Literatura académica sobre el tema "Granducato"

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Artículos de revistas sobre el tema "Granducato"

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Scolletta, Sabino, Paolo Simioni, Valter Campagnolo, Michele Celiento, Paolo Fontanari, Alberto Guadagnucci, Fabio Guarracino et al. "Patient blood management in cardiac surgery: The “Granducato algorithm”". International Journal of Cardiology 289 (agosto de 2019): 37–42. http://dx.doi.org/10.1016/j.ijcard.2019.01.025.

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Soper, Steve. "Moderatismo e amministrazione nel granducato di Toscana: La carriera di Luigi Serristori and La ‘civil difesa’: Economia, finanza e sistema militare nel Granducato di Toscana (1814–1859)". Journal of Modern Italian Studies 22, n.º 4 (8 de agosto de 2017): 530–32. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2017.1350028.

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Carnevali, Francesca. "Book Review: Leopoldo e il Treno: Le Ferrovie nel Granducato di Toscana, 1824–61". Journal of Transport History 14, n.º 2 (septiembre de 1993): 211–12. http://dx.doi.org/10.1177/002252669301400217.

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Bortolotti, Lando. "L'Arno come asse dello sviluppo toscano. Una funzione che si esaurisce". STORIA URBANA, n.º 125 (abril de 2010): 11–33. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125002.

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Resumen
L'argomento del saggio č il sistema di trasporto delle merci per vie d'acqua interne, fiumi canali e laghi, che faceva capo all'Arno, nel Granducato di Toscana e nel piccolo Stato di Lucca, fra il 1737 e il 1859 cioč nell'epoca dei granduchi Asburgo Lorena. Sono presi in esame l'organizzazione politico-amministrativa, e aspetti geografici e tecnici: l'Arno come confine e/o elemento di unitŕ, le infrastrutture della navigazione, le imbarcazioni; ed anche le politiche condotte dai Lorena, in base ai valori diffusi dall'illuminismo L'importanza del trasporto per via d'acqua cala, anche durante il regno del principe riformatore Pietro Leopoldo. Mancano riforme organiche, gli interventi sono pochi, piů per conservare che per riformare. In realtŕ la preminenza č data alle strade, conformemente alle teorie degli illuministi e agli esempi stranieri. Il cambiamento dei valori, l'eliminazione dei privilegi, dei vincoli e dell'assistenza ai poveri con i prezzi "politici" delle "grasce" porta trasformare il lago di Bientina, e vari decenni dopo quello di Fucecchio, in aree coltivate, a favore del ceto fondiario toscano.
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Casari, Federico. "“Con regolata indifferenza, con attenzione costante”. Potere politico e parola stampata nel Granducato di Toscana (1814–1847)". Italian Studies 72, n.º 4 (13 de septiembre de 2017): 475–76. http://dx.doi.org/10.1080/00751634.2017.1376474.

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Chiaruttini, Maria Stella. "‘Con regolata indifferenza, con attenzione costante’: potere politico e parola stampata nel Granducato di Toscana (1814–1847)". European Review of History: Revue européenne d'histoire 24, n.º 4 (13 de abril de 2017): 648–49. http://dx.doi.org/10.1080/13507486.2017.1303996.

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BOHR, MICHAEL. "ENGLISCHE UHREN FÜR GROSSHERZOG COSIMO III. UND DIE ANKUNFT VON IGNAZIO HUGFORD AM HOFE IN FLORENZ'". Nuncius 9, n.º 2 (1994): 593–618. http://dx.doi.org/10.1163/182539184x00964.

