentata mediante delle cadute, riusciva a muovere ben diciassette opifici ma la crisi del mercato cartario amplificava le contese fra i proprietari. Č in questo secolo di declino economico che si hanno i documenti cartografici e le relazioni idrauliche piů interessanti, redatte da Ferdinando Morozzi ed altri ingegneri granducali chiamati ad intervenire direttamente dal Comune o dall'Appalto della Carta
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Carta, Paolo. "Elena Fasano Guarini, Repubbliche e principi. Istituzioni e pratiche di potere nella Toscana granducale del ’500-’600". Laboratoire italien, n.º 11 (15 de noviembre de 2011): 345–47. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.609.

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Else, Felicia M. "Controlling the Waters of Granducal Florence: A New Look at Stefano Bonsignori's View of the City (1584)". Imago Mundi 61, n.º 2 (3 de julio de 2009): 168–85. http://dx.doi.org/10.1080/03085690902923598.

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MARA, MINIATI. "FRANZ PESENDORFER, La Toscana dei Lorena. Un secolo di governo granducale. Firenze, Sansoni Editore 1987 (« Biblioteca Storica »), 191 pp." Nuncius 3, n.º 2 (1988): 359. http://dx.doi.org/10.1163/182539178x01023.

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Masetti, Chiara y Maurizio Mencuccini. "Régénération naturelle de Pin pignon (Pinus pinea L.) dans la Pineta Granducale di Alberese. (Parco Naturale della Maremma, Toscana, Italie)". Ecologia mediterranea 17, n.º 1 (1991): 103–18. http://dx.doi.org/10.3406/ecmed.1991.1693.

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COLLINI, SILVIA. "ESTER DIANA, In viaggio con il Granduca. Itinerari nella Toscana dei Lorena, Firenze, Edizioni medicea, 1994, 275 pp." Nuncius 11, n.º 1 (1996): 458–59. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x01546.

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COLLINI, SILVIA. "ESTER DIANA, In viaggio con il Granduca. Itinerari nella Toscana dei Lorena, Firenze, Edizioni medicea, 1994, 275 pp." Nuncius 11, n.º 1 (1 de enero de 1996): 458–59. http://dx.doi.org/10.1163/221058796x01540.

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Eisenbichler, Konrad. "La Farmacia Granducale di Firenze. Giovanni Piccardi. Biblioteca di “Nuncius” 78. Florence: Olschki, 2018. viii + 134 pp. + 8 color pls. €20." Renaissance Quarterly 73, n.º 3 (2020): 1042–43. http://dx.doi.org/10.1017/rqx.2020.156.

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Brioist, Pascal. "Fantoni Marcello, La Corte del Granduca, forma e simboli del potere mediceo fra Cinque e Seicento, Rome, Bulzoni editore, 1994, 269 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 52, n.º 2 (abril de 1997): 422–25. http://dx.doi.org/10.1017/s039526490005040x.

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MINIATI, MARA. "FRANZ PESENDORFER, Leopoldo II di Lorena. La vita dell'ultimo Granduca di Toscana (1824-1859), Firenze, Sansoni Editore 1989, 446 pp., L. 75.000." Nuncius 5, n.º 1 (1990): 359. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x01308.

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Connell, William J. "Elena Fasano Guarini . Repubbliche e principi: Istituzioni e pratiche di potere nella Toscana granducale del '500–'600 . (Ricerca.) Bologna: Il Mulino. 2010. Pp. 291. €26.00." American Historical Review 117, n.º 1 (febrero de 2012): 293–94. http://dx.doi.org/10.1086/ahr.117.1.293.

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Köbler, Gerhard. "Graf, Gerda, Der Verfassungsentwurf aus dem Jahr 1787 des Granduca Pietro Leopoldo di Toscana. Edition & Übersetzung - Das Verfassungsprojekt (= Schriften zur Verfassungsgeschichte 54)". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Germanistische Abteilung 125, n.º 1 (1 de agosto de 2008): 746–47. http://dx.doi.org/10.7767/zrgga.2008.125.1.746.

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Najemy, John M. "Elena Fasano Guarini. Repubbliche e principi: Istituzioni e pratiche di potere nella Toscana granducale del ‘500–‘600. Bologna: Il Mulino, 2010. 292 pp. index. €26. ISBN: 978–88–15–13886–6." Renaissance Quarterly 64, n.º 2 (2011): 620–21. http://dx.doi.org/10.1086/661847.

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Ling, Roger. "Pompeian Houses - K. Stemmer: Casa dell' Ara Massima (VI 16, 15–17). (Deutsches Archäologisches Institute. Häuser in Pompeji, 6). Pp. 67, 258 ills. Munich: Hirmer, 1992. Cloth. - M. Staub Gierow: Casa del Granduca (VII 4, 56) und Casa dei Capitelli Figurati (VII 4, 57). (Deutsches Archäologisches Institut. Häuser in Pompeji, 6). Pp. 84, 221 ills. Munich: Hirmer, 1994. Cloth." Classical Review 45, n.º 2 (octubre de 1995): 387–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00294389.

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Pia Casalena, Maria. "Domenico Maria Bruni, «Con regolata indifferenza, con attenzione costante». Potere politico e parola stampata nel Granducato di Toscana (1814-1847)". Storicamente 12 (24 de marzo de 2017). http://dx.doi.org/10.12977/stor651.

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"Review: Atlante del Barocco in Italia by Marcello Fagiolo, editor; Firenze e il Granducato: Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena by Mario Bevilacqua and Giuseppina Carla Romby, editors; Terra di Bari e Capitanata by Vincenzo Cazzato, Marcello Fagiolo, and Mimma Pasculli Ferrara; Stato Pontificio e Granducato di Toscana (Il sistema delle residenze nobiliari) by Mario Bevilacqua and Maria Luisa Madonna; Le capitali della festa by Marcello Fagiolo, editor". Journal of the Society of Architectural Historians 69, n.º 3 (1 de septiembre de 2010): 448–50. http://dx.doi.org/10.1525/jsah.2010.69.3.448.

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Goethals, Jessica. "«Cadde a tai note»: il lamento tra la Flora feconda e La selva di cipressi di Margherita Costa". altrelettere, 3 de febrero de 2023. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-69.

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Resumen
Nel 1640 Margherita Costa dedicò al granduca di Toscana Ferdinando II de’ Medici Flora feconda, un poema epico in onore della nascita del suo primo figlio. In quest’opera gli eroi Zeffiro e Flora (personaggi che raffigurano Ferdinando e la sua consorte Vittoria della Rovere) intraprendono un viaggio nel Mediterraneo fino all’oracolo di Giove per chiedere al dio il permesso di procreare. Il poema permise a Costa di mostrare la sua versatilità letteraria attraverso un adattamento innovativo di modelli offerti da figure come Ovidio e Ariosto. Il saggio esamina in particolare la rivisitazione di Costa del topos della donna abbandonata presente nella tradizione letteraria e musicale del lamento amoroso. Quando l’infante dei Medici morì dopo pochi giorni dal parto, la poetessa fu costretta a modificare il testo aggiungendo un decimo canto che prende la forma del lamento politico, un altro tipo di lamento allora in voga. L’unione di questi due sub-generi viene replicata nelle altre due successive opere pubblicate in quello stesso anno: una versione drammatica del poema intitolata La Flora feconda e la raccolta di poesie lugubri La selva di cipressi. In queste opere, come il saggio dimostra, Costa gioca con le convenzioni del lamento sia in termini di genere letterario-teatrale che di ruoli legati al gender dei personaggi.
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