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Resumen
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Durante il suo soggiorno in Inghilterra, nell'anno 1669, il Granprincipe Cosimo, in seguito Granduca Cosimo III di Toscana, sviluppava un crescente interesse per le arti e le scienze britanniche. A Londra conobbe il mercante d'arte Francesco Terriesi che alcuni anni dopo nominò «Residente fiorentino» presso la corte inglese. Al suo ritorno a Firenze, Cosimo mantenne una fitta corrispondenza con il Terriesi, il quale acquistò per il Granduca strumenti scientifici quali bussole, telescopii ed astrolabii oltre a oggetti d'arte inglesi come quadri, tappeti, mobili ed orologi.In questi anni in Inghilterra furono fatti grandi progressi nello sviluppo e nel perfezionamento di strumenti per misurare il tempo. Le ordinazioni di orologi e pendole da parte di Cosimo confermano questi progressi: le ultime innovazioni sono puntualmente descritte infatti nella corrispondenza intercorsa tra il Francesco Terriesi al Granduca. Queste lettere costituiscono una valida documentazione per datare molte nuove invenzioni e per conoscere i nomi degli artefici.Nella seconda parte dell'articolo, l'autore pubblica quelle lettere di Cosimo e del Terriesi, che riguardano l'assunzione dell'orologiaio inglese Ignazio Hugford nelle botteghe granducali fiorentine. Tali lettere permettono di chiarire alcuni punti oscuri della biografia dell'Hugford, oltre fornire nuove informazioni sulla regolamentazione delle attività artistiche nella «Galleria dei Lavori» di Firenze.
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Farneti, Fauzia. "Il quadraturismo in Pallazzo Pitti da Cosimo II a Cosimo III de' Medici". Varia Historia 24, n.º 40 (diciembre de 2008): 369–86. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-87752008000200002.

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Resumen
Nei primi decenni del Seicento la pittura decorativa a Firenze risulta ancora legata all'ornamentazione tradizionale tardomanierista attuata nei modi di Alessandro Allori o di Bernardino Barbatelli detto il Poccetti. L'interesse per le novità e per l'aggiornamento dell'ambiente artistico fiorentino portarono il granduca Ferdinando II a chiamare a Firenze tra il 1636 ed il 1637 Pietro da Cortona, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. I due bolognesi completarono il ciclo pittorico celebrativo del governo di Ferdinando cui aveva dato inizio Giovanni da San Giovanni, con la decorazione delle tre sale di rappresentanza del quartiere estivo di palazzo Pitti realizzata tra il 1637 ed il 1641. L'intervento, condotto secondo il più moderno linguaggio barocco che vede la perfetta integrazione dell'illusionismo architettonico, che supera i limiti dello spazio reale, con le scene figurative, verrà a costituire nell'ambiente fiorentino un ineludibile modello di riferimento nella decorazione d'interni, soluzioni di grande modernità su cui si formerà Jacopo Chiavistelli e i giovani della sua scuola. Anche Giovan Carlo, fratello del granduca, nel 1637 diede inizio ad una serie di trasformazioni che si protrassero per oltre un ventennio, trasformando gli ambienti a lui assegnati in Pitti in veri e propri luoghi di delizie, decorati dagli artisti più significativi del momento quali ad esempio Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli, Pietro da Cortona, Jacopo Chiavistelli. Fu quest'ultimo frescante che con i suoi 'scolari', fin dagli anni Cinquanta fu attivo in palazzo Pitti, decorando a quadratura gli ambienti dei quartieri dei membri della famiglia granducale, ambienti che in gran parte sono andati perduti in quanto interessati dalle ristrutturazioni lorenesi e sabaude. Con i lavori commissionati dal gran principe Ferdinando si chiude in palazzo Pitti la grande stagione del quadraturismo barocco fiorentino.
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Barker, Sheila. "La farmacia granducale di Firenze". Ambix 66, n.º 4 (25 de abril de 2019): 368–69. http://dx.doi.org/10.1080/00026980.2019.1611018.

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Sear, Frank. "Cisterns, drainage and lavatories in Pompeian houses, Casa del Granduca (VII.4.56)". Papers of the British School at Rome 72 (noviembre de 2004): 125–66. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002695.

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Resumen
CISTERNE, DRENAGGI E LATRINE NELLE CASE DI POMPEI, CASA DEL GRANDUCA (VII.4.56)L'articolo delinea la complessa cronologia del lato orientale dell'Insula 4, Regio VII e procede con l'esame dettagliato del sistema idrico della Casa del Granduca. All'interno della casa si hanno evidenze di canali e di una cisterna relativi alla fase precedente la costruzione della dimora nella sua forma attuale. La prima casa ad atrio del sito sembra avere utilizzato questa cisterna e, quando essa fu ampliata, furono costruite altre cisterne. La cisterna del peristilio è di particolare interesse perché la sua parte superiore è ricavata da un capitello dorico che probabilmente apparteneva al colonnato sannitico del lato meridionale del Foro. Altri capitelli dorici, più piccoli, sono stati riutilizzati nel peristilio e questi potrebbero essere appartenuti all'ordine superiore dello stesso colonnato. Intorno al 40 d.C. fu installato un sistema di acqua corrente con tubi in piombo e fu costruito un ninfeo, probabilmente il primo di Pompei. Viene discussa brevemente anche la tecnica dei mosaici e la loro importanza. L'articolo termina con alcune osservazioni sull'utilità di installare sistemi di acqua corrente nelle case pompeiane.
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Tesis sobre el tema "Granducato"

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ONISHI, KATSUNORI. "Il progetto di catasto generale nella Toscana del Settecento: due orientamenti della riforma leopoldina". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2014. http://hdl.handle.net/11384/86041.

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Masi, Gianluca <1965&gt. "I rapporti tra il Granducato di Toscana e il Principato di Transilvania (1540–1699)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4634.

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Resumen
Il secolo XVI vede fiorire in Italia un’attenzione sempre maggiore per le vicende dell’Europa orientale, e in particolare per la valle del Danubio, in cui la progressiva avanzata turca sembra superare ogni ostacolo. Questo interesse intorno alla “Questione d’Oriente” si traduce in una serie di relazioni, trattati e scritti vari. All’inizio del secolo, in contemporanea con la grande fioritura culturale in Italia, si coltivano con profitto soprattutto gli studi di Storia e Geografia; nella seconda parte del secolo, i problemi dell’Oriente sembrano interessare l’ambiente colto italiano in particolare per quanto riguarda le questioni politico-militari. Agli albori del Granducato di Toscana, le notizie riguardanti le vicende del Principato di Transilvania venivano reperite dai primi Granduchi in maniera indiretta, per mezzo di avvisi provenienti da altre città, oppure tramite personale diplomatico residente presso la corte imperiale. Fra i singoli personaggi che svolsero un ruolo fondamentale nel mantenere vivi i legami culturali fra Toscana e Transilvania, notiamo interessi eclettici che, alle funzioni militari, politiche e diplomatiche, aggiungono competenze varie in quelle discipline che all’epoca riscuotevano il favore delle corti. Abbiamo così militari e diplomatici che, oltre a curare gli interessi commerciali, politici e strategici dei loro signori, intessono corrispondenze con i protagonisti dell’allora incipiente rivoluzione scientifica, oppure partecipano al rinnovamento del gusto musicale ed artistico in genere. Ma questi interessi, che in senso lato possiamo considerare culturali, si accompagnano spesso anche alle questioni confessionali che animano la vita religiosa del tempo. Fra questi personaggi abbiamo Giovanni Andrea Gromo, un condottiero la cui esperienza in Transilvania è condensata in un’opera che egli dedicò a Cosimo I; quindi i medici Massimo Milanesi, un gesuita che fu anche diplomatico e architetto, e Marcello Squarcialupi, che frequentava il Biandrata ed aveva rapporti con i Gesuiti di Alba Iulia. Nel 1593, il granduca Ferdinando I inviò un’ambasceria in Transilvania ponendovi a capo Matteo Botti, un uomo che, all’epoca, intratteneva rapporti con eminenti personalità della cultura e della politica in Italia e che, in seguito, avrebbe rivestito un ruolo di prim’ordine fra i diplomatici del Granducato. Accompagnavano il Botti personaggi quali Cosimo Bottegari, musicista vicino alla cosiddetta scuola romana; il medico Ippolito Guarinoni, che aveva studiato presso i Gesuiti a Praga; Ottavio Strada, che lasciò prove come pittore, architetto, inventore, orafo, numismatico e antiquario, e infine l’intagliatore milanese Ottavio Miseroni. Nel 1593, Rodolfo II e Murad III ruppero la tregua sancita ad Adrianopoli. Si realizzava, così, il progetto voluto da Clemente VIII, che consisteva in una crociata antiturca nei Balcani e nella costituzione di una Lega a capo della quale il Papa voleva non solo l’Imperatore, ma anche il re di Polonia. La guerra, combattuta in Ungheria e nei Principati romeni, coinvolse in primis i principi di Transilvania e di Valacchia, Sigismondo Bàthory e Michele il Bravo, ma anche alcuni Principi italiani fecero la loro parte; oltre che dal Papa, giunsero aiuti in denaro e in soldati anche dal Granduca di Toscana e dai Duchi di Ferrara e Mantova. Il contingente inviato da Ferdinando I in Transilvania, nel 1595, si trovava sotto il comando di Silvio Piccolomini, affiancato dal concittadino Imperiale Cinuzzi e dal segretario Filippo Pigafetta, appartenente alla famiglia del celebre navigatore Antonio. Risulta di grande interesse, verso la fine del secolo, il caso della famiglia Genga, che ebbe un peso notevole nella storia di tre paesi europei: Italia, Polonia e Transilvania, grazie soprattutto all’architetto Simone Genga. Questi, discendente di Girolamo e Bartolomeo (citati dal Vasari), fu a servizio dei Duchi di Urbino, dei Granduchi di Toscana, del Re di Polonia e del Principe di Transilvania. Simone si presentò in queste corti col fratello Fabio, ma i nomi e le attività di altri fratelli emergono da nuovi documenti. Meglio si precisa la figura di Simone e la cronologia della sua vita, ma anche il ruolo di Fabio, ambasciatore presso il Papa, e quello di Giovanni Battista, consigliere segreto del Papa; si sono aggiunti anche i nomi di Livio, Flaminio, Girolamo e Francesco. Una figura interessante è anche quella di Fulvio, letterato che cercò fortuna in Spagna e nelle Americhe. Oltre agli accordi fra il Granduca di Toscana e la corte transilvana per il matrimonio non realizzato fra Sigismondo ed una nipote di Ferdinando, viene valutata tutta la questione del ruolo svolto da Simone, Fabio, Flaminio e Giovanni Battista nella creazione di una tela di rapporti fra le corti europee che avrebbero dovuto sostenere la Transilvania nella lotta contro gli Ottomani. Dopo la morte dei Genga e dopo quella che possiamo definire l’epoca d’oro nella storia dei rapporti fra Toscana e Transilvania, il Granducato perde una fonte preziosa di informazioni per quella parte d’Europa. Non mancano, negli archivi toscani, documenti che rechino testimonianza di un certo interesse, del Granducato, per le vicende di quei lontani territori, ma vengono meno le attestazioni di un rapporto diretto fra i governanti dei due paesi, o meglio diviene scarsa la documentazione prodotta da testimoni che dimorino in loco. Per tutto il XVII secolo, infatti, essendo mutati gli equilibri internazionali con le guerre di religione, un peso decisivo ebbero, nelle relazioni fra Toscana e Transilvania, le diverse posizioni assunte dai due Stati nel contesto europeo. E mentre la Transilvania, per mantenere la sua autonomia, doveva destreggiarsi fra l’impero asburgico e quello ottomano, ponendosi nelle guerre di religione a fianco delle potenze filoprotestanti, il Granducato di Toscana, con gli ultimi Medici, andò incontro ad un declino crescente che favorì via via l’abbandono di un’energica politica estera. E tuttavia, a cavallo fra XVII e XVIII secolo, i due Stati, pur nella distanza che li separava, condivisero entrambi un simile destino, perdendo quasi in sincrono la loro autonomia. E non fu solo la coincidenza temporale a caratterizzare questa perdita, visto che ambedue gli Stati, seppur in modi diversi, finirono sotto il controllo asburgico. Si concludeva una storia di rapporti intensi che, dopo un lungo periodo di interruzione, sembrava condurre i due paesi verso destini assolutamente divergenti, mentre invece essi si ritrovarono alla fine governati dai membri di una medesima casata, alle due periferie di un medesimo Impero.
In the sixteenth century Italy, it grows more and more attention to the events in Eastern Europe, and in particular in the valley of the Danube, where the progressive Turkish advance seems to overcome every obstacle. This interest around the "Eastern Question" results in a series of reports, treaties, and various writings. At the beginning of the century, in conjunction with the great flowering of culture in Italy, they are mainly cultivated the studies of History and Geography. In the second half of the century, the problems of the East Europe seem to interest the Italian humanists in particular with regard to the political-military issues. In the early years of the Grand Duchy of Tuscany, the news about the events of the Principality of Transylvania were learned by the first Grand Dukes in an indirect manner, by means of notices from other cities, or through diplomatic personnel residing at the imperial court. Among the individual characters that played a vital role in keeping alive the cultural ties between Tuscany and Transylvania, we note eclectic interests that add various competences to military, political and diplomatic functions, in the disciplines which, at that time, were receiving the approval of the courtiers. Thus we have military and diplomats who, besides taking care of the business interests and of the political strategy of their masters, correspond with the protagonists of the then incipient scientific revolution, or participate in the renewal of musical and artistic taste in general. But these interests, that, in a broad sense, we can consider as cultural, often accompany confessionals disputes that animate the religious life of the time. Among these characters we find Giovanni Andrea Gromo, whose experience in Transylvania is condensed in a work which he dedicated to Cosimo I, then the doctors Massimo Milanesi, a Jesuit priest who was also a diplomat and architect, and Marcello Squarcialupi, who had relations with Biandrata, but also with the Jesuits of Alba Iulia. In 1593, the Grand Duke Ferdinando I sent an embassy in Transylvania led by Matteo Botti, a man who, at that time, maintained relations with eminent personalities of culture and politics in Italy and who, then, will play a role notch between the diplomats of the Grand Duchy. Botti was accompanied by Cosimo Bottegari, a musician near the so-called Roman school, the doctor Ippolito Guarinoni, who had studied with the Jesuits in Prague, Ottavio Strada, who was painter, architect, inventor, goldsmith, numismatist and antiquarian, and finally the carver Ottavio Miseroni. In 1593, Rudolf II and Murad III broke the truce enshrined in Adrianople. It was fulfilled, as well, the project of Clement VIII, that consisted in a crusade against the Turks in the Balkans and in the establishment of a League not only led by the Emperor, but also by the King of Poland. The war, fought in Hungary and in the Romanian principalities, involved primarily the principles of Transylvania and Wallachia, Sigismund Bathory and Michael the Brave, but also some Italian princes did their part; as well as from the Pope, they came money and soldiers also from the Grand Duke of Tuscany and from the Dukes of Ferrara and Mantua. The contingent sent by Ferdinand I in Transylvania, in 1595, was under the command of Silvio Piccolomini, flanked by Imperiale Cinuzzi and the Secretary Filippo Pigafetta, belonging to the family of the famous navigator Antonio. It is of great interest, towards the end of the century, the case of the family Genga, which had a remarkable influence on the history of three European countries: Italy, Poland and Transylvania, thanks to the architect Simone Genga, descendant of Girolamo and Bartolomeo (mentioned by Vasari). Simone, who was at the service of the Dukes of Urbino, the Grand Dukes of Tuscany, the King of Poland and the Prince of Transylvania, presented himself in these courts with his brother Fabio, but the names and activities of other brothers have emerged from new documents. The figure of Simon and the chronology of his life are better known now, but also the role of Fabio, ambassador to the Pope, and that of John the Baptist, Privy Counselor of the Pope. Now we know the names of Livio, Flaminio, Girolamo and Francesco, as well. It is very interesting also the figure of Fulvio, man of letters who sought his fortune in Spain and the Americas. In addition to the agreements between the Grand Duke of Tuscany and the Transylvanian court for marriage between Sigismund and a granddaughter of Ferdinand, it is analyzed the whole question of the role played by Simone, Fabio, Flaminio and Giovanni Battista in the creation of a network of relationships between the European courts that were supposed to support the fight against the Ottomans in Transylvania. After the death of the Genga brothers and after what we might call the golden era in the history of relations between Tuscany and Transylvania, the Grand Duchy lost a valuable source of information in that part of Europe. There are, in the archives of Tuscany, documents that bear witness of the interest, in the Grand Duchy, to the events of those distant territories, but there is lack of documents testifying a direct relationship between the rulers of the two countries, or rather it becomes scarce the documentation produced by witnesses who dwell in loco. Throughout the seventeenth century, in fact, being changed international equilibrium because of the wars of religion, they had a decisive influence, in relations between Tuscany and Transylvania, the different positions taken by the two states in the European context. And while Transylvania, to maintain his independence, had to juggle between the Habsburgs and the Ottoman Empire, placing itself in the wars of religion alongside the Protestant powers, the Grand Duchy of Tuscany, with the last Grand Dukes, met a growing decline, which gradually has favored the abandonment of a vigorous foreign policy. And yet, at the turn of the seventeenth and eighteenth century, the two states, despite the distance between them, have shared a similar fate, losing almost at the same time their autonomy. It is not only the temporal coincidence to characterize this loss, since both of the States, albeit in different ways, came under Habsburg control. In this manner, it came to an end a history of intense relationships that, after a long break, seemed to lead the two countries to destinations absolutely divergent, but instead at the end they found themselves governed by members of the same dynasty, at the two peripheries of the same Empire.
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DECIA, TAMARA. "Carlo d'Asburgo o Filippo d'Angiò? Il fenomeno corsaro durante la guerra per la successione all'ultimo Austrias di Spagna". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/999325.

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Resumen
This research aims to contribute to the studies regarding maritime and naval history. The subject is the privateering in the Italian's coasts during the War of the Spanish Succession (1702-1713). The work will analyse the beginning of this event and his growth in the differents areas ruled by the Austrias or the Bourbons like the Marquisat of Finale, the Kingdoms of Naples, Sicily and Sardinia but also in the neutrals areas like the seas controlled by the Republic of Genoa or by the Gran Duchy of Tuscany.
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Auria, Addolorata. "Recherches sur l’habitat domestique à Pompéi à l’époque samnite : les maisons de taille moyenne". Thesis, Paris 10, 2013. http://www.theses.fr/2013PA100191.

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Resumen
Cette étude doctorale s’inscrit dans le cadre d’une cotutelle de thèse entre les universités de Paris Ouest Nanterre La Défense et de « l’Orientale » de Naples. Elle vise à étudier les typologies architecturales et décoratives utilisées dans les maisons des classes moyennes de Pompéi entre la fin du IVe et le début du Ier s. av. J.-C. Cette thématique est encore incomplètement traitée par la littérature spécialisée, qui s’est souvent concentrée sur des contextes plus raffinés et des périodes ultérieures. La recherche a été appuyée sur l’analyse conjointe des données de fouilles, si ces dernières sont disponibles, et des structures d’époque samnite encore in situ. Par ailleurs, la participation à un projet de recherche sur la Regio VI, nous a offert l’occasion de travailler sur du matériel inédit et de démarrer notre enquête à partir d’un cas d’étude spécifique, la Casa del Granduca Michele (VI,5,5) et ensuite de vérifier la diffusion des données acquises à l’échelle de la ville. Le travail a été donc divisé en trois parties. La première a été consacrée au cas d’étude, avec une analyse approfondie de la structure et de la décoration de la maison notamment au IIe s. av. J.-C. La deuxième a concerné l’étude des types architecturaux diffusés dans la cité vésuvienne l’époque samnite, avec un regard particulier sur le type de la maison à atrium testudinatum qui n’avait pas fait l’objet d’une étude systématique. La troisième partie a enfin concerné des décors des maisons de taille moyenne. L’analyse a concerné, avec une approche diachronique, d’abord les décorations peintes des parois et des plafonds, ensuite les éléments accessoires et pour finir les revêtements de sols
This Ph.D is prepared in co-tutorship between the Université de Paris Ouest Nanterre La Défense and the Università degli studi di Napoli « l’Orientale ». Its aim is to analyze the architectural and decorative typologies used in the construction of Pompeian middle class houses between the end of forth and the beginning of first c. B.C. As a matter of fact, if the most luxurious domus of this period are well known, many aspects of the middle-class houses are still to be studied, for they have long been left aside by the scientific research. The study has been based on the analysis of data coming both from excavations and from a survey of the samnitic structures still in situ. Moreover, the participation to a research program centered on the Regio VI has offered the occasion to work with unpublished material and to start the research from a case study, the Casa del Granduca Michele (VI,5,5). The diffusion of data collected in this house have later been verified with a research on the city level. Therefore, work has been divided in three parts. The first one has been dedicated to the case study by a deepened analysis of structure and decoration of this house in the second c. B.C. The second one to the architectural typologies used in middle class houses during the samnite period, with a particular regard to the type of the atrium testudinatum house, which previously had never been systematically studied. The third part has dealt with the decoration of these houses. The analysis, carried out with a diachronic approach, has concerned walls and ceilings’ paintings, floors and other elements like terracotta and main door stone capitals
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NOCETO, FILIPPO. "Impostazione della causa nell’esperienza codificatoria spagnola e italiana fra XIX e XX secolo – Premesse storico-ricostruttive". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1082400.

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Resumen
Abstract Il presente lavoro intende realizzare una ricostruzione critica dell’evoluzione storico-normativa concernente la disciplina dell’introduzione e trattazione della controversia negli ordinamenti italiano e spagnolo fra XIX e XX secolo. In questa prospettiva si dedica particolare attenzione alla genesi dei rispettivi modelli di codificazione ‘moderna’ e al successivo dibattito sulle riforme e tentativi di riforma precedenti l’emanazione dei codici attualmente in vigore. Il tutto nell’ottica di evidenziare significative affinità fra esperienze evolutive tradizionalmente considerate a sé stanti.
Abstract This work intends to provide a critical reconstruction of historical development concerning the legal framework of civil pre-trial procedure in Italian and Spanish legal systems between the 19th and 20th century. In this perspective special attention is focused on respective models of ‘modern’ codification as well as on subsequent reforms until the enactment of current civil procedure codes. All with a view to highlighting relevant similarities between historical evolutions traditionally considered in their own right.
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MAURO, IRENE. "Le cancellerie comunitative nel Granducato mediceo. i cancellieri di Pescia e della Valdinievole 1560/1609". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/557495.

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Amedei, Michele. "Percorsi artistici tra Firenze e gli Stati Uniti, 1815-1850. Nuove prospettive di ricerca". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1130151.

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Cerini, Umberto. "Musica e costume liturgico in San Lorenzo e in Santa Maria del Fiore durante il Granducato di Cosimo III". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1262463.

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Resumen
Il lavoro indaga sugli aspetti salienti della musica liturgica e del suo rapporto con la liturgia e la ritualità sacra nei contesti della Basilica di San Lorenzo e della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze nei decenni a cavallo tra Sei e Settecento, ovvero gli anni del lungo governo del Granduca Cosimo III de’ Medici.
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Libros sobre el tema "Granducato"

1

Verga, Marcello. Firenze e il Granducato di Toscana. Milano: Touring club italiano, 2005.

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2

Melis, Alessandro. Architettura pisana: Dal granducato lorenese all'unità d'Italia. Pisa: ETS, 1996.

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3

Passano, Mario Da. Codice penale pel Granducato di Toscana (1853). Padova: CEDAM, 1995.

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4

Sulle orme di Casanova nel Granducato di Toscana. Signa (Fi): Masso delle Fate, 2009.

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5

Cozzi, Mauro. Edilizia in Toscana: Dal granducato allo stato unitario. Firenze: EDIFIR, 1992.

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6

Il Granducato di Toscana: Dagli "Anni Francesi" all'Unità. Torino: UTET, 1993.

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7

Borelli, Fabrizio. Le saline di Volterra nel Granducato di Toscana. Firenze: L. S. Olschki, 2000.

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8

Cronache letterarie dal Granducato di Toscana, 1740-1860. Pisa: Edizioni della Normale, 2012.

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9

Borelli, Fabrizio. Le saline di Volterra nel Granducato di Toscana. Firenze: L.S. Olschki, 2000.

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10

Pierre, Codiroli. Il Granducato di ***: Storia di un ufficiale di carriera. 2a ed. Lugano: Giampiero Casagrande, 1989.

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Capítulos de libros sobre el tema "Granducato"

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Else, Felicia M. "Granducal Florence and the age of Francesco I, 1566–1587". En The Politics of Water in the Art and Festivals of Medici Florence, 113–44. Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780429469305-4.

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"[f.248r] Von den stattlichen sachen, so zu Florentz auf der Herzogin von Lottringen, alls Hochzeiterin, einzug, und dann zur Hochzeit, zugericht werden. al prato genannt, ein Thor wie ein theatrum, GranDuca aus Toscana Statt beschriben und abgemalen, sambt". En Art History as Cultural History, 241. Routledge, 2014. http://dx.doi.org/10.4324/9781315078571-49.

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